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Autore: GiovanniLavapanni1    11/02/2018    0 recensioni
La luna piena si rifletteva pallida sulla superficie del lago,e la sua immagine era leggermente increspata da un flebile soffio di vento,tutto intorno il silenzio della notte creava una cornice tetra e misteriosa alla fitta foresta che si dipanava tutta intorno al bacino d'acqua salato. Improvvisamente la calma piatta fu interrotta da un repentino rumore di passi,sempre più frequente,accompagnato da un respiro piuttosto affannoso;il rumore delle foglie e degli arbusti insieme al gracchiare di qualche corvo spaventato lasciavano intuire che qualunque cosa fosse si stava muovendo ed anche velocemente.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter stava tornando verso la biblioteca,aveva mille pensieri per la testa come al solito,il sole stava lentamente lasciando spazio a grossi nuvoloni carichi di pioggia ed in lontananza il rumore roboante dei primi tuoni squarciava il silenzio di quella mattina di maggio. Era tutto così surreale nella sua testa,non riusciva proprio a farsene una ragione,non si sentiva neanche più dell'umore adatto,avrebbe solo voluto stendersi sul letto,addormentarsi e scoprire che tutto ciò che stava vivendo fosse solo un brutto sogno. Purtroppo non era così. Senza neanche accorgersene era già arrivato a percorrere il lungo corridoio centrale che faceva seguito all'entrata dell'edificio,quando alzò lo sguardo e vide Ricky parlare con Christie.
-Indagini? Gente morta che manda messaggi? Questo si che è un gran bel materiale per il mio blog!-affermò eccitato il ragazzo.
-Come diavolo hai fatto a saperlo?-chiese allora incuriosita quella.
-Avrà sentito la conversazione tra me e mia zia- intervenne seccato Peter,che nel frattempo si era avvicinato e aveva sentito il tutto -E poi da quando hai un blog?-.
-Da sempre! Si chiama "Lakewoke"-.
-Sei un avvoltoio!-
-La gente ha il diritto di sapere cosa succede nella sua città- e così dicendo si allontanò.
-E'veramente un personaggio sgradevole...comprerò il suo silenzio con qualche foto sexy-scherzò Christie,rassicurando l'amico -Apparte le battute,dimmi del telefono di Karen-.
-Mia zia mi ha preso il cellulare,quindi dobbiamo usare il tuo-.
-Così il killer saprà che sono coinvolta!-.
-Dammi il numero di Karen allora-.
-Non se ne parla è troppo pericoloso,dovrai trovare un altro modo...ci vediamo dopo- e anche lei se ne andò.
Peter sapeva che scrivere a quel numero poteva essere estremamente pericoloso,ma era l'unico modo per provare a capire chi fosse l'artefice di tutta questa brutta storia.
-Ehi,Pete so come risolvere il tuo problema...- gli bisbigliò a bassa voce Shane che aveva assistito a tutta la scena.
-Shane ma da dove sei sbucata fuori?-
-Non importa,ascoltami dobbiamo solo prendere il telefono di qualcuno della classe,sicuramente avranno il numero di Karen-.
-Intendi dire "rubare"?-
-Ma non è rubare,lo prenderemo solo in prestito-.
-E dimmi,a chi volevi prendere "in prestito" il cellulare?-rispose Peter facendole il verso.
-Non saprei,molti hanno il suo numero...ma ci dobbiamo sbrigare se vuoi risolvere il caso-.
Non poteva tirarsi indietro proprio adesso,aveva bisogno di un telefono da usare prima che qualcun'altro venisse ucciso,allo stesso tempo contattare il killer con un altro numero avrebbe probabilmente condannato a morte certa uno dei suoi compagni,cosa fare?. Alla fine optò per la strada più sicura.
-Senti è troppo rischioso,lasciamo stare- disse dispiaciuto a Shane che contrariata decise di uscire in giardino.
-Se cambi idea sai dove trovarmi-.
-Aspetta!-. -Perchè vuoi aiutarmi?-.
-Potrei dire che mi piace salvare la città o cose del genere,ma la verità è che...sei uno forte!-.
