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Autore: id_s    16/12/2017    2 recensioni
Sirius Black è un enigma, un dannato sulla terra ferma, un’anima in croce circondata da demoni immaginari.
Lily è una ragazzina desiderosa di giocare a far la donna – si è sempre accollata i casi disperati, lei divampante di scellerato coraggio Grifondoro, fuoco contro il buio di quella cosa allo sbando che Sirius Black s’è sempre ostinato a chiamare vita.
Lily Evans sarebbe stata la sua Itaca, ma – a differenza di Ulisse – Sirius sa che non vi farà mai più ritorno.
Genere: Angst, Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Sirius Black non l’è mai piaciuto.

Sempre con quell’aria indolente – il volto di un principe in decadenza, pallido e irriverente nelle sue movenze ferine, nelle sue frasi taglienti.
Quegli occhi suoi l’hanno sempre spaventata. Ha gli occhi completamente neri, lui, occhi d’un pazzo, scattanti e così vigili – la guardano senza vederla, sembrano tormentati da qualcosa che gli altri non notano, fantasmi all’angolo di ogni stanza che forse non lo abbandonano mai. Sulle labbra crudeli sempre quella risata, mentre cammina tronfio insieme alla sua cricca di sbandati che si sono sempre sentiti degli dei scesi in terra.
Sirius Black non l’è mai piaciuto.

 

 

**

 

 

Da un po’ di tempo la Evans sembra volergli dar fuoco ogni volta che il suo sguardo si posa casualmente su di lui.
Sirius non ha mai fatto molto caso a lei – ha i capelli di fiamma e grandi occhi verdi, sì, ma è la preda di James, e James è come un fratello.
Ci sono legami più forti del sangue, e questo proprio James Potter gliel’ha insegnato – lui che condivide la sua stessa anima ribelle e un po’ inquieta, ma che in fondo non può capire davvero tutta la sua sofferenza, il carcere mentale che il sangue a volte può diventare, una gabbia dalla quale non scappi più.

Sirius corruga la fronte ogni volta che Lily Evans lo incenerisce con una stoccata dei suoi languidi occhi smeraldini – porta il nome di un giglio ma ha una corazza di spine, non si piega e non si spezza, e lui questo un po’ potrebbe ammirarlo, se solo sapesse.
Ma Sirius non ha mai fatto molto caso a lei.

 

 

**

 

 

 

Lily lo nota.

Quando tutti gli altri non guardano, e il mondo va di fretta ed è distratto e poco attento ai particolari, lei nota le ombre negli occhi di Sirius Black.
Sente la gente mormorare – non riesce a staccare gli occhi dal gruppo di Potter e Black, la Evans, lo sapevano tutti che prima o poi ci sarebbe cascata – ma nessuno di loro capisce, sono tutti ciechi. Non è James che lei continua a fissare.
Non si accorgono di lei così come non notano Sirius, e lei continua a studiarlo e ogni volta è sempre più confusa.
Lily nota la finta spavalderia che lui si cuce sul viso per coprire la disperazione dentro i suoi occhi neri, guarda i suoi sorrisi e ci vede solo dolore fisico – e labbra rotte a sangue per i morsi, per l’imposizione di restare un Dio anche nella melma, anche quando il marcio arriva alla gola e non permette più di respirare.
Sirius Black è un enigma, un dannato sulla terra ferma, un’anima in croce circondata da demoni immaginari – demoni che Lily conosce fin troppo bene, ci convive da tutta la vita, riconosce se stessa nel cieco terrore e nella sorda accettazione proprie di quell’estraneo dall’altra parte del tavolo. Mentre James Potter ride divertito e Peter Minus lo imita con ottusa ammirazione, Sirius si confonde tra i fantasmi del castello, pallido come uno di loro.
Il suo viso sembra gridare aiuto, e Lily lo nota.

 

 

**

 

 

 

Non sa come c’è cascato.

