Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Saigo il SenzaVolto    13/12/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 

La Battaglia di Eldia 2


Boruto saltò rapidamente tra le rocce, scalando la parete distrutta della caverna con dei possenti balzi, seguito a ruota dagli altri dieci compagni. Raggiunse il foro del soffitto in pochi secondi, uscendo finalmente all’aperto.

I suoi occhi si sgranarono appena raggiunse l’uscita. Dietro di lui, Naruto e gli altri trattennero il fiato.

Lo spettacolo che si ritrovarono davanti era mozzafiato. Tutti rimasero sconvolti da quello che videro appena furono fuori dalla caverna.
Montagne.

Si trovavano proprio sopra una montagna mai vista prima d’ora. Il paesaggio attorno a loro era spoglio e roccioso, completamente coperto di neve bianca. La superficie su cui erano sbucati fuori era piana, ma più si procedeva in alto e più il suolo si faceva pendente e scosceso. Non era presente nessun tipo di albero o arbusto nei paraggi. Solo grosse rocce coperte di neve circondavano completamente gli undici compagni.

La vetta della montagna su cui si trovavano era visibile alle loro spalle, e si stagliava ancora più in alto nel cielo per almeno due o trecento metri. Il cielo era scuro e completamente coperto da nuvoloni grigi che avevano reso l’ambiente attorno a loro cupo ed ombroso.

All’orizzonte, in qualsiasi direzione guardassero, altre montagne si stagliavano tutt’intorno a loro. Si trovavano letteralmente all’interno di una gigantesca catena montuosa innevata e sperduta nel nulla, talmente grande da riuscire a lasciare sconvolto ed allibito chiunque vi posasse lo sguardo.

Boruto e gli altri rimasero imbambolati per alcuni secondi a fissare quel panorama mozzafiato, le bocche e gli occhi spalancati dallo stupore. L’aria era fredda e leggermente rarefatta, ed un soffio di vento gelido accarezzava con costanza i giovani guerrieri, facendoli rabbrividire al suo tocco.

Ma poi, un ruggito fragoroso catturò l’attenzione di tutti, facendoli focalizzare di nuovo sul presente e costringendoli ad alzare lo sguardo in alto.
Vrangr si librava nel cielo con forza e maestosità, la sua possente figura nera che sbatteva le ali con forza e planava intorno a loro come un avvoltoio pronto ad atterrare per nutrirsi di una carcassa.

Boruto ammiccò, fissando il drago mentre volava nel cielo nuvoloso.

Un’aura oscura e raccapricciante avvolgeva il corpo della creatura. Il Nukenin ammiccò una seconda volta. Per un istante pensò che fosse solo un’illusione ottica. Un’illusione dovuta all’improvviso cambio di pressione e temperatura.

Ma non lo era.

Boruto lo comprese dopo alcuni secondi. Quello che stava vedendo non era un’illusione. Quello che stava vedendo grazie al Jougan era la realtà del potere del drago. Il suo occhio destro si aggrottò.

Non c’erano parole per descriverlo.

Era come se l’aria attorno al drago avesse assunto vita propria. Non c’era confine tra il punto dove l’aria terminava e quello dove il chakra iniziava. Boruto trasalì quando vide e percepì l’energia che circondava il rettile volante col suo occhio. L’aria attorno al drago pulsava di un’energia così orripilante, così potente che gli fece sobbalzare il cuore nel tentativo di risalirgli in gola.

Boruto aveva visto molti tipi di chakra da quando aveva risvegliato il Jougan, ma mai prima d’ora ne aveva osservato uno così brutto, così disgustoso. Il chakra di solito era sempre puro e gradevole per natura; un misto dell’energia del corpo e quella dello spirito che si mescolavano assieme in armonia come una cosa sola. La sua vista era bellissima, in un certo senso. Un bellissimo e piacevole miscuglio di blu e bianco che catturava l’occhio con la sua maestosità.

Ma il chakra del drago non lo era affatto. Era un disgustoso miscuglio nero, marrone e rosso. Emanava all’esterno quella sensazione orripilante che Boruto aveva percepito anche prima, nella caverna: odio. Era un chakra denso e viscoso, di aspetto quasi melmoso e orribile, pieno zeppo di emozioni negative. Principalmente odio, ma erano presenti anche sfaccettature di rabbia, disgusto, orgoglio ed invidia. Si attaccava ad ogni singola molecola nell’atmosfera come melma, infettandola e rendendola malsana al solo tocco come una malattia infestante.

Qualsiasi forma di vita avesse toccato quel chakra sarebbe sicuramente morta. Non c’era possibilità per alcuna forma di vita di sopravvivere a quella massa pulsante d’odio e rabbia. Non vi erano dubbi al riguardo.

La realizzazione di ciò fece aumentare il suo desiderio di eliminare quella creatura disgustosa.

Boruto seguì il chakra col Jougan, osservandolo mentre diventava sempre più denso e malvagio. Tutta l’energia coagulava all’interno del corpo del drago, come un liquido che ribolliva letteralmente dall’odio.

Era giunto il momento di agire.

“Quarto Hokage!” disse improvvisamente, voltandosi verso l’adulto in questione. “Ho un’idea!”

Tutti si voltarono verso di lui. “Cos’hai in mente, Boruto?” domandò Minato.

Il ninja traditore lo fissò col Jougan. “Se il mio ragionamento è corretto, lei non è in grado di teletrasportare altre persone senza prima averle marchiate col suo sigillo, giusto?” chiese a sua volta.

