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Autore: Storiedituttiigiorni    29/12/2017    0 recensioni
C'è una leggenda giapponese che dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati. Queste due anime sono destinate ad incontrarsi nel tempo... Non si può sfuggire al destino, non si può vincere il destino, non siamo nulla contro di lui, tutto vuole e tutto può e noi non siamo nulla,
Non si può sfuggire al destino...Non si può vincere il destino
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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*Era la prima volta che Miles veniva a casa sua, e appena vide l’imponente pianoforte implorò la ragazza di poterlo suonare. Ovviamente lei non disse di no, e mentre il ragazzo suonava, si mise a canticchiare e ridere insieme a Alexander. Effettivamente non suonavano male insieme, ma le risate che i tre condivisero ovviamente erano troppe per considerarla una cosa seria Finito il pezzo si sentì un debole applauso e un “A quindi sapete fare qualcosa” detto ridendo da Henri, il quale di solito lavorava ma che in quel giorno era malato e quindi stette a casa. E probabilmente fu il destino a farlo ammalare, perché quel pomeriggio due anime si concatenarono insieme. “ah ah ah davvero davvero divertente. noi almeno non sembriamo morti che camminano solo per un po’ di febbre.’’ Gli rispose la sorella ‘’Comunque Miles, questa sottospecie di zombie è mio fratello Henri. Henri, lui è il nuovo arrivato Miles” disse la ragazza, facendo le dovute presentazioni. E fu proprio in quel momento che lo sguardo del fratello cadde sul ragazzo. Era una visione paradisiaca, pensò lui. Effettivamente Miler era bellissimo, non troppo alto, magro, biondissimo e con due gemme azzurre al posto degli occhi che il taglio alla “JB” in parte nascondeva. “Piacere” mormorò il biondo in imbarazzo che si era perso guardando il fratello dell’amica; “un angelo” pensò il ragazzino, che in effetti si trovava davanti uno sportivo, alto e muscoloso, i capelli rasati ai lati e gli occhi cerulei profondi resi lucidi dal raffreddore e dalla febbre. “Piacere mio” riuscì a formulare il maggiore, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzino. Deve essere stato un colpo di fulmine, a noi non è dato sapere, sappiamo solo che i due spettatori non si accorsero di nulla, o meglio Amelie rimase ignara dello scambio di sguardi, Alex aveva notato qualcosa ma preferì non proferire parola. Da quel momento seguirono messaggi, che si trasformarono in chiamate e incontri clandestini allo scuro di tutti quanti. Iniziò un corteggiamento spietato da parte di Henri, che dopo aver visto Miles mise in dubbio la sua sessualità. Infatti fino a quel momento si era sempre pensato etero ed era pure fidanzato con una che ripensandoci ora, era proprio una gallina ma comunque sentiva che qualcosa non andava. Poi arrivò lui, e tutto fu più chiaro. “Tutte le volte che ti penso, ringrazio il cielo di averti mandato da me, a risolvere i problemi che non pensavo di avere” iniziò parlando il maggiore quando dopo mesi di incontri segreti e baci nascosti chiese al suo “raggio di sole” di essere il suo ragazzo. La sorella era allo scuro di tutto, che però scoprì la relazione quando ad uno dei tanti party del venerdì sera londinese a cui non piaceva andare, dopo aver varcato la soglia trovò Miles, che era arrivato prima, ubriaco su di un tavolo che ballava con enfasi “I’m sexy and I know it” senza maglietta. La scena fece ridere la ragazza e Alex al suo fianco, tanto da tirare fuori il telefono e fare un video al malcapitato. Le risate scemarono però quando, King, un burbero palestrato, anche lui ubriaco, salì sul tavolo e molestò il povero ragazzo, cercando di trascinarlo giù, volendo portarlo chissà dove per farci chissà cosa. Fu giusto una frazione di secondo, in cui Amelie vide suo fratello scagliarsi contro King, suo compagno di squadra, tirandolo a terra e iniziando a