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Autore: Kifuru    13/01/2018    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 19


Il guerriero della montagna.



 Il viaggio all'interno del bagliore di luce era stato troppo anche per il  corpo potenziato della bella cyborg, esattamente come era accaduto la prima volta sul fiume.

 Dopo pochi istanti, la ragazza aveva perso conoscenza, a causa di una velocità incalcolabile,  che avrebbe facilmente distrutto il corpo di un normale essere umano. Il suo corpo  veniva trasportato violentemente in un oceano vertiginoso di ombre e luci e nello stato di profonda incoscienza, in cui si trovava,  fu costretta a rivedere le torture, alle quali era stato sottoposto il Crilin del futuro. Anche se era riuscita ormai a superare quel terribile trauma, restava ugualmente orribile e indimenticabile la scena del massacro, alla quale aveva assistito.

 Una serie di atroci atti, compiuti dalla lei del futuro. La bionda si era chiesta, dopo aver affrontato quell'avventura, se ciò che aveva visto si fosse realmente verificato nel futuro.

Da tempo, lungo quel viaggio così estenuante, Diciotto aveva  ammesso con se stessa di aver potuto proseguire in quella terra di morte, grazie soprattutto alla sua energia infinita. Il generatore, impiantato all'interno del suo corpo, annullava la stanchezza, rendendo i suoi poteri pressochè illimitati. Qualsiasi avversario, con una potenza pari alla sua, non aveva alcuna speranza contro di lei, specie in un lungo combattimento.





Quando riprese i sensi, la bionda si ritrovò distesa su una superficie solida. Era stata svegliata da un'aria fredda, ancora più gelida di quella che aveva sentito nella voragine. Faticava a mettere a fuoco le immagini del luogo, dove era stata catapultata con estrema violenza, anche se lo riteneva estremamente familiare.

Provò a rialzarsi, ma un terribile malessere allo stomaco la costrinse nuovamente in ginocchio. Si aggrappò ad una sorta di balaustra, sporgendosi oltre essa, verso il vuoto. Vomitò soltanto saliva e succhi gastrici, dato che non toccava cibo da più di ventiquattro ore. Nel momento in cui lo fece, provò una sollevante sensazione di sollievo rigenerante nel suo organismo. Allo stesso tempo la sua vista tornò ad essere perfettamente normale.

Con stupore, scoprì di trovarsi nuovamente sulla rozza barca di prima, che navigava tranquillamente lungo le acque del fiume grigiastro. La fitta nebbia era completamente scomparsa, in questo modo Diciotto potè osservare il fiume scorrere in una normale zona di campagna, apparentemente priva di tratti particolari o preoccupanti.

Ancora una volta, la cyborg sentì sulla sua pelle il gelido vento di prima. La donna trovava estremamente maligna quell'aria fredda come il ghiaccio, che aggrediva il suo viso con sempre maggiore forza. Non proveniva di certo dal fiume che stava navigando. Comprese chiaramente da dove proveniva quell'ondata gelida, colpa di una potenza oscura e minacciosa.

La forza, che la grande catena montuosa emanava, era potente, al punto  che la ragazza non riuscì a trattenere dei lunghi brividi   lungo la schiena. 

 Non aveva bisogno dei suoi circuiti per capire quanto fosse pericoloso il luogo che si apprestava a raggiungere.

 La tecniche di meditazione, apprese dal suo uomo, possedevano l'incredibile potere di aiutare ad ottenere una completa percezione della realtà. Aveva sempre ammirato quella straordinaria capacità, che il suo uomo le aveva spesso dimostrato di saper sfruttare alla perfezione. Forse anche questo potere l'aveva spinto ad avvicinarsi a lei non come un semplice nemico, in occasione del loro primo e turbolento incontro.

< < Quella montagna è malvagia, oltre che pericolosa. Dovrò attraversarla, costi quel che costi > > disse a voce bassa la compagna di Crilin, con ferma determinazione.


Trascorsa un'altra mezz'ora, la piccola barca raggiunse finalmente la terra ferma. Non c'era alcuna strada da seguire all'apparenza, soltanto un terreno roccioso, che conduceva dritto verso le montagne, le quali distavano di poche miglia dalla fine del fiume.

Fu estremamente contenta di poter finalmente abbandonare la rozza imbarcazione. Dopo essersi accertata dell'assenza di eventuali percorsi stabiliti, potè proseguire con calma, stando sempre pronta a combattere al minimo segnale di pericolo.

L'inquietante notte rossastra era tornata ad essere più viva che mai, in assenza della nebbia del fiume. La guerriera era certa che l'oscurità sarebbe divenuta orribilmente più nitida, una volta entrata fra i minacciosi monti, che ormai stava quasi per raggiungere.

Senza affrettare il passo, Diciotto raggiunse le radici della montagna. Raramente ella si stupiva dinnanzi ad un qualche spettacolo naturale.

 Tuttavia, suo malgrado, quelle montagne la portarono a  provare una sorta di timore, che non riusciva a spiegare.

Si trattava di una catena di alti monti, al punto che la stessa Diciotto ebbe qualche difficoltà ad individuare le vette aguzze di essi. Maestose e ripide pareti rocciose li collegavano fra di loro, andando a formare una specie di muraglia naturale.

 In un primo momento, la compagna di Crilin pensò di dover scalare una parte della montagna, ma in seguito si accorse di un piccolo valico, che divideva due parti uno dei monti principali, segnando una probabile via d'entrata.

Diciotto attese alcuni minuti prima di entrarvi. La ferita sulla fronte, causata dal guardiano di pietra, aveva ripreso a sanguinare copiosamente  e  la donna non intendeva correre il rischio di perdere le forze in un eventuale futuro scontro. Usò la fascia del suo uomo per fermare l'emorragia. Fin dalla prima prova nella foresta, l'aveva tenuta saldamente legata alla vita. Non era certo il tipo di persona, che si abbandonava a certe debolezze, ma agire e combattere con quell'indumento addosso le aveva dato molto coraggio e tanta determinazione. L'aveva aiutata in quel cammino solitario e ogni volta che la toccava si sentiva incredibilmente vicina alla persona che era diventata, ferma e sicura nella propria libera scelta di vivere a fianco dell'unico uomo, che era riuscito a riscaldare il suo cuore.

