Epilogo
Aeghon arrivò nella sala del trono quando ormai era troppo tardi. Raggiunse velocemente la moglie aiutandola ad alzarsi e poi raccolse la corona da terra. Non chiese cosa fosse successo perché lo poteva benissimo immaginare. Aveva voluto affrontare da sola tutto per mostrare la propria forza ma non aveva preso in calcolo che suo fratello era al suo stesso livello. Tenendola fra le proprie braccia la portò nelle sue stanze, adagiandola sul letto e facendo chiamare i medici. Non era sua intenzione rischiare la vita del figlio non ancora nato.
Restò per diverso tempo seduto su una poltrona, al suo fianco, in attesa di notizie o di una sua parola. Non era certo soddisfatto della situazione, ma non aveva senza infierire ulteriormente. Non voleva aggravare la situazione.
-Mio angelo.- La sua voce flebile gli fece alzare gli occhi sul letto. Le sorrise, prendendole una mano. -Da quanto sono qui?-
-Da un po’, ma non preoccuparti, stai bene.- Il generale le baciò la fronte, accarezzandole i capelli.
-Il bambino? Lui sta bene?-
-Sì, state bene entrambi.- Aeghon annuì, rassicurandola. Non era certo quello il momento per farla preoccupare.
-È successo qualcosa però, lo vedo nei tuoi occhi.- Sussurrò la regina, cercando di mettersi seduta, puntando le mani sul materasso.
-Nulla di preoccupante, riposati ora.- La ammonì.
Nonostante le parole del marito Eilidih non si tranquillizzò completamente. Non vedendo però altro da fare si lasciò ricadere sul letto cercando di ricordare cosa fosse successo dopo l’ondata di energia che l’aveva colpita.
Si era sentita tradita ma poi aveva avuto modo di riflettere sulle parole del fratello e per quanto odiasse ammetterlo probabilmente c’era un pizzico di verità. Aveva esagerato, aveva sacrificato troppo per un semplice capriccio. Aveva perso un figlio per nulla, invece di unificare la famiglia che aveva tanto sognato era finita con il perderne un membro.
Quando la porta della stanza si aprì caccio via tutti quei pensieri, sorridendo al ragazzo che era entrato con aria preoccupata.
-Stai bene?- Le chiese semplicemente e lei annuì.
-Quando sei tornato? Non mi è arrivata notizia del tuo rientro.-
-Qualche ora fa.- Rispose mordicchiandosi il labbro inferiore.
Eilidih lanciò un’occhiata al marito, infastidita. Che senso aveva avuto nasconderle il ritorno del figlio? Scosse piano la testa cercando di nuovo di alzarsi, facendogli segno di avvicinarsi e di non stare fermo sulla soglia della porta. Il ragazzo fece come chiesto.
-Non volevo farti sforzare.- Sospirò il generale, cercando di giustificarsi.
-Non importa, ormai lo so.- Tagliò corto lei, sistemandosi i cuscini dietro alla schiena. -Come è andato il tuo viaggio, Ryen?-
-Molto bene.- Il ragazzo guardò la madre poi si fece coraggio. Doveva assolutamente chiederle una cosa per avere la certezza di non essere pazzo. Non sapeva se credere o meno ai propri occhi e sapeva con certezza che qualsiasi altra persona avrebbe rispondo in modo incoerente. Sua madre non avrebbe certo fatto sapere della propria sconfitta, del proprio piano. Solo lei poteva rispondergli. Portò le mani dietro alla schiena, cercando di essere preparato a qualsiasi riposta avrebbe ricevuto. -Quello che è volato via dalla sala del trono era mio padre?-