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Autore: Light Clary    02/01/2018    1 recensioni
La Ciurma di Cappello di Paglia si ritrova coinvolta nell'ennesima avventura/
Per uscirne vivi anche stavolta, dovranno fare affidamento su tutta la loro determinazione.
Il nemico è un essere capace di espirare tutto ciò che rende una persona quello che è.
Senza i sogni, senza l'amore, senza gli amici e senza i ricordi, nessuno sarà più lo stesso.
Disposti a tutto pur di aiutare la loro nuova amica Narumi a salvare la sua casa/
Finalmente i veri sentimenti di Nami verranno a galla.
E rivelerà a Sanji ciò che lui non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire.
Non da lei.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico Robin, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Sanji/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Quando Sanji riprese i sensi, la prima cosa che sentì fu un forte dolore alla testa come se un ferro appuntito gli si stesse conficcando dentro poco per volta. Gemette e iniziò a muoversi. Si accorse di avere la testa appoggiata su un cuscino e si ritrovò a mettersi seduto su un letto matrimoniale dalle coperte con motivi stellari e lentamente riuscì a mettere a fuoco la stanza intorno a lui.

Le pareti dai colori vivaci, i vari giocattoli sparsi in giro e gli adesivi attaccati ai muri lasciavano intendere si trattasse di una stanza da bambina. I giocattoli erano ingrigiti dal troppo tempo in cui non venivano usati e al di là del letto la polvere troneggiava ovunque, ma non impedì di certo al cuoco di riuscire a identificare la scritta con lettere di polistirolo che svettava bella grossa al centro del muro, avvolta in un cuore: NARUMI&CLIO

Sanji sgranò gli occhi. Quindi quella era la stanza di Narumi e di sua sorella? Ma cosa cavolo ci faceva lui là dentro? E soprattutto dov’era Narumi?

Il veloce ricordo della ragazzina che cadeva in acqua bastò a farlo scattare in piedi provocandosi una nuova fitta alla testa che solo ora si accorse, di averla per metà fasciata, così come ad un angolo del petto che pulsava in maniera sopportabile e al ginocchio.

-Ma che ca… - più confuso che mai si rimise seduto cercando di ricordare gli ultimi istanti prima che perdesse i sensi. Non ricordava neanche se avesse sognato durante la convalescenza. Solo buio e silenzio.

Ma fu qualcos’altro a svegliargli del tutto la memoria.

La porta della stanza si aprì senza preavviso per rivelare al cuoco una bella sorpresa.

Nami varcò la soglia lentamente rivelando uno splendido vestito di raso blu che strascicava ad ogni suo passo,
accompagnato da uno chignon bello alto e da vari gioielli. Era splendida.

-Nami-San … - balbettò troppo occupato ad ammirarla per riempirla di domande.


-Ti sei svegliato! – esclamò lei sorpresa dopo avergli dato una veloce occhiata – Era ora, stavolta hai superato persino Zoro nelle ore di sonno – si tolse il piccolo scialle che le copriva le spalle e lo buttò all’angolo lasciandosele libere – Ma non ti conviene stare in piedi. Chopper ha detto di chiamarlo non appena ti fossi ripreso ma … - nascose un risolino – adesso è lui a doversi riprendere da una bella bevuta.

-Io… - se si fosse trattato di un momento normale, probabilmente il cuoco avrebbe sparato dozzine di cuori da tutti i pori e magari avrebbe avuto bisogno di un veloce intervento al naso. Ma la confusione, la curiosità e la mente ancora intontita dal risveglio lasciarono il posto alla sua versione più calma e seria – Credo di non capire – riprese a guardare il suo vestito con fare meravigliato.

-Tranquillo, non è difficile da capire – disse la navigatrice avvicinandosi con la sua solita aria pretenziosa – Hai avuto un piccolo incidente sulla scogliera. Sei rimasto privo di sensi per due giorni.

-Che? Due giorni?? – esclamò sgomento il ragazzo – Ma come … come è successo?

-Usopp mi ha raccontato che hai cercato di salvare Narumi che era caduta in mare.

-Narumi, giusto! Dov’è? Sta bene?

-Sta benissimo. Ti sei perso abbastanza roba – ghignò lei sedendosi alla piccola seggiola vicino il letto – Cercherò di riassumere in breve. Mentre cercavi di salvarla la marea ti ha spinto troppo a fondo e hai sbattuto la testa contro un masso appuntito. Robin ha giurato che hanno impiegato più di mezz’ora per riuscire a riportarti a riva e che non è stato facile finché io Chopper e Franky vi abbiamo raggiunti. È stato subito dopo che sono riusciti a sconfiggere i Passi.


