Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: Florafairy7    24/12/2017    2 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'EQUILIBRIO SI ROMPE (O QUASI)

Messo il piede fuori la fortezza Brandon crollò, si coprì il volto con la mano e si voltò dall'altra parte.

"Brandon..." Flora cercò di avvicinarlo ma lui si scostò e si girò per non farsi vedere, asciugandosi il volto di fretta. "Ehi, va tutto bene." Disse Flora, lo voltò verso di lei e lo abbracciò. "Non devi vergognarti, hai capito?" Brandon la strinse e mormorò:

"Ha ragione, io torno sempre. Sono io quello che torna sempre e mi sento uno stupido."

"Non sei uno stupido, hai un cuore." Replicò Flora, stretta a lui. Dopo alcuni istanti la lasciò andare e chiese:

"Credi che sia la cosa giusta?" 

"Credo che il suo aiuto potrebbe essere molto prezioso. Non farà passi falsi, non gli conviene." Brandon distolse lo sguardo e disse:

"Non so se posso fidarmi di lui, anche se vorrei tanto."

"Brandon, te l'ha promesso, e pare che per voi due significhi qualcosa..."

"Già, croce sul cuore... è per questo che non so se fidarmi." Flora scosse la testa non capendo a cosa si riferisse. "Nostro padre, lui... sai, quando era una promessa che aveva intenzione di mantenere, era una croce sul cuore e... e promise croce sul cuore che sarebbe cambiato e... e non la mantenne. Io e Logan ci eravamo ripromessi che per noi sarebbe valso qualcosa, che noi quel tipo di promesse le avremmo mantenute... ma credo che Logan somigli di più a nostro padre, e se lui ha avuto il coraggio di promettere e poi andarsene allora forse anche Logan..." Sospirò, poi la guardò. "Andiamo?" Flora annuì, stavano per andare ma Flora disse:

"Brandon, tuo padre..."

"... Flora." La interruppe lui voltandosi verso di lei e guardandola negli occhi. "Devo chiederti un favore: a meno che non te ne parli io, non chiedere mai di mio padre."

"Oh, d'accordo, va bene." Replicò lei, sorpresa, con un cenno della testa.
Non dissero altro fino all'arrivo ad Alfea, Flora non lo forzò e Brandon sentiva che per quel giorno aveva già dato troppo. Alcune delle fate salutarono Flora, poi i due raggiunsero l'ufficio della preside Faragonda. L'ispettrice Griselda era alla sua scrivania e si occupò di far sapere a Faragonda che volevano parlarle.

"Flora, Brandon, che ci fate qui?!" Chiese la preside non appena li vide, preoccupata.

"Non è successo nulla di grave, preside Faragonda, stia tranquilla." La rassicurò Flora con uno dei suoi soliti sorrisi.

"Oh, bene..." Disse Faragonda, tirando un sospiro di sollievo. "... ma allora cosa ci fate qui?" Flora e Brandon si scambiarono uno sguardo e sedettero di fronte alla scrivania della preside, fu Flora a parlare.

"Eldora e Selina non hanno potuto aiutarci, abbiamo bisogno di qualcuno che pratichi, o che abbia praticato la magia nera per fermare quelle ombre, e crediamo che Logan potrebbe darci una mano."

"Tuo fratello?" Chiese rivolta a Brandon, sospirò. "Beh, ora è a Roccaluce..."

"È per questo che siamo qui." Dichiarò Flora. "Lei potrebbe intercedere per noi con il Consiglio Magico per permettere a Logan di lasciare Roccaluce per un determinato tempo, il tempo necessario per fermare quelle ombre. Preside Faragonda, controllano le menti, cancellano i ricordi... dobbiamo fermarle. Hagen sta forgiando per noi il Sigillo, notte dopo notte, ma mancano ancora molte settimane per finirlo."
Faragonda li guardò entrambi, passandosi un dito sulle labbra serrate, riflettendo. Poi affermò:

"Avete ragione." Incrociò le braccia sulla scrivania. "Mi mancano i tempi in cui potevo dirvi che la vostra idea era troppo pericolosa e potevo darvi un'alternativa, ma ormai sapete esattamente cosa fare... avete ragione, quelle ombre vanno fermate e nessuna di noi qui ne sa abbastanza di magia nera, a noi fate è proibito praticarla... incontrerò il Consiglio e vi farò sapere."
I due giovani salutarono la preside e lasciarono il suo ufficio e mentre attraversavano il cortile di Alfea per lasciare il college Flora chiese:

"Vuoi che ne parli io agli altri?"

"No, devo farlo io, ma grazie." Rispose lui guardandola appena. Rimasero in silenzio e camminarono oltre l'uscita di Alfea. "Ti accompagno su Sakoma." Disse poi Brandon, Flora strinse le labbra e replicò:

"No, davvero, non ce n'è bisogno. Posso aprire un portale."

"Oh..." Brandon abbassò lo sguardo, poi disse: "Flora, grazie. Davvero io..." la guardò negli occhi. "... sei la migliore amica che potessi mai desiderare." Flora sorrise guardandolo negli occhi, ma non disse nulla, poi si schiarì la voce e disse:

"Meglio che vada, Miele è impaziente di vedere il castello e tutto il resto..."

"Certamente." Assentì lui, "Ci vediamo."

"Ci... ci vediamo." Flora abbozzò un sorriso e si aprì un varco per Sakoma, Brandon la vide sparire sotto i propri occhi. Si coprì il viso con le mani per qualche secondo, cercando di riordinare quei pensieri e prese un respiro. Stava per rimontare in sella alla sua windrider quando fu costretto a fermarsi da una fitta nel petto. Si posò una mano sul cuore cercando di respirare regolarmente nonostante il dolore.
"E adesso che diavolo succede?!" Si chiese, poi la vista gli si annebbiò.

Su Solaria la principessa Stella era nella sala del trono mentre i nobili la stavano informando della situazione corrente del regno. La principessa era seduta sul trono e, nonostante la sua educazione fosse sempre impeccabile, non poteva fare a meno di star seduta scomposta, con un braccio appoggiato al bracciolo e una mano che le reggeva la testa.
"C'è qualcuno che abbia portato una buona notizia?" Chiese Stella, annoiata.

"Vostra altezza, siamo costernati che queste informazioni vi turbino, ma purtroppo bisogna trovare una soluzione al più presto." Rispose uno dei nobili mentre gli altri annuirono. "I raccolti sono stati scarsi, troppo scarsi."

"Beh, lord Darnley, troviamo qualcosa da mangiare per le persone..." Disse Stella. "Temete che il popolo potrebbe rivoltarsi contro la corona?"

"No, no." Darnley scosse la testa, "I vostri sudditi vi sono completamente devoti, vostra altezza, questo non accadrebbe mai." Stella alzò le spalle, positiva sul fatto che almeno non ci sarebbero state confusioni, ma per il resto non aveva idea di cosa fare. "Andate, devo discuterne con mio padre quando tornerà."

"Ma, vostra altezza, re Radius è su Gadot, non tornerà prima della fine di questa settimana." Obiettò Darnley.

"Allora vorrà dire che dovrete aspettare la fine di questa settimana per avere una risposta." Replicò Stella, alzando gli occhi al cielo.

Su Eraklyon la situazione era completamente diversa, Sky era nella sala del consiglio con i nobili e i suoi genitori. A differenza della sua amica il principe non era annoiato ma piuttosto preoccupato, e le pressioni erano soffocanti.

"Sky, allora?" Chiese sua madre, e probabilmente non era la prima volta che lo aveva fatto negli ultimi dieci minuti, ma Sky non riusciva a dare una risposta.

