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Autore: Oxis    08/02/2018    2 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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24. Lady Oleynn


 

Ciao a tutti!

Oggi conosciamo per la prima volta la futura sposa di Artù.

Ditemi che ne pensate e come credete che vada avanti la storia ;)

Intanto ringrazio paige95 che con le sue parole mi è sempre vicina e mi sostiene puntualissima, ogni settimana. Praticamente quando scrivo penso sempre se piacerà a te :D

E ringrazio Always_Merthur per il suo incoraggiamento perché mi sono emozionata nel sapere che avevo catturato l'attenzione di qualcuno che solitamente non legge questo genere di coppia. Grazie mille per le tue parole, davvero.

Fate un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono editor: Merlin * •Italian Page•*, l’unica ufficiale di Merlin Italia. :)

 

Love e ancora più love <3

Oxis

 

 

ARTHUR P.O.V.

 

Artù stava fissando il volto di Kendra e nel delirio pensò come sarebbe stato baciarla lì, in quel momento. Forse non avrebbe avuto più tempo dopo, forse stava morendo. Pensò disperatamente che aveva perso troppo tempo e aveva sprecato tante occasioni.

Kendra si chinò su di lui, controllò la ferita e le lesse in volto il sollievo.  Tentò di parlare e si rese conto che il suo impedimento era dovuto all'emozione. L'aveva salvata un'altra volta, quel boato, quell'energia… era stata lei.

Voleva dirle qualcosa. Voleva dirle che si era innamorato di lei.

– Kendra… – mormorò, ma forse l'aveva solo immaginato.

Poi un boato forte, Kendra si voltò, poi la vide trascinata lontano da lui e uscì dal suo campo visivo.

Udì la sua voce che urlava il suo nome. Provò ad alzarsi, ma non ci riuscì. La spalla irradiava dolore bruciante.

Qualcuno stava la portando via. L'ultimo movimento che fece, gli provocò una forte emorragia, si lasciò cadere indietro esausto e perse i sensi.

Si risvegliò su una superficie dura e udì il trambusto e le urla intorno a sé. Quando aprì gli occhi, vide due ragazze che gli si affaccendavano intorno. La spalla gli bruciava ancora di un dolore lancinante e ricordò il colpo della lama avversaria.

  • Kendra… - mormorò quasi involontariamente.

Una ragazza si fermò e lo guardò. Aveva gli occhi tesi e ansiosi, gli pose una mano sulla spalla. 

Artù sentì un moto di fastidio salirgli alla gola e allontanò la mano della serva in malo modo. Le ragazze infermiere lo guardarono perplesse.

Era stato disteso su una tavola e non indossava più l'armatura. Artù si alzò dal tavolo e cercò di reggersi in piedi. Strinse forte la fascia sulla spalla, e tentò di respirare profondamente. Dov'era la sua spada? Odiava quando gliela toglievano.

– Artù, non potete uscire! – era Merlino, che lo bloccò con un braccio proprio mentre lui si era trascinato fino al portone sprangato.

– Io devo… devo andare a…

Vide gli occhi del giovane stringersi per lo sforzo di comunicargli qualcosa. Capì che Merlino sapeva.

– Dov'è?

– Non lo so, Artù. L'hanno… qualcuno l'ha portata via. – mormorò Merlino.

Artù si sentì mancare la terra sotto i piedi.

– Che cosa hai visto?

– Artù… Un Maledetto l'ha presa e l'ha caricata su un cavallo. È scappato con lei, io ero troppo lontano per poter…

Artù si dimenò dalla sua presa e gemette per il dolore alla spalla.

– La ritroveremo – sibilò Merlino cercando di trattenerlo per un braccio – è una promessa.

I due giovani si fissarono intensamente e in quel momento, Artù sentì un improvviso senso di sollievo. Aveva Merlino. Aveva il suo amico.

– Allora devi aiutarmi a ritrovarla.

Merlino lo lasciò andare e lui corse fuori dal castello. C'era uno spettacolo raccapricciante. A terra e dovunque, i corpi di decine di cavalieri e abitanti di Camelot. Sentì le lacrime premergli contro le palpebre. Il suo popolo era stato decimato.

La battaglia era finita. I Maledetti erano spariti e i Cavalieri di Camelot, quelli rimasti, giravano intorno alla piazza davanti al castello, con la testa bassa e il passo pesante.

Vide suo padre andargli incontro e lo raggiunse.

– Padre!

Uther era composto come al solito, ma sul suo volto si leggeva distintamente la paura.

– Il regno è sotto attacco. Hanno decimato la popolazione. Ora se ne sono andati, ma dobbiamo recidere questo potere alla radice. È opera di magia.

Artù era così sconvolto che fu sul punto di urlargli addosso che una strega gli aveva appena salvato la vita.

– Cosa è successo qui? – chiese, indicando il punto in cui era stato ferito e Kendra l'aveva protetto.

– Probabilmente hanno provato ad attaccare con la magia, ma gli si è ritorta contro – commentò il padre guardandosi intorno con aria furtiva – ci ritiriamo, richiamo le truppe.

– Dobbiamo seguirli…

Uther alzò una mano.

– La guardia non è al completo. Non farò uscire i miei uomini a vuoto per essere ammazzati come formiche uno dopo l'altro. Prepareremo una contro offensiva fra qualche giorno.

