Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: Iron_Captain    05/02/2018    5 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 19: Un nuovo sospetto

I due partner rimasero in ospedale per qualche giorno, sotto stretta osservazione da parte dei medici. Poiché si trovavano in due stanze diverse, la coniglietta andò a trovare ogni giorno il suo “intimo” amico per stargli accanto e assicurarsi che stesse bene; fino a quando non fu trasferita nella sua stessa stanza. Non era stato difficile capire che era stato il loro superiore ad aver presentato quella richiesta, dal momento che un paio di agenti armati di mitragliatrici sorvegliavano l'ingresso della loro camera. Ma ciò che sorprese e allo stesso tempo spaventò Judy fu che in questi giorni l'assassina non si era fatta sentire e neanche vedere. Molto probabilmente stava elaborando un qualche diabolico piano per ferire ancora più interiormente la sua vittima. Da quando Judy aveva fatto l'amore con Nick qualche giorno fa, le sue paure si erano intensificate: aveva il terrore che la killer lo venisse a scoprire, e che il suo partner rischiasse di diventare un bersaglio “prioritario”. Pensò e ripensò a quel momento: nonostante iniziò a pentirsi di averlo esposto come bersaglio, non aveva la possibilità di cambiare ciò che era accaduto, né poteva dire a Nick che non potevano più amarsi; non voleva ferirlo, e probabilmente neanche sarebbe stata sincera. Aveva paura di perderlo…ma gli voleva bene…lo amava…non seppe più spiegarsi cosa provava.
Erano circa le 9:15, e mentre Judy era immersa nei propri pensieri, seduta sul letto, a fianco del proprio partner, Nick le sussurrò all'orecchio; “Che cosa succede?”
La leporide poté sentire il suo muso muoversi lentamente su una delle proprie guance, regalandole delle sensuali e rilassanti carezze. La propria zampa sinistra afferrava delicatamente quella di Nick.
“Lo sai che cosa ho.” fu la risposta di Judy, con un tono mischiato tra l'irritazione e la preoccupazione.
A quel punto, il predatore smise di coccolarla e, dopo averle lasciato anche la zampa, la squadrò negli occhi con uno sguardo serio.
“Tu non devi temere di perdermi, perché non accadrà.”
Nonostante cercasse di apparire convincente e di mandare via le sue paure, la leporide non si lasciò incantare.
“Non riesci a proprio capire: lei ha dimostrato in diverse occasioni che può farmi del male e uccidere chiunque stia vicino a me quando e come vuole!” fu la risposta brusca di Judy.
Il canide osservò la sua partner alzarsi rapidamente dal letto e camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza, indecisa su cosa fare adesso.
“Allora usciamo di qui e dirigiamoci al penitenziario in cui era rinchiusa Bellwether e troviamo ulteriori indizi su questa assassina genocida.”
La leporide si fermò, poi osservò il predatore.
“Ma…non so se sia una buona idea…” disse con tono indeciso.
La volpe si alzò rapidamente dal letto e camminò con passo deciso verso di lei.
Nel vedere ciò, la coniglietta si preoccupò e gli andò incontro; “Che cosa fai, Nick?! Devi rimanere a letto!”
Non appena i due piccoli mammiferi furono finalmente vicini, il predatore si abbassò, poggiando le proprie ginocchia a terra, e abbracciò la sua preda e la baciò sulle labbra.
Per Judy, tutto questo successe in un attimo: si sentì impreparata. Sentì crescere di nuovo i desideri istintivi di voler rimanere vicina e abbracciata a lui.
“Ti prego…” disse la preda interrompendo quel bacio, preoccupata per lui.
Nick sentì una delle sue zampine che gli stava toccando il petto; mentre l'altra che si avvolgeva intorno al collo, dando forma a un delicato abbraccio.
“Sto bene, mia piccola, dolce e tenera Carotina.” rispose Nick accarezzandole delicatamente una delle sue guance.
