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Autore: lost in books    08/02/2018    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Vi stavo aspettando” disse Lucien con un ghigno compiaciuto sul volto “Stavo cominciando a pensare che non sareste arrivati in tempo”
“In tempo per cosa?” chiese Sera.
La ragazza aveva dato voce al pensiero che aveva anche Iliana e, dopo un rapido sguardo al resto del suo gruppo, la maga capì che avevano tutti pensato la stessa cosa. Nessuno di loro era convinto che il re si stesse riferendo alla liberazione dell’Oscurità.
“Per l’evento principale di questa giornata” rispose Lucien “State per assistere a ciò che fino a pochi giorni fa sarebbe stato impossibile. È l’alba di una nuova era”
“Lucien, qualsiasi cosa tu voglia fare, puoi ancora…”
“Non puoi fermarmi, non sono più tuo allievo. Non devo obbedirti” gridò il re fermando l’appello della maga.
I suoi occhi poi si spostarono sulla roccia, dove il sigillo era quasi sparito del tutto “Bene, è sufficiente. È arrivato il momento” la mano destra di Lucien si avvicinò alla cima della roccia, nel punto dove stava fuoriuscendo il fumo nero.
Iliana finalmente capì ciò che voleva fare “Lucien, non farlo!” il suo era un grido disperato.
Troppo tardi. La mano di Lucien si poggiò sulla roccia prima che lei potesse fare anche un solo passo.
I suoi tre compagni tentarono di scattare verso la roccia per fermarlo, il Talismano nelle mani di Sandir aveva preso a brillare intensamente.
“No” la maga allargò le braccia ponendosi davanti a loro. Il ricordo di ciò che era successo mille anni prima nello stesso luogo vivido come non mai “Non c’è più niente che possiamo fare per fermarlo ormai…”
Potevano solo guardare, ed era quello che la donna si costrinse a fare.
L’area nelle dirette vicinanze della roccia era completamente avvolta da una massa scura. Era strano, pensò Iliana, visto che non si trattava di una luce accecante come quella del Talismano, ma i suoi compagni furono costretti a distogliere lo sguardo. Era la forza opposta al Talismano ma era in grado di abbagliare allo stesso modo.
Era come guardare in un abisso senza fondo. Il solo osservarlo dava la sensazione di cadere dentro di esso senza alcuna possibilità di salvezza.
La nube scura pian piano cominciò a ritirarsi fino a che il corpo di Lucien non fu di nuovo visibile.
Sembrava completamente illeso, come se la nube nera di poco prima non lo avesse avvolto. La sua pelle era pallida come sempre, i suoi vestiti erano impeccabili al loro posto, la postura perfetta, persino i suoi capelli erano pettinati alla perfezione. Gli occhi di Iliana raggiunsero quelli di Lucien, incontrando solo le sue palpebre abbassate, ma non per molto.
Dove prima c’erano occhi azzurro ghiaccio ora c’erano solo due pozze nere. L’Oscurità era dentro di lui ora.
“Lucien, che cosa hai fatto…”
Il re non perse tempo a risponderle, piuttosto sembrava occupato ad osservarsi, muovere le dita, le spalle, varie parti del suo corpo.
“Bene, l’invenzione di Darcel ha funzionato correttamente questa volta” disse Lucien.
La sua voce era riconoscibile, familiare alle orecchie di Iliana, ma aveva qualcosa di ultraterreno.
“A proposito di Darcel” continuò Lucien spostando lo sguardo su Sera “mi sono occupato di lui. Non c’è di che” un sorrisetto gli increspò le labbra.
“Perché? Pensavo fosse un tuo alleato” disse Sera.
Il sorrisetto scomparve per lasciare il posto ad un’espressione seccata. Era come se si fosse aspettato che il motivo fosse ovvio.
“Era solo una pedina. E a tal proposito è giunto il momento anche per voi di togliervi di mezzo!”
Lucien allungò il braccio destro verso di loro e, dalla sua mano, fece partire un fascio di energia oscura che si scagliò a tutta velocità sul gruppo.
 
Beatrice si sentì mozzare il respiro.
“Beatrice, va tutto bene?” chiese re Tyberius al suo fianco, la spada sguainata, pronto a proteggerla.
“Sì, possiamo ancora trattenerli” rispose lei, cercando di non far trapelare la stanchezza per lo sforzo.