L’Hokage annuì.

“Allora lasci un Marchio di Teletrasporto su ognuno di noi,” continuò Boruto, alzando lo sguardo al cielo e fissando il drago che volava attorno a loro. “In questo modo avremo la possibilità di attaccare anche a corto raggio senza il timore di lasciarci la pelle.”

Minato non esitò neanche un istante. Dopo alcuni secondi, uno ad uno ogni singolo membro del gruppo era stato marchiato del Quarto Hokage.

Sakura fissò il Marchio sul suo braccio. “Ma adesso cosa facciamo?” domandò al gruppo. “Ora che Vrangr ha cominciato a volare come possiamo attaccarlo da vicino?”

Naruto si portò avanti, battendo un pugno sul petto. “Io posso farlo!” dichiarò con foga e determinazione. “L’Eremita mi ha spiegato che appena avrò attivato il Potere delle Sei Vie, allora acquisirò la capacità di volare in aria come faceva lui! Posso combattere quel drago anche in volo!”

“Anche io posso volare grazie al Susanoo,” s’intromise anche Sasuke, il suo tono serio. “Ma solo noi due da soli non avremo nessuna possibilità di vittoria contro di lui, neanche col Potere dell’Eremita.”

Boruto rifletté un secondo. Poi si voltò verso Sarada. “Se ben ricordo anche il tuo Susanoo può volare, vero?”

La ragazza annuì stringendo i pugni. Gli adulti rifletterono sulla notizia.

Eren fece un passo avanti. “E noi cosa possiamo fare?” domandò con enfasi. “Senza riuscire ad attirare il drago di nuovo a terra non saremo in grado di fare niente!”

Boruto sorrise. “Non è detto!” dichiarò con sicurezza.

Fugaku lo guardò con un sopracciglio incurvato. “Che vuoi dire?”

Il Nukenin li fissò uno ad uno, il suo sguardo freddo. “Ascoltatemi attentamente…”
 
 
Vrangr ruggì nel cielo, planando attorno alla montagna con maestosità grazie alle sue ali completamente estese ed immobili che gli permettevano di sostenere il suo peso. Sentì una corrente di vento gelido soffiare con forza sotto di lui, accarezzandogli la testa e facendolo risalire ancora di più verso l’alto come se fosse acqua.

Vrangr sorrise tra sé. Volare era davvero il momento più bello ed intenso per un drago. Il momento in cui si riusciva davvero ad essere senza limiti, completamente liberi da tutto e tutti. Il momento in cui si poteva andare ovunque, senza che nessuno potesse arrestare la propria mente.

Un forte senso di rabbia gli nacque nel cuore al ricordo dei tempi passati, quando ancora lui e tutti gli altri draghi regnavano incontrastati nell’universo. Quanto era bello volare nel cielo all’epoca. Librarsi nell’aria assieme ai suoi simili, mentre dal basso le misere creature bipedi dalle orecchie rotonde li osservavano con timore, sconvolgimento ed invidia. Quanto era bello essere consapevoli di far parte della razza più forte di tutte.

Ma quei tempi erano ormai andati. Il passato era stato crudele ed insaziabile. I suoi patetici compagni si erano addolciti nel corso dei secoli, avevano perso il loro senso d’orgoglio e coraggio. E questo aveva portato alla distruzione della loro specie.

Il suo sguardo si soffermò sugli undici umani che lo osservavano da terra.

Vrangr snudò i denti, come a voler ringhiare. Quei patetici esseri umani non avevano alcuna possibilità contro di lui. Non erano in grado di volare, né i loro attacchi erano riusciti a scalfirlo prima. Non c’era nessuna possibilità di vittoria per loro.

I suoi occhi si focalizzarono poi su uno di quei bipedi dalla pelle chiara, ed un profondo senso di odio e rabbia lo pervase come un fiume.

Boruto Uzumaki, il Portatore dell’Occhio Maledetto.

Vrangr ruggì di nuovo dalla rabbia, fissando dall’alto quel patetico moccioso. Quello schifoso cucciolo d’uomo era pericoloso. Gli altri erano solo un patetico branco di formiche dinanzi ad un drago, ma lui, lui era diverso. Quel bipede dal volto sfigurato era l’unico che avrebbe potuto seriamente ucciderlo. Era una minaccia che non poteva permettersi di sottovalutare.

Era l’unico che poteva ucciderlo grazie a quell’occhio.

Il possente drago nero ringhiò ferocemente alla vista di quell’occhio azzurro.

Il Jougan, l’occhio sull’anima.

Vrangr ricordava bene quell’occhio. Lo aveva già visto in passato. Lo aveva già osservato di persona, molto, molto tempo fa. Aveva incontrato il precedente possessore del Jougan una volta, quando era giovane, in un tempo ed un luogo distanti ed annebbiati.

Qual’era il suo nome? Non lo ricordava. Per quanto tentasse di riportare alla mente quei ricordi, la sua memoria era troppo annebbiata, troppo confusa. All’epoca era poco più di un cucciolo quando vide quell’occhio per la prima volta. Non riusciva a ricordare bene neanche il volto di quel bipede, né tantomeno se esso fosse maschio o femmina.

Ma una cosa la ricordava eccome: quell’occhio era pericoloso. Era maledettamente pericoloso. Il suo portatore precedente era riuscito a compiere imprese che nessun altro essere di qualsiasi specie era neanche lontanamente arrivato a pensare. Non poteva permettersi di sottovalutare il potere di quell’occhio.

