Gli elicotteri Apache si stavano
avvicinando, mentre Xavin
chiese a US:
“Che cosa
facciamo?”
US rivolto verso il vetro rispose:
“Scappiamo.”
“Cosa?” chiese
Xavin.
“Scappiamo, non abbiamo
tempo per affrontare un paio di tira
piedi, Light non solo ci ha sfidati, ci ha anche umiliati e ti posso
assicurare
che non avrò pace fino a quando non gli avrò dato
un cazzotto in bocca.”
US si rivolse ad Al il bidello:
“Al, credo sia il arrivato
il momento.”
“Vuole dire che questo
è un addio signore?”
“Ti conosco e so che hai
ancora molto da vivere vecchio mio,
perciò scatenati…pure.”
Dopo quella frase, gli occhiali di Al
sì illuminarono e la
sua espressione tranquilla fu sostituita da un sorriso quasi sadico.
“Molto bene.”
“Scusate, che avete in
mente?” chiese Xavin confusa.
“Tu ed io scappiamo per
rintracciare Light, mentre Al si
occuperà di intrattenere i nostri ospiti.”
“Si fidi di lui signorina
Xavin, in questa maniera
riusciremo a risolvere questa faccenda molto più in
fretta.”
“Ma Al, tu
rimarrai…”
“Da solo, lo so, ma non si
preoccupi per me, conosco qualche
trucchetto per battere quei delinquenti.”
Al strizzò
l’occhio a Xavin, mentre US si rivolse verso Al:
“Ehi bidello.”
“Si signore?”
“I tuoi bastoni sono dietro
il comodino, vicino al minibar.”
“Grazie signore.”
Dopo quell’ultimo
avvertimento, US e Xavin si diressero
verso lo Star Rig, discutendo ancora sul fatto di lasciare Al da solo.
“Spero per te che le armi e
le trappole del sistema di
difesa riescano a tenere al sicuro il povero Al, altrimenti giuro che
ti arrostirò
una volta finito tutto questo.”
“Armi e trappole? Ma di che
stai parlando?”
Xavin si sconvolse:
“Tu…mi stai
dicendo che il nostro sistema di sicurezza non
dispone di armi?!”
“No, solamente rivelatori e
telecamere.”
“Ma sei impazzito?! Al
affronterà da solo mercenari armati
fino ai denti!”
“Lo so, ma non
c’è da preoccuparsi, perché
è Al il mio
sistema di sicurezza.”
I due finalmente raggiunsero lo Star
Rig e una volta aperto
il portellone principale, volarono via dall’agenzia.
“Lui è il tuo
sistema di sicurezza? Sul serio?”
“Non ho assunto Al solo
perché mi stava simpatico o perché
volevo dargli un impiego, l’ho fatto anche per proteggere me
stesso e la
maggior parte dei comuni mortali di Las Vegas.”
“Nessun senso nobile, solo
che trovavo più economico e
pacifico pagare lui per pulire e farmi la guardia piuttosto
che…pagare denunce
per ogni arto e oggetto spezzato o chiamare la omicidi
perché qualcuno aveva
minacciato “Al il bidello”.”
“Al è davvero
così forte?”
“Più di quanto
immagini, lui è veloce, abile e saggio, tu lo
conosci come “Al il bidello”, ma in passato tutti
lo chiamavano “Al the Black
Hand”.”
Mentre US e Xavin stavano volando via
alla ricerca di Light,
gli elicotteri Apache arrivarono al piano dell’ufficio di US
e trivellarono di
colpi tutta la sede, lasciando la stanza a un colabrodo.
I piloti non videro niente e fecero
rapporto via radio.
“Signore, qua non ci sono,
devono essere scappati con il
loro bizzarro camion volante, partiamo…”
Poco prima che il mercenario potesse
finire la frase, qualcosa
si scagliato su di lui ad alta velocità, uccise il pilota e
face saltare in
aria l’elicottero.
La stessa cosa accadde anche
all’altro poco dopo.
I resti che precipitarono a terra
lasciarono i mercenari
senza parole, sembrava che fossero stati abbattuti dal lancio di due
bastoni
neri come la pece.
“Signore…adesso
cosa facciamo?” chiese un mercenario.
“Quello per cui siamo stati
pagati, entriamo, saliamo e
uccidiamo.”
Il capo mandò una piccola
squadra di sei uomini dentro
l’edificio e salirono fino a raggiungere il penultimo piano
dell’agenzia.
Sembrava filare tutto liscio, fino a
quando davanti a loro
non trovarono Al con in mano uno scopettone.
“Sparate!”
gridò il capo squadra.
Ma si accorsero presto di star
sparando all’aria, uno di loro
vide le scarpe di Al, vicino a lui c’era della gomma
bruciata, allora capì che
non erano loro ad aver sbagliato, era il vecchietto che si era mosso ad
alta
velocità.
“Ehi voi, non potete stare
qui, questa è proprietà privata,
andatevene subito.” Disse Al con voce pacata.
“Chi vorresti mandare fuori
vecchietto?” disse il capo
squadra.
“Mi spiace, ma devo
insistere, altrimenti verrò rimproverato
severamente dal mio padrone.”
“Tu lasciaci passare, ce la
sbrighiamo noi con il tuo
padrone.”
“Signore…quel
tipo mi fa un po’ paura.” Disse uno dei
mercenari.
“Taci Rolland.”
Al sì ripulì
velocemente gli occhiali e rispose:
“Sarò costretto
a utilizzare la forza allora.”
