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Autore: lost in books    09/01/2018    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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36
 
Quando Iliana giunse alla fine del suo racconto cadde il silenzio. Nessuna delle persone che l’aveva ascoltata sapeva cosa dire.
Infine fu Sandir a rompere il silenzio “Iliana…non immaginavo che ti stessi tenendo dentro un segreto del genere”
“Non deve essere stato facile trovare la forza di aprirti con noi, ora lo posso capire” disse Sera.
“Grazie per la comprensione ma…” la maga puntò gli occhi su Leon, intento a fissarla “so che ci sono ancora delle cose che volete chiedermi”
“Hai detto che una parte dell’Oscurità è dentro di te” cominciò Leon senza tanti preamboli “e ci hai raccontato di quando è successo, ma hai anche detto prima del tuo racconto che questo è vero solo in parte. Sai di cosa si tratta anche se immagino tu lo abbia scoperto solo di recente”
Il discorso di Leon venne completato da Serena “Che altro c’è?”
Un sorriso furbo affiorò sulle labbra di Iliana “Non solo posso dirvelo ma posso anche mostrarvi che ciò che dico è la verità” sollevò la mano bendata “però per farlo ho bisogno di darvi una dimostrazione pratica”
Così la maga procedette a slegare le bende che coprivano la sua mano fino a rivelare la pelle sottostante. La sua vista fece trasalire Sandir e Sera, che non si sarebbero mai aspettati di vedere la maga ferita in quel modo.
La mano era coperta di ustioni molto gravi e in alcuni punti era completamente annerita. Come riuscisse a muoverla era un mistero.
“Ora” esordì Iliana “ricordate ciò che vi ho detto. Cosa ho fatto esattamente quella notte? Vi ho dato tutti gli elementi per capire”
“Hai raggiunto Artorius e il Gran Maestro” tentò Serena.
“Hai poggiato il Talismano sulla roccia” si intromise Lavi “ma la tua mano era sopra quella di Artorius che era stato trafitto dal bastone” gli occhi della rossa si illuminarono.
“Sei sulla strada giusta” disse Iliana.
“Ma certo” Leon si alzò in piedi “Il bastone oscuro, il Talismano e la roccia da cui stava per liberarsi l’Oscurità. Eravate tutti connessi. Quando hai messo il Talismano al suo posto l’energia che si è sprigionata apparteneva a entrambe le parti”
“Quindi dentro di te non c’è solo una parte dell’Oscurità ma anche dell’energia del Talismano!” disse Sera con voce esultante congiungendo le mani all’altezza del petto “Lo sapevo che Darcel si sbagliava, me lo sentivo”
L’esuberanza della ragazza venne però smorzata dalle parole di Caio.
“Ma allora perché tutti i test che hai svolto su di te e anche quelli di Darcel hanno rivelato solo l’Oscurità? Non avrebbero dovuto rilevare anche l’energia del Talismano?”
Tutti guardarono il maggiore stupiti dalla valida domanda.
“Che c’è? Non posso fare delle brillanti osservazioni anche io?” l’uomo incrociò le braccia offeso mentre i suoi fratelli lo guardarono ammirati.
“Caio ha ragione. Ci manca ancora un tassello affinché tutto il nostro ragionamento abbia un senso” rifletté Sandir, per poi rivolgere lo sguardo su Iliana, in cerca di risposte.
“Caio ha sorprendentemente sollevato una valida questione” disse Iliana, guadagnandosi un’occhiataccia dall’interessato “e ammetto che durante la battaglia, quando ancora non avevo alcuna certezza che la mia ipotesi fosse vera, ho corso un grosso rischio. Se avessi sbagliato, ora sarei nelle prigioni di Anthemis un’altra volta”
Dopo una breve pausa la donna riprese a parlare “La risposta è più semplice di quello che credete. Provate a pensarci. Cosa accomuna ogni creatura di Sol e Umbra?”
“Che sono tutte formate da luce e oscurità in egual misura” rispose Sera.