Nel mentre il prof Tierney era tornato e aveva richiamato tutti all'ordine spiegando loro il compito da svolgere.
-Dovrete fare una ricerca approfondita sul famoso pluriomicida William O'Brian,e dovrete delineare la sua psicologia,cercando di entrare nella mente di un assassino,la sua!.-
Un compito alquanto bizarro ma date le circostanze poteva anche starci,così tutti quanti si misero al lavoro,si divisero i compiti e dopo ore di produttivo e serio lavoro si ritrovarono sfiniti e con in mano soltanto alcune informazioni sulla sua vita e la lista degli omicidi compiuti 20 anni prima,ma soprattutto nessuno aveva la più pallida idea di come delinearne un profilo psicologico,perciò rimandarono la cosa al giorno seguente.
Mentre tutti quanti si apprestavano ad uscire,Christie fece segno a Peter di avvicinarsi.
-Ho fatto una cosa che non dovevo fare...-esordì.
-Oh no,hai scritto a Karen! Avevi detto che non lo avresti fatto-.
-E poi l'ho fatto comunque!-.
-E allora ti hanno risposto?-.
-Si...siamo stati fregati,qualcuno ci sta facendo uno scherzo,mi hanno cominciato a fare domande,sembrava mi stessero facendo il terzo grado-.
-Ma questo non vuol dire niente-.
-Comunque gli ho detto che li avrei denunciati alla polizia e si sono spaventati-.
-Non penso che possiamo stare tranquilli!-.
-Senti io ho creduto nel tuo piano,ora cerca di credere nel mio,va bene?...Mi hanno detto che restituiranno il telefono-.
Il suo tono di voce tradiva la sua solita espressione sicura e piena di se',sembrava sul punto di scoppiare in lacrime da un momento all'altro,era sull'orlo di una crisi di nervi,impossibile non notarlo,peccato che il nostro Peter viveva spesso in un mondo tutto suo e non colse i segnali che l'amica gli lanciava durante la loro breve conversazione,un errore imperdonabile che gli sarebbe costato caro,ma fino a che punto?.
Dopo aver pranzato in giardino con gli altri,preoccupato decise di scrivere a Christie per sapere come stesse.
-Ehi,va tutto bene?-. -Dove sei?- scrisse lui.
-Fai i compiti anche per me perfavore!-rispose lei e tagliò corto dicendo -Ci sentiamo!-.
Nel mentre accanto a lui Ricky stava aggiornando il suo blog come annunciato quella mattina,cosa che in quel momento diede estremamente fastidio a Peter che decise di riprenderlo.
-Ricky perchè non scrivi sul tuo blog qualcosa sulle nuove misteriose scomparse dei nostri compagni di classe?-. Ma quello fece finta di niente e continuò a digitare parole sullo schermo del suo smartphone.
Intervenne allora Tom che decise di affrontare a muso duro la questione,la sua espressione era torva,una vena sulla tempia gli pulsava pericolosamente e sembrava sul punto di esplodere e la sua pelle,di solito bianca come il latte,si tinse di un acceso color rosso. Il ragazzo si alzò in piedi con uno scatto e sbottò.
-Adesso basta! Ti diverti eh? Prova ancora una volta a scrivere qualcosa su Karen o sul killer e la prossima volta sarai a costretto a farlo da un letto d'ospedale!-. Prese la sua roba e se ne andò di fretta,abbandonando il plesso scolastico.
-Wow!- esclamò Ricky -Devo scrivere quanto è accaduto sul mio blog!-.
-Le minacce non ti hanno spaventato?-borbottò Jenna che era seduta lì con loro.
-Stai scherzando? Fammi il piacere...ora se volete scusarmi devo proprio andare-.
-Be'siamo rimasti solo noi,ti va di andare a prendere un caffè in centro?-disse Jenna.
-Certo,molto volentieri- rispose Peter.
Durante il tragitto non poteva fare a meno di pensare a come fosse sbottato Tom poco prima,senza nessun apparente motivo,sicuramente avrà avuto altro per la testa,magari anche lui era preoccupato per Christie. Stavano per sedersi quando il suo cellulare vibrò,era lei.