"Vostra altezza," S'intromise uno dei nobili, lord Halifax, "forse non ve ne rendete conto ma la situazione sta degenerando. Il malcontento cresce, sia sulla riva est che su quella ovest, e sapete questo cosa vuol dire."

"Certo," Sbottò Sky, "Vuol dire che il nostro regno è praticamente diviso a metà e sinceramente non so di chi debba preoccuparmi di più: della borghesia o della popolazione sulla riva ovest."

"Ovviamente di quella sulla riva ovest, sire." Replicò Halifax, in maniera rispettosa.

"Lo credete davvero, lord Halifax? Sulla riva ovest ci sarà anche un tasso di criminalità e povertà piuttosto alto, per non parlare delle pratiche di magia nera, ma sulla riva est i borghesi cercano potere politico e faranno di tutto per diffamare la corona. Approfitteranno di una situazione di crisi come questa."

"Certo, caro." Disse sua madre, con un tono forzatamente pacato, mentre Sky cercava di calmarsi. "Ma a proposito di questo... credevo che ti stessi occupando di qualunque cosa stia succedendo nel cielo."

"Ci stiamo lavorando." Replicò Sky, distogliendo lo sguardo per ritornare tra i propri pensieri.

"L'ha detto anche il dottor Alexander, e l'ha detto anche la dottoressa Tecna, ma non mi sembra ci stiate lavorando! Il cielo si sta squarciando! Se anche i prossimi raccolti saranno come gli ultimi dovremo dichiarare lo stato di emergenza!" Esclamò suo padre.

"Siamo già in uno stato di emergenza!" Puntualizzò Sky non riuscendo a mantenere la calma.

"Sì, ma dobbiamo continuare a fingere che non sia così!" Esclamò sua madre, sbattendo una mano sul grande tavolo di mogano.

"Madre, di questo passo il regno si rivolterà..."

"... non succederà..."

"... non ve ne rendete conto?!" Esclamò Sky, interrompendo le negazioni di sua madre. "Viviamo nello sfarzo assoluto! Il cibo in questa corte si butta via! Le stoffe preziose! I balli! Eraklyon non se ne starà sempre ferma a guardare e voi lo sapete. Dobbiamo cambiare direzione prima che sia troppo tardi." Sky guardò suo padre e capì che almeno da lui riceveva approvazione, mentre sua madre abbassò lo sguardo e i nobili del consiglio si scambiarono un'occhiata preoccupata.

Dall'altra parte della Dimensione Magica, su Andros le preoccupazioni non erano da meno, anche se il Consiglio e la famiglia reale potevano contare sull'appoggio del regno e non erano costantemente minacciati dalla borghesia. Ciononostante, nella sala del Consiglio si discuteva animatamente e la principessa Aisha, sebbene si sentisse schiacciata da quella situazione e si trovava sola senza suo padre quel giorno, faceva buon viso a cattivo gioco fingendo di avere tutto sotto controllo.

"Principessa, dobbiamo dichiarare lo stato di emergenza." Disse uno dei nobili seduto intorno al grande tavolo al centro della sala. Quella sala sembrava più fredda quel giorno a causa del cattivo tempo poiché i raggi del sole non illuminavano i mosaici alle pareti.

"Non possiamo, lord Egham, si scatenerebbe il panico." Replicò Aisha con espressione fredda.

"Cosa consigliate di fare allora?" Chiese lord Egham, con lui gli altri nobili guardarono la principessa in attesa di risposta.

"Incontrare prima mio zio, re Nettuno, se nel nostro regno la situazione è critica figuriamoci nel suo. Il Consiglio si scioglie." Senza aspettare alcuna replica la principessa si alzò e lasciò la stanza.
Non appena uscì trovò Roy venirle incontro e, sorpresa, esclamò: "Roy!"

"Aisha, cercavo proprio te!" Replicò il giovane con espressione preoccupata.

"Anche tu?" Sospirò Aisha, frenando il suo entusiasmo. "Che succede?" Chiese poi, e con lui s'incamminò. Roy allora le spiegò delle difficoltà avute in quei giorni, le maree erano in continuo cambiamento e nessuno sembrava riuscire a darsi una spiegazione, tranne lui.

"Credo che c'entri la fessura." Concluse Roy amareggiato.

"È così, Tecna l'ha spiegato, l'universo si sta letteralmente squarciando e ciò si sta ripercuotendo sui nostri pianeti... mi chiedo in quanto tempo le conseguenze diventeranno disastrose."

"Sai niente del Sigillo?" Chiese Roy, storcendo le labbra.

"Non è ancora pronto, tra un po' ci sarà la luna piena, e questo vuol dire che manca ancora metà del lavoro... spero che Tecna abbia una soluzione, anche se temporanea." Rispose Aisha con un sospiro.

In realtà Tecna non aveva una soluzione, anzi, Tecna non aveva la più pallida idea di cosa fare. Incontrò il dottor Alexander fuori al laboratorio, quando questo la vide sorrise ed esclamò:

"Finalmente! Sai da quanto ti aspetto?"

"Trenta secondi?" Chiese Tecna con sarcasmo, molto infastidita, lui ridacchiò. "E glielo dico per l'ennesima volta: noi non siamo amici e mi aspetto un comportamento professionale da parte sua."

"Ma certo..." Sospirò Alexander. "Andiamo?" Chiese poi porgendole il braccio, lei lo ignorò e s'incamminò. L'incontro delle Comunità Scientifiche della Dimensione Magica si teneva al piano di sotto, in una grande sala riservata a questo tipo d'incontri. Il principe Sky presiedeva l'incontro, ormai in certi eventi era lui che faceva le veci di suo padre, data la prossima incoronazione. Quando Alexander e Tecna entrarono nell'affollata e rumorosa sala calò il silenzio, Sky incrociò dritto lo sguardo di Tecna e la sua amica gli fece un cenno, dunque il principe disse:

"Molto bene, direi che l'incontro possa iniziare formalmente, il dottor Alexander e la dottoressa Tecna sono qui per darci o almeno per provare a darci delle risposte." Sky fece un gesto con la mano e Tecna e il suo collega si avvicinarono al grande tavolo dove erano seduti i principali esponenti delle comunità scientifiche dei vari pianeti. Tecna li passò in rassegna uno per uno velocemente con lo sguardo, ma i suoi occhi si poggiarono su Timmy, il suo ragazzo ricambiò il suo sguardo ma dalla sua espressione era chiaro che c'era qualcosa che non andava.

"Stiamo aspettando le nostre risposte." Esordì una donna alzandosi, aveva la pelle piuttosto scura e i capelli molto corti e rappresentava Andros.

"La situazione è delicata." Replicò Tecna, cercando di mostrarsi calma e con il controllo della situazione.

"Sul nostro pianeta le maree si sono abbassate terribilmente, la nostra divinatrice prevede un disastro, noi della comunità scientifica temiamo un pericoloso innalzamento. Faccio anche le veci di Cressida, la responsabile scientifica del regno di re Nettuno, e lei sostiene che nel loro regno la situazione potrebbe essere ancora peggiore."

"Non sono i soli." Disse un uomo alzandosi, la rappresentante di Andros si sedette. "Su Solaria le stelle fisse non sono più tanto fisse, i soli non seguono più il loro percorso ellittico e Antares, la nostra divinatrice, teme dei disastri derivanti da tutto ciò."