A quel punto i due partner decisero di non lasciare più spazio al dialogo: lasciarono che i sentimenti riempissero l'ambiente in cui si trovavano. Il loro abbraccio divenne più forte, facendo in modo che potessero avvertire sempre di più il contatto tra i loro corpi; la guancia sinistra di Nick andò ad accarezzare quella di Judy, che chiuse gli occhi affinché potesse immaginare e sentire sempre di più il tocco delicato e tenero del proprio partner, e mentre lo continuava ad abbracciare e a toccargli il petto, sentì le zampe di Nick che sciolsero l'abbraccio per spostarsi verso le proprie spalle.
In quel momento Judy fu combattuta tra il dover continuare quel momento d'amore e decidere di andare oltre, o se interrompere tutto e concentrarsi sulle indagini. Il cuore iniziò a batterle forte; e la tentazione di voler continuare a portare avanti il loro rapporto attuale era molto forte e irresistibile.
La volpe smise di accarezzarle la guancia e iniziò a squadrarla. Lei aprì lentamente gli occhi e ricambiò lo sguardo. Lui sorrise. Per un istante, Judy pensò che volesse portare avanti il momento romantico, magari finendo per stendersi sul letto e fare l'amore.
“Dai, andiamo.” disse alzandosi in piedi.
La leporide abbassò le orecchie, dispiaciuta per quella risposta.
Il predatore la squadrò.
“Ascoltami Judy: prima chiudiamo questo caso, e prima finirà questo incubo; e quando avremo rinchiuso dietro le sbarre quella psicopatica, potremo dedicarci a noi. Adesso andiamo.”
Nel sentir nominare la killer, la coniglietta strinse i pugni e lasciò che la propria rabbia iniziasse a circolare, ricordandosi di ciò che aveva subito a causa sua e pensando al fatto che doveva difendere i propri cari a tutti i costi, senza perdere tempo.
Non appena i due piccoli mammiferi uscirono dalla stanza, Nick fece una chiamata al Capitano Bogo, al quale chiese il permesso di poter uscire dall’ospedale insieme a Judy.

Dopo aver firmato l’autorizzazione e aver dichiarato di stare bene, i due agenti presero i propri effetti personali e lasciarono l'ospedale, dirigendosi verso la fermata dell'autobus che si trovava sull'altra sponda del marciapiede.
“Stavolta guiderò io la volante.”
“Non se ne parla proprio, Judy.” fu la risposta di Nick, che ripensò alle volte in cui lei aveva avuto quei misteriosi malori.
“Guarda che sto bene…”
“Ma io non voglio rischiare la tua incolumità.”
“Ed io forse dovrei ricordare che sei stato sottoposto a un intervento delicato perché eri stato ferito da quella criminale?”
Notando di essere osservati da alcuni mammiferi che stavano assistendo alla loro discussione, la volpe decise di sospendere il discorso; “Va bene, ne riparliamo in centrale.”
Non appena passò l'enorme mezzo pubblico, la coppia di fidanzati salì sopra di esso. Fortunatamente non era esageratamente affollato, perciò non c'era il problema della mancanza di spazio vitale.
Per tutto il tragitto i due mammiferi non proferirono parola, ma si scambiarono diversi tipi di occhiate, da quelle serie a quelle sorridenti: era come se stessero comunicando con esse, come se non ci fosse bisogno del dialogo per comunicare.
Ad un tratto Judy, che si stava aggrappando a una maniglia di misure regolabili appesa sulle sbarre superiori, decise di raggiungere Nick. A causa delle forti turbolenze del bus, la leporide finì per scivolare in avanti, tra le zampe del canide, che si era precipitato a salvarla dall'imminente caduta. Non appena Nick riafferrò la maniglia del bus, la coniglietta avvolse il proprio abbraccio intorno al suo corpo, poi poggiò delicatamente la testa sul suo petto e abbassò le orecchie. Approfittando del fatto che nessun grosso mammifero potesse notarli, la volpe decise di abbracciarla con la zampa libera e le diede un bacio sulla fronte; ma non appena allontanò le proprie labbra da lei, Judy alzò lo sguardo e lo baciò sulle labbra; era delicato, ma intenso e pieno di passione. L'autobus era talmente affollato di enormi mammiferi da fare in modo che non venissero notati anche da quelli piccoli.
