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Autore: quizasvivamosefp    17/01/2018    0 recensioni
“Kurt?” disse lentamente, “ che cosa ci fa questo gatto qui?”
“Umm.. è una … lunga storia? È uno dei randagi che vive nel vicolo…”
“Si… lo avevo già visto”.
“Si… beh… stava sempre con un altro gatto… ma il suo amico è sparito e sembrava così triste.. e poi… gli ho… tipo dato da mangiare?” disse Kurt , sembrando colpevole per aver fatto un errore da dilettante.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'With a cherry on top'
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Kurt si sentiva come se non avesse avuto un minuto per dormire per almeno un mese, figuriamoci avere un minuto per potersi sedere e rilassarsi un attimo.

Era stato in giro per tutta la città, facendo e rispondendo a telefonate, scrivendo, inviando e leggendo email, correndo tra un incontro ed un altro che a volte erano a molti isolati l’uno dall’altro.

Se non ci fosse Blaine, era abbastanza sicuro che si sarebbe perfino dimenticato di mangiare.

Kurt non riusciva a ricordare di essersi mai sentito così esausto e si chiese per cosa.

Lo sapeva naturalmente, ma alcuni giorni erano più pesanti di altri da superare e quello che si chiedeva davvero era il quando sarebbero arrivati i risultati.

Voler realizzare i proprio sogni è una cosa, ma, prima di tutto… doveva pagare la sua parte di affitto e Kurt era rimasto quasi indietro con i pagamenti.

Non poteva dare questo fardello a Blaine e Santana, o peggio, chiedere al padre qualche soldo in più.

Kurt era troppo orgoglioso per farlo, e voleva provare a tutti , come a se stesso , di potercela fare nel mondo dello spettacolo.

Dopo il suo debutto a Broadway , aveva fatto alcune audizioni, ma i callbacks* erano stati pochi e lontani tra loro, e sembrava incapace a trovare una parte.

Così era tornato a parlare con i suoi insegnanti che gli avevano consigliato ed esortato a cercarsi una agenzia di talenti.

E questo era quello che stava instancabilmente facendo Kurt, aspettando disperatamente una pausa.

Mentre attraversava la 37 ma, il cellulare di Kurt vibrò contro la sua gamba ; lo prese dalla sua tasca, prendendosi un momento per valutare il numero sconosciuto prima di rispondere.

“Sono io… si… certamente! Oh, okay… si… sicuramente. Lo apprezzo davvero e non vedo l’ora di incontrala… grazie mille… le auguro anche io una meravigliosa giornata”.

Al sicuro dall’altra parte della strada, Kurt stringeva il cellulare tra le mani, fissando, con incredulità lo schermo ora vuoto e scuro.

Era stato appena preso da un talent scout, qualcuno che lo aveva visto a Broadway, e volevano rappresentarlo ed aiutarlo a trovare nuovi ruoli.

Stava finalmente accadendo, ed un enorme sorriso apparve sul suo viso prima che Kurt saltellasse praticamente dalla gioia, fregandosene degli sguardi che stava ricevendo dalle persone che erano in strada.

Si sentiva come se nelle sue vene scorresse dell’elettricità, come se gli fosse stata appena data una scossa per svegliarlo da un lungo letargo.

Non vedeva l’ora di dirlo a Blaine, e voleva farlo di persona, così corse verso l’entrata della metro  per prendere al volo il primo treno per Bushwick.


Con l’aiuto del suo agente, Kurt fece diverse audizioni negli ultimi mesi, riuscendo ad ottenere ingaggi per piccoli spettacoli ed alcuni ruoli più importanti.

Blaine si stava abituando a non vedere Kurt più tanto spesso in giro, così si impegnò sulla sua tesi, spesso perso nei suoi pensieri o canticchiava tra se.

Nonostante i pro superassero i contro, stava diventando sempre più facile risentirsi con Kurt per il suo nuovo successo e Blaine, segretamente, desiderava poter riavere Kurt tutto per se come prima che si laureasse e fosse praticamente disoccupato.

