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Autore: Jeo 95    14/12/2017    0 recensioni
[Saga del Filo Rosso; Storia 1- Destino Maledetto]
***
La leggenda del Filo Rosso del Destino è una romantica leggenda che racconta di come al mondo, per ogni persona, ve ne sia una predestinata, la cosiddetta Anima Gemella.
Eppure non è l'unico Destino che il Filo Rosso può creare. Ve ne è uno più cupo, crudele, che da secoli colpisce determinate persone, accomunate tutte da particolare accessori.
Lo sanno bene Tikki e gli altri Kwamii, o almeno dovrebbero, poichè quello stesso destino sta per bussare alla porta dei loro Prescelti, ancora una volta.
Memorie perdute, passati remoti, mentre le vecchie e le nuove generazioni di Eroi si incontrano, Marinette dovrà trovare il modo di sfuggire ad un fato che non desidera.
Perchè lei è Ladybug, ed il suo destino è scritto col sangue.
***
Spero che vi incuriosisca almeno un po? :3 non so quante saghe saranno, dipenderà dall'audience xD
Bacioni e ringraziamenti a chiunque mi seguirà
Jeo 95 =3 (o ArhiShay)
p.s. La storia verrà aggiornata ogni Mercoledì u.u
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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N.d.A- E si va con la prima battaglia di Volpina! Spero che il capitolo vi aggradi, personalmente sono soddisfatta di come stanno venendo, anche se la forma può sempre miglirare u.u
Enjoy the reading e a presto!

Jeo 95 =3 (o ArhiShay)

 

p.s. mi trovate anche su

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Fil Rouge


Livre 1

~ Destin Maudit~

  

Era incredibilmente forte quel gigante, benchè sotto di esso non vi fosse altro che l'animo ferito di un bambino. Papillon ormai non si faceva più scrupoli ad akumaizzare chiunque, facendo leva su debolezze e dolori delle persone.

Ladybug si trovava per la prima volta in seria difficoltà, mentre l'evidente aumento di forza dei nemici portava sempre più alla luce i timori di Fu: qualcosa stava cambiando, e loro due non potevano più affrontarla da soli.

«Fa attenzione Chat!» gridò l'eroina, mentre schivava con eleganza l'ennesimo tentativo di Gyganthik di calpestarla. Chat, poo lontano da lei fece lo stesso quando l'enorme bambino gli scagliò contro il suo raggio restringente.

«Volete stare fermi?! Non riesco a colpirvi altrimenti!»

Chat atterrò su di un tetto, abbastanza vicino per poter rispondere a tono al bambino.«Certo, perché è sempre stato il mio sogno tornare ad essere un moccioso che puzza di latte e pannolini, chissà come mai non mi sono ancora fermato per farmi rimpicciolire?»

Anche se la prospettiva di tornare bambino farsi accudire dalla sua Lady lo allettava davvero. Conoscendola però, probabilmente avrebbe solo finito per essere nuovamente sgridato per l'imprudenza, e farla preoccupare era certo l'ultima cosa che voleva.

«Dobbiamo togliergli il bracciale, sono sicura che l'Akuma sia lì!» più facile a dirsi che a farsi però, quel gigante si muoveva troppo anche solo per pensare di avvicinarsi, e lo faceva senza una logica decifrabile, come qualsiasi bambino che arrabbiato faceva i capricci per ottenere quel che voleva.

Se soltanto fossero riusciti a calmarlo per pochi istanti...

D'improvviso il bambino si bloccò. Fissava con insistenza gli alberi del viale, con un rivolo di bava che gli calava dalla bocca, quasi fossero stati appetitosi dolcetti pronti da gustare.

«C-Caramelle... buone...»

Chat Noir alzò un cipiglio confuso. Ma cosa...?

«Si può sapere che diavolo state combinando?»

Ladybug gelò. Il tempo sembrò fermarsi, i suoni assopirsi in un pesante silenzio nel quale riusciva a sentire soltanto il frenetico battito del suo cuore. Tutto sembrò concentrarsi in quel momento, mentre alzava lo sguardo sul lampione accanto a lei e scorgeva l'ombra di qualcuno che non credeva avrebbe rivisto.

Era diversa in un qualche modo. I capelli castani, quasi rossi, dalle punte bianche erano racchiusi in una coda alta, con due ciocche a circondarle il viso spigoloso ma delicato. La tuta del costume era legermente diversa da come la ricordava, senza però farsi mancare le orecchie rosse e la vaporosa coda dalla punta bianca. Il bastone magico, capace di trasformarsi in un pratico flauto, sembrava in qualche modo diverso, più buono avrebbe osato dire, coperto di uno strato dorato che lo faceva scintillare al sole. Nel complesso, benchè sembrasse in qualche modo diversa da come la ricordava, Ladybug potè certamente confermare che quella che si trovava davanti era senza alcun dubbio Volpina.

