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Autore: Lemma    22/01/2018    0 recensioni
Eddie e Annette si sono sposati, la loro sembrava essere una coppia perfetta, ma la popolarità di lui potrebbe causare qualche problema fra i due.
Ann riuscirà a sopportare l'assenza di Eddie e i suoi sbagli?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tale padre tale figlio, Rufus accettò l'idea di conoscere suo padre in cambio di un regalo. Mi sembrava ieri che Eddie tornava a casa dall'ospedale e alla domanda "Come ti senti?" rispondeva "Come se mi servisse una chitarra nuova".
Fu bellissimo però, entrambi sembrarono prenderla bene. Quando uscimmo da casa di Alex Eddie riuscì a convincermi a stare da lui, infondo ormai era anche tardi e di tornare a Pasadena non ne avevo molta voglia così rimasi. Fortunatamente in casa c'erano anche delle stanze per gli ospiti, Eddie quando mi aveva detto per la prima volta quel giorno di rimanere lì non sapeva di Rufus! Andai a mettere a letto il piccolo che appena rimboccate le coperte chiese "Mamma, il bacio della buona notte", gli accarezzai i capelli e glielo diedi, "Papà anche tu!" mi girai, Eddie era rimasto a fissarci appoggiato alla porta a braccia conserte. Sembrò sorpreso, ma dopo un attimo di stupore si avvicinò per accontentare il figlio. Uscimmo insieme e chiusi la porta, "Dove vai? Non vuoi dormire?", "Guarda che lo so che l'altra stanza degli ospiti è di qua", "Ma non è la tua stanza! Al massimo ci dormo io in quella", "Ma..." non ebbi il tempo di controbattere che mi prese per mano trascinandomi in quella che era stata la nostra stanza, non era cambiato quasi niente. "Buona notte Anny" fece per andarsene, ma lo fermai "Aspetta, tu dormi qui!", "Ma ti ho detto che ti lascio la camera", "E se io volessi compagnia? L'Eddie che conoscevo non avrebbe detto di no" rise ripensando probabilmente a tutte quelle che avevamo combinato e si tuffò sul letto, "Alza quelle chiappe, mi devi prestare qualcosa, ho solo quello che indosso!", "Puoi anche dormire senza" eccolo qui l'Eddie che conoscevo! Lo guardai in cagnesco e lui si alzò di fretta dandomi una maglietta sua che mi stava ovviamente grande, la presi e andai in bagno a cambiarmi. Quando uscii era di nuovo spaparanzato sul letto, mi squadrò per un lungo istante "Wow Anny, mi sei veramente mancata", "Sempre scemo Van Halen?" quello era sempre stato il nostro tipico scambio di battute. Mi tuffai anche io sul letto accanto a lui, "Mamma, voglio anche io il bacio della buona notte", non si può mai dir di no a Eddie Van Halen così lo accontentai.
Inizialmente rimanevo da Eddie con i ragazzi tipo tre sere a settimana, poi dopo un mese e mezzo quei semplici baci tornarono a essere qualcosa in più, la fiducia aumentava e noi tornavamo a essere la coppia che eravamo sempre stati. C'era sempre stato un bel rapporto fra Amy e Eddie e ovviamente erano entrambi contenti di vedersi così spesso. Rufus si era subito legato a suo padre, era un legame molto forte che era ricambiato. Forse era così proprio perché per quattro anni non si conoscevano nemmeno.
Una giorno arrivai a Los Angeles e trovai Eddie che girovagava per casa inquieto, non l'avevo mai visto così prima d'ora e mi preoccupava. Lo convinsi a parlarmi, mi portò in camera assicurandosi che i ragazzi non potessero sentirci "Eddie che ti prende?", "Annette ti prego, torna a vivere qui, ho bisogno di te!", "È solo per questo che sei così disperato? Mi stai facendo preoccupare" bastava guardarlo per capirlo, non era solo per quello "Mi hanno dato i risultati delle ultime analisi" sbiancai di colpo, c'era per caso qualcosa che potesse minacciare il nostro percorso per tornare a essere una famiglia? "Oddio, Edward parla!", mi prese le mani e le strinse fortissimo, poi chiuse gli occhi e lo disse "Annette, io ho il cancro".