“Esatto. Se quella notte non avessi preso anche parte dell’energia del Talismano oltre all’Oscurità, e esattamente nella stessa quantità, avrei fatto la stessa fine di…” non riuscì a continuare ma tutti avevano capito “Da un certo punto di vista si può dire che sono stata fortunata”
Iliana abbassò il capo e le sue labbra si incurvarono in un sorriso malinconico “Florian e Akane hanno sempre dubitato dei risultati dei test per quel motivo. Non aveva senso che fossi ancora viva e anche io non sapevo darmi una risposta ma ero troppo presa dalla mia situazione per ragionare con lucidità”
“Ma allora perché non lo hai capito prima?” chiese Serena.
“Tutti in questo mondo possono scegliere se farsi guidare dalla luce o dall’oscurità nel loro animo, far prevalere una sull’altra è una scelta dell’individuo che ha il potenziale per entrambi ed il libero arbitrio per decidere il proprio destino. Io ho lasciato che lo sconforto e la disperazione prendessero il sopravvento su di me e così facendo ho permesso che l’Oscurità fosse l’unica a venire a galla, nascondendo la luce del Talismano. Non riuscivo più ad essere veramente felice, a lasciar spazio a sentimenti positivi, se non per brevi attimi negli ultimi anni”
“Quindi ha a che fare con le emozioni” disse Sera.
Iliana annuì “Mi basta concentrarmi su dei ricordi che mi rendono felice, attingere all’energia del Talismano e…” la mano martoriata cominciò a guarire. Dove un attimo prima c’erano le bruciature la pelle era tornata al suo stato originario; i tessuti anneriti erano passati gradualmente dal rosso ad un rosa scuro fino ad assumere il loro normale e roseo colorito.
“…i danni arrecatimi dal frammento sono solo un ricordo, guariti dalla loro stessa energia”
Nessuno dei presenti sembrava voler staccare gli occhi dalla mano, meravigliati da ciò che avevano visto.
“Aspetta” si riscosse Sandir “se ho capito bene ora sai come attingere al potere dell’Oscurità o del Talismano che possiedi a piacimento, giusto?”
“Già, ma non posso usarli contemporaneamente, solo uno alla volta”
“Direi che sono parecchie informazioni da digerire” parlò improvvisamente Lavi, per poi alzarsi di colpo “vado a farmi una passeggiata” e senza dire altro se ne andò.
“Aspetta, non andartene via per conto tuo!” Caio la inseguì e con lui i suoi fratelli, che salutarono gli altri prima di andarsene.
“È meglio se vado anche io a riposare” disse Serena alzandosi lentamente.
“Ti accompagno” si offrì Sera.
“Vengo anche io” aggiunse Sandir, abbastanza alto da offrire un sostegno alla donna, a differenza di Sera.
E così, nel luogo dove prima erano tutti riuniti, rimasero solo Leon e Iliana.
La maga sospirò “Coraggio, che aspetti? Se hai ancora delle domande sono qui per rispondere”
Leon si avvicinò alla donna, fermandosi a pochi passi da lei prima di parlare “Quello che voglio chiederti non riguarda ciò che ci hai detto prima, ma è una cosa che mi domando da quando sei arrivata all’accampamento della Resistenza per la prima volta”
“E perché non me l’hai chiesto prima?”
“Non eravamo così in confidenza e non pensavo mi avresti risposto visto che non mi vedevi di buon occhio. Inoltre è una cosa che volevo chiederti in privato” fece una pausa, come per scegliere le parole adatte “Quando ti ho portata alla base, il tuo approccio con le altre persone era diffidente, l’unica con cui non hai avuto alcun problema dall’inizio è stata Serena. Le hai addirittura permesso di aiutarti. Perché? Ha a che fare con il fatto che discende dalla famiglia reale di Dahlia di mille anni fa?”
