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Autore: Amily Ross    31/12/2017    5 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note introduttive: come annunciato precedentemente, ecco qui la continuazione. Questa è la seconda macro sequenza, nella quale sono protagonisti il Kaiser ed il S.G.G.K., tutto ciò che descrivo qui è frutto della mia immaginazione, è come ho sempre immaginato e visto il loro rapporto d’amicizia – anche se si dice che Benji sia più amico di Hermann Kaltz – a me è sempre piaciuto immaginarli come un trio fortemente unito, perché diciamocelo sinceramente, io non ho mai visto tutto questo legame tra il portiere ed il suo connazionale Hutton – che ormai è diventato famoso come Tontolo. (amanti di Holly non vogliatemene, ma chi mi conosce, sa quanto io lo detesto) Forse in questo pezzo i personaggi sono un tantino OOC, ma la situazione creata, secondo me, non poteva essere diversa – in ogni caso l’avviso è stato messo per precauzione. Spero che vi piaccia anche questa parte, la quale come detto nelle precedenti note, è accostata a una canzone: “Amico mio” di Alex Britti, non è stata inserita tutta, ma solo alcune strofe, ovvero quelle che si sposano alla perfezione con le scene. Credo di non aver altro da aggiungere, dunque vi faccio i migliori auguri per il nuovo anno, che esso possa esser migliore di quello passato. Un bacione immenso a tutti voi e grazie sempre di essere qui. ♥

Amy

Capitolo 11: L’amicizia è... (seconda parte)

 

L’Amburgo ha perso la partita contro il Borussia Dortmund per 0-3, nonostante avessero promesso di vincerla anche per il loro capitano, non ci sono riusciti; la squadra avversaria li ha praticamente sopraffatti, complice anche la pesante assenza del Kaiser e la preoccupazione dei compagni per quanto gli è successo. È stato proprio un fulmine a ciel sereno.

Nonostante ogni singolo giocatore si sia impegnato per dare il massimo ne sono usciti sconfitti, gli attaccanti non sono riusciti a segnare, e anche le occasioni goal sono state pochissime: Hermann Kaltz, senza il suo compagno, sembrava un pesce fuor d’acqua e ha pianto dopo la sconfitta; Benji, in vece di capitano, ha tentato in tutti i modi di spronare i suoi compagni e parare qualsiasi tiro, lasciandosene sfuggire purtroppo tre, un po’ perché difficili da prendere un po’ per il polso ancora indolenzito.

Anche se sconfitti non si sono persi d’animo, alla prossima partita si impegneranno e daranno il massimo. Grace, da brava manager ha incoraggiato i suoi amici a non arrendersi, sostenendoli e spendendo parole di conforto; Fanny ha consolato il fidanzato, dicendogli che è stato comunque bravissimo, che la prossima partita vorrà vederlo vincitore e che a marzo sarà in Germania per la specialistica. Dopo la partita e i saluti lui l’ha accompagnata all’aeroporto, dato che deve rientrare all’università, e suo padre le ha prenotato il primo volo utile per Tokyo.

Ovviamente la Ross prima di partire è passata a salutare il Kaiser in ospedale, col quale sta nascendo una bella intesa, si sono anche scambiati i numeri di telefono e si terranno in contatto durante la lontananza parlando e conoscendosi meglio telefonicamente, nell’attesa di vedersi ancora – sperando che  nel frattempo lui sia guarito.

***

Amburgo: lunedì 31 gennaio, 2018 campo di calcio, h. 15:30.

Benji, in veste di capitano, dato il ritardo del mister e del suo staff – impegnati in una riunione –  dà ai compagni l’ordine di iniziare il riscaldamento; quando nota un giornalista fuori dal campo che parla davanti la telecamera – come se stesse facendo un servizio. Stringe il pugno, gli si avvicina e lo guarda torvo. «Ha bisogno di qualcosa? L’allenamento è a porte chiuse, non avete il permesso di stare qui oggi.» dice, mentendo la calma.

Il giornalista sorride, fa cenno al cameraman di inquadrare il portiere e lo guarda. «Vorrei avere notizie riguardo la salute del Kaiser.» dice. Benji lo fissa per un istante, stringe ancora di più il pugno, ma decide di esser educato e rispondere. «Ha iniziato la chemioterapia, sta affrontando tutto con la determinazione che ha in campo. Non sta bene, ma nemmeno male, c’è bisogno di tempo.» dice sospirando, odiando profondamente rilasciare dichiarazioni del genere. Il resto della squadra continua il riscaldamento, ma tiene d’occhio il portiere, così come fa Grace, che finge di sistemare le bottigliette.