È stato forse quel giorno in cui, voltandosi in biblioteca, ha colto un guizzo di fuoco e l’ha vista lì, nascosta tra i libri, gli occhi ostinatamente puntati sulle pagine ingiallite ma le guance in fiamme a tradire il suo segreto. O forse quando, seduto al tavolo dei Grifondoro, aveva percepito uno sguardo infuocargli la pelle, e l’aveva trovata senza neanche aver bisogno di cercarla – il volto fresco come un cielo al mattino e le lentiggini come costellazioni, gli occhi sinceri e limpidi che gli si erano conficcati dentro come lame, incastrandosi nel suo petto e impedendogli di respirare, facendolo sentire esposto, vulnerabile.
Lily Evans è una donna bellissima. Si ritrova a pensarlo sempre più spesso, ormai, e Merlino sa se non darebbe l’anima per poter smettere – quell’anima nera e ormai marcia di cui farebbe volentieri a meno, fatta di incubi e speranze disilluse, l’indolenza tipica di chi ormai non crede più.
Lily è di James – ma ripeterselo non serve a niente.
Lily è di James – ma non è James che lei continua a studiare, scandagliare a un tratto guardinga e poi accusatoria e poi ancora preoccupata, non è James a dover lottare contro il pensiero delle labbra vermiglie di quella ragazza, un po’ donna e un po’ bambina, e dover accettare che non potrà profanarle mai.
Sirius Black non dorme da giorni, vaga per il Castello come un morto risorto, più lì che qui, e neanche i suoi amici capiscono cos’ha.
Neanche lui, d’altra parte, lo sa.
Non sa come c’è cascato.

 

 

**

 

 

 

Lui la odia.

Lily ne è sicura, ormai, perché sa che lui l’ha capita – ha capito i suoi sguardi e il suo dissidio interiore, la domanda implicita che non può impedirsi di rivolgergli ad ogni occhiata, la silenziosa offerta d’aiuto nascosta tra i suoi gesti appena più gentili, nelle sue mani sempre più vicine. Lily è una ragazzina desiderosa di giocare a far la donna – si è sempre accollata i casi disperati, lei divampante di scellerato coraggio Grifondoro, fuoco contro il buio di quella cosa allo sbando che Sirius Black s’è sempre ostinato a chiamare vita.
Dovresti smetterla. La gente mormora”
Lily lo guarda sbattendo le palpebre, le sopracciglia scure inarcate in un’espressione stupita – stupita da lui, dalla sua improvvisa vicinanza, dalle prime parole che le rivolge da anni, probabilmente.
“Io non sto facendo proprio niente”
Sirius ride, e sembra finalmente un ragazzino di sedici anni – butta la testa all’indietro, la scrolla come un cane randagio e inselvatichito, la guarda con occhi famelici.

Tu smettila lo stesso”
Lily Evans è una donna bellissima.
È bella, ma soprattutto è intelligente – le capisce le persone, lei, perché i suoi sentimenti sono vivi e sono ancora forti, perché la sua empatia esiste ancora, perché dopo quelle poche parole sente riflesso in sé un po’ del nero che lui prima portava con sé. Con una semplice frase s’è fatta carico di un demone altrui, in parte, eppure Lily Evans ne è certa.
Lui la odia.

 

 

**

 

 

 

La notte è buia e non c’è rumore che la scuota.

La notte ha sapore di ruggine, sapore di sangue che le imbratta le labbra ad ogni morso bramoso, famelico, distruttivo.
Il modo in cui Sirius Black la bacia – cibandosi di lei, bevendone il nettare vermiglio e insieme ad esso la sua ingenuità, donandole in cambio il proprio tormento, la propria pazzia – sarà capace di distruggerla, Lily lo sa, ne è terrorizzata ma continua a stringersi a lui.
Si avvinghia a quel corpo fatto di ombre e di spigoli, lo accoglie dentro di sé e si mischia a lui – al suo odore maschile, al suo tocco violento, alla impetuosa lussuria che scaturisce dai loro corpi e li stringe in una morsa d’acciaio.
Sirius non ha gentilezza nelle proprie mani da poterle donare – ride, quando lei geme, ride sulle sue labbra e poi torna a torturarle, profanarle come ormai da troppo tempo desiderava fare.

