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Autore: Clara_Oswin    30/12/2017    2 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Cap 38 Nel Covo

 

“Portatemi dal vostro capo” gli aveva ordinato Rachel con un autorità che non sapeva di possedere.

“Le dobbiamo prima bendare gli occhi, lei non può assolutamente sapere dove la stiamo portando.” Disse uno dei due facendo un passo in avanti.

“È una questione di sicurezza” disse l’altro dandogli manforte.

“Provate anche solo a toccarmi e sarete voi a non vedere più dove mettete i piedi” Rachel strinse un pugno minacciosa.

“Oh non è la prima volta che ci minacciano” l’uomo si fece avanti ugualmente estraendo una benda da una tasca, era una dotazione standard per tutti i cacciatori.

Detto questo si avvicinò alla donna e fece per bendarla quando lei gli bloccò rapida il braccio e gli diede una ginocchiata nello stomaco, l’uomo si piegò subito in due dal dolore.

“Ma è la prima volta che lo faccio io, e non vorrei dovermi ripetere.”

Senza insistere ancora l’uomo aspettò che il suo collega lo raggiungesse gemendo, poi senza fiatare iniziarono a condurre la donna verso il loro covo.

 

****

 

Elena stava nuotando verso la riva, Aris le aveva detto di stare tranquilla, le avrebbe coperto le spalle fino a che non avesse toccato terra, da lì in poi sarebbe stata da sola.

Ancora non sapeva come avrebbe fatto a trovare i cacciatori anziani e a convincerli ma era consapevole che Aris contava su di lei e questo le dava abbastanza fiducia da poter credere di farcela.

Era quasi arrivata a riva, ormai toccava il fondo con i piedi, si girò per cercare Aris ma ormai anche lui era scomparso.

- buona fortuna – incrociò le dita sperando che tutto andasse per il meglio.

Mosse qualche altro passo verso la terra asciutta, ormai era quasi fuori.

Accanto a lei cacciatori e tritoni continuavano a scontrarsi ferocemente, Ursula e tritone continuavano ad infliggersi colpi violenti provocando delle onde alte che inondavano costantemente gli argini del lago.

D’un tratto fu come un déjà-vu, si sentì afferrare la gamba ferita e qualcosa la tirò violentemente verso il lago, non ebbe nemmeno il tempo di gridare, in un battito di ciglia si ritrovò a pancia sotto con la faccia in acqua mentre una liana verde continuava a trascinarla verso la zona più profonda del lago. Un soldato di tritone l’attendeva con una spada in mano, mentre nell’altra aveva avvolta un’alga verde che la stava trascinando verso di sé.

Uno schiamazzo d’acqua accanto a lei l’avvertì che in acqua era subito accorso qualcun altro, che l’afferrò prontamente per le braccia.

“Tieniti!” le ordinò il ragazzo.

Elena batté l’acqua via dalle palpebre e quando mise a fuoco Nick, quasi non le sembrò reale.

“Ancora tu?!” esclamò sorpresa.

“Beh ti sto cercando di salvare la vita! Potresti stare zitta e basta!” il ragazzo l’aveva presa per le braccia e con i piedi affondati nella fanghiglia del lago stava cercando di riportarla verso la terra ferma.

Il tritone prese a tirare più forte ed Elena si ritrovò ad urlare dal dolore, Nick la guardò disperato.

“Non lasciarmi andare” lo supplicò lei.

“Dammi un istante, sto cercando di pensare a qualcosa!” le rispose preso dal panico.

Ad un tratto Elena gli finì addosso, l’alga che la teneva legata era stata recisa, Nick la trascinò subito fuori dall’acqua.

“Presto esci!”

“Ma cosa è successo?!” la bionda si trascinò all’asciutto e strappò l’alga melmosa dalla sua gamba, la maglietta di Aris era ancora ben stretta sulla sua ferita, ma la gamba adesso non aveva un aspetto migliore, si era iniziata a ricoprire di lividi ed era diventata pallidissima.

“Quante volte dovrò ringraziarti ancora questa notte?” gli disse stupita mentre il ragazzo la portava fuori dall’acqua.

“Molte a meno che tu non mi dica che hai un piano per uscire da questa carneficina; nemmeno i nostri superiori sanno più che pesci prendere ormai.”

Nick la prese per le spalle e la trascinò contro un albero lontano dai pericoli del lago, “santo cielo! Ma cosa hai fatto alla gamba!”

“Mi sono tagliata cadendo dalla cascata,” gli rispose lei prendendo fiato, iniziava a sentire le forze venirle meno.