«Capisco. Ha già perso i capelli?» chiede ancora il giornalista. «No, ma non credo che questo sia affar suo.» risponde ancora Price, mentendo il controllo. «Senta, un’ultima domanda.» sorride l’avvoltoio. «Faccia in fretta, devo allenarmi.» sbuffa il ragazzo, incrociando le braccia al petto, iniziando a spazientirsi. «Si dice che suo zio Bernd si sia ammalato dopo aver fatto uso di sostanze dopanti. Karl ha usato anabolizzanti o cose del genere? Vuole per caso seguire le sue orme?» dice il giornalista come se nulla fosse.

«Ma come diavolo si permette a dire una cosa del genere? Siete tutti dei vermi schifosi voi maledetti giornalisti.» ringhia Benji, guardandolo malissimo. «Su, si calmi, la mia è stata una semplice domanda.» si difende il giornalista. «Una domanda inutile e fuori luogo che avrebbe fatto bene e non farmi.» ribadisce il portiere, dandogli un pugno in guancia. «Non si permetta mai più a parlare di Karl in mia presenza.» dice ancora iniziando a picchiarlo, sfogando tutta la rabbia che ha dentro da quando è successo tutto.

 I compagni attoniti –  cercano invano di farlo smettere – ma se ha reagito così, sanno che è stato toccato un tasto sbagliato. Grace urla e piange. «Benji ti prego smettila.» dice mentre il cameraman cerca di togliere il ragazzo da sopra il collega.  A quel punto, mentre Benji è su di lui che lo picchia, arriva il mister, che sbarra gli occhi corre a bordo campo. «Che sta succedendo?» chiede prendendo di peso il portiere e guardandolo dritto negli occhi.

«È pazzo mi ha aggredito per delle semplici domande. Volevo solo sapere come stava suo figlio.» si difende il giornalista, con un rivolo di sangue che gli cola dalla bocca ed un occhio che inizia a diventare livido. «Penso di esser stato chiaro a riguardo, quando e se lo riterrò opportuno, sarò io stesso a lasciare delle dichiarazioni a riguardo. Adesso sparite.» dice guardandoli severamente e scocciato di averli tra i piedi. «Voi andate ad allenarvi in palestra, Grace vai anche tu.» dice poi ai ragazzi, mentre i due giornalisti vanno via con la coda tra le gambe. «Price tu no.» aggiunge categorico.

«Che diavolo ti è preso? Qualsiasi cosa abbia detto non dovevi reagire così, Benji, lo so che lo hai fatto per Karl e ti ringrazio, ma non è il modo giusto.» dice infine Thomas con dolcezza, capendo le motivazioni del ragazzo, non se l’è sentita di essere duro. «Ha insinuato che tuo fratello si è ammalato dopo aver usato doping e che Karl avesse fatto lo stesso. Scusa, non ci ho più visto appena l’ha detto.» risponde sinceramente Benji, chinando lo sguardo. Il mister sospira, ma sorride. «Spero solo che questa tua azione non abbia delle conseguenze. Capisco le tue intenzioni e non le biasimo, tuttavia per oggi puoi andartene a casa, non sei in grado di allenarti con tutta questa rabbia. Considerala come una punizione.»  dice Thomas Schneider, stringendolo e dandogli una pacca in spalla.

Benji non dice nulla, ma il suo silenzio è un tacito ringraziamento, saluta i compagni e Grace, che non si sono mossi di un millimetro, recupera il borsone nello spogliatoio e si infila nella sua auto. Non ha voglia di andare a casa, ma non sa nemmeno cosa fare, improvvisamente sorride e svolta sinistra, decidendo di fare un’improvvisata al Kaiser, ma prima di dirigersi in ospedale fa una deviazione, ricordandosi di cosa gli avesse detto l’amico il giorno prima. 

 Amburgo: lunedì 31 gennaio, 2018 ospedale, h. 16:30.

«Benji che cosa fai qui?» chiede il dottor Ross, riconoscendo il ragazzo della figlia, seduto nella sala d’aspetto del reparto, attendendo che arrivi l’orario di visite per andare dall’amico. «Salve.» dice il portiere alzandosi e stringendogli mano. «Ho saltato l’allenamento per diversi motivi, e ho pensato di venire a trovare Karl, ma è ancora presto per poter entrare.» risponde, tralasciando la zuffa avuta con il giornalista, non vuole che il padre di Fanny lo giudichi male.

«Capisco.» dice il medico. «Hai ragione, è ancora presto per l’orario di entrata, ma ogni tanto uno strappo alla regola si può fare. Karl oggi ha fatto la chemio, ha avuto una mattinata difficile anche psicologicamente, oltre che fisicamente, quindi avere un amico accanto gli farà bene.» sorride ancora Alfred Ross, portando il ragazzo nella camera del Kaiser, Benji sorride e lo segue. Non lo ammetterà ad anima viva, ma anche lui ha bisogno del suo miglior amico, vorrebbe sfogarsi con lui, ma non è il caso, perciò si accontenterà di stare in sua compagnia e a cercare di tirarlo su di morale – sicuramente farà bene a entrambi la presenza dell’uno e dell’altro.