Nick la abbracciò sempre più forte, con l'intenzione di attirarla sempre di più a sé; mentre Judy continuava baciarlo sempre più intensamente, avvertendo il piacere sensuale del contatto tra i loro corpi, coperti dalle loro divise.
La prima fermata del mezzo pubblico, però, costrinse i due “amanti” a interrompere il loro momento romantico: smisero di baciarsi e sciolsero l'abbraccio. Entrambi si aggrappavano alle maniglie del mezzo pubblico, e in quel momento erano vicini, l'uno a fianco dell'altro. I due partner si scambiarono un'altra occhiata…ed entrambi sorrisero non appena notarono il rossore presente sui loro volti. Nessuno dei due osò dire niente in quel momento, tuttavia era facile capire che erano imbarazzati, poiché avevano messo a nudo tutto, a cominciare dalle loro emozioni, e a finire con le loro fragilità, finendo per mettere da parte le “corazze” che avevano costruito per nascondere agli altri mammiferi la loro vera personalità.
Per tutto il tragitto, i due agenti non dialogarono; tuttavia si scambiavano spesso un sacco di occhiate.

Arrivati al distretto, i due partner furono accolti da un entusiasta Clawhauser, felice di vedere che stavano meglio. Tuttavia i due piccoli mammiferi non poterono permettersi di perdere altro tempo con le chiacchiere, così presero subito le chiavi e andarono a prendere la vettura nel parcheggio, situato alle spalle dell'enorme edificio, e si avviarono verso il penitenziario. Alla fine Judy riuscì a convincere Nick a cederle il posto di guida. Naturalmente fu tenuta sotto controllo dall'acuta volpe, che era molto preoccupata per le sue condizioni.
Non appena la coniglietta frenò l'auto, di fronte alla luce rossa accesa del semaforo, rivolse un'occhiata irritata al proprio partner; “Lo sai che mi metti ansia?”
“È forse un crimine preoccuparmi per la tua salute.” fu la risposta di Nick.
“Sto bene, Nick.”
“Perdonami, Carotina, ma mi risulta molto difficile crederti.”
La coniglietta gli rivolse uno sguardo severo.
“Si può sapere che cosa ti prende?” chiese Judy, che sembrava essere sul punto di arrabbiarsi. Si sentiva molto a disagio e infastidita dal tono che il suo fidanzato aveva iniziato a usare: lo trovava fastidioso e irritante.
“Che mi preoccupo per te, stupida!” fu la risposta alterata della volpe.
Non appena scattò il verde la coniglietta spinse violentemente il pedale dell'acceleratore, facendo partire a gran velocità l'automobile. Dopo aver sorpassato un'altra vettura, andò a parcheggiarla in un posto libero. A quel punto, dopo essersi tolta la cintura di sicurezza, andò verso il posto del passeggero in cui si trovava Nick; dopo essersi messa seduta sulle sue ginocchia lo fissò negli occhi.
“Non rivolgerti mai più a me con questo tono, capito?” lo minacciò Judy alzando in alto il pugno destro.
“Altrimenti cosa farai? Mi riempirai di pugni sulla faccia? Sappi che opporrò resistenza.” fu la risposta del canide, che la squadrò aggressivamente.
I due mammiferi rimasero immobili per parecchio tempo, attendendo timorosi il probabile inizio della lotta. Alla fine Judy abbassò il pugno e rilassò i propri muscoli.
“Perché ti comporti così?”
“Perché ho il dovere di proteggerti: come migliore amico, partner fisso…e adesso anche come fidanzato.”
“Sono io che devo proteggerti!” rispose Judy, che fu sul punto di piangere. “Ma qualsiasi cosa faccia, quella puttana è sempre pronta e preparata a precedermi!...E…e…Non so come impedirle di farti del male!”
Non appena il canide vide la sua amata Carotina che iniziò a piangere a dirotto avvolse le proprie zampe attorno alla sua vita e la attirò a sé.
La leporide appoggiò la testa sul suo petto, nascondendo il proprio viso singhiozzante e bagnato di lacrime.
“La verità…è che ho paura di perderti…e questo non lo posso sopportare!...Non voglio perderti!...Io ti amo!”
Dopo aver detto ciò, la coniglietta abbracciò il suo fidanzato sempre di più, come una figlia che voleva profondamente bene ai propri genitori.
