Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: emylee    08/01/2018    3 recensioni
Harry è il nuovo Professore di Difesa contro le Arti Oscure, in una Hogwarts piena di ragazzini masochisti che non vedono l'ora di essere portati in Infermeria.
Forse perché tutti, ma proprio tutti, sono innamorati di Malfoy. E chi non lo è, d'altronde?
«Beh, lei potrebbe insegnare al Professor Potter alcuni incantesimi di guarigione, così non ci sarebbe bisogno di venire fin qui per un graffio, no? Magari potrebbe farglielo vedere –cioè, voglio dire, mostrargli gli incantesimi, ecco, dopo le lezioni? Magari dopo cena? Nelle sue stanze?»
Ci fu un silenzio surreale dopo quelle parole.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Students' secret (love story)


«Shhh! Arriva, arriva!»

Tutti gli studenti del quinto anno di Hogwarts si zittirono all'istante, e puntarono lo sguardo sulla porta dell'aula che si aprì, rivelando il loro – amato – professore di Difesa contro le Arti Oscure. Ashlynn Finnin, Tassorosso, fu la prima a sospirare innamorata, quando il professore passò tra i banchi e diede un sorriso gentile a chiunque riuscisse a incrociare il suo sguardo.

«Buongiorno, ragazzi. Siete già pronti? Bene. Però...» la voce sicura e tonante del professore, in un attimo, si fece quasi pregante, «non cercate di ammazzarvi, vi prego. Dovete difendervi.»

Gli studenti, quella mattina Tassorosso e Corvonero, annuirono entusiasti e convinti. Il loro professore, però, mancò di vedere gli sguardi che si lanciarono tra di loro e i gesti di combutta che si scambiarono.

Il loro professore era fin troppo buono, Ashlynn ne era consapevole. E ne era consapevole pure Harry Potter, che ormai stava per arrendersi all'inevitabile.

Ormai erano due mesi che era iniziato l'anno scolastico e la sua nuova carriera come professore di Difesa. La lettera della McGrannit – ancora Preside e ancora austera e seria come era sempre stata, come se gli anni, per lei, non fossero affatto passati – era arrivata come una manna dal cielo proprio come quando gli arrivò la sua prima lettera da Hogwarts ad undici anni. Era stato solo grazie a lei se era riuscito a trovare, finalmente, cosa fare nella sua vita dopo aver abbandonato gli Auror.

Solo che... non poteva immaginare fosse così difficile insegnare. Quando andava a scuola lui era stato solo Voldemort – e la maggior parte dei professori di Difesa, comunque – che aveva cercato di ucciderlo, non aveva mai giocato con i suoi compagni di classe a chi rompe prima un braccio a qualcuno vince una gita nell'ala ospedaliera!

Erano quasi due mesi che andava a finire sempre così, ogni sua classe. Uno dei suoi studenti finiva – immancabilmente – in infermeria. Ora iniziava a capire come si si erano sentiti i suoi professori, quando era ancora uno studente di Hogwarts.

Dopo aver dato ordini e consigli, Harry cercò di concentrarsi al massimo per non perdersi neanche un incantesimo lanciato. Non pensava che i suoi studenti lo facessero di proposito, ma nei momenti disperati non poteva fare a meno di non fidarsi.

«Professor Potter! Venga un secondo qui!»

Ashlynn Finnin, dopo aver fatto un occhiolino che erano riusciti a vedere tutti tranne, evidentemente, Harry – troppo occupato a guardare le bacchette piuttosto che le facce dei suoi studenti – lo chiamò a gran voce, agitando persino il braccio all'aria per attirare completamente la sua attenzione.

E fu lì che l'inevitabile che Harry aveva tristemente atteso accadde.

Non riuscì neanche ad avvicinarsi del tutto alla ragazzina e a chiederle cos'era che non andasse, quando un urlo di dolore provenne alle sue spalle, dove due ragazzi di Corvonero – Anterberry e Henderson – non si erano colpiti a vicenda con un incantesimo tagliente che Harry non era riuscito ad ascoltare, ma dati i danni, non poteva essere altro. Lasciò perdere la ragazzina di Tassorosso e si avvicinò ai due ragazzi per esaminarli. Capitava ormai così tante volte al giorno che neanche più entrava nel panico, quando vedeva qualche suo studente iniziare a sanguinare o volare da una parte all'altra dell'aula.

«Io sto bene, professore, è solo un graffio.» disse Herbert Anterberry, non appena fu abbastanza vicino a loro, «Credo che, però, Erwin non possa dire lo stesso. Ho mirato alla spalla! Non ha fatto in tempo a schivarlo!»

