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Autore: heliodor    09/01/2018    4 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il giorno del massacro

Bryce sedeva sul molo osservando il mare, immersa nei suoi pensieri, quando vide una figura familiare avvicinarsi.
Trasalì alla vista di Oren. L'avevano trovata, nonostante gli sforzi che aveva fatto per restare nascosta fino alla partenza.
Per giunta, era stata la guardia del corpo di sua sorella e non aveva nemmeno dei poteri. Possibile che fosse così stupida?
Eppure aveva evitato le zone più frequentate dalle persone che potevano riconoscerla, aveva alloggiato in una locanda in periferia ed era passata per le vie più buie e deserte per raggiungere il porto.
Eppure eccolo lì, in piedi di fronte a lei.
Era stata una stupida a scendere dalla Vento Divino dopo aver sistemato nella cabina il suo bagaglio.
"Vai già via?" le aveva chiesto Arlon vedendola scendere dalla nave.
"Voglio solo dare un'occhiata prima di andarmene" aveva risposto Bryce. Ed era la verità. Non voleva andare via prima di aver dato un'ultima occhiata alla sua città, al castello che la sovrastava, all'immensa mole del tempio del circolo.
Sapeva che non avrebbe mai più rivisto quei luoghi. Elvana aveva ragione. La sua era una missione suicida.
La sua amica doveva averlo capito e nonostante questo si era offerta di seguirla.
Non poteva permetterlo. Doveva lasciarla indietro e affrontare da sola i suoi fantasmi. Almeno la sua morte sarebbe valsa a qualcosa. Forse non aveva la forza di uccidere Malag, ma almeno poteva ferirlo o rallentarlo.
Qquesto avrebbe dato all'alleanza il tempo di organizzarsi e batterlo, in qualche modo.
Invece era arrivato Oren.
Lo aveva sottovalutato, doveva ammetterlo. Forse suo padre non aveva tutti i torti quando lo aveva scelto come guardia del corpo e Mythey aveva fatto un buon lavoro con lui, trasformandolo da rozzo provinciale che era al suo arrivo a palazzo in un ottimo soldato.
"Dì la verità" disse ad alta voce Bryce. "Chi ti ha mandato? Vyncent?"
Oren sussultò. Si schiarì la gola. "Vostra altezza, in verità mi ha mandato vostra sorella."
Bryce odiava quelle formalità. "Avvicinati" disse dopo qualche istante di silenzio.
Oren ubbidì e la raggiunse.
Bryce sedeva con le gambe oltre il bordo della banchina, sospesa a qualche metro dall'acqua grigiastra.
"Ti ha mandato lei?"
"Sì vostra altezza."
Bryce sospirò. "Potresti chiamarmi solo Bryce, per favore? Sai, ormai sono abituata così e mi suona strano che mi chiamino vostra altezza o vostra grazia."
Oren annuì. "Vostra.. Bryce, devo restare qui o vi accompagno al tempio?"
"Non ci andrò a quella dannata cerimonia, nemmeno se mi ci trascini per i capelli."
Oren impallidì.
Bryce rovesciò la testa all'indietro e rise. "Scusa, stavo scherzando."
Oren si rilassò.
"La cerimonia sta iniziando" disse Bryce continuando a fissare il mare. "Tra meno di un'ora le campane suoneranno venti rintocchi e sarà finita."
Oren sospirò e fissò il mare.
Bryce tirò su col naso. "Puoi andare via se ti stai annoiando."
"Avevo l'ordine di trovarvi."
"Mi hai trovata. Sei stato bravo. Ora puoi andare. Torna alla cerimonia o in qualunque altro posto tu voglia andare."
Oren si strinse nelle spalle.
"Ti sto congedando, Oren" disse Bryce rivolgendogli un'occhiata divertita.
"Col vostro permesso."
Bryce scrollò le spalle.
Oren si allontanò con passo lento.
Lei lo seguì per qualche istante, poi tornò a fissare il mare. Guardarlo la rilassava e l'aiutava a calmare i brutti pensieri che faceva.
Vento Divino, pensò. Era un nome davvero adatto alla nave che l'avrebbe portata sul continente vecchio. Come un vento generato dalle stesse divinità, si sarebbe abbattuto su Malag.
