Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Romanticgirl02    27/12/2017    2 recensioni
Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre...
-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane-
La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.
-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-
Una psicologa per un pazzo o per qualcuno che ha bisogno di aiuto?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il resto della giornata passò veloce. Kagome faceva di tutto per non sembrare invadente anche se in fondo avrebbe voluto qualcosa di più e quando la sera arrivò quel bacio rubato sembrava svanito nel nulla. Tornò a casa e si stese sul divano “cos’ho di sbagliato?” Si chiese più volte. Nella sua testa i pensieri correvano intrecciandonsi gli uni con gli altri ma senza venirne a capo. “Che l’abbia fatto di impulso... senza volerlo?” Questo tra tutte le preoccupazioni le avrebbe fatto sicuramente male. Poi si domandò se davvero lei lo amasse. Infondo aveva passato gran parte del tempo con lui sopratutto negli ultimi mesi, ma si poteva definire amore? Lei era convinta di amarlo ma se quell’amore in realtà non esiste? “Brava Kagome ti stai incasinando da sola” si fece un the caldo e guardò fuori dalla finestra. Le strade erano deserte, illuminate dalla luce dei lampioni, nei palazzi solo qualche finestra era ancora accesa. Lei aspettò finché tutte le luci furono spente. Per una volta non aveva niente da fare. Avrebbe voluto sentire ancora la voce di Inuyasha ma non riusciva a trovare nessuna scusa per poterlo chiamare. Anche quando andò a letto il sonno le era nemico. Rimase a rigirarsi più e più volte cercando la posizione migliore ma senza risultato. Poi come se qualcuno avesse letto i suoi pensieri il suo telefono squillò. Guardò l’ora sul display: 00.30. Rispose titubante.

-Pronto?-

-COME DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE DI FARMI DORMIRE CON MIA MADRE!-

Kagome cadde dal letto. Era veramente lui. 

-B...Bhe che male c’è?-

Chiese lei incerta sul da farsi. Aveva aspettato tanto e ora non sapeva cosa fare. 

-Che male c’è? Questa si è messa in testa di rivedere tutti gli album di fotografie! Per non parlare di tutte quelle serie tv sdolcinate che mi ha costretto a vedere e di tutto il rosa che ha portato in camera mia!-

Kagome scoppiò a ridere immaginandosi la scena. Dentro di se si ritrovò a fare il tifo per Izayoi, quella donna dovrebbe diventare Santa. 

-Si può sapere che hai da ridere?-

Inuyasha si stava spazientendo e la situazione stava degenerando. Kagome scosse la testa.

-Niente niente... sai non ho mai sentito così tante parole da te in una botta sola, stiamo facendo progressi...- 

Si alzò da terra e si mise seduta sul letto. Questa situazione alquanto comica le aveva tirato su il morale. 

-Ehi aspetta un attimo! Ma come fai ad avere il mio numero?- 

Chiese infine la ragazza. Nonostante tutte le volte che lei fosse stata in casa No Tashio non aveva mai scambiato i numeri con Inuyasha. 

-Il tuo numero di telefono è ovunque. Sono semplicemente andato in cucina a vedere sul frigorifero sotto il nome di Ka-chan...-

Appena sentì il suo diminutivo detto da lui un brivido la percorse. Si ritrovò ad arrossire e ad intrecciare le sue dita con il lembo della maglia del pigiama, detto da lui faceva tutto un altro effetto.

-Questa te la faccio pagare cara!-

Disse infine Inuyasha chiudendo la chiamata senza salutare. Kagome riappoggiò il telefono sul comodino e si distese nel letto. Non era quello che si era immaginato, ma le andava bene comunque. A fatica il sonno la vinse facendole sognare ancora una volta il suo bel paziente. La mattina seguente si alzò presto. Stese il bucato, spazzò i pavimenti, ripulì alcune stanze... e quando ebbe finito guardò l’orologio: 9.30. Corse in bagno e si fece una doccia veloce. Doveva fare in fretta per andare a casa No Tashio. 

Intanto Inuyasha lottava contro sua madre per rimanere nel letto. Non vedendoli scendere per la colazione Inu No Tashio andò a vedere di persona. Inuyasha aveva gli occhi contornati da profonde occhiaie, il pigiama tutto sgualcito e i capelli arruffati mentre la sua dolce mogliettina sorrideva compiaciuta della bella serata passata con il figlio. Inu No Tashio sorrise e li invitò per la colazione. Appena sua madre uscì Inuyasha si rituffò a capofitto nel letto. Voleva dormire senza essere disturbato almeno fino all’ora di pranzo. Ma puntualmente verso le 10.15 Kagome bussò alla sua porta. Inuyasha l’aprì appena.

