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Autore: AkaneYuki7    12/01/2018    0 recensioni
Potrebbero mai le leggende occidentali intrecciarsi in maniera indissolubile con quelle orientali?
Tre ragazzi, tre vite opposte, tre storie diverse, ma tutte accomunate da un' unica fine: la morte.
Ma la morte è davvero la fine di tutto?
Cosa accadrebbe se il destino di questi tre ragazzi fosse già stato deciso in una notte di luna piena?
Esso li porterà in un paesino, all'apparenza tranquillo e noioso, ma che costringerà i tre a fare i conti con il loro passato mai dimenticato o accantonato.
Non vi dirò cosa significa il titolo, lo scoprirete leggendo.
Avvertenza:
Presenza di violenze, ogni carattere e comportamento dei personaggi è completamente inventato da me, non sono simili alla realtà.
Dei personaggi lascerò inalterato solo l'aspetto e i nomi
(Storia presente anche su Wattpad)
Vkook/Taekook - coppia principale
Yoonmin/Namjin - coppie secondarie
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Capitolo un po' più lungo del solito, ma mi dispiaceva avervi fatto aspettare così tanto.
Buona lettura 

 

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Il sole del mattino era sorto da qualche ora, la primavera era alle porte, le gocce di rugiada bagnavano delicatamente i fili d'erba e gli animali più coraggiosi uscivano dalle loro tane, salutando il vento, ancora freddo, che increspava leggero le acque del ruscello.

Jin era appena uscito dalla foresta e dopo un pasto più o meno sostanzioso, si godeva una passeggiata mattutina, camminando lungo le rive del fiume. 

Si stava muovendo in direzione del grande ponte, l'unico collegamento che c'era tra la città e la foresta.

In realtà avrebbe potuto benissimo scavalcare il fiume con un salto, visto che a breve avrebbe dovuto preparare la colazione a Taehyung, ma preferì godersi quella piacevole passeggiata.

Sapeva che l'umano, si sentiva ancora a disagio e non era riuscito ad ambientarsi bene nella loro casa, soprattutto per colpa di Yoongi, perciò aveva deciso di mettere in pratica le sue doti da cuoco provetto, per migliorargli almeno un po' il suo soggiorno in quella casa.

Ovviamente neanche lui si fidava del tutto dell'umano.
Non era così ingenuo, ma almeno Jin aveva il buon senso di capire che il ragazzo, sarebbe stato troppo spaventato da perdere le persone a lui più care, dal rivelare il loro segreto a qualcuno.

Era quasi arrivato al ponte, già lo vedeva da lontano, grazie alla sua vista molto più sviluppata di un umano. Insieme ad esso, però, vide avvicinarsi una persona, mentre portava a passeggio un animale, probabilmente un cane.

La scena era abbastanza esilarante, il padrone tentava di trattenere il cane con un guinzaglio, ma l'animale non sembrava prestargli la minima attenzione e correva dovunque voleva.

Sembrava più il cane che portava a passeggio il padrone non il contrario.

Quando però l'animale adocchiò Jin, si staccò dalla presa del padrone e gli corse incontro fino a fermarsi a pochi centimetri di distanza dal vampiro.

Lo guardò attentamente e poi iniziò a ringhiare ed abbaiare senza un apparente motivo.

Il padrone si avvicinò a loro correndo e cercò di far calmare il suo animale.

< Scusami davvero, non è mai stato così agitato con gli estranei, di solito si comporta così solo con me >

Pronunciò il ragazzo senza guardare Jin, troppo impegnato ad accarezzare l'animale.

< Non ti preoccupare non sono mai stato simpatico agli animali > rispose il vampiro con un pizzico di riso.

Gli animali, al contrario degli umani, seguivano i loro impulsi e le loro sensazioni.

E in quel momento l'istinto diceva all'animale che Jin era un immenso e orribile pericolo e perciò doveva proteggere il suo ingenuo padrone.