 Anche per questo, qualche tempo prima, la cyborg aveva bruciato qualsiasi cosa la legasse all'esercito del Red Ribbon e al folle scenziato, che aveva quasi distrutto la sua umanità.

Dopo aver bloccato l'uscita del sangue con la fascia, Diciotto se la legò saldamente attorno alla fronte. Sentiva  il profumo inconfondibile di Crilin in quell'indumento. Non sopportava più quella situazione. Il desiderio di tornare da lui non era mai stato tanto forte.

 Osservò attentamente lo stretto valico e non fu in grado di stabilire quanto esso fosse lungo. Non avrebbe avuto facilità di movimento in quell'antro e il rischio di essere attaccata proprio durante quel tragitto era assai elevato. Ancora una volta non ebbe altra scelta che sottostare alle regole di quel mondo.

Il passaggio era così stretto, che Diciotto fu costretta a camminare lateralmente, rendendo la traversatata ancora più lenta e soprattutto pericolosa. Il suo corpo, quasi schiacciato fra le pareti rocciose, era esposto ad ogni genere di attacco. Provò  ad aumentare l'andatura, ma si rivelò inutile nelle sue condizioni. Guardando verso l'alto, potè chiaramente notare i minacciosi nuvoloni, che si spostavano impetuosi fra le vette delle montagne.

La difficile camminata durò quasi un'ora. Trovava miracoloso il fatto di aver mantenuto la calma, resistendo all'impulso di crearsi una strada da sola con il suo potere. Quando raggiunse la fine di quel cunicolo, emise un forte sospiro di sollievo, anche per il fatto di non aver dovuto combattere lì dentro. Raggiunse un tratto decisamente più largo, sempre circondato da numerosi e maestosi monti.

Il percorso naturale fra le rocce fu facile seguire. Si trattava di un passo, che condusse la ragazza sempre più all'interno di quella catena montuosa.

 Studiò attentamente la zona e con estremo orrore si costrinse ad ammettere la forte somiglianza con il luogo, dove era stata reclusa per tanti anni e poi trasformata. Il laboratorio del dottor Gero era situato proprio in una zona montuosa, simile a quella che stava percorrendo. Diciotto si chiese se tale somiglianza fosse davvero una coincidenza. 

La  Terra dell'Eterna Notte l'aveva abituata a non avere nessuna certezza sugli eventi.

Continuò ad addentrarsi, ignorando i brividi di freddo, che spesso non riusciva ad impedire.

 Normalmente era fortemente protetta dal freddo e solo temperature eccessivamente rigide erano in grado di sorpassare le difese del suo organismo potenziato. Probabilmente quel freddo era intollerabile per un  normale essere umano.

In realtà era certa del fatto che i brividi lungo la schiena non derivassero soltanto  dal clima glaciale di quel luogo. Da diverso tempo la donna era tormentata da una strana sensazione di pericolo.

 Addentrandosi sempre di più fra quelle montagne, questa percezione divenne sempre più alta, fino a quando Diciotto raggiunse la piena consapevolezza di non essere sola in quel luogo desolato. Nè con i circuiti, nè con la meditazione riusciva a percepire la benchè minima presenza di un nemico, ma ugualmente si sentiva in pericolo, minacciata da qualcuno o qualcosa di oscuro e tremendamente forte.

La via era costantemente illuminata dalla luce rossastra di quel cielo, che non mutava mai il proprio colore. La strada di montagna condusse la cyborg nei pressi di una zona ancora più rocciosa e selvaggia di prima. Il passo, che fino a quel momento aveva seguito facilmente, scomparve fra le imponenti rocce, al punto che la ragazza fu costretta a fermarsi, per individuare la giusta via da seguire.

Osservando attentamente la zona, Diciotto notò soltanto una piccola svolta, situata ai piedi di una delle tante imponenti montagne.  Per alcuni istanti fissò il nuovo passaggio con la sua solita espressione impassibile. Dopo essersi spostata una ciocca di capelli dietro un orecchio, in un gesto di pura abitudine, si inserì coraggiosamente nella strettoia, superandola senza esitazioni.

Di nuovo, la svolta la condusse verso uno spazio molto aperto, circondanto dalle montagne. La strada naturale era piena di rocce di varie dimensioni. Diciotto comprese di trovarsi ormai nel cuore della catena montuosa e per la prima volta iniziò ad avere dei seri dubbi che quella fosse realmente l'ultima tappa del viaggio.

 Non avendo più un vero e proprio sentiero da seguire, la bionda decise di puntare verso il monte decisamente più imponente, sperando di trovare una via d'uscita da quel labirinto.

Nella successiva ora di cammino, la compagna di Crilin percorse lentamente il percorso pietroso, fino a quando giunse nei pressi di una ripida rupe, una delle tante muraglie naturali, adiacenti alle montagne. La strada si bloccava in essa e questa volta, pur cercandolo attentamente, Diciotto non vide nessun passaggio nella parete rocciosa.

 Le era sempre preclusa la possibilità di volare, perciò si ritrovò costretta a scalare quella parte di montagna a mani nude.

Con le sue enormi potenzialità non ebbe alcuna difficoltà a farlo. In pochi minuti, senza alcuna fatica, raggiunse la parte più alta di quella parete, situata alle radici dei monti principali. A causa di ciò, la donna potè vedere solo il proseguimento del percorso tra le rocce, che sembrava condurre verso quella che sembrava la montagna più imponente di tutte. Da essa proveniva quella sensazione di pericolo, che Diciotto aveva percepito già da molto lontano.

