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Autore: Monkey D David99    21/12/2017    1 recensioni
Archiviato ormai il suo viaggio nella regione di Sinnoh, Ash si rilassa a Biancavilla... fino a quando non viene a sapere di una prestigiosa competizione al confine tra Kanto e Sinnoh!
Ma è veramente così che stanno le cose? Oppure c'è una ragione ben precisa se, nel bel mezzo di una lotta, il gruppo di Allenatori partecipanti viene catapultato in un altro mondo, pieno di pirati e personaggi inverosimili?
Una nuova avventura, ricca di misteri come non ne avete mai viste, si staglia davanti al giovane Allenatore di Biancavilla e dei suoi amici, che dovranno sopravvivere nell'Era della Pirateria affrontando mille ostacoli!
E ben presto... il potere arcano si risveglierà...
P.S: Ritorno dopo tanto tempo con una nuova fanfiction, ma non preoccupatevi per le altre due incomplete. Sono appena tornato dalle vacanze, perciò non ho pubblicato nulla per molto, però nei prossimi mesi riuscirò a terminare almeno la mia prima fanfiction Pokèmon: potetene starne certi.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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L'isola che in questo momento si ergeva davanti ai nostri eroi non era estremamente grande, tuttavia li colpiva molto. Questo perché, a prima vista, essa sembrava inabitata: non c'erano persone ne edifici di un qualsiasi genere, era semplicemente una distesa d'erba e sabbia al di sopra dell'oceano.
"Sarebbe questa?"- chiese Brock a Madame Shirley.
"Si- rispose la donna.
Questa è l'Isola Arcana più vicina al Nuovo Mondo. Si chiama Isola Rossa".
"Isola Rossa?"- si chiese il gruppo di Allenatori.
"Il nome non ha importanza- disse all'improvviso Paul, attirando l'attenzione di tutti.
Abbiamo un obbiettivo da raggiungere su quest'isola, quindi diamoci una mossa e cerchiamo il Saggio".
Ognuno dei presenti annuì e così il gruppo cominciò a scendere dalla nave e a esplorare la zona.
Ben presto la sensazione di "luogo inospitale" svanì completamente.
Su quella parte tanto piccola dell'isola c'erano infatti numerosissime palme, ciascuna accomunata alle altre dal fatto di essere estremamente alta- tanto da raggiungere l'altezza del sole- e dalla presenza di coloratissimi frutti che brulicavano su di esse: mele, pesche, uva...
Inoltre pure il paesaggio era molto interessante a vedersi: tra una palma e l'altra crescevano distese di soffice erba verde e cespugli dagli incantevoli fiori rossi, gialli, arancioni, viola...
Insomma, nonostante all'apparenza sembrasse solo una "misera" spiaggia, in realtà osservando questa zona con più attenzione si poteva chiaramente notare un luogo capace di donare, a chiunque vi si trovasse, una grande dose di tranquillità e di vita.
"È molto meglio di come sembrava da lontano!"- affermò Lucinda sorridente, mentre Piplup e Pikachu si fermavano ad annusare i fiori.
"Qui c'è moltissima frutta..."- disse Brock osservando gli alberi, per poi accovacciarsi sulla gamba destra e toccare l'erba e la sabbia:
"E il terreno nonostante il sole non è neanche tanto secco, quindi questi alberi possono anche crescere rigogliosamente".
"Complimenti Brock, vedo che ne sai di cose!"- gli disse Shakki e il ragazzo, di risposta, mise una mano dietro la testa leggermente imbarazzato.
Nel frattempo che parlavano, tuttavia, nessuno si accorse della presenza tra i cespugli di vari occhietti, i quali fissavano loro con estrema attenzione; l'unico ad accorgersi ovviamente di qualcosa fu Rayleigh, il quale però subito dopo essersi girato verso i cespugli decise di non farci troppo caso: se erano dei semplici animali selvatici, perché preoccuparsi?
"Bene ragazzi, ascoltate- cominciò a parlare il vecchio ex-pirata.
Nessuno di noi sa quanto sia grande quest'isola, nemmeno io; e proprio per questo, dobbiamo evitare a tutti i costi di separarci ora che la esploreremo.
Siamo intesi?".
I protagonisti annuirono e così si formò un gruppo omogeneo e unito con a capo proprio Rayleigh. A seguire c'erano le coppie di Shirley e Shakki, Zoey e Kenny, Paul e Barry e infine quella di Brock e Lucinda.
A essere in fondo, da soli, c'erano Ash e Pikachu; l'intero gruppo prese così una strada a Ovest.
Oltre le palme già citate si ergeva una fitta foresta, dove gli alberi facevano filtrare poca luce attraverso i rami e quindi l'aria era più fresca a causa dell'ombra; i nostri eroi fissavano con curiosità ciò che avevano davanti e onde si addentravano, pensando che proprio oltre quella foresta avrebbero trovato una qualche città e dunque, a rigor di logica, qualcuno che li potesse aiutare.
Ma come sempre, quando si viaggia in compagnia possono sorgere dei problemi a causa della disattenzione di uno dei membri...

