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Autore: Ms Mary Santiago    22/01/2018    8 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – Conclusa]
E se la rivolta durante la terza edizione della memoria avesse avuto un esito decisamente diverso?
Se i Tributi non fossero riusciti a lasciare l’Arena e fossero stati tutti catturati da Capitol?
Se Katniss, Peeta, Johanna, Finnick e tutti gli altri non fossero diventati altro che la riprova che la potenza di Capitol City e del Presidente è immune da ogni forza esterna?
Alla vigilia della quarta edizione della memoria la punizione del Presidente si abbatte su di loro … e su tutti gli ex vincitori.
*
Dal testo:
“In ricordo della ribellione sedata venticinque anni fa, affinchè gli abitanti dei Distretti ricordino che le loro colpe ricadono sui loro figli, in occasione della quarta edizione della memoria i tributi di ogni Distretto verranno sorteggiati tra i figli degli ex campioni nati durante gli ultimi venticinque anni.”
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Bimbo Cresta-Odair, Nuovi Tributi, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La Mietitura I

 

 

 

 

Salve!

Prima di lasciarvi al capitolo vorrei chiedere a tutti coloro che ancora non mi hanno inviato le schede dei loro Tributi di farlo al massimo entro venerdì in modo tale da poter pubblicare la seconda parte della Mietitura entro la fine della settimana.

Per chiarezza, parlo degli otto tributi appartenenti ai seguenti Distretti:

- Distretto 6;

- Distretto 8;

- Il ragazzo del Distretto 9;

- Distretto 10;

- Il ragazzo del Distretto 11.

Detto ciò ringrazio quanti di voi hanno già inviato la scheda, o mi hanno anticipatamente avvertito del ritardo, e vi lascio al capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Distretto 1

 

 

 

 

Emerald “Esme” Cavendish – 25 anni.


 

 

 

 

Esaminò il riflesso che gli rimandava lo specchio a figura intera nell’angolo della sua stanza.

La pelle alabastrina appariva leggermente più pallida del solito, gli occhi verdi come smeraldi erano leggermente sgranati, ma nel complesso una volta che avesse finito di acconciare le lunghe onde bionde avrebbe avuto il solito aspetto: una bella bambolina di porcellana, delicata e perfetta.

Assomigliava molto a sua madre.

Non che avesse mai avuto l’occasione di conoscerla, né lei né lo zio Gloss, ma dalle foto che sua zia Jewel le aveva mostrato poteva affermare con certezza che fosse così.

Persa nelle sue considerazioni, sentì bussare leggermente alla porta della sua stanza.

- Sì? –

- Esme, è quasi ora. –

- Sto arrivando. –

Spazzolò i capelli, meditando sul lasciarli sciolti o meno, e alla fine decise per la prima opzione.

C’erano molte bionde al Distretto, ma nessuna aveva quella chioma color dell’oro puro perciò se proprio doveva essere tra le povere anime sotto i riflettori per quella giornata allora tanto valeva che splendesse come la più luminosa delle stelle.

Uscì dalla camera salutando con un cenno del capo la zia e scompigliò i corti capelli di Jade, la più piccola delle sue cugine.

- Hai intenzione di offrirti volontaria? – le chiese Jade con quella sua vocina sottile che la faceva sembrare ben più piccola dei suoi otto anni.

- Probabilmente. –

Sua zia aggrottò la fronte, contrariata.

- Perché proprio adesso? Perché non lo hai fatto dieci anni fa? –

- Perché dieci anni fa non sarei stata sicura d’incontrare la figlia di Johanna Mason all’interno dell’Arena. –

- Non puoi esserlo nemmeno adesso -, obiettò la donna, - al Distretto 7 non è l’unica figlia di una vincitrice. –

- No, non lo é -, convenne, - ma ho la netta sensazione che quest’edizione rivedrà parecchi volti noti. –

Per quale altro motivo altrimenti Snow avrebbe permesso loro di vivere un’infanzia e un’adolescenza ben lontana dalla follia dei Giochi?

 

 

 

 

 

 

Libero William Howard – 16 anni.


 

 

 

 

La piazza antistante il Campidoglio era gremita come al solito, ma se negli anni passati gli aspiranti Tributi erano decine e decine di giovani ragazzi e ragazze quella volta la maggior parte dei presenti era lì solo per avere un posto in prima fila per assistere alla Mietitura di quella quarta edizione della memoria.