Si immaginò ergersi da sola contro l'arcistregone nell'atto di sfidarlo a un duello magico che avrebbe deciso le sorti del mondo.
Lo avrebbe affrontato.
Forse sarebbe morta o forse no, non aveva alcuna importanza. Lo scopo che si era data le avrebbe fatto dimenticare tutta quella sofferenza, ne era certa.
Sospirò, inalando il profumo salmastro del mare.
"Bryce, attenta."
La sua mente impiegò qualche istante a mettere a fuoco quelle parole, ma il suo corpo, addestrato e allenato per anni a reagire d'istinto ai pericoli, era già all'erta.
Ancor prima di capire quale fosse il pericolo e da che parte arrivasse, le sue mani stavano già volteggiando nell'aria disegnando complessi ghirigori. L'energia che scaturiva dai palmi e dalle dita si solidificò nella forma di uno scudo e di un dardo magico.
Con la coda dell'occhio vide balenare qualcosa alla sua destra. Il suo corpo reagì facendola voltare di scatto, lo scudo alzato pronto ad assorbire il colpo.
I dardi magici si infransero sullo scudo, increspando l'aria dove venivano assorbiti e dispersi.
Bryce avvertì la pressione dei proiettili magici nelle braccia e la schiena, ma il suo corpo l'aveva già messa nella posizione giusta per annullare quell'effetto spiacevole.
Sotto la forza di quei colpi una strega inesperta poteva spezzarsi le ossa della schiena.
Per lei era solo un fastidio.
I suoi occhi individuarono l'origine di quei colpi. Una strega e uno stregone in abiti formali, senza i mantelli del loro ordine.
Una parte della sua mente misurò la distanza che li separava e un'altra calcolò quanti dardi e dove avrebbe dovuto piazzarli per ottenere il danno maggiore.
I due nel frattempo si prepararono a un nuovo attacco.
Bryce vide brillare i dardi nelle loro mani, ma sapeva già che cosa fare.
Le sue gambe divennero più forti, i suoi muscoli più tesi. Le bastò desiderarlo perché accadesse. Balzò di lato con un movimento innaturale, più simile a un gatto che un essere umano.
La pioggia di dardi le sfiorò il fianco, infrangendosi sul selciato.
Muovendosi come in una specie di danza, Bryce si portò sul fianco dei due avversari e lasciò partire i suoi dardi.
Due andarono subito a segno, trapassando da parte a parte lo stregone.
La strega fece in tempo a frapporre uno scudo magico tra lei e quell'attacco.
Bryce lanciò sei dardi in rapida successione, poi evocò una lama di energia per mano e si gettò in avanti compiendo un balzo di una decina di metri.
Volteggiò sopra la strega, ancora impegnata a riprendersi dall'attacco precedente e atterrò alle sue spalle.
La strega tentò di voltarsi, ma prima ancora di avere il tempo di girare il bacino e le lame di Bryce l'avevano già trafitta al collo e al petto.
La strega stramazzò al suolo.
Bryce respirò a fondo, calmando i battiti del cuore. Non aveva paura, se non quella di non essere efficiente in quello scontro.
Minimo sforzo, massimo danno, diceva uno dei suoi maestri.
Oren.
Dov'era finito?
Le bastò lanciare una rapida occhiata per individuarlo. Era circondato da due stregoni, la spada stretta tra le mani.
La calò verso uno dei due, staccandogli di netto il raccio che rotolò via. Il sangue zampillò dalla ferita imbrattando l'acciottolato.
L'altro stregone sollevò la mano per colpirlo con un dardo magico.
Bryce reagì balzando in avanti con velocità innaturale. Mentre atterrava a pochi metri dallo stregone si rese conto di non poterlo colpire con sicurezza.
Evocò una lancia magica e balzò ancora in avanti, mulinando l'arma di energia sopra la testa. Con un gesto fluido calò verso il basso colpendo lo stregone alla schiena.
La lama magica penetrò nella carne e lo tagliò in due come se fosse fatto di carta.
Oren sussultò appena a quella vista.
Ha i nervi saldi per uno che non ha mai visto un vero campo di battaglia, pensò Bryce con ammirazione.