Il corpo morbido e delicato di Lily, pallido bocciolo in fiore, si tinge di violaceo e blu notte laddove le mani di lui stringono un po’ troppo – le spalle di Sirius sanguinano per le unghie che la Evans gli conficca dentro, come a volergli strappare la pelle e insieme ad essa la maschera che lui non ha mai smesso, rivelare il mostro malamente celato da quella maschera e congiungersi ad esso.
Dovremmo smetterla” è quello che lei continua a mormorare, e poi ansima per una spinta più dura, per un morso sul collo.
“Inizia tu” è la secca risposta che non cambia mai, mentre Sirius, stremato, crolla su di lei – il volto nascosto nell’incavo del suo collo, le mani ancora strette sui suoi fianchi morbidi ed invitanti adesso macchiati del suo peccato, la lingua a leccare via il sudore e il pentimento della donna che, lentamente, sta imparando a plasmare a suo gusto.
Lily ha i capelli vermigli sparsi tutt’intorno sul cuscino bianco e sgualcito – è una corona fiammeggiante sul capo di una regina forse troppo giovane e inesperta, forse troppo perseguitata dagli stessi demoni che tengono sveglia lei e anche Sirius.
Questa è l’ultima volta, Black”
Sirius sa che lei lo chiama per cognome solo quando vuole tentare disperatamente di alzare barriere tra di loro – loro che s’erano avuti, amati e contaminati così tante volte da perdere il conto, loro che ormai erano macchiati dallo stesso tormento, la stessa sofferenza capace di placarsi solo quando lui si annullava in lei, quando lei sbiadiva nei suoi contorni.
Verrai ancora a cercarmi, Evans
Lily si volta, gli dà la schiena e cerca di tagliarlo fuori.
Non lo ferma quando lo sente alzarsi e rivestirsi, non lo blocca neanche quando chiude alle sue spalle la porta della Stanza delle Necessità, abbandonandola una volta di più – è coperta solo da un lenzuolo, trema mentre lacrime di rabbia le solcano il volto: è rabbia per il mondo, per se stessa, rabbia per Sirius Black e per il suo modo crudele di lasciarla sempre sola.

 

 

**

 

 

 

Lily Evans e James Potter camminano con le mani intrecciate.

Lei mantiene il suo portamento fiero anche mentre lui se la stringe accanto – ha il mento alto e sdegnosamente all’infuori, gli occhi vibranti
non hanno perso la propria fiamma perpetua, eppure non guardano mai James con ardore.


È un sentimento tiepido, il suo – James è un ribelle e un’anima piena di speranza, di progetti per loro, per quella bambina al suo fianco che 
continua a credersi donna, quel giglio corazzato di spine e, ormai, anche del marcio di qualcun altro.

James la bacia spesso sulle labbra – è pieno di desiderio, sì, ma la tratta con venerazione, ha paura di sgualcirla e Lily sa che non è questo, ciò che il suo corpo desidera.
Lei e James passano molto tempo insieme, ormai: lui cerca di farla ridere, fa continue battute e si pavoneggia, la porta in giro come un trofeo – la sua bella statuina, Lily Evans dai capelli vermigli e gli occhi smeraldini, il premio tanto ambito. Anche Lily lo bacia sulle labbra ma è priva di impeto: la sua anima protesta, mentre si scontra con la purezza di una vita luminosa come quella di Potter, ma lei la mette a tacere. È ciò di cui ha bisogno per riuscire a guarire.

 

 

**

 

 

 

Sirius guarda Lily dal capo opposto della stanza.

James è allegro, sorride entusiasta a tutti, festeggia e brinda felice – solo Lily si accorge di lui, solo lei lo nota, come sempre, e come sempre

riesce ad incastrarglisi dentro e mandare in subbuglio ogni suo pensiero, risvegliare il suo peccato. Sirius osserva il proprio migliore amico

stringere a sé quel corpo – ha mani inesperte, James, non sa ancora come toccarla, come afferrarla o incastrarsi a lei; non conosce ogni

minimo dettaglio del corpo della Evans e non ne è tormentato come lui.