"Pika-pi!".
"Che ti prende Pikachu?".
Pikachu era sceso dalla spalla di Ash e aveva indicato un cumulo di terra alla loro destra.
Il ragazzo si avvicinò a esso curioso e si abbasso con le mani sulle ginocchia; inizialmente non accadde nulla, ma passato qualche secondo esso cominciò a muoversi.
Qualcosa, sebbene piccolo, era sottoterra.
"Stai in guardia Pikachu- disse Ash.
Non sappiamo cosa vive su quest'isola!".
"Pika...".
I due rimasero fermi e in silenzio. Erano concentratissimi e più tempo cominciava a passare, più la loro attenzione aumentava e sudavano freddo: qualunque cosa sarebbe uscita, non ne conoscevano le intenzioni e quindi non era da escludere la possibilità di un combattimento ravvicinato e improvviso (anche per questo, poi, l'attesa era a dir poco snervante sebbene di pochi secondi).
Improvvisamente qualcosa uscì fuori e sbatté contro il mento del povero che Ash che, trovandosi accovacciato in quel momento, cadde a terra di colpo. Rialzatosi immediatamente dopo, egli rimase colpito da ciò che aveva davanti:
"E questo cos'è?"- si chiese il ragazzo massaggiandosi ancora il mento.
Davanti a lui e Pikachu era appena comparso un piccolo essere dal corpo marrone e tondeggiante, alto più o meno quanto il Pokemon Topo e dai piccoli occhi neri; e non appena il giovane Allenatore gli avvicinò la mano sinistra, questi fece un enorme balzo da sottoterra e afferrò quella stessa mano con le sue zampe anteriori, per poi infine scaraventare un incredulo Ash al suolo dalla parte opposta.
"Pika-pi!"- gridò Pikachu preoccupato, dopodiché si diresse dal ragazzo. Quest'ultimo per fortuna si alzò senza problemi, tuttavia gli faceva leggermente male il collo e quindi se lo massaggiò, facendo anche una smorfia e mostrandosi arrabbiato:
"Ma si può sapere che ti prende?!"- fece l'Allenatore di Biancavilla con un tono aggressivo.
La misteriosa creatura non si curò minimamente della sua reazione e urlò al cielo, sorprendendo i due che aveva davanti poiché non ne capivano il senso.
Il loro problemi a comprendere però non durarono molto; infatti, come risposta immediata all'urlo, Ash e Pikachu iniziarono a sentire dei rumori tra i cespugli. Allenatore e Pokemon reagirono mettendosi di nuovo all'erta con il medesimo nervosismo, e dopo pochi attimi rimasero di stucco: un intero esercito di animali della stessa specie del primo- circa una ventina- aveva risposto alla sua chiamata, e adesso stava puntando verso di loro pronto a combatterli.
"Goooooooooo!"- gridò il loro capo, e questi di risposta si gettarono a grandissima velocità contro i due avversari.
Uno di loro colpì Pikachu con la coda mentre era ancora sulla spalla di Ash, facendolo cadere e ruzzolare a terra; un altro, invece, diede una violentissima testata alla pancia del giovane, facendolo barcollare e poi cadere in ginocchio.
E tutti i restanti continuarono ad attaccare con lo stesso ritmo, alcuni saltando e correndo, altri sbucando da sottoterra e facendo mosse di arti marziali: prese, capovolgimenti, colpi di coda e persino pugni in grado di spaccare la roccia!
Ovviamente i nostri riuscivano a schivarli, ma era davvero dura.
"Ma chi diamine sono questi animali?!"- fece Ash esterrefatto, per poi tornare a concentrarsi sulla situazione:
"A ogni modo dobbiamo respingerli. Forza Pikachu, usa Fulmine!".
"Pika...".
Purtroppo Pikachu non riuscì a sferrare la mossa, in quanto venne scaraventato da un pugno verso un albero mentre stava ancora accumulando elettricità; e anche il suo Allenatore venne subito colpito in faccia da una coda e cadde a terra.
Negli occhi di quegli animali c'era sempre più voglia di attaccarli, senza tuttavia un motivo ben chiaro: era come se li odiassero.
Tuttavia, ad Ash questo non importava affatto.
Lui voleva solo farla finita.
"Sono andati di nuovo sottoterra...
Pikachu, pianta la coda nel terreno e scarica l'energia elettrica a piena potenza!".
Il Pokémon Topo eseguì prontamente l'ordine, e si generò un enorme fascio di luce al quale seguirono delle scosse e delle frantumazioni del terreno; il risultato fu una serie davvero numerosa di animali a terra bruciacchiati, che tuttavia riuscivano ancora a rialzarsi.
Inoltre il loro capo, che aveva dato origine a tutto, non era ancora stato colpito e si trovava perfettamente in piedi (sebbene non fosse contento per come stesse andando la battaglia).
E fu proprio il capo che, in quel momento, si gettò verso Pikachu in una posa da karateka per sferrare un violentissimo gancio destro.
"Fai attenzione!"- gridò Ash al suo amico, che fortunatamente riuscì a spostarsi in tempo.
Tuttavia, quello fu solo il primo di una serie di colpi in successione: incitato e ammirato dal resto del gruppo, il piccolo animale marrone ingaggiò infatti uno scontro corpo a corpo con il suo avversario, che cercava di evitare ogni colpo sebbene visibilmente innervosito.
E Ash non era da meno, tanto che sudava freddo. Ma non si scoraggiò.
"Non demordere Pikachu! Usa Codacciaio!".
Immediatamente la sfida prese un andamento opposto a quello precedente. Stavolta Pikachu non stava cercando di schivare i colpi avversari, ma anzi li stava parando con la sua coda, causando lo stupore sia del nemico che dei suoi compagni- i quali ora avevano gli occhi sgranati e la mascella spalancata per ciò che stava accadendo al loro leader.
Il botta e risposta dei due contendenti, sebbene piuttosto intenso, durò pochi secondi e mostrò in maniera estremamente palese la superiorità offensiva del Pokémon Topo, il quale infatti non ebbe alcun problema a contrastare uno dopo l'altro i pugni dell'avversario; alla fine, dunque, ci fu l'ultimo atto:
"Chuuu... pika!".
Schivato l'ultimo pugno attraverso una finta sorprendente, Pikachu colpì duramente la testa dell'animale con la sua potentissima mossa e quest'ultimo, di risposta immediata, cadde a terra ruzzolando.
Quando si rialzò qualche attimo dopo, aveva un grosso bernoccolo sulla testa e digrignava i denti.
"Chiudiamo in fretta questa storia!- esclamò Ash alzando il pugno al cielo.
Pikachu, adesso usa Fulmine!".
"Pikaaa... chuuuuu!".
L'attacco elettrico generò un'esplosione di proporzioni gigantesche. Si alzò infatti un enorme polverone in tutta la zona, che una volta visibile apparve piena di bruciature sia per terra che sul gli alberi; quanto agli animali che li avevano aggrediti, questi stavolta erano rimasti del tutto privi di sensi e giacevano immobili al suolo.
"Bene- disse Ash guardando ai suoi piedi.
A questo punto possiamo prosegui...".
Fu in quel momento che il ragazzo e Pikachu si accorsero di un dettaglio tanto piccolo quanto fondamentale e preoccupante:
"Dove diamine sono finiti gli altri?!"- gridò il giovane Allenatore in preda all'ansia, con le mani tra i capelli e la consapevolezza di aver commesso una castroneria senza precedenti.

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Erano circa dieci minuti che Ash continuava a vagare disperato e ansimante alla ricerca dei suoi amici, ricerca che tuttavia non stava dando alcun risultato positivo. Purtroppo la foresta era molto più fitta e grande di quanto si potesse immaginare, e bastava perdere di vista il sentiero principale per smarrirsi totalmente.
"Come ho potuto commettere un errore simile..."- borbottava il giovane Allenatore continuando a camminare.
Pikachu invece era sceso dalla sua spalla e stava cercando di annusare il terreno per scovare le loro tracce; tuttavia, anche in questo modo non c'erano progressi, e il povero roditore sospirava con le orecchie abbassate.
A un tratto però, proprio durante tale clima di negatività, entrambi sentirono uno strano rumore e si misero all'erta.
"Pi!"- fece il Pokemon rizzando subito le orecchie.
"Cosa sarà stato?"- si chiese invece il suo Allenatore.
Pochi istanti dopo, i due lo sentirono nuovamente.
Qualcosa o qualcuno si stava spostando tra i cespugli e, cosa più importante, li stava raggiungendo.
"Ancora..."- fece Ash pensando di trovarsi davanti agli stessi animali di prima. Per istinto, egli reagì prendendo un grosso sasso da terra.
"Andate via, bestiacce!"- gridò il ragazzo lanciando quel sasso con tutta la forza che risiedeva nel braccio. Riuscì a colpire il cespuglio, ma incredibilmente proprio da quest'ultimo vennero tirati dei piccoli pezzetti di pietra impolverati, che caddero ai piedi dei protagonisti.
"Ora basta, li affronteremo a viso aperto!"- affermò con determinazione Ash, per poi rivolgersi al suo amico:
"Va bene Pikachu, al mio tre.
Uno... due...".
In quel momento sbucò qualcosa dal cespuglio: sembrava un piede.
"Tre!"
Con una forza a dir poco straordinaria e una grande furia combattiva, Ash e Pikachu si gettarono ad aggredire chi o cosa stesse uscendo dal cespuglio; tuttavia il Pokemon, a differenza dell'Allenatore, si fermò di scatto non appena riconobbe cosa aveva davanti: un ragazzo.
Quanto ad Ash...