Poi ricordò che era stato a Vanoria e Taloras e la sua sorpresa scemò.
"Tutto bene?"
Oren annuì. "Chi sono?"
"Non lo so, ma volevano uccidermi. Agenti di Malag, suppongo."
Un rombo sommesso esplose sopra le loro teste. Qualcosa volò sopra la città, tagliando in due il cielo e si abbatté sul tetto del tempo dell'Unico, facendolo esplodere.
Le teste di tutti i presenti si voltarono in quella direzione.
"Ci stanno attaccando" disse Bryce. "Andiamo al tempio. Di corsa."
Corsero per le strade piene di gente atterrita a incredula. Chi aveva assistito all'attacco stava cercando ancora di riprendersi, ma per il momento invece della paura sui volti di quelle persone regnava solo lo sgomento.
I pochi che si rendevano contro della gravità della situazione stavano iniziando a correre nella direzione opposta a quella di Oren  e Bryce, che dovettero lottare contro il fiume in piena di gente che si riversava dalle stradine laterali alla ricerca di una via di fuga.
Bryce si fece strada tra la folla allontanando con bracciate e fendenti quelli che la ostacolavano. Non voleva ferire nessun innocente, ma la vista del tempio sotto attacco aveva moltiplicato le sue forze.
Qualcosa esplose sopra le loro teste, seguita da una pioggia di detriti e tegole divelte dai tetti.
Con la coda dell'occhio vide Oren cercare di ripararsi con le braccia per non essere colpito. Chi si trovava in strada si dileguò fuggendo nelle viuzze laterali.
Ormai erano in vista del tempio. Era a non più di mezzo miglio dal punto in cui si trovavano e già vedeva le guglie che svettavano verso l'alto, sormontate da un pennacchio di fumo nero che si levava alto nel cielo.
C'era qualcosa di gigantesco che si muoveva davanti al tempio, nella piazza antistante.
Per un attimo quella distrazione non le costò la vita. Qualcosa si era mosso in una via laterale, poco più di un'ombra seguita da una scintilla, ma era stata sufficiente per mettere in allarme i suoi sensi allenati.
"Raggio magico" gridò. Bryce si gettò di lato, evitando un raggio di energia che invece colpì il selciato distruggendo parte della pavimentazione. Le schegge volarono in tutte le direzioni, colpendola alle gambe e alle braccia.
Lei si rialzò con un movimento fluido ed evocò uno scudo magico. Dardi colpirono lo scudo, rimbalzando o venendo assorbiti.
Bryce reagì lanciando i suoi dardi verso un punto della strada poco più avanti. Vide una figura femminile muoversi di lato con agilità soprannaturale, eseguire un balzo e atterrare a una decina di passi di distanza.
La donna indossava un saio di colore nero con ricami dorati. Il viso era pallido e smagrito ed era seminascosto da lunghi capelli bianchi e fluenti.
"Tu devi essere Nimlothien, la strega bianca" disse Bryce fronteggiandola.
La donna esibì un ghigno. "E tu sei Bryce di Valonde. Sapevo che quegli incapaci non ti avrebbero ucciso. L'avevo detto a Rancey ma quello stupido ha insistito tanto... poco male, porterò io a termine il lavoro."
Bryce sollevò lo scudo, come preparandosi allo scontro. "Oren, vai al tempio."
Il ragazzo partì in direzione della collina, sparendo tra i vicoli ora vuoti.
La folla si era dileguata e quelli che erano troppo spaventati o feriti assistevano in silenzio in attesa dello scontro.
Gli occhi di Nimlothien, di un azzurro innaturale, si fissarono nei suoi. "Dicono che sei molto abile."
Bryce non aveva voglia di chiacchierare. Il suo unico pensiero era rivolto al tempio, dove si stava svolgendo la battaglia vera e propria. "Vuoi comattere o chiacchierare?" disse con una punta di nervosismo nella voce.
Nimlothien ghignò. "Sei in pensiero per qualcuno in particolare, strega dorata?"
Odiava quel nomignolo e udirlo la face innervosire ancora di più. Evocò due lame di energia, una per mano e le roteò nell'aria. "Ne ho abbastanza" gridò lanciandosi in avanti.