Il ragazzo umano, sentendo quella voce, alzò di scatto la testa e guardò fisso il vampiro, riconoscendolo all'istante.

< Ma tu sei il ragazzo dell'altro giorno al bar >

< Sì e tu sei il barista > esclamò Jin sorridendo.

< Chiamami semplicemente Namjoon > rispose il ragazzo dai capelli castani, felice di aver rivisto quella persona.

Jin si bloccò di colpo e rischiò, che il suo sorriso da copertura, si incrinasse, facendo mostrare così le sue vere emozioni.

Velocemente sbatté le palpebre per togliere quella strana sensazione che aveva provato sentendo quel nome così famigliare.

Si accorse che il ragazzo stava aspettando una risposta così si presento anche lui.

< Molto piacere, io sono Jin... Mi sono trasferito da poco con i miei fratelli più piccoli >

< Ecco perché non ti ho mai visto da queste parti... Siete solo voi? Deve essere dura prendersi cura da solo di due persone. E i vostri genitori? > chiese Namjoon, mentre cercava di trattenere il suo cane, che non la smetteva di ringhiare.

"Decisamente troppe domande, perché tutti in questa città sono così impiccioni?" si chiese Jin, alzando gli occhi al cielo.

< Beh vedi, i nostri genitori sono morti, quando i miei fratelli erano molto piccoli, in un incidente d'auto e quindi ormai è da molto tempo che mi prendo cura di loro, così tanto che mi sono abituato > disse Jin, mostrando una delle espressioni più ferite che riuscì fare.

Non era la prima persona a cui rifilava la triste storiella dei genitori morti, ormai sapeva la parte alla perfezioni.

< Oh mi dispiace, non volevo farti ricordare questa triste storia, perdonami per essere stato così invadente >

Vedendo il volto di Namjoon così pentito, quasi a Jin gli  dispiacque di avergli detto quella bugia.

< Tranquillo ormai è passato, siamo andati avanti con le nostre vite. Tu invece vivi con i tuoi? > 

Jin non aveva tutta questa voglia di conversare, ma gli sembrava scortese non mostrarsi un minimo interessato alla sua storia.

< No, quando a diciotto anni dissi ai miei che volevo diventare un barman, loro mi hanno guardato sconvolti, non pensando neanche lontanamente che quello fosse un lavoro dignitoso, quindi provarono a iscrivermi all'Università, visto che ho sempre avuto degli ottimi voti. Io però non glielo perdonai e me ne andai di casa. Girai un po' per il paese, fino a ritrovarmi in questa cittadina sperduta. Ovviamente non penso di trasferirmi qui stabilmente, ma voglio guadagnare abbastanza soldi per aprire un locale tutto mio a Busan >

Jin non era davvero interessato a sentire la sua storia e neanche come, in un periodo di ribellione adolescenziale, il ragazzo davanti a lui avesse sprecato l'opportunità di trovare un buon lavoro e costruirsi una famiglia.

L'umano aveva avuto una possibilità di scelta che purtroppo a Jin non era stata concessa, per questo iniziò ad essere infastidito dal ragazzo davanti a lui e soprattutto dal cane, che non la smetteva un attimo di abbaiare.

Così, spazientito, si  inginocchiò a livello dell'animale e lo guardò per qualche secondo dritto negli occhi. Poi dalla sua bocca fece uscire un ringhio così basso e minaccioso, che solo il cane, con il suo finissimo udito, poté sentire.

L'animale subito abbassò le orecchie spaventato e con la coda tra le gambe si nascose dietro il suo padrone, troppo terrorizzato dall'emettere anche solo un misero suono.

"Ah finalmente" pensò Jin soddisfatto dal silenzio ottenuto.

< Non so come hai fatto, ma ti devo fare i miei complimenti, non è mai stato così silenzioso > borbottò Namjoon, mentre guardava il suo cane sorpreso.

Jin si alzò e guardò il ragazzo davanti a sé.