Loro, i figli degli ex Vincitori, erano sistemati in due file in base al sesso ed ammontavano a un totale di circa venti persone la maggior parte dei quali erano ragazzi.

Intravide il volto del dodicenne figlio di uno degli ultimi campioni del loro Distretto, uno scricciolo dalle scomposte ciocche corvine che si guardava attorno con aria febbrile e sembrava praticamente impossibilitato dallo starsene fermo e tranquillo, mentre questo si girava proprio verso di lui e accennava un abbozzo di sorriso.

Del resto tutti lì al Distretto lo conoscevano; essere il nipote del sindaco ti rendeva una sorta di celebrità da quelle parti e l’incendio in cui era morto suo padre viveva ancora nella memoria di quanti avevano conosciuto Lucas Edward Howard quando era ancora in vita.

Con la coda dell’occhio vide che anche i Mentori assegnati a quella particolare edizione, la giovane Opal appena ventenne e il trentaquattrenne Brenn, erano giunti in piazza e attendevano pazientemente a un lato del palco.

La Capitolina percorse i gradoni che la separavano dal palco, camminando su quei tacchi abnormi con una semplicità che aveva dell’incredibile, e osservò i giovani davanti a lei con le iridi blu luccicanti d’eccitazione.

Si schiarì la gola, tamburellando sul microfono acceso.

- Salve, miei cari abitanti del Distretto Uno. Come sempre cominciamo questa Mietitura con un gentile omaggio del Presidente Snow. –

Il filmato era cambiato negli ultimi venticinque anni, sostituendo quello storico che vedeva la prima ribellione dei Distretti domata, e adesso ritraeva la desolazione dopo che Capitol aveva messo fine alla rivolta guidata dalla Ghiandaia Imitatrice.

Quando ebbe termine la donna riprese la parola.

- Molto bene e adesso, come è nostro costume, cominciamo con le signore. –

Rovistò nell’ampolla contenente gli otto foglietti con studiata lentezza, lasciando vagare lo sguardo sulle ragazze davanti a lei.

Doveva riconoscere che era abile nel creare suspance, si ritrovò a riflettere Libero.

- Clarisse Long … -

Non ebbe modo di terminare il cognome della ragazza, una moretta di circa tredici anni che era in prima fila, perché un braccio svettò alto nella folla.

Emerald Cavendish, la figlia di quella Cashmere che aveva letteralmente stregato i Capitolini e che aveva trovato la morte durante la terza edizione della memoria, inarcò un sopracciglio come a volerla sfidare a ignorarla.

- Abbiamo una Volontaria, ma che emozione! Prego, mia cara, raggiungimi sul palco. –

Libero seguì l’avanzata della giovane donna, consapevole che anche il resto dei presenti stava facendo lo stesso.

- Emerald Cavendish, venticinque anni, Volontaria per il Distretto Uno – recitò davanti al microfono, fissando risolutamente verso la telecamera che riprendeva la Mietitura.

- E adesso veniamo al baldo giovane che accompagnerà la nostra Emerald – riprese la Capitolina, puntando questa volta verso l’urna contenente i nomi maschili, - Libero Howard! –

Libero prese un respiro profondo, consapevole che non ci sarebbe stato nessun Volontario pronto a prendere il suo posto; proprio come era accaduto anni prima con suo padre, nessuno avrebbe mai osato rubare la gloria a uno della stirpe del sindaco andando incontro alla sua furia.

“Coraggio, si va in scena.”

S’impose di indossare la migliore delle sue espressioni tranquille e sicure.

Doveva dare l’idea di quello più che sicuro di vincere quell’edizione … anche se non lo era affatto.

Prese posto accanto a Emerald, sorridendo quando la Capitolina gli domandò quanti anni avesse.

- Sedici. –

- Eccellente. I vostri Tributi, Distretto Uno, fate loro un bell’applauso! –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Distretto 2

 

 

 

 

Cassian Andersen – 25 anni.


 

 

 

Cassian assestò un pugno al sacco, sorridendo soddisfatto quando lo vide scattare all’indietro.

Fintò un sinistro e poi colpì nuovamente con un calcio rotante.

Quando il gancio che lo sosteneva cedette, facendolo cadere a terra con uno schianto, sorrise soddisfatto.

Un secco rumore d’applausi echeggiò alle sue spalle.

