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Autore: katyjolinar    11/01/2018    1 recensioni
Nella scienza l'effetto farfalla si riscontra quando, tentando di riprodurre un esperimento, si cambia un particolare apparentemente insignificante, e alla fine si ottiene uno stravolgimento inaspettato.
Noi conosciamo la storia dei nostri eroi. Ma cosa succederebbe se un particolare apparentemente insignificante cambiasse?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup non era pronto.
E non era così che avrebbe dovuto andare.
Fece un respiro profondo, afferrando la torcia che gli porgeva Skarakkio, quindi camminò verso la pira funeraria a forma di nave che era stata costruita per i venti morti di quella tragedia.
La osservò; l'intero villaggio aveva lavorato senza sosta per poter dare una degna sepoltura ai loro cari, ma non potevano sacrificare una nave perchè le loro anime potessero raggiungere il Valhalla, per questo il capotribù aveva proposto di creare una grande pira funeraria che ne ricordasse la forma, dopo essersi consultato con Gothi.
In quel modo avrebbero potuto tutti quanti riposare in pace, non solo suo padre,il precedente capo villaggio, ma anche gli altri, amici, parenti o semplici conoscenti, tutti meritavano di cenare al tavolo delle Valkirie.
L'intero villaggio, draghi compresi, era raccolto alla base della collina appena fuori dal centro abitato, nel luogo che era stato predisposto per il funerale, il quale si sarebbe tenuto appena dopo il tramonto. Nel silenzio raccolto, ogni persona ascoltava la preghiera intonata dalla squillante voce del vecchio fabbro, amico d'infanzia di una delle vittime, mentre il capotribù si apprestava ad accendere il fuoco che avrebbe liberato le anime dei loro cari.
Una volta compiuto quell'atto, il giovane uomo tornò al suo posto, in prima fila insieme ai suoi amici più cari.
Astrid teneva la testa bassa, e una mano era poggiata sulla testa del fratello, cercando di rassicurarlo mentre il piccolo era scosso da singhiozzi che non riusciva a calmare da quando, due giorni prima, tornati a casa avevano scoperto che la tragedia aveva colpito anche la loro famiglia, lasciando i due fratelli Hofferson da soli ad affrontare il mondo.
Hiccup non disse nulla, limitandosi ad abbracciare la compagna, mentre il fuoco illuminava a giorno la radura piena di persone, lasciando andare le anime perdute.
Dagur si avvicinò, poggiando una mano sulla spalla del vecchio nemico. Lui e la sorella erano rimasti a Berk, temporaneamente, per aiutarli nei preparativi e sostenerlo come meglio potevano.
"...Mi invitano a prendere posto in mezzo a loro nella sala del Valhalla..." sussurrò, ripetendo le parole del cerimoniere, insieme al resto dei presenti "dove l'impavido può vivere per sempre... fratello, mi dispiace..."
Il castano non disse nulla e strinse Astrid, lasciando che lei nascondesse il volto sul suo petto, mentre Billy si allontanò di un passo, fissandoli ancora in lacrime, e poi corse via, verso l'altro lato del villaggio.
La bionda si separò dal compagno non appena il bambino si allontanò da lei, e fece per seguirlo, ma Heather la fermò.
"Lascialo andare." disse "È solo un bambino, ha bisogno di elaborare il lutto. Lo andrai a prendere più tardi."
La giovane stava per replicare, ma il compagno la fermò, facendo un segno al capo delle guardie, che annuì e si allontanò, seguendo Billy.
La cerimonia continuò senza altri intoppi, concludendosi quando il fuoco si estinse, lasciando solo cenere dove prima c'era la pira funeraria, ceneri che furono raccolte e sparse nel mare dal cerimoniere e altri uomini fidati.
Hiccup accompagnò Astrid a casa, insieme ai due reggenti dell'Isola dei Grandi Guerrieri. La fece sedere al tavolo e le versò un bicchiere d'acqua.
"Billy..." sussurrò la ragazza, alzandosi di nuovo, agitata "Devo andare a cercare mio fratello, chissà dove si è cacciato..."
"Ho mandato Worff a tenerlo d'occhio." riferì il giovane "Non devi preoccuparti, è al sicuro."
Ma lei sembrava preoccupata, e la si poteva capire: quel bambino era l'unico rimasto della sua famiglia, non voleva che gli succedesse qualcosa di brutto.
"Vai pure, fratello." suggerì il rosso "Restiamo noi con lei, mentre tu cerchi il ragazzino."