“Non hai per niente un bell’aspetto” le disse il ragazzo chinandosi sulla sua ferita per guardarla meglio,

“Non ho tempo adesso per questo Nick! Devo parlare con gli anziani, Aris forse ha un piano, o meglio Ursula lo ha, ma ci serve un diversivo” le sue parole uscirono confuse. Fece per alzarsi “non c’è tempo” ma ricadde per terra non appena sentì il dolore alla gamba, chiuse gli occhi tentando di calmarsi, si sentiva inutile e adesso la gamba le faceva ancora più male, dove la liana l’aveva colpita era comparsa un irritazione simile a quella provocata da una medusa, le bruciava terribilmente.

“Aspetta un momento, calmati Elena” Nick la fermò bruscamente. “Non puoi andare da nessuna parte in questo stato.”

“Ma io devo farlo! Io sono la sua unica speranza!” gridò in preda allo sconforto.

“Hai detto che hai un piano giusto?”

Le annuì.

“Bene” Nick le diede le spalle e si accovacciò accanto a lei.

“Sali, ti porterò dal capo”

Elena lo guardò sgranando gli occhi, le stava davvero proponendo di portarla di peso fino al loro capo? Perché?! Nulla aveva senso adesso.

“Perché faresti una cosa del genere?”

“Vuoi salire o no? Non ho mica tutto il giorno!” le intimò lui.

“Dimmi perché lo fai Nick. Credevo che dopo tutto quello che è successo noi…”

Sali.” Le intimò categorico.

La ragazza si avvicinò lentamente, gli passò le mani attorno alle spalle e con le gambe gli si strinse sulla schiena, Nick le passo le mani dietro per sorreggerla dopodiché si alzò in piedi.

“Se farai qualcosa di strano…” iniziò ad avvertirlo subito lei.

“Lo so, lo so, il tuo ragazzo mi spaccherà la faccia… ci sono già passato.” Le sembrò di sentirlo ridere,

“Rilassati Elena, voglio solo aiutarti, per una volta ti puoi fidare.” Le disse serio

“Dici sul serio? E perché dovrei farlo? Mettiti nei miei panni, fino a stamattina mi atterri e mi leghi come un salame e poi mi salvi la vita due volte nel giro di un’ora.”

“Lo so, i segnali che ti ho mandato sono un po’… confusi e hai ragione.” Le disse addentrandosi nel bosco.

I rumori della battaglia piano piano si affievolirono e adesso nel bosco vi erano solo loro due, se ci fosse stato abbastanza silenzio si sarebbero potuti sentire i loro respiri frenetici.

“Confusi dici? Beh, come direbbe la prof di italiano, confuso è un eufemismo!” nonostante le parole di Elena volessero essere serie suonarono come una presa in giro e stavolta il ragazzo castano rise davvero.

“Puoi anche non credere a quello che ti dirò” prese una pausa in cerca delle parole adatte, “ma io ti voglio realmente bene.”

Sentì il corpo di Elena fremere a quelle sue parole, la ragazza si sentiva nuovamente a disagio ed era stato per quelle sue parole.

“Questa mattina hai detto che non mi hai mai amata… come puoi dire qualcosa del genere adesso?” era confusa, il suo rapporto con Nick sembrava fatto di alti e bassi, un continuo vortice di montagne russe in cui un momento prima si è amici e un momento dopo ci si trova a lottare per la propria vita.

“Sono stato molto cattivo con te oggi, me ne rendo conto, ma dovevo fare quello che mi era stato ordinato. Quello che provo per te non è amore, dopo tutto questo tempo trascorso con te, missione a parte, ho capito che tu eri l’unica persona che mi vedeva davvero per quello che ero, senza accorgermene ti avevo fatto avvicinare così tanto a me da rivelarti il mio vero carattere e questo mi ha spaventato.”

La bionda ascoltava in silenzio il suo racconto, era rapita dalle sue parole ma anche in allerta, da un momento all’altro avrebbe potuto benissimo dirle che si era trattato solo di uno scherzo.

“Per me la tua amicizia conta moltissimo. Me ne sono reso conto nel momento in cui l’ho persa. Non fraintendere, non voglio prendere il posto di Aris. Nel tuo cuore c’è lui e nonostante all’inizio non riuscissi a capire come fosse possibile che un tritone e un’umana stessero insieme, solo vedendovi ho potuto capire che non eri stata soggiogata così come sostenevano tutti gli altri, vi amate e basta. Ma per me Elena, tu sei un amica preziosa e non voglio perderti per gli stupidi piani dei cacciatori. Sono stato uno stupido, ho sempre obbedito agli ordini senza farmi troppe domande, ma adesso sono più consapevole, e non farò lo stesso errore due volte.”

