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Autore: Saigo il SenzaVolto    15/12/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 
 

 
 

La Battaglia di Eldia 3


La colonna di energia nera si stagliò alta nel cielo con un boato, generando un’ondata di chakra immensa che travolse ed investì tutto ciò che aveva attorno.

Boruto, Minato, Kushina e Naruto si trovavano proprio in prossimità del cratere e furono travolti in pieno dall’ondata, la cui potenza fu talmente grande che li scaraventò pesantemente indietro e li fece rotolare rovinosamente a terra. Sasuke e gli altri si portarono immediatamente dietro di loro, afferrandoli ed arrestando così il loro volo.

Naruto strinse i denti, gemendo dal dolore. “C-Cosa diavolo sta succedendo?”

Un ruggito fragoroso fu la sua unica risposta. Un secondo dopo, la mostruosa figura del drago cominciò ad issarsi fuori dalla base del cratere, i suoi occhi gialli ricolmi di una rabbia ed una sete di vendetta talmente grandi che avrebbero fatto raggelare il sangue a chiunque. Le squame sul torso della bestia erano frantumate e rovinate, ed una scia di fumo bianco esalava dal suo petto.

Vrangr sbatté le zampe anteriori sul terreno con forza, frantumando la roccia come vetro e facendo tremare tutta la montagna.

Hinata si portò immediatamente accanto a Naruto, assumendo una posa di difesa nel caso il drago facesse una mossa. Sarada, Sasuke e gli altri si misero nello stesso momento dinanzi a Minato e gli altri due, pronti a difenderli.

Vrangr fissò uno ad uno ogni membro del gruppo, il suo sguardo feroce e assetato di vendetta per l’umiliazione subita.

“Maledetti insetti patetici!” ruggì all’aria, la sua voce profonda colma di rabbia e furia. “Credete davvero di avere una possibilità contro di ME? Contro un drago? Adesso vi mostrerò io cosa significa la parola POTERE!”

Appena finì di pronunciare quelle parole, il drago issò tutto il suo corpo, poggiandosi solo sulle zampe anteriori ed inarcando il collo al cielo. Poi spalancò le ali, alzò la testa in alto e ruggì un ruggito talmente forte da far accapponare la pelle, scuotendo la testa all’aria e muovendo la coda.

Tutto il suo corpo emise subito dopo un getto improvviso di energia oscura e malvagia, talmente forte da essere visibile ad occhio nudo e talmente malefica e raccapricciante che il solo percepirla fece rabbrividire tutti i presenti.

Boruto osservò la scena con il Jougan, scosso da veri e propri brividi di terrore.

“C-Cosa diavolo sta facendo?” balbettò tra sé tremante, studiando col suo occhio l’orribile energia che usciva dal corpo del drago.

Era oscura, nera e violacea, e densa e vischiosa come melma. L’intento omicida e la sete di sangue che il drago emanava riempirono l’aria come nebbia, infestando col loro tanfo tutta la montagna. Il suo chakra divenne talmente carico d’odio e brama di morte che appena lo percepì il guerriero dovette frenare con forza l’istinto di vomitare.

Ad un certo punto Vrangr smise di ruggire e l’energia attorno al suo corpo cessò di infestare l’aria. Ma quando il drago si rimise sulle quattro zampe, Naruto e gli altri videro con sommo stupore che i suoi occhi erano diventati completamente rossi e fosforescenti, e fissavano con rabbia e odio gli undici minuscoli umani davanti a sé.

Boruto sentì il cuore battere all’impazzata a quella vista. Tentò di rialzarsi, ma la fatica lo fece crollare a terra in ginocchio. Il suo corpo era diventato improvvisamente pesante e debole, ed un profondo senso di stanchezza gli pervase la mente come nebbia.

Il ragazzo del futuro strinse i denti, frustrato. Avevano consumato decisamente troppo chakra nell’attacco precedente per riuscire ad avere la meglio sul drago. Anche l’energia del suo Marchio cominciò a dissolversi, mentre i simboli azzurri si ritirarono con un sibilo sul suo braccio. Non avevano avuto altro modo. Il potere di quel rettile era troppo forte, troppo devastante. L’energia di Boruto non era bastata a sopraffarlo completamente, neanche con l’aiuto di Naruto e Minato.

Sakura si mise subito dietro di lui. “Non muoverti!” gli intimò con foga, poggiando le mani sulle sue spalle ed iniziando ad infondergli chakra. “Sei esausto, devo farti riprendere le forze!”

Boruto sgranò gli occhi. “E come vorresti fare col drago?” chiese freneticamente, facendo un cenno verso la creatura, il suo tono nervoso e quasi isterico.

Eren fece un passo avanti, mettendosi dinanzi a loro. “Mi occuperò io di quel bestione!” dichiarò con un tono rabbioso e crudele, fissando la creatura davanti a loro con gli occhi aggrottati. “Voi state indietro e recuperate le energie!”

Minato alzò lo sguardo sul moro, ansimando. “Eren, non farlo!” disse debolmente. “Il suo potere è enorme! Non avresti possibilità di vincere, neanche con la forza fisica!”

Il ragazzo si voltò leggermente verso di lui, fissandolo di sbieco. “Lo so,” disse con un tono basso e calmo. “Ho visto quanto è potente. Ma nonostante ciò, io non mi arrenderò! Ho deciso di combattere, ed ho intenzione di mantenere fede alla mia decisione!”

Poi, riprendendo a fissare il drago, il moro aggiunse “Solo coloro che combattono possono riuscire a vedere il futuro!”

