Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: jaspeg    12/01/2018    1 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole stava annunciando l'arrivo dell'oscurità quando finalmente si erano trovati.
- Dobbiamo tornare al castello.
- Per forza? 
- Non faccia i capricci. Sta sera ci sarà il ballo delle nevi e lei deve presenziare in quanto principessa vestale.
La giovane gonfiò le guance puntualmente contrariata dal rimprovero del coetaneo.
- Lo sai che mi presenteranno dei pretendenti alla mia mano? 
- Ne sono a conoscenza.
- E a te va bene!? Dopo tutto quello che ci lega? 
La rabbia aveva cancellato quell'espressione angelica dal volto di lei.
- Non sta a me scegliere. Io esisto solo perché lei quella volta ha preso la mia vita, ma oltre a questo non ci sarà mai nulla.
Il cavaliere la prese sui finché adagiandola sul cavallo.
- Qualcun'altro prenderà presto il mio posto.
- Nessuno potrà mai farlo e allora cosa ne sarà di te? 
- Me la caverò. Sono pur sempre il comandante delle guardie ombra.
Anche lui salì dietro di lei prendendo le redini. Partirono, ma di certo non esortarono il cavallo ad arrivare in fretta a palazzo. 
Alys era senza parole. Sono esistiti dei sosia di lei e Shade in passato? E poi cosa volevano dire quelle parole? Guardie ombra? Vestale? Cosa volevano significare queste cose? Era tutto senza senso e poi... che cos'era quel legame che li univa? Non sarà stato che loro...


Mentre la mente di Alys era persa nei ricordi del suo riflesso, questo aveva preso possesso del suo corpo fondendo la sua volontà con quella di Alys. 
- Mi dispiace... ma sono secoli che aspetto di rivederlo.
Si spogliò cambiandosi con una veste da notte molto scollata cinta sotto il seno, bianca come i capelli. Decise di aggirarsi nella villa per poterlo vedere almeno un'ultima volta.
Girò a lungo quando dalla stanza del ragazzo vide della luce filtrare sotto la porta. Senza farsi sentire si avvicinò e dall'anta semi aperta riuscì a vederlo.
Stava adagiato sul letto con gli occhi chiusi. Indossava un paio di pantaloni e una camicia aperta a causa del caldo estivo. I capelli umidi ricadevano sul viso scossi dalla leggere brezza notturna; sull'addome era poggiato un libro aperto mente una mano era sotto il capo. Ad illuminare la stanza c'era solo un candelabro mentre le ombre della fioca luce ondeggiavano al ritmo del fuoco, marcando le scanalature del suo corpo statuario.
Le riportava alla mente quando non riuscendo a dormire a causa di un'incubo, Zakron le restava a fianco fino a quando non si lasciava prendere dalle braccia di Morfeo. Fu compiaciuta nel sapere che nonostante i secoli non fosse cambiato. Decise di entrare avvicinandosi a lui, ma temeva il poterlo toccare, come se quello fosse l'ennesimo gioco della sua mente.
- è bello rivederti.




Intanto anche Shade si era perso nei meandri di una mente che non era la sua.
- Dove sono? 
Dall'ambiente sembrava un castello del 14°/15° secolo, seppur con lavorazioni e dettagli molto avanzati per l'epoca, una fusione col gotico e il tardo rinascimento, quasi barocco.
La notte stellata contornava una falce di luna che illuminava il cielo e tutto era nel silenzio più assoluto. Poteva vedere dalla grande finestra delle guardie nel cortile fare il giro di pattuglia. 
Da quel poco che si poteva capire sembravano le stanze private di un reale, visti gli oggetti comuni e i gioielli di pregiata fattura. Doveva trovarsi in una specie di anticamera decorata con arazzi e tendaggi pregiati.
Improvvisamente sentì delle voci al di là di una porta che molto probabilmente dava alla camera da letto. Il giovane incuriosito si avvicinò per aprirla, ma appena toccò la maniglia questa l'attraversò come l'aria e deciso, varcò le pesanti ante di legno intagliato, trovandosi nel buio più totale. Le tende erano tirate e non c'era nulla di accesso, neppure una fiammella.
Ad un certo punto dal letto si alzò un corpo completamente nudo e Shade capì subito che si era ritrovato del bel mezzo di un incontro carnale e dalla sua esperienza; anche parecchio passionale (non che la cosa lo scandalizzasse più di tanto).
Non capendo chi fosse con quel buio cercò di non far percepire al sua presenza, avvicinandosi proprio quando una folata di vento spostò la tenda rivelando una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi e fu allora che Shade la riconobbe:
- Ma... madre?!
Era sconcertato e a dir poco imbarazzato, ma il peggio doveva ancora venire, quando da sotto il lenzuolo due mani, simili a dei serpenti, percorsero il corpo della giovane donna fino a stringere il seno appena maturato. La figura dietro di lei l'abbracciava saldamente come se temesse di perderla, ma appena questi rivelò la sua identità per Shade fu come un pugno allo stomaco. 
- Se... Sebastian?!
Qualcosa si era rotto quando vide CHI stringeva sua madre così disperatamente a se e fu quell'ultimo bacio velato a dargli il colpo di grazie.. con quelle parole...
- Mi amerai... per tutta la vita?
- No, per molto di più... più dell'etenità stessa....
Il ragazzo a quel punto esplose.