Ma sapeva che questo era sciocco e che era egoistico sentirsi così.

Kurt era felice ora ed un lavoro stabile non solo significava che Blaine poteva vedere Kurt esibirsi, ma significava anche che non dovevano preoccuparsi per un po’ della loro situazione economica..

Blaine poteva ammettere che era bello, poteva finire il suo ultimo anno all’NYU con meno stress.

Così ingoiò il rospo, grato di avere qualcuno come Kurt accanto con la tranquillità che veniva con l’amore incondizionato ed il supporto reciproco.

La cosa migliore era che avevano fiducia l’un l’atro, e non appena Blaine avrebbe finito il college, avrebbe fatto le stesse cose, lavorando tanto, a volte in orari imprevedibili, ma, alla fine della giornata, sarebbero stati a casa insieme.

La porta del loft si aprì e Blaine alzò lo sguardo dal suo computer, sorridendo ed alzandosi dalla sedia quando entrò Kurt.

“Bentornato” disse, abbracciando Kurt, che ricambiò l’abbraccio prima di dargli un bacio sulla guancia.

“È meraviglioso essere a casa, credimi” disse Kurt,  allontanandosi da Blaine per dirigersi verso il tavolo e sedersi.

Blaine riprese il suo posto, lasciandosi cadere sulla sedia e chiudendo il pc per dare a Kurt la sua completa attenzione.

Per quanto gli riguardava , ora era il tempo per Blaine e Kurt, i suoi compiti potevano aspettare.

“Parlando di casa” iniziò Kurt, leggermente agitato, “ vorrei parlarti di lasciare il loft per trasferirci”.

“Hai già dato qualche occhiata a qualche appartamento? Possiamo davvero permettercelo in questo momento” disse Blaine, stringendo la mani di Kurt, poggiate sul tavolo.

“Ho trovato un paio di posti, ma volevo prima potermi sedere con te e avere il tuo parere.

Ci sono alcuni appartamenti piccoli che sono molto più vicini all’NYU, ed anche se forse è un po’ azzardato, possiamo farcela… in più, vivere vicino all’università ti farà risparmiare i soldi per i tuoi spostamenti, cosa che aiuterebbe molto”.

“Stiamo davvero per farlo? Vivere insieme a Manhattan? Solo io e te?”

“Si, Blaine… accadrà davvero”.

“È fantastico!” poi Blaine cambiò espressione, “ Ma… e Santana? Lei probabilmente non potrà permettersi da sola questo loft… dovrebbe trovarsi un nuovo inquilino o altro”.

“Ho pensato a come potrei darle la notizia… ma è adulta ormai, e sono sicuro che saprà come affrontare la cosa”.

“Vero… è piena di risorse quando ha bisogno”.

“Penso sia un modo davvero carino per dire quanto sia manipolatrice ed inarrestabile quando cerca di ottenere quello che vuole” Kurt sorrise con aria di intesa.

Blaine semplicemente annuì.

“Anche vero”.

“Allora… abbiamo deciso… parleremo con lei stasera quando torna dal suo turno al Diner” disse Kurt, incrociando le dita, sperando che tutto andasse come voleva.



Per fortuna Santana arrivò a casa, stranamente, di buon umore così Kurt la fermò fuori dal bagno chiedendole di sedersi per parlare.

“Faremo una conversazione… tra donne?” chiese , incrociando le braccia mentre si poggiava contro lo schienale della sedia, “morivo dalla voglia di essere inclusa in una di queste chiacchierate… pensavo fosse un esclusivo privilegio della Berry… ma forse mi sbagliavo… o forse, visto che se n’è andata… sei soltanto disperato”

“Si tratta di qualcosa di importante, Santana” disse Kurt, trattenendosi dal sollevare gli occhi, “ io e Blaine stiamo cercando un nuovo appartamento dove trasferirci”

“Oh… wow… quando? Tipo… domani? Perché Hummel… questa è quasi una bomba che mi lanci”

“Lo so… e non vogliano crearti problemi o abbandonarti… io e Blaine stiamo cercando di trasferirci nella city* visto che sto lavorando molto di più e possiamo finalmente permettercelo… è solo che… penso sia arrivato il momento… non ce ne andremo fino a quando non abbiamo capito come ti sarai sistemata”

“Grazie per la vostra premura… ed immagino di avere anche io delle novità… mi trasferisco anche io”.