-Sconfiggere? Intendi che sono riusciti a scacciare via i demoni?

-Già. E a liberare l’isola. Grazie all’acqua benedetta di Narumi, con il quale hanno intriso una candela che hanno usato per bruciare le monete ed esorcizzare gli abitanti – si stiracchiò – Sapessi che festa hanno dato per ringraziarci – si alzò e fece una giravolta su sé stessa – E ovviamente non sono mancati i regali. Ti piace il mio nuovo vestito? E i gioielli che te ne pare?

-Sei ... angelica… - rispose il compagno con sguardo imbambolato – Ma, davvero, sono rimasto svenuto per due giorni?

Lei annuì: - Visto che non volevamo lasciarti del tutto solo sulla nave, Narumi ci ha proposto di usare la vecchia stanza sua
e di sua sorella per farti riposare. Venivamo a controllarti ogni mezz’ora.

Sanji analizzò quelle informazioni poco per volta. Se era vero che aveva sbattuto la testa, allora il ricordo di Nami che lo raggiungeva sott’acqua baciandolo … doveva essere stata tutta un’allucinazione. Sbuffò e si buttò sul cuscino all’indietro in preda alla vergogna: - Quanto sono stupido – mugugnò coprendosi la faccia – Mi sento uno schifo. Alla fine non ho fatto niente per aiutarvi … ho lasciato tutto sulle vostre spalle … che inutilità che sono- e lo pensava seriamente. Se non aveva la forza per resistere a un graffio in testa, come poteva pretendere di continuare a combattere al fianco dei propri compagni?

-Non dire così! – di certo non si aspettò che Nami gli levasse delicatamente le mani dal volto per guardarlo dritto – Hai cercato di salvare Narumi. Lei ti è riconoscente per questo, non ha fatto altro che chiedere di te per tutto il tempo.

-Dov’è ora?

-Con sua sorella. Hanno molto da dirsi dopo tutto questo tempo. Non sei stato inutile per niente, Sanji-Kun.

-Come puoi dire così, quando mentre gli altri combattevano io stavo qui a poltrire?

-Non per colpa tua – quella sua insistenza nel volerlo difendere, invece che dargli dello stoccafisso non la rendevano affatto riconoscibile.

-Nami-San … - decise di cambiare argomento – Tu … stai bene?

-Cosa? – strabuzzò gli occhi.

-Ti ho lasciata sulla nave in uno stato orribile. Stai meglio ora?

Nami abbassò lo sguardo e le guance lentamente le si colorarono di rosso: - Si … ora sto benissimo – alzò lo sguardo lasciandolo di pietra con i suoi occhi illuminati di una scintilla gioiosa – E a dirla tutta … sono contenta che tu stia bene, Sanji-Kun.

Sanji rimase fermo con lo sguardo. Neanche stavolta si lasciò trasportare dal suo lato tutto cuore e sdolcinatezze. Nami era lì, gli sorrideva, lo confortava ed era salva. Non poteva perdere il controllo. O meglio non ci riusciva.

-Mi dispiace – le sussurrò abbassando gli occhi – Avrei voluto fare di più in questa missione.

-Hai fatto tanto invece – riprese la navigatrice prendendogli la mano e rendendolo più sorpreso che mai – Prima di questo viaggio non avevo mai capito … quando realmente contassi per me – il cuore del cuoco prese a martellare all’impazzata – Sei stupido – ed era vero – Sei letteralmente un’idiota dai pensieri perversi la maggior parte delle volte. Ma … quando tiri fuori la parte migliore di te … ovvero quella che è sempre pronta a difendermi, che non mi abbandonerebbe mai, che riesce sempre a farmi smettere di soffrire … e a farmi giurare di non piangere mai più – ritornò con la mente a quella notte sulla nave in cui il suo conforto era l’unica cosa di cui aveva bisogno – … ecco … - la voce gli si stava incrinando.

Sanji ricambiò la stretta di mano sapendo che ormai nessun suo carattere spiacevole poteva rovinare quel momento: - Morirei per farti smettere di piangere, Nami-San – ogni suo desiderio verso ogni donna, ogni sua mania spudorata, ogni singolo gesto da cascamorto che era in lui … venne sostituito dall’immagine della ragazza che aveva di fronte.
L’unica.


