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Autore: michaelgosling    13/12/2017    2 recensioni
Delle creature geneticamente modificate capaci di mutare aspetto e di viaggiare nel tempo rischiano di alterare la storia dell'umanità.
Sei persone completamente diverse per età, carattere, mentalità e che vivono in diversi luoghi e in diverse epoche vengono scelte per fermarle.
Dal testo (secondo capitolo):
"Perché? Perché noi?"
"Perché siete anime spezzate."
Genere: Angst, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7 JAMES BOWMAN


Se un piatto o un bicchiere cadono a terra senti un rumore fragoroso. Lo stesso succede se una finestra sbatte, se si rompe la gamba di un tavolo o se un quadro si stacca dalla parete. Ma il cuore, quando si spezza, lo fa in assoluto silenzio.”


                                                                                                                                                     Cecelia Ahern



“Non mi direte che state ancora dormendo, Ammiraglio Bowman. Siete sempre il solito.” mormorò una voce famigliare, così dolce da sembrare una dolce melodia.

James sorrise d'istinto, mentre imperterrito persisteva nel tenere gli occhi chiusi, come se volesse convincere quella voce che stesse effettivamente dormendo. Non ci stava riuscendo molto bene, lo sapeva lui per primo, ma non importava.

Sentì delle labbra posarsi sulla sua guancia, poi sul collo. Baci dolci e profondi, piccoli ma anche grandi, corti ma anche lunghi.

“Un povero uomo non può mai riposare in pace. Nemmeno dopo essere stato promosso.” borbottò James, allungando la mano verso la sua uniforme da Ammiraglio senza riuscirci, dato che stava dall'altra parte della grande stanza, e solo se si fosse alzato l'avrebbe raggiunta.

“Soprattutto dopo essere stato promosso.”

Un altro bacio, sulla fronte questa volta, più lungo degli altri.

“Tuttavia, avete ragione. E' il vostro giorno. La vostra promozione. La vostra festa. Se desiderate riposare in totale solitudine rimuginando sul vostro nuovo ruolo, posso togliere il disturbo..”


James bloccò quella voce con un bacio sulle labbra, breve ma disperato.

“Non è quello che ho detto.” mormorò, non appena si staccò.

Attese come se si aspettasse qualcosa, ma quando quel qualcosa non avvenne, parlò di nuovo.

“E non ho nemmeno detto di smetterla di baciarmi.”


Sentì un viso affondare nel suo collo.

“Lo supponevo..”


Avete smesso per torturarmi, vero? Siete senza cuore.”


Un altro bacio sul petto.

“James..”



James? James mi senti?”


L'uomo si svegliò come da uno stato di trance, trovandosi davanti Henrich.

“Oh mi dispiace, preferite essere chiamato Ammiraglio Bowman? Nel vostro ambiente si danno tutti del voi quindi posso..”


Qui non siamo nel mio ambiente.

“Non occorre. James va bene.”


Mi sembravi un po' sovrappensiero.. va tutto bene?”


Sì. Io.. io stavo ricordando un momento del mio passato e temo di essermi lasciato trasportare..”

“Perché non vai a riposare e a liberare la mente? I tuoi compagni sono già nelle loro stanze.”


Riposare? Come? Perché? Ma non avremmo dovuto iniziare oggi? Qui passano le giornate e non succede nulla. In tutta la mia vita non mi era mai successo di sprecare le giornate in questo modo.
Nemmeno ai miei figli permetto di sprecare così il loro tempo. Quando erano piccoli, almeno. Ora sono grandi e non posso più occuparmi delle loro vite come prima, ma penso di avergli insegnato che il tempo è prezioso e non lo si può sprecare a dormire.

“Lo so che avevo detto che avremmo iniziato oggi, ma la presentazione di Frank e il segreto svelato di Pierre credo siano abbastanza per un giorno.” mormorò Henrich, come se gli avesse letto nel pensiero, poi aggiunse “e io ho bisogno che siate al massimo delle forze e della concentrazione per il prossimo passo.”

James scrutò Henrich a lungo, come se volesse capirne di più solo guardandolo.


E qual'è il prossimo passo?”


I viaggi nel tempo.”




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Un altro bacio, l'ennesimo di quella giornata, sulla guancia.

“Non riuscite proprio a smettere. Non che mi dispiaccia..”


E' colpa vostra, Ammiraglio. Non riesco a tenere le mani a posto quando ci siete voi.”


