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Autore: Haney Jardin    21/12/2017    0 recensioni
Lo aveva detto dal primo momento in cui aveva visto Itachi, che un giorno sarebbe andato tutto bene. Ma quando quel giorno arrivò, realizzò di trovarsi già all'inferno. Come un ossimoro, entrambi erano legati dall'amore così come dalla morte, e, alla fine del loro gioco letale, qualcuno rischiava di farsi davvero tanto male. Ma anche ferita mortalmente, perdersi nei suoi occhi andava oltre l'amore. Oltre la morte. Perché, così Sakura diceva, sbagliare in quell'amore tossico la faceva sentire viva, come se fosse meglio della vita stessa.
Tratto dalla storia:
''Se io tornassi indietro, ripeterei sempre gli stessi errori, lo sai, vero?'', lo guardai immergendomi nella notte dei suoi occhi.
''I tuoi errori sono un ossimoro, Sakura'', mi regalò un sorriso composto e rigido, pensando quasi di avermi colta alla sprovvista. Io invece non mi scomposi.
''Un po' come noi due insieme, non trovi?'', ancora una volta, ero sicura di essere morta perdendomi dentro di lui. E, di nuovo, il suo sguardo e i suoi occhi mi salvarono dalle nostre tenebre. Io morivo, lui viveva per me. Io mi perdevo, lui mi riportava in superficie. Amore e morte. Io e lui. Ossimoro della morte.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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   III. Shinobi.



Accanto a lui c’erano un Naruto visibilmente stanco e due ninja: una donna e l’amico di Itachi, quello che avevo incontrato con lui la prima volta. Mi accorsi subito che indossavano le divise della squadra speciale degli Anbu, e scoprii da quel momento che l’Uchiha maggiore ne era il capitano da quando aveva addirittura 13 anni, quindi esattamente da cinque anni. Mi soffermai anche sul tatuaggio che portavano: tutti sullo stesso punto del braccio destro. Anni più tardi, ora che mi ricordo bene, Itachi ancora lo portava, come se fosse una ferita da battaglia.
Presa dai pensieri, tornai con lo sguardo sulla carne in cui era entrato il kunai, lanciato proprio da lui per potermi risvegliare dalla paralisi, e questo fu subito comprensibile, perciò non proferii parola e addirittura lo ringraziai.

‘’Sas’ke, stai bene?’’, chiese poi, guardando il ragazzo. Si vedeva che era preoccupato, ma non dava segno di avere paura o altro. Era lì, in piedi, con la sua katana dietro le spalle, i capelli lunghi legati e indossando un’eleganza incredibile. La notte sembrava inghiottirlo, se non fosse stato per quei grandi occhi lucenti che io temevo tanto. Erano rossi, come il sangue che scendeva dal mio braccio.
‘’Perché sei qui?’’, domandò lui, senza nemmeno rispondergli alla domanda fatta prima.
‘’Non sono affari tuoi’’. Mi si gelò il sangue nelle vene, per quanto fosse stato crudele nelle sue parole. Sembravano così distanti, eppure erano fratelli. Lo stesso Sasuke mi aveva confessato che i due parlavano molto: e adesso, che stava succedendo? Era evidente che aveva pensieri per quell’uomo, che ci aveva attaccati prima; non faceva parte di alcun team. Probabilmente era un infiltrato, e per far arrivare la squadra Anbu durante un esame per studenti ninja, la situazione doveva essere davvero critica. Non potevo fare domande, ma l’unica cosa che mi venne spontanea fare fu quella di alzarmi, anche se con fatica, e di avvicinarmi a Naruto.
‘’S-stai bene?’’.
‘’Sì Sakura-chan, tu?’’. Gli sorrisi, dicendogli che andava tutto bene. Vedevo nei suoi occhi una luce spenta; sembrava quasi deluso per essere stato catturato e tenuto come ostaggio, ma come poterlo biasimare? Quel mostro era troppo forte per poter essere sconfitto da noi semplici genin.
‘’Adesso voi rimanete qui, va bene?’’, Itachi si avvicinò a me e mi fece distendere il braccio. Io mi morsi un labbro; faceva troppo male.
‘’Izumi’’- chiamò poi -‘’Medicali’’. La donna mi venne vicino e mi sorrise. Io la guardai in volto: portava una maschera e ne potei osservare solo i lunghi capelli marroni. Seppure non potessi vederla per bene, mi dava una sensazione di serenità. Mi sembrava infatti molto gentile, e rivelò per esserlo davvero quando medicò me e i miei amici. Intanto, Itachi e l’amico che, in un secondo momento seppi che si chiamava Shisui, si allontanarono.
Poco dopo, però, la minaccia tornò.
Un serpente mostruoso e gigante ci colpì senza che ce ne potessimo rendere conto. Izumi cercò di sferrargli un colpo, ma la coda la colpì e la fece sbattere contro un ramo. Io e gli altri riuscimmo a parare dei colpi, fino a quando non vidi Naruto essere inghiottito.