“Non nego che in parte è per quello, ma ti ricordo che quando l’ho conosciuta non sapevo chi fosse. Quando l’ho vista mi ha subito ricordato il re e la regina di Dahlia dei miei tempi. Anche se quando l’ho incontrata, quella particolare antenata di Serena non si sarebbe mai immaginata di diventare regina” un sorriso si aprì sulle labbra di Iliana “È strano, non è la prima volta che incontro discendenti di persone che conoscevo, ma se a volte non mi colpiscono minimamente, altre mi ricordano i loro antenati per un motivo o per l’altro. Si può dire che Serena ha ereditato i valori dei regnanti di mille anni fa: l’animo gentile del re e la forza d’animo della regina. Erano delle brave persone…”
Vedendo l’espressione sempre più malinconica della donna, Leon decise di intervenire “Ti ringrazio per la risposta onesta. Ma non voglio rattristarti ulteriormente”
La donna scosse il capo “No, mi fa bene parlare del mio passato. Ho dei bei ricordi di Dahlia, è ora che smetta di vedere tutto nero”
“Ora è meglio che raggiunga Serena. A dopo” Leon si voltò e si avviò ma la voce di Iliana lo fermò “Anche tu mi ricordi qualcuno. C’era un ragazzo che Artorius stava addestrando personalmente. Non era un cavaliere di drago e nessuno pensava avrebbe mai fatto strada, ma aveva un sogno e la determinazione a non arrendersi qualunque difficoltà sopraggiungesse”
Leon si girò a guardarla “E alla fine è riuscito nel suo intento?”
“Sì, alla fine ha ottenuto anche più di quello che sperava. E tu? Pensi di riuscire a realizzare i tuoi sogni?””
“Spero di essere altrettanto fortunato” detto questo, Leon si allontanò ed era già troppo distante per sentire le parole che la donna gli rivolse.
“Lo spero anch’io”
 
Quando poco più tardi Iliana raggiunse la tenda in cui alloggiava, scoprì che era già occupata da qualcun altro.
Sandir era seduto sul bordo della sua branda, la stava aspettando.
“Sandir. Come mai qui?”
“Perdona l’intrusione ma c’era una cosa che volevo chiederti” il ragazzo cominciò a giocherellare con un oggetto che aveva tra le mani e solo allora la donna si rese conto che si trattava del bracciale che lui aveva preso di nascosto.
Così la donna percorse la breve distanza dall’ingresso alla branda e si sedette accanto a Sandir “Chiedi pure”
“So che è chiedere tanto ma mi piacerebbe sapere a chi apparteneva questo bracciale, in origine intendo”
Iliana si prese del tempo per rispondere “Apparteneva alla migliore amica di Akane, è per questo che l’ho riconosciuto. Lei però lo portava sulla caviglia visto che la sua forma animale era quella di un volatile. Ma come ti ho detto sono passati circa mille anni e non so, con tutto il tempo che è passato, chi ne può essere entrato in possesso nel frattempo”
Sandir continuava a rigirarsi il bracciale tra le mani “Capisco” poi improvvisamente le chiese “Sei stata tu a incantarlo?”
“Non interamente. L’incantesimo per far sì che non si danneggi a causa delle trasformazioni non è opera mia. Quello per preservarlo nel tempo invece sì”
Sandir stava per chiedere alla maga chi fosse l’altro mago autore dell’incantesimo sul bracciale ma poi si accorse della mano da poco guarita stretta a pugno. Chiunque fosse stato non doveva averle lasciato un bel ricordo, così decise di lasciar perdere.
“Lo sai, quando ho rubato il bracciale ho agito d’impulso. Volevo avere un ricordo dei miei genitori a tutti i costi ora che non posso più vederli in carne e ossa”
La donna parve riscuotersi di colpo e prese a guardarlo intensamente negli occhi, mettendolo in imbarazzo.
“Iliana? Perché mi stai fissando?”
“Chiudi gli occhi”
“Perché?”
“Fallo e basta… Fidati di me” fu quando udì la sua richiesta di fiducia che finalmente si convinse a obbedirle.
Sentì una mano della donna toccare il bracciale tra le sue mani e l’altra poggiarsi sulla sua fronte, poi il nulla davanti ai suoi occhi chiusi si tramutò in un campo di fiori.
Ricordava vagamente quel luogo: era stato uno degli ultimi posti in cui aveva trascorso del tempo con i suoi genitori.
E fu proprio in mezzo alla distesa colorata che li vide. I suoi genitori, in compagnia di un se stesso bambino. Ridevano, suo padre stava giocando con lui mentre sua madre stava creando una ghirlanda di fiori che poi gli poggiò sulla testa. Sul polso della donna si trovava il bracciale che ora sapeva trovarsi fra le sue mani.
Il ricordo di quella giornata felice non durò molto. Ben presto la vista davanti ai suoi occhi si fece man mano più scura fino a svanire nel nulla.
