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Autore: sangueoro    11/02/2018    1 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Hai fatto quello che dovevi…» 

Felicity non riusciva a sollevare lo sguardo.

«Forse è stata una reazione esagerata… Damien non era realmente in pericolo» ravvisò la giovane vampira.

«Ma tu non lo potevi sapere… » la giustificò Caroline.

«Ho fatto saltare la copertura di Kate e Rick, ed anche quella di Jamie ed Ian… e solo perché non sono stata lucida! Ora Laurel dirà al padre che abbiamo quattro persone di ronda, che ci controllano…»

«Di questo non devi preoccuparti!» intervenne Alaric «E’ impossibile che non lo sapessero… non penso che siano talmente idioti da non aver capito che non è un caso che i quattro istruttori che abbiamo assunto, siano due vampiri e due licantropi.
La cosa importante è che non sia saltata la copertura delle Angel’s»

Felicity sospirò, poi con una smorfia annuì.

Una Bonnie sorridente le aprì la porta dell’ufficio di Caroline per farla uscire.

Damien, che era seduto su una poltroncina del corridoio, si alzò subito in piedi... i due ragazzi si guardarono per qualche istante, poi Felicity si allontanò verso il convitto.

Il ragazzo con un sospiro passò accanto alla sua insegnante ed entrò nell’ufficio della direttrice.

«Laurel?» chiese Caroline a voce alta, come se stesse parlando al vento.

«Ancora non è uscita dalla sua stanza» rispose Lucy dal cottage tramite l’interfono.

Care annuì «Avvertiteci quando sta per arrivare…».

Damien era in imbarazzo e aveva seguito il dialogo tenendo gli occhi bassi, Damon lo aveva chiamato una mezzora prima dicendogli di presentarsi da Caroline.

«E’ una messa in scena ovviamente» gli aveva detto l’uomo. «Dopo quello che è successo stanotte dobbiamo comportarci come si farebbe in una normale scuola, convocare gli interessati e fare luce sulla questione, Care ha chiamato a testimoniare anche Felicity… come persona a conoscenza dei fatti» era scoppiato a ridere l’ex vampiro.

«L’importante è che io non sia l’imputato… sono innocente!» aveva replicato Damien divertito.

Era stato semplice fare battute con Damon e scherzare sull’accaduto, ma ora che era entrato nell’ufficio della direttrice, si sentiva a disagio e non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, quando lo fece notò che tutti i presenti lo stavano guardando con un sorriso.

Per dare alla convocazione una parvenza di ufficialità, erano presenti solo i docenti che nell’immaginario di tutti gli studenti dell’istituto erano i collaboratori più stretti della direttrice Forbes, oltre a Miss Bennet, che lo aveva fatto entrare, c’erano Miss Marshall e Mr Saltzman.

Damian non poté fare a meno di sorridere al pensiero di come si sarebbe sentita Laurel a comparire davanti a quello che aveva tutto l’aspetto di un plotone di esecuzione!

Damon lo aveva avvertito che tutti gli altri avrebbero seguito il colloquio tramite le telecamere e l’interfono.

Il ragazzo aveva tirato un sospiro di sollievo, aveva riflettuto molto su cosa fosse successo la notte prima ed era arrabbiato con Klaus, era stata colpa sua se aveva dovuto corteggiare Laurel… se non lo avesse fatto la ragazza non si sarebbe mai sognata di prendersi certe libertà!

«Io non ho fatto niente…» disse facendosi forza.

«Lo sappiamo…» lo rassicurò Alaric.

«Raccontaci nei dettagli cosa è accaduto prima dell’intervento di Felicity» domandò a quel punto Rebekah.