"Sì, ma..." Provò a dire Tecna ma una giovane donna dai capelli lunghi e ondulati si alzò e la interruppe dicendo:

"Perdonatemi, ma credo sia davvero il caso di parlare di Linphea." Tutti la guardarono, piuttosto confusi, la giovane donna si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio facendo dondolare i fronzoli del suo bracciale e aggiunse:" Dovete perdonarmi, è chiaro che non mi conosciate, su Linphea non abbiamo una comunità scientifica. Sono Martha, e sono la melissa della corte di Linphea." Dopo pochi istanti di silenzio l'uomo dai capelli biondi, rappresentante di Solaria, balbettò:

"... credo... credo di non aver capito bene, con tutto il rispetto." Martha arrossì lievemente e spiegò:

"Il nostro pianeta è vivo, non che i vostri non lo siano ma il nostro cuore è Vymarna, la madre Terra, Linphea stessa, ed io sono la sua melissa, questo vuol dire che alla corte di Linphea io sono colei che interpreta Vymarna."

"Se è... viva non può dirvelo lei stessa?" Chiese Alexander, col suo solito tono saccente.

"No," Rispose Martha in maniera calma, "nessuno può comunicare direttamente con Vymarna, Lei è la Natura, per accedere alla sua presenza bisogna chiedere un'udienza e si viene accettati solo se è un fatto di particolare importanza, non possiamo disturbare la Madre Terra ogni volta che abbiamo un dubbio. E per quanto ogni linpheiano senta attraverso sensazioni le condizioni della natura, sentire cosa prova Vymarna è diverso, è assolutamente diverso e ovviamente umanamente impossibile. Io stessa non sento ciò che prova Vymarna ma attraverso la mia magia posso interpretare i suoi segnali... sì?" Chiese Martha, sorpresa, quando il principe Sky alzò educatamente la mano attirando la sua attenzione.

"È umanamente impossibile, ma se Vymarna avesse la tua essenza?"

"Oh, beh... in quel caso... ma donare la propria essenza a Vymarna è un qualcosa per l'appunto estremamente rischioso e nessuno si è mai più azzardato a farlo, sono anni che non succede... Myrtus, il primo re di Linphea, donò a Vymarna la propria essenza per ottenere la sottomissione della natura linpheiana all'uomo, e forse qualche anno prima della Guerra delle Murene, quando la situazione su Linphea era difficile, qualcun altro l'ha fatto, ma vi assicuro, sire, che nessuno prenderebbe mai una simile decisione."

"Solo quell'idiota del mio migliore amico..." Mormorò Sky, chiedendosi allora cosa diavolo stesse succedendo nella vita del suo amico in quel momento. L'uomo seduto accanto a Timmy, rimanendo seduto, disse:

"Sì, beh, grazie mille per la lezione di erbologia, ma possiamo tornare a parlare di cose serie?"
Dal colore delle guance di Martha fu chiaro che la giovane stava facendo di tutto per mantenere la calma; inevitabilmente, prese a giocherellare con il ciondolo che portava al collo, legato ad una lunga collana, e rispose: "Ehm... beh, ci tenevo a far presente che questa situazione della quale vi state occupando si sta ripercuotendo su Linphea ed è per questo che il re e la regina mi hanno chiesto di essere qui oggi. La Natura ne risente, geme, soffre, se il cielo è instabile la terra è instabile. Ho sentito le vibrazioni di Vymarna, nelle viscere di Linphea si sta muovendo qualcosa. La scorsa settimana c'è stato un violento terremoto sui Colli Albini."

"Su Vulcano abbiamo terremoti continuamente!" Fece eco una donna dai capelli rosso acceso.

"Beh, su Linphea no!" Replicò Martha. "Sul nostro pianeta un terremoto vuol dire di più, il nostro è il pianeta della Natura, il pianeta della Terra, non possiamo permetterci un terremoto, è un segnale che qualcosa di grave sta affliggendo la Natura." Si alzò un chiacchiericcio che man mano divenne una discussione accesa, Tecna incrociò lo sguardo di Sky e lui, oltre ad essere preoccupato per la Dimensione Magica, era molto preoccupato per il suo migliore amico.

Il suo migliore amico, appunto, quando aprì gli occhi ci mise un po' a capire dove si trovava. Cercò di alzarsi e si appoggiò sui gomiti, capì di essere su una cattedra e si rese conto di essere in un'aula, un'aula di Alfea. Dall'altra parte, oltre i banchi, vicino ai grandi scaffali, c'era il professor Avalon che gli dava le spalle.

"Ti senti meglio, non è vero?" Chiese Avalon, ancora di spalle. Brandon rimase interdetto per un secondo e poi borbottò qualcosa come:

"Ehm... sì, io..." Avalon si voltò verso di lui e lo raggiunse, Brandon si mise seduto sulla cattedra non riuscendo ad alzarsi a causa della forte sensazione di confusione. "Mi perdoni, professor Avalon, ma può dirmi come sono arrivato qui?" Chiese allora Brandon di fronte al silenzio del professore che, noncurante di lui, leggeva il libro che aveva fra le mani.

"Ti hanno trovato appena fuori al cancello, eri svenuto e, per l'appunto, c'è un gruppo di ragazze qui fuori che si chiede tu come stia." Rispose Avalon chiudendo di colpo il libro che aveva di fronte.

"Okay..." Mormorò il soldato, ancora non molto convinto. Avalon continuò:

"Ti ho fatto portare qui perché ho capito di cosa si trattava, Ophelia sarebbe stata inutile e sono certo del fatto che non avresti voluto che i tuoi amici sapessero cosa stesse succedendo."

"Come fa a saperlo?" Chiese Brandon, diventando di colpo molto serio.

"Il segno che hai sul petto." Avalon fece un cenno con la testa. "Emana magia, non sei tu, tu sei umano, ma hai questa parte di magia... è Vymarna."

Su queste parole Brandon si rimise subito in piedi e disse:

"Io devo andare. Ehm... grazie mille per... qualunque cosa lei abbia fatto e per non averne fatto parola con nessuno. Arrivederci." Brandon stava andando quando Avalon lo fermò:

"Finirai col farti del male, lo sai, vero?" Brandon si voltò verso di lui, quell'espressione calma stava cominciando ad infastidirlo terribilmente.

"Con tutto il rispetto, credo che non siano affari suoi."

"Flora può aiutarti." Disse Avalon, senza cambiare atteggiamento.

"Cosa...? Senta, non ho intenzione di parlare di questo con un perfetto sconosciuto, non oggi..."

"... che non è stata una buona giornata." Concluse Avalon, alzò lo sguardo verso di lui. L'espressione di Brandon era a metà fra l'incredulità e la rabbia. "Sono un legilmens, tranquillo."

"No, non sto tranquillo per niente! Non in una stanza con un tizio che mi legge nella mente! Buona giornata!" Esclamò il soldato uscendo e chiudendo la porta con molta poca delicatezza. Uscito dall'aula attirò l'attenzione delle studentesse che erano lì fuori aspettando proprio lui, fu tempestato di domande su come si sentisse, se fosse tutto a posto, se gli servisse una mano.

"Sentite," Le frenò Brandon prendendo un respiro, loro zittirono immediatamente. "non vi conosco, non ho bisogno di nessuna di voi e... sto bene, grazie per il pensiero, ma adesso devo proprio andare. Scusatemi." Si fece strada tra le ragazze e si avviò lungo i corridoi di Alfea e soltanto quando fu fuori si prese un secondo per stupirsi di se stesso per l'atteggiamento che aveva avuto con quelle ragazze.

Quando Flora tornò su Sakoma aveva mille pensieri che le balenavano per la testa, primo fra tutti: sperava di aver dato a Brandon il giusto consiglio, per lui ma anche per il resto della squadra. Fidarsi di Logan era un grosso rischio, ma era un rischio che dovevano correre se volevano salvare la Dimensione Magica. Avrebbero sconfitto la magia nera con la magia nera, fuoco col fuoco, era la cosa giusta? Non lo sapeva, ma era certamente l'unica cosa da fare. Il fatto che le ombre potessero controllare le menti li metteva in una condizione di estremo svantaggio, e forse non era solo quello il problema. Lasciata Alfea...

