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Autore: idrilcelebrindal    24/01/2018    2 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è terminata, ed è stata una strage; ed anche se nessuno dei Durin ha trovato la morte sul campo, i Nani sono privi di guida. Thorin, menomato dalle ferite, in preda a spaventosi rimorsi e sensi di colpa, straziato dall'ansia per la sorte dei suoi ragazzi, medita di rinunciare al Trono per cui ha tanto combattuto.
Kili, privato di suo fratello disperso in battaglia, profondamente deluso dallo zio, si aggrappa disperatamente alla vita; in questa lotta, ha come solo conforto la presenza della sua dolce Liatris, e la convinzione che Fili non è morto, e prima o poi tornerà.
E intanto, molto più ad ovest, gli Orchi in fuga trascinano con loro alcuni prigionieri: uno, con un'astuta messinscena, prepara una rocambolesca fuga, senza sapere quali ostacoli incontrerà e se l'impresa non gli costerà la vita; un altro, alla disperata ricerca del suo passato, scoprirà che l'amicizia può fiorire anche in luoghi e momenti del tutto inaspettati. Non sa che questa amicizia lo trascinerà su una via oscura e piena di pericoli, ma anche di sorprese, ed alla fine potrebbe anche ritrovare se stesso ed il suo destino.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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58 Notizie da Mirkwood
58  Notizie da Mirkwood

“E’ vero che, una volta eliminato Vodren, il suo incaricato abbandonerà il campo: nessuno lavora sapendo che non verrà pagato. Ma ci vorrà un po’ perché si possa arrestarlo, e ancora di più perché venga riportato qui. Si può dare ampio risalto alla notizia del complotto di Vodren, in modo da creare nel sicario qualche dubbio che lo incoraggi quanto meno ad aspettare… rischi contro benefici, sapete… ma in ogni caso passerà del tempo in cui il pericolo sarà – è – reale,” concluse Nori.  
“Kili partirà presto,” intervenne Dìs, “e dovrebbe essere più facile tenerlo al sicuro, visto che faremo in modo che porti con sé solo uomini fidatissimi…”
“… ma non c’è solo lui.”

Kili era rimasto silenzioso perché la sua mente era stata invasa da una miriade di considerazioni. La prima, raggelante : Liatris e mio figlio sono dei bersagli.
Di seguito: non vado da nessuna parte.
Ma Fili ha bisogno di me. E’ il momento, e devo trovarlo. Non posso rimandare.
E quindi?

“Non è stato fatto nessun annuncio ufficiale sul bambino…” tentò Kili. “Se…”
“Non pensarci neanche!” Dìs fu categorica. “Lo faremo prima che tu parta. Evitarlo non servirebbe a niente. Troppi ormai lo sanno! Farebbe sorgere inutili dubbi sulla legittimità del bambino, perché la genta sa contare… e alla lunga potrebbe creare un sacco di problemi che sono sicura che non vuoi che tuo figlio abbia. Ma soprattutto non servirebbe a niente, perché ci crederebbero solo le persone sbagliate.”
Ha ragione, per Durin. La mente di Kili cercava freneticamente una soluzione, quando una mano leggera si posò sul suo braccio.
“Smettila, Kili,” disse Liatris, con decisione. “Non sono più in pericolo di quanto non lo sia stata fino ad ora. Non è cambiato niente ed io non ho paura.”
“Io sì, però.” Si guardò intorno. “Dwalin, Nori :voi due state a casa.”
Una serie di NO!  accolse l’affermazione.
“Perché, sentiamo!” ribattè Kili con aria di sfida.
“Anche tu sei in pericolo! Anzi, sei il primo bersaglio!” Liatris, c’era da aspettarselo.
“Chi ti toglierà dai guai?”
“Mamma! Questo è offensivo, non sono un bambino!”
La risposta di Dìs fu un brontolìo che suonava come sei un genio a metterti nei guai, e qualcosa con pony.
Una volta o l’altra dovrò mettere fine a questa faccenda dei pony… a qualsiasi costo.
“Io vengo e basta. Non mi lascerai indietro e se lo farai ti seguirò.” Affermò Dwalin. Per lui, non c’era spazio per alcuna discussione.
Kili capiva bene la posizione del Comandante della Guardia. Sapeva che Dwalin portava con sé un ingiustificato senso di colpa  per quanto accaduto ai Durin, dalle ferite di Thorin e Kili alla sparizione di Fili; nella sua mente, aveva fallito. Aveva passato la vita a proteggerli ed al momento del bisogno, sul campo di battaglia, si era trovato troppo lontano per essere d’aiuto, e non importa che Thorin gli avesse affidato un incarico preciso. Dwalin sentiva che avrebbe dovuto essere lì e non c’era, e non poteva mancare quella che lui vedeva come l’occasione per riparare i suoi errori riportando Fili a casa. Ma anche così…
“Ha ragione.”