Con la coda dell’occhio vide che Enobaria era appoggiata alla colonna e lo osservava con aria vagamente divertita, i denti aguzzi che trapelavano leggermente dal suo sorriso.

- Sapevo che ti avrei trovato qui. –

- Un po’ d’allenamento in pace prima di ore di treno. Almeno crollerò e non sarò costretto a sorbirmi tutte le chiacchiere della Capitolina che ci verrà assegnata. –

Il sorriso sul volto della donna si allargò ancora di più.

- Brutus sarebbe fiero di te. –

- Sei vestita tremendamente bene per essere una che si limita ad assistere alla Mietitura – osservò di rimando.

- Questo é perché non mi limito ad assistere. –

Cassian corrugò la fronte, sorpreso.

- Non credevo avessi intenzione di fare da Mentore a questa edizione. Hai detto che ti eri stufata. –

- Già, ma Brutus è stato il mio Mentore perciò credo che sia giusto che io sia la tua. –

Tutti al Due sapevano quanto lei e suo padre fossero stati legati, tanto che le dicerie si erano spinte spesso a insinuare che l’uomo avesse avuto una storia extra coniugale con lei.

Dicerie messe in giro da idioti, per come la vedeva Cassian, perché chiunque avesse conosciuto anche un minimo Enobaria e Brutus avrebbe scoperto che il rapporto che c’era tra loro era paragonabile a quello tra sorella e fratello.

- Mi insegnerai a squarciare la gola di qualcuno con i denti? – scherzò, afferrando l’asciugamano che la donna gli porgeva e asciugandosi il volto sudato.

- Credo che tu sia più il tipo che può spezzare il collo a qualcuno a mani nude -, rilanciò sorridendo, - E adesso va a farti una doccia, mancano venti minuti all’inizio della Mietitura. –

Accennò un beffardo cenno militare.

- Agli ordini. –

 

 

 

 

 

 

 

Amber Pearl Jemma Johnson – 20 anni.


 

 

 

 

Giocherellò con le lunghe ciocche bionde, attendendo che le ragazze davanti a lei finissero di sistemarsi al loro posto per poi fare altrettanto.

Di fianco a lei c’era la sua sorellastra, Ruby, e da qualche parte nel gruppo dei ragazzi c’era sicuramente Zephyr, il suo fratellastro.

- Hai intenzione di continuare a sistemarti i capelli ancora per molto? – le chiese Ruby, storcendo il naso con disapprovazione.

- E se anche fosse? – la rimbeccò.

- Non è certo una sfilata di moda, il tuo bell’aspetto non interessa a nessuno. –

- Questo è a dir poco discutibile e, in secondo luogo, sei fortunata che non lo sia. –

Sentì Ruby bofonchiare a mezza bocca qualcosa di decisamente poco gentile, ma Amber volse lo sguardo verso la Capitolina che si stava sistemando davanti al microfono.

- Buongiorno, miei cari -, trillò la donna allegra, - Non perdiamo tempo e cominciamo subito con le signore; la nostra fortunata ragazza è … Amber Johnson! –

Nessuna mano si alzò per offrirsi al suo posto.

Non che Amber ne fosse sorpresa.

Sapeva perfettamente che la maggior parte delle ragazze del Distretto non nutriva una simpatia particolare nei suoi confronti, così marciò tra le ragazze e salì sul palco.

- Mia cara, quanti anni hai? –

- Vent’anni – replicò, sforzandosi di rendere la sua voce più incerta e impaurita che poteva.

Non aveva alcuna intenzione di mostrarsi come la classica Favorita spavalda.

Si coprì il volto con le mani dalle dita affusolate, singhiozzando vistosamente, mentre calde lacrime di circostanza le colavano lungo le guance rosee.

- Suvvia, mia cara, vediamo chi sarà ad accompagnarti in questo viaggio – intervenne la Capitolina, battendole colpetti affettati sulla schiena, pescando poi il nome del ragazzo: - Andreas Ratmond? –

- Cassian Andersen – la corresse la voce del giovane uomo in prima fila.

Amber lo conosceva come molte altre delle sue coetanee del resto.

Il figlio di Brutus Andersen, il protetto di Enobaria Strong, il venticinquenne membro dell’Aviazione del Distretto Due che aveva fatto palpitare il cuore di più di una ragazza.