‘’Naruto!’’, urlai, terrorizzata dall’idea di poterlo perdere. Sasuke si avvicinò alla bestia per lanciare dei kunai, ma anche a lui venne difficile colpirla nei punti vitali. ‘’Naruto’’, richiamai, in preda alle lacrime. Mi nascosi dietro un ramo, tremando e sentendomi completamente impotente. Fu lì che incontrai di nuovo Itachi; o meglio, che vidi lui e l’uomo di prima discutere. Un cespuglio mi copriva, quindi ero ben nascosta e cominciai osservare la scena.
Itachi perdeva sangue dalla bocca, respirava a fatica e continuava ad osservare bieco l’altro.
‘’Itachi-kun, perché non la facciamo finita una volta per tutte? Io so tutto’’.
‘’Tu non sai niente, Orochimaru’’. L’Uchiha sputò sangue. Io sbiancai; volevo fare qualcosa, ma non sapevo davvero cosa. Non ci volle molto, però, che fui afferrata da qualcosa e sbattuta per terra. E quando realizzai di essere stata appena scoperta, mi ritrovai faccia a faccia con il nostro nemico. Cominciai a tremare come una foglia, e lo feci ancora di più quando Itachi urlò il mio nome.
‘’Sakura, stai bene?’’, urlò, avanzando.
‘’Fermati’’, esclamò Orochimaru, ‘’O lei muore’’. Mi prese per i capelli, e cominciò a tirare. Io digrignai i denti e lo guardai malissimo.
‘’Tu, zuccherino, adesso stai ferma, o ti farò molto male’’. Lo vidi leccarsi le labbra, con quella lingua disgustosa e viscida. A me venne il voltastomaco.
‘’Cosa devo fare, Orochimaru?’’.
‘’Voglio te, Uchiha. Consegnati a me e dammi il tuo corpo, altrimenti uccido lei e rivelo anche il tuo segreto’’. Io guardai in volto Itachi, mentre lacrime salate gli rigavano le guance, sporche di sangue. Non potevo vederlo piangere, e mi sentivo terribilmente in colpa. Era in quella posizione per colpa mia, e se non fossi stata così sprovveduta avrebbe potuto anche salvarci tutti.
‘’Lascia stare mio fratello!’’, una voce, o meglio, una figura apparve dal nulla. Sasuke atterrò di colpo accanto al fratello, e con lui arrivarono anche Naruto e Izumi. Il biondo era vivo; ero così felice per questa cosa che in quel momento scattò in me qualcosa. Infatti non ci spettava altro che fermare Orochimaru, e saremmo stati finalmente salvi.
Ma che potevo fare, per staccarmi dalla sua presa? E questo mi fu chiaro subito. In un attimo, senza che gli altri potessero accorgersene, afferrai un kunai e un taglio netto fece cadere gran parte della mia chioma rosata.
I presenti rimasero tutti sconvolti, soprattutto Itachi, che continuò a fissarmi immobile.
‘’Sakura…’’, sibilò Sasuke.
Orochimaru lasciò cadere il braccio, e io, di tutta risposta, sferrai un colpo su una gamba. Lo feci piegare in ginocchio, poi mi allontanai per avvicinarmi agli altri.
‘’Stupida ragazzina!’’, imprecò, mentre Itachi e Izumi si mossero per colpirlo.
‘’Katon’’, urlò l’Uchiha maggiore, sprigionando una fiamma immensa che potesse finalmente disintegrare il corpo di quello; ma fu un duro colpo realizzare che Orochimaru era così forte da non poter essere spezzato facilmente. Quello che però mi colpì di più fu tutta l’aggressività che Itachi ci mise nel ferirlo. Ad un certo punto lo pugnalò, dritto in petto, e quello davvero sputò tanto sangue da non poterlo quantificare. Eppure continuava a rimanere in piedi, senza dare cenno a un qualche tentennamento.
