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Autore: Eddygiak97    10/02/2018    2 recensioni
Una nuova vita sta per iniziare! Brian si arrende alla cocciutaggine di Justin, disposto a rinunciare al suo avvenire a New York per stare con lui. Finalmente potranno coronare la loro storia d'amore e vivere una vita serena e tranquilla o forse no: grandi eventi scuoteranno le loro esistenze nel profondo. Riusciranno a superare ogni ostacolo grazie al loro amore?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Brandon, Brian Kinney, Justin Taylor, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Eccoci arrivati a questo 5°capiolo, spero di piaccia, è un po' corto ma ricco di emozioni! Ringrazio chi legge e invito tutti a lasciare un commento per sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate nel prossiamo capitolo. Buona lettira!

 

Capitolo 5°

 

Pov. Brian

Dopo una decina di minuti, vedo Justin tornare con gli occhi leggermente arrossati segno che ha appena pianto ma leggo sul suo viso una certa serenità che prima non c'era; mi agito all’idea che sia successo qualcosa di cui non sono a conoscenza. Non riesco a capire i suoi sbalzi d’umore e per quale motivo prima era infastidito per l’invito di sua madre e adesso invece è tranquillo. Appena si siede porto una mano sulla sua coscia per ottenere la sua attenzione e gli chiedo:

— Di cos'hai parlato in cucina con Jennifer?

— Niente di che, le solite cosa madre-figlio.

— Ah, okay se lo dici tu! — chissà perché questa risposta non mi convince per niente, proprio come gli occhi rossi e questi snervanti sbalzi di umore, neanche fosse una lesbica col ciclo. La cosa mi sembra decisamente strana, come se Justin mi stesse nascondendo qualcosa che dovrei sapere, e questo mi incentiva a indagare.

 

Finita ‘sta cazzo di cena, finalmente torniamo al loft e vedo Justin di nuovo agitato. Comincio leggermente ad incazzarmi per il fatto che continua a mettermi da parte, così penso sia meglio per me adottare un approccio più diretto e, bluffando, spero che mi dica cosa sta succedendo; so già da dove partire, ovvero dal primo cambiamento di umore: l'ospedale.

— Justin, il dottore mi ha detto tutto, ma aspetto che sia tu a dirmelo perché voglio sentirlo dalla tua voce.

Lo vedo sbiancare.

— Co-cosa ti h-ha det-detto? — mi risponde balbettante come un demente, cosa insolita per lui.

— Te l'ho appena detto. Mi ha detto tutto ma voglio che sia tu a dirmelo, coraggio!

— Ecco, non volevo nascondertelo, anche perché dopo il quarto mese non potrei nasconderti la pancia, anche se potrei dire di stare ingrassano anche se non sarebbe molto credibile dato che non ho mai preso molto peso, ma penso che al nono mese si vedrebbe troppo che aspetto un bimbo, che dici? — mi risponde a manetta ma riesco a capire solo nove mesi e lui che aspetta un bimbo. ASPETTA UN BIMBO!!!

— Scusa, non ho capito bene: aspetti un bimbo, Justin?

— Sì, perché ti impressioni? Già lo sapevi, no? Te l'ha detto il medico che sono incinto già da tre settimane.

— Okay, qui mi sa che devo bere, e parecchio anche! Mi stai prendendo per il culo?

— Brian, che ti ha detto il medico?

— Niente, Raggio di sole, l'ho detto tanto per farmi dire cosa cazzo ti passa per la testa e perché hai tutti questo maledetti sbalzi d’umore! E scopro che sei incinto! Perché cazzo non me lo hai detto subito!? O devo pensare che il padre sia qualcun altro?! — gli grido arrabbiato.

— Ovvio che sei tu il padre! Poi vorrei farti notare che sono di tre settimane, quindi vuol dire che quella fantastica sera “qualcuno” non ha messo il preservativo in una delle quattro sessioni di fuoco che abbiamo fatto! Per fortuna che tu lo usi sempre, il preservativo!

— Non fare il sarcastico con me, Raggio di sole. Se cominci anche tu non ci stiamo nel loft! — rispondo divertito per la comicità della situazione e del discorso.

— E poi non te l'ho detto subito perché avevo paura di una tua reazione negativa, non che ci sia molta differenza con quella di adesso ma è sempre meglio di niente! Per quanto riguarda mia madre gliel'ho detto prima di cena ed ecco il motivo per cui avevo pianto, perché so che l’hai capito, non sono cieco, noto i tuoi sguardi!