Sbattendo con forza le possenti ali, Vrangr risalì in alto nel cielo, nascondendosi nelle nuvole che avevano coperto il cielo. Non avrebbe permesso a quel patetico bipede di avere la meglio. Lui era Vrangr, il Divoratore di Mondi. In passato aveva ucciso e sterminato innumerevoli nemici che avevano avuto il coraggio di affrontarlo. Aveva combattuto umani, draghi ed altre creature immensamente più forti di quei patetici moscerini a terra. Non avrebbe permesso a se stesso di perdere.

Con un ultimo battito d’ali, Vrangr discese in picchiata verso il basso sbucando fuori dalle nuvole, pronto ad incenerire col suo fiato ardente quelle formiche.

Ma qualcosa non andava.

Gli umani erano spariti.

Vrangr annusò l’aria immediatamente, osservandosi attorno. Erano vicini. Riusciva chiaramente a sentire l’odore di quei bipedi. Si trovavano ancora nei paraggi. Non erano scomparsi improvvisamente, ma bensì si erano spostati in qualche modo.

Ma dove?

I suoi sensi lo allertarono all’improvviso, facendogli voltare la testa di scatto verso l’alto. I suoi occhi gialli si spalancarono, osservando la scena che stava accadendo davanti ai suoi occhi.

Dalle nubi nel cielo erano sbucate fuori due figure, le stesse figure che prima lo avevano attaccato nella caverna. Un gigantesco bipede fatto d’energia viola ed un altro di colore arancione. Entrambe le figure raggiungevano i quindici metri di altezza, avevano due possenti ali sulle spalle e due spade lunghe e luminose nelle mani. Entrambi stavano volando verso di lui, le loro espressioni minacciose.

E inoltre, all’interno del loro corpo etereo, tutti gli umani erano immersi nella testa delle creature, cinque in una e cinque nell’altra.

Vrangr ringhiò ferocemente, arrestando la discesa. Non avrebbe permesso a quei patetici bipedi di avere la meglio. Erano più piccoli e fragili di lui, non avrebbero avuto scampo. Non conosceva le loro abilità, ma non avrebbe permesso a nessuno di sopravvivere ad uno scontro in volo contro di lui. Non stava ancora facendo neanche sul serio, non avrebbe avuto pietà per nessuno di loro.

Con un ultimo possente ruggito, Vrangr accelerò il battito delle ali e aprì gli artigli, preparandosi a dilaniare i nemici.
 
 
Sasuke sentì la tensione salire alle stelle ed il suo cuore battere all’impazzata mentre osservava il drago che aveva cominciato a risalire verso di loro con le fauci spalancate in un ruggito pieno d’odio, il suo corpo carico di un’energia talmente grande e rivoltante che fece prudere i suoi occhi dal terrore. Specialmente il suo occhio sinistro, che si era mutato in un Rinnegan appena aveva attivato il Potere dell’Eremita.

“Ci sta venendo addosso!” urlò Mikoto dietro di lui, il suo tono teso. Assieme a lei, Fugaku, Sakura ed Eren erano immersi nel chakra del Susanoo, e fissavano il drago con sguardi carichi di tensione.

I suoi occhi si aggrottarono. “Allora gli faremo vedere chi è il più forte!” ribatté, infondendosi coraggio.

Con un comando mentale, il suo Susanoo sbatté le ali con forza ed emise un grido di lotta metallico, discendendo a sua volta in picchiata verso il rettile dalle lunghe zanne.

Si scontrarono con un tonfo che generò un boato nel cielo. Le spade si mossero per colpire la belva, ma il drago bloccò con una zampa artigliata la lama di una spada del Susanoo, azzannando coi denti l’altro braccio libero per non essere colpito. La creatura umanoide reagì con un calcio nel petto, tentando di divincolarsi dalla presa del mostro.

Vrangr si separò dall’essere spettrale appena subì il colpo, poi trasse un profondo respiro e alzò la testa. Tese il collo, contrasse i muscoli addominali e richiamò dalle viscere il denso liquido di fuoco. Il liquido s’infiammò quando si combinò con l’aria nella sua gola. Vrangr spalancò le fauci e inondò di fiamme il Susanoo, avvolgendolo in un bozzolo incandescente. Il torrente di fiamme implacabili, feroci ed insaziabili gli solleticò l’interno delle guance.

L’essere spettrale violaceo poté solo coprirsi il volto con le braccia, mentre il getto di fuoco lo avvolgeva completamente. Non riuscì a penetrargli all’interno, ma il calore era insopportabile.

“Lo hai voluto tu!” ruggì mentalmente Sasuke dentro alla testa del Susanoo, cercando di resistere all’insostenibile calore delle fiamme.

La figura umanoide si liberò dalle fiamme sbattendo le ali e risalendo fuori dal getto incandescente. Il drago richiuse la gola, interrompendo l’attacco.

Il Susanoo ruggì la sua ira, caricando di nuovo col corpo sul fianco del rettile. I due precipitarono verso il terreno, avvinghiati l’un l’altro. Ma il drago era troppo grande, troppo forte, e cominciò subito ad avere la meglio. Vrangr azzannò, morse e graffiò con gli artigli l’enorme essere viola, immobilizzandolo ed impedendogli di agire mentre continuavano a cadere.

Poi però, un improvviso dolore lancinante lo investì sul costato destro. Si voltò di scatto.

