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Autore: MeinfridBlackforest    26/01/2018    0 recensioni
[US]
Benvenuti e bentornati alla 4° serie di US1.
Prima di iniziare, ricordatevi che è necessario leggere le serie precedenti di US per comprendere la storia.
In questa serie, dopo essere tornati sulla Terra e aver capito di non valere più nulla per le persone che amavano, US e Xavin decidono di aprire una agenzia insieme, la Odyssey.
Ma la città del peccato avrà veramente bisogno di questo bizzarro "Dinamico duo"?
I nostri eroi riusciranno a vincere contro una minaccia invisibile venuta dal nulla?
E Xavin e US, cosa pensano l'uno dell'altra/o?
Leggete e scopritelo, si riparte.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Gli elicotteri Apache si stavano avvicinando, mentre Xavin chiese a US:

“Che cosa facciamo?”

US rivolto verso il vetro rispose:

“Scappiamo.”

“Cosa?” chiese Xavin.

“Scappiamo, non abbiamo tempo per affrontare un paio di tira piedi, Light non solo ci ha sfidati, ci ha anche umiliati e ti posso assicurare che non avrò pace fino a quando non gli avrò dato un cazzotto in bocca.”

US si rivolse ad Al il bidello:

“Al, credo sia il arrivato il momento.”

“Vuole dire che questo è un addio signore?”

“Ti conosco e so che hai ancora molto da vivere vecchio mio, perciò scatenati…pure.”

Dopo quella frase, gli occhiali di Al sì illuminarono e la sua espressione tranquilla fu sostituita da un sorriso quasi sadico.

“Molto bene.”

“Scusate, che avete in mente?” chiese Xavin confusa.

“Tu ed io scappiamo per rintracciare Light, mentre Al si occuperà di intrattenere i nostri ospiti.”

“Si fidi di lui signorina Xavin, in questa maniera riusciremo a risolvere questa faccenda molto più in fretta.”

“Ma Al, tu rimarrai…”

“Da solo, lo so, ma non si preoccupi per me, conosco qualche trucchetto per battere quei delinquenti.”

Al strizzò l’occhio a Xavin, mentre US si rivolse verso Al:

“Ehi bidello.”

“Si signore?”

“I tuoi bastoni sono dietro il comodino, vicino al minibar.”

“Grazie signore.”

Dopo quell’ultimo avvertimento, US e Xavin si diressero verso lo Star Rig, discutendo ancora sul fatto di lasciare Al da solo.

“Spero per te che le armi e le trappole del sistema di difesa riescano a tenere al sicuro il povero Al, altrimenti giuro che ti arrostirò una volta finito tutto questo.”

“Armi e trappole? Ma di che stai parlando?”

Xavin si sconvolse:

“Tu…mi stai dicendo che il nostro sistema di sicurezza non dispone di armi?!”

“No, solamente rivelatori e telecamere.”

“Ma sei impazzito?! Al affronterà da solo mercenari armati fino ai denti!”

“Lo so, ma non c’è da preoccuparsi, perché è Al il mio sistema di sicurezza.”

I due finalmente raggiunsero lo Star Rig e una volta aperto il portellone principale, volarono via dall’agenzia.

“Lui è il tuo sistema di sicurezza? Sul serio?”

“Non ho assunto Al solo perché mi stava simpatico o perché volevo dargli un impiego, l’ho fatto anche per proteggere me stesso e la maggior parte dei comuni mortali di Las Vegas.”

“Nessun senso nobile, solo che trovavo più economico e pacifico pagare lui per pulire e farmi la guardia piuttosto che…pagare denunce per ogni arto e oggetto spezzato o chiamare la omicidi perché qualcuno aveva minacciato “Al il bidello”.”

“Al è davvero così forte?”

“Più di quanto immagini, lui è veloce, abile e saggio, tu lo conosci come “Al il bidello”, ma in passato tutti lo chiamavano “Al the Black Hand”.”

Mentre US e Xavin stavano volando via alla ricerca di Light, gli elicotteri Apache arrivarono al piano dell’ufficio di US e trivellarono di colpi tutta la sede, lasciando la stanza a un colabrodo.

I piloti non videro niente e fecero rapporto via radio.

“Signore, qua non ci sono, devono essere scappati con il loro bizzarro camion volante, partiamo…”

Poco prima che il mercenario potesse finire la frase, qualcosa si scagliato su di lui ad alta velocità, uccise il pilota e face saltare in aria l’elicottero.

La stessa cosa accadde anche all’altro poco dopo.

I resti che precipitarono a terra lasciarono i mercenari senza parole, sembrava che fossero stati abbattuti dal lancio di due bastoni neri come la pece.

“Signore…adesso cosa facciamo?” chiese un mercenario.

“Quello per cui siamo stati pagati, entriamo, saliamo e uccidiamo.”

Il capo mandò una piccola squadra di sei uomini dentro l’edificio e salirono fino a raggiungere il penultimo piano dell’agenzia.

Sembrava filare tutto liscio, fino a quando davanti a loro non trovarono Al con in mano uno scopettone.

“Sparate!” gridò il capo squadra.

Ma si accorsero presto di star sparando all’aria, uno di loro vide le scarpe di Al, vicino a lui c’era della gomma bruciata, allora capì che non erano loro ad aver sbagliato, era il vecchietto che si era mosso ad alta velocità.