"Ma che diavolo..."- fecero entrambi gli individui una volta che si accorsero di non avere davanti chissà quale animale o nemico da combattere, e soprattutto quando si accorsero di star sbattendo contro un albero di mele. Mele molto ma molto grosse, e che caddero a pioggia sulle loro povere teste creando non pochi lividi e bernoccoli vari; alla termine della "franata" Pikachu era l'unico a essere rimasto in disparte, e adesso stava guardando, con una faccia allibita, il suo migliore amico e lo sconosciuto appena incontrato sommersi da una quantità sorprendente di mele giganti.
Dopo qualche attimo sufficiente a riprendersi...
"Ahia, che botta..."- disse Ash massaggiandosi la testa, per poi prendere una mela in mano e osservarla meglio:
"Non mi sembravano così grosse sulla riva dell'isola".
"È perché siamo nella zona est della foresta...".
Sentita questa voce, Ash si girò immediatamente: per un attimo si era scordato del tutto riguardo la persona che era stata "schiacciata" assieme a lui.
Una volta che lo vide gli porse la mano destra e così entrambi, ponendo anche un piede per terra, riuscirono a rialzarsi da quel mucchio di frutta.
"Mi spiace di averti aggredito...- disse il ragazzo di Biancavilla mettendosi una mano dietro la testa.
Vedi, prima ero stato attaccato da degli animali, quindi quando ti ho sentito tra i cespugli ho pensato mi stessero aggredendo di nuovo".
La persona davanti ad Ash, inizialmente stupita di ciò che era successo, adesso aveva le mani sui fianchi e comprendeva meglio il suo atteggiamento; ragion per cui, non mostrò nessun segno di rabbia.
"Ho capito, hai voluto difenderti- disse lui sorridendo.
Allora non c'è problema, puoi stare tranquillo!".
"Grazie"- disse il giovane Allenatore, ora calmo e rassicurato.
Immediatamente Pikachu gli saltò in spalla, e fu in quel momento che l'altro ragazzo si avvicinò di più mostrando una leggera curiosità:
"Scusami, ma cos'hai sulla spalla?- gli chiese guardando il topo elettrico.
Sembra una specie di peluche".
Ash però non sapeva proprio come rispondergli: era forse il caso di rivelare a uno sconosciuto l'esistenza dei Pokemon e tutta la storia di come lui e i suoi amici erano giunti sull'isola?
No, per niente. Infatti il giovane Allenatore, dopo qualche istante di silenzio, decise di non dire nulla di particolare.
"Non è niente, non farci caso".
Sorprendentemente, la persona davanti al ragazzo di Biancavilla reagì accettando la sua risposta con una sincerità senza precedenti:
"Va bene, lascia stare!"- disse lui sorridendo.
Il giovane Allenatore e il suo Pokemon rimasero abbastanza colpiti da tale atteggiamento, e assunsero delle espressioni perplesse sui loro volti.
Di norma, infatti, qualcuno si sarebbe potuto facilmente impressionare, o avrebbe pensato che gli si stesse nascondendo qualcosa; lui, invece, non fece minimamente caso a dettagli come il tono o la maniera attraverso cui erano state dette quelle parole, e forse addirittura non gli importava nemmeno delle stesse parole.
Come Ash aveva parlato, così lui gli aveva creduto. Punto e basta.
Tuttavia non ci diedero molto peso, dato che forse era meglio così in quanto risparmiava ipotetiche domande.
Tutt'a un tratto però al ragazzo torno in mente ciò che stava facendo prima, e si mise nuovamente le mani tra i capelli mostrando ansia.
"Devo cercare gli altri!"- esclamò il ragazzo, dopodiché si rimise alla loro ricerca pur non sapendo, ovviamente, dove andare.
Prima però che potesse muoversi, l'altro ragazzo lo prese per la manica della giacca:
"Aspetta!- esclamò fermandolo.
Perché sei così agitato tutt'a un tratto? Qualcosa non va?".
Ash si girò subito verso di lui:
"Forse puoi aiutarmi- gli disse liberandosi dalla sua presa.
Sai dirmi come posso uscire da questa foresta?
Io e i miei amici la stavamo esplorando, ma mi sono allontanato dal gruppo accidentalmente e li sto ancora cercando".
"Beh, non c'è problema. Ecco, dovresti andare...".
In quel momento il ragazzo si interruppe: ciò che seguì sarebbe entrato a mani basse nella storia come il non plus ultra della demenzialità.
"Sai, credo di essermi perso anch'io..."- disse lui in maniera estremamente schietta.
A sentirlo, Ash cadde direttamente a terra per lo shock assieme a Pikachu.
"Ero stato attirato qui dall'esplosione di poco fa, ma non ho pensato che mi sarei allontanato fin troppo dai miei amici... Scusami!"- concluse lui con una mano dietro la testa.
La cosa più strana era che nei suoi occhi e nel suo tono di voce non si scorgevano ne panico ne preoccupazione, era calmissimo; e come prima la sua particolare sincerità, anche questo atteggiamento di adesso colpiva abbastanza sia Pikachu che Ash.
"Non ci posso credere..."- fece quest'ultimo con uno sguardo allibito e scioccato, sempre seduto a terra.
Entri pochi secondi però cambiò stato d'animo riflettendo sulla situazione effettiva in cui si trovava.
Il risultato? Contro ogni possibile azione che ci si aspetterebbe da altre persone, e sopratutto senza un apparente motivazione...
Ash rise. Rise davvero di gusto, tanto che sembrava aver scordato totalmente il problema che fino a pochi secondi fa lo affliggeva.
"Pika-pi?"- fece Pikachu, avvicinandosi al suo Allenatore e inclinando la testa come segno di perplessità. Anche l'altro ragazzo aveva il medesimo stato d'animo.
"Perché stai ridendo?".
"Perché nessuno di noi due sa come tornare indietro- gli rispose schiettamente il giovane di Biancavilla.
Non fraintendermi: non sto dicendo che non significa niente, è solo che mi sembra davvero assurdo pensare che io e te neanche ci conosciamo eppure abbiamo agito allo stesso modo, non ti pare?
Arrivati a questo punto, direi che possiamo anche prenderla sul ridere!".
Con queste ultime parole l'allegria di Ash divenne davvero contagiosa e raggiunse anche gli altri due del gruppo. L'intero trio quindi diede vita a un circolo di risate in compagnia, dimostrando di riuscire a prendere con leggerezza tale situazione.
Nel frattempo...

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"Non posso credere che Ash si sia perso!"- esclamò Lucinda con una mano sulla fronte.
"Io invece ci credo"- commento Paul a braccia conserte e con un tono infastidito.
Il gruppo si era accorto proprio in quel momento della sparizione del loro amico, e stavano ragionando riguardo un modo per ritrovarlo; avrebbero potuto provare con un Pokemon dall'alto, ma forse non era il caso di far conoscere queste creature a eventuali abitanti dell'Isola Rossa.
Rimaneva quindi l'opzione più "classica": mandare qualcuno a cercarlo in mezzo al verde fittissimo, facendolo forse sudare anche per delle ore.
"Lucinda, Zoey, andate voi a cercare Ash e Pikachu. Una volta che li trovate, proseguite con loro: ci incontreremo verso la fine della foresta"- disse Rayleigh alle due ragazze.
"Rayleigh, aspetta...- lo interruppe Shakki.
Hai detto tu stesso all'inizio che non ci saremmo mai dovuti separare gli uni dagli altri; non credi che Lucinda e Zoey rischierebbero di smarrirsi com'è successo al loro amico, se mai si avventurassero da sole nella foresta?".
L'anziano indicò per risposta un albero davanti a loro, sulla cui corteccia cresceva il muschio.
"Forse Ash non lo ha notato- disse lui-, ma qui ci sono numerosi punti di riferimento naturali, e uno di questi è sicuramente quell'albero.
Se ne terremo tutti conto, eviteremo di perderci o passare due volte nello stesso punto".
Alla fine quindi nessuno ebbe nulla in contrario, e le due Coordinatrici vennero mandate alla ricerca di Ash; a loro però si unì anche Brock, il quale aveva infatti mostrato varie volte di essere dotato di un grande spirito di osservazione.
Il gruppo quindi si diresse a Nord-Est.