Nori era stato categorico e Kili lo fissò aspettando una spiegazione. Sapeva che il Maestro delle  Spie ne avrebbe avuta una valida.
“Dwalin deve venire con te… e non per soddisfare i suoi sensi di colpa,” sottolineò guardando di sottecchi il grande guerriero,” ma perché è vero che hai bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle. Non abbiamo solo i traditori interni da cui guardarci, stai andando comunque in una spedizione che qualche pericolo lo presenta, e devi essere protetto. Inoltre, Dwalin ha qui un ottimo sostituto. Nèir può fare egregiamente le sue veci con la Guardia; e noi – intendo noi presenti - penseremo alla protezione della famiglia reale. Perché non è solo Liatris  ad essere in pericolo.”
“Nori ha ragione,” intervenne Balin. “Stai pensando a tua moglie e a tuo figlio, e lo capisco, ma non sono loro i soli bersagli… forse nemmeno i principali.”

“Un bambino,” proseguì Balin, “è un’arma a doppio taglio. Può essere più utile da vivo che da morto, perché dipende da chi lo controlla. Guardate cosa pensava di fare Vodren con Fàin.”
“Ehi!” la voce di Liatris era arrabbiata. “Nessuno userà mio figlio come pedina!”
Kili ridacchiò. “Non renderesti le cose facili a nessuno, non ho dubbi.”

“Ancora una volta,” intervenne Nori, “non ci conoscono. È  facile sottovalutarti, Liatris; chi guarda da lontano vede solo una dolce giovane Nana dall’aspetto innocuo, forse poco più di una bambina lei stessa, anche un po’ sopraffatta dal suo nuovo ruolo di principessa, non abituata alla politica…”
“Ti garantisco che gestire una taverna piena di Nani maleducati e di Uomini insolenti è un’ottima scuola!” lo interruppe Liatris.
“… ma loro non lo sanno. E questo è un vantaggio perché ti mette meno in pericolo. Invece…”
Il suo sguardo ruotò intorno al tavolo. Balin proseguì il ragionamento.
“Invece ci sono altri che potrebbero intralciare i piani di Vodren e dei suoi.”

Kili annuì.
 “Vero. Se Vodren mira a creare un vuoto di potere ad Erebor, per approfittarne, dovrebbe togliere di mezzo anche mamma…”
“… che sarebbe una reggente formidabile, e che tutti i Longbeards sosterrebbero a spada tratta…” continuò Nori; “ed anche Thorin.”
L’ex re intervenne con aria dubbiosa.
“Ho abdicato, e la legge non consente che mi rimangi quella decisione; e ormai non sono più credibile come Re.”
“Ti sbagli,” replicò Dwalin. Nori concordò.
“In caso di emergenza, in una situazione in cui qualcuno abbia fatto sparire gli altri della Casa di Durin, i Longbeards farebbero quadrato intorno a te, legale o no; e, credici, da quando sei Maestro delle Forge la gente ti stima molto. C’è attorno  a te un alone che definirei… mistico;  e dopotutto, sei sempre quello che ci ha riportato a casa.”
Thorin tacque, considerando l’affermazione con espressione incredula.
“In conclusione, tutti voi andate protetti. Se c’è qualcuno che ha mire su questa Montagna, voi siete direttamente sulla sua strada, e non sembra abbia scrupoli… per quanto possa difettare  in competenza.”