Il Nukenin sgranò gli occhi appena ricordò quelle stesse parole che Mikasa gli aveva detto la notte in cui si erano incontrati. Tentò ancora una volta di rialzarsi, ma Sakura lo trattenne con le mani, costringendolo a restare seduto. Il biondo fece per protestare, quando Sarada si portò al suo fianco, guardandolo negli occhi con un sorriso.

“Non preoccuparti, Boruto.” disse lei con confidenza. “Andrò io con lui. Non permetterò a quel drago di fare del male ad Eren! Abbi fiducia in me!”

Il ninja traditore rimase scioccato dalle parole della ragazza. Il Nukenin e la Shinobi continuarono a fissarsi per diversi secondi in silenzio. I suoi occhi scrutarono con intensità lo Sharingan Ipnotico della giovane Uchiha, alla ricerca di una minima traccia di esitazione o timore in quelle pupille rosse e nere. Ma, per quanto in profondità egli cercasse, non riuscì a notare neppure un singolo barlume di esitazione in lei neanche col Jougan.

Sarada si portò subito dopo affianco ad Eren, entrambi coi loro occhi rivolti verso il possente drago nero davanti a loro che li fissava con odio.

“Andiamo!” disse il moro ringhiando, il suo volto una maschera di rabbia.

E così, entrambi i ragazzi scattarono in avanti.
 

Vrangr ruggì ferocemente, facendo scattare una zampa verso di loro per schiacciarli. Sarada la evitò con un balzo, richiamando immediatamente la gabbia del suo Susanoo attorno a lei. Un possente braccio scheletrico comparve subito dopo attorno a lei, il quale scattò in avanti verso Eren e lo afferrò saldamente dal busto, sollevandolo in aria.

“Vai!” urlò l’Uchiha, scagliando il ragazzo in alto verso il drago.

Eren si portò una mano alla bocca, affondando i denti nella carne e facendo uscire un getto copioso di sangue.

Poi, un gigantesco fulmine scese giù dal cielo improvvisamente, colpendo in pieno il corpo del ragazzo e sprigionando una luce immensa ed accecante. Vrangr sgranò gli occhi, osservando la scena con stupore e confusione. Naruto e gli altri trattennero il fiato.

Ed un ruggito fragoroso riecheggiò nell’aria.

"ROOOOAAAR!"

Il drago non ebbe il tempo di comprendere cosa fosse successo. Un pugno improvviso e dalla forza micidiale lo aveva colpito improvvisamente sulla testa ancora prima che la luce accecante si fosse diradata, facendogli perdere i sensi per un secondo.


Vrangr sibilò di dolore, piegando il corpo di lato ed accasciandosi a terra a causa del colpo improvviso. Aprì gli occhi di scatto, osservando il suo avversario con uno sguardo feroce e minaccioso.

Il Titano ricambiò il suo sguardo con forza, ruggendo a pieni polmoni tutta la sua ira con un urlo bestiale.

Il drago si rimise in piedi all’istante, ringhiando con i denti snudati e sbattendo la coda sul terreno come una frusta. I suoi occhi rossi puntavano al Titano con ferocia, osservandolo da cima a fondo per attaccarlo al momento giusto. Eren assunse una posa di difesa, alzando le braccia all’altezza della testa e divaricando le gambe.

Titano e drago si fissarono a vicenda per diversi secondi, senza che nessuno si muovesse o agisse per primo.

Poi, con uno scatto micidiale, Vrangr fece la sua mossa.

Eren fece un balzo all’indietro, evitando di striscio un morso diretto alla sua gamba. Il drago però non si arrese, continuando a scattare verso l’avversario con un ruggito. Tentò subito dopo di sferrare una zampata al suo torace, ma il Titano gli afferrò la possente zampa appena in tempo per bloccare il colpo.

Vrangr allora fece scattare la testa in avanti nel tentativo di azzannargli il collo coi denti, ma Eren balzò una seconda volta dietro di lui, allontanandosi quanto più poteva dalla creatura.

Ma Vrangr se lo aspettava, e con uno scatto della coda lanciò una potente frustata addosso al Titano, colpendolo in pieno petto e scaraventandolo lontano. Eren crollò a terra con un urlo di dolore, rotolando per decine e decine di metri prima di fermarsi.

Il drago fece per balzargli subito addosso, ma qualcosa glielo impedì. Un potente colpo di spada infatti gli venne sferrato da dietro, ma la creatura lo evitò compiendo un salto in aria ed atterrando lontano dall’assalitore, facendo tremare tutta la montagna al suo tocco.

Il Susanoo di Sasuke attirò il drago lontano dal Titano dolorante ancora steso a terra, distraendolo e facendolo voltare lontano da lui. Sarada invece si portò subito accanto a lui, arrivandogli vicino alla testa.

“Eren!” gridò ad alta voce. “Riesci a sentirmi?”

Il Titano ringhiò dolorosamente per tutta risposta, tentando di rialzarsi con le braccia e facendo un cenno di conferma col capo.

La ragazza ghignò. “Bene! Allora ascoltami!”

Vrangr tuttavia si voltò di scatto col corpo verso loro due, ignorando il ragazzo corvino. Poi spalancò le fauci e ruggì la sua ira, facendo risalire dalle sue viscere il liquido infuocato. Vide il grosso bipede viola del cucciolo d’uomo dai capelli neri alle sue spalle cominciare a correre verso di lui per attaccarlo, ma non se ne curò. Inspirando a pieni polmoni ed accumulando una grossa quantità di energia, il drago fece scioccare le fauci e da esse sputò un getto di fuoco nero, molto più forte ed intenso di quelli precedenti.

