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Autore: toolazytodiee    07/01/2018    0 recensioni
Si tratta di un AU ispirato alla mitologia greca ma ambientato ai nostri giorni. Incentrato sulla YoonMin, in cui Yoongi è un semidio, figlio di Ade, e Jimin è una divinità minore della natura, figlio di Demetria e fratello minore di Persefone. Nonostante sia incentrata su di loro non mancheranno accenni o comparse degli altri cinque membri del gruppo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Yoongi rivide finalmente Jimin erano già passati due anni, e non aveva più quell’aria infantile ad avvolgerlo. Anzi, ora ostentava tutta quella sicurezza di chi conosce perfettamente ogni sua debolezza, ma riesce a compensarla con i suoi punti di forza.

Per questo motivo la prima reazione che Jimin suscitò in Yoongi era puro stupore, quasi incredulità, nel vedere chi gli era davanti.

 

Jimin, invece, rimase stupito più dal tempo che ci avevano impiegato per incontrarsi di nuovo, piuttosto che da un vero e proprio cambiamento in Yoongi.

Non si fece sfuggire però la sua aria da adulto, che aveva spazzato via quella da ragazzino chiuso in se stesso e indifferente che lo accompagnava. Come per il loro primo incontro, ciò che suscitò in Jimin era curiosità, continuava infatti a voler conoscere più aspetti possibili di lui, e dopotutto, non aveva fatto altro che pensare alle sue parole in quegli anni.

 

Questa volta però il primo ad avvicinarsi e parlare fu Yoongi, con un mezzo sorriso sul volto e le mani nelle tasche dei jeans scuri.

 

Hai tinto i capelli Jimin?” chiese indicandoli con l’indice

No, sono diventati così man mano che i miei poteri aumentavano” lo guardò per capire se era una presa in giro o pura curiosità

Mh, però nonostante tu sia cresciuto rimango sempre più alto di te

E io sono comunque una divinità

Oh” rimase sorpreso dal suo tono fermo “Non odiavi esserlo una volta?

Odiavo essere all’ombra di mia madre, non essere una divinità” spiegò breve “Tu piuttosto, la lingua tagliente ancora non ti è andata via, ma non eri molto più taciturno due anni fa?

Diciamo pure che quando mio padre mi ha spedito sulla terra ho conosciuto dei semidei molto rumorosi, per cui mi sono lasciato un po’ coinvolgere” gli si avvicinò ancora di più “Devo vederla come cosa negativa?

Jimin parve perdersi in quegli occhi, ancora così neri come li ricordava, ma scosse la testa sorridendogli “No, così sembri meno spaventoso

Yoongi non poté evitare di fare un’espressione sorpresa “Vuoi dirmi che due anni fa ti facevo paura?” aspetto di vedere come potesse cambiare l’espressione del dio prima di ridere leggermente, del tutto incredulo “Non sapevo nemmeno tenere in mano una spada, Jimin. Avrei fatto paura solo perché figlio di Ade

 

Ma nel finire la frase il suo tono divenne più aspro, come se gli fosse tornato alla mente qualche episodio in cui aveva davvero fatto paura a qualcuno per i suoi legami con il Re degli Inferi.

Jimin gli prese una mano tra le sue facendogli alzare il volto verso di lui, gli sorrise di nuovo, gli occhi che diventavano via via più piccoli e Yoongi si ritrovò a sorridere insieme lui, trasportato dalla dolcezza che, a quanto pare, il piccolo dio non aveva perso in questi anni.

 

Che ci fai di nuovo qui negli Inferi?” domando dopo essere rimasti ancora per un po’ in silenzio “Di nuovo per fare una sorpresa a Persefone?

Jimin abbassò lo sguardo notando come ora era Yoongi a stringere la sua mano “No, diciamo pure che sono in vacanza

In vacanza? Qui?” con la mano libera indicò attorno a se “Capisco che l’Inferno abbia il suo fascino per le divinità ai piani alti, ma tu sei una divinità della natura Jimin, e qui il sole a stento arriva per qualche ora, ci sono solo luci artificiali e fuoco. Davvero per te venire qui è una vacanza?

 

Jimin rimase con la testa chinata verso terra tutto il tempo, poi prese un bel respiro e alzo il volto per guardare Yoongi dritto negli occhi. Istintivamente Yoongi sentì di dover indietreggiare, che quegli occhi erano furenti. Non riusciva a capire cosa li animasse così, ma quello sguardo negli occhi di un dio non è mai un bene -e si può dire che lo avesse provato sulla sua pelle un paio di volte-.

Tuttavia non si mosse, anzi, rimase incatenato ancora di più negli occhi della divinità che gli era davanti. Non era lui il motivo della sua rabbia, lo capiva, ma quello sguardo faceva sembrare Jimin tutto purché una divinità minore.

 

Lo so che questo posto non è l’ideale per una divinità che si occupa della natura, questo lo so benissimo Yoongi” iniziò con un tono così determinato da spiazzarlo “Lo so benissimo che ogni luce qui è creata da Ade nel tentativo di far sentire meglio mia sorella, lo so com’è qui. Negli ultimi due anni ho passato più tempo qui che sull’olimpo” ammise mentre i suoi occhi iniziarono ad avere uno strano scintillio e Yoongi iniziava a sentire qualcosa attorno alle sue caviglie “Lo so perfettamente che questo non è il mio posto, ma sai cosa? Non mi sono mai sentito più apprezzato di così in tutti i miei centosedici anni di vita. Qui non sono all’ombra di nessuno. Non sono il figlio di, o il fratello di, o il piccolo dell’olimpo” si fermò percependo come la sua voce si stesse via via incrinando sempre di più, prese un respiro e continuò “Qui sono semplicemente Jimin, e tutti mi apprezzano per questo

 

Solo in quel momento Yoongi capì cosa stava succedendo. Jimin si era lasciato trasportare così tanto dalle emozioni che aveva fatto crescere dei rampicanti sia attorno alle sue gambe che a quelle del semidio, e parve non essersene reso conto nemmeno una volta finito di parlare. Sentendosi in colpa, Yoongi fece morire parte dei rampicanti che erano attorno sue gambe, ma solo per stringere a se Jimin.