 Facendosi coraggio, la guerriera si stava per preparare alla discesa, quando i suoi occhi si posarono casualmente sul terreno sottostante, dove intendeva atterrare. La figura di un essere minaccioso stava immobile sopra uno dei grossi macigni, posti sulla strada rocciosa.

 Diciotto era assolutamente sicura di essere stata, almeno fino a qualche momento prima, l'unico essere vivente, presente in quella landa desolata.

 Chiunque fosse, era comparso dal nulla, eludendo persino il radar dei suoi circuiti e ovviamente anche la sua nuova  capacità di individuare gli avversari con la sola forza della mente e della meditazione, dove era ancora fortemente indietro.

Gli occhi cerulei della donna non mostravano, come di consueto, alcuna emozione. Con un solo balzo, scese dalla parete rocciosa, atterrando su una grossa pietra, dalla quale ebbe la possibilità di osservare meglio la figura dell'essere comparso dal nulla. Apparentemente si trattava di un uomo, di media statura e  dotato di una  muscolatura vistosa, soprattutto nella parte superiore del corpo. Indossava uno strano vestito argentato, probabilmente tipico di un'altra epoca o di una popolazione aliena.

 La ragazza capì subito di non avere di fronte un essere umano.

Osservandolo meglio, Diciotto vide che il colore della sua pelle era rosso sangue o almeno questo  lo potè supporre solamente guardandolo in viso, che era l'unica parte del corpo non coperta da quegli strani abiti. Anche le mani erano coperte da neri guanti di pelle.

Tuttavia, ciò che sconvolse maggiormente la cyborg non fu tanto il suo aspetto fisico, almeno non quanto lo sguardo, carico di un odio terribile, riflesso distintamente sugli orribili occhi gialli di quell'essere, impossibile da qualificare come specie o età.

 Diciotto non aveva mai provato una simile sensazione di paura e impotenza, nemmeno davanti a Cell. Quando il mostro verde le dava la caccia, aveva sicuramente provato un terrore sconvolgente, mai provato prima. Ciò nonostante, ella riuscì ugualmente a dominare le sue emozioni nel disperato tentativo di fuggire. Era cosciente di ciò che doveva fare per salvarsi.

 Ora l'obiettivo non era semplicemente la salvezza, era qualcosa di molto più importante, tanto da valere la sua stessa vita. Di fronte a quello sguardo, la bionda sentiva dentro di se un terrore nuovo, maggiore di quello che aveva provato in passato. I suoi circuiti segnalavano una potenza alta in quell'individuo, ma non tanto da doverla terrorizzare in quel modo. Secondo i suoi calcoli, l'avversario non possedeva una forza nemmeno superiore a quella di un Super Sayan e in passato aveva già ampiamente dimostrato quanto ella fosse avanti rispetto a quella trasformazione. 

Tuttavia, grazie alle sue nuove tecniche di concentrazione, la compagna di Crilin comprese la pericolosità di quell'individuo, una minaccia che  gli statici calcoli dei suoi dispositivi non erano in grado di percepire. C'era molto altro da scoprire in lui, di questo ne era certa. Qualcosa che avrebbe messo a dura prova la sua missione e la sua vita.

Diciotto ebbe persino l'impulso di fuggire, ma lo dominò subito, mostrando i suoi denti perfetti, in un ringhio rumoroso. In passato l'aveva fatto, perchè era sola, non aveva nulla da perdere e per questo fino alla fine era riuscita a mantenere saldi i propri nervi. Era fuggita da Cell, ma aveva anche cercato di aiutare disperatamente il suo compagno C16.

< < Quella volta scappai, perchè non avevo altra scelta, ma adesso preferirei morire piuttosto che fuggire > >.

Si disse queste parole con convinzione, sfiorando con le dita la fascia legata alla fronte. Di colpo il suo coraggio tornò e divenne forte come non mai.

 Diede un'altra stretta alla cintura blu, appartenente all'uomo che amava. Era pronta ad un altro terribile combattimento.

< < Devo trovare il modo di sconfiggerlo > > pensò la donna, mettendosi in posizione.

< < Sei la donna-cyborg chiamata Lazuli? > >

L'essere parlò con un tono di voce alto e feroce.

 Diciotto non potè che rabbrividire, dopo aver ascoltato il suono della sua voce.

< < Esatto > > rispose lei, cercando di mostrarsi il più sicura di se < < E tu devi essere il tizio che adesso si farà da parte > >.

< < Intendi proseguire per questa strada, donna-cyborg? > > chiese ancora l'individuo, in modo quasi metallico.

< < Lasciami passare > > sibilò la bionda, con rabbia.

< < Lo scontro sarà inevitabile > > pensò la guerriera. I suoi poteri erano pronti a scatenarsi.

< < Rispondi alla domanda, donna > > disse la creatura, tenendo i suoi orribili occhi gialli fissi su quelli cerulei della guerriera.

< < Ti risponderò a modo mio > > urlò Diciotto, per poi lanciarsi subito all'attacco.

Con un incredibile slancio, la guerriera preparò il suo pugno più potente, mirando la mascella dell'alieno. La risposta di quest'ultimo fu devastante. Egli reagì con una tranquillità sconvolgente, difendendo e attaccando allo stesso tempo. Con una mano bloccò il pugno della donna, mentre con il gomito dell'altro braccio colpì duramente il mento della nemica.

Il colpo spedì Diciotto verso l'alto. Immediatamente la sua bocca si riempì di sangue. Con la vista offuscata, la cyborg continuò a volare forzatamente verso l'alto. Del tutto inutili furono i suoi tentativi di fermarsi e rimettersi in posizione.
Non si accorse del fatto che il suo nemico l'aveva seguita con una rapidità straordinaria. Quando la raggiunse, il guerriero aggredì questa volta lo stomaco della ragazza con un terribile calcio di piatto.