“Ehi voi, non potete stare qui, questa è proprietà privata, andatevene subito.” Disse Al con voce pacata.

“Chi vorresti mandare fuori vecchietto?” disse il capo squadra.

“Mi spiace, ma devo insistere, altrimenti verrò rimproverato severamente dal mio padrone.”

“Tu lasciaci passare, ce la sbrighiamo noi con il tuo padrone.”

“Signore…quel tipo mi fa un po’ paura.” Disse uno dei mercenari.

“Taci Rolland.”

Al sì ripulì velocemente gli occhiali e rispose:

“Sarò costretto a utilizzare la forza allora.”

Il capo squadra si avvicinò al bidello, ridendo di lui e prendendolo in giro.

“O ma certo e quale sarebbe questa forza?”

Con la stessa velocità di un fulmine, qualcosa si scagliò sulla faccia del capo squadra, spedendolo con la testa dentro il pavimento.

Gli altri mercenari non realizzarono immediatamente cosa fosse accaduto.

Dopo aver spezzato la parte delle setole con un calcio, Al fece roteare il bastone, assumendo una posa alla Bruce Lee e minacciando i mercenari rimasti.

“Ok pezzi di merda, normalmente vi avrei già spezzato ogni singolo osso del corpo, ma ho deciso di darmi una calmata, starò fermo e non vi picchierò… ma vi d’ho dieci secondi di tempo, se ve ne andrete via prima dello scadere del tempo, eviterò di riempire questo edificio con le vostre luride, schifose e spregevoli carcasse, avete capito?”

I mercenari si avvicinarono al bidello, puntandogli le armi addosso mentre questo stava iniziando a contare.

“1…”

“Andiamo, bloccalo!”

“2…”

Uno dei mercenari gli sfiorò la manica della tuta da lavoro e in quell’istante, la mano destra e il bastone di Al divennero neri.

Per primo, sferrò una bastonata micidiale al mercenario che lo stava per toccare, spedendolo fuori dalla vetrata.

Si diresse verso il mercenario alla sua sinistra e dopo avergli fratturato le gambe con un calcio laterale, lo spedì al piano di sotto con un bastonata.

L’ultimo cercò di scappare ma Al gli lanciò il bastone addosso e gli impalò la mano sinistra, si avvicinò a lui rapido e silenzioso come la morte e sfondò sia la sua faccia che il muro con un solo pugno.

Al tirò fuori la testa del mercenario dal muro e lo scagliò in aria, mandandolo al piano superiore con un calcio.

“10.” Gridò il bidello.

Intanto il capo squadra riuscì a tirare fuori la testa e anche se confuso e dolorante, riuscì ad ascoltare le parole di Al.

“Vi ringraziamo per averci fatto visita e…”

Il bidello notò che il capo squadra aveva tirato fuori una pistola, il colpo partì, ma Al riuscì a deviare il proiettile usando il bastone nero.

Al gli lanciò il bastone dritto nel petto e dopo essersi riavvicinato per riprenderlo, gli spezzò il collo con un calcio.

“E mi raccomando, non tornate più.”

Intanto sullo Star Rig, US e Xavin stavano cercando il modo di scovare Light.

“Allora, sei riuscito ad ottenere uno straccio di dati?” chiese Xavin

“Cerca di calmarti, ci sto lavorando.”

US continuò ad aggeggiare con i vari monitor dello Star Rig, poi si fermò e disse:

“Bene, ho capito come fare.”

Prese un micro comunicatore e inviò un messaggio ad Al.

“Al è arrivato il momento del piano B.”

“Eseguo signore.”

“Mi raccomando, cerca di non morire.”

US interruppe le comunicazioni e riprese a lavorare ai monitor.

“Il piano B farà uscire Light dal suo nascondiglio?”

“In un certo senso si.”

“In un certo senso?”

“Non ci sarà bisogno di far uscire Light dal suo nascondiglio, dato che sarà lo stesso Light a uscire allo scoperto.”

Intanto, grazie a un miscuglio di forza, velocità e bastonate, Al aveva ripulito tutti i piani della sede.

Scese al piano terra e oltrepassò la porta dell’edificio, oramai era circondato, con le armi puntate e con un carrarmato pronto a sparargli, così il bidello fece cadere a terra il suo bastone e rilascio il potere nero della sua mano.

“Signori, non ho più motivi di combattervi, il mio padrone è scappato e l’unico che sa dove possa essere finito sono io, chiedo di essere portato in udienza davanti alla persona che vi ha assunti, in modo che possa contrattare i termini della mia resa.”

I mercenari rimasero sbigottiti da ciò che sentirono, mentre i loro compagni erano dentro l’edificio, avevano solo udito grida di terrore e richieste di pietà, pensavano di star combattendo con una bestia, ma tutto ciò che videro era un vecchietto gracile e con gli occhiali.

“Allora? Siete diventati sordi? Ho detto che mi arrendo!”

“Catturatelo e portatelo dentro!” ordino il capo dei mercenari.

Lo fecero inginocchiare e lo Incatenarono a una piattaforma in modo che non potesse fare il benché minimo movimento.