< Scusami è ora che io vada, si sta facendo tardi e devo preparare ancora la colazione ai miei fratelli, buona giornata > 

Il vampiro si allontanò da quell'umano e riprese la sua passeggiata.

< Tornerai al bar? Devi assolutamente assaggiare la nuova torta che il nostro cuoco ha preparato > disse Namjoon, prima che Jin si allontanasse troppo.

Il castano si voltò e gli sorrise educatamente.

< Certo non vedo l'ora di assaggiarla > esclamò Jin, cercando nel contempo di non sembrare troppo sarcastico.

Quando Namjoon vide il ragazzo allontanarsi, fece scomparire velocemente l'espressione sorridente che aveva sul viso.

"Non hai neanche il coraggio di pronunciare il tuo vero nome Kim SeokJin" pensò lui, allontanandosi dalla parte opposta e trascinando con sé il suo cane.










 

Taehyung si rese conto di essere in un cortile, a pochi metri di distanza da un tempio, molto simile a uno buddista, circondato da una folta foresta rigogliosa.

Non era mai stato molto religioso, quindi non sapeva veramente come classificare quel grande edificio di legno, che si stagliava minaccioso di fronte a lui.

Ormai non si sorprese neanche più, ad essersi ritrovato di nuovo nel corpo della misteriosa ragazza.

"Solo un altro stupido sogno" pensò il ragazzo, sbuffando mentalmente.

Lei stava ballando, ma era una danza molto strana, antica, Taehyung non aveva la minima idea di cosa si trattasse. I movimenti della ragazza erano così aggraziati e spontanei che, per un attimo, fecero dimenticare tutti i problemi a Taehyung, che si lasciò trasportare da quella danza leggiadra.

Il dolce momento però, si interruppe, quando il ragazzo notò una figura, un po' lontana, nascosta dietro ad un albero di quercia, che non distoglieva gli occhi dalla ragazza.

Subito si mise sugli attenti e tentò di avvertire la giovane, ma lei lo tranquillizzò.

"Non preoccuparti, lui non potrebbe ferire una mosca, il vero problema arriverà a momenti, tieniti pronto"

Appena la ragazza finì il suo monologo interiore, Taehyung avvertì una forte aura maligna che si stava avvicinando molto velocemente e non passarono che pochi minuti, quando essa si fermò a pochi passi da loro.

La ragazza, però ignorò il nuovo venuto e continuò a danzare.

< Ciao bellissima, come ti chiami? >

Una voce calda e soave invase quello spazio silenzioso. Lei alzò gli occhi al cielo scocciata e lentamente si voltò, pronta ad affrontare la figura appena comparsa.

< Ancora tu? Non hai davvero niente di meglio da fare? > chiese lei annoiata.

Taehyung non capiva come lei potesse stare così tranquilla, davanti a quella persona.

Certo aveva l'aspetto di un bellissimo ragazzo dai corti capelli color del mogano e viso dai tratti perfetti occidentali, all'apparenza sarebbe potuto sembrare un comunissimo ragazzo di poco più grande di Sun-hi, così l'aveva chiamata suo padre, ma c'era una cosa che tradiva l'aspetto perfetto di quel ragazzo.

Gli occhi.

Possedeva due pozze color cobalto , di un azzurro così chiaro e limpido che sembravano surreali. Erano così intensi, ma allo stesso tempo duri, freddi, impassibili, non mostravano alcuna emozione o empatia per il prossimo, nonostante un sorriso angelico fosse posato su quelle labbra rosse e piene.

La vista di quel ragazzo mise i brividi a Taehyung.

< Mi stai dicendo che ci siamo già conosciuti? Eppure mi sembra strano aver scordato un volto così bello > affermò quello, facendo finta di pensarci su.

< Hai finito con questa farsa? Ti pregherei di sparire, visto che devo esercitarmi per il mio primo rituale >

< Ma come? Sono appena arrivato e già mi mandi via? > esclamò il ragazzo, mentre sul suo viso fece compare un'espressione ferita.