Dopo qualche minuto di camminata facendo attenzione a rimanere uniti...
"Non ho mai viaggiato in maniera fissa con voi, ma conoscendo Ash immagino che gli possa capitare benissimo di perdersi così!"- disse Zoey facendosi scappare una risatina.
"In effetti a volte gli capita di distrarsi, hai ragione!"- le rispose Lucinda, anche lei ridendo un pochino assieme a Brock.
Improvvisamente però Piplup cominciò ad agitarsi tra le braccia della ragazza, sorprendendola:
"Che ti prende, Piplup?"- gli chiese, ma il Pokémon Pinguino reagì liberandosi dalla sua presa e indicando al gruppo un punto lontano verso Nord.
"Forse Piplup ha sentito Ash e Pikachu da quella parte..."- ipotizzò Zoey.
"Potrebbe essere solo istinto, ma vale la pena provare secondo me. Voi che dite?"- disse invece Brock.
In realtà nessuno la pensava così, e mai lo avrebbe fatto. Si sapeva benissimo ormai che Piplup aveva un pessimo senso dell'orientamento, ragion per cui avevano tutti paura riguardo la possibilità, anche solo minima, che fosse lui a guidarli; nonostante ciò, Lucinda decise comunque di assecondare il suo Pokemon e il gruppo si diresse così nella direzione da lui indicata.
Dopo qualche secondo di camminata Piplup si fermò bruscamente, e indicò un albero in mezzo a due grossi cespugli, alti quanto la metà di esso, che stava alla sua destra. Sembrava particolarmente deciso.
"Credi che siano lì?"- chiese la sua Allenatrice. Il Pokemon annuì con le zampe anteriori sui fianchi, sempre più convinto.
"Allora tanto vale dare un'occhiata"- disse Brock, per poi avvicinarsi all'albero e guardare tra i grandi e fittissimi cespugli.
"Ash, Pikachu, per caso siete...".
Il ragazzo non fece in tempo a completare la frase che, con una velocità sorprendente, dai cespugli sbucò un formichiere grande poco più di Piplup.
Brock cadde così a terra per lo shock, mentre l'animale, una volta visti i nostri eroi, siccome non aveva cattive intenzioni se ne andò via di corsa.
"...qui?"- concluse il giovane dalla pelle scura.
Il trio di Allenatori diresse subito degli sguardi verso il povero Pokemon Pinguino. Non erano di rabbia o di delusione, bensì erano gli sguardi di chi si aspettava che una cosa accadesse in un modo, e questa era appena accaduta in tal modo.
Da parte sua, invece, Piplup abbassò la testa sudando freddo, come per dire "scusatemi".

All'improvviso però qualcosa ruppe il clima "patetico-comico" che si era creato: dal nulla, senza che nessuno potesse capirne la provenienza esatta, si sentì un grido di dolore piuttosto acuto.
"Cosa è stato?"- si chiese Lucinda, girandosi a vuoto per comprendere da dove venisse tale grido.
"Credo che qualcuno si sia fatto male un po' più avanti, ma dubito fosse Ash. Era troppo acuto come grido..."- le rispose Zoey.
Alla ragazza di Duefoglie però non interessava se era Ash oppure no: se una persona si era fatta male, andava aiutata a prescindere se la si conoscesse o meno, giusto?
"Andiamo comunque"- disse alla fine lei.
Il gruppo quindi corse ancora più a Nord, giungendo in breve tempo presso una zona dove era difficile camminare a causa della presenza di dossi e dislivelli; e infatti, proprio a causa di uno di questi dislivelli, una ragazza dai lunghi capelli era inciampata e sembrava essersi slogata una caviglia. Accanto a lei c'era anche un'altra donna, più grande, che si era inginocchiata e le stava dando un'occhiata veloce per cercare di comprendere le sue condizioni.
Le due donne si accorsero immediatamente dei protagonisti, e alzarono lo sguardo verso di loro.
"Voi chi siete?"- chiese la donna più grande con perplessità. Lucinda cercò di avvicinarsi alle due e di parlarle gentilmente:
"Scusateci se piombiamo così all'improvviso- disse.
Avevamo sentito un lamento, e siamo corsi per vedere cos'era successo".
"E ora che siamo qui, possiamo darvi una mano se volete"- aggiunse Zoey.
Le due ragazze furono estremamente contente della disponibilità appena mostrata.
"Davvero sareste disposte ad aiutarmi?!- chiese sorridendo di gioia la ragazza a terra.
Vi ringrazio di cuore!".
"Io mi chiamo Lucinda"- cominciò a presentarsi la giovane Coordinatrice, dopodiché indico gli altri due:
"Loro invece sono i miei amici Zoey e...".
La ragazza si interruppe quando notò l'assenza del terzo membro dal gruppo; assenza che tuttavia non era al 100% veritiera dal momento che, come le fecero subito notare Zoey e Piplup, in realtà Brock aveva già avuto modo di "presentarsi" alle due ragazze...
Inutile specificare il silenzio imbarazzante e le mani sulle fronti che ci furono da parte delle due Coordinatrici e del Pokemon.
"Io sono Brock, signore!"- disse inginocchiato e cercando di apparire "romantico", con la mano destra che teneva quella della donna a terra.
"O dolce fanciulla che hai smarrito la via e adesso giaci a terra, non devi sentirti in pericolo; nonostante la situazione sfavorevole, infatti, il tuo coraggioso e forte cavaliere è arrivato in soccorso!".
Le due donne erano scioccate da tale comportamento, tanto che preferivano rimanere in silenzio e con sguardi allibiti piuttosto che proferire parola.
Immediatamente dopo Brock spostò i suoi occhi verso la donna più grande:
"E tu, invece, una donna così gentile e benevola verso la sua amica...
Cosa ne diresti se io, te e lei, una volta lasciateci alle spalle questa spiacevole vicenda provassimo a conoscerci meglio? Magari con un appuntamento a lume di candela?".
Il ragazzo non si accorse che, mentre parlava con le due sconosciute, Croagunk era già uscito fuori dalla sua Pokeball e si stava accingendo a usare la zampa; ma prima che potesse farlo, qualcosa lasciò di stucco tutti i presenti (lui compreso):
"Lascia stare le mie donne, disgustoso idiota!".
Con una velocità e una potenza fisica letteralmente "disumani", un misterioso individuo si gettò sul povero Allenatore e gli diede un calcio così forte da spedirlo in mezzo a decine di alberi, cespugli e anche rovi spinosi che si trovavano alla loro destra: fu un volo pazzesco, lungo a occhio decine di chilometri!
Lucinda, Zoey, Croagunk e le due sconosciute erano rimaste senza fiato, in particolare però i primi tre: per qualche strano motivo, le altre due avevano (quella giacente a terra) una mano sulla fronte e (quella più grande) la testa abbassata e gli occhi chiusi.
Subito lo sconosciuto appena apparso si rivolse a loro, e lo fece con un tono di voce talmente smielato e un viso talmente da pesce lesso che faceva imbarazzare:
"Ora che quel pazzo è andato via, non avere più timore mia cara: ci sono io a prendermi cura di te...".
Egli non riuscì a terminare la frase che la ragazza a terra mutò subito atteggiamento. Visibilmente scocciata e infastidita per ciò che stava accadendo, ella infatti mostrò una furia incredibile e diede un violentissimo pugno sul viso del ragazzo davanti a lei; questi, di risposta, cadde a terra con una faccia rossa e fumante.
"Sei sempre il solito imbecille!- gridò lei piena di rabbia.
Come ti è saltato in mente di colpire un ragazzo?! Ero contenta che mi aiutasse!".
Nel frattempo le due Coordinatrici e i Pokemon erano ancora più sbalordite dal comportamento dello sconosciuto, non tanto però perché aveva colpito Brock quanto piuttosto per come aveva parlato con le due donne.
"Hai visto Zoey?"- chiese Lucinda avvicinandosi all'orecchio della sua amica.
"Si- le rispose lei parlando sempre all'orecchio della sua amica.
Chiunque sia, quel tizio si è comportato in maniera davvero molto simile a Brock. Piuttosto curioso".
In quel momento le due si ricordarono subito del loro amico, ancora in mezzo a tutti quegli alberi; preoccupate quindi per le sue condizioni, le due si attivarono subito per andare da lui.
Ma fortunatamente (o sfortunatamente, questioni di punti di vista)...
"Si può sapere cosa diamine ti prende?!"- gridò a squarciagola il ragazzo dalla pelle scura, che a quanto pare si era ripreso molto più in fretta di quanto ci si potesse aspettare. Ovviamente ne erano tutti felici, ma ciò che seguì non fu altrettanto "lieto"; anzi, fu piuttosto demenziale.
"Ti rendi conto della forza con cui mi hai aggredito?! Potevi uccidermi!"- urlò lui mettendosi davanti all'altro ragazzo, naso contro naso. Da parte sua, quest'ultimo assunse invece uno sguardo infastidito e arrabbiato:
"Senti un po' tu, ma almeno ti rendi conto di che cosa hai fatto a quella povera ragazza?!"- fece lui spostandosi da Brock e indicando la tizia a terra, che in quel momento sembrava essere davvero vicinissima a un esaurimento nervoso, tanto che digrignava i denti e le pulsava una vena sulla fronte.
"Ma di cosa stai parlando?- ribatté Brock, stavolta con un tono leggermente più calmo.
Io la stavo solo aiutando a rialzarsi!".
"Ma se le facevi il filo!"- esclamò furibondo l'altro ragazzo, e fu allora che la situazione prese una svolta tanto apocalittica quanto assurda. Mentre infatti le quattro femmine e i due Pokemon erano rimasti del tutto scioccati da quest'ultima frase, tanto che erano rossi come pomodori e a bocca aperta, i due ragazzi si misero di nuovo fisicamente l'uno contro l'altro e diedero inizio a una litigata davvero molto, ma molto, ma molto accesa: nei i loro occhi ardeva il fuoco, e scoccavano scintille fortissime praticamente dappertutto.
L'intera foresta divenne, in men che non si dica, un campo di battaglia per questi due uomini che si accingevano a combattere un duello verbale senza esclusione di colpi- o forse sarebbe meglio dire "un duello demenziale senza esclusione di stupidaggini", visto che le ragazze, anziché dal loro "ardore", erano colpite dall'inutilità e dal nosense di tutta questa faccenda.
"Io farle il filo?! E tu allora, che hai cominciato a parlare in maniera talmente stupida?!".
"Quella era "gentilezza", troglodita!".
"Cos'hai detto?! Hai il coraggio di darmi del "troglodita" dopo che mi hai dato quella specie di calcio assassino?!
Per me sei patetico!".
"Ripetilo se hai il coraggio, occhi socchiusi!".
"Sei patetico, sopracciglio attorcigliato...".