"Buon pomeriggio." Flora salutò Isobel avendola incrociata in corridoio, Isobel le fece un cenno con la testa rivolgendole un lieve sorriso e sembrò volerla superare, ma la baronessa ritornò sui suoi passi e disse:

"Flora." La keimerina si voltò, "Vieni, vieni con me." Le disse Isobel, Flora allora fu costretta a cambiare direzione e a seguire la baronessa. Isobel la prese sottobraccio e s'incamminò con lei.

"Ditemi." Disse allora Flora dopo alcuni minuti di silenzio. Isobel sospirò, e allora replicò:

"So che tua sorella è qui a palazzo."

"Sì, sì è così." Confermò Flora annuendo.

"Bene, potremo conoscerla meglio, si unirà con noi per pranzo?"

"Certamente." Confermò ancora Flora, anche se si trovava piuttosto in imbarazzo ed era incerta sul dove quella conversazione la stesse portando.

"Molto bene. Sembra una ragazzina molto sveglia e perspicace, o almeno è l'impressione che ho avuto di lei."

"Beh, effettivamente lo è." Annuì Flora, sorridendo lievemente.

"Entriamo." La invitò Isobel facendo cenno alla porta della serra, camminando erano arrivate fin lì. Flora fece come le era stato detto e aprì la porta entrando in compagnia della baronessa. "Ma che posto meraviglioso!" Esclamò Isobel vedendo come Flora aveva disposto al serra: al centro della sala stava crescendo una quercia, lungo le pareti i rampicanti regnavano padroni e i bouquet colorati rendevano quella stanza incredibilmente allegra.

"Vi ringrazio." Replicò Flora. Isobel si guardava intorno, e Flora guardava Isobel cercando di capire cosa volesse da lei. Gli occhi di ghiaccio di quest'ultima si fermarono infine sulla fata e allora disse:

"Ricordo quando Caterina fece di questa la sua stanza, Ruben gliela concesse e io mi indispettì molto: la volevo io. Ma fu un bene, alla fine... non avrei mai potuto renderla bella come fece lei. Non era cattiva, ma era molto furba e sapeva come gestire mio fratello. Tu invece sembri davvero non riuscire e mi chiedo perché, Flora." Flora si accigliò, stupita da quell'affermazione. "Non è difficile, sai? Eppure tu sembri non capire... perdere l'affetto di Jackson già da ora ti causerà una vita di infelicità."

"Vostra Signoria..."

"... prima o poi si stancherà di te e tu non puoi farci nulla. Col passare degli anni ci saranno ragazze più giovani e più belle, più interessanti, verrano da pianeti lontani e lui ne sarà estasiato... ma per ora, per ora, Flora, non perderlo. Ho sentito che avete discusso in pubblico, e so che non visiti le sue stanze da un po', cosa che invece sembravi fare tempo prima del fidanzamento."

"Voi non capite..." Flora scosse la testa ma Isobel ridacchiò.

"Non capisco? Tesoro, sei così giovane e spensierata, e così bella, è normale che senta di non dover temere nulla. Ma, credimi, sarà così, e desidererai aver ascoltato il mio consiglio." Flora la guardò negli occhi azzurri, così sicuri di ciò che affermavano, e qualcosa dentro di lei scattò. Le sembrò di vedere in maniera più chiara, le sembrò di capire.

"Il vostro consiglio" Disse allora Flora con un tono di voce sicuro e fermo. "è quello di elemosinare l'attenzione di un uomo che non amo e che non conosco perché dovrà diventare mio marito, e lo sarà perché mi ha raggirata. Nonostante questo fra qualche anno lui si stancherà di me, (e non lo biasimo, perché io sono già stanca di lui) e io rimarrò sola, più sola di quanto già non sia, vivendo nella sua ombra. Ve lo ripeto: siete voi che non capite. Non ho alcuna intenzione di avvicinarmi a un simile uomo, e non intenzione di imparare ad amarlo, come tutti mi state dicendo di fare, perché non s'impara ad amare, non si forza l'amore, è un qualcosa che viene da dentro e che per quanto ci sforziamo non riusciremo a controllare. Non possiamo obbligarci ad amare, e tantomeno a non amare. Quindi sì, sono bloccata in questa situazione, per mia colpa, certamente, ma anche per la bassezza di vostro fratello, ma sono altrettanto convinta che mai e poi mai amerò, cercherò di amare o elemosinerò l'attenzione del principe Jackson, mai e poi mai nella mia vita."
Isobel la guardò negli occhi verdi, poi sorrise lievemente e replicò, in maniera calma:

"Dove sei stata stamattina, Flora?"

"Ho sbrigato delle faccende personali, ed ora, se non vi dispiace, devo raggiungere mia sorella che è impaziente quanto me di poter passare del tempo insieme. Con permesso, e buon pomeriggio." E così la keimerina girò sui tacchi e fece per andare quando Isobel la fermò e Flora si voltò verso di lei.

"Sakoma ha bisogno di una regina, non mettere te stessa davanti ai bisogni di questo pianeta. Non ora che il pianeta e Jackson hanno bisogno di te. Sai cosa sta avvenendo?" Flora scosse la testa ma mantenne il viso duro. "I segni nel cielo, ne sono stati visti in numerosi. E le notti sono buie, senza stelle, solo la luna. Qualcosa sta cambiando nel cielo, Flora, e ho paura che potrebbe essere qualcosa di molto grave."

"Me ne occuperò, ma come fata, perché è questo il mio compito." Isobel le fece un cenno col capo e Flora uscì.
... Lasciata Alfea i suoi problemi le erano sembrati così grandi, senza via di scampo. I suoi problemi di cuore l'avevano soffocata, tormentata e lasciata senza fiato. Ma parlare con Isobel le aveva aperto gli occhi, e purtroppo sapeva esattamente cosa stesse avvenendo dentro di lei, per quanto non volesse ammetterlo. E andare da Logan quella mattina le aveva fatto comprendere di quanto quella situazione fosse grave, di quanto la Dimensione Magica fosse in pericolo, e con Sakoma, Musa e il fidanzamento aveva avuto poco tempo per pensarci. Lasciata Alfea ora era compito suo prendersi il tempo per farlo, mettere in lista le sue priorità, e in quanto fata, come aveva detto a Isobel, la sua più alta priorità doveva essere proteggere il Mondo Magico, sopra ogni altra cosa. Ed esso era in estremo pericolo. Sapeva che quella mattina i rappresentanti delle comunità scientifiche si sarebbero riuniti per parlarne, e nel frattempo Aisha le aveva raccontato di cosa stesse succedendo su Andros, e Stella aveva espresso le sue preoccupazioni riguardanti Solaria. E poi c'era Linphea, la sua Linphea. Anche se era lontana e Vymarna l'aveva esiliata, lei era una keimerina e poteva sentire le vibrazioni inviate dal cuore del pianeta, anche se il cuore della natura la proteggeva. Doveva svegliarsi da quell'incubo e doveva agire. Alfea era lontana e lei non era più protetta dalle sue mura, le sue ansie e le sue preoccupazioni dovevano essere messe a tacere. Doveva mettere ordine, e generalmente lei amava rimettere le cose in ordine.
Questi pensieri l'accompagnarono fino alla sua camera dove però non trovò Miele, pensò che probabilmente l'avrebbe trovata al Centro di Musa e fu proprio lì che andò. La trovò in compagnia di Musa e Sebastian, e quando arrivò il sorriso della fata della musica si spense.

"Ehi, ragazzi." Salutò Flora, Sebastian fece un inchino e Flora arrossì.

"Sebastian, tranquillo, non devi farlo." Lo rassicurò Flora.