«Henderson,» Harry chiamò il ragazzo ancora steso per terra che si teneva la spalla con le lacrime agli occhi, «fammi controllare il danno.»

«Professor Potter, mi porti in Infermeria, la prego!»

Harry sospirò, «Certo che ti porterò in Infermeria, ma vorrei prima fermare il san–»

Henderson, come previsto, lo interruppe, «No! No, mi ci porti ora, la prego!»

Dopo l'ennesimo sospiro – non sapeva bene se esasperato o semplicemente stanco – Harry sollevò il suo studente, pronto ad accompagnarlo nell'ala ospedaliera.

Ovviamente, si raccomandò che tutti i restanti studenti fossero prima sotto il controllo di Gazza – anche lui ancora vivo e vegeto come se gli anni non fossero mai passati – e che avessero le mani lontane dalle loro bacchette.


Le prime due settimane come professore erano andate, a suo modesto parere, alla grande. Gli studenti – persino i Serpeverde – sembravano pendere dalle sue labbra durante le lezioni di teoria, e si sentiva leggermente lusingato e terribilmente imbarazzato dalle studentesse che lo guardavano con gli occhi a forma di cuore, quindi era stato convinto, per un bel po', di aver finalmente trovato il suo posto.

Poi aveva iniziato la pratica.

Era bastato solo che uno o due studenti si ferissero, anche se lievemente, all'inizio, per farla diventare giornaliera.

Ogni volta che erava in Infermeria seguito da uno dei suoi studenti, gli venivano in mente solo tre motivi per cui tutto ciò stava accadendo (proprio a lui).

Primo: i suoi studenti, segretamente, erano dei masochisti.

Secondo: tutti, ma proprio tutti, erano segretamente innamorati del Guaritore che aveva preso il posto di Madama Chips tre anni prima.

Terzo: sempre segretamente, rubavano delle pozioni dall'Infermeria per fare, durante la notte, rave party a base di Pozioni Peperine.

«Potter. Sei in ritardo oggi.»

Con il solo posare lo sguardo sul Guaritore di Hogwarts – niente di meno che Draco Malfoy in persona – Harry non poteva fare a meno di cancellare, nella sua lista mentale, il primo e il terzo motivo e sottolineare violentemente il secondo. D'altronde, chi, in preda agli ormoni adolescenziali, non era in grado di innamorarsi di Draco Malfoy? Draco Malfoy era cresciuto divinamente, ed essere così sexy in una scuola sarebbe dovuto essere proibito. Forse se cercava nel Libro delle Regole di Hogwarts sicuramente avrebbe trovaro una regola a tal proposito.

«Un incantesimo tagliente quasi a fine lezione. Un record, vorrei far notare.» Harry aiutò Henderson a stendersi sul lettino bianco e asettico di sempre e, con un gesto di mani e braccia plateale, lasciò campo libero a Malfoy. Con uno sbuffo e un mezzo sorriso, Malfoy si avvicinò al ragazzo con la bacchetta sguainata e, con appena due tocchi, Henderson fu come nuovo.

«Ragazzino, era solo un graffio, il sangue usciva piuttosto copioso perché, aggiungo stupidamente, stavi premendo sulla ferita.» Malfoy alzò un aritocratico sopracciglio, mezzo divertito e mezzo irritato, poi guardò Harry, «I tuoi studenti stanno diventando sempre meno originali, Potter.»

«M–mi sono solo spaventato!» si affrettò a dire Henderson, mettendosi a sedere sul lettino e muovendo la spalla, per assicurarsi che fosse davvero tutto al suo posto, «Credevo che se avessi lasciato la presa sulla ferita, sarei morto dissanguato!»

«Tu non puoi essere un Corvonero, io ero a conoscenza che i Corvonero non fossero così stupidi!» Malfoy alzò gli occhi al cielo.

Harry, invece, sospirò. Non pensava mai, come aveva già detto, che forse i suoi studenti potessero farsi male consensualmente, ma sono proprio casi come questo a fargli perdere fiducia nell'umanità.

«Beh, lei potrebbe insegnare al Professor Potter alcuni incantesimi di guarigione, così non ci sarebbe bisogno di venire fin qui per un graffio, no? Magari potrebbe farglielo vedere –cioè, voglio dire, mostrargli gli incantesimi, ecco, dopo le lezioni? Magari dopo cena? Nelle sue stanze?»

