Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Romanticgirl02    07/01/2018    2 recensioni
Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre...
-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane-
La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.
-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-
Una psicologa per un pazzo o per qualcuno che ha bisogno di aiuto?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quella mattina Kagome lo svegliò prestissimo e una volta fatta colazione si ritrovò davanti ad un negozio di completi, che mai aveva visto in vita sua... certo in altri negozi c'era stato varie volte con suo padre anche se controvoglia, ma erano tutti super costosi ma lui al momento non aveva un soldo.
-Tranquillo, conosco il propretario, è un uomo gentile e beneducato e inoltre i prezzi saranno bassi ma fa dei lavori eccellenti.-
Inuyasha arricciò il naso e si tastò con la lingua il pircing al labbro che si era rifiutato di togliere. Si fece forza ed entrò. il posto era accogliente, allestito con toni caldi e mobili degli anni 80' ovungue galleggiavano manichini con addosso abiti di ogni fattura. Nell'aria rimaneva sospeso un odore di gelsomino. Ad accoglierli arrivò un ometto basso tutto sorridente con dei piccoli baffetti arricciati all'insu.
-Buono giorno Kagome, qual buon vento ti porta qui?-
-Salve Galileo, stavamo cercando un abito per un colloquio di lavoro... per il ragazzo qui difianco a me.-
Rispose lei edutaca. Galileo annuì, diede un'occhiata veloce ad Inuyasha e sparì dietro ad una porta. Poco dopo rispuntò e li invitò ad entrare. Fece spogliare Inuyasha e gli mise addosso una camicia bianca coperta da una giacca nera con la gravatta del medesimo colore.
 Gli prese le misure, armeggiò un po' con le maniche e in un attimo la parte sopra fu pronta, poi passò ai pantaloni, sempre neri leggermente più chiari, sintemò per bene anche quelli e tutto in meno di un'ora fu finito. Inuyasha rimase a fissarsi allo specchio, ora sembrava veramente suo padre. Kagome lo guardava con occhi sognanti e ringraziava più e più volte Galileo. Pagarono il tutto e tornarono a casa.
-Allora... come pensi di imparare l'informatica in due giorni?-
chiese infine la ragazza.
-Non ti preoccupare, lasciami in pace per i prossimi due giorni.-
rispose lui sbadigliando. Kagome lo guardò torvo. "bel ringraziamento... stupido!" pensò. Alla fine fece come il ragazzo le aveva chiesto e non lo vide più se non per i pasti che consumavano insieme quando lei non lavorava. Kagome era veramente infastidita.
 Non solo si era appropriato di casa sua, ora era anche lui a dettare le regole! Fortunatamente anche quei due giorni passarono e il colloquio arrivò. Kagome rimase a casa sotto stretto ordine di Inuyasha. Lui non la voleva tra i piedi, o almeno così le aveva detto, in realtà non era per niente sicuro di quello che stava facendo.
Si sentiva soffocare dentro quel completo e più l'attesa era lunga più si sentiva male. Cercava di memitizzarsi, di scomparire voleva tornare a casa e non uscire mai più. Poi lo chiamarono. Kagome era seduta sul divano quando suonò il campanello, guardò l'orologio e si precipitò alla porta. Se lo ritrovò davanti col suo solito viso inespressivo, cercando in esso qualche indizio... ma niente non lasciava trasparire nulla. Inuyasha andò a buttarsi sul divano esausto, seguito dagli occhi attenti di lei.
-Quindi?-
-Niente-
Kagome abbassò lo sguardo e si sedette difianco a lui. Infondo ci aveva sperato. Poi dopo qualche minuto vide stamparsi sul volto del ragazzo il solito sorrisetto malizioso. Lo guardò senza capire.
-Niente... non hanno trovato niente che non andasse per non assumermi... a parte la laurea ma hanno detto che a loro servono le mie capacità non uno stupido pezzo di carta. Mi tengono in prova per un mese e inizio Lunedì...-
Kagome si alzò indignata, prese un cuscino dal divano e glielo lanciò.
-Scemo! Mi hai fatta preocupare per niente!!-
Tornò a sedersi accanto a lui ancora sconvolta poi si girò verso di lui.
-Dobbiamo festeggiare! Vado a chiamare Sango e Miroku e tu ricordati di avvisare i tuoi.-
Ma prima che lei si potesse alzare Inuyasha l'abbracciò. Lei trattenne il fiato sentendo il suo cuore esplodere. Rimesaro così per qulache secodo poi lui si alzò dicendo che andava a togliersi questi stupidi vestiti da damerino e a farsi una doccia. Lei ancora rossa in viso andò a chimare Sango e solo quando l'amica rispose si rese conto che nessuno sapeva della convivenza con Inuyasha.
Corse in camera sua e chiuse la porta, appena fu sicura che Inuyasha fosse stato sotto la doccia iniziò a parlare con Sango.