“Amico mio mi basta che almeno ci sia tu

a ridere se piango e a tirarmi su.” 

 «Nonostante dovrebbe riposare è sveglio, sono stato da lui dieci minuti fa per controllarlo. Sono certo che sarà felice di vederti, stagli vicino, ma non farlo stancare eccessivamente.» dice ancora il medico, aprendo la porta della camera. Schneider si volta e gli sorride. «C’è Benji, te la senti di vederlo?» gli chiede. «Sì, può farlo entrare. Grazie.» sorride Karl, sedendosi sul letto con un po’ di fatica. «Ciao, Kaiser. Come va?» chiede il portiere entrando in camera, con il borsone sulla spalla destra, ed una busta di carta stretta nella mano sinistra.

«Ciao, Benji.» sorride Karl felice di vederlo, mentre il dottore chiude la porta lasciandoli soli. «Che fai qui? Oltre al fatto che è ancora presto per l’entrata, dovresti essere all’allenamento.» dice ancora il Kaiser guardandolo mentre posa il borsone a terra e il sacchetto sul tavolo. «Dovrei, infatti. Ho picchiato un giornalista perché ha detto qualche parola di troppo sul tuo conto, quindi tuo padre mi ha cacciato, anche se non mi ha rimproverato perché ha capito.» risponde Price sedendosi sulla sedia accanto al letto.

«Che odiosi.» sbuffa Karl. «Hai fatto bene, anche se sbagliato. E grazie per aver preso le mie difese.» sorride dopo riconoscente. «Sono felice che tu sia qui.» aggiunge ancora sporgendosi per stringerlo. «Non dirlo nemmeno per scherzo, Karl, mi conosci e sai che per le persone a cui tengo sono disposto a tutto.» risponde Benji ricambiando la stretta. Schneider sorride e si stacca. «Sono stanco, voglio che finisca tutto il più presto possibile…» sussurra, guardando fuori dalla finestra melanconico.

«Finirà presto e tu ne uscirai vittorioso e più forte di prima. Non dimenticare che ci aspetta la finale dei mondiali, e sappi che non ti lascerò vincere.» lo incoraggia Benji. «E ci sarò, dovessi giocare anche solo qualche minuto, ti farò talmente tanti goal in poco tempo che non riuscirete a rimontare facilmente.» risponde Schneider voltandosi di nuovo verso l’amico e sorridendo risoluto. «Questo è il Karl che conosco. Il Kaiser che lotta in campo per vincere e che adesso sta lottando per guarire.» sorride Benji. 

“Le carte del futuro non le ho lette mai

sarà che ne ho paura un po’,

mi basta già il presente mi occupa la mente.”

 Il tedesco sorride e guarda poi il sacco sul tavolo. «È quello che penso?» chiede al compagno. «Sì, se te la senti e sei convinto di volerlo fare lo facciamo.» risponde Benji guardandolo negli occhi. «Sì, sono deciso. Facciamolo!» risponde Karl determinato. Price sorride e si alza tirando fuori la macchinetta, mentre Karl si alza dal letto e va in bagno, dove fissa la sua immagine riflessa allo specchio. Il viso pallido e gli occhi cerchiati dalle occhiaie, ma è sempre lui, e sarà sempre lui anche senza i capelli che ha deciso di rasare prima che cadano da soli.

“Si prende tutti i giorni miei ma è tutto regolare

so già chi è il nemico e cosa farò...”

«Sei sicuro?» chiede Benji entrando in bagno, attaccando la spina alla presa della corrente. «Sì, meglio adesso che quando inizieranno a cadere, sarà traumatico, ma lo sarà ancora di più vederli cadere poco alla volta.» risponde Karl, poggiando le mani sul lavandino e chinando il capo, facendo un respiro profondo. «Vai, sono pronto.» dice deciso, chiudendo gli occhi. Benji accende la macchinetta e inizia a tagliare i capelli, che iniziano a cadere dentro al lavandino.

Il Kaiser non dice nulla, ma stringe le mani sul bordo del lavabo, mentre osserva quelle ciocche bionde – e inevitabilmente – lascia sfuggire le lacrime, tremando leggermente. «Lo sai.» inizia il portiere, notandolo, mentre continua la sua opera, rimanendo tranquillo per non turbarlo ancora di più. «Il nostro Herr Zahnstocher[1] ha trovato una ragazza.» racconta per distrarlo. «Davvero?» chiede subito Karl incuriosito e felice per l’amico.