Fu solo quando riaprì gli occhi che si rese conto delle lacrime sul suo volto.
“Non so come hai fatto ma grazie” disse il ragazzo asciugandosi le lacrime.
“È lo stesso concetto del recupero di ricordi dalla mente di qualcuno, come ho fatto per ritrovare il punto in cui avevi nascosto il frammento quando ci siamo incontrati. Solo che con un oggetto è un po’ più complicato che con un persona in carne e ossa”
“Solo un po’?”
“E va bene. Parecchio più complicato, o tutti i maghi lo userebbero. Ho messo a punto questo incantesimo a causa della nostalgia per le persone che ho perso. Basta avere un oggetto che era in loro possesso. Nel tuo caso solo tu, e immagino tua zia, avete toccato il bracciale dopo tua madre. I ricordi che dovevo cercare erano recenti; è più difficile con ricordi più vecchi” Iliana lo punzecchiò sulla fronte “Ora, se non ti dispiace, vorrei riposare”
“Oh, certo. E grazie ancora”
Sandir si diresse a passo spedito all’ingresso ma prima di scostare la tenda per uscire si girò “Iliana?”
La donna era ancora seduta sulla branda “Sì?”
“Prima, quando hai detto che non puoi usare l’energia dell’Oscurità e del Talismano contemporaneamente, dicevi sul serio o in realtà puoi farlo?”
Lei non gli rispose, era come se fosse combattuta sulla risposta da dargli. Si fissava le mani.
“Se usassi la loro energia contemporaneamente cosa succederebbe?”
Allora Iliana lo guardò “Sai già la risposta”
 
 
I passi lenti e affaticati di Darcel rimbombavano nei corridoi del castello di Anthemis. Per camminare si aiutava con il bastone oscuro. Visti gli ultimi avvenimenti era meglio non rischiare e portarlo sempre con sé; poteva essere l’unica differenza tra la vita e la morte.
Il castello era presidiato dai soldati nativi di Anthemis rimasti. Alcuni dei loro compagni erano stati catturati dalla Resistenza, altri erano periti in combattimento. Anche i suoi maghi erano rimasti in pochi. Aveva avuto il mondo sulla punta delle dita e ora, in pochi attimi, aveva perso quasi tutto. E proprio quando l’Oscurità era sul punto di liberarsi.
Si fermò davanti alle porte della sala del trono, dove le guardie poste dinanzi gli aprirono il cammino.
Il re si trovava all’interno, intento a guardare il panorama fuori da una finestra. Era una vista inusuale dato che il giovane sovrano preferiva tenere le finestre coperte da pesanti e scure tende.
Vedere Lucien fece crescere in lui nuovamente la rabbia mai del tutto sopita. Anche se il sovrano di Anthemis aveva fallito, nemmeno lui poteva evitare di ammettere che fosse in parte colpa della sua invenzione. Il Gran Maestro oscuro era stato convinto che ciò che aveva ideato per contenere l’energia del frammento all’interno di un corpo fosse perfetto, ma si era sbagliato. E quell’errore gli era costato caro.
Era troppo orgoglioso per lasciar perdere. Quando aveva riportato il re ad Anthemis, si era messo subito all’opera per migliorare e rendere questa volta ottimale la sua creazione, senza alcuna protesta da parte di Lucien. Ora era certo che sarebbe stata in grado di imbrigliare il potere del Talismano intero o la sua forza opposta.
Adesso dovevano però mettere assolutamente le mani su un frammento per riuscire a recuperare ciò che avevano perduto, l’unico problema era come.
No, non doveva scoraggiarsi. Finora avevano sempre trovato un modo per farcela, lo avrebbero trovato anche questa volta. Dovevano farlo o sarebbe stata la fine.
Lucien ancora non dava segno di essersi accorto di lui, o almeno così voleva far credere. Era sempre davanti alla finestra, il suo corpo completamente investito dalla luce del sole alto nel cielo.
Darcel mosse qualche passo incerto verso di lui ma si fermò quando udì un colpo di tosse provenire dal re.
Si accorse, grazie all’occhio rimastogli, che Lucien aveva subito nascosto la mano che aveva usato per coprirsi la bocca.