"Così finta" Taehyung non poté far a meno di pensare.

Finiscila, so benissimo chi sei veramente e davvero dovresti smetterla di tormentarmi. Prima eri una vecchietta bisognosa di aiuto nei campi, poi un povero che chiedeva l'elemosina e infine ti sei trasformati addirittura in una bambina che piangeva, perché aveva fatto cadere "accidentalmente" un sandalo nel fiume, senza contare il fatto che hai tentato di affogarmi, mentre cercavo di aiutarti > concluse lei.

Ops, per sbaglio sono inciampato in un sasso > esclamò innocentemente il ragazzo, ma dicendo questo si reso conto di essere stato scoperto e allora mise un piccolo broncio, che rovinava quei bellissimi lineamenti.

< Non so se sei intelligente per avermi riconosciuto o stupida, perché mi hai aiutato in tutte quelle occasioni, nonostante sapessi che ero sempre io >

"Io chi?" si chiese tra sé Taehyung, curioso di scoprire l'identità di quella misteriosa creatura.

< Comunque sono piacevolmente sorpreso, come hai fatto a scoprirmi? Pensavo che questo travestimento fosse perfetto > chiese lui, sorridendo.

< Non è stato davvero difficile, senza contare che la tua puzza di malvagità si senta a chilometri di distanza, il tuo travestimento fa davvero pietà... Come può pensare di trovare uno straniero, per giunta bellissimo, in mezzo a un bosco in Corea? >

< Ammetto di aver pensato prima all'aspetto esteriore, piuttosto che all'oggettività della situazione, però vedo che apprezzi quello che vedi > disse il ragazzo con un piccolo ghigno

< Beh, mi sembra facile parlare quando non possiedi il tuo aspetto originale. Sei per caso così brutto, che ti vergogni di te stesso? >

< Senti cara, sei solo un inutile ragazzina che a breve ucciderò e divorerò le tue tenere carni umane, pensi di poter meritare di vedere la mia vera bellezza? Potresti rimanerne folgorata >

< Se tanto devo morire, perché allora non me lo mostri? Paura di qualcosa, Kumiho? >

"Dove ho già sentito quella parola?" si chiese curioso Taehyung che non stava capendo niente della situazione intorno a lui.

< Io non ho paura di niente e di certo, non di una giovane e inesperta Mudang >.

Gli occhi del moro si assottigliarono e guardò la ragazza come se fosse pronto ad ucciderla all'istante.

< Eppure questa giovane e inesperta Mudang è ancora viva e ti ha tenuto al guinzaglio numerose volte, piccola volpe >

Dalle labbra perfette dello straniero uscì un ringhio mal trattenuto, gli occhi mandavano fulmini e saette e il suo corpo iniziò a tremare in maniera incontrollata.

"Ma questo ragazzo è la volpe dell'altra volta" pensò sconvolto Taeyhung.

"Come è possibile? Come ha fatto a trasformarsi in un umano?" si chiese di nuovo lui.

"Aspetta, perché me la sto prendendo tanto? E' solo un sogno" cercò di tranquillizzarsi, ma dentro di lui, c'era qualcosa che gli diceva che ormai, quello che vedeva, non poteva più rinchiuderlo solo nel mondo onirico.

"Mi fa piacere che te ne sia reso finalmente conto" pensò la ragazza rivolta a Taehyung.

Mille domande invasero la mente dell'umano, ma Sun-hi si rifiutò di rispondere e riprese a ballare, ignorando la figura, che la stava uccidendo con lo sguardo.

Taehyung vide con la coda dell'occhio, il ragazzo-volpe riprendere la sua compostezza e poi guardare con occhi attenti tutti i movimenti della ragazza.

Un piccolo ghigno si posò sulle sue labbra.

< Stai sbagliando completamente i passi della danza. Il tuo piede sinistro è troppo spostato verso destra, le tue mani si muovono del tutto scordinate con il resto del tuo corpo e i tuoi fianchi... lasciamo perdere, sei un completo disastro >

< Come scusa? > esclamò lei, guardando furiosa la figura davanti a lui.