Lei e i suoi maghi migliori nella generazione di barriere erano occupati a mantenere attiva l’unica cosa che separava i Darman dal resto delle forze della Resistenza riunite nell’accampamento.
Solo i bambini Darman, ancora troppo piccoli per la loro prima trasformazione, non erano con i loro simili ma erano stati posti anch’essi all’interno di una barriera creata da maghi meno abili in quel tipo di magia per precauzione.
I bambini Darman apparivano turbati, come se sentissero che c’era qualcosa di strano, alcuni sembravano non stare molto bene. Per i Darman in grado di trasformarsi invece la situazione era un’altra.
Dal punto in cui si trovava Beatrice, appena fuori dalla barriera, riusciva a vedere chiaramente Fang, la zia di Sandir, seduta a terra, ancora completamente umana ma in evidente sforzo per riuscire a restare tale. Stava ansimando velocemente, il sudore le imperlava la fronte.
Poco distante da lei c’era un Darman robusto che Beatrice ricordava aver sentito chiamare Horn. Anche lui era provato ma, come Fang, se la stava cavando.
Riusciva a vedere anche una ragazza dalla pelle olivastra. Iliana le aveva detto che era una nuova amica di Sandir. Lei era distesa a terra, si contorceva dal dolore, e alcune ciocche dei suoi capelli color cioccolato erano diventate bianche.
Era più giovane di Fang e Horn e aveva meno controllo ma se la stava cavando meglio di altri.
Poco oltre c’erano altri due giovani, un ragazzo e una ragazza della stessa età dell’amica di Sandir, che dalla somiglianza potevano essere gemelli. Anche loro erano a terra, distesi a pancia in giù, uno accanto all’altra. Sulle loro braccia stavano comparendo delle piume e trattenevano a stento i gemiti di dolore. Si stavano tenendo per mano, guardandosi negli occhi come a cercare di sostenersi a vicenda.
Vedere quella gente soffrire così le stava spezzando il cuore.
Beatrice si sentì nuovamente mozzare il respiro. 
Un altro Darman aveva urtato la barriera nel tentativo di romperla.
Aveva fallito ed ora giaceva a terra ma non sarebbe restato tranquillo per molto. Era quasi del tutto trasformato, il suo aspetto deforme ma che a lei ricordava quello di un coccodrillo, un enorme coccodrillo.
Era l’effetto che aveva l’Oscurità, lo aveva reso irriconoscibile e gli aveva decisamente fatto perdere il controllo.
Non era l’unico in quelle condizioni, altri erano come lui o in uno stato ancora peggiore.
Per il momento parevano interessati solo alla barriera, volevano uscire. Non sembravano voler attaccare i loro simili, come nella sua ipotesi peggiore. Forse riuscivano ancora a vederli come loro simili.
I Darman fuori controllo stavano aumentando e mantenere la barriera stava diventando sempre più difficile. Sapeva che i suoi maghi si stavano stancando velocemente e aveva anche capito, dalla stretta più salda sulle impugnature delle loro armi, che i soldati della Resistenza si stavano agitando.
“Mantenete la calma” disse Tyberius ai suoi uomini. Ovviamente anche lui si era accorto di tutto e aveva pensato di agire di conseguenza.
Beatrice gli fece un cenno di assenso prima di tornare a rivolgere la sua completa attenzione alla barriera.
Non avrebbe ceduto.
Purtroppo per lei però, non tutti i maghi impegnati a mantenerla avevano la sua stessa forza e determinazione.
Un Darman colpì violentemente la barriera dalla parte opposta a quella di Beatrice.
La donna vide il mago che si trovava dall’altro lato cadere a terra privo di sensi. Allora un altro Darman approfittò del punto debole creatosi e, partendo alla carica, mandò in frantumi il frutto dei loro sforzi.
In un attimo Beatrice sentì la gente gridare, i soldati partire all’attacco di quei Darman che stavano cercando di allontanarsi. Era il caos.
“No” le sfuggì con voce flebile. Doveva prendere in mano la situazione e subito.
Beatrice mosse un passo ma la stanchezza gli annebbiò la vista e la fece cadere in ginocchio.
Quando riuscì a guardare di nuovo davanti a sé si rese conto che un Darman incombeva su di lei. Tyberius si frappose fra lei e la creatura ma cosa avrebbe potuto fare un uomo da solo contro qualcosa di così potente?