Sarada sgranò gli occhi. Eren si voltò di scatto. Sasuke ruggì di rabbia.

Le fiamme nere investirono e bruciarono tutto ciò che trovarono dinanzi a sé senza pietà. Inondarono completamente l’intera figura del Titano steso a terra e quella della giovane Uchiha. Vrangr sentì le urla di sgomento e disperazione degli altri patetici umani che erano rimasti in disparte rivolte verso coloro che erano stati travolti dal fuoco, e provò una gioia perversa nel sentire il dolore nelle loro parole.

Richiuse le fauci di scatto, interrompendo l’attacco dopo una ventina di secondi. Le fiamme si estinsero all’istante. Ciò che vide lo fece ghignare di soddisfazione.

Ma, per tutti gli altri, lo spettacolo che si ritrovarono davanti generò un dolore ed uno sconforto immensi.

Naruto sgranò gli occhi, mentre tutto il mondo smise di esistere attorno a sé.

Boruto rimase immobile, sconvolto ed incredulo.

Minato e Kushina si pietrificarono a quella vista, scioccati.

Hinata si portò una mano alla bocca.

Sakura cominciò a tremare, le lacrime che presero a colarle inspiegabilmente dagli occhi.

Fugaku e Mikoto rimasero immobili, i loro volti un misto d’incredulità, sconvolgimento, orrore e dolore.

Sarada e Eren rimasero a bocca aperta, fissando con gli occhi sgranati e la bocca spalancata la figura del giovane che era comparso misteriosamente davanti a loro e li aveva protetti con il suo corpo dalle fiamme, ricoperto da una sottile gabbia toracica viola che si frantumò in mille pezzi un secondo dopo.

E poi, senza emettere alcun suono, Sasuke Uchiha crollò a terra pesantemente, il suo corpo fumante e sfigurato.

“SASUKE!” urlò Mikoto disperatamente, scattando in avanti verso suo figlio con le lacrime agli occhi. Suo marito la seguì all’istante, la preoccupazione e l’orrore che contornavano completamente il suo volto.

La donna si buttò a terra pesantemente appena lo raggiunse, prendendolo tra le sue braccia.

“SASUKE! SASUKEEE!”

Il corpo del giovane ragazzo aveva un aspetto orribile. Era ustionato gravemente dalla testa ai piedi, con grosse macchie rosse e nere che avevano completamente bruciato la pelle sulla faccia, le braccia e le gambe. I suoi abiti esalavano visibilmente scie di fumo, ed i capelli erano quasi del tutto scomparsi, lasciando soltanto qualche ciuffo carbonizzato sul cranio quasi scoperto del tutto. Tutto il suo corpo era immobile e rigido, la faccia sfigurata e malmessa in modo raccapricciante.

Naruto e gli altri lo raggiunsero dopo un istante, tutti sconvolti nel vederlo ridotto in quel modo. Sasuke respirava a malapena, il suo respiro fioco ed affannato.

“Perché?” urlò Fugaku disperatamente, inginocchiandosi accanto alla moglie ed osservando il corpo malmesso del figlio. “Perché ha colpito lui? Cosa è successo?”

Le mani di Sakura cominciarono ad infondere chakra nel petto del giovane con un sibilo, generando un’aura verdastra.

“Resisti Sasuke-kun!” esclamò mentalmente, tentando e fallendo miseramente di trattenere le lacrime. “Resisti! Resisti!”

Boruto serrò i pugni. “Ha usato il Rinnegan per teletrasportarsi davanti a Sarada ed Eren per proteggerli!” realizzò con stupore. “Ha deciso di sacrificarsi pur di proteggere sua figlia!”

Sarada sentì tutto il mondo acquietarsi e fermarsi per diversi istanti attorno a lei. I suoi occhi sgranati a dismisura erano puntati verso il corpo inerme del giovane Uchiha davanti a sé, steso tra le braccia di una disperata e sconvolta Mikoto.

“P-Papà…” fu l’unica cosa che la sua mente sconvolta riuscì a formulare.

Tese la mano destra in avanti, scuotendo la testa come se quello che stava vedendo fosse solo un brutto sogno da cui si sarebbe risvegliata a momenti.

“Papà…”

Una goccia rossa le cadde sulla mano protesa in avanti. Sarada abbassò lo sguardo lentamente, osservano con gli occhi spalancati colmi di sgomento la macchia rossa sul torso della sua mano destra. Sentì qualcosa di caldo colarle dalla guancia, senza riuscire a capire.

La mano sinistra si mosse istintivamente a raggiungere il suo volto, e la ragazza sentì le sue dita toccare un liquido caldo ed appiccicoso.
Appena ritrasse la mano, la ragazza capì. Stava piangendo. Stava versando lacrime. Ma non erano lacrime normali. Erano lacrime di dolore.

Stava versando lacrime di sangue.

“Papà!”

La rabbia la travolse come un fiume cocente. L’odio la investì come un fulmine scattante. La brama di uccidere, la sete di vendetta, la disperazione e la furia le riempirono la mente, soffocando la confusione, lo shock e lo sgomento di prima. I suoi occhi pulsarono di un dolore lancinante che non provava più da tempo, la sua faccia si contorse di dolore e rabbia.

E la ragazza urlò un grido strozzato e roco.

Il Titano reagì allo stesso tempo, rialzandosi in piedi e ruggendo la propria rabbia al cielo con un grido metallico e disumano.

Non ci fu bisogno di parlare. Non ci fu nessuno scambio di battute. L’odio e la rabbia dei due giovani si unì all’istante come una cosa sola, rendendoli capaci di agire con una volontà unica.