“D’accordo,” sospirò Balin. “Cosa intendi fare?”
“Per prima cosa,” enumerò Nori, “ho già concordato con Dwalin su un migliore sistema di sorveglianza. E voi dovreste evitare di andarvene a spasso da soli. Thorin, da domani avrai un nuovo apprendista: non so se ha talento per la forgiatura, ma di sicuro è svelto con i coltelli ed ha gli occhi attenti. Quando a Dìs, sono sicuro che la Reggente abbia bisogno di una  nuova segretaria.”
“Hai una persona adatta?” chiese Dìs, sorpresa.
“Penso di sì… una Nana desterà meno sospetti e sembrerà assai più innocua, anche se la Nana che ho in mente è innocua quanto te.”
“Penso che andremo d’accordo,” Dìs accolse il complimento implicito con un sorriso.
“E quanto  a Liatris…”
Bifur si alzò dal suo posto ed andò a posizionarsi alle spalle della giovane principessa.
“Bif dice che ci pensa lui,” intervenne Bofur con un sogghigno.

“Io invece,” continuò il Maestro delle Spie, “per quanto mi piacerebbe, non posso venire con te. Non ho ancora un buon sostituto, e le cose qui sono ad un punto delicato.”
Kili fece un gesto di disappunto.
“Capisco che devi restare, ma sentiremo la tua mancanza. Avremo bisogno di furtività, ne sono sicuro.”
“Lo so. Manderò qualcuno di cui mi fido, e che ha bisogno di sparire per un po’. Era il mio uomo nei Colli Ferrosi, e la sua copertura è saltata nella cattura di Un-Occhio. Se lo vedono qui le persone sbagliate, potrebbe essere in pericolo.”

“Scusate,” intervenne il nuovo, pratico, Ori. “Se togliamo di mezzo Vodren potremmo risolvere tutti i problemi: tagliare la testa e così via. Dobbiamo decidere cosa fare con Un-Occhio… e con il suo capo.”
“Semplice!” ruggì Glòin. “Un-Occhio lo buttiamo nella miniera più profonda che abbiamo, e Vodren… andiamo là, lo impacchettiamo e  facciamo lo stesso.”
“NO!” esclamò Balin scandalizzato. “E’ parente di Dàin, non possiamo fare questo al nostro miglior alleato! E poi una buona parte dei misfatti è stata perpetrata nei Colli Ferrosi, e questo non possiamo ignorarlo!”
“Ma è qui che ha complottato contro la Corona!” ribattè Dìs. “A Erebor! Contro la Corona di Erebor!”
Il brontolio rabbioso di sottofondo dimostrò  che la maggior parte dei presenti concordava con la Principessa.
“E’ vero che quei due hanno  commesso molte malefatte anche nei Colli Ferrosi e senza relazione con Erebor,” osservò Nori, “di sicuro Dàin e la sua Prima Spia saranno interessati a quanto ha da dire Un-Occhio. Io lo sarei.”
“Non possiamo lasciare Dàin fuori da questa storia,” concluse Thorin. “ Penso che possiamo contare sulla sua lealtà.”
Kili era rimasto in silenzio, lasciando che i Nani esprimessero il loro parere, ma a questo punto intervenne.
“Mi dispiace, zio, ma ho imparato a non fidarmi di nessuno.”  
Un silenzio improvviso calò dopo questa battuta.
“Non intendo dire, con questo, che penso che Dàin c’entri qualcosa, sia chiaro; ma mamma ha ragione. Quei due avranno anche commesso molti misfatti, ma di sicuro il più grave è il tradimento contro la Corona. Il Re Sotto la Montagna è il Re Supremo dei Longbeards, ovunque si trovino; anche i Colli Ferrosi, come gli altri insediamenti, devono la loro fedeltà al Re Sotto la Montagna. Quindi verranno processati qui, pubblicamente, una settimana dopo il Giorno di Mezza Estate, davanti al nuovo Re Sotto la Montagna, e qui riceveranno la punizione che verrà stabilita.”
“Tuttavia, è vero che non possiamo lasciare Dàin fuori da questa storia. Nori ha ragione, avranno domande per il nostro prigioniero. Ori, prepara un ordine di arresto per Vodren, che firmerò prima di partire. Glòin andrà nei Colli Ferrosi con un drappello di Guardie Reali…”
“Sì!!!”
“… si presenterà a Dàin e lo avviserà ufficialmente dell’arresto. Dàin non potrà far altro che prendere atto e lasciare che Vodren venga catturato e portato qui.”
Balin sospirò, approvando.
“Mi sembra perfetto, anche se forse lo avviserei prima…”
Inaspettatamente, Kili sfoderò un sorriso luminoso.
“Ho già avuto una comunicazione dai Colli Ferrosi. Dàin ringrazia per il prigioniero che avete lasciato, Nori, che si sta rendendo molto utile; molte persone, compreso Vodren, sono già sotto la sorveglianza dei suoi uomini, ed è in attesa di nostre notizie. Gli farò sapere che abbiamo Un-Occhio e direi che possiamo aspettarci qualcuno in arrivo al più presto… di cui ti occuperai tu, Nori.”
Il Nano fulvo annuì.
“Verrà la Prima Spia.  Dàin non si fiderà di nessun altro.”
“Ah, Dwalin: Dàin ci invia un elenco dei suoi uomini più fedeli, e naturalmente dice che ci possiamo prendere tutti gli arieti che ci servono.”
“Benissimo!” esclamò soddisfatto il Comandante della Guardia.