Hiccup annuì e baciò la fronte della compagna, prima di tornare in strada per andare a prendere il bambino.
Lo aveva visto correre verso il bosco, in direzione della baia dove aveva conosciuto Sdentato, per cui non fu difficile seguirne le tracce; e infatti, a pochi metri dal sentiero tra le rocce che portava nel fiordo incontrò il capo della Guardia.
"È lì sotto da un po'." riferì Worff, indicando l'ingresso del sentiero "Non ha ancora smesso di piangere."
"Grazie." lo congedò il capotribù "Ora me ne occupo io, tu torna pure dal tuo compagno."
Detto ciò scese nella baia e raggiunse Billy, seduto vicino alla parete di roccia, con le ginocchia al petto e la fronte poggiata sulle cosce.
"Ehi..." lo chiamò il giovane uomo, sedendosi accanto a lui "Tua sorella è preoccupata."
"Io non... non ci riesco..." singhiozzò il piccolo, alzando la testa e asciugandosi le lacrime con il dorso della mano "Papà dice sempre che i maschi non devono piangere, ma io..."
"A volte fa bene piangere. Aiuta a superare le cose brutte che succedono." ammise il castano "Ed è giusto che tu lo faccia, perchè hai perso i tuoi genitori; anche io ho pianto per la morte di mio padre."
"T... tu però non hai più pianto dopo..." obiettò Billy "Io... io non ci riesco..."
"Ognuno ha i suoi tempi." continuò l'altro "Tua sorella è una delle persone più forti che conosco, eppure anche lei non riesce a smettere di piangere la perdita dei vostri genitori."
Il biondino annuì, fissando l'acqua cristallina del fiordo, e fece dei respiri profondi per provare a calmarsi.
"Papà era arrabbiato con te." riferì "Diceva che lo avevi truffato..."
"È perchè ho preso una decisione riguardante Astrid che a lui non è piaciuta." ammise Hiccup.
"Ma tu sei il capo, e vuoi bene a mia sorella." obiettò il piccolo "Se a lei andava bene che tu prendessi quella decisione lui non doveva arrabbiarsi!"
Il capotribù sospirò. Quel bambino, nonostante i suoi quattro anni, faceva dei ragionamenti molto maturi, eguagliando, se non superando, quelli di un adulto. Era una bella dote, ma se non si era preparati poteva spiazzare.
"Vedi, Billy... ci sono delle decisioni, soprattutto riguardanti le ragazze, per cui è segno almeno di buona educazione chiedere il permesso al padre, o al parente maschio più vicino." spiegò.
"Su che cosa?" insistette l'altro, interessato.
"Beh... ad esempio... se io volessi sposare tua sorella dovrei chiedere il permesso al suo parente maschio più vicino, tipo il padre o un fratello, nel caso in cui il primo non fosse più in vita."
Billy ascoltò attento e alla fine si alzò in piedi, afferrò Hiccup per il colletto e lo guardò negli occhi, serio, puntandogli il dito contro.
"Tu a mia sorella la devi sposare!" esclamò "E dovete fare anche tanti bambini! Io non ti dò il permesso: te lo ordino, chiaro?"
Il castano sorrise; almeno era riuscito a distrarlo dai brutti pensieri. Gli scompigliò i capelli e si alzò in piedi, pensieroso.
"Lo faremo, te lo prometto." rispose "Solo non subito. Prima dobbiamo mettere a posto delle cose, ma quando saremo pronti le chiederò di sposarmi. Ora torniamo a casa, così Astrid non si preoccupa."
Detto ciò lo prese per mano e lo riportò al villaggio, dalla sorella maggiore, che subito abbracciò il bambino, sgridandolo, perchè preoccupata per il fatto che si fosse allontanato senza permesso.
Dagur e Heather osservarono la scena, affiancando il padrone di casa.
"Non credevo che avrei mai visto la biondina in questa prospettiva, fratello." commentò il capo dei Grandi Guerrieri "Ma la capisco: preoccuparsi dei fratelli più piccoli è compito di noi fratelli maggiori."
"Sono rimasti soli." ammise Hiccup "È normale che si preoccupino l'una dell'altro.
"Non sono soli." si intromise la mora "Ci sei tu che puoi occuparti di loro, non devono fare tutto da soli, come è successo a me."
Il giovane annuì, osservando i due Hoffeeson. Aveva ragione: avevano tutti e tre perso i loro cari, e ora era giunto il momento di prendersi cura gli uni degli altri, confidando solo nelle proprie capacità.
   
 
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