Diciotto urlò a  causa di un dolore troppo intenso, mai conosciuto nel corso di un combattimento.

 L'estrema potenza dell'attacco le fece comprendere definitivamente quanto fosse pericolosa la situazione.

Venne scagliata contro il fianco della montagna. Gli echi delle sue urla risuonarono distintamente nella vallata, fino a quando ella affrontò il terribile impatto contro la dura roccia del monte. Intontita e dolorante, Diciotto rimase diversi minuti incastrata in una rientranza, creata da quella terrificante violenza, tra macigni e detriti di ogni dimensione.

Con estrema fatica, la bella cyborg si rimise in piedi, liberandosi dei molti massi che le erano franati sopra. Raramente aveva iniziato uno scontro così a mal partito. La paura e il coraggio si mischiavano pericolosamente in lei in quei momenti drammatici.

 Il guerriero era tornato nella sua posizione iniziale sopra una delle grosse pietre presenti lungo il sentiero di rocce. Con le braccia lungo ai fianchi e i pugni stretti, non compiva nessun movimento, ma il suo sguardo era sempre fisso sulla bionda sopra di lui.

Come prima, gli inquietanti occhi gialli del demone rosso non mostravano indifferenza, ma solo un odio profondo e crescente. In qualche modo la ragazza sentiva di essere proprio lei  la causa, che alimentava sempre di più la furia selvaggia e silenziosa del suo avversario.

< < Hai scelto di proseguire, donna-cyborg > > affermò il demone, senza muoversi < < Per questo io adesso sono libero di ucciderti e lo farò come meglio mi aggrada > >.

Per la prima volta l'essere deformò la sua bocca, formando un sorriso orribile, simile a quello di un mostro, spinto soltanto da istinti primordiali e sanguinari. Era come se  avesse finalmente trovato la libertà di  fare ciò che desiderava di più.
 Uccidere era l'unico desiderio di quella creatura.

 Diciotto lo percepiva chiaramente, osservando i suoi occhi mostruosi. 

Non perdendosi d'animo, la bionda balzò dalla rientranza con grazia. Anche senza il volo, era comunque in grado di provare un attacco dall'alto e così fece unendo entrambe le mani. In pochi secondi scaricò contro l'essere rossastro milioni di piccoli e letali raggi energetici lucenti. Urlando per lo sforzo e la concentrazione, i mortali ki-blast raggiunsero il bersaglio designato, creando un immenso nuvolone di fumo, che invase tutta la piazza naturale di rocce, dove si stava svolgendo il cruento scontro. Nonostante non potesse vedere i risultati della sua azione audace, la compagna di Crilin continuò il suo attacco, aumentando fino al massimo la portata dei suoi colpi.

I raggi energetici vennero sparati contro l'avversario per tutta la durata della discesa verso terra, che la cyborg affrontò con elegante lentezza, anche per poter sparare più colpi possibili.

Alla fine, Diciotto sperava ardentemente di essere riuscita a ferire il nemico o almeno a costringerlo a sprecare energie. Era questa l'unica tattica, che avrebbe potuto darle qualche speranza. Contro un avversario più potente, il generatore di energia infinita diventava per lei l'arma più importante.

< < Non ho altra scelta > > considerò la bionda silenziosamente < < Devo assolutamente cercare di prolungare il combattimento il più possibile > >.



Dopo diversi minuti, il fumo si diradò completamente con la forza del vento, mostrando finalmente i risultati del suo attacco micidiale. Gli cerulei della donna si splancarono per la sorpresa.

 Il demone rosso stava sollevato a mezz'aria, assolutamente illeso. Il grosso macigno, sopra il quale si trovava in precedenza, non esisteva più. Il suo corpo era circondato da una specie di barriera rotonda, molto simile a quella spesso utilizzata dal cyborg C17.

Il sorriso della creatura si fece ancora più inquietante e animalesco, mostrando denti aguzzi come zanne < < Mi divertirò con te, donna-cyborg > >.

< < FATTI SOTTO, MALEDETTO MOSTRO > > urlò la bionda, pronta a riprendere il combattimento. I suoi bruciavano terribilmente, a causa del sudore e del sangue.

Questa volta fu il demone ad attaccare per primo.

 Si fece avanti volando, non cancellando nemmeno per un istante l'orribile ghigno dal suo volto. Invece di attendere, Diciotto scelse di attaccare a sua volta, dandosi lo slancio verso il suo nemico. Gli avambracci dei due antagonisti si scontrarono con una potenza micidiale in frastuono assordante, tale da  aprire facilmente la terra sotto di loro. 

Dopo nemmeno un secondo dal potentissimo scontro di braccia, iniziò un cruento duello corpo a corpo, nel quale la guerriera si impegnò con tutti i suoi poteri di androide. Ogni pugno come ogni calcio lo tirava al solo scopo di uccidere l'avversario.

Quest'ultimo parava e colpiva e per diverso tempo nessuno dei due sembrò prevalere. Con velocità si scambiavano colpi violenti e anche se la bionda non riuscì quasi mai ad eludere la guardia del suo nemico, ella fu comunque in grado di tenergli testa, proseguendo istancabile quello scambio ravvicinato di forza bruta. La ragazza non aveva alcuna intenzione di mollare, perciò proseguì la lotta urlando come una furia, dimenticando la sua abitudine a combattere silenziosamente.

Utilizzando entrambe le braccia, Diciotto parò un tremendo calcio, che avrebbe potuto benissimo spezzarle il collo. Quella parata si rivelò estremamente difficile, al punto da costringere la donna ad indietreggiare. 

Il demone non le dava alcuna tregua e provò a sorprenderla con un colpo di taglio, utilizzando il braccio destro. Dimostrando una grande prontezza di riflessi, Diciotto si abbassò evitando il pericolo, per poi passare nell'istante successivo al contrattacco. 

