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Autore: emylee    20/12/2017    3 recensioni
La vita di Harry non è normale, non lo è mai stata, e teme che non lo sarà probabilmente mai. Dopo la nascita di sua figlia, Harry si ritrova a vivere, stavolta, nel Mondo Magico e non potrebbe essere più felice, perché c'è Draco con lui.
Però... forse le cose, in effetti, potrebbero andare ancora meglio, se solo la sua magia non fosse ancora spenta.
«Allora... il mio ultimo barlume di Magia l'ho usato per lei. Non che mi lamenti,» ridacchiò, stancamente, «rinuncerei altre mille volte alla mia Magia per lei. È solo che...»
«È solo che stai dicendo una stupidaggine, Potter. Non hai perso la tua Magia, fine della storia. Appena starai meglio vedrai, tornerai a lanciare maledizioni contro Signori Oscuri come hai sempre fatto.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Hundred sea'
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Il viso di sua figlia era tondo e paffuto, dalle guance rosee e piene come quelle delle bambole di porcellana, dal mento a punta – senza alcuna ombra di dubbio ereditato da Draco – che faceva sembrare il suo viso a forma di cuore. Appena nata, pesava già la bellezza di quattro chili e cinquanta, ed Harry non se ne stupì neanche più di tanto, dato che, durante gli ultimi mesi di gravidanza, Harry era stato costretto a restare a letto perché era diventato così pesante da non riuscire più a muoversi. Gli occhi erano ancora troppo chiari per capire bene di che colore fossero, ma dalla loro forma leggermente allungata, sperava nel grigio degli occhi di Draco – perché gli occhi di Draco erano del colore più bello che avesse mai visto.

I drammi nacquero nel momento esatto in cui gli occhi di tutti si posarono sui capelli della bambina.

«Rossi?» Dal tono scandalizzato, Draco passò, leggere, due dita tra i delicati ciuffi sulla fronte della piccola. «Potter. Dimmi che non è vero. Dimmi che non mi hai tradito con una donnola.»

Ron si gonfiò e divenne così rosso da quasi non distinguere più le lentiggini sulla sua faccia, «Ma se neanche sapevo dove fosse fino a tre mesi fa!»

Fu piuttosto divertente, anche se, da quando Harry era tornato nel Mondo Magico, Ron ed Hermione non facevano altro che lanciargli frecciatine sul fatto di essere sparito per più di un anno e di aver preferito Malfoy a loro. Harry capiva che erano feriti dal suo comportamento e dalle sue azioni, ma a lungo andare Harry non riusciva a fare a meno che rimpiangere il suo piccolo appartamento che affacciava sul mare e la vita che aveva solo con Draco.

Quei capelli rossi – che ovviamente Harry aveva dovuto far notare, con nonchalance, che la piccola aveva ereditato da sua madre, nel caso qualcuno se lo fosse dimenticato – avevano risolto il dilemma del nome da scegliere.

«Lily?» aveva proposto, per la millesima volta, Harry, sperando che Draco accettasse di darle il nome di sua madre, data la somiglianza. Avevano passato mesi a discutere sul nome da darle, più o meno da quando avevano scoperto che fosse una femmina. Harry desiderava così tanto chiamarla Lily, ma Draco... beh, Draco aveva le sue ragioni per non desiderarlo altrettanto. Ma ciò non aveva mai fermato Harry nel tentare ogni volta.

«No,» Draco, infatti, scosse la testa, «Amarantha.»

«Amarantha?»

«Amarantha. Non è perfetto?»

Harry abbassò gli occhi su sua figlia, che, accoccolata tra le sue braccia, se la dormiva alla grande. Amarantha. Era uno dei nomi che erano spuntati qua e là durante i mesi, con l'aiuto di Neville e Luna – erano gli unici che, diversamente dagli Weasley e da Hermione, non attaccavano Draco accettando ogni cosa che Harry proponeva. Luna, per lo più, si inventava nomi mai sentiti o semplicemente troppo strani, mentre Neville, con un po' di imbarazzo, elencava nomi di piante e fiori. «I nomi delle vostre madri sono fiori dopotutto, no?»

Fu lui a proporre Amarantha, ma Draco l'aveva bellamente ignorato quando l'aveva fatto. «Guardala, Harry. Sono del parere che ci si accorge di aver scelto il nome perfetto solo dopo aver visto la prima volta la tua progenie.» Draco gli sorrise e gli baciò la fronte ancora un po' sudata, senza curarsi dell'orda di teste rosse che circondavano il loro letto di Grimmauld Place. «Non è perfetto Amarantha, dunque?» sussurrò, poi, contro una sua tempia.

Se Harry non fosse già steso sul letto, avrebbe sicuramente sentito le gambe diventare gelatina, come succedeva tutte le volte che Draco esprimeva affetto nei suoi confronti. Guardò sua figlia e non seppe perché, ma Amarantha era semplicemente giusto. I capelli rossi, con molte probabilità, avevano aiutato.

«Lissa?» aggiunse, allora, Harry, con un filo di voce. Dare alla luce Amarantha non era stato facile, ed era stanco. In più, Draco non lo aiutava. «Lily e Narcissa... come secondo nome.»

«Può andare.» Draco annuì, abbracciando sia lui che Amarantha, sempre senza curarsi di chi avevano intorno. Draco aveva imparato, ormai, a vedere solo lui, e a far pesare solo le sue parole – quelle degli altri avevano perso importanza. «Amarantha Lissa Malfoy.»

«Malfoy–Potter.»