Il capo squadra si
avvicinò al bidello, ridendo di lui e
prendendolo in giro.
“O ma certo e quale sarebbe
questa forza?”
Con la stessa velocità di
un fulmine, qualcosa si scagliò
sulla faccia del capo squadra, spedendolo con la testa dentro il
pavimento.
Gli altri mercenari non realizzarono
immediatamente cosa
fosse accaduto.
Dopo aver spezzato la parte delle
setole con un calcio, Al
fece roteare il bastone, assumendo una posa alla Bruce Lee e
minacciando i
mercenari rimasti.
“Ok pezzi di merda,
normalmente vi avrei già spezzato ogni
singolo osso del corpo, ma ho deciso di darmi una calmata,
starò fermo e non vi
picchierò… ma vi d’ho dieci secondi di
tempo, se ve ne andrete via prima dello
scadere del tempo, eviterò di riempire questo edificio con
le vostre luride,
schifose e spregevoli carcasse, avete capito?”
I mercenari si avvicinarono al
bidello, puntandogli le armi
addosso mentre questo stava iniziando a contare.
“1…”
“Andiamo,
bloccalo!”
“2…”
Uno dei mercenari gli
sfiorò la manica della tuta da lavoro
e in quell’istante, la mano destra e il bastone di Al
divennero neri.
Per primo, sferrò una
bastonata micidiale al mercenario che
lo stava per toccare, spedendolo fuori dalla vetrata.
Si diresse verso il mercenario alla
sua sinistra e dopo
avergli fratturato le gambe con un calcio laterale, lo spedì
al piano di sotto
con un bastonata.
L’ultimo cercò
di scappare ma Al gli lanciò il bastone
addosso e gli impalò la mano sinistra, si
avvicinò a lui rapido e silenzioso
come la morte e sfondò sia la sua faccia che il muro con un
solo pugno.
Al tirò fuori la testa del
mercenario dal muro e lo scagliò
in aria, mandandolo al piano superiore con un calcio.
“10.”
Gridò il bidello.
Intanto il capo squadra
riuscì a tirare fuori la testa e
anche se confuso e dolorante, riuscì ad ascoltare le parole
di Al.
“Vi ringraziamo per averci
fatto visita e…”
Il bidello notò che il
capo squadra aveva tirato fuori una
pistola, il colpo partì, ma Al riuscì a deviare
il proiettile usando il bastone
nero.
Al gli lanciò il bastone
dritto nel petto e dopo essersi
riavvicinato per riprenderlo, gli spezzò il collo con un
calcio.
“E mi raccomando, non
tornate più.”
Intanto sullo Star Rig, US e Xavin
stavano cercando il modo
di scovare Light.
“Allora, sei riuscito ad
ottenere uno straccio di dati?”
chiese Xavin
“Cerca di calmarti, ci sto
lavorando.”
US continuò ad aggeggiare
con i vari monitor dello Star Rig,
poi si fermò e disse:
“Bene, ho capito come
fare.”
Prese un micro comunicatore e
inviò un messaggio ad Al.
“Al è arrivato
il momento del piano B.”
“Eseguo signore.”
“Mi raccomando, cerca di
non morire.”
US interruppe le comunicazioni e
riprese a lavorare ai
monitor.
“Il piano B farà
uscire Light dal suo nascondiglio?”
“In un certo senso
si.”
“In un certo
senso?”
“Non ci sarà
bisogno di far uscire Light dal suo
nascondiglio, dato che sarà lo stesso Light a uscire allo
scoperto.”
Intanto, grazie a un miscuglio di
forza, velocità e
bastonate, Al aveva ripulito tutti i piani della sede.
Scese al piano terra e
oltrepassò la porta dell’edificio,
oramai era circondato, con le armi puntate e con un carrarmato pronto a
sparargli, così il bidello fece cadere a terra il suo
bastone e rilascio il
potere nero della sua mano.
“Signori, non ho
più motivi di combattervi, il mio padrone è
scappato e l’unico che sa dove possa essere finito sono io,
chiedo di essere
portato in udienza davanti alla persona che vi ha assunti, in modo che
possa
contrattare i termini della mia resa.”
I mercenari rimasero sbigottiti da
ciò che sentirono, mentre
i loro compagni erano dentro l’edificio, avevano solo udito
grida di terrore e
richieste di pietà, pensavano di star combattendo con una
bestia, ma tutto ciò
che videro era un vecchietto gracile e con gli occhiali.
“Allora? Siete diventati
sordi? Ho detto che mi arrendo!”
“Catturatelo e portatelo
dentro!” ordino il capo dei
mercenari.
Lo fecero inginocchiare e lo
Incatenarono a una piattaforma
in modo che non potesse fare il benché minimo movimento.
“Bene vecchio, sembra che
il capo abbia voglia di vederti,
comunicherete attraverso ologrammi, ma ti avverto, tu muoviti e io ti
uccido.”
Disse il capo dei mercenari al placido Al.
La comunicazione iniziò.
“Salve, perdona la mia
maleducazione, io sono Light Argus
e…tu sei?”
“Al il bidello, il mio capo
mi ha parlato molto di te.”
“Davvero?”
“No, sono tornato dalle
ferie ora, l’unica cosa che il mio
padrone mi ha ordinato è stata quella di fare il culo ai
tuoi uomini.”
“Tipico di US, ma non
è questo il punto, ora voglio sapere
delle cose da te Al il bidello.”