Il secondo essere spettrale, quello completamente arancione, aveva caricato a sua volta contro di lui, infilzandolo con una lunga spada rossa fatta di fuoco nel fianco. Dentro la sua testa, Vrangr vide Boruto ghignare feralmente, il suo occhio destro che lo fissava con ferocia. Sangue rosso schizzò fuori dalla sua ferita.

Il drago ruggì, calciando lontano da sé il Susanoo viola con una zampa posteriore e cominciando a risalire in alto nel cielo lontano dagli assalitori. Le due figure lo seguirono a ruota appena ripresero l’equilibrio, le loro ali che battevano freneticamente nel tentativo di stare al passo con la sua velocità.

Vrangr si voltò di scatto, spalancando le fauci e sputando una sfera rossa di energia contro il bipede arancione.

All’interno del Susanoo arancione, Minato sgranò gli occhi appena vide l’attacco che si stava avvicinando verso di loro.

“Sarada!” esclamò.

La ragazza fece un cenno col capo, il suo Sharingan Ipnotico che fissava il drago con determinazione e rabbia. “Lo so!” disse con confidenza.

Con un comando mentale, il suo Susanoo batté le ali una sola volta, avvitando il corpo nell’aria e risalendo in alto, evitando la sfera di energia che continuò a sfrecciare oltre le nuvole.

Kushina sospirò al suo interno, imitata da Hinata e Minato. “Lo abbiamo evitato!” disse con sollievo.

Boruto fece un cenno a Sarada col capo. “Hai imparato a padroneggiare meglio il tuo Susanoo,” disse con un sorriso. “Sei migliorata.”

La giovane Uchiha ricambiò il sorriso, guardando il suo vecchio amico con uno sguardo pieno di gratitudine per i complimenti.

Stava per rispondere, ma il drago non diede loro altro tempo per parlare, scagliando un’altra serie di attacchi simili al precedente contro di loro.
Sarada allora comandò al suo Susanoo di volare lontano dagli attacchi, imitato a ruota da quello Sasuke che fece lo stesso. I due esseri eterei sfrecciarono verso le nuvole, abbandonando l’inseguimento del drago.

Vrangr ringhiò appena vide i due bipedi eterei colorati che se la davano a gambe, facendo dietrofront con le ali e cominciando ad inseguirli con uno sguardo ricolmo di odio. Non li avrebbe lasciati scappare per nessun motivo al mondo.

Prese a seguire la loro traiettoria, quando all’improvviso qualcosa di incredibilmente duro come metallo lo colpì in testa come una saetta, lasciandolo allibito e sconvolto ma senza fare alcun danno.

Vrangr scosse la testa una sola volta, riprendendo i sensi, e poi prese a fissare con odio il responsabile dell’oltraggio. I suoi occhi si sgranarono dallo stupore.

Era uno dei mocciosi che lo aveva attaccato nella caverna, il quale non si trovava all’interno dei due esseri spettrali assieme agli altri dieci. Ma c’era qualcosa di incredibilmente diverso in lui rispetto a prima. Il suo corpo era completamente avvolto da una cappa di chakra dorato e nero, e dietro le sue spalle fluttuavano in cerchio nove piccole sfere nere. Il patetico umano lo stava fissando con un ghigno confidente e gli occhi gialli con una strana iride sottile.

Ma la cosa che lo aveva stupito era che quel moccioso stava volando! Da quando i bipedi dalle orecchie rotonde erano capaci di volare? Non aveva senso. Solo gli Otsutsuki ne erano capaci, e Vrangr era certo che quel moccioso non fosse un membro di quel clan disgustoso. Non aveva lo stesso odore di quegli esseri.

Naruto fissò il drago con un sorriso confidente “Dove stai andando, lucertolone?” lo schernì senza alcun timore. “Il tuo avversario è proprio qui davanti a te!”

Il drago ringhiò fragorosamente. “E così l’Eremita ti ha dato una parte del suo potere,” realizzò ad alta voce. “Ma questo non basterà a salvarti, insetto! Il tuo potere non è lontanamente paragonabile al mio!”

Appena finì di pronunciare quelle parole, Vrangr scattò in avanti col collo, tentando di azzannare il piccolo umano. Ma Naruto fu più veloce, librandosi nell’aria lontano da lui.

Il drago inspirò con le narici, emettendo poi dalle fauci un getto di fiamme diretto contro il biondo, il quale prese a scappare in mezzo alle nuvole. Drago ed umano si presero a rincorrere nel cielo, il primo che continuava a sputare getti di fuoco verso la preda, mentre il secondo continuava a volare lontano da lui, salendo di quota ed abbassandosi ripetutamente per evitare le fiammate mortali del drago.

Naruto evitò a malapena un soffio di fuoco che gli bruciò quasi i pantaloni, facendogli emettere un grido acuto di sorpresa.

“C-C’è mancato poco!” esclamò mentalmente.

Dentro di lui, Kurama lo ammonì con un tono serio. ‘Il tuo controllo del Potere delle Sei vie non è ancora perfetto. Tieni gli occhi aperti e non fare mosse azzardate se non vuoi lasciarci la pelle, Naruto!’

“Va bene, va bene!” brontolò il ragazzo.

Tuttavia, a causa della sua momentanea distrazione, il biondo si rese conto dopo alcuni secondi che il drago non lo stava più inseguendo. Si fermò all’istante, muovendo la testa in tutte le direzioni nel tentativo di scorgere tra le gigantesche nuvole che lo circondavano una massa nera.

“Non riesco a percepirlo,” disse tra sé. “È come se fosse scomparso all’improvviso!”