“Bene vecchio, sembra che il capo abbia voglia di vederti, comunicherete attraverso ologrammi, ma ti avverto, tu muoviti e io ti uccido.” Disse il capo dei mercenari al placido Al.

La comunicazione iniziò.

“Salve, perdona la mia maleducazione, io sono Light Argus e…tu sei?”

“Al il bidello, il mio capo mi ha parlato molto di te.”

“Davvero?”

“No, sono tornato dalle ferie ora, l’unica cosa che il mio padrone mi ha ordinato è stata quella di fare il culo ai tuoi uomini.”

“Tipico di US, ma non è questo il punto, ora voglio sapere delle cose da te Al il bidello.”

Mentre Al e Light parlavano, US e Xavin stavano captando il segnale dallo Star Rig.

“Perciò era questo il piano, sacrificare Al per permetterci di trovare Light?”

“Vedila come una partita a scacchi Xavin, non puoi raggiungere il re se non sposti nemmeno un pedone.”

“Lo trovo un piano bastardo pure per…”

“Shh, zitta Xavin, lo sto rintracciando.”

Al iniziò a parlare.

“Ok, cosa vuole sapere?”

“Vedi Al, il tuo padrone è stato una rottura di palle per troppo tempo e ho deciso di farla finita con lui, perciò ti chiedo di rispondere alla mia domanda, se lo fai…posso anche lasciarti in vita, altrimenti puoi considerarti carne morta.”

“Ora dimmi, Ulysses Solomon Archer, dove si trova?!”

Al gli rise in faccia e poi gli rispose:

“Ma per chi mi hai preso stronzetto?”

Al lo guardò dall’alto in basso, annoiato dalla sua risposta e convinto di non poter ottenere nulla da Al, si limitò a rispondere con:

“Molto bene Al il bidello, credo che questo sarà il nostro primo e ultimo incontro allora.”

L’ologramma si girò, rivolse lo sguardo verso il capo dei mercenari e poco prima di chiudere la comunicazione disse:

“Uccidetelo.”

Dallo Star Rig, US e Xavin ascoltarono tutto il discorso e Xavin era decisa a tornare indietro per salvare il bidello.

“Torniamo indietro US!”

“Non c’è tempo Xavin, ho individuato la posizione di Light, non possiamo lasciarlo fuggire.”

“Ma Al sta per essere giustiziato, dobbiamo…”

Dalla trasmittente a lungo raggio, si udirono gli scoppi di vari proiettili e Xavin capì che oramai era troppo tardi.

“Andiamo Xavin, torna a sederti, non possiamo farci niente.” Gli chiese gentilmente US

“Va bene.” rispose con tristezza Xavin.

I due proseguirono il loro viaggio e alla fine giunsero davanti a un gigantesco magazzino abbandonato in mezzo al deserto del Mojave.

Scesero dallo Star Rig e si avviarono verso il magazzino da dove partiva il segnale, mentre Xavin non poté fare a meno di sputare su US tutto il suo disprezzo.

“Spero per te che ne sia valsa la pena.”

“Al era un ottimo amico e servo, se fermiamo Light Argus, il suo sacrificio non sarà stato vano.”

“Ma ti senti? Cosa pensi che sia tutto questo? Una specie di partita a scacchi?”

“Onestamente? Si.”

“Perciò la prossima da sacrificare sono io, dimmi, che pezzo rappresento per te? Un pedone? Un cavallo?”

US rivolse lo sguardo verso Xavin e disse:

“Io non devo preoccuparmi di te Xavin.”

“Perché? Sono davvero così tanto sacrificabile?”

“Perché tu in questa battaglia sei la regina e un re ha sempre fiducia nel suo guerriero più forte.”

“Aspetta…cosa?”

Ci fu un momento di silenzio, poi US si rivolse all’aliena:

“Xavin, dobbiamo fermare Light, non possiamo ritirarci adesso, se lo fai non deluderai solo me te stessa e la gente di Las Vegas, ma sminuirai anche il sacrificio di Al.”

“Vuoi veramente questo?”

Xavin fissò US dritto negli occhi e rispose:

“No…andiamo avanti.”

“Bene, ora butta giù questa porta.”

Xavin tramutò il suo braccio destro in pietra e buttò giù il portone con un solo pugno.

I due si inoltrarono poi nell’oscurità del magazzino, fino a quando, arrivati a metà strada, le luci si accesero e sopra di loro videro il tanto odiato Light Argus.

“Ben arrivati, non avete sprecato tempo vedo.”

“Light, siamo giunti al capolinea, arrenditi e avrò pietà.”

“Cavolo se sei testardo, avanzi pretese anche quando non sei nelle condizioni.”

Light tramite un pulsante, aprì tre cancelli e in poco tempo, il magazzino venne riempito da più di cento mercenari.

“Mi sembra che a conti fatti sia tu l’ingenuo, formiche contro due gorilla.” Disse Xavin

“Hai ragione ragazza, vediamo di giocare ad armi pari.”

Light mise un piede in avanti e rilasciò un immenso campo di luce bianca che si distese per tutta la zona.

Il bagliore accecò brevemente US e Xavin e dopo aver ripreso la vista, si ritrovarono davanti un esercito ben differente.

“Eccovi accontentati, adesso abbiamo cento super esseri contro due gorilla.”

Intorno a loro ogni singolo soldato aveva sviluppato dei superpoteri.