Mentre Al e Light parlavano, US e
Xavin stavano captando il
segnale dallo Star Rig.
“Perciò era
questo il piano, sacrificare Al per permetterci
di trovare Light?”
“Vedila come una partita a
scacchi Xavin, non puoi
raggiungere il re se non sposti nemmeno un pedone.”
“Lo trovo un piano bastardo
pure per…”
“Shh, zitta Xavin, lo sto
rintracciando.”
Al iniziò a parlare.
“Ok, cosa vuole
sapere?”
“Vedi Al, il tuo padrone
è stato una rottura di palle per
troppo tempo e ho deciso di farla finita con lui, perciò ti
chiedo di
rispondere alla mia domanda, se lo fai…posso anche lasciarti
in vita,
altrimenti puoi considerarti carne morta.”
“Ora dimmi, Ulysses Solomon
Archer, dove si trova?!”
Al gli rise in faccia e poi gli
rispose:
“Ma per chi mi hai preso
stronzetto?”
Al lo guardò
dall’alto in basso, annoiato dalla sua risposta
e convinto di non poter ottenere nulla da Al, si limitò a
rispondere con:
“Molto bene Al il bidello,
credo che questo sarà il nostro
primo e ultimo incontro allora.”
L’ologramma si
girò, rivolse lo sguardo verso il capo dei
mercenari e poco prima di chiudere la comunicazione disse:
“Uccidetelo.”
Dallo Star Rig, US e Xavin
ascoltarono tutto il discorso e
Xavin era decisa a tornare indietro per salvare il bidello.
“Torniamo indietro
US!”
“Non
c’è tempo Xavin, ho individuato la posizione di
Light,
non possiamo lasciarlo fuggire.”
“Ma Al sta per essere
giustiziato, dobbiamo…”
Dalla trasmittente a lungo raggio, si
udirono gli scoppi di
vari proiettili e Xavin capì che oramai era troppo tardi.
“Andiamo Xavin, torna a
sederti, non possiamo farci niente.”
Gli chiese gentilmente US
“Va bene.”
rispose con tristezza Xavin.
I due proseguirono il loro viaggio e
alla fine giunsero
davanti a un gigantesco magazzino abbandonato in mezzo al deserto del
Mojave.
Scesero dallo Star Rig e si avviarono
verso il magazzino da
dove partiva il segnale, mentre Xavin non poté fare a meno
di sputare su US
tutto il suo disprezzo.
“Spero per te che ne sia
valsa la pena.”
“Al era un ottimo amico e
servo, se fermiamo Light Argus, il
suo sacrificio non sarà stato vano.”
“Ma ti senti? Cosa pensi
che sia tutto questo? Una specie di
partita a scacchi?”
“Onestamente? Si.”
“Perciò la
prossima da sacrificare sono io, dimmi, che pezzo
rappresento per te? Un pedone? Un cavallo?”
US rivolse lo sguardo verso Xavin e
disse:
“Io non devo preoccuparmi
di te Xavin.”
“Perché? Sono
davvero così tanto sacrificabile?”
“Perché tu in
questa battaglia sei la regina e un re ha
sempre fiducia nel suo guerriero più forte.”
“Aspetta…cosa?”
Ci fu un momento di silenzio, poi US
si rivolse all’aliena:
“Xavin, dobbiamo fermare
Light, non possiamo ritirarci
adesso, se lo fai non deluderai solo me te stessa e la gente di Las
Vegas, ma
sminuirai anche il sacrificio di Al.”
“Vuoi veramente
questo?”
Xavin fissò US dritto
negli occhi e rispose:
“No…andiamo
avanti.”
“Bene, ora butta
giù questa porta.”
Xavin tramutò il suo
braccio destro in pietra e buttò giù il
portone con un solo pugno.
I due si inoltrarono poi
nell’oscurità del magazzino, fino a
quando, arrivati a metà strada, le luci si accesero e sopra
di loro videro il
tanto odiato Light Argus.
“Ben arrivati, non avete
sprecato tempo vedo.”
“Light, siamo giunti al
capolinea, arrenditi e avrò pietà.”
“Cavolo se sei testardo,
avanzi pretese anche quando non sei
nelle condizioni.”
Light tramite un pulsante,
aprì tre cancelli e in poco
tempo, il magazzino venne riempito da più di cento mercenari.
“Mi sembra che a conti
fatti sia tu l’ingenuo, formiche
contro due gorilla.” Disse Xavin
“Hai ragione ragazza,
vediamo di giocare ad armi pari.”
Light mise un piede in avanti e
rilasciò un immenso campo di
luce bianca che si distese per tutta la zona.
Il bagliore accecò
brevemente US e Xavin e dopo aver ripreso
la vista, si ritrovarono davanti un esercito ben differente.
“Eccovi accontentati,
adesso abbiamo cento super esseri
contro due gorilla.”
Intorno a loro ogni singolo soldato
aveva sviluppato dei
superpoteri.
“Tu puoi anche rimanere a
divertirti Xavin, US, tu devi
raggiungermi al piano superiore, abbiamo tanto di cui
discutere.”
US prima di saltare chiese a Xavin:
“Sei sicura di
farcela?”
“Non mi ci vorrà
nulla, stai tranquillo, tu vai.”
US se ne andò, uno dei
mercenari sparò verso di Xavin una
sfera di aria compressa.