«Stavo dormendo e ho sentito qualcuno che mi toccava, mi ha messo una mano sul torace e una intorno al collo… si stava avvicinando alla mia faccia e credo di aver gridato… è stato un attimo perché poi mi sono reso conto che era Laurel, le stavo chiedendo come fosse entrata… ma in quel momento è arrivata Felicity che l’ha afferrata da dietro…

Anche lei si è accorta troppo tardi che era solo Laurel… un istante dopo sono arrivati Rick, Kate e poi tutti gli altri»

«Come ha fatto ad entrare? Avevamo concordato che dovessi tenere sempre la porta chiusa a chiave…» chiese Caroline.

«Wade se ne è dimenticato, non siamo tornati in stanza insieme ieri sera» rispose il ragazzo nervoso.

Klaus guardando lo schermo scoppiò a ridere, sapeva esattamente il perchè Wade si era attardato e lo divertiva la reazione di Damien.

«Che c’è?» chiese Damon vedendo che Klaus non era il solo a sghignazzare.

«Dopo che hanno finito di vedere il film, Wade e Felicity sono rimasti una mezzoretta da soli nella sala piccola a chiacchierare» gli rispose Emma.

L’ex vampiro sospirò contrariato lanciando uno sguardo di biasimo all’Ibrido che lo ignorò continuando a guardare i monitor.

«Ecco Laurel…» esclamò Cristina indicando con il capo le immagini della ragazza che stava percorrendo il corridoio del convitto.

«Laurel è uscita dalla sua stanza e non si è fermata a fare colazione, Elena la sta accompagnando da voi» si affrettò ad avvertire Lucy.

«Va bene… grazie» replicò Care.

«8,32… come suo solito è in ritardo!» commentò Rebekah.

«Avanti…» esclamò Caroline dopo che avevano sentito bussare 

«Grazie Damien, puoi tornare nel convitto» continuò guardando il ragazzo.

Il giovane stregone passò davanti alla sua compagna che lo fissava furibonda… sorrise a Elena e uscì dalla stanza.

Laurel affrontò la ramanzina dei suoi insegnanti con il suo consueto atteggiamento altezzoso, si giustificò come la sera prima… esponendo i fatti confermò la versione di Damien.

«Voi state mettendo sotto accusa me!» esclamò a un certo punto inviperita «Ma c’è una cosa che dovete sapere! Damien ha chiamato Felicity quando si è accorto che ero nella stanza!»

Klaus imprecò sottovoce, tutti nel cottage sbuffarono innervositi.

«Questo significa che la vostra dolce Felicity… non è proprio la santarellina che credete!» continuò Laurel maligna.

Caroline non aveva lasciato trasparire nessuna emozione. 

«Se fossi in lei signorina Burley starei attenta a fare delle accuse così pesanti» le rispose con voce calma e misurata «Il signor Digne non l’ha riconosciuta al buio, si è realmente spaventato e ha fatto una cosa che… IO gli ho chiesto di fare: chiedere aiuto alla signorina O’Neill! 
Per motivi che non voglio e non sono tenuta a spiegarle, mi sono persuasa che le vicende personali e famigliari di Damien non siano del tutto cristalline, pertanto ho chiesto a Felicity di stargli vicino e di stare attenta che nessuno dall’esterno si potesse avvicinare a lui.
Ho scelto la signorina O’Neill per questo compito così delicato, non solo perché è una ragazza gentile ed affidabile, ma essendo una vampira, ha anche la forza fisica per farlo.
E’ stata fortunata Laurel… il suo scherzo… come lei si ostina a definirlo, poteva avere un epilogo molto più tragico. Kate o la stessa Felicity avrebbero potuto farle del male…
L’avverto Signorina Burley, quello che le ho appena detto è strettamente confidenziale e non deve farne parola con chicchessia!
Nessuno in questa scuola è in pericolo, non si azzardi a far girare la voce che avete qualcosa da temere!
Sono stata chiara?» chiese severa.

Laurel annuì intimidita.