Si scambiarono un lungo sguardo particolarmente intenso. Entrambi sapevano che quello sguardo significava il tornare seri dopo aver giocato e scherzato per tutta la giornata come facevano da bambini. Entrambi sapevano che quello sguardo significava un altro addio, sempre più doloroso del precedente. Un addio che nessuno dei due avrebbe mai voluto fare, ma che era necessario. Per tornare alle loro vite, alle loro famiglie, ai loro figli, quella parte della loro vita che non avrebbe mai dovuto venire a conoscenza di quegli incontri, sempre nello stesso capanno, sempre con le stesse modalità, incontri troppo brevi e troppo rari, ma a cui non riuscivano proprio a rinunciare.


“Promettimi.. promettimi che ci vedremo ancora prima della tua partenza.”


James annuì tristemente.

“Non sarei mai partito senza darti un adeguato saluto. Lo sai.”


Si tennero stretti per un tempo che parve infinito, questa volta con addosso i loro vestiti. Poi, un bacio sulle labbra. Dolce e passionale al tempo stesso.

“Ti amo, James.”


Erano ventitré anni che era incastrato in quella relazione extraconiugale che non riusciva ad interrompere, che gli causava dolore, rabbia, frustrazione, malinconia e tensione, eppure, ogni volta che sentiva quel “ti amo” da quella voce, tutto appariva di poca importanza, tutto spariva in un lampo, tutto gli faceva capire che.. ne valeva la pena.

“Ti amo anch'io.”



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Domani.. domani viaggeremo nel tempo?”

“Non proprio.. Domani acquisirete ciò che serve per viaggiare nel tempo.” fece Henrich, accomodandosi sul divano.

Ma perché non può mai parlare chiaramente? Perché sempre questi misteri? Non abbiamo il diritto di sapere? Si aspetta davvero che io riposi tranquillo e sereno dopo quanto mi ha detto? Calma, James, calma. Ricorda che sei un nobile. Un Ammiraglio. Non puoi permetterti di perdere il tuo portamento. Sii superiore. Sii diplomatico. Come sei sempre stato.

“Signor Henrich, una maggiore chiarezza sarebbe altamente apprezzata.”

Henrich guardò l'Ammiraglio e scoppiò a ridere. James non ne fu molto contento.

Come potete mancarmi di rispetto in codesto modo? Ma lo sapete chi sono io?

“Sei sicuro di stare bene? Mi sembri molto.. rigido.”


.. rigido?

“Non che il poliziotto tuo amico non lo sia, ma almeno lui, come posso dire, lo è per carattere. Tu invece.. sembra quasi ti senta costretto ad essere così rigido. E' perché sei nobile e i tuoi genitori ti hanno educato così, immagino.”


Se state cercando di farmi arrabbiare, ci state riuscendo.

“I miei genitori mi hanno dato i migliori insegnamenti possibili.” borbottò James facendo di tutto per essere diplomatico, fallendo miseramente dato che la sua rabbia sarebbe stata visibile a chiunque.

“Ecco, vedi? E' questo quello di cui sto parlando. Un altro avrebbe risposto con altrettanta insolenza, avrebbe lasciato parlare la rabbia, ma tu no. Tu ti sforzi di essere gentile e composto anche quando sei palesemente arrabbiato.”


James guardò l'uomo più confuso di prima.

“Se vuoi un mio consiglio, e so per certo che non lo vuoi ma te lo darò lo stesso, dovresti lasciarti andare. Qui puoi farlo. Ti sentirai meglio. Fallo quando ti sentirai pronto.”


Henrich si alzò, per poi dirigersi nella sua stanza. James avrebbe voluto fermarlo per sapere a cosa si riferisse, sia su quel discorso del lasciarsi andare sia per quanto riguardava i viaggi nel tempo, ma tutta quella discussione lo aveva lasciato.. senza parole? Si ritrovava incapace di dire o pensare a qualsiasi cosa.

“Comunque se ci tieni tanto a saperlo, per viaggiare nel tempo occorre conoscere ogni luogo e ogni tempo, altrimenti non potrete focalizzarvi su di essi e non potrete viaggiare nel tempo e nello spazio. Questo faremo domani. Vedrete migliaia e migliaia di immagini che voi non ricorderete se vorrete descriverle, ma verranno immagazzinate nel vostro cervello così da permettervi di viaggiare dove vorrete. Buona serata.” concluse l'uomo, chiudendo la porta della sua camera una volta entrato.