-Promettimi che rimarrai calma e che non farei cose stupide. Primo Miroku è li vicino a te?-
Sango ripose affermativamnete guardando il suo ragazzo con sguardo preoccupato.
-Bene così lo sapete entrembi... ok... io e Inuyasha siamo andati  a convivere.-
Lo disse velocemente aspettando la reazione dell'amica.
-Che cosa!?!?! Ma da quando? Perchè? Che diavolo avete cobinato?!-
-Calmati Sango, incontriamoci sta sera al solito ristorante, anche perchè dobbiamo festeggiare, Inuyasha a trovato lavoro, ti prometto che sta sera ti spiegherò tutto, miraccomando dillo anche con Miroku.-
Detto ciò buttò giu lasciando completamente di sasso l'amica. Sango guardò Miroku che aveva ascoltato tutto. Rimasero a fissarsi incapaci di dire parola.
Inuyasha uscì dalla doccia e si guardò allo specchio ancora appannato. Sicuramente la sua vita era cambiata, sicuramente sarebbe cambiata ancora. Con un panno pulì lo specchio e si guardò la cicatrice sul collo e si tastò quella sulla chiena. Tutto ciò che era presente ora è passato. Rabbrividì. Uscì dal bagno con un asciugamano avvolto all'altezza della vita e un'altro in testa per asciugarsi i capelli argentati. Prima di andare in camera sua passò dalla cucina e si versò un bicchiere d'acqua, quando si voltò trovò Kagome rossa in viso.
-Ti sembra il modo di andare in giro per casa? Vatti a mettere qualcosa!-
La ragazza si girò e andò nel soggiorno. Appena Inuysha si fu vestito la raggiunse e lei lo avvisò che aveva gia prenotato al ristorante.
-Dobbiamo andarci per forza?-
-Si, ho gia chiamato Sango e Miroku... e anche i tuoi visto che te non ti sei degnato neanche di mandargli un messaggio.-
Inuyasha alzò le spalle. Era stanco, esausto. Troppe cose tutte insieme.
-Inuyasha, io devo andare a fare la spesa... vuoi venire?-
-No-
Kagome sospirò, com'era pesante. Insistette varie volte e alla fine, non si sa come lo convinse. si ritrovarono a girare fra le corsie del supermercato alla ricerca di qualcosa da mangiare per i giorni avvenire. Da lontano sembrvano una coppietta sposata e ciò faceva arrossire Kagome. Lei col suo cappotto color crema che parlava e lui che spingeva il carrello con un mezzo sorriso sulle labbra mentre l'ascoltava.
 Parlarono del più e del meno e Inuyaha non perse tempo a far battute sulla sua altezza quando vide che non arrivava allo scaffale in alto. "Non è stata una cattiva idea quella di uscire" pernsò, almeno finchè all'uscita del supermercato non si ritrovò Hojo davanti. Tutti i sui buoni propositi erano andati a farsi benedire, il suo sguardo divenne più duro, serrò la mascella e rimase in silenzio. Kagome lo sorpassò andando a salutare il nuovo arrivato.
-Vuoi una mano con la spesa?-
disse in fine Hojo indicando le sporte che Inuyasha teneva in mano.
-No-
Rspose Inuyasha in tono secco. Quel ragazzo poteva fingere quanto voleva, ma ormai lui lo aveva inquadrato. Non lo sopportava. Riprese la strada verso casa sensa dire parola, poi si girò verso Kagome.
-Le chiavi... così vado a portare la spesa in casa.-
Kagome le prese dalla borsa e gliele porse sotto lo sguardo stralunato e incredulo di Hojo. Ma solo quando Inuyasha fu lontano si decise a parlare.
-Che diamine fai? Non dovresti dargli le tue chiavi di casa, quel tipo è pericoloso Kagome! Quante volte te lo devo dire?-
-Non è pericoloso... adesso vive a casa mia... quindi è normale che io gli dia le chiavi no?-
Hojo la guardò terrorizzato, cercò in tutti i modi di capire perchè Kagome avesse fatto una cos del genere.
-Ma se impazzita? Basta io chiamo la polizia, non mi fido.-
Fece per prendere il telefono ma Kagome lo fermò alquanto alterata.
-Smettila sarranno affari miei, tu non ti devi immischiare... chiaro? E ora scusa ma devo andarlo ad aiutare a mettere a posto la spesa.-
si girò e riprese il cammino verso casa.
-Tu lo ami vero? Quanto pensi possa durare?-
gli urlò dietro Hojo, ma lei non si girò andando il più infretta possibile verso casa. Entrò sbattendo la porta e si diresse in cucina dove ormai Inuyasha aveva finito. Quella conversazione gli aveva dato sui nervi. Si calmò bevendo del the al limone.
