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Autore: sofismi    08/01/2018    1 recensioni
Ben Solo non riesce a lasciare andare Kylo Ren, è parte di lui, è un potere di cui non può fare a meno. Ben è ferito, dilaniato, e soffre di un dolore immenso: il dolore provocato dal divario tra luce e buio. Rey potrebbe aiutarlo, ma non appena si sfiorano si allontanano, scappano l'uno dall'altro. Magari è paura, ma nel profondo sanno che è qualcos'altro, qualcosa di troppo difficile da ammettere.
[Disclaimer: I personaggi dell'universo Star Wars non mi appartengono e faccio dei riferimenti alla storia reale e alle scene del film. POSSIBILI SPOILER! ]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XIV.



"Sai, non so se ti ricordi, però dopo quella giornata su Crait, dopo che te ne sei andata e io sono tornato sulla nave, durante quell'ultima connessione in cui abbiamo parlato, hai fatto scorrere il dito sulla mia cicatrice," le dico imitando il suo gesto, "ed è stato bello. Però, sai, quel che mi sto chiedendo è...perché lo hai fatto?" Lei mi guarda stupita, con gli occhi gonfi e stanchi di chi si è appena svegliato. A me il sonno, invece, mi ha abbandonato un bel po' di tempo fa, però non ho voluto svegliarla subito, ho aspettato. E non appena ho sentito che stava per aprire gli occhi e ho cercato negli angoli più remoti della mia mente il coraggio che mi mancava. Adesso che gliel'ho chiesto ho paura, non so precisamente di cosa, forse di fare la figura dello scemo, eppure sono contento di averglielo chiesto. Piano piano mi sta aiutando a fare chiarezza sui miei dubbi, come sapevo sarebbe successo. 


"Certo, sì. Me lo ricordo," risponde assonnata. "È stata la seconda volta che ci siamo toccati grazie alla Forza. Non so, dopo la prima volta che ci siamo sfiorati ci ho messo un po' per convincermi che ti sarebbe stato bene se lo avessi rifatto. E poi, quella sera, ho visto la cicatrice e qualcosa dentro di me ha iniziato a tremare, mi sentivo in colpa." 


Non rispondo, non ne sento il bisogno, come risposta mi sta più che bene. E mi spiace che stia così, però ha dovuto, sono stato io a metterla in quella situazione e a costringerla a farlo. Se non lo avesse fatto, se il terreno non ci avesse divisi, uno dei due sarebbe morto. Però già lì, sulla Starkiller, avevo visto il suo potenziale, il suo enorme potere, e il Lato Oscuro fare la sua prima comparsa dentro di lei, sebbene non avesse mai ricevuto nessun addestramento. Già lì capii che non avrei potuto ucciderla. Penso a dove siamo arrivati adesso: dopo averla imprigionata l'ho portata nel mio letto, e adesso siamo qua insieme abbracciati. Cosa mi è successo? Cos'è cambiato, in così poco tempo? Il mio cuore si è indebolito, piano piano sto lasciando entrare la luce, o la sto facendo uscire, mostrandola agli altri non senza vergogna. Eppure dovrei essere arrabbiato, mi ha preso in giro anche lei! La forza ci collegava, lei vedeva che soffrivo, che avevo bisogno della sua voce rassicurante, e invece mi ha ignorato, ha fatto finta. È tutto una menzogna, non avrebbe dovuto. Le ho chiesto scusa, aprendo il mio cuore e lei è rimasta zitta, senza guardarmi. Ma averla qua tra le mie braccia placa ogni desiderio di distruzione che sento nascere dentro di me, e se prima non sapevo se fossi Kylo Ren o Ben Solo adesso non riesco più a riconoscermi in nessuno dei due. 


"Quindi, secondo te dovremmo parlare con Leia?" chiedo con riluttanza. 


"È la cosa migliore, sì." risponde sicura di sé. 


Mi alzo a fatica dal letto, ancora caldo del suo calore, e mi vesto mentre lei fa lo stesso. 


"Più tardi ti cerco dei vestiti puliti," le dico evitando il contatto visivo, per non farle notare quanto difficile mi risulti pronunciare queste parole. Sento il suo sguardo addosso, sembra che sorrida. 


"Grazie," mi dice soltanto. E a me sorride il cuore. Non è da te, Ren. 