Quelle parole colpirono profondamente Nick, il quale riuscì a capire perfettamente le condizioni e i sentimenti di Judy, che l'avevano portata ad innamorarsi proprio di lui; il suo migliore amico…il suo partner. A causa di quella killer, Judy viveva nel terrore…aveva paura di perdere tutto ciò che le era caro. Quella mammifera conosceva talmente bene la sua vittima da sapere in quali punti intimi e privati poteva colpirla e ferirla. Era infima e crudele, oltre che dannatamente metodica e intelligente. Tuttavia c'erano due domande in particolare che i due agenti continuavano a porsi e alle quali non riuscivano a trovare risposta: chi era e perché stava facendo tutto questo. Con il fatto che Judy era terrorizzata e occupata a pensare come difendere i mammiferi a lei più cari e ad affrontare questi strani malanni che ogni tanto le venivano, non riusciva a completamente a concentrare tutte le proprie forze per scoprire l'identità della sua persecutrice, dalla quale era stata costretta ad indagare su di lei.
“Anche io ti amo, Judy…e ti prometto che farò di tutto per acchiappare quella stronza e farle pentire di essere nata.” disse con un tono leggermente aggressivo. Era intenzionato e determinato ad aiutare la sua amata, poiché era lucido e non aveva alcun tipo di restrizione che gli avrebbe impedito di scoprire l'identità della criminale.
La coniglietta rimase abbracciata al canide per circa un'ora, prima di ritornare al posto di guida della vettura e dirigersi al penitenziario.

Non appena arrivarono e mostrarono il mandato alla guardia che sorvegliava l'ingresso del penitenziario, i due agenti andarono dal direttore del carcere, un enorme orso bruno vestito in modo elegante: camicia bianca, giacca e pantaloni grigi scuri, e con una cravatta color petrolio; il quale fece accomodare i due poliziotti nel proprio ufficio. Aveva il classico sguardo serio che dimostrava la sua alta autorità.
“Ebbene; cosa volete sapere?” chiese con tono seccato, poiché avrebbe preferito risolvere privatamente la questione.
“Come era avvenuta l'evasione?” domandò Judy con tono serio.
“Come avevo già raccontato al vostro superiore e ai vostri colleghi, i criminali sono arrivati con un furgone che faceva un rumore assurdo con i tubi di scarico; era arrivato a gran velocità, distruggendo la sbarra di accesso e i cancelli a rete automatici; poi erano scesi numerosi mammiferi alti con i passamontagna e i giubbotti antiproiettili, e le armi d'assalto. Avevano iniziato ad aprire il fuoco su qualunque cosa si muovesse. E ciò era servito come diversivo per piazzare gli esplosivi sulla parete della prigione in cui era rinchiusa la Bellwether. Dopo averla liberata, la prigioniera e i criminali erano rientrati nel furgone e se ne erano andati. Il tutto era successo così velocemente che non c'era stato il tempo di impedire l'evasione e di fermare quei mercenari pluriomicidi.”
I due agenti ascoltarono con attenzione la spiegazione del direttore.
“Cosa le fa pensare che fossero dei mercenari?” chiese rapidamente Nick.
“Giubbotti antiproiettili, armi d'assalto con munizioni calibro 50, e ben organizzati; i mammiferi che hanno questa caratteristica e un simile equipaggiamento sono militari o ex soldati che sono diventati mercenari o addirittura terroristi.”
“Dopo che quel furgone aveva sfondato la sbarra dell'ingresso e i mercenari erano scesi e avevano iniziato a sparare, cosa hanno fatto i suoi uomini? E lei?” intervenne Judy.
“Come vi avevo già detto prima, non c'era stato abbastanza tempo per organizzare una buona difesa…e tutte le guardie che si trovavano fuori erano state prese di mira da quei criminali, che avevano iniziato a sparare ovunque, come se fossero stati circondati da un esercito. La maggior parte dei miei uomini è finita in ospedale e le loro condizioni sono gravissime.” rispose il direttore, che non si fece scrupoli a mostrare la sua irritabilità.