“Sarada!” urlò Minato appena la vide muoversi ed urlare. “Aspetta!”

Ma lei non gli diede ascolto.

Senza perdere tempo, la ragazza saltò sulla testa di Eren , attivando tutta la furia e l’odio contenuti all’interno dei suoi occhi e dandogli una forma fisica con un comando mentale. Tutto il corpo del Titano fu improvvisamente rivestito di energia, ed una grossa e spessa armatura si formò addosso a lui, ricoprendolo dalla testa ai piedi.

Era spessa e solida, di aspetto simile a quella indossata dai Samurai nel mondo degli Shinobi. La corazza era composta completamente da energia rosso fuoco che danzava nell’aria come una fiamma, con una grossa spada arancione legata sulla schiena. L’armatura che ricopriva la testa aveva assunto una forma mostruosa e aggressiva simile ad una maschera ringhiante, ricoprendo interamente il volto del Titano e lasciando spazio soltanto agli occhi e ai denti.

Con un ultimo possente ruggito, Eren scattò in avanti e cominciò a correre contro il drago.

“Ti farò a pezzi!” ruggì mentalmente il ragazzo.

Vrangr ringhiò ferocemente, osservando coi suoi occhi rossi bramosi di distruzione il Titano che gli stava andando addosso. Questa volta non si sarebbe trattenuto. Avrebbe dato sfogo a tutto il suo potere, distruggendo completamente quei moscerini che avevano osato sfidarlo.

Eren sguainò la spada da dietro la schiena, sferrando un fendente alla bestia. Vrangr reagì subito, balzando in aria e cominciando a volare lontano da lui. Poi, spalancando di nuovo la bocca, il drago riversò su di lui un getto di fiamme incandescenti senza pietà.

Ma stavolta Sarada non si sarebbe lasciata cogliere di sorpresa.

Con un urlo rabbioso e carico di dolore, la ragazza evocò due possenti ali dalla schiena della corazza, le quali andarono a chiudersi in avanti proteggendo il corpo del Titano dal fiume di fuoco che lo travolse come lava.

Vrangr interruppe il getto di fiamme, buttandosi poi a capofitto addosso alla preda con gli artigli aperti e le zampe in avanti. Eren crollò a terra di schiena, mentre il drago gli piombò addosso e lo graffiò senza pietà. La possente testa della creatura guizzò in avanti come quella di un serpente, affondando i denti nella spalla del Titano.

La corazza cedette a causa della potenza del morso, e i denti di Vrangr si conficcarono con forza nella pelle. Il Titano ruggì di dolore, sferrando una serie di pugni sulla testa del drago nel tentativo di costringerlo a lasciarlo.

Vrangr mollò la presa, alzando una zampa in alzo e sbattendola poi con forza sulla faccia del Titano. Sentì la corazza frantumarsi e i denti rompersi come vetro sotto la zampa, sentì gli artigli affondare nella carne mentre il gigante gemeva di dolore.

Sarada però ruggì di rabbia, sputando dalle labbra un getto di fuoco che assunse una forma sferica che centrò la testa del drago con un boato. La creatura sibilò di dolore, scuotendo la testa, ed Eren approfittò di quel momento per calciare lontano da sé il rettile volante.

Vrangr ruggì, atterrando sulle rocce della montagna e muovendo la coda furiosamente. Ma non ebbe il tempo di riprendersi che subito dopo un secondo ruggito echeggiò nell’aria, ed una fitta di dolore lo investì sulla spalla destra.

Una gigantesca volpe a nove code dorata e fatta interamente di energia fiammeggiante era comparsa all’improvviso, saltandogli addosso e mordendolo con i denti affilati. All’interno del suo corpo si trovava Naruto, accompagnato da un altro ragazzo dai capelli neri.

Sasuke Uchiha.

“C-Com’è possibilie?” ruggì Vrangr, adirato e scioccato nel vedere quel moccioso vivo e vegeto.

Sasuke ghignò, mostrando i denti. “Non avrei mai pensato che mi avresti salvato la vita, Naruto!” disse con un tono teso mentre osservava il drago che tentava di divincolarsi dalla morsa del Kyuubi. “Ti devo un favore, tonto!”

“Ringraziami quando tutto questo sarà finito, teme!” ribatté prontamente l’altro, fissandolo seriamente. “E non azzardarti mai più a fare qualcosa di così avventato! Se non fossi stato in grado di curarti completamente grazie al Potere dell’Eremita e di Kurama, a quest’ora saresti morto!”

Sarada sentì la sua faccia riempirsi di lacrime di gioia nel vedere il suo futuro padre sano e salvo. Un profondo senso di sollievo e felicità le pervase il cuore, dissolvendo la rabbia ed il dolore che aveva provato prima.

Un attimo dopo, la ragazza vide la figura di Boruto comparire improvvisamente al suo fianco, atterrando sulla testa del Titano e fermandosi vicino a lei.

“Rilassati,” disse il biondo. “Tuo padre sta bene. Naruto ed il Kyuubi lo hanno curato completamente. Concentrati sull’obiettivo.”

Sarada annuì una volta sola con la testa, riprendendo a fissare una seconda volta il drago nero.

Vrangr continuava a divincolarsi dalla morsa della Volpe, gemendo di dolore e ruggendo. Con un urlo lancinante, il drago colpì con una zampata potente il Kyuubi in pieno petto, facendolo volare all’indietro dal contraccolpo.

Kurama atterrò sulle zampe, accumulando una sfera di energia nelle fauci nello stesso tempo. Poi, con un ruggito portentoso, il demone scagliò la palla di energia verso il bersaglio.