- Come dici, mio caro? –

- Dico che il Tributo maschile del Due sarò io … sempre ammesso che non ci sia qualcuno che ha nulla in contrario – concluse.

C’era un pizzico d’ironia nella sua voce che fece ridacchiare nervosamente alcuni ragazzi, tra cui il sorteggiato che disse: - Per me non ci sono problemi, amico. –

- Bene. Allora raggiungici pure sul palco – assentì la Capitolina.

Cassian non se lo fece ripetere due volte e si sistemò accanto a lei, accennando appena un minuscolo sorriso dandole modo di capire che l’aveva riconosciuta sebbene la loro fosse solo una conoscenza di vista, poi si chinò verso la loro Capitolina.

- Bel cappello, rossa. –

La donna arrossì, suscitando una diffusa risata collettiva, e borbottò un ringraziamento.

- I vostri Tributi, Distretto Due! –

 

 

 

 

 

 

 

Distretto 3

 

 

 

 

 

Charity Latier – 21 anni.


 

 

 

 

Lanciò un’occhiata a sua madre, accanto alla sedia a rotelle sulla quale si trovava il padre, e sorrise al loro indirizzo.

La notizia di quella quarta edizione aveva fatto precipitare nell’ansia un po’ tutti lì al Distretto, ma Beetee in particolare sembrava essere toccato dalla cosa.

Charity supponeva che tutto quello che era stato costretto a passare e ciò che la sua ultima edizione dei Giochi gli aveva lasciato fossero stati il colpo peggiore per quell’uomo così risoluto e indipendente che improvvisamente si era ritrovato a doversi appoggiare a chi lo circondava.

Tuttavia quando aveva trovato in Catherine il vero amore ed era nata Charity la priorità era diventata proprio quest’ultima.

Entrambi i suoi genitori avevano sempre cercato di fare il possibile per aiutarla nella sua crescita personale, insegnandole ad affrontare la vita quanto a prepararsi a un’eventuale chiamata nell’Arena.

E quella mattina, in cui l’eventualità era più che mai vicina, lei non poteva fare a meno di cercare di tranquillizzarli a modo suo.

- Mi avete insegnato tutto quello che potrebbe mai servirmi. Comunque andranno le cose, che io sia estratta o meno, saprò come affrontare la situazione. –

Suo padre le prese la mano, spingendola a chinarsi verso di lui, e l’abbracciò.

- Sei sempre stato il migliore dei nostri traguardi, spero che continuerai a esserlo qui al Distretto. –

Lo sperava anche lei, ma la matematica non era un’opinione e le probabilità giocavano decisamente a suo sfavore.

Il Tre era un buon Distretto in cui vivere, ma non produceva di certo combattenti letali come l’Uno e il Due, né esperti nell’arte della sopravvivenza e della mimesi come quelli del Sei, né agili nuotatori capaci di procacciarsi il cibo in presenza di una qualsiasi fonte d’acqua come quelli del Quattro.

Pertanto il numero di figli di Vincitori era decisamente ridotto rispetto ai primi Distretti.

Avrebbe avuto bisogno di un vero e proprio miracolo per non essere estratta.

E lei era una donna di scienza, credeva ai fatti e non ai miracoli.

 

 

 

 

 

 

 

Luke Derrick Bellamy – 18 anni.


 

 

 

 

- E dopo questo piccolo regalo inviato dal Presidente, possiamo finalmente cominciare con la tanto attesa estrazione dei fortunati giovani che rappresenteranno il Distretto Tre a questa quarta edizione della memoria. –

Luke storse il naso alle parole della Capitolina.

Fortunati?

La fortuna non era mai a loro favore.

- Come sempre cominciamo con le donzelle … Charity Latier! –

Il sussulto dalla folla dei presenti giunse forte e chiaro alle orecchie di Luke.

Charity era conosciuta al Distretto; suo padre era Beetee Latier, uno dei pochi sopravvissuti alla terza edizione della memoria, uno di coloro che avevano combattuto contro Capitol.

Supponeva che la sua estrazione fosse a dir poco scontata e si chiese distrattamente se qualcuno avesse truccato l’urna.

Vide la ragazza voltarsi verso il pubblico, forse alla ricerca dei suoi genitori, decisamente preda dello shock, prima di avanzare verso il palco e sistemarsi accanto alla Capitolina.