Ci fu un silenzio surreale dopo quelle parole. Nonostante Harry vorrebbe davvero mostrarsi preoccupato per la salute del ragazzo – non aveva battuto per caso anche la testa e ora era per caso confuso? – ma tutto ciò che invece fece notare, fu: «So tantissimi incantesimi di cura, Henderson, da Auror ero costretto a conoscerli! E volevo usarli con te, ma hai preteso di venire qui in fretta e furia!»

«Oh.»

«Già, oh. Ora va' nella tua prossima classe, per domani voglio un saggio di cinquantacinque parole sull'incantesimo di disarmo.»

«Ma...! Professore...!»

«Henderson, la sua prossima lezione è già iniziata da cinque minuti.»

Quando Henderson, mogio, oltrepassò il portone dell'Infermeria e lasciò solo Harry con Malfoy, quest'ultimo si schiarì la gola e disse: «Ha detto chiaramente che devo fartelo vedere, Potter.»

«Malfoy!» Harry cercò di non arrossire – e di non pensarci –, davvero! «Non è giornata, credimi. Mi sto stancando di fare tutto questo, tutti i giorni.»

Non lo vide, ma probabilmente Malfoy scrollò anche le spalle. Con un gesto della bacchetta, riassettò il lettino disfatto e fece sparire le quasi inesistenti macchie di sangue, «Avranno i loro motivi.»

«Credo siano innamorati di te.»

«Credi?» Malfoy rise. Se Harry avesse riso in quel modo, sarebbe sembrato oltremodo sguaiato, ma Malfoy pure con la testa tirata all'indietro e le mani sullo stomanco, era elegante e attraente. Era illegale. Doveva fare un salto in biblioteca assolutamente. «Ovvio che lo siano. Come si fa a non amarmi?» Già. «Ma se vuoi il mio parere, non penso sia questo il reale motivo.»

«E qual è, allora?»

«E io che ne so?» Nonostante quelle parole, Malfoy aveva un sorrisino di chi la sapeva lunga. Ma Harry, come al solito, lo scambiò per un sorriso canzonatorio di chi lo stava palesemente prendendo in giro. Quindi, con uno sbuffo, alzò i tacchi e cercò di sparire il più presto possibile dall'Infermeria. «Ci vediamo tra qualche ora, Potter.» fu il saluto del Guaritore.


«Niente da fare, Harry.»

Ma Harry non era conosciuto come uno che si arrendeva facilmente. Aveva battuto Voldemort, no? Aveva sbattuto ad Azkaban chiunque avesse anche solo intenzione di prendere il suo posto, durante i suoi anni da Auror, giusto? Cos'era un rifiuto, in confronto a Maghi Oscuri, d'altronde.

«Ma, Preside–»

«Per l'amor di Merlino, Harry, siamo colleghi, adesso. Chiamami Minerva.» La donna non sembrava esasperata, e un sorriso bonario nei tratti seri lo spronò a continuare nel suo intento.

«Sì, giusto. Minerva.» annuì, «Minerva, stanno cercando di ammazzarsi tra loro.»

«Stai esagerando. E la mia risposta non cambia.»

«Non posso continuare così! Se continuo con l'essere il loro professore, continueranno ad essere, che so, distratti, masochisti, innamorati di Malfoy–»

«Cosa c'entra Draco, adesso?»

«C'entra perché sembra che abbiano questa vaga ossessione nei suoi confronti, perché vogliono vederlo ogni fott– santo giorno!» Harry si prese la testa tra le mani, piegandosi sulla comoda poltrona. Si sentiva gli sguardi di tutti i vecchi presidi addosso – due in particolare che preferiva non incontrare, non in quel momento di pura vigliacchieria – quindi non ebbe il coraggio di alzare il viso quando le parole dopo sciovolarono via dalle sue labbra prima che potesse fare qualcosa per fermarle, «Dopo... dopo quello che è successo, Minerva, io non ce la faccio. Non voglio che anche qui... non voglio rischiare di perdere qualcuno anche qui. Qui ad Hogwarts dovrebbero essere al sicuro, no? Qui devono imparare e crescere, e basta. Questo è uno dei motivi per cui ho accettato la cattedra di Difesa, perché loro sono al sicuro. Ma se continuano così... si uccideranno a vicenda, e non posso sopportarlo.»

Minerva non disse nulla dopo quel piccolo sfogo. Harry sapeva che lei sapeva a cosa si stesse riferendo, quindi non c'erano bisogno di spiegazioni. Già solo parlarne così, indirettamente, faceva male – non avrebbe avuto la forza di entrare più nel particolare.