Chat affiancò la sua sconvolta Lady con altrettanta preoccupazione nel viso, come se già un dannato akuma gigante non fosse abbastanza, avere a che fare anche con la maestra delle illusioni poteva rivelarsi una bella gatta da pelare. E lui non ci teneva a perdere il proprio pelo.

«V-Volpina...?» con la voce tremante, fu tutto ciò che riuscì ad uscire dalle labbra di Ladybug, sconvolta, sconcertata, preoccupata. E forse anche colpevole.

Con un balzo felino, la nuova eroina affiancò i due probabili compagni, ondeggiando lentamente la coda con fare quasi elegante e sensuale. «Non esattamente. Quello è il nome della precedente me, che poi è stato rubato da un'akumatizzata. Per ora però, credo che possiate continuare a chiamarmi così.»

Volpina li sorpassò, decisa ad affrontare l'akuma che era ancora preda della sua illusione, ma che sapeva sarebbe svanita piuttosto in fretta, innervosendo ancora di più il pargolo gigante.

«Avete un piano per batterlo?»

Ladybug si riscosse, insicura su come trattare con questa nuova eroina di cui non sapeva nulla, preoccupata che potesse trattarsi di nuovo di un inganno. Poteva fidarsi? Nemmeno il suo istinto sapeva come rispondere a quella domanda.

«Ti aspetti davvero che ti crediamo? Ci siamo già cascati una volta, non ricapiterà di nuovo! Chi ci dice che quel bambinone non sia opera tua e che non sia tu il vero akuma?» fu Chat Noir a dar voce a tutti i dubbi che frullavano nella mente di Ladybug, fronteggiando la nuova Volpina ad una distanza che le parve sin troppo ravvicinata.

Volpina sorrise maliziosa, passandosi con fare seducente la lingua sulle labbra colorate da un rossetto scuro.«Micione, come ho già spiegato “Volpina” era il nome della precedente portatrice, rubato poi da una ragazzina che deve averlo letto da qualche parte. Io non sono lei, altrimenti come potrei sapere dei Kwami?»

Ladybug sobbalzò. Nel libro non vi era parola che potesse riportare ai Kwami, da quel che Fu aveva tradotto, tutto ciò a cui si faceva menzione era la possibilità di potenziare i Miraculous utilizzando formule segrete. Quindi forse questa Volpina non stava poi mentendo.

Anche Chat sembrò tentennare, senza però distogliere lo sguardo di sfida da quello della volpe.

«Ok ti credo.» fu Ladybug a parlare per prima.«Non sono ancora sicura di potermi fidare di te, ma abbiamo bisogno di una mano, quindi collaboreremo per stavolta.»

Volpina sorrise.«Ottimo. Quindi il piano?»

Chat non sembrava convinto, ma dovette concordare con la sua Lady sul bisogno di aiuto. Sconfiggere quell'akuma da soli non sembrava un'opzione fattibile.

«Dobbiamo cercare di tenerlo buono il tempo sufficente perché Chat Noir possa usare il suo Cataclysma sul bracciale, così da liberare l'akuma e purificarlo.»

Ladybug mostò alla nuova alleata i due paia di tappi per le orecchie che le aveva fornito il Lucky Charm evocato poco prima, di cui però non riusciva ad intuirne l'utilità. Come al solito, il suo potere era un mistero perfino per lei.

In quel momento l'illusione sembrò svanire, rendendo cosciente Gyganthik di non avere tra i denti un dolcetto allo zucchero, bensì una più sana chioma d'albero. Urlò infuriato, rotolandosi a terra e fulminando con odio i tre eroi.

«Me la pagherete per questo scherzetto!» tornò alla carica, dimenandosi anche più di prima.

«Non è che avresti una qualche illusione per farlo tornare buono? Mi sono rimaste poche vite a disposizione!» esclamò Chat impanicato.

Volpina sorrise, battendo a terra il bastone che si restrinse, fino ad assumere le sembianze di un flauto traverso.«Ho qualcosa di meglio, ma vi consiglio di tapparvi le orecchie.» saltò di nuovo sul lampione, mentre a lunghi passi Gyganthik stava per raggiungerla.

Mentre questo allungava una mano per afferrarla, Volpina si portò il flauto alla bocca, iniziando a suonare una dolce melodia che bloccò l'avanzata del gigante.

«Doux Sommeil: Lullaby» una dolce melodia si diffuse per tutta l'area circostante, calmando perfino il panico dei passanti che ancora erano nei paraggi, accalcandosi gli uni a ridosso degli altri in cerca di una via d'uscita sicura e lontana dall'akuma.