— Ma perché avevi paura della mia reazione? Sì, lo ammetto non è una situazione normale, ma non importa come sei, l'importante è che mi dici le cose e non cerchi di nasconderle o risolverle alle mie spalle, come quella storia di Kip Thomas, ricordi? Lo stronzo della denuncia di molestia, so che sei stato tu!

— Avevo paura per via della situazione che si è venuta a creare! Avevo paura che mi reputassi strano o anormale, non volevo che questo accadesse e non ricordare storie vecchie di anni fa.

— Adesso devi rispondere a questa domanda, Raggio di sole, vuoi questo bambino? Sei pronto a essere genitore con me?

— Sì, Brian, voglio questo bambino e voglio che siamo genitori insieme!

Dopo questa dura e faticosa discussione, il mio Raggio di sole si lascia scappare una lacrima, prima di fiondarsi tra le mie braccia e agitarsi sul mio petto come un gatto che fa le fusa per la felicità. Che amore che è!

Ormai sono le undici e mezza e siamo esausti, non solo per la cena ma anche per questa strana quanto meravigliosa situazione. Sarò nuovamente papà di un altro bambino, cosa potrei volere di più che un figlio con l’uomo che amo più della mia vita? Non che voglia dirglielo, sia chiaro, non voglio dare ancora più soddisfazione a quella testa bionda che sta già facendo crescere il suo ego ultimamente. Vedo Justin spogliarsi per fare la doccia e togliersi di dosso la stanchezza e il nervosismo. Sono felice di rivederlo sereno, così decido di andare a fargli compagnia.

— Ti vedo rilassato! Hai sputato fuori l'osso e ti sei alleggerito, visto che hai fatto bene a dirmi tutto?

— È vero, hai avuto ragione ma adesso non montati la testa per aver tirato fuori le informazioni con un bruttissimo stratagemma e sappi che non la passerai liscia, tesoro!

— Che paura, fai davvero molta paura! — gli rispondo sarcastico.

— Che stronzo che sei, povero me! — mi risponde sorridendo teneramente.

— Cosa hai da sorridere?

— Niente, solo ti amo!

— Lo so, Raggio di sole, lo ripeti da quando ti conosco. A proposito mi sa che è meglio dirlo a Debbie prima che lo scopra da sola. Ti immagini il bordello che farebbe se venisse a saperlo da tua madre invece che da te!? — gli dico riflettendo sul carattere della nostra cara Deb.

— Oddio, non farmici pensare: è capace di tutto! Mi sa che glielo dirò, ma non mi considererà s-strano?

— Ma figurati, tu sei il suo Topino! Sarà sorpresa, questo sì, ma scommetto che ti abbraccerà fino a soffocarti — cerco di tranquillizzarlo e ci riesco, dopo di che chiudo l'acqua.

Finito di lavarci, ci asciughiamo e ci corichiamo a letto, porto un braccio attorno al suo fianco e ci addormentiamo così fino alla mattina dopo.

 

Pov. Justin

Finalmente mi sono liberato di questo peso; ho dormito come un sasso e adesso so che il bambino crescerà con un padre, e mia madre non mi odia per come sono, cosa posso volere di più? Certo devo ancora dirlo a Debbie e agli altri e la cosa mi spaventa ma penso che non succederà nulla di grave. Oggi non vado al lavoro e penso che, da adesso, lavorerò da casa. Ho già un’idea per dirlo a Debbie e agli altri: approfitterò della cena di stasera, a casa di Debbie, la cosa mi sembra perfetta e ne parlo subito a Brian dato che si è già alzato per farsi il caffè.

— Brian! Ti posso chiedere una cosa?

— Dimmi.

— Che ne dici se dico a Debbie di me alla sua cena di stasera? Ovviamente, questo ti obbliga a venire perché sono sicuro che non vorrai lasciarmi solo ad affrontare la situazione, ora che sai del bambino — gli dico ghignando sapendo che ho vinto a tavolino.

— Sei una carogna, Raggio di sole, addirittura usare il bambino come scusa, vedrai stasera come ti sistemo! Comunque mi pare l’occasione giusta per dirlo agli altri.

— Ah, Brian, non ti ho detto una cosa!

— Cosa?

— Il medico mi ha raccomandato di non fare sesso, almeno per il momento. Ha detto che fare sforzi fisici potrebbe mettere a rischio il bambino.

— Stai scherzando spero. Dimmi che stai scherzando!