«Inizialmente io e i miei colleghi avevamo deciso di non prendere nessun provvedimento per quello che è successo questa notte.
Se lei fosse venuta qui scusandosi… il tutto sarebbe stato archiviato senza nessuna conseguenza.
Il fatto che lei sia venuta da me cercando di mettere in cattiva luce una sua compagna… mi mette nella condizione di non poter far finta di niente…» Caroline fece una pausa e guardò i suoi colleghi.

«Come sa, abbiamo deciso di allestire un piccolo spettacolo per le festività natalizie» continuò a parlare la direttrice «la nomino responsabile delle scenografie. Giudicheremo la qualità del suo lavoro e le varrà il 50% della sua valutazione di questo quadrimestre.»

Laurel sgranò gli occhi.

«Ovviamente dovrà farsi aiutare dai suoi compagni… 
Inutile dirle che la controlleremo e osserveremo come si rapporterà con loro, le consiglio vivamente di non usare metodi coercitivi per convincerli a cooperare e di limare quei tratti così spigolosi e autoritari del suo carattere… 
abbiamo finito, può andare.
Buona giornata signorina Burley…»

Rebekah aveva guardato Laurel che a capo chino era uscita dall’ufficio di Caroline.

«Fai spavento…» commentò rivolgendosi all’amica «la degna compagna di quel dispotico di mio fratello…»

Klaus, nel cottage delle vigilanti, sorrise.

«E’ il sorriso solare che trae in inganno!» rincarò la dose Bonnie «Stessa cosa dicasi per Elena! Occhioni da cerbiatta, modi gentili… ma fattelo dire da chi le conosce bene… sono dispotiche e cocciute come poche! Ma per tutti sono quelle buone…mentre io sono sempre passata per la strega cattiva!»

Elena e Care sorrisero all’amica.

«Non ridete!» le redarguì ironica Bonnie «Ma quanto è carina e dolce Miss Gilbert! Ma quanto è brava e incantevole la direttrice Forbes!» cominciò a dire con una vocetta stridula «Invece Miss Bennet è Medusa!» 

«Di Miss Marshall invece pensano che sia un po' pazza…» rifletté Becca.

«Tu sei pazza!» esclamarono in coro Caroline e Elena.

Alaric guardava le quattro donne scuotendo la testa «Come ti è venuta in mente quel tipo di punizione per Laurel, così su due piedi…» domandò a Care.

«Non la volevamo controllare e tenere il più possibile confinata in un luogo?» rispose la direttrice con un’alzata di spalle.

«Che vi dicevo? Diabolica…» affermò Bonnie.

«Io direi geniale… brava, Love!» replicò Klaus dall’interfono.

«Grazie tesoro…»

«Ed è l’unica persona al mondo che può chiamare impunemente mio fratello “tesoro“!» scoppiò a ridere Becca.

Oliver sghignazzò divertito, poi vedendo lo sguardo di Klaus cercò di tornare serio.

«Non so se avete notato una cosa…» esclamò «C’è un’omissione, sia nel racconto di mia sorella che in quello di Damien…»

L’Ibrido annuì «Già…»

«Finitela!» sbottò Rebekah «Sono solo due ragazzi e abbiamo giocato un po' troppo con i loro sentimenti… direi che possiamo sorvolare sul fatto che entrambi non se la sono sentita di dirci che quando lui si è spaventato l’ha chiamata… »

«Inoltre…» intervenne Caroline «è esattamente quello che gli abbiamo detto di fare!»

«D’accordo, Love… avete ragione, possiamo soprassedere…»

Care annuì «Possiamo tornare ognuno ai nostri compiti…» affermò.

Alaric, prendendo il suo tablet, uscì dalla stanza augurando una buona giornata. 

Caroline guardava Elena, per poi spostare lo sguardo su Bonnie.

L’ex vampira ricambiava lo sguardo interrogativa.

Anche Rebekah si accorse dello scambio di sguardi «Che succede?» chiese.

Care spense l’interfono e continuando a fissare Bonnie sospirò «Glielo dico io?»

La strega alzò gli occhi al cielo.