“Cosa?”

“Mi sto trasferendo anche io… cosa c’è che non capisci ?”

“No… voglio dire… quando lo hai deciso?”

“Io e Brit ne abbiamo parlato da quando siamo tornate insieme… e penso che sia arrivato il momento di fare seriamente… quindi sono felice che avete deciso così non ho davvero altra scelta…”

“Dove andrete? Lo avete già deciso?” chiese Blaine, preoccupato.

“Per la maggior parte… nulla di concreto per ora… New York è stata quasi un’avventura… ma ho capito che non fa davvero per me… posso spuntare il “vivere in una grande città” dalla mia lista di desideri, ma penso che sia arrivato per me il momento di andarmene… andremo ad ovest.

Non sono ancora sicura su dove finiremo, forse a LA, ma la prima tappa è a Las Vegas”

“Oh… molto responsabile da parte tua” disse beffardo Kurt, “ e cosa c’è esattamente a Las Vegas?”

“Infiniti modi per la dissolutezza e tutti i modi per peccare alla luce del sole… la vera domanda dovrebbe essere cosa… non c’è a Vegas”

“Il matrimonio gay li è legalo ora” intervenne Blaine.

“Lo so” disse Santana, lo sguardo distante per un momento poi il suo viso si addolcì e gli occhi si posarono sul tavolino.

Kurt si schiarì la gola e Santana tornò a guardarli.

“Buona fortuna, allora” disse insicuro su come dovesse gestire la notizia.

Non era d’accordo con la sua decisione e pensava che fosse poco responsabile, ma doveva per lo meno darle atto di essere determinata in qualcosa , per essersi sistemata, in un certo senso, con Brittany che l’amava davvero e di non essere spaventata di prendersi i proprio rischi e vivere la vita come voleva, fregandosene di quello che pensavano gli altri.

Santana era indipendente e Kurt la rispettava soprattutto per questo.


“Ho sempre pensato che la gente scherzasse quando paragonava gli appartamenti di New York a delle scatole da scarpe” disse Blaine, guardandosi attorno nel minuscolo appartamento di circa 30mq.

“No… questa è una faccenda seria… sono quasi sicuro che riuscirò a malapena a sistemare la mia collezione di scarpe per tutto l’appartamento” scherzo Kurt.

“Ma penso anche che sia un bel posto “ disse serio Blaine.

Dopotutto era situato opportunamente nel Green Village, l’edificio faceva praticamente parte del Campus dell’NYU, che era poi il vero vantaggio.

E a Blaine piaceva il fatto che fosse in Sullivan street, cosa che lo avrebbe spinto a canticchiare una versione leggermente più allegra di una canzone dei Counting Crows durante il viaggio verso casa.

“Almeno è un inizio” disse Kurt, “abbiamo bisogno di un posto per crescere”.

Blaine si voltò verso l’agente immobiliare che era rimasto appena fuori dalla porta aperta.

“Lo prendiamo” disse con un sorriso.

Kurt gli afferrò gentilmente il braccio.

“Aspetta Blaine… ne sei assolutamente sicuro?”

“Lo sono… penso che questo posto sia perfetto… possiamo farla funzionare”..

“Okay” disse Kurt, con un sorriso sul volto.

Si voltò per parlare con l’agente questa volta.

“Dove dobbiamo firmare?”