“Tu puoi anche rimanere a divertirti Xavin, US, tu devi raggiungermi al piano superiore, abbiamo tanto di cui discutere.”

US prima di saltare chiese a Xavin:

“Sei sicura di farcela?”

“Non mi ci vorrà nulla, stai tranquillo, tu vai.”

US se ne andò, uno dei mercenari sparò verso di Xavin una sfera di aria compressa.

Se ne accorse appena in tempo e alzò gli scudi per proteggersi, intorno a lei si era alzato qualche strato di cemento per il colpo.

Vedendo l’intensità del attacco, Xavin disse:

“Ok, forse mi ci vorrà un po’”

La cosa peggiorò quando un altro mercenario gli scagliò addosso un raggio di plasma, mettendo a dura prova lo scudo invisibile.

“Forse mi ci vorrà un pochino più di un po’” pensò Xavin.

Intanto US aveva raggiunto Light sul tetto del magazzino e lo trovò seduto davanti a un tavolo con una scacchiera aperta.

“Finalmente sei arrivato, una partitina?” disse Light sorridendo

“Si, grazie.”

US si mise a sedere e fissò Light dritto negli occhi, aspettando una sua possibile reazione.

“Sai US, capisco che mi vedi come un nemico, ma voglio comunque rifarti quel offerta, voglio che tu venga a lavorare per me.”

“E tu Light sai bene che non lo farò mai.”

“Io non ti capisco, sei abile, intelligente e sai fare il tuo lavoro, dovresti essere in uno dei territori caldi come New York, dove i criminali abbondano.” Disse Light accigliato.

“Io ho scelto Las Vegas come mio territorio e in cuore mio ho deciso che la difenderò da tutto, anche da te.”

“Da me? E perché mai? Io mi limito solo a far girare l’economia, tutto quello che ti chiedo e di chiudere un occhio se mai dovessi incontrare uno dei miei clienti.”

“No.”

“Giudichi tanto, ma so anche io delle cose sul tuo conto, il tuo passato con lo S.H.I.E.L.D, tuo fratello…”

US cominciò a stringere i pugni per la rabbia.

“E so anche di quella piccola rivoluzione a Val Verde.”

“Ed è questo che non riesco a capire, dopo tutto quello che hai fatto, perché uno come te dovrebbe decidere di vivere come un ratto del deserto?”

“Forse sei a Las Vegas per proteggere qualcosa…o qualcuno?”

Negli occhi di US si accese un fuoco infernale e Light capì di aver centrato il bersaglio.

“Ecco perché agisci in questo modo, hai sacrificato così tante pedine in vita tua che oramai non ti è rimasto altro, per questo adesso ti tieni stretto ciò che hai.”

“Non hai più pedoni, non hai più alfieri, cavalli o torri, sei rimasto solo tu e la tua regina.”

US non disse nulla e Light pensò di averlo inchiodato al muro.

“Te lo chiederò un’ultima volta US, unisciti a me, io sono un tipo spettacolare e geniale, tu…un tipo meno geniale, ma sotto sotto siamo uguali.”

“Entrambi abbiamo sacrificato qualcosa e non ci importa di nulla, perciò accetta…ho ti giuro che darò scacco matto al tuo re.”

US rilassò la mano e sollevò lo sguardo verso Light e sorridendo gli disse:

“Wow…sai una cosa, ti sei sbagliato al cento per cento, seriamente, avessi azzeccato almeno una cosa.”

Light non capiva cosa stesse dicendo US.

“Io e te non siamo uguali, tu sacrifichi stupidamente i pezzi, io li muovo e li salvo, io ho ancora un sacco di pedoni, un alfiere e un cavallo.”

“E posso assicurarti che in questo gioco io non sono mai stato il Re.”

“Testardo fino alla fine, perciò come pensi di vincere?”

“Non ne ho bisogno, ti ho battuto quasi un’ora fa.”

US iniziò a muovere i pezzi della scacchiera e Light notò il risultato delle sue mosse.

“Ma questo…è il matto dell’imbecille, che cazzo stai insinuando?”

“Guarda all’orizzonte.”

Light osservò e vide una decina di strane figure avvicinarsi a gran velocità, anzi, le figure era ben undici, una delle quali stava in piedi su un altro e aveva tra le mani un bastone.

“Ma…ma quello è…”

“Il mio bidello? Si, probabilmente ha maciullato tutti i tuoi mercenari e poi ha attivato le varie tute per aiutare Xavin.”

“E tanto per girare il coltello nella piaga, potresti controllare tutti i tuoi conti bancari e i finanziamenti delle tue attività?”

“Cosa?”

Light fece un paio di chiamate e controllò sul cellulare tutto ciò che US gli aveva detto e alla fine scoprì la scioccante verità:

“Io…sono stato derubato.”

Light lanciò lo stesso sguardo infernale a US e come un bambino isterico gridò:

“Tu…come cazzo hai fatto?!”

“Sei caduto dritto nella mia trappola, quando hai modificato il programma USD, ho inserito una sorta di virus per continuare il lavoro e anche per umiliarti, così il programma si è evoluto ed è diventato USW (US Wolf), in questo modo oltre a prendere tutti i tuoi dati, ho preso anche tutti i tuoi soldi e le tue azioni, in parole povere ora sono io il maggior azionista delle Argus Industries e questo fa di me…il tuo capo.”