Bijuudama”(Sfera dei Bijuu) urlarono contemporaneamente Naruto e Kurama.

L’attacco si scagliò con forza e precisione contro l’avversario, ma Vrangr non si lasciò intimidire. Con un balzo improvviso ed un portentoso battito di ali, la creatura s’innalzò nel cielo, evitando il colpo e cominciando a volare lontano. La Bijuudama proseguì la sua traiettoria e si schiantò sul fianco della montagna, generando una fragorosa e gigantesca esplosione rossa che fece tremare tutta la terra e la roccia.

“Tch! È veloce!” ringhiò Naruto all’interno del corpo della Volpe.

‘Stai attento Naruto!’ lo richiamò immediatamente Kurama nella sua testa. ‘Quel dannato rettile sta per attaccare!’

Il biondo si voltò di scatto, appena in tempo per vedere che il drago aveva ricambiato la cortesia scagliando contro di loro dal cielo un’altra sfera gigantesca di energia simile all’attacco usato da loro pochi secondi prima.

La palla rossa si diresse contro di loro ad una velocità inarrestabile, raggiungendoli ancora prima che potessero tentare di evitarla. Naruto e Sasuke sgranarono gli occhi, sconvolti.

Ma, come per magia, improvvisamente la sfera scomparve nel nulla con un sibilo acuto, ed il silenzio tornò a regnare nell’aria. Il giovane Uchiha ed il jinchuuriki rimasero a bocca aperta, increduli e scioccati.

“C-Cos’è successo?” esclamò Sasuke, guardandosi attorno con gli occhi spalancati.

Naruto scosse la testa. “Non ne ho idea!” rispose, altrettanto confuso e scioccato.

Appena i due finirono di pronunciare quelle parole, Minato comparve improvvisamente davanti alla gigantesca figura della Volpe, le sue mani unite a formare un sigillo. E poi, senza preavviso, un boato fragoroso riecheggiò nell’aria all’improvviso, generato da un’esplosione distante. Tutti rimasero sconvolti dall’inspiegabile fenomeno.

L’Hokage si voltò a fissare i due giovani immersi nel chakra del Kyuubi con un sorriso.

“Grazie a Sakura sono riuscito a recuperare le energie,” spiegò loro. “E subito dopo essermi ripreso, ho teletrasportato l’attacco del drago in un luogo distante da qui prima che potesse colpirvi grazie all’Hiraishin.”

Naruto ghignò all’udire la notizia. “Grazie, papà!” esclamò con sollievo. Era davvero contento di avere dalla sua parte suo padre in quel momento. Se non ci fosse stato lui, se la sarebbero vista davvero brutta.

Un secondo dopo, Eren si portò immediatamente accanto a Kurama, la sua armatura rigenerata completamente. Sulla sua testa, Sarada e Boruto osservavano il drago nel cielo con gli occhi aggrottati. Subito dopo di loro, anche Sakura, Hinata, Kushina assieme ai genitori di Sasuke si unirono a loro, saltando all’interno del corpo del demone codato.

Sasuke attivò lo Sharingan Ipnotico una seconda volta, rivestendo il corpo della Volpe con una corazza viola similmente a come aveva fatto Sarada con Eren.

“Non possiamo combatterlo da terra,” disse poi il Nukenin rivolgendosi a tutti, il suo tono freddo e serio. “Saremmo troppo svantaggiati in queste condizioni! L’unica cosa che ci rimane da fare è tentare di combatterlo di nuovo in volo!”

Naruto sorrise feralmente. “Molto bene!” disse con confidenza e sicurezza. “Allora io e Kurama andremo alla carica e mostreremo a quel drago chi è il più forte!”

Appena finì di pronunciare quelle parole, tutto il corpo del Kyuubi prese a levitare in aria all’improvviso, e dopo un secondo la Volpe cominciò a volare sempre più in alto verso l’avversario con un ruggito.

Boruto abbassò lo sguardo, fissando l’occhio verde del Titano sotto di sé. “E tu che dici, Eren?” domandò con ferocia. “Ti va di affrontare quel lucertolone in volo?”

Per tutta risposta Eren ruggì fragorosamente, fissando con odio la figura di Vrangr in alto nel cielo. Allora, con un comando mentale, Sarada cominciò a muovere le ali del Susanoo che rivestiva il corpo del Titano, cominciando a sua volta a risalire in alto.

E così, il Kyuubi ed il Titano presero ad inseguire tra le nuvole il drago, pronti più che mai ad uccidere quell’orribile creatura.
 

Lassù, in mezzo alle nuvole e al vento freddo e vorticoso, Vrangr ruggì la sua ira con ferocia, scendendo in picchiata verso i due assalitori che osavano per la seconda volta sfidare il suo dominio del cielo.

Il drago e la Volpe si schiantarono l’un l’altro con forza, graffiandosi a vicenda con gli artigli e ringhiando. Vrangr usò una zampa posteriore per calciare lontano da sé la bestia di chakra, sbattendo le ali con vigore per riprendere quota.

Naruto formulò un sigillo con le mani, e dopo un istante altre tre copie della Volpe a Nove code comparvero improvvisamente nel cielo con una nuvola di fumo, quest’ultime prive di corazza.

Le tre copie si lanciarono subito contro il drago senza esitare, le fauci aperte e gli artigli sfoderati per infliggere danni. Il drago ruggì, accettando la sfida e caricando a sua volta contro i cloni.