Fu sollevato nel sentire che Minerva non disse nulla a riguardo – ma le parole che ruppero il silenzio non lo soddisfarono comunque, «No, Harry. Non puoi abbandonare la tua cattedra e i tuoi studenti ora che l'anno è iniziato e io non ho tempo a sufficienza per trovare un tuo sostituto.»

«Rimarrei il tempo necessario per trovarne un altro, ovviamente non lascerei gli studenti senza le loro lezioni!»

Minerva sospirò, «Parla prima con loro, Harry. Poi, magari, ne discuteremo ancora se eventi del genere si ripresenteranno, ma al momento cerca solo di mettere in chiaro determinate cose con loro.»

Beh, aveva sempre sospettato che la McGrannit fosse più forte di Voldemort. Si alzò dalla poltroncina, a capo basso per non guardare i dipinti alle parenti, e, sconfitto, salutò la Preside di Hogwarts e si preparò mentalmente ad un nuovo giorno di lezioni per masochisti.


«La botta è stata forte, ma si riprenderà. I Grifondoro sono teste dure, dovresti saperne qualcosa, Potter.»

Harry si limitò a sospirare, ancora, per la millesima volta nell'arco di cinque ore. Quella era già la terza volta che si presentava in Infermeria insieme ad un suo studente malmesso, e stava davvero, davvero, arrivando a non poterne più. Eveline Thomphin non era stata colpita né da un incantesimo, né era stata picchiata, ma a quanto aveva potuto capire dagli interrogatori dei suoi compagni di classe, la sua bacchetta aveva iniziato a sparare folate di vento a caso e ad una di queste, particolarmente forte, era volata fin sul soffitto. La caduta sarebbe stata devastante, se Harry non fosse internevuto subito, ma la testa che aveva sbattuto contro il soffitto non era stata affatto leggera. I danni si erano presentati subito, quando la ragazza aveva iniziato a vomitare sulle scarpe del suo professore preferito.

«Non fare quella faccia, ti ho detto che sta bene.» Malfoy si avvicinò e gli diede due buffetti amichevoli sulla guancia.

Loro due non erano diventati amici, o almeno non si erano mai definiti tali. Da quando aveva iniziato ad insegnare lì ad Hogwarts, però, Malfoy era la persona che vedeva più volte, tutti i giorni, e dopo le prime volte passate a scambiarsi frecciatine di ogni tipo, non avevano potuto fare altro che diventare cordiali tra loro. E da cordiali, erano passati a parole di conforto. E da parole, erano passati a gesti.

Beh, tutto sommato, forse, erano amici. Solo che non parlavano mai fuori dall'Infermeria, neanche durante i pasti, ad esempio.

Harry, in quel momento, desiderò essere suo amico come mai aveva fatto.

E, Merlino!, aveva già detto che Malfoy era troppo sexy per stare lì? I capelli lunghi erano illegali sul suo viso, soprattutto se dati capelli finivano in boccoli. In boccoli!

«Lo so, ho sentito.» Harry spostò il viso, anche se non voleva davvero, «Ma uno di questi giorni non ci sarà una testa dura su quel letto e a quel punto sarà troppo tardi mandarmi via da qui!»

«Mandarti via da qui?» ripeté Malfoy.

«Mandarla via da qui?!» ripeté Tomphin, sedendosi di scatto sul lettino.

Harry sgranò gli occhi, «Ma tu non eri svenuta?»

«Te l'ho detto che stava bene.» Malfoy scrollò le spalle.

La ragazza puntò gli occhioni lucidi su di lui e iniziò a torturarsi l'uniforme scolastica con le dita. «Sto bene! Vede, Professore? Sto benissimo! Perché dovrebbero mandarla via?!»

«Ah, non saprei. Forse perché da quando io sono qui, voi passate la maggior parte del tempo qui in Infermeria, piuttosto che nella mia classe ad imparare come difendervi?»

«Ma non è colpa sua!»

«E di chi, allora?»

«Di nessuno.» Thomphin non abbassò neanche gli occhi, nonostante fosse ben consapevole di star dicendo una bugia bella e buona, «Sono casi. Distrazioni.»

Harry inspirò profondamente e poi – da non crederci – sospirò, «Senti, già mi sento abbastanza preso in giro, qui, quindi puoi evitare di parlare ancora. Domani voglio sulla mia cattedra una relazione sull'incantesimo di protezione.»

«Ma...! Professore...!»

«Thomphin, la tua prossima lezione inizierà tra cinque minuti.»