“Tu…tu non puoi…”

“Giusto, ho spedito tutti i tuoi dati e alcuni video anche alla polizia di Las Vegas, tra poco arriveranno qui in massa, l’unica cosa che mi rimane da fare e incartarti e consegnarti a loro.”

Intanto dentro il magazzino, Xavin si trovava in difficoltà, ma le cose sarebbero presto cambiate.

Dal tetto piombarono giù 10 tute da combattimento US e insieme a loro anche Al, con grande gioia di Xavin.

Le tute gli circondarono e i due ebbero il tempo di parlare.

“Al, sei vivo!”

“Certo, lo sono da una vita.”

“Ma come hai fatto a sopravvivere?”

“Semplice, ho aspettato che fossero abbastanza vicini, ho spezzato le catene e ho girato la testa a tutti i mercenari rimasti, poi sono tornati su e ho attivato il piano B di US.”

“Non scherzava su di te, sei davvero un pericolo pubblico.”

“Grazie.”

Al uscì dal cerchio e si incamminò verso i mercenari, pronto ad attaccarli.

“Salve signori, il mio nome è Al e faccio il bidello, pulisco i pavimenti, butto la spazzatura e soprattutto uccido fighette patetiche come voi.”

Uno dei mercenari potenziati lo schernì da lontano:

“Sai nonnetto, se andassi a cercare la parola “Entrata ad effetto” troverei di sicuro la tua…”

Al scomparì nel nulla e il mercenario si accorse troppo tardi di avere davanti Al, pronto a sferrargli un pugno nello stomaco.

Il colpo lo spedì dritto contro il muro e Al gridò:

“Odyssey, Addosso!”

Xavin e tutte le tute si scagliarono contro i mercenari.

Sentendo tutte quelle grida, Light capì che il tempo dei giochi era finito.

“Allora Light, che cosa ne pensi?”

Il respiro di Light si fece più intenso, segno evidente della rabbia che lo logorava, a un tratto, tirò fuori dalla manica una piccola spada e cercò di accoltellare US.

Il camionista si allontanò appena in tempo per evitare il colpo.

“Te lo riconosco Light, credevo che avresti continuato a usare i tuoi tira piedi per fare il lavoro sporco, non pensavo avessi le palle per farlo.”

“Secondo te perché ti volevo vivo? Non mi sarei mai perso la scena di te che sanguini e implori pietà davanti a me.”

Light si strappò il completo di dosso e mostrò la sua personale tuta da combattimento.

“Ti piace? Era una cosa su cui la mia azienda stava lavorando, ma abbiamo accattonato il progetto per problemi tecnici, poi ho visto i tuoi dati e il problema si è risolto.”

Dall’altra manica Light tirò fuori un’altra spada e si preparò ad attaccare il camionista.

“Sei pronto?”

US allora sguainò verso Light la Route1 e sorridendo esclamò:

“Balliamo.”

Le loro spade si incrociarono, i loro colpi e le loro mosse erano così fluide che era come vedere l’acqua e il vento darsi battaglia mentre i colpi e il rumore del metallo davano l’impressione che i fulmini e i tuoni si stessero scontrando fra di loro.

Con una mossa inaspettata, US riuscì a fargli perdere il controllo delle spade, forse per poco, ma abbastanza per poter assestargli un colpo al mento con il manico della spada.

“Ricordati, solamente perché hai due spade non significa che tu sia in vantaggio.”

“Sbruffone.” Rispose Light

Poi avvicinò l’elsa delle due spade, unendole e modificandole in una spada bilama.

“Bel gadget.”

“Lo so.”

Light partì nuovamente all’attacco e la nuova situazione fu difficile da gestire, le armi erano in adamantio e US non poteva sperare di vincere in un singolo colpo come stava pianificando.

La cosa peggiorò quando si ritrovarono in un momento di stallo.

Light spinse indietro US e ritirò un delle lame, poi in un secondo momento attivò un meccanismo a scoppio, allungò la parte dell’arma che aveva ritirato e ferì US a un fianco.

Il colpo lasciò il camionista sorpreso e anche se dolorante, si ritirò e rimise la Route1 dentro il fodero, anche se successivamente un calcio lo spedì a terra.

Credendo di stare per vincere, Light gli si avvicinò a US, pronto a dargli il colpo di grazia.

“Alla fine è come avevo detto, addio US.”

Alzò la lancia pronto a colpire.

“Qualcosa da dire prima di morire?”

“Si…la tua tuta usa un sistema elettronico o a interfaccia neurale?”

“Elettronico, esattamente come la tua.”

“Mi spiace…ma ciò che hai rubato sono i progetti base, ho modificato da tempo la mia tuta, per evitare dei piccoli ma letali problemi.”

“E cioè? sentiamo saputello.”

“Questo!”

Dal manico di US partì uno sparo, il primo colpo dello US Ace.

La Route1 partì spedita fuori dal manico, US l’afferrò e direzionò il rapido colpo verso il petto di Light, riuscendo a dividere la spada bilama e a ferirlo.

Light fece in tempo ad allontanarsi e pieno di rabbia si rivolse a US:

“Anche mentre esali il tuo ultimo respiro continui a sfidarmi?!”