Se ne accorse appena in tempo e
alzò gli scudi per
proteggersi, intorno a lei si era alzato qualche strato di cemento per
il
colpo.
Vedendo
l’intensità del attacco, Xavin disse:
“Ok, forse mi ci
vorrà un po’”
La cosa peggiorò quando un
altro mercenario gli scagliò
addosso un raggio di plasma, mettendo a dura prova lo scudo invisibile.
“Forse mi ci
vorrà un pochino più di un
po’” pensò Xavin.
Intanto US aveva raggiunto Light sul
tetto del magazzino e
lo trovò seduto davanti a un tavolo con una scacchiera
aperta.
“Finalmente sei arrivato,
una partitina?” disse Light
sorridendo
“Si, grazie.”
US si mise a sedere e
fissò Light dritto negli occhi,
aspettando una sua possibile reazione.
“Sai US, capisco che mi
vedi come un nemico, ma voglio
comunque rifarti quel offerta, voglio che tu venga a lavorare per
me.”
“E tu Light sai bene che
non lo farò mai.”
“Io non ti capisco, sei
abile, intelligente e sai fare il
tuo lavoro, dovresti essere in uno dei territori caldi come New York,
dove i
criminali abbondano.” Disse Light accigliato.
“Io ho scelto Las Vegas
come mio territorio e in cuore mio
ho deciso che la difenderò da tutto, anche da te.”
“Da me? E perché
mai? Io mi limito solo a far girare
l’economia, tutto quello che ti chiedo e di chiudere un
occhio se mai dovessi
incontrare uno dei miei clienti.”
“No.”
“Giudichi tanto, ma so
anche io delle cose sul tuo conto, il
tuo passato con lo S.H.I.E.L.D, tuo fratello…”
US cominciò a stringere i
pugni per la rabbia.
“E so anche di quella
piccola rivoluzione a Val Verde.”
“Ed è questo che
non riesco a capire, dopo tutto quello che
hai fatto, perché uno come te dovrebbe decidere di vivere
come un ratto del
deserto?”
“Forse sei a Las Vegas per
proteggere qualcosa…o qualcuno?”
Negli occhi di US si accese un fuoco
infernale e Light capì
di aver centrato il bersaglio.
“Ecco perché
agisci in questo modo, hai sacrificato così
tante pedine in vita tua che oramai non ti è rimasto altro,
per questo adesso
ti tieni stretto ciò che hai.”
“Non hai più
pedoni, non hai più alfieri, cavalli o torri,
sei rimasto solo tu e la tua regina.”
US non disse nulla e Light
pensò di averlo inchiodato al
muro.
“Te lo chiederò
un’ultima volta US, unisciti a me, io sono
un tipo spettacolare e geniale, tu…un tipo meno geniale, ma
sotto sotto siamo
uguali.”
“Entrambi abbiamo
sacrificato qualcosa e non ci importa di
nulla, perciò accetta…ho ti giuro che
darò scacco matto al tuo re.”
US rilassò la mano e
sollevò lo sguardo verso Light e
sorridendo gli disse:
“Wow…sai una
cosa, ti sei sbagliato al cento per cento,
seriamente, avessi azzeccato almeno una cosa.”
Light non capiva cosa stesse dicendo
US.
“Io e te non siamo uguali,
tu sacrifichi stupidamente i
pezzi, io li muovo e li salvo, io ho ancora un sacco di pedoni, un
alfiere e un
cavallo.”
“E posso assicurarti che in
questo gioco io non sono mai
stato il Re.”
“Testardo fino alla fine,
perciò come pensi di vincere?”
“Non ne ho bisogno, ti ho
battuto quasi un’ora fa.”
US iniziò a muovere i
pezzi della scacchiera e Light notò il
risultato delle sue mosse.
“Ma
questo…è il matto dell’imbecille, che
cazzo stai
insinuando?”
“Guarda
all’orizzonte.”
Light osservò e vide una
decina di strane figure avvicinarsi
a gran velocità, anzi, le figure era ben undici, una delle
quali stava in piedi
su un altro e aveva tra le mani un bastone.
“Ma…ma quello
è…”
“Il mio bidello? Si,
probabilmente ha maciullato tutti i tuoi
mercenari e poi ha attivato le varie tute per aiutare Xavin.”
“E tanto per girare il
coltello nella piaga, potresti
controllare tutti i tuoi conti bancari e i finanziamenti delle tue
attività?”
“Cosa?”
Light fece un paio di chiamate e
controllò sul cellulare tutto
ciò che US gli aveva detto e alla fine scoprì la
scioccante verità:
“Io…sono stato
derubato.”
Light lanciò lo stesso
sguardo infernale a US e come un
bambino isterico gridò:
“Tu…come cazzo
hai fatto?!”
“Sei caduto dritto nella
mia trappola, quando hai modificato
il programma USD, ho inserito una sorta di virus per continuare il
lavoro e
anche per umiliarti, così il programma si è
evoluto ed è diventato USW (US
Wolf), in questo modo oltre a prendere tutti i tuoi dati, ho preso
anche tutti
i tuoi soldi e le tue azioni, in parole povere ora sono io il maggior
azionista
delle Argus Industries e questo fa di me…il tuo
capo.”
“Tu…tu non
puoi…”
“Giusto, ho spedito tutti i
tuoi dati e alcuni video anche
alla polizia di Las Vegas, tra poco arriveranno qui in massa,
l’unica cosa che
mi rimane da fare e incartarti e consegnarti a loro.”