-No-

Disse soltanto per poi richiudersi dentro. Kagome prese la chiave ed aprì la porta. Lo trovò seduto sul letto con la testa sorretta dalle braccia, di tanto in tanto si stropicciava gli occhi, cercando di rimanere sveglio, ma con scarsi risultati. 

-Va bene, oggi ti lascio scegliere cosa fare, sposteremo il programma di oggi alla settimana prossima.-

Si guardarono per qualche minuti poi Inuyasha si appoggiò a lei e chiuse gli occhi. Ormai sapeva come tenerla a bada, qualche smanceria e qualche contatto e lei non sapeva ribattere. Inuyasha non era stupido, lo aveva capito. Che lei avesse dei riguardi speciali per lui lo si vedeva lontano un miglio e lentamente Inuyasha stava prendendo il controllo su di lei. 

-A..Allora che si fa?-

Chiese Kagome titubante

-Dormiamo-

Mormorò appena lui. Kagome non seppe come muoversi. Rimase per qualche minuti così con la sua testa appoggiata alla sua spalla poi si alzò e si mise davanti a lui con le mani sui fianchi. 

-Dai di aspetto di sotto-

E detto ciò se ne andò lasciandolo li da solo. Inuyasha sbuffò, si cambio e in 10 minuti fu sotto. “Che rompi palle” pensò. “Bene, l’ha deciso lei, la prenderò a sfinimento” la mattinata passò lenta e noiosa. Kagome aspettava un cenno da parte sua o il momento adatto per ritirar fuori la storia del bacio. Ma Inuyasha non voleva saperne. Faceva sempre il contrario di quello c’è lei proponeva. Quella mattina la irritava parecchio e se non avesse avuto un minimo di autocontrollo, sicuramente lo avrebbe appeso su per il muro. Alla fine si arrese e dopo l’ennesimo rifiuto del ragazzo, andò in salotto e accese la tv, fece zapping per qualche minuto finché non trovò il canale che stava cercando. Un programma femminile che a volte le era capitato di guardare, una sottospecie di Beautiful, insomma. Poco dopo la raggiunse anche Inuyasha... il perche? Nemmeno lui lo sapeva. Voleva darle fastidio, voleva vederla arrabbiata, voleva le sue attenzioni. Provò a star concentrato sul telefilm ma si stancò presto e decise di stendersi con la testa sulle ginocchia della ragazza. Se mai l’avessero visto i suoi si sarebbe sotterrato. Da quella posizione riprese a guardare il programma ma ancora lui e Kagome non si erano scambiati parola. Lei prese involontariamente ad accarezzargli i capelli e lui pian piano senza rendersene conto si addormentò. Kagome sorrise, infondo le andava bene anche così. Poco dopo si addormentò anche lei. Ognuno sentiva il calore dell’altro, quel dolce tepore che provoca l’amore. Volevano rimanere così soli, insieme. Ma la magia finì con il suono di un telefono. Si svegliarono di soprassalto, alzandosi in piedi alla ricerca del cellulare, finché Kagome non lo trovò e ripose.

-Pronto?-

Disse con voce alquanto assonnata.

-Capo? Si sì mi dica... no no non sta disturbando...-

Alle parole della ragazza Inuyasha fece una smorfia, alzò gli occhi al cielo e tornò a stendersi sul divano. 

-Si, sto continuando a lavorare per i No Tashio... si... esattamente...-

Inuyasha era visibilmente infastidito, lavoro? Era questo che lui era per Kagome? Si certo effettivamente lei veniva tutti i giorni da lui per aiutarlo, è questo il suo lavoro... però... ad Inuyasha non andava bene. Pensava che dopo tutto quel tempo insieme lui non fosse più il “lavoro”. “Si certo e poi cosa pretendi?” La sua coscienza aveva ragione, infondo all’inizio lui non la voleva nemmeno...

-Ok... si va bene... la ringrazio, arrivederci.- 

Kagome stava ancora pensando alle parole del capo e per assimilarle tutt’e insieme, fece spostare Inuyasha e si stese di fianco a lui. Per farla breve Inuyasha non era più suo paziente. Inuyasha non era più nessuno per lei. Si alzò di scatto appena si accorse di aver gli occhi lucidi. Si asciugò gli occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime. “Che stupida... perché sto piangendo?”

-Che hai adesso?- 

Chiese Inuyasha rimanendo steso. Kagome si girò verso di lui con un sorrisetto alquanto tirato. 