Taehyung non l'aveva mai sentita arrabbiarsi prima d'ora e in quel momento si rese conto di quanto la ragazza fosse orgogliosa e permalosa.

"Credo non accetti per niente le critiche" pensò lui.

< Te l'ho appena detto, sei per caso sorda oltre che del tutto scoordinata? >

< Da dove viene quel commento e fammi aggiungere poco virile? >

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla ragazza.

Lei si allontanò di poco sospettosa, ma lui la prese per i fianchi e glieli sospinse leggermente, poi con il piede gli sposto di poco la gamba destra.

< Vedi è questo il giusto movimento... Che c'è? Pensi di essere l'unica sacerdotessa che volevo divorare? Prima di ucciderle, ho dovuto osservarle una a una e imparare le loro abitudini, per poterle catturare nel momento opportuno >

< Sei un essere disgustoso > esclamò lei, staccandosi di colpo dalla presa ferrea del ragazzo-volpe.

< Grazie per il complimento >

Lei continuò a ballare indisturbata, seguendo però in segreto il consiglio del moro.  Subito si accorse di come i  suoi movimenti risultassero più semplici e sciolti.

Ovviamente non glielo avrebbe mai detto.

"Orgogliosa" borbottò Taehyung.

"Tu taci" rispose lei.

< Vedo che ti piace avere del pubblico > esclamò ghignando il ragazzo moro.

Sun-hi si bloccò per l'ennesima volta e poi, guardandolo annoiata, esclamò:< Cosa c'è ancora? >

< Io, niente. Piuttosto quell'umano è davvero inquietante, mezzo nascosto da un albero che segue ogni tuo movimento e senza contare che mi sta guardando male da una buona mezz'ora >

< Non ti azzardare a sfiorare il mio fratellino. Kookie non si tocca >

"Aspetta Kookie... Jungkook" pensò sorpreso Taehyung.

"Perché lo devo ritrovare anche nei sogni?"

Nonostante questo pensiero, però voleva vederlo, ma ancora, lui non possedeva quel corpo, l'unica cosa che poteva guardare era quella mostruosa, ma bellissima creatura.

< Fratellino, eh? Eppure le occhiate che ti lancia sono tutte fuorché quelle di un semplice fratello >

< Non è il mio vero fratello, siamo cresciuti insieme fin da piccoli e... Aspetta, perché mi devo giustificare con te? Ho addosso ancora il braccialetto con la campanella, quindi se non sparisci all'istante, lo suonerò ancora >.

< Come siamo irascibili. Appena hai sentito parlare di lui, hai subito tirato fuori gli artigli. Come mai sei così protettiva nei confronti di quel ragazzino? >

< Non è qualcosa che ti riguarda e adesso sparisci > disse la ragazza a denti stretti.

< Va bene, va bene, come vuole la principessina. Ora me ne starò anche andando, ma non ti libererai di me tanto facilmente. Fidati, avrò il tuo cuore puro, in un modo o nell'altro >

Detto questo si allontanò a velocità umana, per non destare sospetti all'ospite indesiderato.

Lei riprese a ballare, facendo finta di non vedere il ragazzo nascosto.

Dopo un po', sentì dei passi leggeri avvicinarsi e lei sorrise intenerita.

C-ciao Sun-hi >

La ragazza si voltò e Taehyung non poté che rimanere spiazzato.

"Aspetta Jungkook ha balbettato? Quel Jeon Jungkook?" si chiese il biondo sconvolto.

Buongiorno Kookie, come stai? >

Sun-hi chi era quel ragazzo? > chiese il moro, prendendo coraggio e guardando negli occhi la ragazza.

"Oddio quanto è carino Jungkook versione adolescente, è così tenero e coccoloso, mi verrebbe voglia di riempirlo di baci" pensò Taehyung, pentendosene il secondo dopo aver partorito quel pensiero.