- MALEDETTO!!!
Quando riaprì gli occhi si ritrovò nella sua stanza alla magione dei Phantomhive e per controllare che fosse tornato nel mondo reale prese il libro che stava leggendo poco prima poggiandolo sul comodino.
- Era... era un sogno? 
Si lasciò cadere nuovamente sul cuscino asciugandosi la fronte. Aveva ancora nella mente ben vivida l'immagine di sua madre tra le braccia di quel demone. Probabilmente era solo un riflesso che aveva condizionato i suoi sogni dopo le varie rivelazioni che aveva ricevuto nel giro di nemmeno un mese.
Stava sdraiato a guardare nella stanza vuota e quando si fu calmato notò ai piedi del letto una figura. Colto alla sprovvista prese un pugnale che teneva sotto il cuscino pronto a lanciarlo, ma appena vide che era Alys poggiò l'arma.
- Alys? Che diavolo ci fai qui a quest'ora?
- Scusami.
Restava nell'ombra col volto nascosto dal tendaggio del baldacchino.
- Qualcosa non va? 
Era seduto sul letto con un ginocchio che faceva da supporto al braccio sinistro, mentre la mano spostava i capelli che continuavano a ricadergli davanti.
- Si.
A quella risposta piuttosto ambigua fermò ogni muscolo del corpo.
- Cosa c'è? 
- Perché... non riesco a colmare il vuoto? 
- Di che stai parlando? 
La ragazza salì sul letto raggiungendolo a carponi fino ad arrivargli sopra obbligandolo a stendersi e appena furono vicini lo baciò. Sentì delle gocce salate cadergli sulle labbra, sorpreso di vedere tale gesto da parte della Phantomhice che aveva imparato a conoscere, si distaccò.
- Perché... te ne sei andato? Perché mi hai mentito?
Era poggiato sui gomiti quando si sedette sul suo linguine premendo la sua virilità contro la sua, ma fu quando alzò gli occhi che Shade vide qualcosa che mai si sarebbe aspettato.
- Ma che diavolo...
I capelli di lei erano bianco argento e gli occhi color ghiaccio ricolmi di lacrime. Sentiva il corpo esile della giovane tremare, fino a quando prese a spogliarsi difronte a lui. Tentò di fermarla, ma c'era qualcosa che gli impediva di muoversi; non gli era mai successo. Prese a baciargli il collo fino alla clavicola e il petto . Le sue carezze così delicate erano come il tepore del sole primaverile frastagliato dalle nuvole, la pelle profumava di inverno riempiendone i polmoni fino in fondo all'anima d'aria pura e le labbra erano morbide come i petali di una rosa. I sensi di Shade recepivano ogni pressione studiando i movimenti di quell'esile corpo in ogni sua forma, abbandonandosi al piacere di quel frutto proibito che stava divorando ogni suo controllo. Quella sensazione di piacere puro che difficilmente avrebbe rifiutato. 
- A..Alys.. fermati! Torna in te!
La giovane rimase su di lui con solo la biancheria intima, mentre il seno e il resto del corpo erano totalmente in mostra e poggiati sul suo petto.
Non era la prima volta che vedeva una donna nuda e non sarebbe stata la prima volta che ci finiva a fare dell'altro, ma non con lei... non in quello stato. Dopo quel pensiero i nodi che bloccavano ogni suo muscolo si sciolsero ribaltando la situazione. La prese per le braccia e la buttò sul letto bloccandola per i polsi.
- FERMATI!
Aveva il fiatone. Era visibilmente provato dal controllo che aveva dovuto esercitare sui suoi istinti; tanto che persino i canini avevano cominciato a mostrarsi, mentre gli occhi risplendevano come tizzoni ardenti.
- Perché? Perché mi hai fatto questo? 
Quelle parole ebbero come un rimbombo nella sua memoria rammentandogli la violenza che le aveva fatto, ma c'era dell'altro. Avrebbe volto dirgli tante cose, ma dalle sue labbra uscirono solo due semplici parole cariche di rimorso:
- Mi dispiace...
Appena le udì la ragazza chiuse gli occhi perdendo i sensi e Shade rimase a fissare a lungo quell'enigma vivente mentre riacquistava il controllo. Le scostò i capelli dal viso e la mise sotto le coperte guardandola per qualche istante.
- Astrid...