Era stato veloce ma il mago lo aveva visto. C’era del sangue. Il corpo del sovrano non si era ancora ripreso del tutto.
Finalmente il re si voltò verso di lui.
“Mio signore”
“Darcel, stavo per mandarti a chiamare”
“Era anche mia intenzione parlare con voi” disse il Gran Maestro per poi non riuscire più a mantenere un tono di voce neutrale, la frustrazione era troppa “Non possiamo più aspettare! Abbiamo perso molto ed è solo questione di tempo prima che la Resistenza marci qui se non facciamo niente per impedirglielo”
Il re non disse niente.
La rabbia di Darcel crebbe. La verità era che in quel momento non sapeva neanche lui cosa fare. Aveva sperato in una qualche idea di Lucien. Era per quello che si era recato nella sala del trono, illudendosi.
“Se non c’è niente che possiamo fare allora abbiamo perso” il mago non voleva accettare una cosa del genere, non dopo tutto quello che aveva fatto, quello che aveva passato, ma cosa poteva fare ora nemmeno lui lo sapeva “Cosa ci rimane? Non c’è più niente che possiamo fare…”
Ormai a capo chino lui, che mai avrebbe pensato di cadere così in basso, si stava facendo prendere sempre di più dallo sconforto.
Un’ombra entrò improvvisamente nel suo ridotto campo visivo e d’istinto sollevo la testa.
Lucien era davanti a lui e lo stava guardando. Sembrava quasi che ci fosse della pietà nel suo sguardo, ma non ne era del tutto certo.
Quella sensazione non durò a lungo poiché in un attimo un ghigno si allargò sulle labbra del re “Povero Darcel, pensavi davvero che non avessi un piano per una situazione del genere?”
“Come?” il vecchio mago era rimasto del tutto spiazzato dal cambiamento improvviso.
“Anzi, ti dirò di più. Tutto questo era il mio piano fin dall’inizio”
“Che cosa state dicendo? Non capisco”
“Sapevo che dopo la fuga di Iliana ottenere frammenti sarebbe stato difficile e avevo anche preso in considerazione la possibilità di perdere quello già in nostro possesso.
Ma è stato proprio grazie alla sua fuga se ho potuto velocizzare il corso degli eventi da me pianificato” Lucien lo guardò come se fosse un povero sciocco, ignaro di ciò che lo circondava veramente “Ottenere i frammenti è stato per me sempre e solo un obiettivo secondario. E tutte queste guerre… sì, erano necessarie ma sapevo che sarebbe stato impossibile conquistare il mondo intero usando ciò che avevo a mia disposizione. Mi hai dato dei buoni mezzi ma non ho mai creduto che sarebbero bastati”
Vista l’aria di sufficienza con cui il re si stava rivolgendo a lui, era sempre più difficile per il mago mantenere il controllo ma non voleva cedere.
“Ma allora perché allearti con me?”
“Non ho mai detto che i tuoi servigi siano stati inutili, solo che non mi avrebbero portato a realizzare il mio vero obiettivo”
“Allora cosa sono io per te?”
“Andiamo Darcel, come tu mi hai sempre visto come una pedina da sfruttare a tuo piacimento, io ho fatto lo stesso. Non fare il finto tonto, sei ben consapevole di questo”
La presa del mago sul bastone oscuro si fece più salda. Detestava ammetterlo ma aveva paura.
“Non hai più niente! Cosa credi di poter fare ora! Senza di me non sei niente!” sfidò il re.
Lucien lo guardò senza dire niente e Darcel pensò di essere riuscito a metterlo in difficoltà.
L’uomo si sentiva già più fiducioso quando il re scoppiò in una fragorosa risata, lasciandolo basito.
“Oh, Darcel. Ti sbagli di grosso. Ma visto che ormai siamo quasi giunti alla fine e ho deciso di essere sincero nei tuoi confronti, ti dirò perché ho scelto di collaborare con te” Lucien lo fissò intensamente “Per prima cosa, grazie al tuo aiuto mi è stato possibile causare una disperazione tale nei cuori delle genti che ora l’Oscurità è in procinto di risvegliarsi.
Poi, quando ti sei offerto di occuparti del frammento in mano agli spiriti, non hai fatto altro che rendermi le cose più facili. Vedi, io speravo in un tuo fallimento. Lo stato in cui sei ridotto ora gioca a mio vantaggio.
