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Autore: Sonera    15/01/2018    0 recensioni
-Tu sei legata a lui, è il destino che vuole che vi rincontrate- finì.
-Cosa? Io e lui non possiamo rincontrarci..lui a dire il vero mi odia..- sospirai sedendomi per terra.
-Fidati ragazza che se lui ti odiasse non avresti l'onore di vedere un bel demonietto come me, e sopratutto quel filo rosso non sarebbe legato al tuo mignolo- spiegò la creatura guardandomi.
-Quindi mi stai dicendo che questo filo mi condurrà da lui? Ma è impossibile..come fa un filo ad essere lungo fino a Milano?- lo guardai.
-Il filo è lungo quanto l'amore che uno prova verso l'altra, quindi pensa quanto può essere grande il vostro- mi guardò.
-Allora..vogliamo cominciare?- sorrise il demone finendo la frase.
______________________________________
Due anime separate dal tempo e dall'odio ma legate dal sottile filo rosso del destino; tu puoi continuare ad ignorare il mondo, fregartene di tutto e tutti, ma ricorda che dal proprio destino nessuno può fuggire.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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cap.3 ''Troppi segreti''

-Ali, ho bisogno di parlarti ti prego è urgente, ci possiamo incontrare al parchetto?- mandai un messaggio vocale alla mia coinquilina che era ancora a casa del suo fidanzato mentre stavo seduta su una panchina, era una bellissima giornata di sole e i bambini davanti a me giocavano ad acchiapparsi mentre le loro mamme parlavano e ridevano con loro, a vedere quella scena mi metteva tanta nostalgia.
-Non pensarci troppo, altrimente piangerai..di nuovo- spuntò Akai roteando gl'occhi vedendomi.
-Senti, non interrompere i miei momenti di riflessione- lo guardai parlando piano per far si che la gente non mi prendesse per pazza.
-Lo so benissimo cosa è successo..con tua madre, e so quanto tu odi colui che..- continuò lui.
-Non ti azzardare a parlare di mia madre e non parlarmi di quel pezzo di merda, ha fatto benissimo ad uccidersi quella notte..meritava di morire per quello che ha fatto e adesso non parlarmi, se no pensano tutti che io sia pazza- lo bloccai subito.
-Ok, scusami ti lascio ai tuoi pensieri allora- disse freddo lui abbassando la testa sentendo le mie parole.
Akai sparì e io rimasi di nuovo da sola coi miei pensieri mentre mi guardavo il filo rosso che avevo attorno al dito, ricordandomi di quella visione dove mi buttavo giù da un palazzo e continuavo a chedermi chi fossero quelle persone che cercavano di aiutarmi, non li avevo mai visti.
-Emma ecccomi qua scusami per il ritardo, che è successo? C'è qualcosa che non va? Su dimmi, devo incontrarmi anche un'altra persona- poco dopo arrivò Alice scusandosi per il ritardo.
-Ali, credo che io..- Alice mi bloccò subito.
-Emma non dirmi che sei incinta- sbarrò gl'occhi.
-No..Ali- mi bloccò di nuovo.
-Hai dato fuoco a qualcosa e ora sei nei guai- continuò.
-No, Ali ascoltami..- 
-Ti hanno minacciata? Ti hanno picchiata?-
-Ali! Ascoltami io me ne vado di casa- riuscì a finire la mia frase alzando il tono di voce.
-E' uno scherzo vero?- mi guardò alzando un sopraciglio.
-No Alice, me ne vado davvero..ci sono delle cose che devo fare e che devo sapere- la guardai parlando seriamente.
-E che cosa vorresti sapere, ti posso aiutare io se vuoi- mi prese una mano.
-Non credo che tu possa aiutarmi, almeno che tu non sappia cose che io non so..- 
-E dove vorresti andartene?-
-Milano- appena dissi quella parola Alice lasciò la sua mano scivolare.
-Oh..- disse lei abbassando la testa.
-Bhe? Perchè fai così ora?- la guardai storto.
-Ma perchè vuoi andare proprio lì? Non troverai le risposte che cerchi in quel posto- si fece scappare di bocca quelle parole che iniziarono ad insospettirmi.
-Allora tu sai davvero qualcosa che io non so..- dissi vedendola leggermente in difficoltà.
-Emma non so nulla io davvero- sorrise guardandomi.