“Ho vinto.”

US portò la mano destra davanti a se mentre Light non capì cosa stesse insinuando US e decise di muoversi per dargli il colpo di grazia, fino a quando non si accorse di una cosa importante.

“Non mi muovo…perché non mi muovo?!”

“Mi spiace Light, ma vedo che non hai studiato per l’esame finale, mai sentito parlare di tecnopatia?”

“Tecnopatia?”

“Posso connettermi facilmente a qualunque cosa io voglia e il mio unico potere, ma direi che con te è il più utile.”

US si rialzò e si diresse verso Light.

“Stai indietro! Hai capito?!”

“Che cosa dovevo fare? Giusto, dovevo incartarti per la polizia di Las Vegas.”

I propulsori della US3 si attivarono e Light ricevette una ginocchiata in pieno volto, per poi beccarsi un pugno potenziato da un propulsore posto sul gomito.

Il colpo fu così potente che distrusse completamente il tetto del magazzino e spedì Light a terra insieme a US, facendolo svenire.

Light si risvegliò qualche ora dopo in una prigione, su un letto medico e l’unica cosa che vide al suo fianco fu US.

“Tu!”

“Non sforzarti troppo Light, non ti fa bene.”

“Ti ucciderò!”

“Sei sotto arresto Light, ogni cosa che mi dirai sarà usato contro di te in tribunale, ma tranquillo, dopo tutte le prove che ho spedito nessuno potrebbe liberarti, a meno che non decida di attaccare una struttura dello S.H.I.E.L.D.”

Light si alzò dal letto e afferrò la mano di US

“Vediamo come ti trovi con un potere che ti fa invecchiare a velocità luce!”

Ma all’improvviso partì una scossa elettrica e Light finì al tappetto.

“Bastardo…che cosa…che cosa mi hai fatto?”

“Ti ho messo la museruola, non è piacevole, ma è utile per un cane rabbioso come te.”

“Ho inserito un piccolo innesto elettronico alla base dell’atlante che ti impedisce di attivare i tuoi poteri e se mai ci provi, ricevi una scarica abbastanza potente da mandarti a terra.”

Light si rialzò e si mise a sedere.

“Alla fine hai vinto la partita.”

“Per me non è mai stato un gioco Light, per me era una sfida all’ultimo sangue.”

“Quando ho capito che dietro la storia dei poteri c’era qualcuno, ho deciso che lo avrei scovato e sconfitto, facendo diventare Las Vegas il mio territorio.”

“Su di una cosa avevi ragione Light, io continuavo a rimanere a Las Vegas per qualcuno e quel qualcuno eri tu.”

“Allora è per questo che ti sei dato da fare.”

“Ti sei messo contro di me Light, pensavi di utilizzare la tua facciata, i tuoi poteri e la tua società per fermarmi e guarda caso sono riuscito a distruggere te, i tuoi poteri e la tua azienda.”

US si voltò verso il vetro e vide Leo che lo richiamava.

“Bene, il mio tempo con te è scaduto, tanto per avvertirti, ho venduto tutto alle Parker Industries, stammi bene.”

Mentre US si stava incamminando verso l’uscita, Light disse:

“Credi che sia finita, ti informo che ho amici potenti fuori di qui, appena sapranno cosa hai fatto sguinzaglieranno i loro sicari verso tutti coloro che ami.”

“E posso assicurarti che mi farò delle grosse risate.”

US si girò di scatto e afferrò Light per colletto della camicia e gli avvicinò una lama alla gola.

“L’unico motivo per cui non ti ammazzo è perché ora non ne vali la pena e se un giorno dovessi scoprire che qualcuno a me caro è morto, verrò a cercarti, ti torturerò per giorni e mi farò delle grosse risate mentre ti vedrò morire lentamente.”

Light spalancò gli occhi e iniziò a sudare per la paura.

“Perciò ti lasciò con un ultimo consiglio Light.”

“Non. Provare. Mai più. A fottermi.”

US lasciò la camicia di Light e uscì dalla stanza.

“Ebbene…congratulazione US, grazie a te il caso del venditore di poteri è stato risolto.”

“Non c’è di che Leo.”

“Bene, se hai tempo, potresti aiutarci a risolvere…”

“Spiacente, ma tutto ciò che voglio è tornare a casa, bere e non fare nulla per un mese, andiamo Xavin.”

Mentre camminavano Xavin disse:

“Hai agito bene US.”

“Anche te sei stata brava Xavin, torniamocene a casa.”

“Al sarà contento di vederti, appena ti ha visto salire insieme alla polizia è tornato subito all’agenzia per pulire.”

“Spero abbia fatto un buon lavoro.”

Poco dopo arrivarono al primo piano dell’agenzia e trovarono Al intento a togliere detriti e pallottole, fino a quando non si accorse del loro ritorno.

“Signor US!”

Al si precipitò verso di lui e lo abbracciò e lo sollevò.

“Signor US, sono felicissimo!”

“Io meno Al, la ferita potrebbe riaprirsi e mi fa un male cane.”

“O scusi.”

Al lo lasciò andare.

“Vedo che stai facendo un buon lavoro” disse US

Poi Xavin chiese:

“Scusa, ma non potresti pagare una ditta specifica per rimuovere le macerie e le pallottole?”