Il mattino seguente la contessa fu svegliata da un dolce tepore e dal suono di... un battito?
- Mm...
Appena aprì gli occhi vide il torace di qualcuno salire e scendere sotto il suo viso e solo dopo qualche secondo si rese conto che c'era qualcosa che non andava.
- Ma cosa.... 
Appena alzò il capo per vedere a chi apparteneva quel cuore le venne un colpo al suo.
- AAAAHHH!!!!
Per tutta la residenza si propagò un'urlo che se non aveva infranto i vetri, poco mancava. Al contrario suo, Shade si alzò tranquillo come se non fosse successo nulla, o quasi.
- Ahia... C'era bisogno di fare tutto questo baccano per svegliarmi? 
Si massaggiò le orecchie per cercare di ristabilire l'udito appena stravolto e senza nemmeno guardarla andò verso il comò dove c'era una bacinella e una brocca d'acqua per lavarsi il viso.
- Che... che ci fai in camera mia? 
- Tua? Prima di sclerare coma una pazza hai almeno guardato dove ti trovi? 
Si voltò verso di lei mentre si stava asciugando il viso, quando...
- Ma che... 
I capelli di Alys erano ancora bianco argento e gli occhi erano molto più chiari del classico blu che distingueva la sua famiglia anche se non erano più color ghiaccio.
- Cosa c'è? 
Chiese stizzata dallo sguardo sorpreso che le rivolgeva.
- Non sono tornati come prima.
Avvicinandosi con curiosità procurò in lei uno strano senso di diffidenza che veniva accentuato ogni volta che scopriva un suo nuovo modo di interazione nei suoi confronti.
- Di che stai parlando? 
Le prese una ciocca di capelli facendogliela vedere. Inizialmente non aveva capito la situazione; il primo pensiero fu che erano dello stesso colore di quelli del suo riflesso, ma quando si rese conto che erano i suoi, non poteva crederci.
- Che... che diavolo è successo ai miei capelli?! 
- è quello che vorrei sapere anch'io... Compresa la ragione della tua visita notturna, ovviamente.
Tutto si femò e il silenzio prese posto nella stanza insieme allo sguardo della Phantomhive puntato sul giovane.
- Quale visita notturna? 
Rimase sbalordito. Non ricordava proprio nulla!
- Non rammenti? 
- No. 
- Lasciamo perdere. Comunque ti consiglio di tenere ben stretto quel lenzuolo fino al mio ritorno.
- Perché? 
Appena il principe le fece cenno di guardarsi, un secondo urlo si innalzò nella villa tanto da far vibrare i ventri se non fosse stato per Shade che le mise l'asciugamano in bocca.
- Non sono disposto a rimetterci i timpani per le tue cresi di nervi!
- Mmhumm....
- Che hai detto? 
Le tolse l'asciugamano; pessima idea
- PORCO!!!