Il sole di quel tardo pomeriggio illuminava l’edificio, penetrando attraverso i vetri colorati delle finestre quadrate, e proiettava deboli riflessi sul pavimento in legno nudo, su null’altro che il fantasma di quello che c’era stato li.

Guardandosi attorno era difficile credere che qualcuno avesse vissuto li; l’unica prova rimasta era un cuore verde chiaro e giallo disegnato sulla parete più lontana dove c’era stata la camera da letto di Rachel, al cui interno c’era il nome dell’amato fratellastro morto di Kurt.

Quando aveva tolto gli ultimi mobili, aveva rivelato il disegno e Kurt aveva sentito un dolore al petto per la nostalgia e la tristezza mentre faceva del suo meglio per mantenere la calma per non scoppiare a piangere.

Tornò indietro a quei giorni in cui il pennello aveva toccato quei mattoni, quando, appena si erano trasferiti, erano arrivati a quel loft che era solo un magazzino vuoto a quel tempo.

Avevano pitturato e lavorato tutta la notte, fermandosi solo per mangiare e divertirsi un po’ guidando delle biciclette nello spazio aperto, per poi continuare così per tutta la settimana, sistemando mobili , trasformandolo completamente.

“Quindi… credo che ci siamo” disse Blaine, guardando attorno all’appartamento, dalla soglia.

Anche se non aveva vissuto li dall’inizio, l’appartamento conservava molti dei loro ricordi insieme, era stato sempre così pieno di vita ed ora era solo un guscio vuoto.

“Sai… ricordo quando c’eravamo solo io e Rachel … abbiamo trasformato tutto questo nella casa che è diventata, ed era perfino più di questo…le persone andavano e venivano , abbiamo riso… pianto e festeggiato così tante cose…abbiamo sofferto, fatto amicizie… ma ora è arrivato il momento di lasciarsi tutto alle spalle…

Siamo tutti cresciuti… Rachel se n’è andata mesi fa… Santana ha iniziato una nuova vita con Brittany, io sto lavorando a tempo pieno come attore ed ora… è il nostro turno di lasciare il nido”.

“Ma questo posto ti mancherà… so che è così” disse Blaine, allungandosi per prendere la mano di Kurt ed intrecciare le loro dita.

Kurt abbassò lo sguardo sulle loro mani , le sollevò leggermente e prese un profondo respiro.

“Si… non ci sono dubbi che mi mancherà … New York è stata un’avventura… ma questo è il posto in cui tutto è cominciato… dovremmo… dovremmo andarcene prima che mi metta a piangere” disse Kurt, la voce incrinata.

Avevano trasformato quell’appartamento di una sola stanza in una casa e Kurt l’avrebbe sempre considerata, con affetto, il trampolino per il suo futuro e la sua vita a New York … ma ora era tempo di dirle addio e chiudere la porta per un’ultima volta, far scorrere la pesante porta di legno scorrevole e non guardarsi mai più indietro.



Ci misero circa un mesetto per ambientarsi nel loro nuovo quartiere e ci furono alcune cose che né Blaine né Kurt avevano previsto che resero la loro vita quotidiana un’esperienza piuttosto interessante, e cioè i loro vicini e le loro abitudini ed hobbies.

Anche se il loro appartamento era piccolo, tutto era molto vicino e subito conobbero tutti intorno a loro molto più intimamente di quanto avessero in realtà voluto.

Si erano a malapena presentati , ma si incrociavano spesso con i loro vicini all’ingresso o anche solo fuori dall’edificio.

I nomi erano ancora confusi e fu per questo che Blaine e Kurt avevano dato dei soprannomi a tutti.

C’era una signora anziana, un’artista, che loro chiamavano “Kathy la pazza” , mai davanti a lei però.

La potevi sempre trovare mentre vagava all’interno dello stabile o sul marciapiedi, che chiedeva continuamente, di poter fare un ritratto o un disegno a loro due o a chiunque passasse.

Nonostante fosse chiaramente una loro vicina, sembrava una senzatetto  e Blaine e Kurt la trattavano sempre con gentilezza pur essendo piuttosto confusi.