“E poi come lo pago Al?”

US poi chiese:

“Quanto tempo ci vorrà per fare in modo che tutto torni a posto?”

“Di questo passo…tre mesi, anche se ammetto che sarebbe più facile abbattere tutto l’edificio e ricostruirlo.”

“Noi non abbatteremo l’edificio, abbiamo dei vicini e a proposito, Al, prepara dei biglietti di scuse e un paio di banconote da cento dollari.”

“Molto bene, comunque tengo a informarvi che il piano terra dell’agenzia è già operativo, potremmo trasferirci lì fino a quando i lavori non saranno finiti, perciò se volete prendere qualcosa e portarlo giù fate pure.”

“Ottimo lavoro Al.”

US e Xavin si diressero nell’ufficio ormai distrutto, US andò verso la cassaforte e tirò fuori un libro.

“Un altro dei tuoi oggetti preziosi?”

“Si.”

“Che libro è?”

“Sherlock Holmes: Uno studio in rosso.”

“Sembra vecchio.”

“È una prima edizione, per questo lo tenevo in cassaforte.”

“Capito.”

Xavin invece si diresse verso i cassetti del mini bar e tirò fuori delle merendine.

“Che stai facendo?”

“Avevo un po’ di fame, ne vuoi uno? Sono Kit Kat tutti i gusti più uno.”

“Si grazie.”

“Arriva subito.”

“Posso averne uno alla fragola?”

“No, puoi averlo al….ehm…puoi…puoi averlo alla menta.”

“Ok”

Xavin lanciò la merendina a US e si misero a sedere per terra a mangiare.

Nell’ufficio in rovina regnava il silenzio, fino a quando Xavin capì che era arrivato il momento di risolvere anche l’ultimo mistero dell’agenzia Odyssey:

“Ehi US.”

“Si?”

“Perché avevi una pistola dentro la cassaforte?”

US mostrò a malapena uno sguardo vitreo e non girò nemmeno il collo per rispondere all’aliena.

“Non lo so.”

“Come sarebbe a dire che non lo sai?!”

“Insomma, nessuno si aspetterebbe mai che uno come te abbia un’arma nascosta, di solito fai sfoggio di tutto il tuo arsenale.”

“Appunto per questo la tengo dentro la cassaforte.”

“Ma non ha il minimo senso, perché avere un arma se non la vuoi usare.”

Poi Xavin pensò e disse:

“Cavolo…è una cosa sessuale?”

“No!”

“Meno male.” Disse Xavin

“Senti Xavin, sarò onesto, non ne voglio parlare.”

“Ma io voglio saperlo.”

“No.”

“Andiamo.” Chiese Xavin con una vocetta di incitamento

US prese un profondo respiro e parlò:

“La tenevo nel caso un giorno…avessi deciso…di mettere fine alla mia vita.”

Xavin spalancò gli occhi.

“Stai…stai scherzando vero?”

Ma US non stava affatto scherzando.

“Kly’Bn, tu non scherzi affatto, ma perché US?”

“Non capiresti Xavin.”

“Chi lo sa? Forse ci posso provare.”

“Non lo so e solo che a volte penso di aver fatto il mio tempo.”

“Come il tuo tempo?””

“Nella vita, in tutto quanto.”

 “Insomma, sapere di avere una pistola…sapere che, se volessi potrei crearmi una via d’uscita con le mie mani, come ho sempre fatto…mi aiuta, mi aiuta davvero tanto.”

“Si, ma non capisco perché la pistola, insomma è così rumoroso…potevi pensare alle pillole, ti avrebbero fatto addormentare e Al non avrebbe dovuto ripulire i pezzi del tuo cervello una volta tornato.”

“Grazie Xavin.”

“Scusa.”

“Perciò…perché la pistola?”

“Niente di particolare era solo che…mi sembrava il modo più rapido, nulla di più.”

“Forse hai ragione…ma ancora non capisco perché tu sia così infelice.”

“Vedi, quando abbiamo discusso e tu hai detto che io senza la Odyssey non avevo uno scopo…avevi ragione, cioè, guardami, infondo oramai quale altro scopo può avere la mia vita?”

“Non mi piace quando parli così US.”

“Ma è tutto vero Xavin, gli eroi… gli eroi di questo mondo riescono bene o male a divedere la loro vita normale da quella da eroe, ci riescono, non devono nemmeno starci tanto a pensare è quasi automatico, ma…con me non funziona.”

“Capisci, vorrei poter tornare a vivere una vita normale, ma dopo tutto quello che ho fatto e visto, non solo non me la merito, ma forse non la voglio nemmeno, ecco perché mi odio.”

“E quella bottiglia di Scotch?”

“Me la tenevo come ultima bevuta.”

“Wow, pesante.”

“Vedi Xavin, non parlo del rifiuto di una vita normale solo come, lavoro, famiglia o altro, ma anche di fede, non potrei mai tornare a fare quello che facevo prima e non potrei mai tornare a credere a ciò che credevo prima.”

“Come camionista dovrei vivere il momento presente, ma mi chiedo…esiste un momento…in cui viviamo il presente? E non nel passato o nel futuro?”

“Mi sono sentita così quando mi hanno fatto vedere “Ritorno al futuro”.”

“Perciò…è per questo che quella sera mi hai invitato a cena? Se non fossi riuscito a convincermi, avresti fatto la finita?”