Balzò verso Nimlothien, ma la strega bianca scartò di lato ed evitò l'affondo.
Con la coda del'occhio Bryce vide brillare qualcosa tra le sua mani. Dissolse le lame di energia ed evocò la scudo magico.
Un attimo dopo il mondo attorno a lei esplose. La casa alle sue spalle si dissolse sotto l'enorme pressione dell'energia liberata dalla palla di fuoco e tutto quello che si trovava nel raggio di una decina di metri venne incenerito.
Bryce cercò di vedere attraverso la nuvola di fumo e detriti che si era alzata, ma non vide altro che ombre incerte che si muovevano.
Una di esse le venne incontro.
Dalla nube emerse la strega bianca, una spada sollevata sopra la testa e pronta a colpirla.
Bryce evocò una lama di energia e si gettò contro di lei, evitò l'affondo con un rapido movimento di lato e la colpì con un fendente all'addome, trapassandola di netto.
La strega proseguì per qualche metro e poi si dissolse nell'aria.
Bryce si accigliò. Aveva colpito un'illusione?
Un'altra ombra emerse dalla nuvola di detriti gettandosi contro di lei, anche stavolta armata di una spada.
Bryce l'evitò e la colpì al collo. Le avrebbe staccato la testa di netto, se fosse stata reale.
Invece la figura proseguì per qualche metro e si dissolse.
Cominciava a sentirsi seccata. "È tutto qui quello che sai fare? Trucchi da illusionista?"
Tre copie della strega bianca si gettarono contro di lei da direzioni diverse.
Bryce danzò tra di loro trapassandole con la lancia magica in rapida successione. Le tre figure sparirono dissolvendosi nell'aria.
La nuvola di detriti si stava posando e ora riusciva a vedere di nuovo la strada.
Venti copie di Nimlothien avevano formato un cerchio al centro del quale si trovava Bryce. Tutte brandivano una spada.
Bryce rilassò i muscoli e respirò a fondo. "Lo sai che non servirà a niente. Nessuna copia è perfetta e io capirò chi è la vera strega bianca."
"Le mie copie sono perfette" disse una Nimlothien.
Bryce lanciò un dardo contro la figura che aveva parlato, colpendola al petto. Stava per dire che le copie non potevano parlare e che aveva commesso un errore da principiante, quando vide la figura tremolare e poi dissolversi nell'aria.
Un'altra Nimlothien rise. "Visto? Cme ti dicevo, le mie copie sono perfette, indistinguibili dall'originale. È il mio dono speciale, strega dorata. Sappi che non uso mai più di cinque o sei illusioni per volta, ma per te ho deciso di fare un'eccezione, vista la fama che ti circonda. Scommetto che non riuscirai a colpirne più di dieci prima che io ti trafigga."
Bryce sentì la rabbia montare dentro di lei. "Lo trovi divertente? Se sei così abile perché non mi uccidi e basta senza darmi tante spiegazioni?" doveva guadagnare tempo e Nimlothien sembrava ansiosa di parlare. Forse poteva sfruttare a suo vantaggio quella debolezza.
"Divertente?" fece Nimlothien. "Affatto. Lo trovo triste. Una come te, con le tue abilità, ci sarebbe molto utile."
"Ora vuoi prendermi in giro?"
"Niente affatto. Lord Malag sarebbe entusiasta di accoglierti tra di noi. Lui ti considera una vittima della stregoneria."
"Il tuo padrone è pazzo."
"Lord Malag non è il mio padrone."
"Ma tu lo servi."
"Solo perché ho scelto di farlo" disse la strega bianca con orgoglio.
"E se ti fossi rifiutata?"
"Come potrei farlo? Lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata."
Bryce si accigliò. "È stata una fatica inutile, visto che oggi morirai."
"Tutti dobbiamo morire, strega dorata" disse Nimlothien esibando un largo sorriso. "È il modo in cui lo facciamo che ci nobilita."
"Morirai combattendo per un criminale" disse Bryce con disprezzo. "Che c'è di nobile in tutto questo?"
"E tu, invece? Vuoi sacrificarti per gente che ti sta usando, che non ti ha mai dato la possibilità di scegliere."