- E adesso il giovanotto … Luke Bellamy, coraggio, unisciti a noi! –

Doveva essere uno scherzo.

Sapeva che i figli dei Vincitori erano pochi e che la probabilità era alta, ma non aveva mai pensato seriamente che sarebbe toccato a lui.

Nessuno si offrì Volontario al suo posto esattamente come era capitato per Charity.

Il Tre non era un Distretto di combattenti né di coloro che ricercavano la gloria squarciando gole o trafiggendo persone.

Strinse i pugni, ingoiando la rabbia, e prese il suo posto con muta rassegnazione.

- I vostri Tributi, Distretto Tre, possa la fortuna essere sempre a loro favore! –

 

 

 

 

 

 

Distretto 4

 

 

 

 

 

Sebastian Odair – 24 anni.


 

 

 

 

 

- Seb, ho paura – sussurrò Christine, mentre si incamminavano verso la piazza principale del Distretto.

- È normale avere paura, Chrissie. –

- Ho il doppio della paura questa volta, perché anche tu potresti essere estratto. E che succede se veniamo scelti tutti e due? –

Sebastian fece scivolare la mano in quella della sorellina, intrecciando le dita alle sue e stringendo piano.

- Non farti sentire da mamma quando fai queste ipotesi -, le sussurrò, - ma se così dovesse andare a finire allora uno di noi uscirà da quella maledetta Arena. E ti assicuro che farò di tutto affinchè quella persona sia tu. –

- Ma … -

- Raggiungi le tue amiche, tra poco inizierà la Mietitura – la interruppe, chinandosi a scoccarle un bacio sulla guancia, per poi dirigersi verso la zona maschile.

Christine lo guardò per una manciata di secondi prima di prendere posto accanto alle sue migliori amiche.

Non era mai stata tanto spaventata in vita sua.

La voce della Capitolina, una donna vestita interamente di verde acqua e con i serici capelli biondo platino, la riportò alla realtà.

- Buongiorno, Distretto Quattro. Come tutti gli anni ci ritroviamo qui a sorteggiare la coppia di coraggiosi giovani che scenderà nell’Arena … e come sempre prima le signore. –

Christine chiuse gli occhi, serrandoli con forza, mentre la Capitolina dispiegava il foglietto e leggeva il nome.

- Ayla Dobrev! –

Emise un respiro sollevato mentre la ragazza bionda che era stata chiamata si faceva avanti.

Anche quell’anno era salva.

 

 

Ayla Dobrev – 19 anni.

 

 

 

 

 

 

Ayla si fece avanti non appena sentì chiamare il suo nome.

Era il suo momento, finalmente avrebbe potuto riscattare la memoria di suo fratello.

Avrebbe vinto quell’edizione e gli avrebbe dedicato la vittoria.

- Quanti anni hai, mia cara? –

- Diciannove. –

- Fantastico, un bell’applauso per questa bellissima ragazza -, trillò deliziata, - e adesso vediamo chi sarà il prode cavaliere che ti accompagnerà in quest’avventura. –

“Tutti, ma non lui. Non Lui. Non Lui.”

- Sebastian Odair! –

Il destino doveva proprio aver deciso di giocarle uno strano scherzo.

Aveva cercato di attirare l’attenzione di Sebastian Odair per anni, piuttosto inutilmente tra l’altro, ed ecco che si ritrovavano insieme nell’Arena.

Pessimo tempismo, destino, decisamente pessimo.

Vide Christine Odair scoppiare in singhiozzi mentre il fratello avanzava verso il palco, confortata dagli abbracci delle sue amiche, e Finnick Odair che stringeva a sé sua moglie in preda a una di quelle crisi tristemente famose all’interno del Distretto.

Sebastian prese posto accanto a lei, sorridendole lievemente prima di tornare a fissare le telecamere.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto, immerso in chissà quali pensieri, e lei non poteva fare a meno di pensare che tutta quella storia era a dir poco assurda.

Improvvisamente entrare nell’Arena cominciava a perdere tutto il suo fascino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ed ecco a voi i primi otto Tributi di questa centesima edizione. Chiedo ai creatori degli OC comparsi di darmi un riscontro della loro resa e rinnovo l’invito fatto a coloro che ancora devono inviare le schede così almeno riusciamo a toglierci presto gli altri due capitoli di Mietitura e ad entrare nel vivo della storia.

Per ora è tutto.

Alla prossima.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
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