Proprio mentre si chinava, la bionda caricò nel palmo della mano destra una terribile ondata di energia, che nell'istante successivo riversò interamente sullo sterno del guerriero, sfruttando un'apertura nella sua guardia. L'intenzione era quella di creare un ampio buco sul suo stomaco, ma il risultato fu molto diverso. L'azione di Diciotto ebbe successo solo parzialmente, dato che la forza prodotta dalla sua mano ebbe il solo effetto di scagliare lontano il demone rosso. Il corpo di quest'ultimo, lanciato a tutta velocità dalla potenza della cyborg, distrusse diversi grossi macigni, prima di schiantarsi violentemente contro la radice di una delle montagne madri.

Diciotto respirava profondamente, come Crilin le aveva insegnato. In questo modo era sempre in grado di mantenere il controllo sulle emozioni.

 Ovviamente non sentiva minimamente nè stanchezza nè fatica. 

Tuttavia, anche se estremamente serena e pronta a ricominciare, non era per niente soddisfatta dell'andamento dello scontro. Lo aveva attaccato con la massima potenza e non era nemmeno riuscita a ferirlo leggermente.

< < Non conosco ancora la sua vera forza e probrabilmente la scoprirò solo quando riuscirà a sorprendermi > >.

Le  riflessioni della cyborg vennero bruscamente interrotte da una nera sfera d'energia di colore nerastro. La guerriera si scansò all'ultimo secondo. In questo modo la mortale concentrazione di forza distruttiva  proseguì la sua corsa verso il monte, situato alle spalle della bionda. L'esplosione fu devastante.

L'intera montagna coinvolta venne letteralmente spazzata via, generando il caos in tutta la vallata.

 L'onda d'urto investì in pieno la cyborg, che rimase impotente e in balia di quella forza, facendola schiantare brutalmente contro altre rocce.

 Rimase stesa sul terreno roccioso per alcuni secondi, mentre tornava il silenzio nel luogo dello scontro.

Gemendo a causa del dolore, si rialzò senza apparente fatica, ma le ferite subite cominciavano ad essere troppe anche per lei. Non era per niente sicura che in quelle condizioni sarebbe riuscita ancora a prolungare il combattimento.

Diciotto ebbe soltanto il tempo di girare lo sguardo verso il punto, dove poco prima aveva intravisto il suo nemico. Il pugno, che centrò in pieno la mascella della bionda, fu terrificante. Gli effetti furono devastanti.

 Dopo averlo incassato ella perse momentaneamente la vista. Il destro poderoso l'aveva scagliata ancora verso le rocce delle montagne, ma questa volta, facendo appello a tutte le sue forze, Diciotto miracolosamente riuscì ad evitare di schiantarsi. Con mani e piedi frenò il tremendo volo, prima del terribile impatto. Le sue dita, insieme alla punta di entrambi i piedi, artigliarono il terreno roccioso, creando mostruose crepe, con il risultato di arrestare il suo volo verso le rocce.

Tuttavia il suo avversario era fermamente deciso a non darle alcuna tregua. Silenziosamente il demone rosso era partito di nuovo per un altro micidiale corpo a corpo e questa volta per Diciotto fu impossibile tenergli testa. Oltre che in forza, quell'essere dimostrava di essere superiore anche in velocità.

< < Maledetto > > esclamò piano la donna, quando un tremendo pugno allo stomaco la costrinse in ginocchio.

Cercò disperatamente di alzarsi, ma non ne ebbe il tempo. Il nemico la afferrò bruscamente per i capelli biondi, sollevandola da terra.  Il pugno libero del mostro colpì ripetutamente il bellissimo viso della ragazza, la quale tentava disperatamente di rompere la sua tremenda presa, con calci pugni e persino con potenti raggi d'energia. Ogni tentativo si rivelò inutile. Il mostro sembrava invulnerabile.

 Urlò a pieni polmoni, non solo per la rabbia e la frustrazione, ma soprattutto per il terribile dolore causato dalla forza di quel mostro.

< < Non è un avversario alla mia portata > > concluse in silenzio la cyborg, mentre le sue braccia si abbandonarono impotenti ai fianchi.

Le ferite sul volto della bionda ormai non si contavano più. Ancora una volta un poderoso calcio sullo stomaco la scaraventò contro una montagna. L'impatto fu tanto violento e doloroso da paralizzare il suo corpo per alcuni minuti.

 Ormai si trovava nella più assoluta impotenza.

Di nuovo Diciotto, si trovò  supina su quel terreno roccioso. Alcune lacrime iniziarono lentamente a scendere, bagnando le guance sporche del suo stesso sangue.

< < Perdonami Crilin > > sussurrò piano, non riuscendo a smettere di piangere.

Nella sua mente offuscata vide il suo uomo, immerso nel loro letto in un sonno senza risveglio. 

Urlò al cielo, liberando ogni energia dal suo corpo, tanto da far tremare terra e montagne.

Diciotto balzò in piedi, ignorando il terribile dolore. Creò subito due Kienzan alla massima potenza, che scagliò rabbiosamente contro il demone, il quale rimaneva calmo e spavaldo, non cancellando mai l'orribile ghigno dalla sua bocca mostruosa.

 Con un salto acrobatico, il guerriero  evitò contemporanemente entrambi i dischi rotanti e nell'istante successivo atterrò di nuovo la guerriera con una  gomitata a piena potenza. Il setto nasale della donna venne spaccato con facilità.

Mentre indietreggiava, Diciotto provò a richiamare i Kienzan, per tentare di colpirlo alle spalle. Il nemico se ne accorse subito. Senza nemmeno voltarsi, sparò un ki-blast nero, disintegrando i due dischi rotanti.

La compagna di Crilin era ancora in piedi. Non vedeva alcuna speranza, ma  la fuga non rappresentava più una scelta possibile per lei. 