-Alice parla, sei la mia coinquilina non dovresti nascondere le cose- il silenzio iniziava a cadere su di noi.
-Bene..non parlarmi, qualunque cosa tu mi stia nascondendo la verrò a sapere- mi alzai per andarmene quando subito dopo arrivò Bryan che appena notò Alice si bloccò di colpo.
-Ciao..- salutò lui guardandola.
-Ciao- lei ricambiò il saluto freddamente; io guardandoli non capivo molto, ma iniziai a farlo quando sui loro mignoli vidi il filo rosso che li intrecciava l'uno all'altra.
-Em, tutto bene?- Bryan mi guardò vedendo che ero rimasta bloccata.
-Sì, stò benissimo, vado a bere qualcosa da Carl ci vediamo là Bryan..ora vi lascio soli- li guardai entrambi storto poi me ne andai subito leggermente infastidita, perchè le persone di cui mi fido ciecamente dovrebbero nascondermi qualcosa? E cosa dovrebbero nascondermi poi? Le domande erano tante in quel momento ed ero determinata a trovare tutte le risposte.

-E ora dove vai?- rispuntò Akai facendomi sobbalzare.
-Vado a bere qualcosa ne ho bisogno- sospirai continuando a camminare.
-A quanto pare allora la tua cara amica ti stà nascondendo qualcosa- disse lui ridacchiando.
-Sicuramente non mi nasconde nulla, perchè dovrebbe nascondermi qualcosa? Ma prima si è davvero comportata in modo strano..e la cosa puzza- 
-Hey lo sai che i demoni non si lavano, e poi come fai a sentire la mia puzza?- 
-E' un modo di dire, imbranato-
-Tu proprio non sai stare agli scherzi eh? Guarda che ti stavo prendendo in giro-
-E tu proprio non riesci a non rompermi i coglioni per qualche minuto, ora vattene prima che la gente mi prenda per una scappata dal manicomio- dissi a bassa voce scocciata.
-Ok d'accordo come vuoi tu- sbuffò lui andandosene di nuovo.

Dopo aver preso l'autobus per andare verso il centro, presi la via per andare al locale di Carl per poi, dopo essermi bevuta qualcosa, aspettare Bryan che doveva raggiungermi proprio lì.
-Un caffe Carl- disse Bryan arrivando con una faccia triste e stanca.
-Alice è fidanzata lo sai? Dovevi pensarci prima a prendertela- dissi bevendo il mio drink.
-Lascia stare Emma-  disse lui guardando un punto vuoto.
-Ho deciso di andarmene- dissi io finendo la mia bevanda.
-Dove? A Milano da lui? Vacci pure...non ci troverai nulla- disse lui freddo.
-Perchè ora fai così quando ieri seri dicevi che eravamo una coppia perfetta e bla bla bla- lo guardai alzando leggermente la voce.
-E come intendi andarci scusa? Senza soldi? Ti ricordo che non hai un lavoro e di conseguenza niente soldi!- disse bevendo il suo caffè caldo.
-Mi accompagnerai tu, e chiederò un po' di soldi ad Alice lei mi aiuterà- 
-Alice non può sempre pagarti tutto Emma, ti prego cresci un po'..è da troppo tempo che lei ti mantiene facendo turni doppi e tu lo sai benissimo- 
-Allora rispondi alle mie domande, perchè se ne è andato di punto in bianco? Perchè mi stai nascondendo qualcosa?- chiesi guardandolo.
-Io non lo so finiscila! Non ti sto nascondendo nulla!- alzò leggermente la voce innervosendosi.
-Allora rispondi a questa di domanda, tu e Alex che affari facevate con Rogo?-  chiesi a lui prima che mi mettesse una mano sulla bocca per farmi stare zitta.
-Non parlare di queste cose..non qui- disse lui sottovoce ad un centimetro dal mio viso.
-Perchè? Hai paura?- sussurrai togliendo la sua mano dalla mia bocca.
-Di cosa?- ad un certo punto spuntò fuori Rogo che si intromise nella nostra conversazione.
-Nulla Mirko- disse Bryan guardandomi male.
-Oh eddai, sembrava il momento perfetto per un inizio rissa- ridacchiò lui sedendosi vicino a me ordinando la sua birra -Bryan, ho bisogno ancora di te, stavolta siamo al colpo grosso non possiamo sbagliare ci serve l'uomo migliore..ovvero tu- continuò.