Mentre parlava, la mente di Kili  seguiva altri percorsi di pensiero.  C’era qualcosa in tutta la storia che non suonava giusto. Qualcosa di sbagliato, di fuori contesto … non riusciva ad afferrare cosa,  ma c’era, ne era sicuro. No,  non una delle sue sensazioni. .. qualcosa di non logico.
Oh beh. Prima o poi capirò. Poi si rese conto che gli stavano chiedendo qualcosa.

“Dàin? Gli ho scritto un messaggio, no?” rispose, prima di rendersi conto che non era una cosa così  ovvia. Sospirò  rendendosi conto che quelli erano i suoi amici,  non una accozzaglia di nobili intriganti o di estranei infidi.
“I corvi non portano messaggi scritti,” stava dicendo Balin . Le sue sopracciglia si confondevano  con i capelli.
“Invece sì, “ ribatte  Dìs.
“Come lo sai?” rispose  Thorin, “non hai mai avuto a che fare con loro! “
Prima che Dìs potesse rimbeccare  il fratello, Kili  intervenne.
“È  stato Groac  ad offrirsi di portare una lettera.” Tutti i Nani ammutolirono, salvo Ori.
“Davvero? Non le hanno mai portate? E adesso sì ?”
Fu Balin  a rispondergli. “No, non l’hanno mai fatto, neanche per Thròr… solo messaggi verbali.  Adesso invece sembra di si. Quindi hai mandato Groac da Dàin?E lui ti ha risposto?”
Kili per un momento si sentì  come quando il suo vecchio maestro lo interrogava  dopo qualche impresa particolarmente degna di nota. Poi si riprese. Per amor di Mahal,  sono il reggente!
“Sì,  mi ha risposto, però  non ho mandato Groac, ma un altro corvo. Groac non   è ancora tornato,” rispose fissando Balin. Ori  scriveva furiosamente .
Thorin formulo la domanda che era  nella mente di tutti.
“Come hai fatto a parlare con due corvi? Da me ne era venuto uno, di sua iniziativa. Avevamo escluso i corvi perché  sembravano irraggiungibili .”
Sorprendentemente, Kili ridacchiò.
“Se vi dicessi che li ho incontrati sul mio balcone?” Liatris gli rifilò  una gomitata ed uno sguardo di rimprovero. Il marito rispose con un sorriso luminoso.
“Va bene, va bene. … non si può  neanche scherzare un po’.” Fissò  Thorin e Balin con uno sguardo di inconfondibile sfida. “ Li ho chiamati. E loro sono venuti.”
Silenzio assoluto. Ad un  tratto, una risatina  venne da Oìn.
.”E come hai fatto, ragazzo?”
“Non lo so bene, “ confessò, con disarmante sincerità. “ Quando ho bisogno dei corvi, in qualche modo loro lo sanno… e vengono.” Continuò  quindi con aria meditativa. “Groac dice che sentono il mio richiamo.”