"Sta zitto," sussurro senza rendermene conto. 


"Cosa?" chiede stranita. Ovviamente mi ha sentito, però non posso dirle che sento ancora quella voce in modo così violento e penetrante.


"Nulla," rispondo vago. È ancora dentro di me, e per la prima volta lo odio. Vorrei che andasse via, non vorrei più sentirlo. Il richiamo del Lato Oscuro è forte e ho paura di cedere. 


Come ieri sera, cammino con sicurezza davanti a lei, senza far trapelare dal mio viso nessuna emozione davanti ai miei sottoposti. Non mi faccio vedere da giorni, sicuramente Hux si sta godendo questi pochi momenti di potere assoluto come un dannato, però non mi interessa. 


Entro nella stanza del Generale Organa con sguardo fiero, per celare quel che realmente provo entrando in questa camera, con Rey al mio fianco. Quando vede entrare anche Rey ha uno sguardo strano sul volto, un'espressione indecifrabile.

"Leia," dice Rey andandola ad abbracciare. Io non guardo, con gli occhi scruto quello che ho intorno evitando volutamente le due figure che ho davanti. "Abbiamo bisogno di te." 


Mentre Rey racconta ciò che abbiamo in mente io me ne sto in disparte a braccia conserte, questa è la prova del mio fallimento: ho definitivamente perso. Leia la guarda seriamente, e a volte si gira furtivamente verso di me, per poi tornare con lo sguardo su Rey. Mi sento un'estraneo, sento di non centrare nulla in questa situazione sebbene Leia sia mia madre e Rey sia...Rey. Non so come definirla, osservandola mentre parla riesco a vedere la sua determinazione e non posso far altro che pensare che è con lei che voglio passare la mia vita. 


"È una mossa un po' azzardata, la vostra, rischiosa. Però credo in voi: non dovrete far parola con nessuno di questa cosa, tenetela nascosta allo sguardo di tutti," dice Leia non appena Rey finisce di parlare. "Ben, il tuo sarà il compito più difficile: dovrai allenare Rey, e dovrai imparare a mantenere l'equilibrio tra Luce e Buio dentro di te. Dovrai continuare a comportarti come Kylo Ren, e agli occhi degli altri Rey deve ancora essere la tua prigioniera. È di vitale importanza mantenere questa facciata, se i tuoi soldati dovessero iniziare a sospettare di te sarebbe finita ancor prima di incominciare. E tu Rey, fidati di lui." Sentire quel tono di voce provenire dalla sua bocca mi fa sentire strano, e mentre dice a Rey di riporre la sua fiducia in me sento sulle spalle il peso delle responsabilità, e la fiducia per me stesso - quella a cui dovrebbe aggrapparsi Rey - vacilla: ho paura di non essere all'altezza delle loro aspettative. 


"Andiamo, Rey," le dico senza rivolgere nemmeno uno sguardo a mia madre. 


"Un ultima cosa, Ben," mi ferma, "dovrete inviare un messaggio alla Ribellione da parte mia." Sono un po' titubante ma accetto, e finalmente esco da quella stanza.

Mi sembrava di non riuscire a respirare, era tutto così caldo, e avvolto da una sorta di aura che non so come definire. Non mi trovavo in un ambiente così familiare da tanto tempo e mi sentivo estraneo a quella situazione, ma una volta fuori da lì ricomincio a respirare, e a ragionare: il nostro piano è rischioso e non posso permettermi di mettere in pericolo Rey. 


"Ti riporto nella mia stanza, e vado ad inviare il messaggio del Generale," le dico freddamente. Lei mi segue zitta, turbata. Sento che c'è qualcosa che non va in lei, ma non posso chiedergli niente finché non arriviamo nel mio alloggio. 

Poi lo vedo anch'io. 






Angolo scrittrice:
Cari lettori,
l'ho rifatto.
Mi dispiace tantissimo ma ho dovuto! Ho spezzato di colpo il capitolo!! CHIEDO VENIA!! 
Anyway: mi scuso anche per non aver pubblicato ieri, e ho come l'impressione che anche domani sarà dura...Con il ritorno della vita di tutti i giornitorno alla mia routine da studentessa universitaria e mi rimane ben poco tempo....
Un abbraccio grande a tutti! 
Ann

  
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