A colazione tutti notarono un "lieve" rigonfiamento sulla guancia del principe e lo sguardo velenoso di Alys non era di certo meno visibile. Nonostante le avesse spiegato cosa fosse successo lei non non era ancora disposta a parlargli dopo l'assurdo risveglio di quella mattina. La tensione ci fu fino all'arrivo di una lettera portata da Tanaka.
- Lady Alys. C'è una lettera da parte di vostro fratello.
- Ciel?!
La prese immediatamente leggendola con sempre più entusiasmo.
- Evviva!
- Che succede? 
- Ciel è entrato nella squadra del kriket come nostro padre e siamo invitati ad assistere all'evento!
Shade si alzò raggiungendola per leggerla, mentre lei osservava quell'avvicinamento preoccupata.
- Mm... interessante.
- Cosa? 
- Questo è il segnale per noi di entrare in azione. 
Alys era all'oscuro del piano e ovviamente volle delle spiegazioni. Pazientemente il principe le spiegò per filo e per segno in cosa consisteva la missione del fratello e anche che avrebbero ricevuto una lettera di via libera se ci sarebbe stato bisogno del loro intervento e quell'invito era il segnale. Dal contenuto della lettera capì che se Ciel si fosse messo in luce durante il torneo della casate, c'era la possibilità di far parte dell'evento più agognato dell'anno, cioè partecipare al "thea party di mezzanotte" con i capi delle casate e il preside che fino a quel momento era stato molto sospetto.
- Allora che stiamo aspettando? Andiamo subito da lui!
Si alzò dalla sedia schizzando verso la porta.
- Frena i cavalli.
La prese per il braccio fermando la sua corsa da sorella apprensiva
- Il ballo di apertura sarà sabato. Abbiamo tutto il tempo per prepararci e aiutare tuo fratello, quindi cerchiamo di mettere da parte le nostre divergenze e proviamo cooperare.
Era serio. Lo aveva capito anche lei, ma non riusciva a fidarsi.
- Va bene, ma tra noi due deve esserci sincerità.
- Sono d'accordo.
- Vieni con me.
Sta volta lo prese lei per il braccio e lo trascinò in biblioteca dove chiuse a chiave evitando che gli altri servitori li sentissero. Il giovane non comprendeva le sue intenzioni, ma decise di lasciarla fare, nella speranza che le fosse venuto in mente qualcosa di importante per aiutare Ciel nella missione.
- Che stai facendo? 
- Se dobbiamo essere sinceri voglio che lo siamo sin da subito.
- Va bene.
I due si sedettero su delle poltrone l'uno di fronte all'altra guardandosi negli occhi. La situazione era molto tesa. Era un confronto tra due persone molto diverse che per via di cose, avevano incrociato le loro strade e ora dovevano percorrere quella via inseme come compagni, ma Alys sapeva che senza parlarsi non avrebbero concluso nulla e così decise di fare la prima mossa.
- Ecco...Mi spiace per lo schiaffo e per l'accusa, ma dopo... 
Immediatamente la interruppe. Non c'era bisogno che si scusasse per una cosa su cui aveva torto lui.
- Avevi tutte le regioni per farlo. Dopo quello che è successo sulla nave anche io non avrei più voluto avere a che fare con una persona come me. 
Quelle parole la fecero sorridere e riuscirono anche a placare un po' la tensione che c'era tra loro.
- Allora... perché lo hai fatto? 
Bella domanda! Cosa le poteva dire? Il tuo sangue è delizioso? Direi di no. Sono un vampiro come il Dracula di Bram Stoker? Assolutamente no! Sono un demone e volevo assaggiare la tua anima? Anche peggio. 
Alla fine optò per una mezza verità
- Ecco... come avrai notato sulla nave... io non sono del tutto umano...
- Sei un vampiro? 
Eccola là! L'aveva messo ancora più in casino, ma già che c'era in ballo...
- Non proprio. Come hai visto durante il combattimento con Undetaker ho perso "leggermente" il controllo, dimostrando delle capacità... particolari.
- Chiamarle particolari è un eufemismo.
- Lo so, ma... ti prego. Lasciami finire.
Alys annuì.
- Probabilmente è qualcosa che mi ha fatto Undertaker quando sono nato.
- COSA?! Co... come? 
Era sconcertata da quella rivelazione e non sapeva più che dirgli.
- Da quello che ho scoperto è stato Undertaker ad aiutare mia madre a farmi nascere per poi seppellirla. Devi sapere che lei e tuo padre erano molto amici e Undertaker in quanto suo sottoposto l'ha aiutato a nascondere la gravidanza, ma come ben sai non è sopravvisuta al parto.
Alys annuì tristemente, ma venne subito rassicurata.
- Non preoccuparti. Io non l'ho mai conosciuta quindi la cosa non mi pesa come può sembrare.
- Ma dovrebbe.
- A parte questo... è plausibile che mi abbia iniettato del sangue di demone quando sono nato, forse stavo morendo e in qualche modo ha voluto salvarmi o forse ero uno dei suoi esperimenti.
- E perché mai, se adesso vuole ucciderti? 
- Forse il livello della mia forza gli sta rovinando i piani, come Sebastian del resto.
Le congetture di Shade misero in moto dei dubbi che fino a quel momento lei non aveva mai dato molto peso, anche se allo stesso tempo quelle parole davano una certa logica agli avvenimenti accaduti. 
- Infatti durante il combattimento ha parlato della nostra felicità e di come Sebastian fosse un ostacolo!
- Credo che questo piano sia stato creato molto tempo prima di adesso, anche se non ne capisco il motivo. Di una cosa però siamo certi.
- Cosa? 
- Vuole voi due incolumi.
Parlarono a lungo sul da farsi e come agire. Tutto era pronto. L'unica cosa che mancava a Shade era come riportare i capelli della contessa allo stato originale prima della fatidica serata.





Il giorno dopo alla scuola, Ciel e Sebastian erano in classe quando il demone passò un bigliettino allo studente dove lo avvertiva che la lettera di risposta era arrivata e che aveva predisposto un luogo di ritrovo. Notando alcuni studenti fissarlo in quel momento il professore lo richiamò.
- Phantomhive! I bigliettini sono più interessanti della lezione? 
- N..no professor Micheils.
L'uomo in nero si avvicinò prendendo il foglietto dove Ciel aveva risposto dandogli appuntamento nell'ufficio.
- Finita la lezione voglio che tu venga da me. Dobbiamo parlare un po' sulle regole della scuola.

Una volta che le lezioni furono terminate Ciel si recò nello studio di Sebastian come stabilito.
- Hanno recepito il messaggio? 
- Yes, my lord
  
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