“No, volevo solo uscire con te.”

“Wow…figo.”

US tirò un sospiro di sollievo.

“Non l’ho mai raccontato nemmeno a Taryn…non hai nulla da dire?”

“Io…non so cosa dirti, avevi in programma di farla finita? Lo avrei trovato molto egoista e codardo da parte tua.”

“Come sarebbe a dire egoista?”

“Cosa farei io se tu non ci fossi più, ci hai mai pensato? Se tu che mi ha aiutato a ricominciare la mia vita.”

“Pensavo che per te fossi il meno peggio di tutta la situazione.”

“Quella volta cercai di ferirti perché tu avevi ferito me, ma la pura realtà…è che tu sei il mio solo amico US, senza di te sarei perduta.”

“Non dire sciocchezze, te la caveresti.”

“No, non mi importa niente degli altri, solo di te…sei l’unico a cui tengo.”

“Ehi e io?!” Disse Al infondo al corridoio.

“Ok, quasi, ma hai afferrato il concetto?”

US le sorrise e disse:

“Be, grazie.”

Xavin continuò timidamente il suo discorso, mentre si avvicinò sempre di più a US:

 “Lo sai US, tu mi piaci un sacco…credo si possa dire che…mi piaci veramente…oserei…persino andare oltre dicendoti…che mi stai veramente a cuore…profondamente a cuore…forse…anche più che profondamente.”

La Skrull poi si appoggiò alla spalla del camionista e disse:

“Io…io…io…io ti amo.”

US l’abbracciò, mentre Xavin arrossendo si scanso un po’ dalla presa e disse:

“Cioè…io non ti amo nel senso “Ehi, litighiamo ogni notte e facciamo ginnastica sul letto”, no, io…io ti amo…come…una persona può amarne un’altra…di cui semplicemente non può farne a meno.”

“Ok…se la mettiamo in questi termini…anche io ti amo Xavin.” Rispose US sorridendogli

“Tu hai dato alla mia vita uno scopo.” disse Xavin

“E chi lo sa, magari…magari questo è più che sufficiente, perché…è semplicemente il più bel dono che una persona possa fare a un’altra.”

“Ti ringrazio.”

I due si alzarono e si diedero un ultimo abbraccio prima di scendere giù, anche se US lasciò che Xavin lo precedesse, aveva una telefonata importante da fare.

Il telefono squillava e squillava, fino a quando la chiamata partì

“Pronto?” rispose una voce femminile dall’altro lato.

“Ciao Taryn.”

“US, sei tu?”

“Si…senti, so che ciò che ti dirò aumenterà solo il tuo odio per me, ma devo farlo, meriti di saperlo…ho deciso di rimanere a Las Vegas e di difenderla, non è per farti un dispetto, ma avevi ragione… vogliamo cose diverse.”

“Tu vuoi una vita normale e io… non posso e non voglio averla, se tornassi da te saremmo infelici tutti e due…o tutti e tre.”

“Rimarrò qua a Las Vegas, se mai avrai bisogno di una aiuto, fai uno squillo e arriverò più veloce della luce.”

Dopo un iniziale silenzio.

“Va bene…ho capito, allora buona fortuna US, sperò che tu possa trovare ciò che cerchi.”

“Taryn io…”

“Addio US.”

La telefonata si interruppe e poco dopo Al si avvicinò per parlargli:

“È stata dura?”

“Non immagini nemmeno quanto.”

Dopo aver sospirato

 “Raggiungo Xavin e ordiniamo la cena, mangi con noi Al?”

“Posso?”

Intanto nella città di Amarillo, Taryn aveva interrotto la telefonata.

“Addio US” disse con rammarico e mentre osservava il suo salotto vuoto e si accarezzava la pancia pensò:

“Non vuoi tornare, non importa, saremmo comunque felici, anche senza di te…molto, molto felici.”

Così al piano terra dell’agenzia Odyssey, i tre eroi di Las Vegas si trovavano comodamente seduti sul divano a mangiare cibo cinese, mentre US dal canto suo pensava:

“Bene, ho creato qualcosa che non pensavo che sarebbe durato, lavoro insieme a un bidello esperto di arti marziali e un aliena transgender, ho risolto uno dei casi investigativi più importanti di Las Vegas degli ultimi anni, ho completamente umiliato il mio acerrimo nemico, ho abbandonato la donna che amavo e sono diventato il protettore ufficiale di Las Vegas.”

“Quale è la prossima mossa?”

Mentre rifletteva su tutto ciò, il cellulare dell’agenzia squillò.

“Chi risponde?” chiese US

“Io sto finendo gli involtini.” Rispose Al

“Io ho da fare con gli spaghetti.” Rispose Xavin.

“Ho capito, ho capito, ci penso io.”

US andò verso il tavolo, si mise a sedere sulla poltrona e poggiò i piedi sul tavolo

Il colpo fu così forte che il telefono schizzò in aria e finì tra le mani di US.

“Al aveva appena finito di pulire.”

“Lascia perdere Xavin, fa sempre così, limitiamoci a mangiare.”

“Zitti.”

US appoggiò il cellulare all’orecchio e rispose:

“Agenzia Odyssey, come possiamo esserle d’aiuto?”

   
 
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