“Perché ha voluto nascondere questo fatto alla polizia, invece di informarla subito e chiederle aiuto per acciuffare quei balordi e riacciuffare la fuggiasca?” domandò Nick, il quale cominciò a supporre che nascondesse qualcosa.
Dalla reazione che Judy notò nel comportamento dell'orso, che iniziò a guardarli storto, capì che sembrava essere così…forse.
“Cosa state insinuando?” chiese l'orso minaccioso chiudendo le proprie zampe a pugno.
A quel punto intervenne Judy, per evitare che accadesse il peggio: “Prima di questo fatto, ci sono stati altri eventi irregolari…? Che so…delle strane visite oppure…qualcos’altro?”
Nel sentire quella domanda, il direttore osservò entrambi con lo stesso sguardo di prima, ma senza l'espressione intimidatoria di prima.
“A parte la visita del suo legale, avvenuta lo scorso mese, la detenuta Dawn Bellwether non aveva ricevuto altre visite. Tuttavia potete saperne di più dalle guardie che erano di turno quel giorno e dall'addetto alla videosorveglianza.”
Detto ciò, il direttore premette un tasto sul telefono che era sulla scrivania. Non appena sentì la risposta di una delle guardie, gli disse di venire nel proprio ufficio.
Mentre la aspettarono, Judy decise di riprendere a parlare per impedire al proprio partner di provocare ancora l'enorme mammifero; “La ringraziamo per la sua collaborazione, direttore…”
“Le consiglio di tenere al guinzaglio quella volpe e di insegnargli a non mancare di rispetto!”
A quella risposta, Nick lanciò un'occhiata aggressiva all'orso. La coniglietta, temendo che i due predatori sarebbero arrivati a sbranarsi a vicenda, appoggiò la propria zampa sinistra su quella destra del collega per tentare di calmarlo. Ma a salvare la situazione fu la guardia che entrò nell'ufficio del suo capo: colei che era stata chiamata dal direttore.
“A rapporto, signore.” disse mettendosi sull'attenti.
“Agente Collins. Gli agenti...Hopps e Wilde vogliono informarsi di più sull'avvocato che aveva fatto visita alla detenuta Bellwether un mese fa. Mi aspetto che tu dia loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno.”
“Sissignore. Seguitemi.”
Mentre i due agenti seguirono l'elefante Collins, la volpe, prima di varcare la soglia per uscire dall'ufficio, rivolse un'ultima occhiata aggressiva, accompagnata da un leggero ringhio, al direttore del carcere, che lo continuava a fissare storto.

Collins condusse i due piccoli mammiferi nella camera di sorveglianza. Uno dei motivi per cui dimostrava di essere più collaborativo del suo capo era perché tanto tempo fa era stato un poliziotto: perciò capiva bene cosa significava svolgere le indagini. Pur non essendo stato un genio, svolgeva il suo dovere molto bene; ma a causa del suo ex partner era stato ingiustamente incriminato per spaccio di droga. Era stato espulso dalla polizia e anche processato, ma fu assolto dalle accuse non appena si era venuto a sapere dell'omicidio del suo ex partner: le indagini su quell'omicidio avevano fatto saltare fuori le prove che permisero a Collins di venire scagionato. Quando tentò di rientrare nelle Forze dell'Ordine, fu assegnato al penitenziario in cui lavora tutt'ora. I tre mammiferi, durante il tragitto, continuarono a discutere sulle indagini: la volpe e la coniglietta facevano le domande, mentre l'elefante rispondeva.
“Quindi questa…avvocatessa…non aveva neanche avvertito in anticipo che sarebbe arrivata quel giorno?” domandò incuriosita Judy.
“Esatto…”
“E che voi non avete saputo nulla di nessun processo in corso in cui era stata di nuovo coinvolta la Bellwether.” intervenne Nick.
“Si…eppure quell'autorizzazione sembrava autentica, ad un primo sguardo. Però sentivo che c’era qualcosa che non andava.” rispose Collins.
I due poliziotti iniziarono a riflettere.
“Ma poi vi eravate informati se il caso della Bellwether era stato veramente riaperto e che stavano facendo un nuovo processo per scagionarla dalle accuse?” domandò successivamente Judy.
“Si, e non era affatto vero.” fu la risposta di Collins.