Estremamente felice delle resistenza della donna, il mostro puntò verso di lei un dito guantato. I raggi energetici che sparò contro l'avversaria ricordavano molto la terribile tecnica di Freezer. 

Tutti centrarono il bersaglio.

Uno trapassò la spalla destra della donna, un altro la coscia sinistra. Il terzo, invece, avrebbe dovuto bucarle fatalmente il torace, ma all'ultimo secondo Diciotto era riuscita a scansarsi, procurandosi soltanto un'altra brutta lacerazione al braccio sinistro. 

I vestiti della cyborg, strappati in più punti, erano fradici per il sangue, che continuava pericolosamente a perdere dalle numerose ferite, alcune tremendamente profonde. Diciotto provò ancora a richiamare i suoi poteri, ma questa volta il tentativo fallì miseramente.

 Comprese di aver raggiunto il limite. Le gambe tremarono, prima di cedere e di nuovo la bionda cadde in ginocchio davanti al terribile avversario, che sembrava ormai essere il vincitore di quella battaglia così impari.

Diciotto era  pronta ad accettare il suo destino, ma il suo cuore sanguinava per quell'imminente fine.

Avrebbe tanto voluto trascorrere una lunga vita a fianco dell'uomo che amava. La sua vera vita era iniziata dopo il Cell Game e appena  dopo due anni essa stava già  per concludersi.

< < Crilin > > sussurrò debolmente la cyborg < < Ti amo > >.

 Il demone rosso si stava avvicinando lentamente, godendo delle sofferenze di un nemico già sconfitto.

In passato Diciotto era stata tanto arrogante da pensare di essere invincibile. La sconfitta era assolutamente impossibile per lei. Nessuno poteva competere con la sua forza. Quando si accorse di aver commesso un immenso errore di valutazione, inconsapevolmente fece un secondo errore ancora più grande, del quale si accorse molto tempo più tardi. Era stata costretta ad accettare la verità. 

Nell'universo esistevano esseri molto più potenti di lei, per questo la sconfitta e persino la morte diventarono reali anche nel suo destino.

Tuttavia, la cyborg era seriamente convinta di poter affrontare qualsiasi sorte con indifferenza, mostrando la sua ferrea volontà di non piegarsi a nulla e a nessuno. Non si sarebbe mai abbandonata alla paura.

Fu proprio questo il suo secondo grande errore.
 
Mentre il demone rosso si avvicinava per finirla, il bellissimo volto della donna era il ritratto del dolore e della tristezza. Le lacrime continuavano a scendere, portando il vincitore dello scontro ad estendere il proprio inquietante sorriso.

A Diciotto non importava nulla di mostrarsi debole di fronte al suo carnefice. Non aveva paura di morire o tanto meno di essere torturata. I suoi pensieri erano interamente dedicati all'uomo, che voleva disperatamente salvare. Il non essere riuscita in quell'intento era sufficiente a ferirla più di qualsiasi attacco fisico.

 La consapevolezza di non poter rivedere il suo volto, i suoi sorrisi, di non poter udire di nuovo la sua voce dolce e allegra.

 Tutto questo  stava inesorabilmente distruggendo il suo animo.

In quelle condizioni disperate Diciotto attendeva il  colpo di grazia.

< < I miei complimenti, donna-cyborg > > sibilò il vincitore, estasiato nell'ammirare le sofferenze della sua vittima  < < Ti sei battuta bene, facendomi anche divertire, come non accadeva da molto tempo. Tuttavia fra di noi esiste un divario, che per te è impossibile colmare. Potrò ucciderti come molti altri prima di te > >.

< < Va all'inferno > > rispose Diciotto, cercando di combattere il dolore per quanto possibile. Nelle sue condizioni non poteva che rimanere in ginocchio.

Slegò la fascia sulla fronte, stringendola fra le mani. Un calore inaspettato alleviò le sue sofferenze interiori. Si era battuta per lui e ora sarebbe morta per lui, per l'uomo che amava.

 Il suo animo tornò tranquillo e sereno. 

Un giorno l'avrebbe rivisto, non importava in quale mondo. Nessuno le avrebbe impedito di stare con lui.

Il demone rosso aprì il palmo della mano guantata a pochi centimetri dal viso della ragazza, ormai serena e pronta ad affrontare il suo destino.

< < Un tempo, arrivato a questo punto, mi limitavo a prendere ciò che mi spetta di diritto > > disse il guerriero, mentre una piccola luce nerastra iniziava a formarsi tra le sue dita < < La vita dei miei avversari è la sola cosa che mi interessa. Non ho mai combattuto per gloria o per il potere. Io uccido e adoro farlo. E' come una droga per me, non ne posso fare a meno. Ecco perchè odio questo schifoso posto. Non credere di essere l'unica a doversi piegare alle regole del padrone di questo buco dimenticato > >.

< < Di cosa stai parlando, mostro? > > chiese la bionda rabbiosamente.

< < Oh non credo possa interrassarti > > rispose il vincitore, ghignando malignamente < < Per te adesso è importante ben altro e sono proprio io colui che dovrà illustrarti con esattezza la situazione in cui ti trovi > >.

Diciotto fissava il demone rosso con rabbia e confusione, aspettando impotente l'evolversi degli eventi.

< < Ti trovi nei pressi di ciò che può essere definito un bivio, cara Lazuli > > .

< < Che cosa vuoi dire? > >.

 La voce della donna tremava a causa del dolore.

< < E' molto semplice. Per essere riuscita ad arrivare fin qui, il maestro di questa terra senza luce ti offre la possibilità di scegliere. Ben pochi guerrieri sono arrivati a battersi contro di me, perciò nulla può mettere in dubbio il tuo coraggio e la tua forza combattiva, anche se di molto inferiore alla mia > >.

< < Che cosa dovrei scegliere. Io voglio soltanto una cosa da voi > > replicò tremante la bionda. 

Stava ancora tentando invano di rimettersi in piedi.