Sandir non l’avrebbe perdonata per questo, pensò la donna arrendendosi all’inevitabile. Non avrebbe fatto in tempo a proteggere nessuno.
Ma l’attacco non arrivò mai. Il Darman venne sbalzato violentemente nell’area dove prima si trovava la barriera. Subito dopo una figura cadde a terra a breve distanza da esso. Era Fang.
Nonostante il suo stato era accorsa in loro aiuto. Riversa a terra, la Darman riuscì a sollevare il capo e a fissarla. Una richiesta evidente per Beatrice, che la colse al volo.
La maga si guardò intorno. Erano scappati solo pochi Darman dall’area.
“Ascoltate! Chi è ancora in forze, mi aiuti a sorreggere una barriera. I soldati vi proteggeranno. Gli altri penseranno a fermare quelli che sono scappati. Non permetterò che nessuno, Darman o membro della Resistenza, muoia oggi” disse Beatrice.
“Avete sentito il Gran Maestro. Forza!” aggiunse Tyberius dando manforte alle parole della donna.
A breve la barriera tornò al suo posto mentre i soldati facevano del loro meglio per cercare di riportare i fuggitivi al suo interno.
Era tutto ciò che potevano fare, il resto era nelle mani di Sandir e i suoi compagni.
“Sbrigatevi” sussurrò Beatrice.
 
Iliana sentì Leon trattenere un lamento a denti stretti.
Quando il fascio di energia aveva lasciato la mano di Lucien, il cavaliere aveva spinto i suoi compagni dietro di lui e, all’ultimo secondo, aveva estratto Aoguard dal fodero e l’aveva conficcata sul terreno.
La lama azzurrina aveva assunto un colore blu notte ma era riuscita ad assorbire il colpo diretto a loro.
Quel gesto però aveva avuto delle ripercussioni sull’uomo. Le sue mani, con cui stava ancora stringendo l’elsa di Aoguard, erano coperte di sangue. Leon era in ginocchio.
Per qualche motivo il Talismano non aveva avuto alcuna reazione all’attacco.
“Perché non morite e basta!” urlò Lucien scagliandogli contro un altro fascio e un altro ancora.
“Lucien!”
Alla voce di Iliana, Lucien cessò l’attacco.
La lama di Aoguard ora era completamente nera e le braccia di Leon coperte di sangue dalle mani ai gomiti. Il cavaliere era allo stremo, ansimava. Sandir e Sera accorsero al suo fianco a sorreggerlo.
“Perché? Perché tutto questo?” chiese la maga.
“Ancora non hai capito?” domandò Lucien sorpreso “Questo è stato il mio obiettivo fin dall’inizio. Ottenere questa forza era indispensabile per realizzare il mio sogno. Te lo ricordi?”
La maga ripensò a quando, anni prima, Lucien era ancora un bambino ai suoi occhi e sognava di creare una società felice, senza più sofferenza.
Intuendo che la maga aveva capito ciò che voleva dirle, Lucien continuò “Sapevo che il mio ideale era irrealizzabile. Anche se fossi riuscito a portare la pace nei regni o ad unificarli in un unico grande regno, non sarebbe durato. La guerra torna sempre ed io ero solo un essere umano senza alcun potere di oppormici.
Questa era l’unica via. Ho fatto quello che ho dovuto per far tornare l’Oscurità ed impossessarmi del suo potere. Chi mai si opporrebbe a me ora. I deboli non verranno più perseguitati, gli avari se ne dovranno fare una ragione. Tutti saranno uguali”
Solo perché avranno paura di te, pensò Iliana. Non sarebbe migliorato niente, non finché poteri come quelli del Talismano o dell’Oscurità esistevano nel loro mondo.
“E ora io sono come te” l’espressione di Lucien si addolcì “Non resterai più sola” poi la guardò deciso “Te lo chiederò un’ultima volta Ilia, regna al mio fianco. Insieme ci occuperemo per sempre di questo mondo. Se proprio ci tieni risparmierò i tuoi compagni”
Iliana puntò gli occhi a terra. Poteva sembrare che stesse valutando l’opzione di Lucien ma non era così. Dopo il suo attacco la maga aveva notato come il corpo di Lucien ne fosse risultato provato. Era evidente che stesse soffrendo per tenere tutto quel potere a bada e non escludeva che prima o poi Lucien impazzisse a causa sua o che ciò che usava per trattenerlo fallisse nel suo compito. Se fosse successo l’Oscurità sarebbe stata libera provocando la morte di Lucien. Inoltre lui non si era ancora reso conto che nel suo corpo da circa mille anni dimorava anche parte del potere del Talismano. Ciò era a suo favore.