‘’Adesso basta!’’, gridò il mostro, allontanandosi sempre di più dal nostro gruppo. Continuavo imperterrita a non muovermi; Sasuke e Naruto fissavano terrorizzati la scena e Izumi cercava di andare in soccorso ad Itachi quando poteva. Mi sembrò che fra i due ci fosse una sorta di connessione, ma questo mi venne più chiaro solo tempo dopo. Comunque, alla fine, ci fu il colpo di grazia: ‘’Mi avete stancato… non è più così divertente come pensavo’’- l’uomo sorrise ancora, e a me fece venire i brividi lungo la schiena- ‘’Itachi… ricordati cosa sei per davvero’’.
Poi fu un attimo: Sasuke urlò disperato e un dolore lancinante gli percorse lungo tutto il collo. Fu così veloce che nemmeno mi accorsi che Orochimaru si era avventato su di lui, mordendogli la carne con quei denti disgustosi.
‘’Sas’ke!’’, gridò Itachi, correndo verso il fratello. Anche io cercai di muovermi, ma avevo paura; intanto vidi l’uomo serpente scomparire, così, nel nulla. Il maggiore degli Uchiha continuava ad urlare, dicendo parole incomprensibili ad Izumi; sembrava davvero non darsi tregua.
‘’Il segno maledetto no, dannato Orochimaru!’’. Era così inferocito che faceva paura anche a me. Mi avvicinai, come di istinto, per prendergli la mano. Lui si girò verso di me e fu allora che rimasi vittima dei suoi occhi. Non che fosse la prima volta che capitava, ma allora ero giovane e ancora inesperta: quel rosso sangue mi aveva violentemente profanato le pupille verdi e faceva così male da ricordarne tutt’ora un bruciore insopportabile. Probabilmente nemmeno se ne rese conto, ma la stretta sul mio braccio, per bloccarmi, fu tale che sobbalzai.
‘’I-Itachi-kun, calmati…’’, la donna mi guardò, facendomi capire di stargli lontana e lei cercò di tranquillizzarlo. ‘’Shisui è andato a chiamare rinforzi, torneranno a momenti’’.
Sasuke continuava ad urlare in preda a dolori indescrivibili, e io non riuscivo a capirci più niente di quella situazione. Come Naruto, ero preoccupata per il mio compagno di team e soprattutto terrorizzata dal comportamento di Itachi. Per non stargli accanto, decisi di mettermi vicino a Sasuke il quale, poco dopo, mi crollò fra le braccia. Sembrava esausto, così come lo era il mio stato emotivo. E quando arrivarono i soccorsi, non ci volle molto prima che anche io cedetti psicologicamente e scoppiai in lacrime.
I miei genitori, su questo non c’erano dubbi, avrebbero dovuto far parte della squadra soccorritrice, e infatti accorsero con molti altri ninja che avevo conosciuto in Accademia. C’era persino il mio sensei Kakashi.
‘’Sakura!’’, gridò mio padre, vedendomi ferita e distrutta. ‘’S-stai bene?’’, mi domandò poi. Accennai ad un sì, ma dentro di me sapevo di essere stata traumatizzata irrimediabilmente.
L’esame fu sospeso e furono richiamati tutti i team; molti studenti, sfortunatamente, tornarono feriti e due giovani ninja non furono mai più trovati. Anni più tardi, venni a sapere che Orochimaru li aveva portati via per farne degli esperimenti.
Ancora oggi, se ci penso, mi corrono i brividi lungo la schiena. Ma a pensarci bene, il loro inferno non fu niente in confronto al mio.