 Inuyasha la osservava, da una parte era felice della sua reazione dopo il dibattito con Hojo, dall'altra però il fatto che qualcun'altro occupava i pensieri della ragazza non gli andava a genio. Andò dietro a Kagome e appoggiò la testa tra l'incavo del collo e della testa della ragazza e con le bracia l'abbracciò. Kagome si fece sull'attenti.
-Che c'è?-
chiese balbettando.
-Posso ucciderlo? Tanto non serve a nessuno. Ho gia in mente qualche idea... veleno, incidente d'auto...-
Kagome sorrise.
-Non ci pensare nemmeno...  poi ci vengono a cercare come ultime persone con cui si è visto!-
risero insieme a quella strana e macabra idea. Pranzarono e parlarono di come Inuyasha fosse riuscito  trovare così presto un lavoro. Lui le raccontò solamente che aveva letto qualche libro e fatto qalche prova, ma nulla di che e anche se lei non gli credeva era comunque felice della sua assunzione. Verso le 18 iniziarono a prepararsi e una volta pronti andarono in garage a prendere la macchina.
-Vuoi guidare tu?-
Gli chiese gentilmente Kagome
-Si certo, diamo la macchina a uno malato mentalmente e addirittura senza patente. Vedrai che ci arrivi intera al ristorante...-
Kagome sbuffò e dopo averlo avvisato che non gli avrebbe fatto d'autista mai più, mise in moto la macchina e partirono. quando arrivarono gli amici erano già li. Li raggiunsero e si salutarono abbracciandosi. Come al solito Inuyasha rimase li da parte scabiando solo qualche cenno di saluto con Miroku che lo guardava impaziente.
-Bene, ora raccontate.-
Disse sango una volta che tutti avevano ordinato. Poichè Inuyasha non avrebbe detto una parola ci pensò Kagome a raccontare una storia semplice ma alquanto stramba che alla fine suscitò l'ilarità generale.
-Bhe che dire amico, questi son cambiamenti!-
disse Miroku dando delle pacche sulla spalla ad Inuyasha che in tutta sia risposta alzò gli occhi al cielo. Bevvero, risero e si rimpilzarono. Inuyasha li osservava e si chiedeva come fosse possibile che dopo tanti avvenimenti fossero ancora tutti insieme. Come facevano a ridere e a scherzare anche se ogni giorno dovevano lottare per sopravvivere? Come faceva a fidarsi l'uno dell'altro senza dubitare? Lui aveva sempre dubitato di tutti e aveva imparato a scomparire come un fatasma.
-Quindi che avete intenzione di fare?-
Disse Miroku di punto in bianco.
-Riguardo a cosa?-
chiese Inuyasha pregando che non si riferisse alla convivenza con Kagome.
-Si insomma... adesso vivete insieme... ma avete dei progetti?-
Inuyasha riprese a bere, ignorando Miroku, Kagome guardò Sango allarmata. L'amica accorgendosi di Kagome diede prontamnente un calcio negli stinchi al fidanzato
-Miroku insomma! A volte sei peggio delle vecchie pettegole-
si misero a riere e in poco tempo si dimenticarono di quella domanda. Però a fine serata Mirku prese Inuyasha da parte. Presto o tardi avrebbero dovuto parlare con o senza volere del ragazzo. Mandarono le ragazze a casa di Kagome di cendo che poi le avrebbero raggiunte dopo. Camminarono senza parlare per qualche minuto, finchè non entrarono in un parco e si sedettero su una panchina.
-Allora, devi dirmi qualcosa?-
chiese Miroku. Inuyasha non voleva parlarne anche perchè ciò significava esporsi, aprirsi con qualcuno e anche se quel qualcuno era Miroku, non riusciva a trovare le parole.
-Sai già la storia che vuoi di più-
Ripose guardando per aria con fare annoiato.
-I particolari! Andiamo, come mai questo cambio improvviso? Non è come fai credere... Non è iniziato tutto con quella telefonata... Da quanto ci pensavi?-
-Bho... Forse un mese... non di più...-
L'amico rimase in silenzio cercando nello sguardo perso nel vuoto di Inuyasha, quanlche segno di cedimento, era il suo migliore amico dopotutto! Sentendosi alle strette Inuyasha lo guardò di traverso e sbuffò.
-So cosa vuoi sentire... e va bene... forse e sottolineo forse mi piace ...Kagome-
disse il nome con un fil di voce come se avesse paura di farselo scappare via ma Miroku lo sentì benissmo. Iniziò a canticchiare tutto allegro e rassicurò Inuyasha dicendogli che per qualunque cosa lui c'era. Tornarono a casa poco dpo quella confessione. Trovarono le ragazze a parlottare e immaginarono a chi quei discorsi fossero rivolti. Si salutarono e gli amici uscirono. Rimasero di nuovo soli, si sedettero sul divano e accesero la tv. Guardarono un film e piano piano Kagome si addormentò.