Era anche chiaro che da quella distanza il Talismano era inutile. Durante l’attacco non aveva avuto alcuna reazione, quindi era logico pensare che servisse il contatto diretto tra il re, che fungeva da una sorta di involucro protettivo, e il Talismano per adempire al suo compito. Era come nel suo caso: quando credeva di avere solo parte della forza dell’Oscurità poteva stare vicino ai frammenti senza conseguenze ma un solo tocco era doloroso.
Il contatto diretto. La donna alzò la testa. Sapeva cosa doveva fare.
“E va bene, se non vuoi accettare…” Lucien sollevò nuovamente il braccio.
“Aspetta” la maga mosse un passo verso il re.
La mano libera di Sandir afferrò un braccio della donna “Iliana, che cosa…?”   
Dal suo sguardo si capiva chiaramente che si sentisse tradito, che non capisse cosa stesse succedendo, che cercasse una logica a quello che lei stava facendo senza trovarla. Un rapido sguardo agli altri compagni le confermò che era così anche per loro, anche se Leon pareva essere il più tranquillo.
Iliana allora poggiò una mano sulla testa di Sandir scompigliandogli i capelli e, usando la magia, parlò direttamente nella sua mente.
Non devi preoccuparti, so cosa fare. Vedrai, sistemerò tutto.
Sandir la guardò completamente stranito ma non mosse la bocca.
Iliana? Sei nella mia mente? Ma come?
Ci sono già stata per trovare la posizione in cui avevi nascosto il frammento quando ci siamo incontrati, ricordi? Visto che ci conosciamo da un po’ fare quello che sto facendo ormai è facile.
Sandir si fece serio.
Che cosa hai in mente?
Quando te lo dirò tu lanciami il Talismano.
Cosa? Perché? No, io non vedo come possa…
Ti fidi di me?
Iliana gli rivolse un sorriso sincero, che poi estese anche ai suoi compagni e, senza attendere una risposta, cominciò a camminare.
 
Iliana rimpiangeva diverse cose, una di quelle era di non essere stata in grado di aiutare Lucien, di non essere stata il supporto di cui aveva bisogno.
Lui era davanti a lei, una mano tesa per afferrare la sua. Nel suo volto riusciva a leggere l’ansia che aveva provato poco prima, il sollievo nel vederla così vicino a lui, la gioia per averla convinta.
Iliana ignorò la mano tesa, invece poggiò la sua sul viso del giovane re.
“Mi dispiace, avrei dovuto essere un’ insegnante migliore”
Lucien fece cenno di no “Sei perfetta così come sei”
“No, nessuno lo è. Ma sistemerò ogni cosa, Lucien”
Improvvisamente la maga girò la testa verso i suoi compagni “Ora!”
Senza esitare, Sandir lanciò il Talismano verso di lei, sotto gli occhi basiti delle altre persone lì presenti.
Lei lo afferrò e, con un gesto rapido e preciso, lo frappose fra lei e Lucien all’altezza del suo petto, prima di avvolgerlo tra le sue braccia.
Sì, lei aveva dei rimpianti e tra questi c’era anche sapere che non avrebbe potuto salvare la persona che stava stringendo, non poteva più farlo ormai.
Lucien gridò per il dolore. Lo capiva, anche lei stava soffrendo ma non si sarebbe fermata.
Questa volta l’Oscurità non era in procinto di liberarsi, il Talismano non sarebbe servito come sigillo. Iliana sfruttò contemporaneamente entrambe le parti delle forze opposte che dimoravano nel suo corpo, indispensabili per permetterle di portare a termine il suo piano, per far reagire il Talismano e l’Oscurità dentro Lucien e, aiutandosi con la sua magia, si assicurò che i due poteri si scontrassero l’uno contro l’altro, per l’ultima volta.
Sentì Lucien, che fino ad un attimo prima aveva cercato di sottrarsi alla sua stretta, stringersi a lei. La sua era la reazione di chi aveva paura, paura di essere da solo.