***


Ci volle un po’ prima che potessi riprendermi. Passarono settimane, prima che potessi ricominciare a respirare tranquillamente. I miei genitori mi avevano avvertita adeguatamente sulla figura di Orochimaru: un nukenin del Villaggio della Foglia, che sarebbe potuto diventare benissimo il prossimo Hokage ma, per una ragione non ben precisa, aveva invece preferito scegliere la strada del potere e della sete di sangue.
Cosa volesse da Itachi Uchiha o perché avesse morso Sasuke, questo purtroppo continuava ad essermi oscuro. Lo chiesi più volte ai miei, ma preferirono ignorarmi.
Andai a trovare Sasuke in ospedale e incontrai anche la madre, Mikoto; ma di Itachi non riuscii ad avere nessuna informazione.
Un giorno, mentre mi trovavo in ospedale a fare compagnia al bruno, cercai di capirne di più.

‘’Itachi come sta?’’, chiesi ad un certo punto, mentre Naruto e Sasuke litigavano per non so quale stupidaggine. Era loro abitudine bisticciare, o meglio, mettersi in competizione: sapevo che i due erano diventati legatissimi fra di loro, e questo era dovuto prevalentemente per il loro spirito di gareggiare e poi finire sempre a ridere insieme.
Anche questa volta, probabilmente per una sfida a braccio di ferro, erano finiti a dire cretinate e a lanciarsi frecciatine. Ma la mia domanda lo bloccò all’istante.
Girò il viso verso di me, mentre mi trovavo vicino al letto su cui riposava, e mi guardò freddamente.
‘’Bene, grazie’’. Speravo mi dicesse qualcosa di più. Allora presi una mela, comprata al mercato, per tagliarla e dargliela. Da quando era lì, non facevo altro che portargli frutta e fiori freschi da mettere in un vaso e profumare la stanza, per non far risaltare l’odore forte di alcol tipico degli ospedali.
‘’Come si è conclusa la storia di Orochimaru?’’. Arrivai dritta al punto.
‘’Non lo so, io mio fratello non lo vedo quasi mai’’. Mi bastò quello per capire che non potevo chiedere altro. Eppure, la prima sensazione che ebbi fu quella di astio nei suoi e miei confronti. Sasuke era diventato rigido, un po’ cupo, e questo mi faceva allarmare, perché parlavamo pur sempre di suo fratello, non di uno sconosciuto; non poteva reagire così e non ne capivo proprio il motivo.
La storia di Orochimaru che diceva ad Itachi di ricordarsi chi fosse davvero, e questo significava che i due già si conoscevano; il morso sul collo di Sasuke; la successiva perdita di controllo dell’Uchiha maggiore. Queste cose mi incuriosivano quanto inquietavano allo stesso tempo e non potevo fare altro che sentirmi autorizzata ad indagare di più e utilizzare ogni carta per estrapolare più informazioni possibili.
Il giorno successivo, comunque, Sasuke fu dimesso, e decisi di fargli visita a casa. Una visita a sorpresa.
Mi incamminai verso il quartiere, ormai conoscendo bene la strada, e mi avviai da lui. Ma, improvvisamente, sentii un vento gelido che mi penetrava fin dentro le ossa e mi faceva quasi tremare le gambe. Era quasi sera, eppure non pensavo potesse fare così freddo. Mentre proseguivo, mi imbattei in una figura che, a passo spedito, sembrava essere uscita dalla stessa abitazione in cui stavo per entrare.
Era Itachi.
Mi fermai nel momento in cui me lo ritrovai a pochi metri di distanza. ‘’Itachi!’’, esclamai, cercando la sua attenzione. Sembrava non mi avesse vista, perché per poco non mi sorpassò senza dirmi una parola. Io non capivo e mi sentii una vera nullità. Possibile che mi stesse ignorando? Allora mi voltai, mentre lui proseguiva.
Poi si fermò, sempre dandomi le spalle.