— No, ma solo fino a quando non ci sarà più pericolo per il bambino — dico sghignazzando dentro di me perché me lo sono inventato di sana pianta, ma dato come Brian mi ha estorto la verità, si merita la mia vendetta.

 

 

Pov. Brian

Spero stia scherzando! Ma lo vedo molto convinto e sicuro quindi non posso che crederci. Finito si fare colazione mi preparo la ventiquattrore e mi avvio verso l'ufficio da solo, dato che da oggi Justin lavorerà da casa, salvo qualche pomeriggio in cui avrò proprio bisogno della sua presenza in azienda. Non voglio che si affatichi inutilmente.

— Vado al lavoro, tu stai a casa oggi: ti devi riprende dagli ultimi eventi, okay?

— Va bene, ci vediamo dopo per pranzo. Cosa vuoi mangiare? Dopo vado a fare la spesa.

— Quello che preferisci, per me è uguale.

— D'accordo, ma se hai bisogno di aiuto per il progetto chiamarmi.

— Certo, certo, ma devi stare a riposo, non sei nelle condizioni di lavorare.

— Brian, sono incinto, non impedito. Posso lavorare come sempre e ti ricordo che sono solo di tre settimane, quindi rilassati. Devo solo restare tranquillo ed evitare gli sforzi.

— Voglio solo che resti a casa e ti rilassi. Devi avere cura di te e del bambino adesso. Buona giornata — Dopo di che, sparisco di fretta oltre la porta per andare a lavoro, mentre Justin comincio a organizzarsi la mia giornata e a fare la lista della spesa.


Pov. Justin

Verso le dieci e mezza esco per poi tornare con le buste piene di provviste per il pranzo a base di carne rossa con crema di asparagi verdi. Mi metto subito all'opera in cucina, cominciando a lessare gli asparagi nella pentola per poi passarli in padella con la panna, una volta finito li frullo per poi adagiare il composto nel piatto, accanto alla carne cotta. È quasi l’una, la tavola è apparecchiata e ho appena terminato di impiattare, quando, preciso come un orologio, sento il montacarichi salire e sono sicuro che sia lui di ritorno. Mi dirigo verso la porta per aspettarlo, pronto per dargli il bentornato a casa come come piace a me: con un bel bacio. Sento il montacarichi aprirsi e poco dopo la chiave girare, la porta si apre e il mio compagno entra, sempre stupendo ai miei occhi. Mi sento le gambe molli appena mi lancia un sorriso dolce dicendomi: — Sono tornato.
 

— Bentornato a casa, spero tu abbia fame perché ho appena finito di cucinare, e spero che ti piaccia.

— Ma che brava mogliettina! Cosa mi hai preparato?

— Carne con crema di asparagi!

— Buono, certo che mi piace, adoro tutto quello che prepari.

— Sono contento di questo, vogliamo pranzare? — concludo dirigendomi verso il tavolo per sedermi e iniziamo a pranzare appena Brian si spoglia della giacca e si siede di fronte a me.
 

Durante il pranzo parliamo di tutto quello che ci passa per la testa e gli ho detto che andrò da Debbie al Dinner per salutarla per poi andare con Emmett a fare shopping in centro. Finito il pranzo, inizio a sparecchiare e mettere tutto in lavastoviglie e intanto lo vedo cominciare a prepararsi vestendosi con il suo bellissimo completo di Armani per tornare nuovamente al lavoro.Una volta sistemata la cucina mi cambio per andare al Dinner, così esco e mi incammino con calma verso la tavola calda. Appena arrivato entro nel Dinner e subito Debbie mi salta addosso abbracciandomi e ne sono molto felice, ho sempre amato il suo lato materno, è come una seconda madre per me e solo il pensiero di deluderla mi rattrista.

— Topino! Che bello vederti, come stai? Sei molto pallido, tutto bene?

— Sto bene, Debbie!

— Non mi sembra, sei veramente pallido e mi sembra che tu sia dimagrito tantissimo.

— Ma sto benissimo davvero, a proposito, a che ora è la cena stasera?

— Alle 20:00 precise, quindi cerca di portare Brian in orario anche se sarà impossibile!

— Ci proverò e poi, Debbie, alla cena devo dirvi una cosa molto importante — le dico vedendola curiosa ma vengo salvato da Emmet che ci saluta e mi trascina per andare a negozi.

— Coraggio, Jus, i negozi ci aspettano! — mi dice solo prima di trascinarmi via, e come posso non essere contento di non aver approfondito il discorso con Deb? Ho deciso: finisco di pensarci e mi godo lo shopping sfrenato con Emmett!

 
   
 
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