-Nami-San … io … - non finì la frase.

In breve sentì le labbra della navigatrice sulle proprie e poi il peso del suo corpo rimetterlo sdraiato sul letto.

Ora poteva considerarlo un sogno? Eppure sembrava così reale. Sentire i loro respiri che si alternavano, il corpo di lei, sopra quello di lui, le proprie bocche a contatto, le mani che si stringevano e cominciavano a toccarsi a vicenda.

-Sì, Sanji-Kun – gli rispose lei staccandosi per un momento – Anch’io.

Sanji riprese a baciarla e stavolta con più foga, sapendo per certo che era tutto vero. Forse non si era dimostrato valido in quella missione ma se poteva riuscire a fare felice Nami, allora si considerava la persona più utile del mondo.

La vide mettersi seduta sopra di lui con fare delicato per non fargli troppo male alle zone bendate e poi portarsi le mani dietro la schiena per adoperare con i laccetti del vestito. Sentì il cuore a mille.

-Non lo vuoi? – chiese lei con uno sguardo speranzoso.

-Sì, più di ogni altra cosa … ma … - balbettò in preda al panico – Qui … ora? Voglio dire … non è casa nostra – la prese sul ridere.

-Ma sta zitto! – lo spinse meglio a stendersi – Sono sicura che a Narumi non dispiacerà. Infondo questa casa è già malridotta di suo– ghignò avvicinandosi al suo viso – Non noteranno la differenza – e con un gesto si tolse il corpetto del vestito rivelando il reggiseno di pizzo.

Sanji cominciò a sudare e arrossire mentre andava in iperventilazione. Il suo naso gli diede tregua ma non fu la stessa cosa per l’erezione che piano piano cresceva eccitata. Il desiderio c’era ed era enorme. Molto più grosso della preoccupazione che qualcuno aprisse la porta e li trovasse in quello stato.

Per un attimo pensò che magari anche Nami c’era andata pesante con l’alcol alla festa e che quindi quella sarebbe potuta essere la sua unica occasione di dimostrarle tutto il suo amore. Non se la sarebbe certo fatta scappare.

-D’accordo – esclamò con fare serio ricominciando a baciarla e a prendere in mano la situazione come solo uno come lui sapeva fare.

-Sì – gemette lei quando sentì la sua lingua scendere per tutto il corpo – Rendimi felice, Sanji-kun.

E Sanji, di questo, era certo di esserne perfettamente capace.

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Un’ora dopo.

Sanji sentì i suoi capelli solleticarle il naso mentre apriva gli occhi e la trovava lì, accanto a lui, sdraiata di spalle esausta.

Dunque non era stato un sogno. Sorrise e le baciò la nuca. La stanza aveva solo una minuscola finestrella dai vetri appannati. La luce all’esterno era evidente. Chissà che ora era.

-Nami-San – cominciò a scuoterla leggermente – Ci conviene alzarci – lei emise un piccolo gemito capriccioso.

Il cuoco sorrise pensando di lasciarla dormire ancora un po’. Si mise lentamente in piedi e si rivestì velocemente con l’intenzione di andare a vedere come stessero gli altri, chiedere scusa per quanto era stato stupido e magari chiedere a Narumi di aiutarlo a preparare una colazione (o cena, qualunque ora fosse) da portare a letto alla sua amata.

Perché, sì. Era sua ora. Qualunque cosa sarebbe successa.

Emise un piccolo sbadiglio e si avviò alla porta ma quando sentì la mano fredda della ragazza afferrargli il polso si voltò trasalendo. Che riflesso improvviso.

-Non andare – la sentì sussurrare. Vide che aveva gli occhi aperti, neanche socchiusi. E la voce per niente assonnata.

-Sono qui – la rassicurò stringendole la mano – Vado un momento dagli altri. Si staranno chiedendo che fine abbia fatto.

-Ho bisogno più io di te di loro.

-Questo lo so – la prese un po’ in giro per poi poggiarsi accanto a lei e baciarle la mano – Tu sarai sempre sopra tutto e tutti.

-Allora dimostramelo – disse Nami mettendosi seduta e strusciandosi sul suo petto – Rendimi di nuovo felice.

Sanji si bloccò: - Cosa? Ma Nami-San … abbiamo appena …

-Non è abbastanza – insistette lei – Voglio di più.