‘Non abbassare la guardia!’ gli intimò la Volpe. ‘Quel drago è decisamente scaltro. Vuole coglierti di sorpresa!’

“Ma come diavolo può un essere così grande sparire nel nu-”

Neanche a farlo apposta, appena disse quella frase, il drago spuntò all’improvviso fuori da una gigantesca nuvola grigia, le fauci spalancate che emanavano fiamme rosse e dorate.

“PRESO!” ruggì Vrangr.

Dalla sua bocca venne rigettato di nuovo un fiume ardente di fuoco, il quale si scagliò addosso a Naruto prima ancora che potesse muoversi per evitarlo.

“Dannazione!” imprecò il biondo, muovendo le mani in avanti ed impartendo un comando mentale. Subito dopo, una delle nove sfere nere alle sue spalle reagì all’istante, portandosi davanti a lui e trasformandosi in uno scudo che lo difese dalle fiamme appena un secondo prima di essere travolto da esse.

Vedendo che il suo attacco era stato inutile, il drago interruppe l’ondata di fuoco chiudendo le fauci con un suono secco. Naruto ritrasse la sfera dietro la sua schiena, fissando il rettile con gli occhi sgranati.

Con un potente ruggito, Vrangr riprese allora ad inseguire il ragazzo, gli occhi gialli che lo fissavano con odio e furia omicida. Il biondo riprese a volare tra le nuvole, schizzando nel cielo come una saetta dorata, seguito a ruota dal drago nero.

L’inseguimento andò avanti per due minuti, quando poi, ad un tratto, Naruto cominciò ad accumulare chakra nella mano destra, creando una piccola sfera di energia rotante ed infondendola di vento.

Il biondo rallentò gradualmente la sua velocità, lasciando che Vrangr si avvicinasse a lui senza farlo accorgere del suo piano. Il drago si portò vicino a lui in meno di venti secondi, spalancando le fauci pronto a colpirlo.

Fu allora che il jinchuuriki agì.

Arrestando la corsa e voltandosi di scatto, Naruto caricò il braccio destro all’indietro, aumentando le dimensioni del Rasengan rotante fino a farlo diventare grosso almeno cinque metri. Vrangr sgranò gli occhi.

FUUTON: Rasenshuriken!” esclamò il giovane, scagliando lo shuriken rotante contro il drago.

L’attacco centrò Vrangr in piena testa. L’esplosione fu enorme e vorticosa, ed una gigantesca ondata di chakra si propagò per il cielo nuvoloso, facendo sgomberare diverse nuvole ed aprendo uno sprazzo di cielo libero.

Ma Naruto non ebbe il tempo di cantare vittoria, perché un attimo dopo il drago sbucò fuori dall’esplosione, completamente illeso e con uno guardo furioso rivolto verso di lui.

“N-Non ha avuto effetto!” esclamò, sgomento.

E poi, una voce improvvisa riecheggiò nell’aria.

ENTON: Susanoo Kasai no Yari!” (Arte della Fiamma: Lancia del Sole del Susanoo)

Naruto si voltò di scatto, osservando come una lunga lancia rosso fuoco fu scagliata all’improvviso addosso al drago da dentro una nuvola, centrando la bestia in pieno e generando una seconda esplosione che scoppiò con un boato per tutto il cielo.

Il Susanoo di Sarada sbucò fuori un secondo dopo, portandosi immediatamente vicino a lui.

“Naruto!” esclamò Kushina dall’interno della testa dell’essere. “Stai bene?”

Il ragazzo annuì. “Sto bene!” rispose subito, alzando la voce per farsi sentire oltre il rumore del vento. “Ma non sono riuscito ad infliggere danno a quel drago!”

Gli occhi di Boruto, di Sarada,di Minato, Kushina ed Hinata si sgranarono.

Ed un ruggito portentoso riecheggiò nell’aria un attimo dopo.

Vrangr comparve fuori dalla nuvola di fumo causata dall’attacco di prima, il suo corpo intatto e privo di apparenti ferite, la sua espressione divertita e crudele.

“Non lo avete ancora capito?” sibilò la creatura, il suo tono colmo di derisione e scherno. “Nessun vostro attacco può scalfirmi! Le mie squame sono più dure del diamante, e niente può penetrarle!”

Sarada sentì una fitta d’odio immensa crescere in lei grazie all’influenza dello Sharingan Ipnotico nei confronti di quel drago mentre li stava deridendo.

Con un comando mentale, una grossa spada di chakra rosso comparve nelle mani del suo Susanoo, e il gigantesco essere etereo si scagliò a capofitto contro la bestia alata, brandendo la lama con ferocia e precisione.

Vrangr accettò la sfida, ruggendo ai sette venti ed avanzando a sua volta contro l’assalitore senza esitazione. I due si schiantarono con un tonfo metallico. La spada si mosse verso il collo della bestia, ma essa la bloccò con i denti, graffiando nel mentre le braccia del Susanoo con le zampe. L’essere etereo urlò di dolore, ma Sarada infuse quanto più chakra poteva nella tecnica per farla resistere alla presa mortale del drago.

Poi, un improvviso getto di fuoco colpì il drago alle spalle.

Vrangr ringhiò ed inarcò il collo all’indietro, osservando il secondo Susanoo che era comparso dal nulla alle sue spalle, le sue mani unite insieme ed una raffica di proiettili infuocati che uscivano dalla sua bocca diretti contro di lui.