Artù si premette gli occhi con una mano, cercando di ragionare in modo logico. Se Kendra era stata rapita pochi minuti prima, c'era una possibilità di ritrovarla. Potevano andare al covo dei Maledetti, c'erano già stati prima.

– Vai a riposarti. – disse Uther, poi si rivolse a Merlino – Portalo nelle sue stanze e fai in modo che ci rimanga. Questo è un ordine.

Si allontanò senza un'altra parola.

Artù non ebbe altra scelta che farsi sorreggere da Merlino fino in camera sua. La spalla gli doleva molto e la fasciatura era già da cambiare.

– L'attacco si è fermato all'improvviso – disse Merlino.

Era stata Kendra a farlo fermare, Artù lo sapeva. Strinse forte gli occhi e l'immagine di Kendra che si voltava verso di lui gli apparve vivida nella sua mente.

– Prepara i cavalli. Partiamo subito – disse guardando oltre la finestra.

Merlino gli si avvicinò.

– Il re ha dato l'ordine di rafforzare le pattuglie intorno al Castello, per evitare un altro attacco a sorpresa... Non è possibile uscire senza che se ne accorga. Dobbiamo… dobbiamo prepararci e pensare bene a come uscire da Camelot, ma non sarete di nessuno aiuto se morite dissanguato per strada.

– Ma io devo andare a cercarla. Perché hanno preso lei?

Appena lo disse, si rese conto che forse la ragione del rapimento di Kendra era proprio che lei era una strega. La coincidenza era troppo strana.

Doveva dirlo a Merlino. Ma era sicuro di potersi fidare di lui?

– Merlino…

Il suo servitore lo guardò in attesa.

– Io credo… io non capisco perché l'abbiano presa. Che ragione potrebbero avere?

Merlino distolse lo sguardo e scosse la testa.

– Non lo so, Sire. Forse non è stata l'unica a essere presa.

– O forse ci sono delle cose di lei che non sappiamo…

Lo sguardo allarmato di Merlino gli fece cambiare idea repentinamente: non poteva rivelargli la vera natura di Kendra. Si fidava di Merlino, ma non poteva rischiare, non con suo padre allerta, pronto a trucidare chiunque avesse parlato di magia.

– Artù… Dobbiamo aspettare.

Artù si rialzò a fatica dal letto. In ogni caso il suo servo aveva ragione, non avrebbero fatto tre metri di strada finché lui non si fosse rimesso completamente.

Mentre cercava di pensare a una soluzione per accelerare i tempi di ricerca, qualcuno bussò alla porta, facendolo sobbalzare.

Merlino andò ad aprire.

Era Lady Oleynn.

– Mio signore… – mormorò con un sorriso timido affacciandosi nella camera.

– Mia signora – rispose Artù meccanicamente.

– Mi hanno detto che siete stato ferito, come state?

– Non è nulla. Guarirò presto. Grazie, Lady Oleynn.

Cerco di sorriderle ma non ci riuscì.

– Ormai direi che potete chiamarmi Oleynn.

Merlino dondolò sul posto, guardando ostentatamente il soffitto. Artù giurò di sentire un colpetto di tosse e arrossì.

– Bene… Oleynn, io dovrei…

– Posso?

La ragazza entrò nella stanza e sorrise a Merlino. Si avvicinò ad Artù e gli posò una mano sulla spalla, guardando la ferita.

– Oh, non vi preoccupate… Vi sporcherete – disse Artù tentando di dissuaderla, ma lei sorrise di nuovo.

Aveva un sorriso dolce e tranquillo. Lui la guardò mentre sollevava la benda e gliela sistemava più stretta intorno alla spalla.

– Quello che è successo è una tragedia… – mormorò Oleynn – mi dispiace molto. Doveva essere un giorno felice e invece… Spero non sia per causa nostra.

– Causa vostra?

– Del nostro arrivo qui a Camelot. Sembra fatto apposta – rispose con voce triste Oleynn.

Artù non rispose e fu lieto che Merlino lo fece per lui con la diplomazia di cui lui non era capace in quel momento.

– Mia signora, non lo dite neanche per scherzo. I Maledetti ci avevano già attaccato molto prima del vostro arrivo.

Oleynn sembrò sollevata, poi prese una mano di Artù.

– So che avete la mente impegnata e non pretendo che sia diverso. Siete un principe e dovete pensare al vostro popolo prima di tutto. Ma se… se vorrete distrarvi o stare tranquilli per qualche ora, potrete accompagnarmi per i preparativi del matrimonio, come prevedeva il programma. Solo per… insomma, se avrete bisogno di staccare.

Artù la guardò e lei subito arrossì e abbassò la testa.

– Io… mi dispiace, non volevo dire… Ovviamente non avete tempo…

– So cosa volevate dire. Vi ringrazio molto – rispose Artù e per la prima volta, il sorriso era sincero.

Oleynn gli strinse la mano.

– Voglio solo ricordarvi che ora potete contare su di me, per qualsiasi cosa.

La mano piccola e morbida lo lasciò e lei sgusciò via nella stanza. Rivolse un piccolo inchino a Merlino, che intenerì Artù e uscì.

Merlino si voltò verso di lui.

– Questo rende tutto più complicato.

Artù sapeva a cosa alludesse il suo servo, ma scosse la testa. Per quanto potesse essere adorabile la sua futura sposa, il suo cuore apparteneva a un'altra.

   
 
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