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Bentornato, Ammiraglio Bowman. Vostra moglie desidera parlarvi. Vi attende in soggiorno.” fece il maggiordomo, poi continuò “sistemo il vostro cavallo nella scuderia, signore?”


James annuì brevemente, e mentre il maggiordomo usciva per adempiere ai suoi doveri, Bowman andò verso il soggiorno. Al suo interno vi trovò sua moglie Mary, suo figlio Jonathan, sua figlia Helen e suo genero Henry.

L'Ammiraglio ci rimase di sasso. Doveva essere successo qualcosa di importante, se la sua intera famiglia era riunita per parlargli. E perché George gli aveva detto che solo Mary lo aspettava? Probabilmente era stata sua moglie a ordinarglielo.

Prima che potesse reagire e dire qualcosa, Mary si alzò, gli prese la mano e lo avvicinò, per chiedergli dolcemente di sedersi.

“Lo abbiamo appena saputo. Mi dispiace tanto, caro.”


James guardò la moglie ancora più confuso.

“Mi dispiace che vi dispiace. Ma di cosa vi dispiace?”


Aveva intenzionalmente fatto un gioco di parole per vedere le reazioni della sua famiglia, ma il silenzio era glaciale. Non era uno scherzo. Doveva essere successo qualcosa di molto brutto.

“Ma come padre.. non l'avete saputo?” chiese Helen.

“Saputo cosa? Io sono appena tornato da una missione navale. Non mi sono fermato a Londra per aggiornarmi su quanto è successo in mia assenza, pensavo solo a tornare il prima possibile senza dover utilizzare una carrozza. Ditemelo voi cosa è successo, deve trattarsi di qualcosa di importante.”

Thomas Butler.. il vostro amico d'infanzia, che incontravate ogni tanto per cacciare insieme.. è morto. Quattro giorni fa. Polmonite. Mi dispiace caro, era un vostro amico da tanto tempo.”

Niente. Non sentiva assolutamente niente. L'unico che l'avesse mai conosciuto davvero, l'unico che avesse mai amato e da cui era realmente amato, l'unico che lo capiva davvero, che aveva sempre creduto in lui quando neanche lui credeva in sé stesso, era morto. Niente più baci sul collo, niente più incontri segreti nel capanno quando alle mogli avevano detto che sarebbero andati a caccia, niente più carezze. Non avrebbe più rivisto i suoi occhi dolci e i suoi capelli ricci e dorati come il sole. Tutto era finito. In un attimo.

Quando veniva ferito in battaglia sentiva un dolore fisico, che a poco a poco scompariva come la cicatrice che si faceva più piccola, ma ora.. il vuoto. Tutto quello che riusciva a percepire era il cuore, che prima batteva, rotto in un angolo inerme. La sua anima, spezzata. E quella luce negli occhi che aveva e che rispendeva quando era con lui, sparì senza tornare mai più, lasciando spazio solo ad una tristezza che non l'avrebbe mai abbandonato.

James sospirò, preparandosi a dire l'ultima grande bugia per nascondere un amore che era riuscito a spezzarlo.

“Sì, lui era... era un buon amico.”



Note: 

Eccomi di nuovo, dopo più di due mesi! Mi dispiace per il ritardo, ma purtroppo ho avuto dei seri problemi di connessione Internet che hanno ritardato tutte le mie attività, tra cui questo racconto. E' un miracolo che sia riuscita a scriverlo entro dicembre, ma ci tenevo a pubblicarlo prima dell'anno nuovo dato che questo era l'ultimo personaggio da "analizzare" mentre dal prossimo capitolo inizia la vera storia, quindi mi sembrava carino concludere la presentazione dei personaggi nel 2017 e iniziare il 2018 con la storia.

Quando ho pensato al racconto, volevo mettere assolutamente un personaggio LGBT, e mentre tracciavo il carattere dei personaggi, ho pensato che il più adatto fosse proprio il nobile del 1700. E come regalino di Natale (e anche per farmi perdonare del ritardo) ho voluto incentrare il capitolo sul perché James è "un'anima spezzata". Ad inizio storia, Henrich ha ribadito più volte che il computer ha scelto loro perché erano "anime spezzate". Degli altri ancora non sappiamo perché sono "anime spezzate" (o meglio voi non lo sapete mentre io sì LOL), ma James sì. Tranquilli, anche per gli altri si scoprirà perché sono tormentati, prima o poi..

Come al solito ringrazio chiunque leggerà il capitolo e grazie a tutti quelli che prenderanno 5 minuti per lasciarmi un commentino! Alla prossima e Buon Natale!














  
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