 Inuyasha rimase a fissare i suoi lineamenti, poi la prese in braccio e la portò in camera da letto, la distese sul letto e le mise una coperta adosso. Le baciò la fronte pregando che lei non si svegliasse proprio in quel momento e tornò in camera sua. Si spogliò e si mise il pigiama, poi andò in bagno e si riguardò allo specchio. Cercò nei suoi lineamenti qualcoa di famigliare ma tutto ora era così strano, diverso. Si sciacquò il viso. Iniziò a sudare. Si sentiva caldo, bollente. La testa si fece pesante. Voleva andarsene e andare a letto ma non riusciva a muoversi. La sua mente tornò ad impazzire, risentì quella voce che ormai da tempo non sentiva, quella voce che lo aveva portato fuori dal mondo.
Gli fischiarono le orecchie. Lottò con tutto se stesso ma quella presenza non voleva lasciarlo. Non era da solo. Ma ciò che sentiva lo stava creando lui. Si riguardò allo specchio e si ritrovò a piangere. Lui aveva paura di essere inadeguato per il mondo, di non essere abbastanza per nessuno, nemmeno per Kagome. Odiava le altre persone ma allo stesso tempo ne aveva paura. Era malato. E come quando si sentiva così cercò una lametta nel bagno. Solo altro dolore può cancellare il dolore. Chiuse gli occhi e affondò la lama nella pelle. Si sentì libero, esposto... sentì di aver tradito Kagome.
 Intanto la ragazza si era svegliata e menre andava in bagno per sciacquarsi il viso lo vide. Lo osservò di nascosto e appena capì quello che stava facendo spalancò la porta. Con le lacrime agli occhi gli tirò uno schiaffo e gli tolse la lametta dalle mani. Poi lo abbracciò. Prese delle bende e gli fasciò i tagli. Lo sguardo di Inuyasha era assente, vuoto, nessun epressione. Anadorno in camera di Inuyasha, il quale si stese sotto lo sguardo triste di Kagome, lei dal canto suo si stese difianco a lui.
-Perchè?-
chiese flebile lei... Inuyasha non rispose subito. Anche perche lui lo sapeva, ma parlarne, creare problemi agli altri... no non voleva. Ma alla fine si costrinse a parlare.
-Mi fa sentire meglio... è come una droga... Se mi sento male, aiuta a dimenticare quello che esisteva un attimo prima.-
Si girò su un fianco per non incontrare lo sguardo di Kagome.
-L'hai fatto altre volte da quando sei venuto qui?-
chiese con voce spenta.
-Solo la sera prima del colloquio.-
rispose, infondo non aveva senso mentirle. Lei si morse il labbro inferiore era arrabbiata, triste e delusa. Non capiva perchè. Lei ci provava a farlo stare meglio, ma sembrava tutto inutile. Inuyasha aveva il respiro pesante, era accaldasto.
-E adesso... Stai di nuovo male?-
chiese Kagome in tono flebile. Se stava male era colpa sua, infondo era lei che lo aveva costretto ad uscire, che lo aveva costretto a trovarsi un lavoro.
-Più o meno-
rispose infine. Kagome si appoggiò sui gomiti e lo osservò. Dopo qualche minuto Inuyasha riprese.
-Non è colpa tua-
-Non lo sto pensando-
-Bugiarda-
Alla fine si girò anche lui e la guardò dritto negli occhi.
-Ci provo... ma è difficile...-
Kagome vide tornare Inuyasha bambino. Tutte quelle paure che si hanno quando ancora non si conosce il mondo, quando si è estranei a tutti, quando si è soli. Lo baciò a fior di labbra. Lo sapeva domani mattina se ne sarebbe pentita, magari lui non la vedeva in quel modo, ma in quel momento era l'unica cosa da fare. Inuyasha rimase immobile, si leccò varie volte le labbra sentendole secche.
-Scusa-
disse Kagome e tornò a guardare il soffitto. "Fai qualcosa stupido! Dille qualcosa!" pensò Inuyasha ma la sua bocca rimaneva sigillata. Era come inchiodato a letto. Non riusciva a muovere un muscolo. Poi mise insieme tutte le sue forze. Con un braccio si sorresse e con l'altra prese il volto di Kagome se lo portò a se e la baciò di nuovo. Da piccoli baci timidi passarono a quelli piu pericolosi. Sentivano la testa leggera, vuota era come se finalmente fossero completi, come se stessero aspettando questo momento da una vita. Si fermarono quando non ebbero più fiato. Si guardarono negli occhi ancora una volta prima di cadere in un sonno costellato da sogni.


salve a tutti!
ecco qua, finalmente sono riuscita a completare anche questo capitolo!
Ditemi cosa ne pensate!!
 presto! Romanticgirl02 
   
 
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