‘’Sakura’’. La voce era gelida, quanto il vento che mi si attaccava sulle gambe nude, e quasi non la riconoscevo. ‘’Stai andando a casa mia?’’, mi chiese, sempre senza voltarsi.

‘’Volevo andare a trovare Sas’ke-kun’’.
‘’Torna in un altro momento’’. Fu direttissimo, per poco non mi fece prendere un colpo. Non sapevo che dire e mi sentivo a disagio.
‘’Bene, mi dispiace avervi disturbato…’’, cominciai a camminare, accorciando sempre di più le distanze. Non potevo davvero pensare che Itachi, così gentile e delicato come era, mi avesse appena detto di non andare a casa sua e di essersi comportato così freddamente.
Quando fui alla sua altezza, mi bloccò per un braccio. La presa mi ricordava quella nella Foresta della Morte, quando avevo cercato di tranquillizzarlo per l’aggressione al fratello, e lui di tutta risposta mi aveva stretto tanto da farmi male.
Io, in un attimo, sobbalzai. Perché mi aveva bloccata? Voleva chiedermi scusa?
‘’Mi accompagni in un posto?’. E questo davvero non potevo aspettarmelo.
‘’V-va bene…’’. Lasciai indietro il proposito di andare a trovare Sasuke, soprattutto perché me lo aveva detto lui, ma poi preferii seguirlo, perché davvero non riuscivo più a gestire quella situazione paradossale ed ero curiosa di sapere quali fossero le sue intenzioni.
Camminando, rimanevamo in silenzio, eppure mi sembrava che volesse dire qualcosa.
‘’Scusa se ti ho detto di tornare in un altro momento’’, ruppe così il ghiaccio, senza nemmeno cominciare un discorso. Dritto al punto, come suo solito fare.
‘’N-non preoccuparti… immagino sia una situazione delicata’’. Mi morsi un labbro, sperando di non aver detto niente di grave. Lui, di tutta risposta, abbassò il viso, guardando per terra. Continuavo a seguirlo, non sapendo davvero dove fossimo diretti.
‘’I miei genitori non sono a casa, mio fratello è tornato da poco e adesso sta riposando… l’ho detto solo perché, conoscendolo, suppongo possa irritarsi facilmente, se si ritrova estranei in casa’’.
‘’Io non sono un'estranea’’, lo dissi quasi naturalmente, sentendomi quasi offesa da quell’appellativo. Non credo che Itachi lo volesse dire per ferirmi, ma in quel momento l’unica cosa che mi veniva da dire era proprio quella. Che no, io non ero un’estranea né per Sasuke né per lui. Non perché fossi la loro madre, o un parente; semplicemente perché uno era mio compagno di team, l’altro mi aveva salvato la vita e per questo non potevo fare altro che essere riconoscente e grata di averli accanto nella vita.
Itachi rimase in silenzio, senza dirmi un’altra parola.
Mentre camminavamo, mi accorsi che in lui si era acceso un leggero sorriso; sembrava essere apparso da quando lo avevo incontrato vicino casa. E poco dopo, salimmo delle scalinate che portavano su ad un terrazzo. Fu un sentiero lungo e mi chiesi in continuazione dove potesse portarci, ma quando finalmente arrivammo a destinazione, per poco non persi la parola.