Tutto il caos si placò al dolce suono della musica di Volpina, che cullava al dolce sonno come la più serafica delle ninnananne. Gyganthik sembrava sul punto di addormentarsi, così come chiunque riuscisse ad acoltare la musica prodotta dal flauto.

Ladybug ne rimase impressionata. I tappi per le orecchie stavano funzionando, ed era stato come se il potere del Lucky Charm avesse saputo sin da subito che questa nuova eroina sarebbe comparsa ad aiutarli.

Finalmente, fermare l'akuma fu semplice. Chat Noir riuscì ad usare il suo Cataclysma sul bracciale, liberando l'akuma che fu poi purificato dal magico yoyo di Ladybug. Lanciando per aria i tappi per le orecchie, la magia del Miraculous riportò alla normalità i danni causati dal gigante, dando così la possibilità a Ladybug e Chat Noir di concludere il lavoro con il loro solito scambio di pugni.

Volpina, sopra il lampione ebbe una vertigine. Perse l'equilibrio e cadde, maledicendosi per essere stata così imprudente da usare una melodia tanto potente dopo soltanto la prima trasformazione, nonostante le avvertenze che il suo Kwami le aveva dato. Se Ladybug e Chat Noir non l'avesse presa al volo, probabilmente sarebbe schiantata al suolo.

«Chi l'avrebbe detto che una melodia potesse rivelarsi così potente.» commentò sorridendo Chat Noir, incredibilmente più fiducioso e positivo nei confronti della nuova arrivata.

«Ha ragione. Senza di te non avremmo vinto stavolta, ti siamo davvero grati.»

Quando fu di nuovo stabile sulle proprie gambe, Volpina si staccò dai due eroi con freddezza, dando loro le spalle e allontanandosi prima che la trasformazione giungesse al termine.«Non fraintendetemi, non l'ho fatto per voi. Ad essere onesta, non volevo nemmeno accettarlo il Miraculous.»

Ripensò alle insistenze di Fu, alle resistenze che aveva fatto, alle promesse che si era fatta ma che erano tutte crollate nel momento in cui una persona a lei cara era stata messa in pericolo. Non lottava per Parigi, non era così nobile come potevano invece esserlo Ladybug e Chat Noir, tutto ciò che faceva era per il semplice egoismo di salvaguardare l'unica persona per lei davvero importante.

«L'unico motivo per cui sono venuta in vostro aiuto era per proteggere una persona a me cara, nulla di più. Non m'interessa la sopravvivenza di Parigi o la sconfitta di Papillon, tutto ciò che voglio è proteggere quella persona.» si girò a guardarli, sorridendo maliziosa.«Le volpi non sono certo note per la loro bontà d'animo, cercate di non abituarvi troppo alla mia presenza.»

Si preparò alle urla isteriche di Ladybug, alle pesanti critiche che le avrebbe rivolto per il suo egoismo, ad una ramanzina comprendente tutti i punti di responsabilità che comprendevano la vita ed i doveri di un eroe. Invece ciò che trovò fu un sorriso sincero e puro, di quelli capaci di scaldarti il cuore e l'animo, un sorriso di cui Volpina aveva estremamente bisogno.

«Capisco, rispetto questa tua scelta. Sai, non ero certa di potermi fidare di te, forse ero anche spaventata di poterti ferire, di commettere gli stessi errori che ho commesso con la ragazza akumatizzata l'ultima volta che ho sentito parlare di “Volpina”.» le sembrò di leggere tristezza e rammarico nel suo tono, ma non disse nulla.«Però sento che in fondo sei una brava persona. Se mai vorrai unirti al team, ne sarei felice.»

Il cuore di Volpina perse un battito. Forse, a dispetto di quel credeva, non era stata l'unica a soffrire tutti quei mesi per quello che era successo nei suoi primi giorni in Francia.

«E se ti dicessi che è stata proprio Ladybug a sceglierti?»

All'improvviso, le parole di Fu le parvero avere un senso.

«Chi lo sa, ci vediamo.» e in pochi balzi, sparì tra i tetti di Parigi.


***
 

Quando fu sicura di essere abbastanza lontana, Volpina si detrasformò.

«Veeke, detrasformami.»

Il piccolo Kwami crollò tra le mani della sua portatrice, che a sua volta crollò sulle proprie ginocchia, stanca, sfinita, preda dei dolori post-euforia che l'avevano tenuta in piedi fino a quel momento.

«Vedo la luce... dea delle carote sei tu? Sto per arrivare nel tuo paradiso di radici arancioni e gustose...neh...»

Lila alzò un sopracciglio, non sapendo se ridere o se semplicemente prendere il suo Kwami per un semplice malato di carote. Optò per la seconda opzione.