Quando Thomphin, mogia, oltrepassò il portone dell'Infermeria, Malfoy ruppe il silenzio con: «Ho un déjà-vu

«Simpatico. Sarà successo tre volte solo oggi.»

Non aspettò che Malfoy riordinasse il lettino sfatto come faceva di solito. Ci si sedette lui con un piccolo balzo e si premette gli occhi nel cranio con i palmi delle mani. Voleva un attimo riprendersi, solo un attimo, poi sarebbe andato dalla McGrannit a pregare di esonerarlo dalle prossime infinite lezioni che aveva.

«Potter?» Rispose con un grugnito, «Potter, si può sapere perché reagisci così male? Voglio dire, capisco l'esasperazione, sono piuttosto irritato anche io per tutta questa storia, ma non stanno cercando di ammazzarsi. Non sono in grado di ammazzarsi, sono dei cretinetti che non arrivano alla maggiore età, te ne rendi conto?»

Non trovò subito le parole per rispondergli, ma quel giorno Malfoy si era svegliato paziente dal suo comodissimo letto, quindi non gli diede alcuna fretta. «Quando ero ancora un Auror,» cominciò, con voce poco ferma. Forse non era ancora pronto a parlarne, ma sentiva di doverglielo dire. Non seppe bene perché: Hermione più e più volte gli aveva suggerito di parlarne con qualcuno – lei si riferiva a qualcuno di esperto in materia, qualche Psicomago o cosa simile – ma si era sempre rifiutato. Ora, ne sentiva il bisogno, a quanto pareva. «un mio... sottoposto... si è ferito gravemente durante un'esercitazione. È morto dissanguato perché nessuno si era accorto di lui morente per terra, troppo occupati a difendersi tra loro. Io non c'ero, ma lo conoscevo, mi ci ero... affezionato. Era un ragazzetto distratto che si buttava sempre nella mischia, Grifondoro fino al midollo, e mi stava appiccicato come una piovra durante le missioni. Lo avevo preso sotto la mia ala protettiva, sai. Quel giorno io non c'ero, e sono tutt'ora convinto che se ci fossi stato... mi sarei accorto di lui. Non lo avrei lasciato morire.

Ho lasciato gli Auror perché non... non volevo che mi ricapitasse. Già non sopportavo perdere i miei compagni in combattimento, figurati quando credevo che fossero al sicuro! Evidentemente ho capito troppo tardi che quello era un lavoro che non faceva per me. Hogwarts mi sembrava la scelta perfetta per continuare a fare qualcosa che adoro ma, allo stesso tempo, assicurarmi che nessuno potesse morire nel mentre, ora che nessun pazzo faccia di serpente cerca di prenderne possesso. Evidentemente mi sbagliavo anche su questo.»

Il silenzio che seguì le sue parole fu pesante. La tensione sembrava tagliarsi con un coltello, ma Harry non provò a togliersi da quella situazione, rimanendo seduto sul lettino a capo chino e sentendo lo sguardo penetrante di Malfoy puntato sul collo, tanto che sentì i peli sulla nuca rizzarsi in modo fastidioso.

Quando, in quello stesso punto, sentì però strisciare delle dita lunghe e affusolate, non fece in tempo ad alzare completamente la testa che si ritrovò con la guancia spiaccicata contro la veste da Guaritore di Malfoy.

«...Malfoy?» Malfoy lo stava abbracciando.

Lo sentì sbuffare. Il petto sotto il suo viso si muoveva a ritmo calmo e cadenzato, ma il cuore batteva furioso. Non riuscì a non rimanere incantato a quel suono, «Goditelo. Non ricapiterà mai più.»

«Mai mai più? Da una parte è piuttosto strano, quindi va bene.»

«E dall'altra?»

«Dall'altra...» Harry deglutì, il nodo alla gola che non si era accorto di avere si strinse e si rese conto con orrore di star per scoppiare a piangere, «...è confortante.»

«Bene. Allora goditelo e stai zitto, Potter.»

Harry allora chiuse gli occhi e fece come gli era stato detto.

Se lo godette fino all'ultimo secondo.







Note autrice:

Ops, ci sono di nuovo, chiedo perdono! Ma mi piaceva come stava uscendo fuori questa cosetta, sicché volevo la leggeste.
Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate! E soprattutto, dato che non ho avuto modo di correggerla appieno, sicuro mi sono scappati degli errori, quindi non preoccupate e fatemeli notare senza problemi!
Domani dovrebbe arrivare l'ultima parte ;)
Stay tuned!

Emily.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: emylee