Il cuoco non alzò un dito cambiando espressione. Non era proprio da lei dire certe cose. Un desiderio così sfrenato neanche lui l’aveva mai avuto.

-Nami-San … forse non è il caso … non ora.

-Perché? Mi ami non è vero?

Durante la splendida ora che avevano passato, non se l’erano detti neanche una volta. Quindi era ovvio che lei non lo considerasse un semplice divertimento.

-Sì … certo che ti amo – glielo disse col cuore – Ma …

-Allora amami – la navigatrice gli saltò addosso appiccicando nuovamente le labbra sulle sue. Gli ficcò la lingua in bocca cominciando a riassaporare la saliva con molta voracità. Le sue mani presero ad armeggiare sulla camicia di lui con molta più foga di prima.

Sanji non reagiva, troppo preso da mille dubbi. C’era qualcosa che non andava.

-Nami-San … - le disse delicatamente mentre la sentiva mordicchiargli il collo – Nami-San … aspetta! – ma lei non cedette.

Fu solo quando sentì la sua mano penetrargli nel pantaloni che il cuoco perse le staffe: - Aspetta! – sbottò spingendola di lato e mettendosi in piedi davanti a lei.

-Sanji-Kun … - rantolò guardandolo stupita.

-Che cosa ti succede? – le chiese con tono perentorio ma non riuscendo a fare uno sguardo arrabbiato – Questo non è da te.

-Pensavo lo volessi – balbettò lei ansimante – Io ti voglio.

-Anche io, ma non voglio solo questo! – non credeva l’avrebbe mai detto un giorno – Amarsi non vuol dire solo fare sesso.  È una cosa bellissima … non mi stancherei mai ... ma è abbastanza per ora– la vide voltare lo sguardo – Voglio dire, è una questione di priorità. Ora … ci sono altre cose da fare. Io … vorrei andare a vedere come sta Narumi.


-Non puoi – disse Nami con voce ferma.

-Eh?

-Non puoi – ripeté voltandogli completamente le spalle.

-Che vuoi dire?

-Non ti è permesso di vederla – c’era qualcosa dai strano nel suo tono ora. Né troppo elevato, né troppo basso, ma comunque preoccupante all’ascolto.

-Non capisco, Nami-San … questa è casa sua giusto? Voglio solo assicurarmi che stia bene e dire agli altri che mi sono ripreso.

-Gli altri non sono qui – rispose la navigatrice sempre voltata – e lei sta bene … per adesso.

Sanji avvertì un terribile presentimento e indietreggiò di un passo: - Che significa per adesso? – non ebbe risposta – Nami-San?

La vide piegarsi in avanti e poi avvertire i singhiozzi del pianto … che piano piano andarono a divenire una risata. Indietreggiò ancora.

-Evidentemente ti ho sottovalutato … - mentre parlava la voce della navigatrice variò andando a diventare unica con un coro di voci infernali – pensavo che il desiderio fosse la tua unica brama con lei – si voltò - … Sanji-kuuuuuun

Il cuoco si paralizzò dal terrore. Gli occhi della navigatrice erano diventati irriconoscibili, dalle pupille gialle con le iridi bianche sottili come quelle di un gatto. La pelle del viso era mezza scorticata per rivelare delle squame da serpenti che ricoprivano solo metà del viso. L’essere tirò fuori la lingua troppo lunga per essere quella di un umano e sibilando in una risata mentre sputava grumi di saliva addosso a lui.
-Sorpresa – ringhiò in preda a una risata isterica.

Sanji col sangue che gli si congelava nelle vene, scattò verso la porta, ma nell’istante in cui si rese conto che questa era chiusa, avvertì una forza sconosciuta che gli fece venire la nausea, trascinarlo nuovamente verso il letto, dove ad attenderlo c’era la creatura che si preoccupò di inchiodarlo sotto il suo peso prima di sputargli in faccia.

- Dove pensi di andare? Lascia almeno che mi presenti, prima. Sono l’alimentatore di ogni volontà, gioia e voglia di vivere. Colui che rende le anime proprie, attraverso i desideri più sfrenati. Il signore di tutti i demoni che si cibano delle emozioni più determinate. Ma per non entrare da adesso nei dettagli, chiamami semplicemente Passus



Ciao a tutti scusate la scomparsa, ma spero comunque di continuare a incuriosirvi.
Alla prossima ^^
  
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