Gli attacchi lo centrarono come una raffica sul dorso, causando una serie di piccole esplosioni che la bestia sentì a malapena. Tuttavia il Susanoo arancione approfittò del suo momento di distrazione per sferrare un pugno sulla sua testa, facendolo tentennare per un secondo.

Il drago sibilò ferocemente, scuotendo la testa ed azzannando dopo un secondo il braccio del bipede fatto di chakra. Ma quest’ultimo evocò una seconda spada col braccio libero, tentando un affondo al suo torace.

Mollando immediatamente la presa, Vrangr batté le ali con forza e vigore, portandosi lontano da esso ed evitando l’affondo, per poi essere assalito al fianco sinistro dall’altro essere violaceo che aveva deciso di intervenire.

Con uno scatto fulmineo però, il drago azzannò la gamba del Susanoo di Sasuke, avvitandosi poi con tutto il corpo e scagliandolo addosso all’altro che si stava avvicinando a loro. I due esseri eterei e spettrali si schiantarono a vicenda con un tonfo.

Inoltre, senza perdere neanche un secondo, Vrangr spalancò le fauci e rigettò addosso ai due un raggio di energia rossa che li investì in pieno, senza che i due giganteschi mostri di chakra potessero fare nulla.

Dopo alcuni secondi, il drago richiuse le fauci, soddisfatto di essere finalmente riuscito a sbarazzarsi di quelle patetiche creature con facilità.
‘Adesso nessuno potrà ostacola-’

“Non cantare vittoria!” fece una voce sopra di lui all’improvviso, riscuotendolo dai suoi pensieri.

Vrangr sgranò gli occhi, alzando la testa di scatto. Naruto si era portato sopra di lui, la sua mano protesa in avanti che reggeva una gigantesca sfera di chakra arancione come quella di prima, ma molto, molto più grande e potente.

Ruggendo ferocemente, il drago spalancò la bocca, accumulando energia tra i denti a sua volta per sferrare un attacco contro la tecnica del ragazzo. Ma mentre stava osservando il biondo avvicinarsi sempre più a lui, Naruto, incredibilmente, ghignò all’improvviso.

“ORA!”

Hiraishin no jutsu!” (Tecnica del Teletrasporto) fece una voce nell’aria.

Appena quelle parole furono pronunciate, al suo fianco comparvero dal nulla anche Minato e Boruto, i quali reggevano entrambi nelle loro mani rispettivamente un grosso Rasengan di colore verdastro ed uno blu. I due poi unirono le loro tecniche insieme a quella di Naruto, creando così una spaventosa ed immensa sfera rotante di chakra completamente bianca che generò una luce accecante ed intensa, talmente forte che Vrangr dovette socchiudere gli occhi per l’intensità della sfera rotante.

E poi, dopo alcuni secondi di silenzio puro, si scatenò l’inferno.

RASENGAN!” urlarono Naruto, Minato e Boruto contemporaneamente, scagliando in avanti la tecnica con le braccia. Vrangr a sua volta spalancò le fauci nello stesso istante, rilasciando un getto di energia rossa che si scontrò con la tecnica dei tre giovani.

La collisione fu intensa e micidiale. I due attacchi si scontrarono con un boato talmente fragoroso che l’aria stessa del cielo sembrò tremare, generando raffiche di vento talmente forti da essere capaci di sradicare alberi e distruggere case come un uragano. L’aria si fece vorticosa e pesante attorno ai due attacchi, mentre una luce accecante venne generata dalla collisione continua.

Ma nessuna delle tecniche stava avendo la meglio. Il Rasengan continuava a scontrarsi con forza contro il raggio che usciva dalle fauci del drago, senza che uno dei due riuscisse ad avere la meglio sull’altro.
 

Da lontano, avvolti nel chakra dei due Susanoo, gli altri osservavano la scena con gli occhi sgranati ed il cuore in gola.

Hinata percepì un profondo e confuso sentimento nascere dentro di lei nel vedere quei tre che stavano attaccando insieme il drago. Un sentimento misto tra la paura, la tensione, la preoccupazione e la felicità.

La Hyuuga la percepì chiaramente solo dopo alcuni secondi. In quel momento, mentre osservava quella scena coi suoi occhi pallidi, lei era felice. Ed era felice perché stava vedendo un miracolo che nessuno di loro nel gruppo si sarebbe mai aspettato di vedere.

Il miracolo di un Hokage defunto, di un ninja maledetto e di un Nukenin traditore, tutti e tre uniti insieme. Il miracolo di una famiglia distrutta che si era unita di nuovo.

Anche Sarada osservò la scena con un sorriso, il suo cuore che riversava gioia pura nel poter vedere finalmente dopo cinque lunghissimi anni la famiglia di Boruto e Naruto unita di nuovo insieme per un obiettivo comune.

Kushina sentì una lacrima colarle giù dalla guancia inspiegabilmente nel vedere laggiù la sua famiglia unita insieme all’attacco contro quel drago. Vide suo marito, suo figlio e suo nipote che continuavano a lottare, che continuavano a resistere, a spingere con tutte le loro forze il Rasengan contro la tecnica di Vrangr, infondendo sempre più chakra al suo interno per riuscire ad avere la meglio.

Un profondo senso di gioia le nacque nel cuore. Anche se la situazione non era per niente calma e pacifica, quella era la prima volta che vedeva finalmente la sua famiglia unita insieme al completo. Quello era l’unico momento in cui la famiglia Uzumaki aveva messo da parte le sue differenze, i suoi problemi e le crepe insuperabili tra i suoi membri e si era unita insieme per raggiungere un obiettivo comune. Quello era l’unico momento in cui la famiglia Uzumaki era tornata al completo. E se c’era una cosa di cui gli Uzumaki erano famosi un tempo, essa era la famiglia.