Ed io sento loro.
“Per esempio ... Bofur,  sei il più vicino, ti dispiace aprire la porta?”
Il Nano interpellato guardò  Kili come se fosse impazzito, ma si alzò  ed andò  ad aprire.
“E adesso?”
Fece appena in tempo a terminare la frase, quando con un frullo  d’ali un uccello nero e piuttosto arruffato  svolazzò attraverso la porta ed atterrò direttamente davanti a Kili, non senza lasciare notevoli graffi sul tavolo lucido.
“Ehi!” brontolò Dìs. “Un po’  di rispetto  per il mobilio!”
Il corvo chinò  cerimoniosamente il capo.
“Chiedo perdono, Figlia di Durin. Posso darti il mio benvenuto a casa?”
Dalle parti di Ori venne un singhiozzo strozzato.
“Sst !”lo zittì  il fratello maggiore, sottovoce.  “Porta messaggi! Non sei un Durin  quindi non puoi capirlo,  ma certo dopo ne parleremo.”
“Ma, Dori…”
“Non ti preoccupare, Ori,” intervenne Balin, anche lui in un sussurro. “Ti riferirò io cosa dice, così puoi continuare la tua cronaca.”
“Ma, Balin…”
“Ssst!”

Groac si inchinò verso Thorin.
“Salute a te, Signore delle Forge, ed a te, amico Spirito Luminoso.”
“Bentornato, Groac. Confido che il viaggio non sia stato troppo faticoso ed abbia avuto buon esito. Sei già passato a visitare il tuo nido?”
“Ci tengo alla pace nel nido, Spirito Luminoso, quindi sono passato. Lo sai che la mia compagna tende ad innervosirsi se non mi presento subito quando torno alla Montagna.”
“Tutto a posto, quindi?”
“Meglio di quanto mi aspettassi, in effetti, e per questo devo ringraziare la tua compagna.”
“Liatris?” Kili gettò un’occhiata alla moglie.
“Sì? Cosa?” chiese lei sorpresa.
“Groac dice che ti deve dei ringraziamenti.”
“Davvero? Perché?”

“La tua compagna ha dato alla mia una matassa di filo dorato. Ora il nostro nido è il più bello di tutti e Reven ha acquistato molto prestigio presso le anziane, e molta invidia dalle femmine più giovani. Questo la rende orgogliosa e tranquilla, e la mia vita è molto più semplice…”

Kili spiegò alla curiosissima Liatris quanto Groac andava dicendo, mentre gli altri Durin sogghignavano. Ori fissava il corvo a bocca aperta, finchè Dori non gli allungò una gomitata.