Proprio accanto a loro, viveva una bella coppia gay sulla quarantina, la cui camera da letto era guarda caso dall’altra parete della loro camera da letto.

Fu quasi troppo banale, ma comunque divertente quando Blaine e Kurt realizzarono che la coppia faceva del chiassoso e rumoroso sesso.

Erano “urlatori”.

All’inizio , capitava di ascoltarli solo occasionalmente, e poi Blaine , alla fine, notò che c’era uno schema incredibilmente costante, come se fosse tutto già programmato.

Precisamente alla 10:30 ogni sera e alla 7 di mattina tutti le Domeniche, potevano sentire i due uomini , la testiera del letto che sbatteva contro il muro,  si sentivano chiaramente imprecazioni oltre ad altri “rumori”, alcuni addirittura inumani.

Benché divertente ed anche imbarazzante , Blaine e Kurt capirono esattamente quando organizzarsi per le uscite e le passeggiate mattutine prima del brunch domenicale per evitare di sentire le pagliacciate delle “Regine urlanti” , come avevano battezzato la coppia.

La vicina preferita di Kurt era quella che aveva soprannominato “il fantasma”.

Anche se in realtà non l’avevamo mai incontrata e non sapessero in quale appartamento vivesse, da qualche parte nell’edificio c’era una cantante lirica la cui voce si sentiva attraverso le prese d’aria quasi tutti i giorni.

Aveva una bellissima voce, quindi non era fastidiosa, ma Blaine e Kurt spesso ne ridevano , continuamente perplessi, chiedendosi quando finalmente avrebbe smascherato questa misteriosa donna piena di talento.

C’era anche un’altra cosa che Kurt aveva iniziato a notare nel vicinato ogni volta che usciva: li intorno c’erano due gatti randagi.

All’inizio aveva pensato che fossero di uno dei suoi vicini, perché amavano stare nel vicolo tra il loro palazzo e quello adiacente, ed erano molto amichevoli, si strusciavano spesso tra le sue gambe se si fermava quando passava; ma subito divenne chiaro che quelle creaturine pelose erano dei randagi.

Poi un giorno uno dei due gatti sparì e l’altro rimase tristemente seduto sul marciapiedi, guardando dall’altra parte della strada fissando apparentemente il nulla ed a Kurt si spezzò un pò il cuore.

Non sapeva cosa fosse successo all’altro gatto o se sarebbe tornato, ma più passavano i giorni più Kurt si ritrovò preoccupato per la creaturina rimasta sola.

Così, un giorno, di ritorno da una della sue prove, si fermò al supermercato all’angolo e comprò alcune crocchette.

Lasciò del cibo in un piccolo contenitore per il gatto e poi scappò nel suo appartamento, troppo spaventato di toccare l’animale o di avvicinarsi troppo.

Il giorno seguente, il gatto era sparito.

Kurt stava tornando a casa e non trovava il gatto da nessuna parte.

Il contenitore del cibo era vuoto ma il gatto non frequentava più quella zona cosa che preoccupò Kurt.

Sentendosi un po’ giù , entrò nell’edificio, salì le scale e poi si fermò di botto alla vista di qualcosa di inaspettato.

Kurt ridacchiò e poi con voce dolce, disse:

“Hey… come sei arrivato qui?”.

Il gatto riconobbe lui e la sua voce, si alzò dal suo posto di fronte alla porta dell’appartamento di Blaine e Kurt e trotterellò silenziosamente verso di lui, strusciandosi col viso contro le gambe di Kurt, facendo anche le fusa.

Kurt sorrise di nuovo, dirigendosi verso la porta ed inserendo la chiave nella toppa.

Non appena entrò in casa, il gatto lo seguì dentro e Blaine guardò prima lui e poi il gatto, il sopracciglio alzato.

“Kurt?” disse lentamente, “ che cosa ci fa questo gatto qui?”