Ed in quel momento, Kushina comprese allora che quel drago non avrebbe avuto speranza di vittoria.

Perché niente e nessuno poteva vincere contro la famiglia Uzumaki.

Le parole le uscirono dalla bocca da sole, le lacrime le colarono dagli occhi inspiegabilmente.

“MINATO, NARUTO, BORUTO!” urlò a gran voce, gli occhi serrati e le mani poggiate sul cuore. “ANDATEEEE!”

E come per miracolo, tutti loro la sentirono forte e chiaro.
 

 
 
RAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGHH!”

I tre biondi ruggirono a pieni polmoni un urlo di rabbia disumano, aumentando la pressione e la forza del Rasengan contro la tecnica del drago. Tutti e tre spinsero, spinsero e spinsero sempre con maggiore forza, attingendo alle riserve di chakra dentro di loro ed infondendo sempre più energia nella tecnica, dominando quanto più chakra potevano contemporaneamente. Ed incredibilmente, dopo alcuni secondi, il raggio di energia si fece sempre più corto, mentre la gigantesca sfera rotante bianca avanzò lentamente verso la sua preda.

Vrangr sgranò gli occhi. ‘N-Non può e-’

Il Rasengan lo investì in pieno petto un secondo dopo. Vrangr fu schiacciato dalla mostruosa pressione di energia che lo stava assalendo come un muro impenetrabile, ringhiando nel tentativo di resistere alla potenza dell’attacco. Sentì le squame sul suo torso scheggiarsi e frantumarsi a causa della pressione e dell’intensità della sfera premuta contro di lui. Sentì la morsa della fatica e del dolore accarezzargli la mente dopo anni, se non secoli, che non la provava.

Ma lui era forte. Mostruosamente forte.

Stringendo i denti con una potenza indescrivibile, Vrangr spinse a sua volta con tutto il suo corpo la sfera di chakra, tentando di rispedirla al mittente con le zampe ed il suo peso corporeo. Ci stava riuscendo. Sentì la pressione alleggerirsi, sentì l’intensità dell’attacco affievolirsi di secondo in secondo. Era certo di potercela fare. Quei tre insetti erano forti, ma non potevano aumentare ancora la loro potenza. Ne era certo.

Si sbagliò.

Il drago non ebbe il tempo neanche di ammiccare. Naruto attinse quanto più chakra poté dal Kyuubi nello stesso istante in cui Vrangr formulò quel pensiero. Minato infuse energia naturale all’interno del Rasengan nello stesso momento. E Boruto aumentò la potenza dell’attacco attivando il Marchio sulla sua mano.

E poi, ancora una volta, tutti loro spinsero contro di lui.

Vrangr venne completamente sopraffatto dalla pressione della tecnica, il suo corpo compresso e schiacciato dal Rasengan. La sfera di chakra lo fece scagliare con forza verso il basso, verso le montagne innevate. Passarono alcuni secondi.

Poi, appena il Rasengan titanico raggiunse il suolo, tutto divenne bianco, ed un esplosione immensa e fragorosa ruggì con la potenza di un tuono nel cielo nuvoloso. L’aria si riempì di chakra, il vento generato dall’esplosione in basso si fece talmente intenso da riuscire a distruggere qualsiasi edificio, la luce emanata dalla tecnica si fece accecante. Il boato riecheggiò nell’aria per diversi istanti carichi di tensione.

E poi, dopo una decina di secondi, silenzio.

Kushina, Sarada, Sasuke e tutti gli altri riaprirono lentamente gli occhi, guardando in tutte le direzioni per vedere cosa fosse successo. Il silenzio regnava sovrano dopo quel rumore assordante. Nel punto dove il drago e la tecnica si erano schiantati, un gigantesco buco nella montagna di circa cento metri di diametro si era formato nella roccia, talmente profondo da non riuscire a scorgere il suo fondo. Una densa nuvola di fumo nero esalava dal centro del cratere verso l’alto.

E, proprio sulla cima del cratere, si trovavano i tre compagni.

Naruto era seduto a terra sulla neve, ricoperto ancora dalla cappa di chakra, le gambe accasciate sul suolo e le braccia poggiate all’indietro per sorreggere il peso della schiena. Boruto era in ginocchio, la testa bassa, il suo Marchio attivato ed il mantello che lo copriva fino alle ginocchia. Minato era seduto in mezzo a loro, osservando con occhi stanchi l’enorme cavità nella montagna generata dal Rasengan.

Tutti e tre ansimavano per la fatica, esausti dopo aver consumato in una volta sola una quantità di chakra così grande. Tutti e tre grondavano di sudore dalla testa ai piedi.

E tutti e tre stavano, incredibilmente, sorridendo.

Si guardarono a vicenda contemporaneamente, e i loro sorrisi si trasformarono in risate. Dapprima sommesse e stanche, poi sempre più forti ed intense. Fino a quando, alla fine, tutti e tre si erano messi a ridere di gusto, i loro volti esausti pieni di sollievo, gioia e soddisfazione. Il suono delle loro risate gioiose ed acute riecheggiò nell’aria per diversi secondi.

Ce l’avevano fatta.