"Taci." Bryce era stanca di sentirla e non stava facendo progressi. Le copie sembravano davvero tutte uguali.
"Come vuoi." Le copie della strega bianca si gettarono in avanti.
Bryce roteò le lame di energia, pronta a fronteggiare l'attacco. Scelse una figura a caso e vi si gettò contro. La passò da parte a parte, facendola dissolvere.
Con la coda dell'occhio vide una seconda figura menarle un fedente, roteò sul bacino e intercettò il colpo, che superò la sua difesa e la traisse al braccio.
Per un attimo pensò con orrore che glielo avrebbe staccato di netto, ma l'illusione l'atraversò senza fare alcun danno.
Bryce balzò di lato, tirando fendenti alla cieca per sfuggire all'accerchiamento, ma non vedeva una via di fuga da quell'attacco coordinato.
Ogni tanto colpiva una figura, dissolvendola e la volta dopo era lei a venire colpita. Al collo, all'addome, alla spalla.
L'attacco era continuo, senza sosta. Le copie non provavano stanchezza o dolore ed erano agili quanto lei. Se si spostava la seguivano, se cercava di rompere l'accerchiamento si facevano da parte e poi tornavano all'attacco.
In beve cominciò a perdere le forze per la fatica e la tensione enorme che stava provando. In qualsiasi momento poteva arrivare il fendente che l'avrebbe uccisa.
"Sento che stai per cedere" disse una copia.
"I tuoi movimenti sono più lenti" disse un'altra.
"E anche i tuoi riflessi."
"Prima o poi cederai."
"Combattere è inutile."
"Stai zitta" gridò Bryce mulinando le spade in tutte le direzioni in un tentativo disperato di colpire la Nimlothien autentica.
La strega bianca rise mentre la sue figura si dissolveva nell'aria.
"Dove sei?"
"Qui."
Bryce avvertì una presenza alle sue spalle. Cercò di voltarsi, ma prima di riuscirci sentì un dolore intenso al braccio destro.
Riconobbe subito il morso del metallo sulla carne.
Nimlothien ritrasse la spada un attimo prima che lei si voltasse per fronteggiarla.
Quando ci riuscì Bryce si ritrovò di fronte tre figure identiche che sembravano danzare attorno a lei.
Il braccio le doleva da morire mentre con l'altro teneva a bada le copie che l'avevano accerchiata di nuovo.
"Il prossimo affondo sarà l'ultimo" disse Nimlothien.
Rifletti bryce, rifletti, si disse. Ignorò le parole di Nimlothien, represse la rabbia e il risentimento.
Mi hanno usata.
Non ho mai avuto scelta.
Allontanò quei pensieri che la distraevano, gli occhi che vagavano da una figura all'altra e ogni volta incontrava lo sguardo irridente della strega bianca.
Sono identiche, ma attaccano con uno schema, si disse. Devo solo trovarlo. Nimlothien non vuoe solo uccidermi. Mi vuole umiliare. Non attaccherà finché non sarà sicura di potermi colpire senza essere colpita a sua volta. Aspetterà che io le conceda un vantaggio. Aspetterà un mio errore. Le darà più soddisfazione.
Bryce si fermò, il braccio buono teso in avanti, quindi scelse una delle figure e si gettò in avanti mulinando la lancia di energia.
Scagliò il fendente con tutta la forza che aveva. "Sei tu quella vera" gridò mentre calava il colpo mortale.
Sul viso di Nimlothien vide la sorpresa mentre la lama la passava da parte a parte.
E poi la figura si dissolse e Bryce si ritrovò sbilanciata in avanti, le spalle rivolte alle copie della strega bianca.
Sentì alle sue spalle di nuovo la stessa presenza di prima, ma stavolta era preparata. Con un movimento improvviso della caviglia ruotò su se stessa e sollevò la lama di energia, in una posizione che l'avrebbe sbilanciata ancora di più. Se si era sbagliata, se aveva commesso un altro errore, il suo avversario ne avrebbe approfittato per finirla mentre era del tutto indifesa.
Colpì alla cieca, senza sapere chi o cosa si trovasse alle sue spalle.