"Idiota, stiamo sempre parlando di quel Jungkook, quello stronzo con disturbi di personalità multipla. Non farti fregare da quegli occhi da cucciolo bastonato" il biondo cercò di riprendere il controllo dei suoi pensieri, che correvano a briglia sciolta nella sua mente.

"Una volta Jungkook non si sarebbe neanche lontanamente sognato di comportarsi nel modo in cui si sta comportando ora con te"

Il pensiero di Sun-hi lo colpì in pieno, ma Taehyung non riuscì a crederle fino infondo.

"E' solo un sogno, frutto della mia immaginazione e desideri più reconditi... Forse voglio solo che Kookie... ehm, Jungkook si comporti in maniera più gentile con me" pensò Taehyung.

"Finiscila con la storia del sogno, pensavo che ormai avessi capito che non lo è affatto" pensò la ragazza stupita dall'ottusità di Taehyung.

"Allora cosa dovrebbe essere?"

La voce di Sun-hi non gli rispose più, nonostante lui continuasse a fare domande.

< Ehi Sun-hi, mi stai ascoltando? Perché non rispondi alla mia domanda? >

Taehyung lesse la paura negli occhi del moro.

Non avrebbe mai creduto di poter vedere quell'emozione sul suo volto.

Gli crebbe di nuovo l'impulso di prenderlo tra le sue braccia e rassicurarlo. Non sapeva perché, ma non sopportava vedere Jungkook così fragile, non voleva vedere la paura nei suoi occhi, non negli occhi di quel ragazzo così sfacciato e sicuro di sé, che aveva imparato a conoscere "ed apprezzare".

La voce della ragazza tornò prepotente a risuonare nella sua testa.

"Non è vero" pensò il biondo in imbarazzo, cosa che però la ragazza non poté vedere, per ovvie ragioni.

< Quante volte ti ho detto di chiamarmi Noona? Comunque non ti preoccupare piccolo Kookie era solo un altro stupido ragazzo che tentava di farmi la corte, non capendo che, essendo una sacerdotessa, non potrò mai sposarmi >

< Smettila con i nomignoli, ormai ho quindici anni, quando mi tratterai come un adulto? E poi quella persona ti ha toccato i fianchi > esclamò infuriato, mettendo il broncio.

La ragazza non riuscì a trattenersi.

Si avvicinò di più al moro e gli prese le guance, giocandoci un po'.

< Come faccio a non trattarti come un bambino, se sei così carino? >

Le guance del moro si imporporarono leggermente, ma poi scacciò quella sensazione e bloccò i polsi di Sun-hi, avvicinandola a sé.

Sun-hi smettila, io non sono carino >

La ragazza, presa di sorpresa, non seppe cosa rispondere, troppo vicina al volto del moro.

Per spezzare la tensione rise leggermente e poi disse:< Hai ragione Kookie, scusami ormai stai crescendo. Vieni andiamo a mangiare, dopo la danza mi viene sempre fame >

Jungkook stette in silenzio e si lasciò trascinare da Sun-hi, che aveva ripreso tutta la sua allegria e la sua spensieratezza.

Taehyung, dopo essere rimasto sbigottito per il gesto del moro e averlo visto a pochi centimetri di distanza, era sicuro che sarebbe morto in breve tempo.

Nonostante gli piacessero le ragazze, non poteva non ammettere che Jungkook era bello, dannatamente bello.

Mentre pensava quelle cose, le figure iniziarono a diventare sfocate e un sentimento, ormai famigliare, prese possesso di lui, facendolo addormentare di colpo.





Spazio autrice:

La mia namjin l'ho abbandonata troppo per i miei gusti, quindi ho deciso di fare un capitolo interamente dedicato a loro più il sogno di tae, che spero non fosse troppo comfuso, ma vi prometto che tutto ha un senso ahahahah
Mi scuso per l'immenso ritardo con la scuola e tutto non ho avuto un attimo di tregua.
Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere.
A presto ~~

   
 
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