riempirlo di pugni. Alex e l’amica si guardarono con il panico negli occhi e si fiondarono a dividere i due. Henri continuava ad urlare e lanciare pugni, “lascia stare raggio di sole merda” continuava a ripetere senza che il capolino di gente che si era fatta li per curiosare capisse, nel frattempo Miles era in un angolo accovacciato e tremava come una foglia. L’intera sala si era fermata ad osservare quel teatrino. Beccandosi qualche pugno, il povero Alexander riuscì a trascinare con se il fratello dell’amica, che era come se fosse il suo, e chiamò l’amica che portava con se un Miles terrorizzato. Insieme riuscirono a chiamare un taxi e farsi portare a casa. Nell’abitacolo c’era un silenzio tombale, il biondo piangeva e basta e il fratello guardava nel vuoto. Dopo aver messo a riposare il ragazzo biondo, che era un misto di terrore e alcool, i due ragazzi di sedettero sul divano e Amelie iniziò ad urlare contro il fratello “Mi dici cosa cazzo ti passa per la testa? No dico hai 18, anzi quasi 19 anni, ti sembra il caso di fare a pugni con le persone?! Bastava spingerlo via se volevi toglierlo dalle scatole! E poi mi vuoi dire chi diavolo è raggio di sole?” la ragazza era completamente rossa in viso. “Non urlare, sveglierai Justin” disse Henri, sottotono quasi sussurrando. Il ragazzo parlava con lo sguardo perso, aveva avuto davvero paura quella sera. Era andato alla festa con Justin ma si erano divisi per ovvi motivi, ma teneva osservato il minore per controllare che, anche se ubriaco, tornasse a casa incolume. Si era distratto un attimo per andare a riempire il bicchiere, e quando era tornato si era trovato quella scena raccapricciante sotto gli occhi: il suo Mil nelle mani di quel viscido e non ci aveva più visto. “H, reagisci cazzo, cosa ti prende?” continuò ad urlare la sorella che non aveva mai visto così il fratello, “Amelie, tesoro, calmati, sono certa che se aggredisci tuo fratello non risolvi nulla” cercò di dire Alex, ma che fu prontamente sovrastato dalle urla di Brian contro la sorella “Ma cosa vuoi della mia vita? Dimmi, smettila di fare la mammina con me, questa cazzo di serata fa già schifo abbastanza senza che ti ci metta anche tu. Non so se hai notato ma Miles stava per essere…” disse, anzi urlò, affievolendo la voce sull’ultima parte della frase, dove la voce si incrinò, “Non voglio neanche immaginare cosa avrebbe fatto quel lurido se io non fossi arrivato in tempo” continuò con gli occhi lucidi che come un campanello di allarme, preoccuparono i due amici, “Scusa, non pensavo che la causa di Justin ti importasse così tanto” disse calma accarezzando una guancia del fratello, riferendosi al bullismo subito dal ragazzino. Alexander roteò gli occhi stupendosi ancora della stupidità dell’amica che non aveva capito un tubo come sempre. “Non è solo una causa come un’altra, lui è il mio raggio di sole, io lo amo, A. Stiamo insieme da qualche mese, e ci sentiamo da molto prima. È stato il primo a farmi sentire qualcosa e mi ha fatto capire cosa voglio davvero dalla vita. È un istinto innaturale quello di proteggerlo contro tutti, lui è la mia felicità” disse flebilmente il ragazzo, che ancora lasciava andare qualche lacrima, e che realizzando della confessione appena fatta, guardò con sguardo terrorizzato la sorella che era rimasta sotto shock, aspettandosi una reazione negativa. Tutto quello che fece la sorella quando si riprese fu quella di abbracciare il fratello, cercando di trasmettergli tutto l’amore possibile e iniziando una serie di scusa sussurrati all’orecchio. “Sei sempre il mio fratellone” disse in fine la ragazza. * -Ciao a tutti, sono una ragazza alle prime armi, e non so davvero se questa storia merita di continuare o no, non saprei stabilire se vale la pena di continuare o no, quindi mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate. Accetto molto volentieri qualsiasi critica-
   
 
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