I suoi occhi incontrarono quelli di Nimlothien. Stavolta nel suo sguardo colse una genuina espressione di sorpresa mentre la lama di energia le penetrava nell'addome e sbucava dalla schiena.
La spada le scivolò di mano e le copie si dissolsero mentre la strega bianca si inginocchiava tenendosi l'addome dal quale sgorgava copioso il sangue.
Bryce cadde sulla spalla ferita e urlò per il dolore improvviso. I suoi occhi incrociarono quelli vitrei di Nimlothien mentre la strega si accasciava al suolo.
Bryce si concesse solo qualche attimo di risposo, poi si alzò e corse verso il tempio.
 
La prima cosa che sentì fu il lezzo di carne bruciata e l'odore metallico del sangue. Corpi dilaniati da artigli giganteschi giacevano tra le macerie del tempio. Le panche di legno massiccio erano state divelte e scagliate in tutte le direzioni, le colonne di marmo spesso diversi metri giacevano spezzate dall'enorme forza che le aveva colpite.
Due creature enormi giacevano al centro della navata e altre due combattevano in un angolo, accerchiate da stregoni e soldati che le bersagliavano con palle di fuoco e dardi magici. Tra di essi scorse su padre, ma lo ignorò.
Il suo sguardo corse all'altare in cima alla scalinata. Alla sua base vide Vyncent ed ebbe un tuffo al cuore.
Resistette alla tentazione di gettarsi su di lui per abbracciarlo e baciarlo.
È vivo, pensò. È vivo.
E per un attimo quel pensiero cancellò tutti gli altri.
Tranne uno.
Vyncent la vide a sua volta e lei non poté fare altro che andargli incontro. "Dov'è Joyce?"
Vyncent si voltò verso l'altare e quando si rivolse di nuovo  a lei era sgomento. "Era qui un attimo fa" disse.
Bryce guardò dietro l'altare, notando la porta spalancata che portava alle sale interne del Tempio.
Senza pensare oltre si gettò di corsa verso la porta, superandola con un balzo.
"Aspetta"sentì dire a Vyncent, ma lo ignorò.
Corse disperata tra i corridoi di pietra, sperando che non fosse troppo tardi.
Udì l'eco di due dardi riverberarsi sulle pareti di pietra e seppe dove andare. Corse a perdifiato in quella direzione.
"...Salvarlo."
Era la voce di Joyce.
Sbucò nella sala, evitando i detriti dell'arco all'ingresso che doveva essere crollato poco prima.
Al centro della sala, Rancey teneva per un braccio Joyce e la stava spingendo verso un portale.
"Rancey" gridò Bryce. Da quella distanza non poteva usare un dardo senza rischiare di colpire anche sua sorella.
Doveva raggiungerlo e strappargliela di mano.
"Troppo tardi" disse Rancey prima di gettare Joyce verso il portale.
Bryce vide con orrore Joyce che spariva nel vortice di energia.
Rancey fece per seguirla ma Bryce evocò una palla di fuoco e la lanciò verso di lui.
Lo stregone balzò di lato, ma venne lo stesso investito dall'esplosione.
Solo allora Bryce si rese conto di aver usato troppo foga in quell'attacco. La palla di fuoco doveva aver interagito con l'energia del portale, che iniziò a pulsare e ingrandirsi a vista d'occhio.
Rancey, disteso al suolo, si rialzò con un balzo. "Visto che hai combinato? Hai ucciso tua sorella, stupida."
Bryce stava per rispondergli che avrebbe ucciso lui, quando il portale esplose e un'onda di energia la investì, proiettandola contro il muro alle sue spalle.
L'impatto le tolse il fiato e la fece svenire.
Quando rinvenne, Vyncent era accanto a lei e non era solo.
C'erano altre persone nella sala. Alcune stavano spostando delle rocce e parlavano tra di loro, ma Bryce non riusciva a mettere a fuoco quello che dicevano.
"Non muoverti" disse Vyncent.
Bryce cercò di sollevarsi ma ricadde sbattendo la schiena contro il muro.
Al centro della sala c'era un enorme foro dal quale salivano spire di fumo grigio. Era tutto ciò che restava del portale. E di sua sorella.
"L'ho persa" disse con le lacrime agli occhi. "L'ho persa ed è solo colpa mia."

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