-Novità! Sei riuscito a liberarti di me! Da adesso in poi non vedrai più il mio brutto muso! Vado a raccattare le mie cose...- 

La voce la tradì leggermente. Si alzò ormai al limite, quello era un addio e lei lo sapeva. Una mano la fermò.

-Che vuol dire?-

Per un istante si guardarono dritti negli occhi. Lei stava male e lui lo vedeva, gli doleva vederla così eppure per orgoglio, non le avrebbe mai detto una parola.

-Sei passato sotto le cure di un altro psicologo... ciò vuol dire che per tua fortuna non ci vedremo più. Non sei contento?-

Detto ciò si voltò e riprese il suo cammino. Prese le sue cose che aveva lasciato lì per comodità, li mise una una sporta, prese il giubbotto, salutò tutti e se ne andò. Appena uscì dalla porta si impose di non voltarsi indietro, ma come accade sempre non ebbe la forza di non farlo. Vide sfumare via una parte della sua vita. Vide ritornare il suo mondo monotono. Appena arrivò a casa si sentì stanca, esausta. Aveva perso tutte l’energie. Intanto Inuyasha era già tornato in camera sua. Non riusciva a capire il perché di questa decisione improvvisa. Prese in mano il telefono e se lo girò varie volte tra le mani. Che doveva fare? Chiamarla... si è poi? Gli avrebbe sussurrato ti amo e avrebbe buttato giù la chiamata? No, mai e poi mai. Compose in fretta il numero e la chiamò. 

-Pronto?-

Rimase in silenzio per qualche secondo poi si decise e parlò.

-Chi l’ha deciso tutto ciò? Che hai combinato?-

-Il mio capo a deciso di toglierti dalla mia lista di pazienti... non so perché...-

Ci furono altri minuti di silenzio... si tenevano compagnia a vicenda, sentivano i loro respiri attraverso la cornetta. 

-Quindi adesso, mi abbandoni qui, circondato da idioti, dopo che hai rotto le palle tutto il tempo per entrare nella mia vita? Non credo proprio Kagome Higurashi! Ti perseguiterò, sarò la tua ombra, mi vedrai persino negli incubi...-

Kagome sorrise a quelle affermazioni. Incubi? Qualunque sogno in cui ci fosse lui sarebbe stato meraviglioso.

-Quindi che vuoi fare? Traferirti a casa mia? Spiarmi a lavoro?-

Rispose lei.

-Bhe sarebbe un inizio... ma si, perché no? Bene, tra una settimana verrò a vivere a casa tua.-

Annunciò Inuyasha veramente convinto chiudendo poi la chiamata. Kagome rimase di sasso... certo lo voleva vicino ma addirittura venire a vivere da lei, senza preavviso... è tutto troppo veloce. Passò due giorni a pulire quel minuscolo appartamento che lei chiama casa. Passando in ogni centimetro e controllando più volte la camera degli ospiti. In confronto a Villa No Tashio, quelle stanze erano simili a formiche, piccole e monotone. Pensò addirittura di cambiare mobili, ma per quello ci sarebbe voluto più tempo e lei di certo non ne aveva. Da una parte sperava che Inuyasha scherzasse, ma sapeva bene che una volta deciso lui non sarebbe più tornato indietro. “Così diverremo coinquilini...” non sapeva se era un bene o un male, e ci pensava talmente spesso che più di una volta rovesciò il caffè a lavoro, perse l’autobus e addirittura cadde un paio di volte giù dalle scale. “Come sono ridotta” farfugliò tra se e se. In un battito di ciglia la settimana volò e il citofono suonò. Fece un respiro profondo e con un sorriso sgargiante aprì la porta. Lo squadrò per un secondo. Cappellino nero in testa indossato al contrario, giubbotto di jeans che nascondeva una maglia nera attillata, pantaloni sempre di jeans neri, delle collanine d’argento e qualche anello. In una mano aveva lo skateboard e sulla spalla portava un borsone. “Un ragazzino” pensò Kagome. Poi lo guardò meglio in faccia. “Ah pure il piercing sul labbro...”

-Ciao... dai entra.-

Disse lei alquanto sbalordita. Più lo guardava più ne restava incantata. Lo stile sbarazzino gli stava divinamente. Lo accompagnò in quella che sarebbe stata la sua camera. Lui smollò tutto e andò a stendersi sul divano con le gambe per aria, appoggiate allo schienale. 

-Hai solo quel borsone? Ma ci sta davvero tutto?-

Chiese lei titubante

-L’indispensabile-

Rispose lui. 