 

Non aveva mai sentito il bisogno di abbracciare qualcuno in vita sua. Certo, di abbracci ne aveva ricevuti, e anche dati, ma non aveva mai sentito quel bisogno di tenere qualcuno tra le proprie braccia per il puro scopo di proteggerlo e cercare di farlo stare meglio.

Prima o poi impazzirò a starti dietro, razza di nano” pensò mentre sentiva le piccole mani di Jimin stringersi sulla sua maglia

Sei già fuori di testa per lui, scemo. Sono due anni che sei impazzito per lui se vogliamo essere onesti qui

E dopo l’ennesima provocazione del suo demone interiore, decise di non rispondere e stringere ancora più forte il dio che aveva tra le braccia, e che ora aveva iniziato a piangere silenziosamente. Quasi non se ne sarebbe reso conto se non avesse iniziato a tremare.

 

Jimin” lo allontanò posandogli le mani sulle spalle “Non, ecco, non piangere per favore” si grattò leggermente la nuca postando in basso lo sguardo “Non so gestire le persone quando piangono. Non so cosa fare

 

Mentre la sua attenzione era finita sui piccoli fiori violacei ai loro piedi sentì una piccola risata provenire dal piccolo dio che gli fece subito alzare lo sguardo su di lui, dandogli tutta la sua attenzione.

 

Grazie mille per avermi ascoltato Yoongi” si asciugo le ultime lacrime che ancora gli rigavano il volto con una mano “Se devo essere sincero mi sei mancato molto questi anni, e mi sa che Ade sia arrivato ad odiarmi per quanto spesso chiedevo di te

Ti interessavi di me?

Mi interesso, di te” lo corresse guardandolo negli occhi “Hai sempre suscitato curiosità da parte mia Yoongi. Sei una di quelle persone che parla poco, quando dice qualcosa spesso è una provocazione, ma hai un cuore ammirabile. Ho visto pochi umani con un cuore come il tuo” gli sorrise “Tuttavia, con il tuo modo di fare ti tieni dentro gran parte delle tue preoccupazioni, o sbaglio? Non prenderla male se ti dico che, a volte, è bene far uscire queste cose prima che corrompano il tuo cuore facendolo marcire

 

E questa volta, quello a tremare e ripetere ancora e ancora le parole dell’altro nella propria mente era Yoongi, incapace di assimilare ciò che Jimin gli aveva detto.

L’unica cosa che fece fu cadere sulle proprie ginocchia, facendo marcire tutto il prato attorno a sé.

 

Jimin non capì cosa in quel momento stesse tormentando Yoongi, ma si sentì per qualche attimo ferito dall’erba che era ormai bruciata. Si inginocchio anche lui, proprio di fronte al semidio, e con un lieve tocco fece rivivere in pochi secondi quella parte di prato rovinata.

 

Yoongi alzò lo sguardo verso la divinità e di nuovo vide quel sorriso radioso di anni prima, così bello, e istintivamente lo strinse a se di nuovo, facendogli posare il volto sul suo petto e trascinarlo con se sul prato, ora del tutto rigenerato.

Il semidio continuò a tenerlo a sé per qualche minuto, mentre Jimin non faceva nulla per opporsi, ma anzi, cercava di stringersi ancora di più a lui sentendosi libero da ogni preoccupazione tra le sue braccia.

 

Questa volta sei stato tu ad incuriosirmi, dio della natura” cercò di scherzare “Hai detto che ti sei interessato di me tutto questo tempo, e ti posso assicurare che anche a me capitava spesso di pensarti. Di chiedermi dove fossi, ma soprattutto se fossi felice, perché la prima volta che ti ho visto sembravi nascondere tanta di quella tristezza, che non avevo mai visto in un dio. Ma ora sei cambiato così tanto e sono curioso di sapere cos’è successo in questi anni” finì abbassando la testa per guardarlo, trovandolo già ad osservarlo

Ora che sei qui abbiamo tempo per parlare di cosa è successo in questi anni. Anche io sono curioso di sapere di quei semidei che ti hanno fatto cambiare così” rise “Torniamo al palazzo, prima che Persefone mandi Cerbero a cercarci

 

Lentamente Jimin scivolò via dalle braccia del semidio e si mise seduto a gambe incrociate, un gomito poggiato sul ginocchio per reggere il volto mentre lo guardava, uno sguardo che Yoongi ricambiò tutto il tempo.

 

So che ho fatto un buon lavoro a sistemare quel terreno bruciato, e che ora è più morbido di prima, ma dovresti alzarti per arrivare al palazzo. O preferisci essere portato in braccio da me?

Con tutto rispetto, sarei io a dover portare in braccio te casomai” disse chiudendo gli occhi e alzandosi “Andiamo?” tese la mano verso jimin che l’afferrò saldamente e si tirò su annuendo

  
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