"Certo che devo, voi ora siete la futura regina di Sakoma." Insistette lo stalliere, Flora gettò un'occhiata a Musa, che non sembrava entusiasta.

"È vero, ma preferisco avere degli amici piuttosto che dei sudditi, e ti ringrazio per come sei sempre molto gentile e per come hai convinto Musa a partecipare alla mia festa di fidanzamento, mi ha fatto piacere averla lì. Ho bisogno di mia sorella, potete scusarci?" Miele fu sorpresa quanto gli altri due e seguì sua sorella maggiore e, mentre attraversava con lei il parco per tornare a palazzo, le chiese:

"Che cos'era quello?"

"Oh, non ne ho idea, ma credo sia stata la cosa giusta da fare." Rispose Flora, incredula lei stessa. "Miele, ascolta, ho bisogno di te e sono certa che preferirai questo anziché conoscere le specie di fiori che ci sono nel parco del palazzo."

"Non so cosa di cosa si tratti ma sono certa che hai centrato in pieno... allora, cosa dobbiamo fare?" Chiese la ragazzina, e i suoi occhi d'ambra scintillarono.

E mentre le due sorelle erano insieme lontane da Linphea, proprio lì, nella loro casa, giunse un ospite inaspettato sotto alcuni punti di vista. Fu Rodols che l'accolse, dato che sua moglie era nella sua serra, e fu sorpreso di vederlo. Il giovane sedette e aspettò che Rodols andasse a chiamare sua moglie. Si guardò intorno: era una casa silenziosa ma allegra, anche se sembrava svuotata data l'assenza delle due ragazze.

"Helia, che bella sorpresa!" Esclamò Alyssa entrando dalla porta finestra.

"Signora Alyssa, è un piacere rivederla." Sorrise Helia, lei lo invitò a sedere.

"Anche per noi è un piacere, caro, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa ti porta qui." Replicò l'ex ninfa con tono pacato e un sorriso disegnato sul volto, Rodols la guardò e sorrise fra sé, ed Helia se ne accorse, e si accorse del modo in cui la guardava, con gli occhi innamorati. L'uomo seguiva con lo sguardo le onde dei capelli sciolti sulle spalle e i movimenti delle dita impazienti che picchiettavano sul tavolo,  anche se c'era qualcosa nella sua espressione che suggeriva la sua inquietudine.

"Sono qui per Flora." Rispose finalmente Helia, Rodols e Alyssa si scambiarono uno sguardo. "Mi sento ovviamente in dovere di fare qualcosa, ma non ho ancora avuto... l'occasione di poter parlare con lei. Non so nulla, nulla della sua situazione a corte, di quello che sta accadendo col principe e trovandomi su Linphea al momento ho creduto che la cosa migliore fosse venire qui."

"Devo dire che nonostante la situazione spiacevole a mia figlia non mancano volontari per aiutarla... perdonami, Helia, è Helia, vero?" Chiese Rodols, il giovane annuì. "Ma io sono il primo che vorrebbe tirar via la mia Flora da quel castello e riportarla dritta a casa, ma credo che non sia possibile far nulla, non con le condizioni poste dal re, ne sei al corrente?"

"Sì, le ragazze me ne hanno parlato, ed è per questo che credo bisogna fare qualcosa! Flora è costretta a stare lì e il fatto che rischi l'impiccagione se mai decidesse di andar via la rende ancor di più bisognosa d'aiuto, non credete?" Rodols e Alyssa si scambiarono un altro sguardo, poi Alyssa domandò:

"Sei stato su Unamuno, è così?"

"Sì, signora." Confermò Helia.

"È stato spiacevole?"

"Non immagina quanto. Sono il figlio del generale Knight, prima o poi un'esperienza come questa dovevo aspettarmela, e sono felice che sia passata, almeno posso dire di aver onorato la memoria di mio padre e reso fiero di me mio nonno, ma ormai non voglio aver più niente a che fare con tutto quello."

"Beh, grazie di cuore, Helia." Replicò Alyssa, Helia fu sorpreso e lei continuò: "Grazie per ciò che hai fatto per Flora, e il tuo disinteresse è chiaro dal fatto che non l'hai menzionato ora che ne abbiamo parlato, spero che riuscirai presto a parlare con Flora."

"Posso farle una domanda?" Chiese Helia, dopo un istante di silenzio, Alyssa annuì. "Crede che Flora sia cambiata?"

"Se lo credo? Ne sono convinta. La mia dolce Flora ormai è diventata una donna, con i suoi pregi e i suoi difetti, e non potrei essere più orgogliosa di lei. Nei suoi occhi c'è ancora quella ragazza un po' timida, insicura e spaventata di non essere mai abbastanza, ma c'è una sfumatura diversa adesso. L'ho vista l'ultima volta che è venuta qui su Linphea, la notte del rito, sapevo che era cambiata. Credo sia stata la consapevolezza di essere speciale, l'ha capito finalmente, non c'era certo bisogno di essere l'ultima fata dell'inverno per esserlo, ma come ho detto la mia Flora rimane insicura, e aveva bisogno di una conferma in più. Ora puoi leggere in lei la grinta che teneva nascosta dietro la paura, e la decisione nel difendere ciò che è giusto... oh, e questa è una delle cose che più ammiro di mia figlia, e una cosa di cui io stessa sono incapace: fare la cosa giusta anche se a discapito di se stessa. Non so come faccia, ma mette sempre gli altri prima, sarebbe capace di rinunciare ai suoi desideri se significherebbe procurare sofferenza a qualcuno." Alyssa notò l'espressione un po' spiazzata di Helia e sorrise. "Ma sono certa che tu tutte queste cose le sai già, sei il suo ragazzo, in fondo. Mi spiace solo che con tutto ciò che è successo Flora non abbia potuto presentarti come si conviene."

"Già, io... dispiace anche a me."

"Beh, Helia," Disse dunque Rodols con un sospiro. "nonostante sia impossibile far qualcosa, grazie. Se Flora ha ancora la sua magia è grazie a te, e grazie per l'intenzione." Alyssa sorrise a suo marito, non era un uomo facile e acquistare la sua fiducia era molto difficile, ma entrambi erano grati a Helia ed era giusto farglielo sapere.

"Rodols, potresti prepararmi un tè, per favore?" Chiese poi Alyssa, "Helia, tu ne gradisci uno?"

"N-no, grazie." Rispose Helia, Rodols però si alzò e preparò il tè per sua moglie dopo averle rivolto un sorriso dolce.

"Helia, spero tu sia consapevole del fatto che Flora non avrebbe mai voluto che tu soffrissi." Disse Alyssa, Helia sospirò e replicò:

"Me ne rendo conto. Ci siamo scambiati delle lettere e so che Flora ha cercato di rompere quella specie di accordo che Nikolai ha fatto per lei."

"Già... oh, grazie, caro." Disse Alyssa quando Rodols le porse il suo tè, suo marito le sorrise e si passò una mano sulla bocca, strofinando la barba, come se ci fosse qualcosa che avrebbe voluto dire.

Bussarono alla porta e mentre Rodols andò ad aprire Helia si alzò per congedarsi, ma il suo congedo fu ritardato perché il secondo ospite non era affatto atteso dal primo.

"Brandon?" Disse Helia quando lo vide entrare: lo scudiero era l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quella casa.

"Helia..." Salutò invece Brandon, quasi infastidito, ma era chiaro che il fastidio fosse procurato più dal motivo della visita che dal fatto di trovare il suo amico lì. Brandon infatti era molto nervoso e lo si poteva capire anche solo guardandolo. Rodols gettò un'occhiata a sua moglie, lei scosse leggermente la testa, piuttosto interdetta. "Scusami..." Brandon scosse la testa, "... non... non lo faccio apposta e, perdonami, sono un po' sorpreso di trovarti qui." Cercò di giustificarsi Brandon.