Non lo avrebbe lasciato, sarebbe stata con lui fino alla fine questa volta.
Non riusciva a vedere più niente, solo bianco. Non c’era alcun suono.
Poi il nulla intorno a lei cambiò. C’era dell’erba sotto i suoi piedi, l’aria profumava di fiori e una leggera brezza le muoveva i capelli. Riconosceva quel luogo, lo aveva sognato più e più volte.
Sentì delle voci chiamarla, sapeva già senza vederli di chi si trattasse. Si voltò e camminò verso di loro. Come nel suo sogno Florian e Akane la stavano aspettando in compagnia di Artorius. Il cavaliere le stava porgendo una mano sorridendole.
Lei indugiò ma solo per un istante. Allungò un braccio e finalmente la sua mano avvolse quella dell’uomo, che la attirò versi di lui e ai loro amici. Lei non trattenne più il sorriso.
Questa volta era riuscita a raggiungerli, erano di nuovo insieme.
 
Beatrice non aveva più forze. I soldati intorno a lei stavano facendo del loro meglio e lo stesso valeva per i suoi maghi. Un grande contributo nel fermare i Darman fuggitivi lo stava dando la donna mezzo spirito amica della principessa di Dahlia. Beatrice era meravigliata dalle sue capacità. Sperava di riuscire a convincerla a permetterle di esaminarla.
“Non possiamo resistere ancora a lungo” le disse Tyberius.
“Lo so, purtroppo…” rispose lei.
Se Sandir e gli altri non si fossero sbrigati, tutti loro avrebbero fatto una brutta fine.
Anche la donna mezzosangue si stava stancando, due uomini e un ragazzo stavano facendo del loro meglio per aiutarla ma un Darman fuori controllo alla fine riuscì a eludere gli sforzi dei tre fino a raggiungere la donna. Beatrice vide con orrore gli artigli della belva arrivare sempre più vicini al petto della donna, che ormai non avrebbe potuto fare niente per evitarli, quando di colpo il Darman si fermò.
Non era il solo, si erano fermati tutti allo stesso momento, sia quelli ormai fuori controllo sia quelli che ancora resistevano.
I Darman che fino a pochi attimi prima erano intenti ad attaccare tutto ciò che vedevano cominciarono a cambiare aspetto, a tornare umani.
Erano di nuovo completamente lucidi. Ma quello che stupì tutti furono le lacrime nei loro occhi.
Beatrice diresse il suo sguardo nel punto in cui aveva visto Fang per l’ultima volta, all’interno della barriera. La donna si stava lentamente sollevando da terra, fino a mettersi seduta. Anche il suo viso era percorso dalle lacrime, quello di tutti i Darman lo era.
“Non c’è più bisogno della barriera” disse ai suoi maghi e, appena quella si dissolse, andò incontro a Fang.
“Stai bene? Cosa vi sta succedendo?”
La Darman sembrava stupita tanto quanto lei, se non di più. Si era portata una mano sulla guancia e ora stava guardando incredula le dita bagnate di lacrime “Io…non lo so, ma è strano. Mi sento leggera, come se un enorme peso fosse finalmente sparito”
“Stai piangendo” la voce apparteneva al ragazzo che poco prima aveva visto stringere la mano della sorella.
Beatrice vide la ragazza pizzicare con una mano la guancia del fratello mentre con l’altra si asciugava le lacrime che non accennavano a diminuire “Anche tu, fratello”
“Beatrice”
La maga riportò l’attenzione su Fang.
“Ci sono riusciti”
“Hanno sigillato l’Oscurità” disse Beatrice sollevata.
“No”
La risposta di Fang frenò il suo entusiasmo. 
“Come?”
“Non l’hanno sigillata, l’hanno sconfitta per sempre”
Per la prima volta da quando Beatrice l’aveva conosciuta, la Darman sorrise.
La luce improvvisa abbagliò entrambe. Il sole era tornato a spendere.
Per tutto l’accampamento si levarono grida di gioia.
 
Quando Iliana gli aveva chiesto se si fidava di lei, Sandir non aveva avuto più dubbi. Anche se quando l’aveva conosciuta all’inizio ne aveva avuti, ora sapeva che poteva fidarsi. Non era la prima volta che lei gli poneva quella domanda e lui non aveva mai scelto di non fidarsi.
Così, quando la maga gli aveva dato il segnale, lui aveva lanciato il Talismano senza alcuna esitazione.