Sirius la guarda e si chiede se c’è ancora, il segno delle sue dita contro quelle cosce che ha aperto con violenza appena poco tempo prima; si
chiede se lei lo sente, il peso dei suoi morsi e di quei baci al sapore di fiele, quando la sera si corica accanto a James – James, suo fratello, l’uomo che sta per sposare.
Sono felice per lui, finalmente ha trovato pace”
Remus lo richiama alla terra ferma, lo riscuote dai suoi pensieri con un sorriso gentile.
Anch’io sono felice. Siamo tutti felici per Ramoso” appella James con il suo soprannome, un nome in codice che rende il loro legame ancora più vero e importante, un legame più forte del sangue – James Potter è suo fratello e lui continua a tradirlo ogni volta, e ogni volta non riesce a pentirsene
E allora perché hai l’aria di un uomo che è stato appena mandato al patibolo?”

 

 

**

 

 

 

Harry è nato.


È il primogenito di casa Potter, ha i capelli di James e come lui è vivace, è un bambino sveglio, saprà stare al mondo.
Incastonati sul suo viso però gli occhi splendono di bagliori smeraldo – sono occhi che Sirius conosce bene e che una parte di lui, anche dopo tanti anni, continua ad amare, occhi che l’hanno conquistato subito, facendogli adorare in un battito di ciglia quel bambino così innocente.
Questo bambino è di James, ma a me sembra tuo”
Lily entra nella stanza, si appoggia alla parete – ha il corpo più magro e il seno più prosperoso, il volto è più adulto, più scavato, e Sirius si chiede come sarebbe scoprirla adesso e trovarla un po’ estranea e un po’ conosciuta, come una terra amata alla quale fare ritorno dopo anni di esilio.
Lily Evans sarebbe stata la sua Itaca, ma – a differenza di Ulisse – Sirius sa che non vi farà mai più ritorno.
Sei scomparso” afferma lei, e nella sua voce c’è un’accusa malcelata – è nascosta lì, nei suoi occhi che lo inchiodano al suo posto, che gli impediscono di respirare. Sirius la guarda e vede ancora un po’ del suo mostro, dentro di lei, e la consapevolezza lo uccide.
Avevo bisogno di ritrovarmi”
Avevi bisogno di scappare da me”
Lily si avvicina veloce, prende il bambino dalle sue braccia e poi lo culla gentile – lo guarda con amore, gli scocca un bacio sulla fronte e poi lo porta nella sua stanza.
Ha i lineamenti di James ma ci sei tu, dentro di lui, Sirius. Io lo sento. Questo figlio è più tuo che suo...”
E, senza aggiungere una parola, gli si getta contro – sono più dure, le sue labbra, mentre si appropriano di quelle bramate da troppo tempo, da salutare come vecchie amiche e poi torturare, perché in fondo è sempre stato quello, il loro modo di amarsi.
Sirius risponde e qualcosa dentro trova il suo posto – un po’ del suo tormento si risveglia mentre stringe a sé il corpo della Evans, mentre le sue mani lo percorrono sfacciate e lascive, mentre lei gli ficca la lingua in bocca quasi come volesse usarla come una spada, a ferirlo e ad impedirgli di scappare nuovamente da lei.
Lei si allontana all’improvviso, accaldata e ansimante – guarda gli occhi neri davanti a sé, neri come il buio e sporchi di marcio, di tormento e di ombre, e finalmente si sente viva, finalmente il fuoco riprende a bruciarla e la sua anima riconosce quella di lui per poi intrecciarvisi.
Sei sempre stato capace di abbandonarmi, Sirius, lo hai sempre fatto. Questo era il mio modo di dirti addio...”
Scosta il proprio corpo caldo e desideroso da quello bramoso di lui – lui che la guarda senza dir nulla, lui che non la ferma mentre si allontana, mentre è lei, per una volta, ad abbandonarlo.
Mentre Lily scende veloce le scale, una porta al piano di sotto si apre – è la voce di James che si diffonde per la casa, ed è a lui che lei torna.

Per l’ultima volta.

   
 
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