"Beh, anch'io sono sorpreso di trovarti qui." Replicò Helia, cercando con tutte le sue forze di non indurire la sua espressione.

"Bene, direi che siamo tutti un po' sorpresi..." Concluse Rodols, "... Ragazzo, che succede? Sembri agitato, ha a che fare col terremoto che c'è stato? Se qui c'è qualcuno che può dircelo quello sei tu."

"Beh, sì, in effetti è per questo che sono qui." Annuì Brandon, così, sotto lo sguardo stupito di Helia, si mosse con agio in quella casa che sembrava sua e andò a salutare Alyssa, le chiese come stesse e poi si mise a sedere. Dato l'argomento, Rodols lasciò perdere i propri impegni e sedette con loro, al che Helia, che fino a pochi istanti prima aveva intenzione di congedarsi, decise di rimanere.

"Sono un linpheiano, vorrei sapere cos'ha da dirci la nuova melissa 2.0." Si giustificò Helia con una punta di sarcasmo, Brandon lo ignorò e si rivolse a Rodols e Alyssa.

"Sentite, sta succedendo qualcosa e sto cominciando ad aver paura. Non posso dirlo a Flora, perché lei mi direbbe 'te l'avevo detto' e poi non voglio più riaprire quell'argomento ma... nelle viscere di Linphea si sta muovendo qualcosa, Vymarna sa che sta accadendo qualcosa nel cielo e sente lo stesso. Stamattina sono stato male e ad Alfea mi ha soccorso Avalon, questa cosa mi sta sfuggendo dalle mani e non ho la più pallida idea di cosa fare, e fortuna che Flora se n'era già tornata su Sakoma, so già come avrebbe reagito." Ci fu silenzio, al che Brandon chiese: "beh, consigli? So che ne avete o non sarei venuto qui."

"Sai bene che Flora può aiutarti." Rispose Alyssa con un sorrisetto, sorseggiando il suo tè.

"Ehm... no, okay? Anche Avalon l'ha detto, ma dev'esserci un altro modo... che tra l'altro quel tipo mette davvero i brividi: è un legilmens, io, davvero, non so più che aspettarmi. Mi ha detto che 'emano magia', pff!" Raccontò Brandon, quasi offeso dall'atteggiamento del professore.

"Cosa ci facevi ad Alfea?" Chiese Helia, Brandon si voltò verso di lui. "E perché c'era anche Flora? Sia chiaro, la mia è pura curiosità."

"Cos'è, Helia, oggi sei sarcastico? L'aria di Linphea ti sta facendo male?" Replicò Brandon ma si beccò un'occhiataccia da Alyssa e allora disse: " Ero ad Alfea per parlare con Faragonda, e Flora era con me perché... beh, per questo, per parlare con Faragonda... dato che sei qui tanto vale dirtelo, tanto avrei dovuto parlarne con il resto della squadra: ho chiesto a Logan di aiutarci con la magia nera. Le ragazze non possono, e noi di certo non possiamo chieder loro di impararla."

"Sei davvero sicuro che tuo fratello possa aiutarci? Non dimenticare che ci ha traditi."

"Grazie per avermelo ricordato, mi era davvero sfuggito di mente!" Replicò Brandon, Helia alzò gli occhi al cielo. Lo scudiero si rivolse di nuovo a Rodols e Alyssa e fu Rodols che parlò, e che nel frattempo si alzò per mettere a posto la tazza di Alyssa.

"Flora ci ha raccontato di questa storia del cielo che si sta aprendo, ed è chiaro che tutto questo abbia delle ripercussioni sui nostri pianeti... Brandon, se vuoi un consiglio, il mio è questo: non rifiutare l'aiuto che ti viene offerto."

"Ma..." Provò a dire lo scudiero ma Rodols lo fermò:

"... ma tu... ma tu...! Sei venuto qui perché ti aspettavi che noi ne sapessimo di più e che Alyssa, essendo stata una ninfa di Vymarna, avesse una magia o qualche intruglio da farti bere per non farti stare tanto male."

"Io... beh, sì." Concluse Brandon alzando le spalle.

"Mi dispiace, caro, ma non ho alcun intruglio da farti bere." Disse Alyssa, storcendo le labbra, Brandon sospirò. "Ma dimmi: senti dolore?"

"Sì..." Confessò Brandon, "... è straziante, è fisico ma è anche emotivo. Mi fa male la testa, mi fa male nel petto, ma sono anche terribilmente nervoso e agitato, e so che non sono io. Non è come in inverno, è... è peggio. Perché non è una magia che sta facendo soffrire Vymarna, è Vymarna stessa che soffre e... e, accidenti, io sento tutto." Ci fu un momento di silenzio e poi fu proprio Brandon che riprese a parlare. "Questo vuol dire che la situazione è più pericolosa di quanto ci aspettassimo e che dobbiamo sbrigarci a richiudere quella fessura... il problema sarà capire chi debba farlo."

"Gli dei ve lo riveleranno." Gli disse Alyssa, Brandon sospirò. Ci fu un attimo di silenzio: l'atmosfera si era appesantita. Poi Brandon si alzò attirando l'attenzione e disse:

"Beh, io devo andare, mi ero preso qualche ora di permesso."

"Mi dispiace non averti potuto aiutare, ma sai bene che se è una soluzione che cerchi quella ce l'hai già." Puntualizzò Alyssa, lui sospirò.

"Credevo che avessi capito le mie ragioni... beh, scusatemi, ma ora devo proprio..." Lo scudiero non poté continuare la frase e i seguenti attimi furono pervasi dal panico più totale. La prima cosa che fece Rodols fu correre da Alyssa per proteggerla e aiutarla a chinarsi sotto al tavolo mentre la casa tremava violentemente. Helia e Brandon si rifugiarono sotto alle mura maestre della casa mentre la terra vibrava sotto i loro piedi. In quegli stessi istanti, Brandon sentì una fitta nel petto, molto più forte di quella che aveva sentito quella stessa mattina, e strinse i denti per sopportare il dolore.
Furono soltanto alcuni attimi, ma sembrarono interminabili.

"Credi che potremo trovare qualcosa?" Chiese Miele a sua sorella mentre entrambe erano sedute nella biblioteca del palazzo. Erano le uniche in quella stanza, e non per caso: Flora aveva scoperto che in quel palazzo le persone facevano quello che lei ordinava perché lei era la fidanzata del principe Jackson, la futura regina di Sakoma e la keimerina. Ciononostante la fata non mancò di gentilezza perché, nonostante la rabbia, la delusione e l'incredibile voglia che aveva di lasciare quel palazzo e quel pianeta, rimaneva sempre se stessa.

"Credo di sì... è una grande biblioteca e: numero uno: Yana ha vissuto in questo palazzo e sono certa che alcune delle sue conoscenze le abbia apprese da qui; numero due:anche Nikolai ha vissuto qui e Jackson mi ha detto che passava molto tempo in questa biblioteca... era uno spirito primordiale della natura, immagina soltanto quanta potesse essere la sua conoscenza! Jackson mi ha detto che lasciava delle annotazioni in alcuni libri, e poi noi abbiamo il suo diario e questo vuol dire che possiamo sapere in che modo pensava e quali erano i suoi punti di vista."

"Sì, credo che tu abbia ragione. Ma prima che iniziamo la nostra ricerca devi promettermi una cosa." Disse Miele, decisa. Flora lasciò perdere i volumi che stava controllando e la guardò.

"Sentiamo..." Sapeva che non le sarebbero piaciute le intenzioni della sua sorellina.