“Umm.. è una … lunga storia? È uno dei randagi che vive nel vicolo…”

“Si… lo avevo già visto”.

“Si… beh… stava sempre con un altro gatto… ma il suo amico è sparito e sembrava così triste.. e poi… gli ho… tipo dato da mangiare?” disse Kurt , sembrando colpevole per aver fatto un errore da dilettante.

“Kurt” si lamentò Blaine, “ non devi mai dar loro da mangiare, Kurt…se lo fai , tornano e non ti lasceranno mai in pace… come adesso”.

“Lo so… e mi dispiace davvero tanto.. avrei dovuto saperlo”.

Ma lo sguardo che Kurt  lanciò a Blaine era tutt’altro che dispiaciuto.

In realtà, quello sguardo sembrava dicesse che , forse, Kurt non voleva che il gatto se ne andasse.

Blaine non riusciva a discutere con Kurt quando lo guardava in quel modo… così sospirò.

“E va bene… so dove questo ci sta portando… vuoi tenerlo?”

“Sei serio? Se voglio tenerlo?”

“Se lo portiamo immediatamente a fare un controllo ed i vaccini e ci assicuriamo che lui o lei sia sterilizzato o castrato non vedo dov’è il problema”.

L’espressione di Blaine si addolcì notevolmente quando abbassò lo sguardo sul gatto ai piedi di Kurt.

“Voglio dire… guardalo… praticamente ti sta reclamando e penso di non avere molta scelta… ed onestamente non ho il coraggio di rimetterlo in strada se possiamo dargli una casa.”

Kurt si lanciò attraverso la stanza e strinse Blaine tra le braccia, baciandolo con fermezza sulle labbra.

“Grazie! Sei il migliore!”

“Vado a prendere il cappotto perché dobbiamo trovare qualcosa pere trasportare il gatto prima di poter fare qualsiasi altra cosa” disse Blaine, il volto illuminato che rifletteva la stessa gioia che c’era sul viso di Kurt.



Col trasportino in mano, Blaine indietreggiò per lasciare che Kurt aprisse la porta e poi lo seguì dentro, sistemando il trasportino , ed il gatto, sul pavimento.

Kurt svuotò i vari sacchetti con tutte le cose che avevano comprato al negozio di animali mentre tornavano a casa dal veterinario e sistemando tutto sul tavolo e vicino al divano; si voltò poi verso Blaine che si era accucciato per far uscire il loro nuovo animale, e nuova compagna di stanza, dal trasportino .

Si… avevano scoperto che il gatto era una femmina e che era già stata operata e che poteva essere stata abbandonata o era scappata ed era per questo motivo che era così docile ed amichevole.

Blaine e Kurt avevano passato tutto il viaggio di ritorno in taxi a discutere sul nome da darle, fin quando Kurt non decise di chiamarla Vivienne , in onore di uno dei suoi idoli, la stilista Vivienne Westwood ovviamente.

“Guardala…” disse Blaine, “Viv si comporta come se fosse la proprietaria di casa”.

“I gatti sono molto intelligenti” disse Kurt mentre guardava la gatta uscire dal trasportino e dirigersi velocemente verso il divano per sistemarcisi con facilità.

Dopo cena Blaine e Kurt si rilassarono guardando un film, accoccolati uno accanto all'altro sul divano.

Per quanto Kurt avrebbe voluto rannicchiarsi sul divano come Blaine, seduto sul divano con i piedi sul cuscino, non poteva perché Vivienne, una palla di pelo bianco, marrone e grigio, dormiva beatamente sul suo grembo.

Non la voleva disturbare, così pensò di poter affrontare un po’ di disagio se questo significava che la loro “bimba” si sentisse amata ed al sicuro.



NOTE

Scusate il ritardo...

Ormai manca davvero poco alla fine della serie...

Per chi come me ama Darren Criss ed ha voglia ... ho creato una pagina facebook completamente dedicata a lui...

Darren Criss Italian Fanclub
   
 
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