A quel punto la coniglietta fu invasa da una gran serie di domande: chi era questa legale? Perché aveva voluto incontrare la pecorella a tutti i costi? E perché mostrare un'autorizzazione fasulla e mentire sul fatto che si stava facendo un nuovo processo per scagionarla?
A quanto pare non bastava dover sospettare anche di quella felina militare, Linda Hawkins; ora doveva anche indagare su quest'altra mammifera, della quale, al momento, non sapeva ancora nulla…tuttavia non sarebbe durato ancora a lungo questa situazione.
Una volta arrivati davanti la porta della stanza, la guardia Collins li fece entrare. Dentro c'era un altro mammifero, un alce, che in quel momento aveva il turno.
“Ciao James.”
“Ciao Andy.” ricambiò la guardia Collins, che invece di scherzare come al solito con il suo amico, decise di passare subito al dunque; “Questi due agenti di polizia vogliono sapere di più su quella ocotone che era venuta qui in veste di avvocato…”
“Scusate un momento: avete detto ocotone? E che razza di mammifero è?” intervenne Judy confusa.
“Credo che tu e gli altri mammiferi di campagna lo conoscete meglio con il nome pica.” fu la risposta di Nick.
Grazie al suo partner, la coniglietta capì di quale mammifero stavano parlando.
“Ehm, scusate un momento, ma perché voi lo chiamate…con un altro termine?”
“Forse perché per voi mammiferi di campagna quel termine è troppo difficile da pronunciare.”
“Mi stai per caso dicendo che chiunque sia cresciuto nei piccoli paesi e nelle campagne è ignorante?” ribatté Judy infastidita al suo partner.
“Guarda che non siamo soli…” disse Nick, pentendosi di essersi lasciato andare.
Nel frattempo l'elefante si era avvicinato.
“Sentitemi, mi dispiace interrompere la vostra piccola discussione abitudinale e confidenziale tra partner, ma noi, e credo anche voi, non abbiamo tempo da perdere.”
Prima di procedere con le domande alle guardie del penitenziario, la leporide scambiò un'occhiataccia al canide.
“Dopo tu e io faremo i conti.”
Nick si mise ad annuire, senza riuscire a nascondere un leggero sorriso sarcastico: era da più di una settimana che non vedeva la sua amata Carotina essere…sé stessa. Anche lui si sentiva cambiato: era più serio e anche preoccupato. E il tutto era stato a causa di quella killer che si divertiva a torturare la povera Judy e a minacciarle di far fuori i suoi cari. Voleva recuperare un po' di quella normalità che era sparita tutta d'un colpo. Eppure c'era qualcosa che era cambiato…il loro rapporto: non erano più soltanto dei semplici amici e colleghi di lavoro; ora erano anche amanti. Nick cominciò a pensare di avere in qualche modo esagerato. E se l'avesse inavvertitamente offesa e non gli avrebbe rivolto più la parola?
Devo chiedergli scusa, disse tra sé la volpe, che non appena avrebbe avuto il momento giusto, si sarebbe scusato con la propria fidanzata.
Non appena seguì Judy, notò subito che iniziò a barcollare. Con gran rapidità, andò a sorreggerla per le spalle.
“Judy!...Tutto bene?”
“Si…” fu la risposta della coniglietta, che si rimise subito in piedi. “Ho soltanto avuto delle vertigini.”
“Forse è il caso che ti porti a casa.” disse rapidamente Nick.
Non appena Judy notò la preoccupazione stampata sul viso del proprio partner, sorrise.
“Sto bene. Prima chiudiamo questo caso, meglio sarà per noi e per i miei cari.”

Angolo autore
Ebbene eccomi di nuovo qui! (Finalmente). Dopo aver avuto altri momenti di blocco su come proseguire questo capitolo e anche di come mi siano venute in mente altre belle idee su questo thriller, mi sono ritrovato a pubblicare ora il proseguimento di questa fanfiction. Sapete già che vi dirò di farmi notare se ho commesso qualche errore grammaticale che mi è sfuggito…e spero che vi stia continuando a piacere e ad inquietarvi questa bella storia.
Mi sento eccitato!...

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Iron_Captain