"Voglio far parte della squadra." Flora alzò le sopracciglia, scettica, ma Miele continuò:

"Andiamo, Flora! Sai che sono brava e che ho coraggio da vendere! Tra un paio d'anni andrò ad Alfea e voglio aver combattuto una battaglia prima di farlo!"

"Hai detto bene: fra un paio d'anni andrai ad Alfea. Miele, non sei ancora pronta per combattere."

"Ma ci sarai tu! So che posso farcela, Flora!"

"Ne riparliamo, va bene?" Miele sbuffò, distogliendo lo sguardo. "Dunque," Disse Flora, cambiando argomento e aprendo il libro di fronte a lei. "controllo della mente, soggiogazione e metamorfosi, okay?"

"Okay..."

"Miele, non devi per forza combattere per dare un contributo."

"Disse quella che ha imparato a tirare di spada quando la sua magia faceva cilecca." La rimbeccò sua sorella, Flora alzò gli occhi al cielo.

"È diverso."

"Non è diverso, e visto che puoi capirmi..."

"... mamma e papà non te lo permetterebbero mai, e mi ammazzerebbero se sapessero che te l'ho permesso io!"

"Allora sarà un segreto fra sorelle." Propose Miele con un sorrisetto, Flora la guardò di bieco.

"Sei il mio lato oscuro, lo sai?" Miele ridacchiò, e allora le due sorelle si misero al lavoro. Non potevano sapere che i loro genitori, in quei momenti, stavano avendo paura.

"ALYSSA, TORNA DENTRO! RODOLS, DICA A QUELLA GENTE DI RIMANERE DENTRO CASA! HELIA, TU CON ME!" Urlò Brandon di fronte a quel panico: subito dopo il terremoto Linphea era stata invasa dalle ombre. Erano scese sul pianeta facendo calare un'atmosfera notturna, il sole rimaneva alto in cielo ma in terra tutto era scuro come fosse stata piena notte. Tutti erano usciti dalle loro case per capire cosa stesse succedendo e, dopo la paura causata dal terremoto, l'arrivo delle ombre aveva diffuso il panico totale. Brandon aveva capito qualche istante prima che qualcosa non andava, l'aveva saputo, e poi era successo. Alyssa si era stretta a Rodols, impaurita, mentre i due ragazzi capirono che dovevano intervenire. "Helia, ce l'hai il tuo coso? Il..."

"... il materializzatore." Finì per lui Helia. "Sì, ce l'ho."

"Okay, come li facciamo..." Dovette fermarsi un attimo, stringendo i denti per sopportare il dolore. "... come li facciamo funzionare?" Helia mostrò a Brandon come accendere il suo materializzatore, dato che lo scudiero aveva prestato poca attenzione alla spiegazione di Timmy e l'ultima volta gli era stato offerto già acceso. Nel frattempo Rodols e i suoi vicini fecero rifugiare chi ancora era fuori mentre le ombre guizzavano in ogni punto, inghiottendo gli alberi. Brandon fece un cenno ad Helia e i due giovani cominciarono la loro battaglia. Brandon sfoderò la spada (ancora non era la sua spada, ma ci stava lavorando) mentre Helia impugnò i raggi laser, di cui non si era ancora disfatto.

"Non guardarmi così." Lo rimbeccò Helia, Brandon ridacchiò. E così, con i materializzatori ancora carichi dall'ultima in cui avevano incontrato quelle ombre, furono pronti a combatterle. Il vento era forte, il cielo bubbolava. E la terra fremeva, Brandon lo sentiva. Ogni passo era pesante, ogni fendente menato contro un'ombra lo prosciugava. La terra tremò ancora, e così il suo spirito. Di tanto in tanto, tra un mandritto e un fendente, gettava un'occhiata a Helia. Il suo amico se la stava cavando bene, distruggendo le ombre che gli capitavano sotto tiro. Quegli esseri oscuri stavano inghiottendo la radura, chi poteva sapere cosa stava accadendo sul resto del pianeta.

"BRANDON, NON POSSIAMO MAI FARCELA!" Gli disse Helia, cercando di farsi sentire sul vento.

"DOBBIAMO!" Replicò il suo amico, disintegrando un'ombra. Erano grandi, viscose e spaventose, ed erano in ogni angolo. In qualsiasi punto posassero la coda dell'occhio un'ombra era lì, e ogni passo indietro poteva essere fatale. L'unico lato positivo era che potevano rendere materiali e dunque non le dimenticavano, e ciò permetteva loro di poterle distruggere. Poi però qualcosa andò storto: le ombre smisero di guizzare, saltare e inghiottire e si sciolsero diventando un qualcosa di molto simile ad una gigantesca pozza di petrolio. Brandon ed Helia indietreggiarono di fronte all'ombra che si avvicinava trovandosi spalla contro spalla.

"Che diavolo sta succedendo?" Chiese Helia.

"Non ne ho la più pallida idea." Rispose Brandon coi capelli che venivano sferzati dal vento. Iniziò a piovere, una pioggerellina leggera ma insistente. L'ombra impregnò la terra sotto i loro piedi, e poi:

"Inchinatevi di fronte alla potenza di Zvonimir!" Tuonò alle loro spalle, non avrebbero mai voluto sentire quella voce.

"Rodols, non è in lei." Disse Brandon, cercando di mantenere la calma.

"Inchinatevi di fronte alla potenza di Zvonimir." Ripeté Rodols, ma il suo sguardo era vacuo.

"Brandon, dobbiamo fare qualcosa." Disse Helia, un tuono squarciò il cielo.

"Lo so..." Replicò il suo amico, poi vide che Alyssa era uscita di casa: aveva capito. Brandon scosse leggermente la testa per farle capire che non doveva fare nulla di quello che aveva in mente. Il soldato provò a fare qualche passo dicendo:

"Rodols, per favore, cerchi di..."

"Inchinatevi!" Esclamò l'ombra che aveva preso possesso del padre di Flora, Brandon si fermò di colpo. "Ogni pianeta della Dimensione Magica verrà conquistato, Zvonimir otterrà le Gemme, otterrà il potere e conquisterà la Dimensione Magica! Avrà la sua vendetta!"

"Rodols!" Esclamò Alyssa, correndo verso di lui. L'uomo, senza voltarsi, alzò la mano e una scia d'ombra molto più grande scaraventò via Alyssa. Brandon fece per andare verso di lei ma Rodols mise la mano avanti e un muro d'ombra fermò lo scudiero.

Brandon gettò un'occhiata a Helia, il suo amico non sapeva cosa fare tanto quanto lui.
Linphea era stata presa dalle ombre e lui non poteva farci niente. Rodols aveva la mente oscurata, Alyssa era stata ferita, e lui non poteva farci niente. Si sentiva inutile, terribilmente inutile, ancora una volta.
Sentì un bruciore al petto, dentro e fuori. Vymarna aveva la sua essenza, e sentiva che anche il marchio che gli aveva lasciato stava bruciando. La Natura stava parlando. E per la prima volta fu grato a quella vecchia quercia.
Sentiva di bruciare dentro, ed anche la terra bruciava. Fu come se l'ombra che l'aveva impregnata e soffocata fosse repulsa via. Avvenne in pochi istanti: la terra tremò, una scia di luce e calore la ricoprì e Vymarna si liberò delle ombre che la opprimevano. L'oscurità che ricopriva il cielo svanì, ma le nubi rimasero fitte e continuava a piovere. Rodols riprese il dominio di se stesso, e un attimo dopo perse i sensi. Helia e Brandon corsero a sorreggerlo. I vicini che si erano rifugiati uscirono dalle loro case per avvicinarsi e capire cosa fosse successo, Alyssa si rialzò a fatica e andò da suo marito.