Elena aveva ascoltato il suo discorso rimanendo in silenzio, era stato strano sentirlo dire tutte quelle cose dopo tutto quello che era successo.

“Ho avuto dei cattivi consigli, le persone che erano vicine a me non mi hanno saputo dare le giuste dritte, se avessi avuto una persona amica accanto questo non sarebbe successo. Tu hai Aris, io non ho nessuno.”

“Hai Lara!” le sfuggì di bocca prima che potesse riflettere su quanto stesse dicendo.

Il ragazzo parve sorpreso da Elena, “perché dici questo?”

La bionda valutò se parlargliene o meno, beh non doveva niente a nessuno dei due e di certo non erano fatti suoi ma…

“Beh, ho visto come ti guarda, e probabilmente vorrebbe essere tua amica, e forse qualcosa in più”.

Il ragazzo sussultò come se qualcosa l’avesse punto sul vivo.

“Io e Lara siamo solo colleghi di lavoro… anche se credo che lei si sia presa una cotta per me.”

“Allora te ne eri accorto! Mi sembrava troppo strano che tu non ti accorgessi di tutte quelle occhiate che ti lanciava” sorrise lei sotto i baffi.

“Poco prima di lanciarsi nel fiume mi ha baciato, se non fosse stato per quello probabilmente non l’avrei mai scoperto”

Forse era stata proprio lei a tagliare l’alga del tritone, quelle sapevano essere molto resistenti e ancora Elena non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a sfuggirgli.

Dal tono del ragazzo però lei capì che Nick non era molto contento della cosa. Le venne in mente quando Aris l’aveva baciata per la prima volta, non avrebbe mai potuto dimenticare quel giorno, avevano avuto un brutto litigio ma entrambi erano stati felici di essersi dichiarati l’un l’altro. Per Nick non era così.

“Lei non ti piace?” concluse lei ad alta voce.

Il ragazzo girò la testa in segno di negazione. “Non nel modo che vorrebbe lei, è una brava cacciatrice ma a dir la verità non siamo stati nemmeno molto amici,” per non parlare poi che alcuni dei cattivi consigli su Elena erano stati proprio farina del suo sacco e se non fosse stato per lei le cose non sarebbero state così strane adesso.

“Avrete tutto il tempo per frequentarvi come persone normali quando tutto questo sarà finito.”

“Intendi…se non moriamo tutti stanotte?” scavalcò con qualche difficoltà un ramo molto grosso caduto sul sentiero.

“Noi non moriremo stanotte,” ripeté decisa la bionda, era pallida in viso per il sangue perso ma la sua determinazione non era svanita.

“…non riesco a vedere Lara in quel modo…” continuò il castano. Non riusciva a pensare a Lara in un modo diverso da una collega.

“Dalle una chance, magari potresti scoprire che ha delle doti nascoste che ti potrebbero piacere”

Il ragazzo pensò non fosse il caso di contraddirla, rimase in silenzio facendo cadere il discorso.

“Manca ancora molto per gli anziani?” chiese dopo un po’ lei.

“Direi parecchio, per fortuna che noi non stiamo andando lì.”

La bionda si aggrappò più forte a Nick in allerta, dove la stava portando?! Ecco che le stava ricapitando.

“Dovevi portarmi da loro! Dove stiamo andando Nick!” gridò agitata.

“Calmati un po’ lisu” la rimproverò sorreggendola più saldamente. “Ti ho detto che adesso non ho più intenzione di seguire i loro ordini, ho deciso che andare da loro era totalmente inutile e così ti sto portando dalla massima autorità, il capo di tutti noi. Perciò non ti agitare tanto, sto infrangendo un mare di leggi per portarti da lui. Potrei benissimo essere bandito qui su due piedi… o peggio… giustiziato”

La ragazza deglutì solennemente. “Quindi è lui che comanda?”

“Sì, ma incontrarlo non sarà affatto facile, speriamo di essere fortunati e che con tutta questa confusione nessuno badi troppo a noi…”

“Speriamo…” sussurrò lei appoggiando la testa sulla sua spalla.

 

****

“Capo, una donna qui fuori chiede un incontro con voi” l’uomo che aveva accompagnato Rachel l’aveva condotta sino ad una insenatura nel bosco, così fitta di foglie e rami che nemmeno la luce della luna riusciva a penetrare. Vi era una tenda mimetica non troppo grande che veniva interamente coperta da rami e foglie, se Rachel non fosse stata guidata lì appositamente da quei due individui difficilmente l’avrebbe notata.

