Sarebbe stato un semplicissimo pomeriggio prenatalizio, se solo sul nome sulla targhetta del citofono non ci fosse scritto: Casa Lightwood-Bane. Perché se per quasi tutto il mondo decorare l'appartamento era fonte di gioia, per Magnus Bane era un grosso e grasso problema. Non che lo fosse mai stato prima. Prima il suo spirito natalizio si limitava ad uno schiocco di dita, lucine colorate, e Presidente vestito da Babbo Natale. Poi era arrivato Alec. Il cacciatore. Il suo cacciatore. E il suo spirito natalizio si era in parte risvegliato. Era iniziato tutto così. Uno schiocco di dita, un albero di Natale, un tavolino con una carota, un biscotto e un bicchiere di latte. E tante, tantissime coccole con il suo occhi blu.
Poi era arrivato Max. Un po' all'improvviso. Nonostante i tanti anni sulle spalle, il mettere su famiglia non era contemplato, anche se lo aveva sempre sognato. Ma anche quello era cambiato. Tutto ovviamente merito di occhi blu. E lo spirito natalizio di Magnus Bane era cresciuto a dismisura. Un albero, un tavolino, il biscotto di zenzero, una carota e tanti tantissimi pacchetti. Dalle misure e dei colori più diversi. E al posto delle coccole e dei baci passionali, la sua vigilia si trasformava in una piccola festa famigliare, dove la risata del piccolo Max riempiva di colore ogni singolo angolo del box e del suo cuore. Poi c'era stata la guerra, a cavallo con l'arrivo di Rafe. E il Natale era stato un po' dimenticato. Il tradimento di Malcom bruciava, bruciava tantissimo. Ma da una parte poteva quasi comprendere il dolore dell'uomo, privato del suo amore. E proprio questa era divenuto motivo di lite con il compagno. E lo spirito natalizio di Magnus era stato nuovamente rinchiuso dentro lo scrigno. Le decorazioni al mimino storico, tanto per compiacere i bambini, e allo scoccare della mezzanotte erano già tutti nel letto, stanchi e preoccupati.
Ma non quell'anno. Quell'anno qualcosa era cambiato, non per opera sua o del compagno, ma per via dei bambini. Era accaduto infatti che Max, sporgendosi dalla finestra che dava in strada aveva visto le luci colorate dei vicini.
-Perché non le mettiamo anche noi? -aveva chiesto curioso, guardando i genitori seduti sul divano. Magnus che svogliatamente faceva zapping alla televisione e Alec intento a leggere la nuova missione.
-Cosa? -aveva chiesto curioso Rafe, osservando il fratello.
-Le luci- disse indicando fuori.
-Oh- disse ammirato Rafe. -E come mai si mettono? -.
-Perché arriva Babbo Natale-aveva spiegato il bambino con aria di chi la sapeva lunga.
-Babbo Natale non e... -aveva iniziato Alec, ma un lampo azzurro e lo sguardo omicida del compagno, lo avevano convinto a dedicarsi nuovamente alla sua lettura.
-Chi è Babbo Natale? -aveva chiesto nuovamente Rafe, e Max era corso in camera tornando con svariato libri, quaderni, figurine, che aveva sparpagliato in salotto, sotto gli occhi divertiti dello stregone.
-Sai vero che poi dovrai rimettere tutto in ordine? -aveva sorriso il padre, sedendosi con loro sul tappeto.
-Lo so, ma non è colpa mia. È di Rafe che non conosce Babbo Natale- aveva risposto il piccolo stregone, ridendo e saltellando per casa. -Io me lo ricordo, quando ero piccolo c'erano tante luci colorate, e la musica-.
-Poi però non è più venuto e non so, forse sono stato cattivo, o forse è stato perché non c'era più il nonno. Ma mi ha sempre lasciato i regali- disse innocentemente il bambino, mentre Magnus osservava il compagno trasalire al pensiero di suo padre.
-No che non sei cattivo-disse Alec, poco dopo, sedendosi con loro. -Sapeva che eravamo molto impegnati e così non è passato, ma ho una bellissima idea-disse alzandosi. -Perché non sistemi tutto, mentre io preparo la cioccolata e poi mettiamo tante luci colorate anche noi? -. Ma nonostante le urla di giubilo a Magnus non era sfuggiti gli occhi lucidi di Alec. Gli lasciò qualche minuto per ricomporsi, per poi entrare in cucina.
-Tesoro-disse abbracciandolo da dietro e posandogli un bacio al centro della schiena. -Tesoro, mi dispiace- disse accarezzandogli le braccia.
-Lo so, non è colpa tua, ho quasi perso anche te-rispose Alec voltandosi, e baciandolo. -Ma ora, abbiamo un paio di bambini a cui permettere di colorare casa-disse sorridendo, mentre una lacrima solitaria, lasciava il suo viso.
-Lo sai che ti amo? -disse lo stregone, dolcemente.
-E io amo te- rispose baciandolo. -Ma ora è il caso che andiamo di là, prima che le due pesti smontino l'appartamento-. -Sto bene, Magnus. Veramente. Ho solo bisogno della mia famiglia-disse prendendogli la mano e appoggiandosela sul cuore. -Ho solo bisogno di te-disse arrossendo appena, facendo galoppare il cuore dello stregone.
-Andiamo- disse Magnus, uscendo dalla cucina, con un vassoio, dei biscotti e quattro cioccolate calde.
-Magnus-lo rimproverò sottovoce Alec.
-Ho messo i soldi, lo giuro-sorrise sornione.
E quello che era rimasto chiuso in uno scrigno, uscì nuovamente, il suo spirito natalizio. Accompagnato da urli, grida di gioia e giubilo. E mentre scoccava la mezzanotte sul tavolino davanti a loro posizionavano un biscotto, una carota e un bicchiere di latte e tutto fu perfetto.