< < Questo è chiaro, bellezza > > disse il demone, mostrando i denti aguzzi con il suo orribile ghigno < < Tu, come tutti, desideri la Pozione della Rinascita, ma nella situazione in cui ti trovi hai ben scarse possibilità di raggiungere il tuo intento. Per te esistono solo due scelte. Spetterà solo a te decidere quale cammino intraprendere > >.

< < E quali sarebbero? > >.

Il sorriso del mostro si spense. La sua espressione divenne ancora più inquietante. Sembrava eccitato, speranzoso per un qualcosa che solo lui intravedeva. I suoi disgustosi occhi gialli trasmettevano una follia omicida, tale da far rabbrividire visibilmente la coraggiosa e orgogliosa donna.

< < La prima alternativa è quella che di gran lungo preferisco. Puoi decidere semplicemente di proseguire la tua crociata, ovviamente provando nuovamente a superarmi. In questo modo la tua fine non sarà certo veloce, te lo garantisco > >.

< < Maledetto vigliacco > > ringhiò la bionda.

< < Oppure, come un misero verme, puoi decidere di chiuderla qui. Basta che tu ti arrenda a me  e in pochi istanti ti ritroverai nuovamente nel  tuo bel mondo. Ma ricordati che con questa opzione perderai per sempre la possibilità di ottenere la pozione per i tuoi scopi > >.

< < Salvezza e disonore oppure morte e onore. In entrambi i casi tu non potrai mai portare a termine la tua missione. A te la scelta, donna-cyborg > > concluse il mostro, con una risata colma di malvagità.


Diciotto non immaginava che un giorno si sarebbe trovata in una situazione simile. Un tempo credeva fortemente di essere invulnerabile.

 Aveva accettato di non poter più provare nulla, tranne odio e rabbia. Era arrivata anche al punto di credere di poter vivere senza l'aiuto di nessuno. 

< < Quanto sono stata sciocca > > pensò la ragazza, mentre il demone rosso attendeva immobile la sua risposta finale.

Di una cosa era certa. Lei non aveva mai avuto paura della morte, almeno prima di conoscere Crilin. Provava un irrefrenabile desiderio di vivere, ma senza l'uomo che amava la sua non sarebbe stata di certo vita. Senza di lui, Diciotto vedeva soltanto vuoto e solitudine nel proprio futuro.

Tuttavia, Diciotto incredibilmente si ritrovò tentata di accettare l'offerta della salvezza. In questo modo avrebbe potuto finalmente tornare da Crilin e forse sarebbe stata in grado di trovare un altro modo per guarirlo. Comprese immediatamente di aver formulato un pensiero del genere per il solo e semplice fatto di essere ormai sopraffatta dal desiderio di stare con lui, di rivedere quel piccolo uomo, che tanto amava.

Spalancò gli occhi non appena si rese conto della pazzia, che stava quasi per compiere. Anche se la situazione era disperata, davanti a lei c'era un rimedio certo, con il quale avrebbe potuto salvare il suo uomo.

< < Dovrei odiare me stessa, anche solo per aver considerato la possibilità di scappare > > pensò, al culmine della collera.

< < Attendo una risposta, androide > > disse freddamente il demone, in piedi di fronte a lei.

Dopo aver udito quelle parole, l'animo della donna esplose di rabbia. Ora era veramente pronta, avrebbe trovato quella maledetta pozione o sarebbe morta nel tentativo.

 Non c'erano altre vie. Non per lei almeno.

Il dolore era insopportabile, frutto delle terribili prove affrontate, ma Diciotto lottò con tutte le sue forze. Alla fine vinse le sofferenze del suo corpo e si rialzò in piedi. Anche se con le gambe tremanti, ella restava dritta di fronte al suo aguzzino.

Fissava il suo nemico con un'espressione di assoluta freddezza e determinazione. Il suo volto fiero ed estremamente bello non manifestava alcuna esitazione.

 Lo stesso guerriero, vincitore del terribile scontro, ne rimase colpito.

< < Io non sono un androide, mostro > > parlò con voce ferma, ma piena di una passione, sconosciuta al demone rosso, abituato soltanto all'odio e al terrore < < Sono una donna libera. Sono venuta in questo posto  per salvare la persona che amo e solo la morte potrà impedirmi di proseguire. Perciò te lo ripeterò di nuovo. Fatti da parte, mostro > >.

< < La morte > > ripetè lui, apparentemente incantato. Improvvisamente lo sguardo del guerriero rosso si perse nel vuoto.

Diciotto non fece caso a nulla. Assunse una posizione di combattimento e si preparò all'ultimo disperato duello. Sapeva di non avere speranze, ma era decisa a spendere tutto quanto era in suo potere fino alla fine.

Sulle mani della bionda si stavano già per formare due mortali dischi rotanti di energia, quando accadde l'incredibile. Il corpo del demone rosso sembrava pietrificato, con le braccia distese sui fianchi. Appariva come un fantoccio, privo di vita. 

 In pochi istanti, sotto gli occhi spalancati della cyborg, la sagoma del terribile guerriero si dissolse nell'aria, non lasciando alcuna traccia della sua presenza nella valle semi distrutta dal combattimento.

< < Dove diavolo è finito? > > si chiese ad alta voce, senza abbassare la guardia.

 Si concentrò inutilmente al massimo per individuarlo. Non essendo ancora così allenata nella percezione spirituale, sfruttò soprattutto i suoi circuiti, ma ugualmente non riuscì ad individuare alcuna presenza in tutta la catena montuosa.

 Era tornata nella più assoluta solitudine, ne era certa.

Una tremenda fitta sconvolse tutto il suo corpo, costringendola a terra. Forse era stato un errore, ma quando il demone era scomparso, Diciotto aveva  allentato molta della tensione, che aveva accumulato, dopo essere stata tanto vicina alla morte e dopo aver rischiato di perdere per sempre la possibilità di salvare Crilin.  Ora si sentiva ancora più spossata di prima.