«Sì. Si chiama Katherine, è un’amica di sua cugina Christel e abbiamo anche scoperto che è sorella di Eva.» risponde Benji, finendo di rasargli la testa. «E chi se lo aspettava. Sono felice che abbia trovato una ragazza anche lui.» sorride Karl, alzando il capo, ma non guardandosi allo specchio. «Ha due anni meno di tua sorella, però, ma Hermann ha detto che a lui non pesa e che avrà pazienza e si prenderà cura di lei.» continua Benji, osservandolo, gli fa strano vederlo calvo, ma gli sorride per dargli tutta la sua forza e coraggio.

«Sono certo che ne  sarà in grado e che deve essere dolce e tenera.» dice ancora Schneider, sfuggendo ancora allo specchio. «Non lo so, ma dalla sua descrizione lo è, però non stanno ancora insieme.» risponde Benji, sfilandosi il cappellino dalla testa, sorride all’amico e lo appende alla maniglia della porta; non dice nulla, solo continua a sorridere guardandolo, si alza una ciocca nera dalla nuca e rasa un pezzettino dei suoi capelli. «Benji ma che cazzo stai facendo?» lo riprende Karl sconvolto.

«Solidarietà, amico mio. Non ti preoccupare, non li raserò tutti, ma solo questo angolino, così da non essere visibile, ma è un modo per dirti che non sei da solo e che io ci sarò sempre.» sorride Price, posando la macchinetta sul lavandino e gettando i suoi capelli scuri in mezzo a quelli chiari dell’altro. «Grazie, anche se non era necessario. Tu ed Hermann siete come dei fratelli.» sorride stringendolo. «E tu lo sei per noi, saremo sempre amici, e condivideremo tutto quanto insieme.» sorride Benji ricambiando la stretta.

“Amico mio per sempre  ti ringrazierò

per tutte le parole che un giorno ti dirò.”

«Grazie di tutto.» dice semplicemente Schneider, piangendo sulla sua spalla, non è da lui, ma in questo momento ne ha bisogno e sa che Benji non lo giudicherà e sempre gli offrirà la sua spalla quando ne avrà bisogno. «Siamo troppo sdolcinati per i nostri standard, ma è quello che sento.» ride Benji, sperando di tirarlo su. «Hai ragione, però ci stava, e per una volta non mi importa.» ride anche Karl, specchiando i suoi occhi di ghiaccio in quelli onice dell’amico.

Benji gli sorride e annuisce, prende il suo cappellino dalla maniglia e glielo mette in testa prima che lui possa dire qualcosa, lo volta verso lo specchio costringendolo a guardarsi. «In fondo non è cambiato nulla, sei sempre Karl Heinz Schneider, il Kaiser, che non si arrende mai.» dice osservandolo, mentre si guarda allo specchio e si toglie il cappellino. «Hai ragione, sono sempre io e ricresceranno.» sorride Karl, voltandosi e porgendogli il cappello.

Benji scuote il capo e sorride. «Te lo regalo. Sai quanto per me sia importante il mio cappellino, ma per un amico posso anche separarmene, inoltre, servirà più a te in quei giorni in cui non vorrai vedere.» dice, con lo sguardo fisso nel suo, mentre lui non dice nulla e lo guarda quasi commosso, conscio di quanto sia quasi impossibile vedere Benjiamin Price senza il cappellino. «Consideralo come un simbolo della nostra amicizia, assieme ai capelli che mi sono rasato, fratello.» aggiunge ancora sorridendo e stringendolo di nuovo. «Grazie di cuore, fratello.» dice Karl commosso e felice, nonostante tutto, ricambia la stretta e rimette il cappellino in testa.

«Portami a letto, sono stanco.» sussurra, rimanendo poggiato sulla spalla del portiere, che lo sorregge e lo fa sdraiare. «Adesso riposa un po’, io aspetto qui fuori gli altri e poi torno.» dice Benji tirandogli su la coperte. «Saremo amici per sempre.» sorride Schneider ringraziandolo così. «Per sempre!» sorride Benji, dandogli un bacio fraterno sulla fronte ed uscendo dalla camera, aspettando in sala d’attesa che arrivino Grace e gli altri. Il Kaiser si addormenta con un sorriso, il cuore colmo di gioia e il cappellino dell’amico che lo fa sentire forte. Non è solo e mai lo sarà.

“Amico mio da sempre amico nuovo come te

a volte sembra niente

ma un amico è importante per me...”

 

 

***

 

                                                                                 

 Angolo dell'autrice: ancora auguri per il nuovo anno, grazie sempre a tutti voi che continuate a seguirmi, ci si vede al prossimo aggiornamento.  Amy

 

 

 

 

[1] Signor Stuzzicadenti/Stecchino

   
 
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