Non aveva idea di cosa ne avrebbe fatto ma sapeva che aveva un piano.
Non si aspettava che Iliana avvolgesse il re di Anthemis in un abbraccio e di certo non si aspettava quella luce accecante provenire dal punto in cui i due si trovavano.
Da quel momento in poi non era più riuscito a vedere niente, solo bianco. Non sentiva neanche più alcun rumore quando d’un tratto udì una voce nella sua testa. Era quella di Iliana.
Grazie. Addio.
Poi il bianco che lo circondava cominciò a sbiadire per tornare a far posto a ciò che si trovava intorno a lui.
Riuscì finalmente a vedere di nuovo Sera e Leon e dalle loro espressioni intuì che anche loro dovevano aver sentito le stesse parole che aveva udito lui un attimo prima.
Ma non fece in tempo a pensare alle parole della maga che una strana sensazione si impadronì di lui. Cadde in ginocchio.
Istintivamente portò una mano nel punto in cui si trovava il suo marchio.
Non si era mai sentito a quel modo in vita sua. Era come se un peso fosse stato sollevato di colpo dal suo cuore. Era come respirare a pieni polmoni per la prima volta nella sua vita.   
Una goccia si infranse sulla sua mano destra.
“Sandir” Sera aveva poggiato una mano sulla sua spalla, visibilmente preoccupata per lui “Stai piangendo”
Solo allora lui si rese conto delle lacrime che gli stavano scendendo lungo le guance.
“Io…sto bene. Mai stato meglio, credimi” la rassicurò lui asciugandosi il viso dalle lacrime con la manica della camicia.
Sandir poi guardò Leon. L’uomo stava guardando in direzione del punto in cui avevano visto Iliana per l’ultima volta. L’espressione sul suo volto era strana.
Così Sandir guardò nello stesso punto. All’inizio non vide nessuno ma poi si accorse dei due corpi distesi a terra.
“Iliana!” Sandir scattò in avanti fino a raggiungere il punto in cui lei si trovava.
Lucien era a terra accanto a lei, immobile.
Una mano di Iliana stava ancora avvolgendo una di quelle del re.
Sembrava che stessero dormendo.
Sandir scosse una spalla della donna per cercare di svegliarla “Iliana?”
Ma la donna non sembrava volersi destare. Fu allora che cominciò a preoccuparsi. La scosse più forte, la chiamò con più insistenza.
“Iliana!”
Le mani di Leon si chiusero sui suoi polsi. Il cavaliere scosse la testa, il suo modo per dirgli di smetterla. Anche Sera li aveva raggiunti, era in piedi accanto a loro.
Poi Leon si inginocchiò accanto a Lucien e poggiò due dita sul suo collo. Dopo poco li guardò serio “È morto”
Lentamente, come se la cosa lo stesse provando molto, si avvicinò ad Iliana per procedere con lo stesso metodo.
Mentre Leon era sempre più vicino, il cuore di Sandir batteva sempre più veloce. Non voleva pensare, non voleva sapere.
Le dita di Leon toccarono delicatamente il collo di Iliana. L’attesa sembrò infinita ma alla fine Leon li guardò, i suoi occhi erano lucidi “Non c’è battito”
“No” gemette Sera, poi cadde in ginocchio, piangendo senza trattenersi.
No, Sandir non voleva crederci. Iliana non poteva morire quindi non poteva essere vero.
La sua mano destra scattò in avanti fino a toccare la pelle della donna.
Rimase immobile. Era sempre più fredda.
Lentamente e con delicatezza, ritrasse la mano. Leon aveva ragione, non c’era più nulla che potessero fare. Ora le ultime parole che la maga aveva rivolto a tutti loro avevano senso.
Le lacrime tornarono a scendere, questa volta non le avrebbe fermate.
Nonostante la sua vista ora fosse appannata riusciva ancora a vedere il viso della donna.
Sul suo volto rimaneva un leggero sorriso.
 
  
 
 
Salve a tutti, qui lost in books.
Siamo arrivati al penultimo capitolo. L’Oscurità è sparita per sempre ma si è trattato di una vittoria a caro prezzo.
Nel capitolo conclusivo si vedrà come se la stanno cavando i vari personaggi dopo la fine di questa lunga vicenda.
Al prossimo e ultimo capitolo!
   
 
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