< < Non so cosa sia successo > > pensò lei, mentre cercava di riprendere fiato < < Ma devo assolutamente andare avanti, prima che quel mostro ritorni. In queste condizioni non sarò più in grado di battermi per molto tempo > >.

 Provò a camminare, ma le ferite erano troppo gravi. Poteva essere immune alla stanchezza e alla fatica, ma non certamente al dolore e alle ferite del suo corpo.

Senza rendersene conto, si abbandonò del tutto sul terreno roccioso. Le modifiche, all'interno del suo corpo, non riuscivano a contenere l'enorme sofferenza scaturita dagli attacchi incassati.

 Un bruciore, mai conosciuto prima, si fece sempre più forte, mentre il suo corpo rabbrividiva visibilmente.

Diciotto chiuse lentamente gli occhi, abbandonandosi, senza poterlo evitare, ad un sonno profondo e senza sogni.



Venne svegliata bruscamente da qualcosa di indefinito. Una forza invisibile e potente, che già aveva avuto modo di conoscere durante quel terribile viaggio, l'aveva riportata alla realtà. La vista faticava a tornare normale. Provò a mettersi seduta, ma un tremendo conato di vomito la costrinse a terra. 

< < Che cosa è successo? > > chiese ad alta voce, senza aspettarsi alcuna risposta. Con sua grande sorpresa,  essa arrivò quasi subito, fredda e inumana. 

< < E' accaduto ciò che mi aspettavo, Lazuli > >.

Diciotto conosceva bene quella voce. Questa volta riuscì finalmente ad alzarsi, probabilmente anche per la sorpresa di trovarsi nuovamente di fronte l'essere incappucciato e senza volto. Colui che le aveva fatto quella minacciosa accoglienza all'ingresso della foresta oscura.

< < Tu > > ringhiò lei, prima di sparare prontamente contro la figura un onda di energia violacea.

La bella cyborg si era del tutto dimenticata del fatto che quella creatura non possedesse un vero corpo.

< < Che cosa vuoi, maledetto? > > urlò furiosamente la bionda < < Sei venuto a presentarmi altre mostruosità? > >.

< < Le prove che hai affrontato e superato con coraggio erano necessarie, Lazuli > > disse il misterioso incappucciato, senza mostrare alcuna emozione.

< < Necessarie per impedire l'utilizzo di quella pozione. La tua maledetta tecnica ha quasi distrutto la vita del mio uomo > > esclamò Diciotto, incapace di calmarsi.

< < I pericoli di questa terra oscura sono stati sicuramente creati per difendere la Pozione della Rinascita, ma non è solo questo il motivo. Il vero scopo è un altro > > replicò con calma lo strano individuo.

< < Sono stanca dei vostri misteri > >.

< < Tuttavia, ti chiedo ugualmente di ascoltare quello che ho da dire, Lazuli. E' troppo importante > >.

Diciotto decise di rimanere in silenzio. Le ferite erano troppo gravi e ormai non sarebbe più stata in grado di affrontare le mortali prove di quella terra. Odiava ammetterlo, ma la sua sorte e anche quella di Crilin era nelle mani di quell'essere senza volto e nome.

< < Il preciso scopo delle prove della Terra dell'Eterna Notte è quello di scoprire il vero animo dell'intruso. La Pozione della Rinascita è una medicina, nata da una magia antica e potente. Può essere utilizzate per il bene, ma anche il male. Tutto dipende dalla persona che ne entra in possesso. Ecco il motivo per il quale si trova sigillata in questo posto dimenticato. Io non sono il padrone di questa terra. Sono soltanto l'ultimo custode della pozione > >.

< < Questo significa che mi hai tenuta sotto osservazione fin dall'inizio > > esclamò Diciotto.

< < Per superare le prove non hai dovuto utilizzare solo la tua forza, hai anche dovuto confrontarti con te stessa e con le tue emozioni. Durante il tuo cammino su questa terra oscura e pericolosa, sei stata costretta ad esporre le tue ragioni e i tuoi sentimenti più profondi. In questo modo io  sono stato in grado di conoscere la tua vera anima > >.

< < Io non possiedo un'energia spirituale > > replicò lei. L'intensità della sua voce era forte, come lo era anche lo sguardo scolpito sui suoi magnifici occhi cerulei, più vivi che mai.

< < Ti sbagli di gran lunga, Lazuli > > ribattè con calma l'incappucciato < < La tua energia spirituale esiste. Essa è solamente nascosta dalle parti che sono state aggiunte nel tuo corpo. A causa di questo nessuno è in grado di percepirla > >.

< < Perchè mi stai dicendo tutto questo? > > chiese la bionda, questa volta con voce molto più debole e quasi tremante. Aveva paura della risposta.

Il cuore di Diciotto iniziò a battere velocemente, al punto che faticò persino a respirare.

L'essere incappucciato rimase in silenzio per diversi secondi, alimentando la frustrazione e la paura della cyborg, la quale restava in trepidante attesa.

 La compagna di Crilin ascoltò con un terribile nodo alla gola le parole del custode. Dopo quanto aveva sofferto in quel luogo maledetto, mai si sarebbe aspettata una conclusione del genere.

Il custode parlò con estrema calma e lentezza < < Hai superato l'ultima prova, donna-cyborg  Lazuli. Con la forza della carica di guardiano di questa terra, io ti attribuisco il permesso di portare con te nel tuo mondo una fiala della Pozione della Rinascita > >.

La cyborg fissò scioccata colu,i che  stava per concederle la possibilità di salvare il suo Crilin.

 Faceva fatica a credere che tutto questo fosse vero.

Immediatamente un'indescrivibile sensazione di felicità invase tutta la sua anima.

< < La tua ricerca è finalmente giunta al termine, Lazuli > >.




FINE DEL CAPITOLO.














 

  
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