Intanto dentro il magazzino, Xavin si
trovava in difficoltà,
ma le cose sarebbero presto cambiate.
Dal tetto piombarono giù
10 tute da combattimento US e
insieme a loro anche Al, con grande gioia di Xavin.
Le tute gli circondarono e i due
ebbero il tempo di parlare.
“Al, sei vivo!”
“Certo, lo sono da una
vita.”
“Ma come hai fatto a
sopravvivere?”
“Semplice, ho aspettato che
fossero abbastanza vicini, ho
spezzato le catene e ho girato la testa a tutti i mercenari rimasti,
poi sono
tornati su e ho attivato il piano B di US.”
“Non scherzava su di te,
sei davvero un pericolo pubblico.”
“Grazie.”
Al uscì dal cerchio e si
incamminò verso i mercenari, pronto
ad attaccarli.
“Salve signori, il mio nome
è Al e faccio il bidello,
pulisco i pavimenti, butto la spazzatura e soprattutto uccido fighette
patetiche come voi.”
Uno dei mercenari potenziati lo
schernì da lontano:
“Sai nonnetto, se andassi a
cercare la parola “Entrata ad
effetto” troverei di sicuro la tua…”
Al scomparì nel nulla e il
mercenario si accorse troppo
tardi di avere davanti Al, pronto a sferrargli un pugno nello stomaco.
Il colpo lo spedì dritto
contro il muro e Al gridò:
“Odyssey,
Addosso!”
Xavin e tutte le tute si scagliarono
contro i mercenari.
Sentendo tutte quelle grida, Light
capì che il tempo dei
giochi era finito.
“Allora Light, che cosa ne
pensi?”
Il respiro di Light si fece
più intenso, segno evidente
della rabbia che lo logorava, a un tratto, tirò fuori dalla
manica una piccola
spada e cercò di accoltellare US.
Il camionista si allontanò
appena in tempo per evitare il
colpo.
“Te lo riconosco Light,
credevo che avresti continuato a
usare i tuoi tira piedi per fare il lavoro sporco, non pensavo avessi
le palle
per farlo.”
“Secondo te
perché ti volevo vivo? Non mi sarei mai perso la
scena di te che sanguini e implori pietà davanti a
me.”
Light si strappò il
completo di dosso e mostrò la sua
personale tuta da combattimento.
“Ti piace? Era una cosa su
cui la mia azienda stava
lavorando, ma abbiamo accattonato il progetto per problemi tecnici, poi
ho
visto i tuoi dati e il problema si è risolto.”
Dall’altra manica Light
tirò fuori un’altra spada e si
preparò ad attaccare il camionista.
“Sei pronto?”
US allora sguainò verso
Light la Route1 e sorridendo
esclamò:
“Balliamo.”
Le loro spade si incrociarono, i loro
colpi e le loro mosse
erano così fluide che era come vedere l’acqua e il
vento darsi battaglia mentre
i colpi e il rumore del metallo davano l’impressione che i
fulmini e i tuoni si
stessero scontrando fra di loro.
Con una mossa inaspettata, US
riuscì a fargli perdere il
controllo delle spade, forse per poco, ma abbastanza per poter
assestargli un
colpo al mento con il manico della spada.
“Ricordati, solamente
perché hai due spade non significa che
tu sia in vantaggio.”
“Sbruffone.”
Rispose Light
Poi avvicinò
l’elsa delle due spade, unendole e
modificandole in una spada bilama.
“Bel gadget.”
“Lo so.”
Light partì nuovamente
all’attacco e la nuova situazione fu
difficile da gestire, le armi erano in adamantio e US non poteva
sperare di
vincere in un singolo colpo come stava pianificando.
La cosa peggiorò quando si
ritrovarono in un momento di
stallo.
Light spinse indietro US e
ritirò un delle lame, poi in un
secondo momento attivò un meccanismo a scoppio,
allungò la parte dell’arma che
aveva ritirato e ferì US a un fianco.
Il colpo lasciò il
camionista sorpreso e anche se dolorante,
si ritirò e rimise la Route1 dentro il fodero, anche se
successivamente un
calcio lo spedì a terra.
Credendo di stare per vincere, Light
gli si avvicinò a US,
pronto a dargli il colpo di grazia.
“Alla fine è
come avevo detto, addio US.”
Alzò la lancia pronto a
colpire.
“Qualcosa da dire prima di
morire?”
“Si…la tua tuta
usa un sistema elettronico o a interfaccia
neurale?”
“Elettronico, esattamente
come la tua.”
“Mi spiace…ma
ciò che hai rubato sono i progetti base, ho
modificato da tempo la mia tuta, per evitare dei piccoli ma letali
problemi.”
“E cioè?
sentiamo saputello.”
“Questo!”
Dal manico di US partì uno
sparo, il primo colpo dello US Ace.
La Route1 partì spedita
fuori dal manico, US l’afferrò e
direzionò il rapido colpo verso il petto di Light, riuscendo
a dividere la
spada bilama e a ferirlo.
Light fece in tempo ad allontanarsi e
pieno di rabbia si
rivolse a US:
“Anche mentre esali il tuo
ultimo respiro continui a
sfidarmi?!”
“Ho vinto.”
US portò la mano destra
davanti a se mentre Light non capì
cosa stesse insinuando US e decise di muoversi per dargli il colpo di
grazia,
fino a quando non si accorse di una cosa importante.
“Non mi
muovo…perché non mi muovo?!”