Una prima copia gli azzannò la zampa destra, affondando i denti nelle squame nere del suo braccio. Vrangr sibilò, cercando di staccarla con l’altra zampa, ma un potente colpo di coda di un altro clone della Volpe lo centrò sulla testa, facendogli perdere per un attimo la coordinazione.

Eren ne approfittò subito, sfrecciando contro il drago con la spada puntata verso il suo petto per trafiggerlo. Ma Vrangr si riscosse subito, inspirando dalle narici e riversando contro gli assalitori un fiume di fuoco e fiamme per tenerli lontani.

Allora il vero Kyuubi si portò ancora più in alto con rapidità, proprio sopra il drago, scagliando contro di lui un getto di energia rotondo. L’attacco centrò il bersaglio sulla schiena, ed il drago ululò di dolore, riprendendosi un attimo dopo ed iniziando a risalire verso l’assalitore.

Ma quello era ciò che il Titano stava aspettando che facesse, e con un potente battito di ali Eren volò immediatamente contro di lui, afferrandogli la coda con le mani e cominciando a ruotare con tutto il corpo. Vrangr non riuscì a divincolarsi dalla presa, e fu scagliato con forza di lato, precipitando nel vuoto per diversi secondi senza riuscire a riprendere il controllo della caduta.

Ma, prima di potersi riprendere, Vrangr fu investito completamente da tre gigantesche Bijuudama scagliate dalle copie del Kyuubi, le quali lo centrarono in pieno ed esplosero con una potenza indescrivibile.

Ruggendo per il dolore, il drago precipitò terra senza poter fare nulla, crollando con forza sulla cima della montagna con un tonfo immenso.

Dall’alto, Naruto e tutti gli altri esultarono di gioia.

“Lo hai preso in pieno!” esclamò Sakura, sorridendo apertamente. “Non può non aver accusato un colpo simile!”

Fugaku osservò con lo Sharingan quello che stava succedendo in basso. “Anche se siamo riusciti a colpirlo, faremmo bene a non cantar vittoria!” disse, il suo tono serio e teso. “Riesco a percepire che quel drago è ancora vivo!”

“Non solo,” s’intromise anche Boruto dalla testa del Titano, fissando col Jougan la creatura a terra. “È anche molto, MOLTO arrabbiato!”

Il ruggito del drago squarciò l’aria con la sua potenza. Vrangr si era rimesso in piedi sulle zampe dopo un secondo, emettendo col suo corpo un’ondata oscura e potente di energia malvagia e crudele. Poi, con un possente balzo, si issò nel cielo con foga, riprendendo a volare con più enfasi e rabbia di prima contro gli undici compagni.

Naruto strinse i denti. “Non te lo lascerò fare!” ruggì con rabbia.

I suoi tre cloni si mossero all’istante, dirigendosi in picchiata con forza verso il drago senza esitazione. Appena il primo lo raggiunse però, Vrangr reagì all’istante con una velocità inaudita. Spalancando le fauci di getto infatti, il drago emise un raggio d’energia rossa potentissima e devastante che investì in pieno la Volpe ancora prima che essa potesse rendersi conto del pericolo, distruggendo completamente il corpo dell’assalitore.

Il secondo clone tentò di azzannarlo al fianco, ma il drago fu più rapido, e con uno scatto repentino afferrò con i denti il collo della Volpe, recidendogli la testa di netto con uno strattone. Il corpo del clone precipitò a terra, schiantandosi sul suolo prima di svanire nel nulla.

La terza copia del Kyuubi si schiantò sulla sua schiena, azzannandogli un’ala per impedirgli di volare. Vrangr ruggì rabbiosamente ma non demorse, ruotando invece tutto il suo corpo in aria diverse volte per scrollarsi la bestia di chakra di dosso. La Volpe non riuscì a mantenere la presa, e fu immediatamente dopo colpita in testa da una zampata laterale che le distrusse tutta la faccia dalla potenza del colpo.

Allora Vrangr ruggì ferocemente, riprendendo a salire verso i suoi avversari, fissandoli con i suoi occhi rossi ancor più minacciosi e ricolmi di rabbia di prima.

“L-Li ha distrutti tutti!” esclamò Hinata, scioccata.

“Possibile che sia diventato ancora più forte?” gridò Mikoto, fissando il drago che continuava a salire in cielo con timore e spavento.

Sarada vide Boruto serrare i pugni con forza, il suo sguardo pieno di timore ed insicurezza.

“Boruto,” disse allora la ragazza. “Cosa succede?”

Il biondo si voltò lentamente verso di lei, fissandola negli occhi con uno sguardo indecifrabile e determinato.

“Sarada, vi fornirò l’occasione per colpire ancora una volta quel drago, quindi appena mi sarò allontanato da lui tu ed Eren dovrete colpirlo con tutte le vostre forze!”

L’Uchiha sgranò gli occhi. “Che cosa?” esclamò. “Cosa hai intenzione di-”

Ma prima che potesse finire la frase, Boruto saltò fuori dalla corazza che avvolgeva Eren con un balzo, precipitando con forza verso la figura del drago.

Tutti quanti sgranarono gli occhi.

“BORUTO!” urlarono Naruto, Minato e Sarada. Eren ruggì dalla sorpresa.

Il biondo continuò a precipitare verso il basso a testa in giù, sguainando la spada con una mano e mirando con precisione verso il corpo della mostruosa creatura sotto di lui.

Vrangr lo vide, aprendo le fauci e rigettando verso di lui un fiume di fuoco nero per incenerirlo.

Ma, appena prima di essere investito dal soffio di fuoco, Boruto fece la sua mossa.