“Sapete quali sono le regole” gli rispose a voce bassa l’uomo seduto dietro un tavolo da campeggio ricoperto di carte e mappe.

“Sì signore,” rispose quello con il cappuccio nero calcato sul volto

“E allora cosa ci fai ancora qui?! Vattene” gli fece un gesto con la mano che ovviamente il suo interlocutore non vide.

“Ma signore…” disse timoroso “lei dice di venire per conto della strega del mare” bisbigliò con il terrore che il solo pronunciare quelle parole lo avrebbero pietrificato all’istante.

L’uomo si alzò di scatto dalla sedia sbattendo le mani sulla scrivania. “Dice questo?!” quasi gridò. “E allora che aspetti! Falla entrare subito!”

“Signore, si rifiuta di farsi bendare, e visto chi la manda non vorremmo rischiare la vita nel minacciarla…”

“Ho capito, siete una massa di codardi… bene,” si voltò un momento e prese da una sacca un telo nero per coprirsi il volto, in realtà visti i buchi per gli occhi sembrava più un passamontagna che un sacco. “Lasciatela entrare, prenderò io dei provvedimenti.”

Mentre il cacciatore usciva dalla tenda il misterioso capo indossò il suo passamontagna nero e si risedette alla scrivania in attesa di incontrare questa donna così audace da venire fin nel folto del bosco con non meno di un nome temibile e nient’altro.

“Sta entrando” gli gridarono delle voci da fuori.

“Avanti, venga pure”

La donna si fece avanti nell’ombra dell’entrata, l’unica luce era quella di una fioca lampadina che giaceva sulla scrivania e che di certo non bastava a rischiarare l’interno della tenda.

“Sono qui per consegnarvi una cosa molto importante che mi è stata affidata da Ursula,”

“E così siete talmente intimi da chiamarvi per nome” quello voleva dire che anche quella donna doveva essere complice delle sirene, era una traditrice della sua razza e fra poco avrebbe fatto la fine che meritava.

Dei rumori esterni lo distolsero dai suoi pensieri.

“Non potete entrare qua dentro!” gridarono delle voci.

“Presto, entra. Penso io a loro!” ci fu del trambusto e rumori d lotta molto violenta, la porta della tenda fu spalancata all’improvviso ed entrò una ragazza bionda zuppa d’acqua e con una gamba fasciata.

“Sono venuta qui per parlare con il capo dei cacciatori è molto importante!” gridò nel medesimo istante.

Passò un secondo, il tempo esatto che ci volle perché la luce illuminasse le sagome delle due figure al suo interno, un uomo alto, vestito con una tenuta da militare ed un passamontagna calcato in testa e poi…Rachel, sua madre.

“Mamma!” gridò Elena guardandola con orrore. Sua madre cosa ci faceva lì? Nella foresta dove stava avvenendo la più cruenta battaglia e addirittura nella tenda del capo dei cacciatori?!

“Oh Elena!” la donna lasciò cadere la borsa nera per terra e corse ad abbracciare sua figlia. “Ti ho visto saltare giù da quella scogliera! Sono stata così preoccupata per te!” sua madre la strinse forte quasi da farle male.

Da quanto era lì? E cosa aveva visto?

Il capo dei cacciatori si fece avanti e richiuse la tenda del campeggio con un gesto netto, poi si avvicinò alle due donne e le guardò confuso.

“Cosa ci fate voi qui?!”  

Le due si allontanarono un momento l’una dall’altra e si lanciarono uno sguardo confuso. Ma quello non era tutto.

“Adesso mi spiegherete tutto per filo e per segno” continuò quello sollevando il passamontagna dal viso e rivelando il suo vero volto.

Elena si portò una mano sulla bocca sconvolta,

Rachel lo fissò per un momento interdetta, ne aveva viste di cose strane quella notte, ma quella di certo le batteva tutte.

Ben, il suo ex fidanzato e padre naturale di Elena teneva in mano il passamontagna che si era appena tolto e le guardava confuso nella sua uniforme da capo dei cacciatori.

 

 

A.a.

Lo so, sono in super ritardo! beh meglio tardi che mai :) vi auguro un buon 2018 e anche se è già passato un Buon Natale! Ci rivediamo a Gennaio con nuovi emozionanti capitoli e chi lo sà... magari qualche storia nuova!

 

 

 

 

  
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