“Mi spiace Light, ma vedo
che non hai studiato per l’esame
finale, mai sentito parlare di tecnopatia?”
“Tecnopatia?”
“Posso connettermi
facilmente a qualunque cosa io voglia e
il mio unico potere, ma direi che con te è il più
utile.”
US si rialzò e si diresse
verso Light.
“Stai indietro! Hai
capito?!”
“Che cosa dovevo fare?
Giusto, dovevo incartarti per la
polizia di Las Vegas.”
I propulsori della US3 si attivarono
e Light ricevette una
ginocchiata in pieno volto, per poi beccarsi un pugno potenziato da un
propulsore posto sul gomito.
Il colpo fu così potente
che distrusse completamente il tetto
del magazzino e spedì Light a terra insieme a US, facendolo
svenire.
Light si risvegliò qualche
ora dopo in una prigione, su un
letto medico e l’unica cosa che vide al suo fianco fu US.
“Tu!”
“Non sforzarti troppo
Light, non ti fa bene.”
“Ti
ucciderò!”
“Sei sotto arresto Light,
ogni cosa che mi dirai sarà usato
contro di te in tribunale, ma tranquillo, dopo tutte le prove che ho
spedito
nessuno potrebbe liberarti, a meno che non decida di attaccare una
struttura
dello S.H.I.E.L.D.”
Light si alzò dal letto e
afferrò la mano di US
“Vediamo come ti trovi con
un potere che ti fa invecchiare a
velocità luce!”
Ma all’improvviso
partì una scossa elettrica e Light finì al
tappetto.
“Bastardo…che
cosa…che cosa mi hai fatto?”
“Ti ho messo la museruola,
non è piacevole, ma è utile per
un cane rabbioso come te.”
“Ho inserito un piccolo
innesto elettronico alla base
dell’atlante che ti impedisce di attivare i tuoi poteri e se
mai ci provi,
ricevi una scarica abbastanza potente da mandarti a terra.”
Light si rialzò e si mise
a sedere.
“Alla fine hai vinto la
partita.”
“Per me non è
mai stato un gioco Light, per me era una sfida
all’ultimo sangue.”
“Quando ho capito che
dietro la storia dei poteri c’era
qualcuno, ho deciso che lo avrei scovato e sconfitto, facendo diventare
Las
Vegas il mio territorio.”
“Su di una cosa avevi
ragione Light, io continuavo a
rimanere a Las Vegas per qualcuno e quel qualcuno eri tu.”
“Allora è per
questo che ti sei dato da fare.”
“Ti sei messo contro di me
Light, pensavi di utilizzare la
tua facciata, i tuoi poteri e la tua società per fermarmi e
guarda caso sono
riuscito a distruggere te, i tuoi poteri e la tua azienda.”
US si voltò verso il vetro
e vide Leo che lo richiamava.
“Bene, il mio tempo con te
è scaduto, tanto per avvertirti,
ho venduto tutto alle Parker Industries, stammi bene.”
Mentre US si stava incamminando verso
l’uscita, Light disse:
“Credi che sia finita, ti
informo che ho amici potenti fuori
di qui, appena sapranno cosa hai fatto sguinzaglieranno i loro sicari
verso
tutti coloro che ami.”
“E posso assicurarti che mi
farò delle grosse risate.”
US si girò di scatto e
afferrò Light per colletto della
camicia e gli avvicinò una lama alla gola.
“L’unico motivo
per cui non ti ammazzo è perché ora non ne
vali la pena e se un giorno dovessi scoprire che qualcuno a me caro
è morto,
verrò a cercarti, ti torturerò per giorni e mi
farò delle grosse risate mentre
ti vedrò morire lentamente.”
Light spalancò gli occhi e
iniziò a sudare per la paura.
“Perciò ti
lasciò con un ultimo consiglio Light.”
“Non. Provare. Mai
più. A fottermi.”
US lasciò la camicia di
Light e uscì dalla stanza.
“Ebbene…congratulazione
US, grazie a te il caso del
venditore di poteri è stato risolto.”
“Non
c’è di che Leo.”
“Bene, se hai tempo,
potresti aiutarci a risolvere…”
“Spiacente, ma tutto
ciò che voglio è tornare a casa, bere e
non fare nulla per un mese, andiamo Xavin.”
Mentre camminavano Xavin disse:
“Hai agito bene
US.”
“Anche te sei stata brava
Xavin, torniamocene a casa.”
“Al sarà
contento di vederti, appena ti ha visto salire
insieme alla polizia è tornato subito all’agenzia
per pulire.”
“Spero abbia fatto un buon
lavoro.”
Poco dopo arrivarono al primo piano
dell’agenzia e trovarono
Al intento a togliere detriti e pallottole, fino a quando non si
accorse del
loro ritorno.
“Signor US!”
Al si precipitò verso di
lui e lo abbracciò e lo sollevò.
“Signor US, sono
felicissimo!”
“Io meno Al, la ferita
potrebbe riaprirsi e mi fa un male
cane.”
“O scusi.”
Al lo lasciò andare.
“Vedo che stai facendo un
buon lavoro” disse US
Poi Xavin chiese:
“Scusa, ma non potresti
pagare una ditta specifica per
rimuovere le macerie e le pallottole?”
“E poi come lo pago
Al?”
US poi chiese:
“Quanto tempo ci
vorrà per fare in modo che tutto torni a
posto?”