Il mondo mi crollò addosso in un solo istante, pensavo che niente potesse andare male in quel periodo, tutto stava procedendo così bene! Mi gettai su di lui e lo abbracciai più forte che potei. Tenevo gli occhi chiusi per non piangere e lo stringevo come se dovesse scappare da un momento all’altro. Non volevo perderlo, specialmente in quel momento.
“Anny, anche se allenti la presa non scappo”, cercò di sorridermi mentre con una mano mi sollevava la testa costringendomi a guardarlo negli occhi, “Non ti voglio perdere”, “Io non ti lascerò, se mi starai accanto sarà tutto diverso”, “Non ti lascerò mai andare, puoi, anzi devi vincere”.
I giorni passarono tesi, Eddie spiegò a Amy la situazione e presto iniziò a sottoporsi alle dovute cure. Affrontò un paio di interventi e sembrò andare tutto per il meglio.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto cercavo di stargli il più vicina possibile. Rufus non capiva quello che stava succedendo, ma stava sempre appiccicato al padre.
Dopo l’ultimo intervento lasciarono passare del tempo per poi sottoporre Eddie a dei nuovi esami. L’attesa per l’esito fu il periodo più snervante per tutti.
“Annette, ho bisogno di parlarti” ebbi un tuffo al cuore, la sua voce era estremamente serie e temevo mi stesse per dare delle brutte notizie, “Arrivo” corsi in cucina da dove avevo sentito provenire la sua voce.
Quando entrai notai una rosa in mezzo al tavolo, Eddie era vestito elegante e la tavola era apparecchiata per due. “Che succede?” avrei posto altre mille domande se solo lui non mi avesse fatto segno di tacere. Mi fece sedere e iniziò a servire la cena. “Ma Amy e Rufus?”, “I fratelli ogni tanto sono utili”, aveva pensato a tutto e la cena era fantastica. Verso la fine soddisfatto disse “Potrei fare lo chef se non dovessi andare avanti con i Van Halen” cercai di mettere insieme una risatina convincente, ma ero un fascio di nervi. Doveva dirmi qualcosa di importante, ne ero sicurissima.
Fu abbastanza silenzioso tutto il tempo, ma c’era qualcosa nell’aria, una sorta di magia. Finito il dolce finalmente parlò di quello che pensavo “Sai Anny, tu mi sei stata veramente vicina tutto questo tempo. Questa malattia è come una guerra e oggi ho avuto i risultati delle analisi” a quel punto smisi di respirare, sentivo gli occhi umidi e una stretta allo stomaco. Mi guardò e inclinò un lato della bocca a formare una specie di sorrisetto sghembo “Avevi ragione quando dicevi che avrei potuto vincere la battaglia, per ora sto bene” mi alzai di scatto, sorpreso fece anche lui lo stesso e gli avvolsi le braccia al collo piangendo, ma dalla gioia. Eddie però dopo poco sciolse l’abbraccio e mi scostò indietro leggermente “C’è un’altra cosa che vorrei fare adesso. In realtà è un po’ imbarazzante, non so che parole usare” lo guardai perplessa, proprio non riuscivo a capire di cosa stesse parlando “Di cosa stai parlando”, si infilò una mano nei capelli scompigliandoli e quasi ridendo si inginocchiò. Tirò fuori una scatoletta dalla tasca e l’aprì davanti a me “Quando l’ho fatto per la prima volta non immaginavo di doverlo fare di nuovo, ma sono completamente sicuro che questa sarà l’ultima! Annette vorresti risposarmi?” mi inginocchiai davanti a lui e lo baciai come non facevo da anni. Fu un bacio lungo e intenso, pieno di emozioni, “Penso che questo sia un sì”, “Sì, sì e altre mille volte sì!”
   
 
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