"Riportiamolo in casa." Disse ai due ragazzi, se ne occuparono lei ed Helia perché Brandon fu costretto ad aver a che fare con le persone che, giustamente, si chiedevano perché delle spaventose ombre avessere invaso momentaneamente la loro casa. Brandon spiegò loro che non avevano nulla di cui preoccuparsi (bugia), che andava tutto bene (bugia) e che lui e i suoi amici, in quanto protettori della Dimensione Magica, avevano assolutamente tutto sottocontrollo (bugia).
Quando finalmente entrò in casa trovò Helia e Alyssa seduti a parlare con un tono piuttosto basso, allora Brandon, con lo stesso atteggiamento, chiese:

"È ancora...?"

"Sì, ora è di sopra, sta riposando." Rispose Alyssa, Brandon sospirò e sedette con loro. "Brandon, ora ti faccio una domanda e mi aspetto che tu mi risponda con la massima sincerità, va bene?" Chiese Alyssa, il suo tono era dolce ma il suo sguardo era severo e autoritario. Brandon annuì convinto. "Quanto siamo nei guai?"

"Alyssa..." Replicò Brandon in difficoltà ma lei lo fermò e ribadì le sue condizioni con lo sguardo, Brandon capì che doveva dirle la verità. "Siamo davvero nei guai. Non sappiamo come fermarlo, non sappiamo come chiudere la fessura, beh, quello lo sappiamo ma uno di noi dovrà firmare la propria condanna a morte. Queste ombre sono in grado di controllare le menti e non sappiamo come fermarle, ogni volta è stato un mero colpo di fortuna e non siamo neanche sicuri che Logan potrà aiutarci, e poi sinceramente non mi fido affatto di lui. Non so davvero cosa potremmo fare contro di loro, sono potenti, Vymarna stessa ha impiegato molta energia per liberarsene, credimi."

"A proposito, sicuro di stare bene?"

"Sì, sì, tranquilla..."

"Le Gemme..." Borbottò Helia, assorto fra i suoi pensieri.

"Cosa?" Chiese lo scudiero, Helia si scosse e si rivolse a lui:

"L'ombra ha detto che Zvonimir otterrà le Gemme."

"Quali Gemme?" Chiese Brandon, confuso. Helia alzò gli occhi al cielo, mantenendo la calma, e rispose:

"Quelle che si trovano nel cuore di ogni pianeta alla base dell'equilibrio della Dimensione Magica."

"Mai sentite nominare." Brandon scosse la testa, Helia gemette dalla disperazione e replicò:

"Certo, se almeno una volta fossi rimasto sveglio durante una lezione del professor Boots lo sapresti! Ma ora lascia perdere, la cosa importante è che questo tizio, nella sua mania di grandezza, ci ha appena rivelato il suo piano!"

"Andandomene per un'idea, queste Gemme sono vitali per i pianeti e questi, essendo quelli alla base dell'equilibrio della Dimensione Magica, se le perdessero farebbero collassare la Dimensione Magica, o comunque nel migliore dei casi il nostro amico ne prenderebbe il controllo, mi sbaglio?"

"No, non ti sbagli, e dobbiamo avvertire subito gli altri." Rispose Helia, serio e irritato dall'atteggiamento facilone del suo amico.

"Va bene, torniamo su Eraklyon: Sky, Tecna e Timmy sono lì." I due ragazzi si alzarono e Alyssa li accompagnò. "Vedrai che non ricorderà nulla." Disse Brandon salutando Alyssa, riferendosi a Rodols.

"Per favore, non dire niente a Flora. Non può venire qui e si sentirebbe impotente."

"Non posso non dirglielo, è suo padre." Replicò Brandon, Alyssa strinse le labbra, dispiaciuta.

"Ma dille che va tutto bene, che sta bene e che non deve preoccuparsi se ora non è qui, che ci sono io con lui e che l'amiamo più della nostra stessa vita, va bene?" Brandon abbozzò un sorriso, intenerito da tutto quell'amore, e vedendo negli occhi di Alyssa lo sguardo che Amelia gli aveva rivolto tante di quelle volte.
Alyssa salutò Helia, ringraziandolo ancora, soprattutto per il motivo della sua visita, e gli disse che si augurava di rivederlo presto. Lasciata la casa Helia fermò il suo amico:

"Andiamo su Sakoma." Brandon lo guardò, aspettando che si spiegasse. "L'ultima volta hai visto come si è comportato il principe, e se non lasciasse venire Flora? Questa faccenda riguarda anche lei con quello che è successo, e noi risolviamo il problema alla radice presentandoci lì, non potrà impedirci di vederla."

"Già immagino la faccia del Principe Ghiacciolo! Bene, Helia, così mi piaci! Avverto gli altri: andiamo su Sakoma!"

 

Oh, Oh, Oh! Miei dolcissimi germogli di lullabea! Rieccoci dopo un paio di settimane e credetemi se vi dico che non vedevo l'ora di pubblicare! Anche perché ci tenevo a dirvi che vi voglio bene e che vi ringrazio per tutto il vostro supporto e il vostro affetto! Molte volte sono molto insicura su ciò che scrivo ma poi mi arrivano i vostri commenti, i vostri messaggi, e vorrei abbracciarvi forte!
Okay, ora posso davvero iniziare: la situazione si stra stringendo terribilmente, le cose sono difficili su ogni pianeta e questo non è che l'inizio. I rappresentanti delle comunità scientifiche sono preoccupati e su Linphea la situazione è critica, ma non è perché è il pianeta della nostra protagonista... più avanti capiremo meglio... caspita, è difficile commentare senza fare spoiler per me!  Dunque, avevamo parlato di cambiamenti e di reazioni. Flora, in un certo modo, ha finalmente preso la situazione in mano, anche se questo non è che l'inizio. Molti di voi me l'avevano descritta "passiva", ed effettivamente era proprio quello l'atteggiamento che aveva assunto la nostra keimerina. Ma la conosciamo e aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di essere portata al limite per prendere coscienza... se si fosse trattato di un carattere come quello di Bloom dubito che sarebbe persino arrivata al fidanzamento, ma qui parliamo di Flora e ho creduto che per mantenerla abbastanza InCharacter fosse necessario un percorso come questo. Ma non abbiamo finito, questo è solo l'inizio e c'è così tanto da fare e tanto da scoprire. Per ora abbiamo avuto l'attacco su Linphea e Brandon ed Helia, che ormai formano La Strana Coppia, si dirigono su Sakoma. Non so bene come descrivere questa situazione e aspetto che lo facciate voi... io ho  una visione globale e ho punti di vista differenti, soprattutto su questi capitoli "di metà storia", e vorrei tanto sapere cosa ne pensate voi e quale sia la vostra impressione.

Ancora vi ringrazio per come ci siete, leggete, mi commentate e davvero non immaginate la mia gioia nel leggere un vostro commento o notare semplicemente un vostro voto! Grazie per avermi accompagnata in quest'anno così incredibile, mi chiedo come sia stato il vostro, se vi va lasciate un pensiero nei commenti! È stato un anno in salita, in discesa o a zig zag?! Per me è stato sconvolgente, ho stravolto la mia vita nel giro di pochi mesi e ancora non mi sono ripresa, ma voi siete un punto fisso... lo so, sono sdolcinata ma credetemi che non sto esagerando!
Vi auguro di passare delle buone feste, che festeggiate il Natale o meno, ma comunque c'è aria di festa e qualunque sia il nostro "credo" non possiamo fare a meno di "essere più buoni"! Vi voglio bene, e spero che il capitolo vi piaccia, magari vi salva dalla noia stasera o domani mentre i parenti vogliono cominciare a parlare del "fidanzatino"!
Ancora un bacio, 
vi strAmo,

xoxo Florafairy7
 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Florafairy7