“Di questo
passo…tre mesi, anche se ammetto che sarebbe più
facile abbattere tutto l’edificio e ricostruirlo.”
“Noi non abbatteremo
l’edificio, abbiamo dei vicini e a
proposito, Al, prepara dei biglietti di scuse e un paio di banconote da
cento
dollari.”
“Molto bene, comunque tengo
a informarvi che il piano terra
dell’agenzia è già operativo, potremmo
trasferirci lì fino a quando i lavori
non saranno finiti, perciò se volete prendere qualcosa e
portarlo giù fate
pure.”
“Ottimo lavoro
Al.”
US e Xavin si diressero
nell’ufficio ormai distrutto, US
andò verso la cassaforte e tirò fuori un libro.
“Un altro dei tuoi oggetti
preziosi?”
“Si.”
“Che libro
è?”
“Sherlock Holmes: Uno
studio in rosso.”
“Sembra vecchio.”
“È una prima
edizione, per questo lo tenevo in cassaforte.”
“Capito.”
Xavin invece si diresse verso i
cassetti del mini bar e tirò
fuori delle merendine.
“Che stai
facendo?”
“Avevo un po’ di
fame, ne vuoi uno? Sono Kit Kat tutti i
gusti più uno.”
“Si grazie.”
“Arriva subito.”
“Posso averne uno alla
fragola?”
“No, puoi averlo
al….ehm…puoi…puoi averlo alla
menta.”
“Ok”
Xavin lanciò la merendina
a US e si misero a sedere per
terra a mangiare.
Nell’ufficio in rovina
regnava il silenzio, fino a quando
Xavin capì che era arrivato il momento di risolvere anche
l’ultimo mistero
dell’agenzia Odyssey:
“Ehi US.”
“Si?”
“Perché avevi
una pistola dentro la cassaforte?”
US mostrò a malapena uno
sguardo vitreo e non girò nemmeno
il collo per rispondere all’aliena.
“Non lo so.”
“Come sarebbe a dire che
non lo sai?!”
“Insomma, nessuno si
aspetterebbe mai che uno come te abbia
un’arma nascosta, di solito fai sfoggio di tutto il tuo
arsenale.”
“Appunto per questo la
tengo dentro la cassaforte.”
“Ma non ha il minimo senso,
perché avere un arma se non la
vuoi usare.”
Poi Xavin pensò e disse:
“Cavolo…è
una cosa sessuale?”
“No!”
“Meno male.”
Disse Xavin
“Senti Xavin,
sarò onesto, non ne voglio parlare.”
“Ma io voglio
saperlo.”
“No.”
“Andiamo.” Chiese
Xavin con una vocetta di incitamento
US prese un profondo respiro e
parlò:
“La tenevo nel caso un
giorno…avessi deciso…di mettere fine
alla mia vita.”
Xavin spalancò gli occhi.
“Stai…stai
scherzando vero?”
Ma US non stava affatto scherzando.
“Kly’Bn, tu non
scherzi affatto, ma perché US?”
“Non capiresti
Xavin.”
“Chi lo sa? Forse ci posso
provare.”
“Non lo so e solo che a
volte penso di aver fatto il mio
tempo.”
“Come il tuo
tempo?””
“Nella vita, in tutto
quanto.”
“Insomma,
sapere di
avere una pistola…sapere che, se volessi potrei crearmi una
via d’uscita con le
mie mani, come ho sempre fatto…mi aiuta, mi aiuta davvero
tanto.”
“Si, ma non capisco
perché la pistola, insomma è così
rumoroso…potevi pensare alle pillole, ti avrebbero fatto
addormentare e Al non
avrebbe dovuto ripulire i pezzi del tuo cervello una volta
tornato.”
“Grazie Xavin.”
“Scusa.”
“Perciò…perché
la pistola?”
“Niente di particolare era
solo che…mi sembrava il modo più
rapido, nulla di più.”
“Forse hai
ragione…ma ancora non capisco perché tu sia
così
infelice.”
“Vedi, quando abbiamo
discusso e tu hai detto che io senza
la Odyssey non avevo uno scopo…avevi ragione,
cioè, guardami, infondo oramai
quale altro scopo può avere la mia vita?”
“Non mi piace quando parli
così US.”
“Ma è tutto vero
Xavin, gli eroi… gli eroi di questo mondo
riescono bene o male a divedere la loro vita normale da quella da eroe,
ci
riescono, non devono nemmeno starci tanto a pensare è quasi
automatico, ma…con
me non funziona.”
“Capisci, vorrei poter
tornare a vivere una vita normale, ma
dopo tutto quello che ho fatto e visto, non solo non me la merito, ma
forse non
la voglio nemmeno, ecco perché mi odio.”
“E quella bottiglia di
Scotch?”
“Me la tenevo come ultima
bevuta.”
“Wow, pesante.”
“Vedi Xavin, non parlo del
rifiuto di una vita normale solo
come, lavoro, famiglia o altro, ma anche di fede, non potrei mai
tornare a fare
quello che facevo prima e non potrei mai tornare a credere a
ciò che credevo
prima.”
“Come camionista dovrei
vivere il momento presente, ma mi
chiedo…esiste un momento…in cui viviamo il
presente? E non nel passato o nel
futuro?”
“Mi sono sentita
così quando mi hanno fatto vedere “Ritorno
al futuro”.”
“Perciò…è
per questo che quella sera mi hai invitato a cena?
Se non fossi riuscito a convincermi, avresti fatto la finita?”
“No, volevo solo uscire con
te.”