‘’È magnifico qui’’, commentai, osservando il posto. L’Uchiha mi aveva portato nella zona più alta di Konoha, dove si erigevano i volti possenti degli Hokage, scolpiti nella roccia.
Ci affacciavamo sull’intera città e dall’alto si potevano scorgere tutte le luci accese; tutte le case; tutte le microscopiche persone che camminavano per le stradine. Sembrava davvero uno spettacolo, e non potevo fare altro che guardare stupita prima il villaggio e poi le sculture, così grandi ed immense.
‘’Non ci viene mai nessuno, qui… non è un posto molto frequentato’’, commentò Itachi, ad un certo punto. Io, incredula, domandai perché allora fossimo venuti proprio lì, a quell’ora tarda e, soprattutto, perché ci fosse venuto con me.
‘’Non lo so, quando ti ho visto in lontananza mi è venuto spontaneo chiedertelo…’’. Divenni rossa in viso, e nascosi lo sguardo nei miei capelli ormai corti.
‘’Ti stanno bene anche corti, sai?’’. In quel momento mi pietrificai, ricordando l’aggressione di Orochimaru e la presa che teneva sopra la mia testa. Il successivo taglio disperato e il tentativo di divincolarmi per non rimanere ancora sua vittima.
‘’G-grazie’’.
‘’Sei stata davvero coraggiosa, quella volta’’. Lui abbassò la testa.
‘’Itachi… posso farti una domanda?’’. Proseguii, senza nemmeno lasciargli il tempo di rispondermi: ‘’Chi è davvero quell’uomo?’’.
‘’Vedi Sakura, ci sono cose che è meglio non sapere… però posso dirti che non rappresenterà più un problema, te lo prometto!’’. Mi guardò, sorridendomi. Ancora una volta non potevo ottenere risposte precise. D’altronde, ero solo una ragazzina e non potevo fare altro che rimanere tale; sbilanciarmi avrebbe comportato essere avventata e presuntuosa.
‘’Sei molto legata a Sas’ke, non è vero Sakura?’’. Questa domanda fu un colpo.
‘’Perché me lo chiedi? Cosa c’entra adesso?’’.
‘’Una domanda per un’altra… funziona così fra gli shinobi’’. Io aggrottai la fronte, pensando a questa sua risposta così inaspettata. Possibile che lui mi trattasse alla sua pari? Fino a quel momento non aveva fatto altro che relazionarsi a me come sua coetanea, come se fossi una sua compagna di team, come se fossi davvero forte. Lo pensava davvero? Dirmi una cosa del genere voleva dire che aveva fiducia in me, che poteva farmi discorsi seri.
‘’S-sì, credo di sì…’’.
‘’Allora Sakura ho bisogno che tu mi faccia una promessa’’.
Non capivo: dove voleva arrivare? Cominciai a tremare, perché, ad un tratto, si avvicinò sempre di più a me. Funziona così fra gli shinobi, mi aveva detto. Ma esattamente, io per lui che cosa ero? Perché mi aveva fatto quella domanda? Cominciavo ad essere sempre più confusa.
‘’Proteggi per me Sas’ke, va bene?’’. Mentre mi disse quelle poche parole, che rimasero impresse nella mia mente per sempre, mi fissò dritto negli occhi. Erano scuri, tenebre spaventose che potevano catturarti viva da un momento all’altro, ma tutto ad un tratto si accesero di quel rosso intenso che a me faceva tanta paura, e lì, dopo un colpetto datomi in fronte, svenni sul colpo.
Così caddi per terra e, l’ultima cosa che vidi, fu il suo sguardo mostruoso fissarmi intensamente.
E quella fu l’ultima volta che potei davvero guardarlo negli occhi.

 




 


***Haney's corner***
Salve a tutti! Perdonate l'enorme ritardo, ma causa problemi di salute, recentemente ho avuto difficoltà ad aggiornare. Mi dispiace anche per il capitolo molto breve, ma al momento sono arrivata al settimo e la divisione è stata un po' difficile da fare; prometto che il prossimo sarà molto più lungo! 
Spero vi piaccia, molto presto pubblicherò il quarto.

-Haney.

   
 
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