-Ne parliamo in privato ok?- lo bloccò Bryan subito dopo.
Dopo aver lanciato sguardi gelati a Bryan posai gl'occhi su uno dei ragazzi che entrò insieme a Rogo, era un ragazzo dalla pelle scura che avevo già visto, era lo stesso della visione.
-Alla questione di prima Emma, ne riparliamo un altro giorno va bene?- Bryan si girò verso di me sussurrando.
Io senza dire una parola mi alzai e andai verso il frigo di bevande per prendere una birra da portarmi a casa.
-Pago questa Carl- dissi guardando il mio amico barista.
-Aspetta, ma lei non è la ragazza dell'appeso?- chiese il ragazzo di colore ridacchiando.
-Come scusa?- mi girai non capendo mentre vedevo la faccia di Bryan che cambiava di colpo dopo aver sentito quelle parole.
-Certo che è lei,non vedi? La ragazza più bella del gruppo nelle mani di un suicida- ridacchiò Rogo sorseggiando la sua birra.
Il mio cuore perse qualche battito in quel momento, per caso stava dicendo che Alex si era tolto la vita?
-Ma che stai dicendo Rogo?- Carl sconvolto ci guardava.
-Oh..oh questa è bella! Ma allora non ve l'ha detto, che bello sono contento di essere arrivato in anticipo- rise di gusto Mirko insieme al suo gruppo di amici.
-Bryan..- balbettò Carl guardando Bryan.
-Perchè cazzo l'hai fatto?- sussurrò Bryan stringendo il pugno.
-Scusami Randagio, non abbiamo capito che hai detto abbaia un po' più forte- rise il ragazzo di colore insieme agl'altri.
-Chiudi quella cazzo di bocca hai capito?- di scatto Bryan aggredì il ragazzo iniziando a prenderlo a pugni, e in poco tempo tutti andarono contro a Bryan cercando di staccarlo.
Io invece non riuscivo a capire se in quel momento fossi ancora nel mondo reale o all'inferno, le mie emozioni ghiacciavano il mio corpo impedendomi di fare qualcosa, non potevo credere che Bryan..mio più caro amico mi abbia nascosto una cosa del genere.
-Hey! Hey! Tu cane rognoso risparmiati la forza per stasera e ricordati se accade se non rispetti un patto!- disse Mirko dandogli un ultimo pugno facendogli sputare sangue, poi se ne andarono facendo piombare il silenzio.
Con gl'occhi lucidi mi avvicinai a Bryan che era rimasto per terra a sputare sangue, mi abbassai verso di lui.
-Da quanto lo sapevi?- chiesi guardandolo delusa, lui facendo una smorfia di dolore non mi rispose così, con l'aiuto di Carl lo riportammo a casa sua con la sua auto così l'avrei curato..lo odiavo in quel momento ma non potevo lasciarlo conciato in quel modo.

-Grazie per l'aiuto Carl,stò io con lui ora- dissi al mio amico ringraziandolo per vermi aiutata poi se ne andò.
Mi misi seduta sul divanetto che si trovava davanti al tavolo da cucina dove, su una delle sedie, c'era seduto Bryan che si stava facendo su una solita canna per alleviare lo stress.
-Vuoi le risposte Emma? Bhe, ti sono state già date..ma per il tuo bene volevo che non lo sapessi, io e Alice siamo stati i primi ad essere informati sul fatto- sospirò lui quasi singhiozzando -volevamo che lo sapessi, ma non ora e non così- continuò lui accendendosi la sua canna.
Ma come era possibile, e allora tutta la storia del mio filo rosso e Akai? Erano tutte puttanate che erano nella mia testa? Ma io quelle cose continuavo ancora a vederle, quindi non poteva essere morto.
-Tu l'hai visto? Com'è successo?- lo guardai mentre sentì che Akai arrivava vicino a me.
-Me l'ha detto Rogo per la prima volta e ovviamente all'inizio non gli credevo, ma quando mi ha fatto vedere la foto del corpo, sembrava davvero lui..anche se la faccia non gli si vedeva così bene- spiegò lui fumando.
-Ma com'è possibile? Se davvero fosse morto a quest'ora il tuo filo si sarebbe spezzato..pensaci bene Emma- disse Akai andando vicino a Bryan.
-Dio ma che freddo fa qui- disse Bryan stringendosi nella sua giacca per il freddo.