Rakurai!” sussurrò a bassa voce. (Scia di Fulmini)

Accadde tutto in un attimo. Il suo corpo venne improvvisamente rivestito da una coltre di elettricità bluastra, e appena un secondo prima di essere centrato dall’attacco del drago, Boruto si avvitò con una velocità disumana di lato, evitando il getto di fiamme e continuando a precipitare verso il suo obiettivo con la velocità di una saetta.

Poi, prima ancora che Vrangr potesse reagire dalla sorpresa, il guerriero alzò la spada sopra la sua testa con entrambe le mani, e appena arrivò sopra di lui sferrò un fendente verticale che colpì con precisione l’ala destra del drago, causando un lungo squarcio nel tessuto sottile e molle che ne componeva la parte interna.

Vrangr ruggì di dolore, arrestando di botto la salita e sbattendo le ali freneticamente nel tentativo di non perdere quota. Ma, a causa dello squarcio nella sua ala, non riuscì a riprendere il volo completamente, cominciando a cadere sempre più in basso.

Vedendo che il piano aveva avuto successo, Sarada ed Eren non persero tempo, e cominciarono a scendere in picchiata contro il bersaglio. Minato nel frattempo agì all’istante, teletrasportando Boruto all’interno del corpo della Volpe grazie al Marchio di Teletrasporto che aveva lasciato su di lui precedentemente.

“Cosa diavolo ti è saltato in mente?” esclamò Kushina appena lo vide comparire accanto a loro, afferrandolo per un braccio. “Ti rendi conto del rischio che hai corso?”

Boruto disattivò la scia elettrica attorno a sé, sorridendo soddisfatto. “Ho soltanto fornito a voialtri un’occasione! Vedete di non sprecarla!” ribatté con ferocia.

Il Kyuubi ruggì all’aria, scendendo subito verso il basso all’attacco.

Vrangr continuava a sbattere furiosamente le ali nel tentativo di restare in volo, ma non fece in tempo a riprendere il controllo che subito un pugno dalla forza micidiale lo centrò sulla testa, facendogli sfuggire un gemito acuto di dolore.

Eren non si fermò dopo il successo del primo colpo, alzando il braccio sinistro e sferrando un potente colpo di spada contro l’avversario. Ma il drago fu più veloce, e con uno scatto rapido del collo azzannò il braccio che stava per colpirlo con i denti all’altezza del gomito.

Il Titano urlò di dolore, sferrando una serie di pugni sul cranio della mostruosa bestia nera, ma essa non mollò la presa, affondando sempre di più i denti nella carne e quindi facendo precipitare anche Eren assieme a sé.

Il Titano tentò di divincolarsi, gemendo e urlando ferocemente, ma il drago bloccò il suo corpo afferrandolo con le zampe e spingendolo sempre di più verso il basso in modo da farlo schiantare al suolo sotto al suo peso. I due precipitarono incessantemente verso il basso, ruggendo ed urlando.

Ma la Volpe a Nove code corazzata arrivò addosso a loro un secondo dopo, schiantandosi contro la schiena del drago con forza e mordendo con le fauci la base dell’ala ferita. Vrangr si agitò con forza per scrollarselo di dosso, ma non lasciò mai la presa sul braccio del Titano, aumentando anzi la forza del morso.

Eren urlò, tentando invano di divincolarsi.

Ma, in un impeto di collera e furia, Vrangr serrò ulteriormente la potente mascella con un suono secco, recidendogli di netto il braccio e staccandolo all’altezza del gomito. Sangue e fumo schizzarono fuori dall’arto reciso, mentre Eren ruggì ed ululò di dolore.

Sarada tentò invano di usare le ali del suo Susanoo per divincolarsi dalla presa che Vrangr aveva sul corpo del Titano, ma le zampe del drago non glielo permisero. Kurama morse e graffiò il dorso della creatura, ma i suoi sforzi non bastarono ad infliggere abbastanza danni.

Il suolo si fece sempre più vicino. Cento metri. Cinquanta. Dieci.

Vrangr ruggì. Il Kyuubi ringhiò. Il Titano urlò.

“PORCA P****!” imprecò Boruto ad alta voce.

Ma subito dopo, il caos esplose completamente.
 

E così, drago, Titano e Volpe si schiantarono al suolo con un tonfo fragoroso, atterrando pesantemente sul fianco più basso di una montagna della catena montuosa innevata. Una fragorosa esplosione di terra, roccia, neve e detriti scoppiò appena i tre atterrarono con prepotenza. Un boato pazzesco riecheggiò nell’aria, mentre la pietra e pezzi di terra si frantumarono e saltarono all’aria come missili. Un polverone gigantesco si innalzò verso il cielo, oscurando completamente tutta la zona dello schianto.

Il rumore della roccia che si sgretolava e dei detriti che atterravano nella neve riecheggiò per diversi secondi nel silenzio più totale.

Boruto aprì gli occhi, ignorando una fitta di dolore lancinante alla gamba destra. Si rialzò da terra lentamente, affondando le mani nella neve gelida ed issandosi con una gamba. I suoi occhi si sgranarono.

Vide il Kyuubi steso completamente a terra dinanzi a sé, la sua corazza distrutta del tutto e le fiamme del suo corpo deboli e tremanti. Naruto era il suo interno, fluttuando immerso nel chakra ed apparentemente privo di sensi. Attorno a lui, Sasuke, Minato, Hinata e gli altri che prima si trovavano assieme a lui all’interno della cappa di chakra della Volpe erano accasciati a terra, i loro volti maschere di dolore per l’atterraggio pesante e distruttivo.