«Malfoy–Potter, che ho detto?» E ridacchiò. «È il più bel Natale che io abbia mai vissuto.»

Su questo, Harry non poteva che pensare la stessa cosa.


Amarantha aveva deciso che stare al sicuro e al caldo nella sua pancia non le andava più bene durante la cena della Vigilia di Natale. Da lì a nascere fu questione di poche ore, fortunatamente, grazie al pronto intervento di Madama Chips e al panico che Draco cercava così malamente di nascondere.

Adesso, gli Weasley, Andromeda, Teddy e Hermione erano tutti ammassati nella grigia cucina di Grimmauld Place, festeggiando il Natale e la nascita di Amarantha con una rumorosa festa e con il delizioso cibo di Molly. Ma Harry non aveva intenzione di uscire dal suo letto, troppo stremato, e abbandonare la vista di Draco che cullava Amarantha, quasi danzando intorno alla stanza.

«Mi sta guardando.» sussurrò Draco, senza staccare gli occhi da Amarantha.

Harry sorrise, muovendosi languidamente tra le coltri pesanti del letto. Si sentiva ancora intontito e indolenzito, ma sotto sotto non si sentiva così bene e così leggero da un sacco di tempo. C'era qualcosa, però, che stonava in quell'angolo di paradiso. Le piccole fate che Hermione aveva incantato per farle volare sopra la culla attiravano la sua attenzione anche se stava facendo di tutto pur di ignorarle; l'odore pungente del Dittamo e delle varie altre pozioni che Madama Chips aveva usato e gli aveva fatto ingerire per aiutarlo durante la nascita impregnava l'aria e gli chiudeva lo stomaco; le canzoni natalizie che si sentivano, soffuse, dal piano di sotto provenienti dall'albero di Natale che Ginny aveva portato e incantato tutto da sola. Piccole, belle, cose che lo stavano opprimendo.

«Tutto bene? Harry?»

Alzò gli occhi e incontrò lo sguardo corrucciato e preoccupato di Draco. Non si era neanche accorto di star iniziando a respirare male, «Sì.» disse comunque, nonostante il peso sul petto non stava sparendo. «Draco?»

«Dimmi.» Si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto, Amarantha ancora al caldo tra le sue braccia.

«È... magica, vero? Amarantha non è come me, vero?»

«È normalissima proprio come te.»

Harry sospirò, «Draco, sai cosa intendo.»

Nonostante nove mesi prima, quando avevano scoperto della gravidanza, Harry si era lasciando andare e aveva ricominciato a sperare nel ritorno della sua magia, era stato del tutto inutile. Ormai Harry viveva come un Magonò da due anni, e seppur fossero stati due anni meravigliosi accanto a Draco, mancava ancora qualcosa. Soprattutto gli ultimi mesi, circondato dalla Magia di Grimmauld Place, dagli incantesimi che Hermione, senza pensarci troppo, lanciava davanti a lui anche solo per pulire una macchia sul tavolo, lo facevano sentire come si era sentito due anni prima, quando aveva deciso di abbandonare il Mondo Magico.

«So cosa intendi, e la mia risposta non cambia.» Draco addolcì lo sguardo e allungò una mano ad accarezzargli una gota, senza perdere la solida presa che aveva su Amarantha. Harry si rilassò, come spesso gli succedeva sotto il suo tocco. «Te lo ripeterò per l'ennesima volta, Harry: se tu non avessi avuto Magia in te, lei non esisterebbe.» disse, lanciando uno sguardo al fagottino contro il suo petto.

«Allora... il mio ultimo barlume di Magia l'ho usato per lei. Non che mi lamenti,» ridacchiò, stancamente, «rinuncerei altre mille volte alla mia Magia per lei. È solo che...»

«È solo che stai dicendo una stupidaggine, Potter. Non hai perso la tua Magia, fine della storia. Appena starai meglio vedrai, tornerai a lanciare maledizioni contro Signori Oscuri come hai sempre fatto.»

Harry rise, o almeno ci provò. «Mi basterebbe riuscire a far evanescere i pannolini di Amarantha, per il momento.»

«Ugh. Cosa mi hai ricordato.»

«Me l'ha ricordato lei, in realtà. Senti che odorino, lo sento io da qui.»

«Kreacher!» urlò Draco, nel panico, e prima ancora di sentire il pop dell'apparizione dell'elfo domestico, lo baciò accarezzandogli dolcemente le labbra e aggiunse: «Il Salvatore del Mondo Magico è stato battuto da una neonata, quest'oggi. La storia si ripete.»

«Che scemo.»

«Riposa adesso, veglieremo noi il tuo sonno.»

«Se dormo più di tre ore, ricorda che deve mangiare.»

Draco sbuffò, allontanandosi. «Per chi mi hai preso? Non dimenticherò di sfamare mia figlia, Potter.»

E mentre Draco discuteva con Kreacher – il quale era docile come un cagnolino solo in sua presenza – Harry provò davvero ad addormentarsi. Forse ci riuscì, ma nonostante le parole di Draco, la sensazione opprimente restava lì, sul suo petto, e non accennava a sparire. Doveva rassegnarsi, lo sapeva: non avrebbe mai più usato la Magia – quella cosa che lo aveva salvato così tante volte fin da bambino – ma era più facile dirsi che a farsi. Si sentiva così diverso, così fuori luogo, di nuovo.

Stringendo i pugni e i denti, continuò a far finta di dormire.

















Finalmente, mi sono decisa a scrivere un seguito alla mia storia "By the sea", tanto che è stato richiesto a gran voce! Presto pubblicherò il resto della storia, stay tuned!
  
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