-Senti freddo? Ma qui non c'è freddo, sei sicuro di stare bene?- lo guardai poi vidi che soffermò il suo sguardo sulla tua mano.
-Il tuo dito..- disse lui continuando a guardare.
-Ma come anche tu..- lo guardai capendo che riusciva a vedere il mio filo rosso.
-Em ma che cos'è?- mi guardò stranito poi si girò verso la sua destra dove Akai gli era accanto e sobbalzò cadendo dalla sedia, spaventato si trascinò verso l'angolo della stanza.
-Che cos'è? Quello?- disse balbettando mentre Akai rideva per la scena che era appena successa.
-Em dimmi che lo vedi anche tu ti prego..- continuò alzandosi da terra.
E in quel momento, cosa gli potevo dire?
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03/08/2009

Stavo facendo il mio solito disegno nel giardino di casa in compagnia di Alice e una mia compagna di nome Clara con cui avevamo fatto amicizia.
Era una domenica sera d'estate, faceva tanto caldo ed eravamo fuori a prenderci una bella boccata d'aria e stavamo dicendo le nostre solite cazzate.
-Ma oggi avete visto Richi quant'era tirato bene oggi? Io in realtà pensavo fosse un barbone con solo due magliette e un paio di pantaloni di solito si veste sempre uguale!- ridacchiò Clara pensando al ragazzo che avevamo visto qualche ora prima.
-Ma dai non è vero scema- rise Alice dandole un'innocente pacca sulla spalla.
-Hanno suonato, vado ad aprire magari è arrivata mia mamma e come al solito ha dimenticato le chiavi di casa- continuò Alice sentendo il campanello suonare.
-Oh ciao ragazzi, da quanto tempo!- sentì Alice salutare qualcuno così mi girai per vedere chi fosse, erano Bryan e Alex che ci erano venuti a trovare era ormai da qualche settimana che non si facevano vedere.
-Rossi e Molinari? Ragazzi ma che fine avevate fatto!- esclamò Clara abbracciandoli io mi soffermai a guardare Alex, mi era mancato così tanto, certo mi era mancato pure Bryan ma senza Alex sentivo come se un pezzo di me fosse scomparso.
-Bellezza non ci saluti?- rise Bryan tirandomi su da terra abbracciandomi forte facendomi sorridere.
-Che bello rivederti amico mio- ricambiai l'abbraccio poi andai verso Alex che non smetteva di guardarmi.
-Perchè non uscite a prenderci delle birre così festeggiamo?- ridacchiò Bryan guardandoci.
-Proprio noi? Perchè non andate tu e ALice?- lo guardai.
-Non fare storie, tieni i soldi e andate a prendere le birre che stasera si fa baracca!- continuò lui sbattendo me e Alex fuori dalla casa.
-A dopo allora!- ci chiuse fuori lasciandoci in un silenzio imbarazzante.

-Come mai è così felice?- guardai Alex mentre andavamo verso la macchina.
-Io davvero non lo so- ridacchiò il ragazzo.
Una volta partiti con l'auto lui si girò verso di me più volte per cercare il mio sguardo.
-Mi sei mancata molto lo sai?- disse lui mentre guidava.
-Anche tu, non era più lo stesso senza voi due- sorrisi.
-Come mai non vi siete fatti sentire per tutto questo tempo? Potevate mandarmi qualche messaggio- 
-Bhe eravamo molto impegnati con il lavoro, non avevamo un attimo di tregua..sono state settimane molto intense ed io ho trovato una cosa che credo ti piacerà..tieni- andò a rovistare con il braccio nei sedili posteriori e mi porse un piccolo pacchetto.
-Oddio ma non dovevi Alex..- sorrisi diventando leggermente rossa.
-No..non aprirlo ora, aspetta ancora un po'- disse lui.
-Come mai?-
-Bhe, è qualcosa di speciale e voglio che tu lo apra in un momento speciale- spiegò lui facendomi battere il cuore, ero in ansia per quel regalo..che cosa poteva essere?

Arrivammo nel negozietto più vicino per prendere le birre per gl'altri per la festa.
-Vuoi rendere la cosa più interessante?- sorrise lui scendendo dalla macchina.
-E come?-
-Quel cretino non ci ha dato abbastanza soldi per comprare le birre perciò..-
-Le vuoi fregare? Cosa? Non siamo mica in un film americano- risi io.