Il duello si concluse.
Fortunatamente per tutti, Croagunk diede due colpi di Velenpuntura dritti in mezzo alle chiappe dei due cretini, che di conseguenza rabbrividirono come mai prima d'ora e assunsero degli sguardi estremamente sofferenti, tanto che sembravano essere malati di qualche morbo pericoloso; e purtroppo per loro, questo non fu l'unico colpo che subirono. Una volta che furono a terra esanimi, i due infatti guardarono d'istinto al cielo ancora doloranti, e videro Lucinda e l'altra ragazza tenere le mani in una posa molto pericolosa...
"Dateci un taglio, brutti imbecilli!"- gridarono a squarciagola le due, colpendoli con una breve serie di schiaffi tanto rapidi quanto dolorosi.
Un tremendo gemito di dolore si diffuse in quel momento per tutta l'area, spaventando anche numerosi uccelli che volarono via dagli alberi.

Dopo che i due pazzi riuscirono a darsi finalmente una calmata, anche perché le loro faccio erano letteralmente piene zeppe di lividi, il gruppo poté tornare a una conversazione seria.
"La gamba non mi sembra rotta, però credo che ci vorrebbe il parere esperto di un medico..."- commento Zoey osservando la parte dolorante della sua nuova amica.
"Se è per questo, noi conosciamo un ottimo medico- le rispose subito la donna più grande.
Dobbiamo chiedere a lui".
"Ok, ma dove si trova in questo momento?"- chiese Lucinda appoggiata vicino alla ragazza giacente.
"In città, credo. Quando siamo partite lo abbiamo lasciato lì"- rispose quest'ultima.
In quel momento entrambe le Coordinatrici inclinarono la testa in segno di perplessità:
"Città?"- chiese Lucinda.
"Partite?"- chiese invece Zoey.
"Oltre la foresta c'è una ridente cittadina costruita in legno- cominciò a spiegare la donna più grande.
Quando siamo arrivati tutt'e tre su quest'isola, abbiamo deciso di stabilirci temporaneamente li.
È successo esattamente due giorni fa".
Parlò a questo punto l'altra ragazza, con un tono tuttavia più scocciato:
"Pochi minuti fa però un nostro amico si è allontanato dal gruppo, così noi due siamo partite per cercarlo e io sono accidentalmente caduta".
Le ragazze però non compresero bene l'ultima frase:
"Noi due?"- chiesero all'unisono entrambe.
In quel momento il "pazzo" si alzò e parlò di nuovo con quel ridicolo tono da dongiovanni:
"Io ero in cerca di ingredienti, poi però ho sentito il mio angelo gemere di dolore e sono accorso...".
"Piantala!"- lo zittirono urlando tutti i presenti, anche Brock. Ormai era diventato davvero fastidioso.
Detto questo, Lucinda però riflette su una cosa:
"Ingredienti? Ingredienti per cosa?"- chiese subito la ragazza.
"È molto semplice- disse lui.
Vedete, io sono un cuoco".
"Un cuoco?!"- esclamarono all'unisono tutti e tre gli Allenatori con stupore.
Gli altri ne rimasero colpiti.
"La cosa vi stupisce particolarmente?"- chiese la donna adulta.
"Che coincidenza!- disse Zoey.
Anche il nostro amico con cui hai litigato prima è un cuoco provetto!".
Sentendo queste parole, il giovane si girò subito verso Brock. Non aveva più uno sguardo furibondo, ma anzi stava iniziando a nutrire una leggera curiosità verso di lui:
"Ah, davvero?"- chiese.
"Si- rispose in maniera schietta.
Mi chiamo Brock".
"Io invece sono Sanji- rispose il ragazzo presentandosi a sua volta.
Fu a questo punto il turno delle presentazioni anche per le due ragazze:
"Voi avete detto di chiamarvi Lucinda e Zoey, giusto?"- chiese la ragazza che era caduta, e le due Coordinatrici annuirono.
"Io invece sono Nami e lei è la mia amica Robin".
"Piacere di conoscervi"- disse l'altra con un sorriso dolce e sincero.
"Il piacere è nostro!"- esclamò Lucinda, dopodiché ebbe un'idea:
"Sentite ragazze, che ne direste se vi accompagnassimo fino a questa città di cui parlate?".
Nami e Robin accettarono subito di buon grado l'offerta, rimanendo piacevolmente colpite dalla disponibilità e dalla gentilezza della Coordinatrice di Duefoglie.
Brock però dovette riportare la sua amica con i piedi per terra.
"Non possiamo Lucinda. Ti ricordo che dobbiamo ancora trovare Ash e Pikachu"- disse lui facendo riflettere la ragazza, che abbassò così la testa pensierosa.
"Aspetta, state cercando anche voi dei vostri amici che si sono persi?"- chiese Nami perplessa.
I tre Allenatori quindi raccontarono cosa era successo da quando avevano messo piede sull'Isola Rossa, senza tralasciare nessun evento ed entrando sempre di più nel dettaglio. Alla fine di tale discorso, i tre davanti a loro erano rimasti particolarmente colpiti.
"È davvero curioso- disse Robin.
La vostra storia somiglia davvero moltissimo alla nostra, tranne forse per come siete arrivati qui".
"Già, è una coincidenza che ha dell'incredibile"- commento Sanji portandosi una sigaretta alla bocca.
Nami invece meditava a braccia conserte, e dopo qualche secondo sorrise attirando l'attenzione dei nostri eroi.
Aveva in mente un'idea.
"Allora possiamo fare in questo modo- cominciò a spiegare.
Voi preoccupatevi solo di seguire me, Robin e Sanji; noi vi aiuteremo a trovare il vostro amico, e poi usciremo tutti insieme dalla foresta".
Il gruppo era piuttosto perplesso.
"Ma come pensi di fare?"- chiese Zoey.
Di sua risposta, la giovane donna fece l'occhiolino alla Coordinatrice e mostrò uno strano bracciale sul suo braccio destro:
"Questo è un Log Pose- spiegò lei.
Io sono una Navigatrice, ragion per cui sono perfettamente in grado di orientarmi dove voglio e quando voglio grazie a questa preziosissima bussola.
Vedrete che una volta trovato il vostro amico, non sarà difficile tornare in città".
I tre Allenatori sorrisero gli uni agli altri per l'intelligenza appena dimostrata dalla loro nuova amica, così decisero di riprendere le ricerche assieme a lei, aiutandola anche a reggersi più facilmente in piedi. Nel frattempo però che camminavano passo passo, a Lucinda tornarono in mente le ultime parole di Robin:
"Scusa se te lo chiedo Robin, ma cosa intendevi quando hai detto "tranne per come siete arrivati qui"?".
"Ecco..."- cominciò a spiegare la donna. Dal suo sguardo però si notava che non sarebbe stato un racconto "particolarmente lieto".