“Wow…figo.”
US tirò un sospiro di
sollievo.
“Non l’ho mai
raccontato nemmeno a Taryn…non hai nulla da
dire?”
“Io…non so cosa
dirti, avevi in programma di farla finita?
Lo avrei trovato molto egoista e codardo da parte tua.”
“Come sarebbe a dire
egoista?”
“Cosa farei io se tu non ci
fossi più, ci hai mai pensato?
Se tu che mi ha aiutato a ricominciare la mia vita.”
“Pensavo che per te fossi
il meno peggio di tutta la
situazione.”
“Quella volta cercai di
ferirti perché tu avevi ferito me,
ma la pura realtà…è che tu sei il mio
solo amico US, senza di te sarei
perduta.”
“Non dire sciocchezze, te
la caveresti.”
“No, non mi importa niente
degli altri, solo di te…sei
l’unico a cui tengo.”
“Ehi e io?!”
Disse Al infondo al corridoio.
“Ok, quasi, ma hai
afferrato il concetto?”
US le sorrise e disse:
“Be, grazie.”
Xavin continuò timidamente
il suo discorso, mentre si
avvicinò sempre di più a US:
“Lo
sai US, tu mi
piaci un sacco…credo si possa dire che…mi piaci
veramente…oserei…persino andare
oltre dicendoti…che mi stai veramente a
cuore…profondamente a
cuore…forse…anche
più che profondamente.”
La Skrull poi si appoggiò
alla spalla del camionista e
disse:
“Io…io…io…io
ti amo.”
US l’abbracciò,
mentre Xavin arrossendo si scanso un po’
dalla presa e disse:
“Cioè…io
non ti amo nel senso “Ehi, litighiamo ogni notte e
facciamo ginnastica sul letto”, no, io…io ti
amo…come…una persona può amarne
un’altra…di cui semplicemente non può
farne a meno.”
“Ok…se la
mettiamo in questi termini…anche io ti amo Xavin.”
Rispose US sorridendogli
“Tu hai dato alla mia vita
uno scopo.” disse Xavin
“E chi lo sa,
magari…magari questo è più che
sufficiente,
perché…è semplicemente il
più bel dono che una persona possa fare a
un’altra.”
“Ti ringrazio.”
I due si alzarono e si diedero un
ultimo abbraccio prima di
scendere giù, anche se US lasciò che Xavin lo
precedesse, aveva una telefonata
importante da fare.
Il telefono squillava e squillava,
fino a quando la chiamata
partì
“Pronto?” rispose
una voce femminile dall’altro lato.
“Ciao Taryn.”
“US, sei tu?”
“Si…senti, so
che ciò che ti dirò aumenterà solo il
tuo odio
per me, ma devo farlo, meriti di saperlo…ho deciso di
rimanere a Las Vegas e di
difenderla, non è per farti un dispetto, ma avevi
ragione… vogliamo cose
diverse.”
“Tu vuoi una vita normale e
io… non posso e non voglio
averla, se tornassi da te saremmo infelici tutti e due…o
tutti e tre.”
“Rimarrò qua a
Las Vegas, se mai avrai bisogno di una aiuto,
fai uno squillo e arriverò più veloce della
luce.”
Dopo un iniziale silenzio.
“Va bene…ho
capito, allora buona fortuna US, sperò che tu
possa trovare ciò che cerchi.”
“Taryn
io…”
“Addio US.”
La telefonata si interruppe e poco
dopo Al si avvicinò per
parlargli:
“È stata
dura?”
“Non immagini nemmeno
quanto.”
Dopo aver sospirato
“Raggiungo
Xavin e ordiniamo
la cena, mangi con noi Al?”
“Posso?”
Intanto nella città di
Amarillo, Taryn aveva interrotto la
telefonata.
“Addio US” disse
con rammarico e mentre osservava il suo
salotto vuoto e si accarezzava la pancia pensò:
“Non vuoi tornare, non
importa, saremmo comunque felici,
anche senza di te…molto, molto felici.”
Così al piano terra
dell’agenzia Odyssey, i tre eroi di Las
Vegas si trovavano comodamente seduti sul divano a mangiare cibo
cinese, mentre
US dal canto suo pensava:
“Bene, ho creato qualcosa
che non pensavo che sarebbe
durato, lavoro insieme a un bidello esperto di arti marziali e un
aliena
transgender, ho risolto uno dei casi investigativi più
importanti di Las Vegas
degli ultimi anni, ho completamente umiliato il mio acerrimo nemico, ho
abbandonato la donna che amavo e sono diventato il protettore ufficiale
di Las
Vegas.”
“Quale è la
prossima mossa?”
Mentre rifletteva su tutto
ciò, il cellulare dell’agenzia
squillò.
“Chi risponde?”
chiese US
“Io sto finendo gli
involtini.” Rispose Al
“Io ho da fare con gli
spaghetti.” Rispose Xavin.
“Ho capito, ho capito, ci
penso io.”
US andò verso il tavolo,
si mise a sedere sulla poltrona e
poggiò i piedi sul tavolo
Il colpo fu così forte che
il telefono schizzò in aria e
finì tra le mani di US.
“Al aveva appena finito di
pulire.”
“Lascia perdere Xavin, fa
sempre così, limitiamoci a
mangiare.”
“Zitti.”
US appoggiò il cellulare
all’orecchio e rispose:
“Agenzia Odyssey, come
possiamo esserle d’aiuto?”