-Dai vieni- disse lui avviandosi verso la porta scorrevole del negozio.
Con molta cautela lui iniziò a distrarre il vecchio cassiere mentre io senza farmi beccare riuscì a prendere le birre e per fortuna che quel negozio non aveva l'allarme così riuscimmo a scappare senza problemi.
-Principessa, la sua carrozza la attende- disse lui riuscendo a prendere uno dei pochi carrelli che c'erano fuori.
-Mi farai vedire il mal di testa ma d'accordo- risi salendo sul carrello.
-E' pronta per la corsa principessa?- avvicino il suo viso al mio sorridendo poi inizio a correre più veloce possibile spingendomi lontano.
-Tu sei pazzo!- risi cercando di non vomitare per tutte le curve che mi stava facendo fare.
Dopo un po' arrivammo in una specie di parchetto, ci fermammo e ci sdraiammo per terra sull'erba stanchi morti.
-Credo che dovremmo tornare indietro, i ragazzi ci stanno aspettando- dissi ridendo.
-Sai, dopo questa bella corsetta non credo che abbia tanta voglia di tornare indietro- rise lui stappando una birra -tu vuoi tornare indietro?- continuò guardando.
-No- sorrisi iniziando ad incantarmi.
Iniziammo a parlare di noi, di quello che ci piaceva, e per l'ennesima volta capivo quanto fossimo così simili in tante cose; iniziammo pure a giocare dopo esserci scolati le birre, quanto mi sono divertita con lui quella sera..eravamo liberi e finalmente soli dopo tanto tempo.
-Sono spuntate alcune stelle- dissi guardando il cielo che stava iniziando a farsi buio.
-Allora è quasi il momento- disse lui tirando fuori il pacchetto che mi aveva dato prima in macchina.
-Ma che cosa stiamo aspettando?- sorrisi vedendo che si avvicinava a me.
-Vedi..ho preso una cosa, che mi ha molto ricordato te- disse passandomi il pacchetto -forza aprilo!- continuò sorridendo.
Io senza esitare scartai quel piccolo pacchetto e rimasi un po' sorpresa dal contenuto, non erano gioielli, ne una lettera ne qualcosa che di solito si regala.
Trovai dentro quel pacchetto un sottile filo rosso di lana e subito lo guardai non capendo molto.
-Perchè ti ha ricordato me?- gli chiesi guardandolo.
-In queste settimane incontrai una donna, una senzatetto che mi vide giù di morale, così mi chiese che cosa avessi..ed io le risposi che ero triste, perchè non sapevo come dire alla donna della mia vita quanto la amassi- iniziò a raccontare -poi lei mi legò un filo rosso al mignolo e me ne diede un altro dicendomi che una leggenda del suo paese d'origine diceva che le anime gemelle erano legate da questo filo per simboleggiare il fatto che non si staccheranno mai l'uno dall'altra, qualunque cosa accada- continuò lui facendomi rimanere incantata.
-Alla fine della spiegazione mi disse che se sentivo davvero che la donna che amo con tutto me stesso era la mia anima gemella, dovevo darglielo in dono legandolo al suo mignolo- finì mentre legò quel filo al mio mignolo facendomi diventare gl'occhi lucidi per l'emozione.
-Emma..io vorrei passare il resto della mia vita con te, e qualunque cosa accada io sarò sempre con te..sarò come una madre, come un padre, come un fratello come tutto per te, voglio renderti felice perchè sei stupenda quando sorridi e sei felice- disse tenendomi la mano guardandomi negl'occhi.
-Alex..- riuscì a dire il suo nome in quel momento, l'emozione mi paralizzava.
-Ora ti dedico il cielo, perchè so quanto tu ami la notte- sorrise girandomi verso il cielo quando all'improvviso iniziarono a spuntare nel cielo alcune stelle cadenti che mi fecero rimanere a bocca aperta, non le avevo mai viste.
-Alex..le stelle! Guarda!- iniziai ad indicarle stupita -ma come facevi a saperlo!- continuai guardandolo e poi senza neanche pensarci due volte mi avvicinai di più a lui, appoggiai la mia fronte sulla sua e subito dopo lui mi prese il viso per baciarmi delicatamente.
Quella notte indimenticabile e perfetta, la notte in cui tutto era davvero cominciato, io e Alex insieme formavamo una sola e unica anima..eravamo solo noi, contro il mondo intero.
   
 
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