“Bene, Groac, dì pure alla tua Reven di passare quando vuole  da Liatris, e troverà qualcosa per lei. Ora, possiamo passare ad argomenti più seri?”
“La pace nel nido è un argomento serissimo, Spirito Luminoso.”
Kili sospirò. Trattare con i corvi non era sempre facile, specie con uno a cui piaceva un sacco il suono della sua voce.
“Va bene! Allora, cosa succede nel Regno del Bosco?”
Un mormorio si diffuse tra i presenti.
“Il Regno del Bosco è in subbuglio come un formicaio calpestato da un orso. Gli Elfi si corrono qua e là, affilano le armi e preparano equipaggiamenti, e sembrano tutti presi da una strana frenesia, compresi gli addetti alle pulizie.”
“E il Re, che fa?”
“Il Re è l’orso, Spirito Luminoso.” Risatine in sottofondo. “Si aggira per il palazzo come una nube temporalesca, e i suoi servi fuggono al suo passaggio. Si reca ogni tanto nella sala del Trono e ne esce furibondo poco dopo, urlando contro l’incapacità dei suoi camerieri. Quando l’ho visto aveva anche i capelli arruffati.”
Kili si raddrizzò.
“Allora è grave,” sussurrò Balin.
“Cosa sta succedendo, Groac? Hai un messaggio per me?”
“Sì, Spirito Luminoso,” così dicendo mostrò un sottile cilindro legato alla zampa. “Da parte del principe biondo. Lui sembra pettinato, anche se ha l’aria un po’ sconvolta.”
“Mi scuso se rispondo al posto di mio padre, ma al momento lui non è in sé. La scorsa settimana si è presentata nel bosco un drappello di  cinque Goblin, che sventolavano uno straccio grigiastro. Il mio Capitano stava ordinando di abbatterli tutti, quando mi sono reso conto che forse poteva essere interpretato come una bandiera bianca. Dal momento che riattaccare teste staccate non è facile, ho preferito chiedere prima di procedere, e mi hanno confermato di  avere un messaggio per il Re. Così li ho portati nella sala del Trono, e loro hanno riferito quanto dovevano. Hanno sostenuto di avere due prigionieri Elfi, uno dei quali sarebbe mio cugino Lirien, e di essere disposti a liberarli contro il pagamento di un riscatto costituito da svariati carri di viveri ed uno di lingotti d’oro.”  
 Esclamazioni eccitate si levarono dai presenti.
“Niente nani?”
Kili scosse il capo. “Non ne parla.”
“Mio padre ha avuto una reazione inaspettata. Prima che potessimo fermarlo, quattro teste rotolavano sul pavimento. Gli ho urlato che sarebbe stato meglio tenerne vivo uno, se non altro per conoscere tutte le condizioni della richiesta, per esempio dove e quando, e per portare la nostra risposta. Mio padre ha ammesso che avevo qualche ragione ed ha rinfoderato la spada. Il Goblin superstite, con gli occhi fuori dalle orbite, ha risposto alle mie domande, indi è stato depositato sulla Strada degli Elfi con la risposta del Re del Bosco: “Gli Elfi pagano sempre i loro debiti.” Da allora mio padre è di umore più che burrascoso, soprattutto quando ha scoperto che il sangue dei Goblin lascia sul  marmo del pavimento della sala del Trono macchie che, al momento sembrano indelebili, nonostante i tentativi dei nostri migliori inservienti. Ha ordinato di mobilitare l’esercito e non parla con nessuno. Ad oggi non so ancora cosa abbia intenzione di fare.”
“So cosa farei io,” ringhiò Thorin.
“Ha veramente un diavolo per capello. Non l’ho visto così da almeno quattrocento anni… quando gli hanno venduto una partita avariata di vino del Dorwinion.”
 
 “Segue l’indicazione del luogo fissato per lo scambio – una radura 30  miglia a nord dell’Antica Via Silvana, e 10 a ovest dell’Anduin...” disse Kili mentre gli altri si riprendevano dalla risata liberatoria. Tutti tranne Ori: lo scriba  sembrava concentratissimo, aveva abbandonato la penna e stava rapidamente disegnando con i carboncini.
“E’ la strada  che abbiamo usato noi?” chiese Bofur. Balin scosse il capo.
“No, è molto più a sud. E’ il prolungamento della Grande Via Est dopo le Montagne Nebbiose; attraversa Bosco Atro a Sud nei pressi di Dol Guldur ed arriva fino al Fiume Celduin.”
“Quando?” chiese Dìs.
“Alla prossima luna piena… tra tre settimane.” Kili sogghignò.
“Abbiamo un posto e un momento,” disse, “se ci facciamo trovare lì, possiamo facilmente scoprire l’ingresso delle Caverne dei Goblin, e magari approfittare del trambusto per entrare…”
Un mormorìo eccitato percorse la tavolata di Nani. Finalmente una vera occasione!
“Non abbiamo tempo da perdere,” considerò Dwalin. “Dice altro?”
Kili girò il foglietto. “Sì…”
“Mithrandir ed il vostro amico signor Baggins hanno lasciato le nostre Sale circa una settimana fa ed hanno preso la Strada degli Elfi. So che avevano intenzione di fermarsi qualche tempo presso la fattoria di Beorn il Mutaforma, ed ho mandato un messaggero sulle loro tracce per informarli di cosa sta succedendo.”
“Bravo ragazzo,” approvò Balin.
Kili sorrise, un sorriso luminoso come non mai.
“Abbiamo lo scassinatore!”


ANGOLO AUTRICE
Forse la riunione è durata troppo a lungo, ma non sono riuscita ad escludere nulla. Prometto che con ilprossimo capitolo si cambia scenario!

*GRAZIE*
Poche parole perché vado di fretta: Inuiascia, Lola 1991, Cinthia 988, hola1994, Carmaux95:

Grazie di cuore.
Un abbraccio fortissimo a tutti i lettori silenti.
Alla prossima
idril

  
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