Oltre la figura del Kyuubi, verso il basso della montagna, il Titano di Eren era completamente buttato a terra, il suo corpo sfigurato e privo di un braccio era fumante e pieno di ferite. Il suo volto aveva la bocca aperta e gli occhi chiusi, come se fosse svenuto. Sarada invece era stata scagliata fuori dall’armatura che lo aveva rivestito prima, e adesso era finita a schiantarsi di schiena contro una roccia sopra cui era poggiata con gli occhi chiusi.

Il Nukenin tirò un leggero sospiro di sollievo. Riusciva a percepire col Jougan tutte le loro energie vitali. Nessuno era rimasto ferito gravemente dall’impatto per fortuna. Ma il sollievo durò meno di un istante, poiché il suo occhio percepì appena un secondo dopo anche un’altra energia molto più disgustosa e raccapricciante.

L’energia del drago.

Vrangr si issò da terra con un ringhio feroce, sollevando detriti e roccia col suo immenso corpo. Si rimise sulle zampe in pochi secondi, ringhiando e fissando al mondo con odio. Il Nukenin trattenne il fiato.

Lo squarcio sulla sua ala si era completamente risanato misteriosamente.

Ma il giovane non ebbe modo di comprendere cosa fosse successo, perché poi, sbattendo con forza le zampe contro il terreno, il drago ruggì all’aria fragorosamente e si voltò di scatto verso colui che era atterrato vicino a lui.

Eren.

Boruto sgranò gli occhi appena vide la possente figura del drago cominciare ad avanzare verso il Titano con un ringhio feroce. Tentò immediatamente di alzarsi per raggiungerlo, ma una seconda fitta lancinante gli paralizzò la gamba destra, facendolo cadere a terra di peso.

“La mia gamba!” sibilò dolorosamente, stringendo i denti per ignorare il dolore. “Mi sono rotto la gamba con la caduta di prima!”

Attorno a lui, anche Minato e gli altri cominciarono a riprendere i sensi, sollevandosi lentamente da terra.

Ma i suoi occhi non se ne curarono. Una fitta sensazione di orrore e preoccupazione lo pervase immediatamente come un getto d’acqua gelida che riuscì a penetrargli le ossa. Sentì il cuore cominciare a battere all’impazzata, sentì il tempo farsi sempre più lento attorno a sé.

Vrangr aveva raggiunto il corpo privo di sensi di Eren.

I suoi occhi si spalancarono talmente tanto che per poco non gli uscirono fuori dalle orbite. Tentò ancora una volta di sollevarsi da terra, ignorando le fitte insopportabili alla gamba.

Il drago sbatté una zampa sul petto del Titano con forza, spalancando le fauci e cominciando ad accumulare energia tra i denti. Eren non si mosse.

Boruto spalancò la bocca.

“NO!”

Si rimise in piedi tremando, i suoi occhi sgranati ed un’espressione di puro terrore e sconforto in faccia. Sentì la paura e la morsa gelida dello sconvolgimento infilzargli il cuore come una lancia. Sentì l’orrore attanagliarli le viscere con prepotenza.

L’energia nella bocca del drago si fece sempre più solida, sempre più potente.

“NO!”

Un passo. Un solo passo in avanti fu tutto ciò che riuscì a fare prima di crollare di nuovo in ginocchio a causa del dolore. Boruto strinse i pugni talmente forte che sentì il sangue fuoriuscire dai palmi a causa delle unghie. Serrò i denti con tanta forza che la sua mascella perse la sensibilità.

Vrangr richiuse le fauci, avvicinando la testa al corpo inerme del Titano.

“NO!”

Il suo cuore gli salì in gola. Sentì le lacrime colargli sulle guancie dalla disperazione. Sentì la paura prendere il sopravvento dentro di lui.

Boruto tese una mano in avanti, come per raggiungere il suo amico. Vide e percepì con il suo Jougan la flebile energia di Eren e la raggiunse con la mente, abbracciandola disperatamente nel tentativo di farlo riprendere a distanza.

Piegò il corpo in avanti nel disperato tentativo di raggiungere Eren per miracolo, impotente ed incapace di fare nulla. Naruto e tutti gli altri alzarono lo sguardo, sgranando gli occhi a quella vista. Vrangr riaprì le fauci, i suoi occhi rossi ricolmi di odio e brama di morte.

Il tempo stesso si fermò. Il mondo smise di esistere per un istante.

Boruto urlò con tutta la forza che aveva un corpo.

“EREN!”

E poi l’attacco partì.

Il raggio di energia rossa investì il Titano in piena faccia con un sibilo, dissolvendo carne, tessuti ed ossa in polvere e cenere. La scia rossa continuò per alcuni secondi, generando una luce immensa ed accecante che costrinse tutti a coprirsi gli occhi. Un’esplosione immensa si generò un secondo dopo, alzando una grossa nuvola di fumo.

E poi, il mondo intero si fermò di botto.

Boruto urlò disperatamente.

“NOOOOOOOO!”



 
 
Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Come vi avevo promesso, ecco a voi il nuovo capitolo! 
-6 capitoli al finale! Perciò preparatevi, perchè stiamo finalmente per avvicinarci alla conclusione della storia.

In questo capitolo ne sono successe di tutti i colori! Cosa accadrà adesso? Cosa succederà ad Eren? Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere quel drago così mostruosamente potente?

Per scoprirlo non dovrete aspettare molto. Infatti, il prossimo capitolo uscirà in anticipo domani, sabato 16 dicembre!

Ringrazio in anticipo tutti coloro che commenteranno e che leggeranno. Aspetto come sempre i vostri pareri. A presto! ;)
   
 
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