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Nel frattempo, tornando da Ash...

"Siete naufragati?!"- chiese il ragazzo di Biancavilla rimanendo di stucco.
"Si- gli rispose il suo nuovo amico.
Stavamo viaggiando seguendo la nostra rotta, quando improvvisamente il mare ha cominciato ad aprirsi...".
Ash lo interruppe subito:
"Cosa intendi dire con "aprirsi"?".
L'altro ragazzo si mise una mano sulla testa e provò a spiegarsi, anche se gli era piuttosto difficile:
"Ecco, si era formato come una specie di "varco", non so bene cosa fosse...
Comunque, io e i miei amici ci siamo passati attraverso e siamo finiti su quest'isola, poi abbiamo conosciuto un anziano signore che ci ha accolto in casa sua.
Fine della storia".
Il giovane Allenatore però, pur avendo sentito l'intero racconto, era rimasto estremamente colpito dall'inizio:
"Un varco?- disse tra se e se.
Non ci posso credere, lui è giunto qui esattamente come io sono giunto nel suo mondo!
È a dir poco assurdo...".
"Che ti prende?"- gli chiese il ragazzo, interrompendone le fantasie. Questi smise quindi di pensare, e apparì indifferente.
"Niente, lascia stare..."- fece, per poi farsi venire in mente un piccolo dettaglio.
"Ora che ci penso, non ci siamo ancora presentati- disse.
Io mi chiamo Ash Ketchum, e lui invece è il mio amico Pikachu".
"Pika, pika-chu!".
"Piacere di conoscerti Ash- gli rispose il ragazzo con un grosso e spensierato sorriso.
Io sono Monkey D. Rufy".
"Ascolta Rufy...- continuò a parlare Ash.
Visto che ci siamo smarriti entrambi, cosa ne diresti se provassimo a uscire dalla foresta insieme?
Tra l'altro, se come hai detto prima tu e i tuoi amici vi trovate qui da due giorni, allora potresti anche farmi vedere la città".
Il ragazzo più grande accettò subito la richiesta di buon grado:
"Va bene!"- disse sorridendo a trentadue denti.
"Ottimo, allora andiamo di là- rispose Ash indicando una strada davanti a lui.
Se non sbaglio sei venuto da li, quindi se percorriamo quella strada all'inverso dovresti ricordare meglio dove si conclude la foresta e inizia la città".
E fu così che i due nuovi amici si misero in viaggio verso la stessa meta.
E intanto...

Era passata circa mezz'ora da quando il gruppo dei nostri eroi aveva, tra smarrimenti e divisioni varie, intrapreso l'esplorazione dell'Isola; e finalmente, dopo tanto camminare, si riusciva a vedere dalla cima degli alberi la fine della foresta, con poi molta più chiarezza rispetto all'inizio del cammino.
"Barry, riesci a vedere senza problemi?"- chiese Rayleigh al giovane Allenatore, il quale era per l'appunto appollaiato su un ramo a osservare l'orizzonte.
"Si"- gli rispose, per poi scendere piano piano dall'albero:
"Non c'è dubbio ragazzi, ormai siamo vicini a uscire".
Madame Shirley prese subito parola:
"Allora fermiamoci qui.
Aspetteremo il ritorno di Ash e gli altri, dopodiché proseguiremo per gli ultimi tratti".
Il gruppo annuì, dopodiché ciascuno si sedette a terra e sospirò guardando il cielo, affaticato dal continuo camminare e quindi desideroso di prendersi una pausa.
D'un tratto, però, Rayleigh sobbalzò lasciando una vena di sorpresa in tutti i presenti.
"Cosa ti prende, Rayleigh? Hai sentito qualcosa di strano?"- gli chiese Shakki con una sigaretta alla bocca.
L'anziano ex-pirata assunse un'espressione molto seria e per certi versi stupita, incuriosendo moltissimo coloro che aveva attorno; fortunatamente, non si mostrò ma per nulla turbato, ma semplicemente un po' perplesso:
"Cosa ci fanno loro qui?"- si chiese a bassa voce.
Paul dunque gli si avvicinò interessato:
"Di cosa parli Rayleigh?".
"Sento che si stanno avvicinando delle persone... persone che io conosco molto bene!"- rispose lui.
I presenti rimasero quasi scioccati da tale affermazione.
"Non starai mica usando l'Ambizione per..."- fece Kenny con delle gocce di sudore che gli rigavano il volto.
"Esatto- rispose subito l'uomo.
Chi ha un buon controllo di base dell'Ambizione è capace di usarla quando vuole e in maniera quasi istantanea".
"Wow...".

Il Coordinatore di Duefoglie non poté rispondere in altro modo, e anche Paul e Barry erano estremamente colpiti da quest'abilità dell'anziano, ora che la vedevano in azione per la prima volta dopo solo qualche mera informazione riguardo il concetto di base.
Tuttavia, rispetto agli altri due Allenatori il giovane dai capelli rossi assunse un comportamento molto diverso, e per certi versi anche più strano; mentre Barry sembrava particolarmente affascinato, e per certi versi eccitato, oltre che stupito, e Paul manteneva una certa serietà e "freddezza" nonostante lo stupore, Kenny guardò verso il basso con un'aria stranamente mogia.
Era molto simile a quella che aveva assunto durante la lotta tra Ash e Paul, e che solo Zoey era riuscita a notare; anzi, forse era proprio la stessa identica espressione dello stesso identico stato d'animo.
Ma non era solo per l'Ambizione.
"Le Prove dei Saggi...- si mise a riflettere tra se e se.
Se come dice Rayleigh, nella Rotta Maggiore c'è molta gente che utilizza il potere dell'Ambizione come lui, allora... in che modo dovrei sentirmi?
Prima Ash partecipa al mio stesso torneo, poi lotta con Paul in una maniera incredibile... e adesso le Prove...
Perché... perché mi sento così a disagio ultimamente?".
I suoi pensieri però furono bruscamente interrotti. Il gruppo infatti cominciò a sentire un suono continuo e piuttosto sospetto: sembravano dei passi. Passi molto rapidi, probabilmente di corsa.
E come se non bastasse si udì anche una voce:
"Rayleigh!"- gridò questa, lasciando di stucco tutti coloro che erano attorno all'ex-pirata.
"Avevi ragione!"- esclamò Paul visibilmente sorpreso, anche più di prima, per poi fare una domanda:
"Ma scusa, come fa a sapere che sei qui? Sa usare anche lui l'Ambizione per caso?".
Rayleigh annuì, mantenendo un'espressione seria e riflessiva riguardo tale presenza inaspettata.
Rispetto al resto del gruppo, Madame Shirley però rimase leggermente perplessa, piuttosto che solamente sorpresa, da tale voce, anche se non ne capiva il motivo; un attimo dopo, avendola sentita nuovamente, comprese invece la ragione del suo stato d'animo:
"Aspettate questa voce la conosco anch'io!"- disse la chiaroveggente attirando l'attenzione di tutti.
"È uno dei Pirati di Cappello di Paglia! Anche se non riesco a ricordarne il nome...".
Paul si voltò subito verso di lei, non comprendendo tale nome:
"I pirati di Cappello di Paglia?".
"Si- gli rispose lei.
Non ve lo avevamo detto al Palazzo del Drago, ma ad aver intrapreso la battaglia contro Hody Jones, e quindi ad aver condizionato la mentalità degli Uomini-Pesce, sono stati dei pirati".
Tale informazione fu davvero sconvolgente, tanto da aprire nuove domande nelle teste dei protagonisti.
"Rayleigh...- chiese Kenny avvicinandosi all'anziano.
Tu conosci degli altri pirati come te?".
Il vecchio annuì sorridendo:
"Si, e a dirla tutta avevo anche capito che Nettuno si riferisse a loro, ma non ne sono rimasto affatto sorpreso. So bene ormai che quei ragazzi sono fortissimi!".
I tre Allenatori si guardarono gli uni negli occhi degli altri, senza capire molto delle sue parole.
"Tuttavia...- riprese a parlare lui.
Proprio non capisco come diamine siano arrivati qui...".