Minato alzò le braccia dopo un attimo di esitazione, cingendo con ognuna di esse le spalle dei due ragazzi e stringendoli a sé in un goffo abbraccio di vittoria e celebrazione. Naruto e Boruto, dopo un attimo di sorpresa, si lasciarono abbracciare, mentre tutti e tre continuavano a ridere, troppo euforici per riuscire a calmarsi.

Sarada e Sasuke li raggiunsero subito dopo, dissolvendo i due Susanoo nel nulla ed osservando assieme agli altri la scena con un sorriso.
Kushina scattò subito verso di loro, raggiungendo i tre in meno di un secondo ed avvolgendoli a sua volta tra le sue braccia,mentre le lacrime le colavano dagli occhi come fiumi.

Nessuno oppose resistenza. Minato e Naruto ricambiarono il gesto senza esitazione, mentre Boruto smise di ridere e s’irrigidì al contatto con la donna, incapace di muoversi.

Tutti si accorsero della sua reazione, e si voltarono lentamente verso di lui con gli occhi colmi di confusione e stupore. Boruto ricambiò il loro sguardo con esitazione, ma nonostante lo volesse con tutto il cuore, il guerriero non riuscì a divincolarsi dalla presa.

Perché nel momento in cui i loro sguardi s’incrociarono, nei loro occhi egli vide finalmente il sollievo, la gioia e l’orgoglio che tutti e tre, sia Naruto che Minato e Kushina, provavano per lui in quel momento. Per la prima volta da quando li aveva conosciuti, egli vide che loro erano preoccupati per lui. Vide che lo consideravano uno di loro, che lo ritenevano un membro della loro famiglia nonostante tutto ciò che aveva detto e fatto nei loro confronti. Vide che continuavano a pensare a lui come ad uno di loro, nonostante egli li avesse rinnegati per tutto questo tempo.

Per la prima volta, egli vide che quei tre gli volevano veramente bene.

Le lacrime si formarono inspiegabilmente nei suoi occhi appena realizzò quella cosa. Un piccolo gemito quasi inaudibile gli sfuggì dalla lebbra. Il suo mento cominciò a tremare lievemente.

Kushina gli accarezzò la guancia, toccandogli la cicatrice ed asciugando una lacrima uscita dal suo occhio destro, guardandolo con uno sguardo pieno di compassione e affetto.

Boruto sgranò gli occhi appena vide quel volto e sentì il tocco delicato della donna sulla sua pelle. Si voltò lentamente verso gli altri due biondi, e rimase ulteriormente sorpreso nel vedere che anche loro avevano il suo stesso sguardo. Tutti loro lo stavano guardando con degli occhi pieni di compassione, affetto e comprensione.

Tutti loro, in qualche modo, lo stavano supplicando di non lasciarli.

Boruto abbassò lo sguardo, rilassando il corpo e lasciandosi finalmente cullare nell’abbraccio. Minato e Kushina lo avvolsero con le loro braccia, coinvolgendo nel mentre anche Naruto, il quale si era unito a sua volta in quel groviglio di membra addosso a lui. Nessuna parola fu pronunciata, nessun suono uscì dalle loro labbra. Non ce n’era bisogno. Non servivano parole per descrivere quello che stavano provando.

E, per la prima volta dopo tre mesi interi da quando era giunto ad Eldia, Boruto si sentì finalmente a casa.

Il suo sguardo superò poi quei tre che lo stavano abbracciando, la sua famiglia, e andò a posarsi su Sarada. La ragazza se ne stava in piedi, esattamente tra loro quattro ed il resto del gruppo. Aveva le lacrime agli occhi, ma il suo viso era contornato da un dolce sorriso. Continuava a stare ferma in modo goffo ed imbarazzato, come se volesse unirsi all’abbraccio ma non volesse intromettersi in quel momento.

La giovane Uchiha ricambiò il suo sguardo, osservando a sua volta gli occhi di Boruto. C’era un ringraziamento privo di parole negli occhi azzurri del suo vecchio amico. Vide, con suo sommo stupore, una realizzazione ed un accettazione nei suoi confronti che non si sarebbe mai aspettata di vedere in lui.

Boruto, in qualche modo, la stava ringraziando con gli occhi per averlo spinto per tutto questo tempo a fare quello che stava facendo adesso.

Accettare la sua famiglia.

Sarada si asciugò le lacrime dagli occhi, sorridendo con gioia. Sentì le mani di Sasuke e Sakura posarsi sulle sue spalle delicatamente, e voltandosi verso di loro la ragazza rimase stupita nel vedere che anche loro due la stavano fissando con dei sorrisi colmi d’affetto ed orgoglio.

La giovane Uchiha sentì il cuore riempirsi di felicità.

“I miei complimenti, insetti,” fece una voce sibilante e crudele improvvisamente. “Mi avete davvero colto alla sprovvista!”

Naruto, Sasuke, Boruto e tutti gli altri sgranarono gli occhi.

E poi, una gigantesca colonna di energia nera si scagliò con forza nel cielo dal fondo del cratere.


 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Come promesso, ecco a voi la seconda parte dello scontro con il drago. Spero vi sia piaciuto almeno un pò.

Lo scontro però non è ancora terminato. Anzi, oserei dire che è appena iniziato. Il clu della battaglia deve ancora arrivare, quindi non lasciatevi ingannare. Per i nostri eroi i guai non sono ancora finiti.

Il prossimo capitolo uscirà venerdì 15 dicembre!

Vi esorto come sempre a farmi sapere i vostri pareri e le vostre opinioni. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e che commenteranno. A presto! ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Saigo il SenzaVolto