Per quanto riguarda la nostra ultima battaglia, vincere o perdere era per me indifferente. Ammetto che riprendermi Iliana in quell’occasione sarebbe stato meglio ma presto riuscirò nel mio intento comunque”. A Darcel le parole di Lucien parvero sincere. Era convinto di quello che stava dicendo, che avrebbe ottenuto ciò che voleva.
“Quello che era veramente importante in quel momento era testare la tua ultima invenzione. Se avesse funzionato, tanto meglio. Se avesse fallito, come è successo, sapevo che ti saresti messo subito all’opera per renderla perfetta”
“È per questo che non ti sei opposto quando ho cominciato a lavorarci nonostante tu non fossi in buone condizioni” il mago ormai aveva abbandonato del tutto le formalità.
“Esatto”, Lucien si portò una mano alla spalla dove si trovava la recentemente affinata invenzione del mago “dovevo essere certo che fosse perfetta in vista di ciò che accadrà fra poco”
“Qual è il tuo vero scopo?”
“Non ti è dato saperlo”
“Che cosa hai intenzione di fare ora?” il modo in cui Lucien lo stava guardando era sempre più allarmante.
“Quanta fretta. Lo scoprirai presto. In fondo, sei esattamente ciò che mi serve”
Darcel non poteva più temporeggiare, il re era un pericolo per lui.
Alla velocità massima che il suo corpo gli consentiva, mosse il bastone per trafiggere il suo vecchio alleato ma, con un movimento fulmineo, Lucien bloccò il suo attacco.
“Sei troppo debole e vecchio. Le tue condizioni, la battaglia e il perfezionamento della tua invenzione ti hanno sfiancato, come avevo previsto”
Le parole di Lucien vennero ben presto seguite da una violenta ma breve fitta allo stomaco.
Non poteva fare più niente ormai, il bastone oscuro che lui voleva usare contro il re ora lo stava passando da parte a parte.
“Non sai da quanto tempo volevo farlo” bisbigliò il re al suo orecchio “ma avevo bisogno delle tue capacità, per questo ho sopportato la tua presenza fino ad ora”; poi si allontanò per guardarlo in faccia, l’odio che provava nei suoi confronti non più celato “Hai usato mia madre per intrufolarti a corte, allontanandola ancora di più da mio padre. Hai reso Rafflesia una minaccia per il mio regno, portando mio padre alla morte. Ma soprattutto, quando ero solo un ragazzo, hai ideato un veleno che ha ferito Iliana”
Darcel si sentiva sempre più debole, era sempre più freddo. Dunque era questo che si provava sulla soglia della morte.
“E ora, da pedina sacrificabile quale sei, mi sarai utile per l’ultima volta andando in pasto all’Oscurità. Sei stato tu stesso a dirmi che ormai era questione di attimi. La tua anima nera e disperata per la sconfitta è perfetta per l’occasione”
Nonostante il dolore, Darcel non riuscì a fermare un ghigno compiaciuto. Lucien lo aveva sopraffatto con una facilità allarmante e lui non si era mai reso conto del suo vero intento. Pensava di essere quello che aveva il controllo ma non era mai stato così.
Comunque, anche se per lui era giunta la fine, se ne andava sapendo che avrebbe portato il mondo intero alla disfatta con sé. Una fine degna di lui…
Lucien lasciò cadere il bastone oscuro a terra. Del Gran Maestro oscuro rimanevano soltanto le vesti.
Il re di Anthemis tornò alla finestra, un sorriso compiaciuto sul volto.
Nei giochi di strategia era sempre stato il migliore, erano quelli che lo divertivano di più, specialmente il suo preferito.
La partita che aveva portato avanti negli ultimi anni era finalmente giunta alle battute finali.
“Umbra vince”
In ogni punto del mondo la terra cominciò a tremare.     
 
 
 
 
Salve a tutti, qui lost in books.
Mi scuso per la lunga pausa ma sono stata parecchio occupata nell’ultimo periodo. Spero che  abbiate tutti passato delle buone feste e riposato.
L’Oscurità è sul punto di liberarsi, riuscirà la Resistenza a fermarla in tempo?
Alla prossima!
 
   
 
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