-Sono dentro qualcosa di grosso,ti farò sapere quando sarò più sicura-.
Jenna lo stava guardando male.
-Scusa ma era importante-si provò a giustificare quello.
-E'ancora la tua "amica" Christie?-.
-Si ma...-. Stava per dirle tutto quando una voce inconfondibile li fece sobbalzare entrambi.
-Jenna Radner!- esordì con tono inquisitorio l'ufficiale Brady.
-Mi dica- rispose con voce cortese quella.
-Devi venire con me,devo farti delle domande in caserma-.
-Jenna,che cosa hai fatto?-chiese Peter.
-Niente! Sono innocente!-.
-Cosa succede zia Jill?-.
-Ti ho già detto che mi devi chiamare ufficiale Brady quando sono in servizio-.
-Non capisco,cosa ha fatto Jenna?-.
-L'ultima chiamata effettuata dal numero di Karen è stata verso Jenna,dovrà spiegarci il perchè-.
-Senti Jenna non è il tipo,dovresti pensare come il killer per trovarlo e invece te la prendi con i miei amici!-.
-Non ti permettere di dirmi come fare il mio lavoro!-.
-Tom per esempio oggi è arrivato in ritardo e aveva del fango sotto le scarpe!-.
-La discussione finisce qui. Ora vai a casa e non ti immischiare più!.- -Signorina Radner,venga con me-.
-Ci vediamo Peter- disse sconsolata e spaventata quella.
-Si,ci vediamo Peter!- lo fulminò la zia.
Le vide allontanarsi,entrare nell'auto di servizio ed allontanarsi,non poteva credere che Jenna c'entrasse qualcosa in tutta questa storia,sperava solo che non finisse in prigione.
Stava per tornare verso casa quando incrociò Lexie.
-Ehi Lexie,hai...-.
-Sentito tutto?-. -Si,scusa-.
-Non fa niente...-.
-Posso fare qualcosa?-chiese con aria dispiaciuta.
-No,a meno che non abbia un alibi per Jenna-.
-Non ce l'ho,ma so qualcosa che potrebbe aiutarti-.
-Dimmi tutto-.
-So di un vecchio "scandalo" segreto di Salt Lake City e non mi sorprenderei se la persona coinvolta risultasse essere un sospettato migliore di Jenna-.
-Racconta allora-.
-No sarà meglio se lo vedi con i tuoi stessi occhi,ma nel posto in cui andremo non dovremo attirare troppo l'attenzione,quuindi dovremmo fare finta di essere ad un appuntamento...se ci stai-.
-Ok,dove dovremmo andare?-.
-In un bar dall'altro lato della città,vedrai ti piacerà-.
L'idea lo elettrizzava ma non voleva finire nei guai,la zia Jill sembrava parecchio arrabbiata stavolta e non poteva disobbedirle,così decise di rifiutare l'invito rimandandolo ad un altro giorno. Lexie non ne fu' sorpresa e sembrò accettare di buon grado,in realtà si sentiva morire dentro,era la sua occasione per passare del tempo da sola con Peter ed era andata letteralmente in frantumi. Lo salutò e se ne andò.
Meditava di tornare a casa ma era assillato dal pensiero di vedere Jenna finire in carcere e non poteva permettere quella che ai suoi occhi era un'ingiustizia;decise perciò di andare in caserma per dare conforto all'amica e parlare con più calma alla zia Jill. Doveva sbrigarsi però,i primi goccioloni di pioggia stavano cominciando a cadere e da lì a poco sarebbe venuto giù un acquazzone.
Arrivò giusto in tempo per salvarsi dall'ira funesta dell'acqua che ora veniva giù a catinelle,salì le scalette dell'edificio ma la vibrazione del suo telefono nella tasca dei jeans lo fece bloccare,era Christie finalmente.
-Ho trovato un nuovo telefono...indovina di chi è?-.
-Christie ma cosa stai dicendo?-rispose Peter.
Quello che seguì fu un'immagine che lo avrebbe sconvolto,una foto terrificante e macabra che immortalava il corpo di Christie,i suoi occhi erano girati completamente all'indietro e la sua gola era squarciata da un profondo taglio,era morta.
   
 
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