«Cerca di restare tra i vivi ancora per un po', tieni.»

Prima di incontrarsi con Ameliè aveva compato alcune carote sneck, di quelle piccole, rinchiuse in un sacchetto di plastica. Alla sola vista, Veeke tornò alla vita.

«Dolcezza, sei appena diventata la mia Dea carota! Ti adoro neh!»

Non ci teneva particolarmente, ma era troppo stanca per iniziare un dibattito col suo Kwami sul non nominarla Dea carota senza il suo permesso. L'aveva avvertita che la prima trasformazione l'avrebbe drenata di parecchia energia, ma non credeva fino a questo punto.

Ripensò alla battaglia appena trascorsa, all'incrinatura nella voce di Ladybug mentre parlava dell'incidente con l'akumatizzata che era stata, dell'imrpovvisa sicurezza che l'aveva avvolta quando aveva sentito fiducia trapelare dall'eroina. All'improvviso non le sembrò più così imrpobabile perdonarla in futuro, quando fosse stata sicura della sincerità nelle sue parole.

«Uff, erano anni che non entravo in azione. Mi ci vorrebbe qualche drink e una bella pollastrella per rimettermi del tutto neh.»

Lila alzò un sorpacciglio. Il suo Kwami beveva? Ma cosa più importante, per pollastrelle intendeva delle donne o delle vere galline? Dopotutto era risaputo che le volpi amassero particolarmente bazzicare nei pollai. Decise di non indagare oltre, non avrebbe avuto la forza necessaria ad affrontare una conversazione tanto assurda con una creaturina dalle sembianze di volpe che si divertiva a chiacchierare con le chiocce.

«Niente drink e niente pollastre.» calcò maggiormente sul secondo punto.«Accontentati delle carote.»

Veeke scosse le spalle. “Sempre meglio di nulla”, fu quello che farfugliò con la bocca piena.

«Coraggio torniamo da Ameliè, starà sicuramente piangendo rannicchiata da qualche parte, preoccupata e spaventata.»

«Oppure si sarà nascosta dietro qualche albero per avere una vista migliore del fondoschiena del micione.»

«Possibile. Certo però che ti sei davvero fissato con le natiche di Chat Noir.»

«Vuoi forse biasimarmi? Quel ragazzo ha davvero un bel paio di glutei sotto quella tutina! Secondo me c'è un modello in quel costume.»

Lila rise e storse il naso, nascondendo Veeke nella borsa e incamminandosi verso il luogo in cui aveva lasciato Ameliè.

Inconsciamente, le labbra erano tirate in un sorriso felice, quasi come se i mesi bui che l'avevano tormantata fossero finalmente giunti alla fine.
 

***
 

Papillon sbattà furioso il bastone a terra, frustrato, contrariato, seccato dall'intera situazione che sembrava sempre rivolgersi a suo sfavore.

Come se due eroi non bastassero guastargli i piani, ora era comparsa anche la nuova portatrice della volpe. Non andava bene, non conoscendo le abilità e l'astuzia che quel Miraculous era capace di sprigionare nelle mani del giusto prescelto. Pregò che la nuova ragazza non ne scoprisse mai i veri poteri e le potenzialità, o nessuno dei suoi piani avrebbe più avuto possibilità di successo.

«Abbiamo sottovalutato troppo il Guardiano... ha dato i Miraculous rimanenti a nuovi eroi, questo potrebbe essere un problema.»

Non c'era bisogno che Le Paon rigirasse il dito nella piaga, lo vedeva da solo il gran casino in cui si stavano cacciando.

«Maledetto vecchio! Prima riesce ad impadronirsi del libro, ora questo! Se anche Ape e Tartaruga dovessero comparire... allora sarebbe tutto perduto!»

Le Paon sorrise, sventolando il ventaglio proprio sotto la bocca e sorridendo ferina, poggiando con delicatezza una mano sulla spalla di Papillon.

«Non ti preoccupare farfallina, lascia pure che il Guardiano richiami tutti gli eroi che vuole. Senza tutti i Miraculous, nemmeno lui potrà fermare quello che gli lanceremo contro.»

All'improvviso, Papillon si sentì meglio. Perché sapeva che Le Paon aveva ragione, che senza il potere ultimo dei sette Miraculous, nemmeno Creazione e Distruzione avrebbero mai potuto fermare ciò che insieme stavano creando. Ed un ghigno maliglio gli defermò il volto mascherato, mentre alle sua spalle Le Paon sorrideva, ammirando con soddisfazione, l'annerirsi del cuore migliore che avesse mai corrotto.

O no, nemmeno il Guardiano avrebbe mai potuto fermare ciò che lei stava preparando, la sua vittoria era ormai solo questione di tempo.


 


 

 

   
 
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