Improvvisamente questo clima di domande e rispose si interruppe in maniera molto brusca, in quanto da dietro gli alberi comparve finalmente colui che aveva nominato Rayleigh.
Era un uomo muscoloso e visibilmente affannato, poiché aveva corso moltissimo; non appena alzò lo sguardo verso il pirata più anziano, rimase di sasso e stente quasi a credere di trovarselo davanti.
"Rayleigh... Cosa ci fai tu qui?"- domandò con un volto estremamente scioccato, rigato inoltre dalle gocce di sudore dovute alla corsa.
Prima però che Rayleigh potesse aprire bocca, Paul si avvicinò al tizio misterioso:
"Questo dovremmo essere noi a chiederlo, non ti pare?"- chiese il giovane di Rupepoli, lasciando l'uomo perplesso.
"E tu chi sei? Ci conosciamo?"- gli chiese.
"Io mi chiamo Paul- rispose il giovane Allenatore.
Rayleigh si chiedeva la stessa cosa di te. Come ti chiami?".
Il ragazzo sospirò, poi riprese a parlare:
"Ci sarà tempo per discutere di quello. Comunque io mi chiamo...".
"Zoro!".
"Esatto, il mio nome è...
Che cosa?!".
Da dietro gli alberi precedentemente nominati saltarono fuori altre quattro figure, una più stramba dell'altra.
Il primo era un uomo letteralmente gigantesco, dai capelli azzurri rasati e con braccia e mani molto strane, quasi meccaniche; il secondo invece era un piccolo animaletto peloso con le corna e il naso blu, dal grande cappello rosa; il terzo era un ragazzo alto, dai capelli neri e un naso insolitamente lungo; e infine l'ultimo, ecco...
"Aiuto! Uno scheletro!"- gridarono dalla paura Barry e Kenny, entrambi impalliditi terribilmente alla sola vista di uno scheletro coi capelli ricci e gli occhiali da sole. Paul invece ne era rimasto scioccato, ma era molto più composto.
Come se non bastasse...
"Yohohohoho, non abbiate paura ragazzi! Io non mordo se è questo che..."
"Uno scheletro che parla!" (E di nuovo i due che urlano mentre il terzo rimane composto).
"Smettila, anche noi abbiamo avuto paura di te la prima volta che ti abbiamo visto"- disse l'uomo gigante avvicinandoglisi.
"Concordo"- commentò il tizio dal lungo naso.
"Siamo in tre"- concluse il piccolo animale.
Improvvisamente però anche loro quattro si accorsero della presenza di Rayleigh, e ne rimasero esterrefatti. Ma a complicare il tutto fu un arrivo inaspettato, un "doppio arrivo" da Est:
"Rufy, non correre!".
"Rufy?!"- fece l'intero gruppo all'unisono, alcuni perché erano sconcertati dalla sua presenza e altri perché non conoscevano.
E i nostri Allenatori, appartenenti al secondo gruppo, riconobbero per primi la voce che ne aveva fatto il nome rimanendone colpiti.
"Ehi, ma sbaglio o quello era Ash?!"- domandò Paul, ma non fu necessario che qualcuno aprisse bocca per rispondergli. Dai cespugli a Est uscirono fuori proprio Ash e Pikachu, accompagnati da Rufy che osservava i presenti sbalordito.
"Rufy, perché ti sei messo a correre così? Non ce n'era...".
Ash si interruppe subito, scoprendo di essere finalmente riuscito a tornare dai suoi amici:
"Ragazzi, vi ho cercato dappertutto!".
"Pika-pika!".
Paul si avvicinò al suo ex-rivale con un'espressione estremamente contrariata, tanto da farlo sudare freddo.
"Sappi che questo l'abbiamo fatto anche noi. Adesso ci spieghi cos'è successo, per favore?!".
"Non ti arrabbiare!- cercò di scusarsi il ragazzo di Biancavilla muovendogli le mani davanti.
Sono stato attaccato da degli animali, e una volta che li ho sconfitti mi sono messo a cercarvi e ho incontrato lui".
Ash stava indicando Rufy con la sua mano destra, tuttavia girandosi notò che questi aveva sul volto un'espressione decisamente scioccata: i suoi occhi erano dilaniati, la bocca era spalancata...
Sembrava che il giovane pirata avesse visto un fantasma!
"Rayleigh... Come mai sei qui?!"- domandò lui all'anziano.
"È esattamente quello che vorrei sapere io di te...".
Ed ecco arrivare l'ultima interruzione.
Dal nulla erano apparsi, davanti ai nostri eroi e ai loro nuovi amici, l'ultimo gruppo che avevamo visto conoscersi nella foresta.
"Rufy, Rayleigh!"- esclamò Sanji, comparso all'improvviso e ora reduce da una corsa frenetica.
"Rufy, eravamo preoccupati per te!"- gridò invece Nami con le mani sui fianchi e un'aria scocciata.
"Ash, Pikachu! Finalmente vi abbiamo trovato!"- concluse invece Lucinda, ansimante a causa della corsa così come lo erano Brock e Zoey.
"Pi-plup!".
In quel momento però tutti si interruppero di scatto, come per magia.
Ognuno aveva in mente qualcosa da dire agli altri, ma nessuno sapeva da dove cominciare ne con chi cominciare; seguì dunque un silenzio tombale, condotto tra gli sguardi stravolti e le facce scioccate di ciascuno.

                                                                                  000000000000000000000000000000
Al di là della foresta si ergeva una città dall'aria abbastanza pittoresca. Era infatti caratterizzata dalla presenza di numerose case costruite usando il legno, dotate poi di tetti realizzati in paglia; non c'erano tuttavia strade in cemento o marciapiedi, e quindi il luogo assomigliava molto a un villaggio di campagna dall'atmosfera semplice e rasserenante, circondato da distese di erba e fiori.
Il gruppo aveva deciso, in seguito a quell'incontro inaspettato, di recarsi in essa e per la precisione di andare a stare in una casa dove abitavano i nuovi "amici pirati"; una casa molto più grande e sporgente di tutte le altre, quasi come se appartenesse a qualcuno di importante.