-Bene, ora che sei mio coinquilino dobbiamo parlare di cose importanti.-

Inuyasha alzò il sopracciglio, se ne stava già pentendo...

-Innanzi tutto il mutuo e le spese. Ci divideremo tutto. Poi le pulizie, ci divideremo i turni e le stanze così da fare prima, poi...-

-Si si. Va bene, come vuoi- 

Inuyasha si alzò a andò ad aprirsi una birra. La bevve tutta ad un fiato e alla fine sospirò. Da una parte si sentiva libero, dall’altra voleva scappare e tornare a casa. Poi si ricordò della notte passata con sua madre e mise su il broncio. Guardò Kagome che lo fissava indignata. “Sarà una convivenza lunga” pensarono all’unisono. 

-Stavo dicendo-

Riprese Kagome.

-Come pensi di pagare la tua parte di mutuo? Non chiederai i soldi ai tuoi vero?-

Domandò in fine. Inuyasha non ci aveva pensato. Da dove li prendeva ora i soldi? Avrebbe fatto una figura patetica se fosse tornato indietro solo per i soldi. 

-Mi troverò un lavoro...-

La buttò lì con disgusto. Per lui soldi significava lavoro e lavoro significava persone e persone significava disgusto e malessere per i prossimi mesi se non anni... no decisamente non voleva. Poteva andare nell’agenzia di suo padre, ma ciò voleva dire Sesshomaru a tutte le ore e una grande responsabilità in quanto figlio del capo. Sbuffò. E sbuffò ancora, ormai faceva invidia ad una locomotiva a vapore. 

-Dai vediamo cosa potresti fare...- 

Kagome si armò di giornale e di computer e iniziò a cercare. Fece due conti per vedere i costi, aggiunse degli eventuali aumenti dei consumi e infine trovò la cifra media che Inuyasha doveva ricevere per pagare. Poi iniziò a sfogliare. 

-Come minimo devi prendere 1.000€ al mese, ma rimaniamo comunque al limite. Quindi se con un lavoro non riesci a coprire la somma ne farei di più alla volta-

Inuyasha la guardava disgustato e il suo odio verso la vita aumentava a dismisura, debiti, bollette, lavoro... la vita reale gli si rovescio addosso come una cascata ma al posto dell’acqua vi erano pietre appuntite. 

-Allora... che sai fare?- 

Chiese di punto in bianco Kagome.

-Dipende dal lavoro-

Disse lui dopo averci pensato. Lei lo guardò interrogativa.

-Posso imparare di tutto- 

Disse infine Inuyasha.

-Allora vediamo... cameriere? Mmm... mettiamolo da parte, conoscendoti potresti tirare i piatti in faccia ai clienti sgradevoli...-

Continuo così per un’ora eliminando tutti quei lavori che avrebbero potuto creargli problemi. Poi a sua sorpresa fu Inuyasha a scegliere. Lo puntò con il dito e lei rimase incredula.

-Consulente informatico?-

-Il consulente informatico... e poi posso arrotondare facendo il commesso e magari il dog-Sitter o il babysitter... vedremo.- 

Kagome ci pensò un po’... Inuyasha non aveva mai fatto niente nella sua vita. Aveva lasciato gli studi alle superiori... come pretendeva così di punto in bianco di diventare un consulente informatico? Decise di fidarsi di lui e gli prenotò un colloquio tra due giorni. Inuyasha andò nella sua stanza, dal borsone prese fuori un computer, degli auricolari, un calendario e alcune penne e le sistemò sulla scrivania. “La borsa di Mery Poppins” pensò. 

-Come pensi di andarci vestito?-

Inuyasha sbuffò. “Che palle, che palle, CHE PALLE!” Tirò fuori tutto i vestiti e li piazzò sul letto.

-Scegli e facciamola finita- 

Kagome ci guardò un secondo. Tuta, tuta, jeans, tuta... giubotto di pelle? Sorvolò le mutande facendo finta di niente e si fermò sul suo sguardo.

-Non c’è niente che vada bene... hai bisogno di un completo... Giacca e cravatta... dai lo andremo a prendere domani... adesso andiamo a mangiare che è già ora di cena!-

Inuyasha si sarebbe strappato i capelli uno ad uno. Mangiarono in silenzio, ognuno a pensare a come la propria vita stesse cambiando. Dopo mangiato si salutarono e andarono a letto. Consapevoli della lunga giornata di domani.

 

Salve! 

Ecco qua... che ne pensate? 

A presto Romanticgirl02

   
 
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