"Allora... da dove cominciamo?"- chiese Usopp.
"Io personalmente vorrei sapere qualcosa di più sul vostro naufragio"- rispose Ash.
"Si- aggiunse Rayleigh.
Anch'io vorrei scoprire cosa ci fate qui".
"Va bene- disse Rufy.
Visto che a chiedercelo siete voi, allora racconteremo tutto.
È successo due giorni fa".
"Stavamo proseguendo lungo la solita rotta, poi..."- aggiunse invece Nami, introducendo così il flashback che sarebbe stato narrato.

Inizio Flashback
"Aiutooooo!"- gridò Usopp terrorizzato e con le lacrime agli occhi.
La Thousand Sunny ormai era in balia di quel varco misterioso che si era aperto dal nulla in mezzo al mare e, nonostante gli sforzi di tutto l'equipaggio, alla fine fu risucchiata; quando aprirono gli occhi, Rufy è i suoi amici non avevano parole.
Davanti a loro si estendeva una gigantesca spiaggia sconosciuta, su cui crescevano numerosi alberi di frutta e a cui si affacciava una gigantesca foresta.
"Dove siamo finiti?"- si chiese il ragazzo di gomma, mentre molti dei restanti si alzavano massaggiandosi la testa.
"Non lo so... ma di sicuro ci è successo qualcosa di strano!"- commentò Zoro, girandosi attorno e non percependo nulla di famigliare.
Ognuno dei presenti sentiva chiaramente di essere stato vittima di un evento a dir poco "anormale", qualcosa senza precedenti anche per loro che ne avevano viste di tutti i colori durante il loro viaggio; tra un senso di smarrimento e l'altro poi, dopo pochi minuti, Chopper si accorse di qualcuno in lontananza:
"Laggiù, ragazzi!"- disse ai suoi compagni indicando la foresta davanti a loro. Questi risposero mettendosi ognuno in guardia, pronto a combattere nel caso ce ne fosse stata l'eventualità, ma sorprendentemente dalla foresta uscì un individuo che sembrava essere tutto fuorché un nemico.
Era infatti un uomo all'apparenza molto anziano, sebbene anche piuttosto alto e corpulento; aveva una pelle scura, probabilmente abbronzata, dei capelli bianchi raccolti in un lungo codino che terminava dietro la schiena e degli occhi erano socchiusi. Infine indossava una camicia color pesca sbottonata, dei pantaloncini di sera bianchi e un paio di sandali di gomma color corvino.
La sua apparizione tranquillizzò i giovani pirati, che non percepirono in lui alcuna minaccia. Questi si avvicinò loro e, con un tono molto calmo e pacato, gli parlò:
"Ho sentito un forte rumore venire da questa parte... Voi chi siete?".
"Ci perdoni signore, ma avremmo urgentemente bisogno di aiuto"- disse Nami.
"Vede, non sappiamo come ma siamo misteriosamente naufragati qui"- aggiunse Nico Robin.
Il vecchio rimase estremamente colpito da tale affermazione, ma cercò di mantenersi.
"Naufragati?".
"È così- stavolta parlò Franky.
In teoria non dovrebbero esserci molti problemi alla nave, però non conosciamo il posto e vorremmo informazioni".
"Siete sull'Isola Rossa- affermò l'anziano, lasciando tutti in silenzio e straniti. Ognuno si guardava reciprocamente negli occhi e anche attorno a se, ma di fatto quel nome era del tutto sconosciuto per ciascuno- anche per Robin e Nami, che erano le più dotte del gruppo e quindi sembrava molto strana una tale ignoranza pure da parte loro.
L'uomo davanti a loro nel vederli ricominciò a sentirsi stranito, ma si compose; e sorridendo, con le mani dietro la schiena disse:
"Seguitemi".
I pirati si rivolsero al loro capitano che, dopo aver chiuso gli occhi per qualche istante, decise di assecondare l'anziano.

Il gruppo così raggiunse il cuore dell'isola e la città in cui si trovava adesso, rimanendone particolarmente colpito e osservando ogni dettaglio con estremo interesse. Quando poi giunse alla casa del loro accompagnatore, si accorse tuttavia di una cosa piuttosto strana: coloro che incrociavano il loro cammino, vedendo l'anziano finivano per accoglierlo a braccia aperte, mostrando moltissimo rispetto.
"Il maestro Futoshi è qui!"- esclamo un ragazzo molto giovane sorridendo.
Il suo intervento confuse abbastanza i protagonisti e, contemporaneamente, fece avvicinare altri cittadini entusiasti:
"È proprio lui! Quale sorpresa!".
"È il difensore dell'isola!".
Brook si avvicinò quatto quatto all'anziano signore, mostrando tanta curiosità.
"Mi scusi, come mai lei è così acclamato in questa cittadina?".
"Perché ne sono il capo"- rispose subito lui, sorprendendo i giovani pirati.
"Tu sei il capo dell'isola, vecchio?!"- domandò Rufy con la bocca spalancata.
"Non è molto educato darmi del "vecchio", ma fa niente- disse lui.
Suppongo che voi non conosciate molto bene come stanno le cose, quindi vi darò delle spiegazioni".
"In che senso non sappiamo come stanno le cose?"- chiese Zoro.
"Che intende di preciso?"- aggiunse Sanji. Il gruppo si stava solo confondendo sempre di più riguardo la situazione.
"Calma, calma- rispose l'anziano abbassando adagio le mani.
Prometto che vi spiegherò ogni cosa, ma per il momento entrate in casa mia e non preoccupatevi di nulla.
Sono Futoshi, il Saggio che sta a capo dell'Isola Rossa".
Fine Flashback

"E alla fine è andata così"- disse Nami.
"Futoshi da quel momento ci ha introdotto alla storia delle Isole Arcane e ci ha permesso di stabilirci qui"- aggiunse Chopper.
"Questo almeno finché non ripartiremo...".
Rufy si interruppe immediatamente: per motivi sconosciuti, Ash sembrava decisamente sconvolto assieme ai suoi amici; anche il gruppo dei Rayleigh, tuttavia, mostrava simili atteggiamenti e tutto ciò lasciava perplessi i giovani pirati.
"Hai detto... che avete incontrato il Saggio dell'Isola Rossa?!"- domandò il ragazzo di Biancavilla in preda allo sbigottimento più totale, tanto da sbattere fortemente le mani sul lato del tavolo appartenente a Cappello di Paglia.
Questi si prese un leggero spavento e indietreggiò assieme ai suoi compagni.
"Cosa ti prende, Ash?!- fece lui.
Ti interessa così tanto conoscere il Saggio di quest'isola?".
"Ecco, io...".
Ash si interruppe immediatamente e abbassò la testa, confondendo ulteriormente i suoi interlocutori. Aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai raccontato a degli estranei la sua vicenda, ma adesso si trattava di amici che, tra l'altro, avevano subito un destino simile al suo; ragion per cui, sentiva una sorta di conflitto crescere all'interno di se stesso e non sapeva minimamente come uscirne.
A un tratto, però, una voce venne in suo aiuto:
"Non ti preoccupare, Ash".
Si trattava di Rayleigh. Una volta che lo sentì, il giovane Allenatore gli si rivolse subito.
"Ormai è chiaro che i miei amici sono coinvolti in una vicenda simile alla vostra, quindi non avere timore.
Racconta perché siamo venuti qui".
"Condivido pienamente- aggiunse Lucinda, attirando l'attenzione.
Sentiti libero di parlare a nome nostro".
"Pika-pi!"- concluse Pikachu sulle sue ginocchia.
Ash fece quindi un profondo respiro e si rivolse nuovamente a Rufy, determinato a dirgli tutto.
"È una storia molto lunga. Vedete, noi...".

Angolo Autore: Sono tremendamente mortificato per l'attesa che vi ho dato, ma tra un mese intero fuori casa e l'inizio della scuola il tempo si è ristretto.
Spero che comunque il nuovo episodio sia di vostro gradimento, e soprattutto che mi continuerete a seguire.
Bye!

   
 
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