Nel cottage delle vigilanti, i quattro istruttori e Jeremy uscirono per dirigersi verso il centro sportivo, Lucy e Donna avevano un impegno in città e andarono a prepararsi.

Gli altri che avevano assistito alla convocazione di Laurel nell’ufficio della direttrice, rimasero a chiacchierare dietro le spalle di Emma che stava controllando i monitor ormai muti.

Con la coda dell’occhio Oliver vide Rebekah che si era appoggiata alla scrivania con le braccia conserte, sembrava risentita e infastidita «Che sta succedendo?» domandò attirando l’attenzione degli altri uomini.

Elena era saltata al collo di Bonnie e la stava abbracciando entusiasta, Caroline si limitava a sorridere.

Klaus osservava le immagini con un sorrisetto sornione.

 

«Ok…» respirò a fondo Bonnie per farsi coraggio «Ieri notte… io ed Eric abbiamo fatto sesso…» confessò evitando di guardare in faccia le amiche.

Elena sgranò gli occhi, poi si lanciò verso l’amica per abbracciarla «Brava! Così si fa!» esclamò.

«Non ci posso credere…» commentò Rebekah.

«Becca… tra me e Kol…»

«Conosco mio fratello!» la interruppe l’Originale «Non mi riferivo a lui… ma a Vincent»

Bonnie sospirò «Non era programmato» cercò di spiegare «ieri notte è stato tutto così assurdo, ci siamo ritrovati da soli… io ero praticamente nuda, lui mi guardava in un modo… poi ha cominciato a parlarmi… a toccarmi… non ce l’ho fatta a resistere!»

«E infatti non dovevi farlo!» esclamò Elena «Carpe diem! … Come è stato?» chiese eccitata.

Caroline non poté far a meno di pensare ai commenti di Klaus e gustandosi la scena si aggiustò i capelli divertita.

«L’avete visto bene?» domandò invece di rispondere Bonnie «Come pensate che sia andata?»

«Vabbè…gli addominali scolpiti non significano niente! Anzi… molte volte chi ha un fisico pazzesco è egocentrico e vanesio, più interessato al suo piacere che a quello della sua compagna!» la rimbeccò Rebekah.

«Non è questo il caso…» scosse la testa la strega.

Becca fissò la sua amica, poi un largo sorriso si aprì sul suo volto e avvicinandosi l’abbracciò «Sono felice per te… Medusa!»

 

«Che pensate si stiano dicendo?» chiese Oliver curioso.

«Quelle quattro sono meravigliose» commentò Kol che stava osservando la scena «Becks ha trovato delle amiche… incredibile!»

Eric guardava i monitor silenzioso, da quando era arrivato al cottage delle vigilanti aveva parlato pochissimo, sembrava di malumore e la cosa aveva incuriosito Klaus che lo stava osservando.

 

«Stamattina come è andata?» chiese Caroline.

Bonnie scosse la testa «Quando mi sono svegliata lui non c’era più… e non l’ho ancora visto» spiegò «Non ho ancora capito se sono sollevata o infastidita…»

Care le sorrise teneramente «Io sono felice del fatto che hai questo dubbio…»

 

Oliver con Damon e Eric stavano prendendo le misure dell’enorme sala comune del convitto.

«Il palco lo dobbiamo mettere per forza in questa posizione» stava dicendo Oliver «Siamo obbligati… così abbiamo abbastanza spazio per le sedie dei genitori e possiamo usare la stanza più piccola per il backstage…»

«Aspettiamo Caroline» consigliò Damon.

«Ma allora è vero che è una tiranna…» affermò Eric.

«Bonnie ha perfettamente ragione» sghignazzò Oliver «…è subdola! Il suo sorriso e i suoi modi eleganti sono un’arma infallibile… »

«Ma quanto ci mette a dire ai ragazzi che l’insegnante di biologia è ammalata e per oggi c’è la supplente?» esclamò Damon.

«Il problema non erano gli alunni, ma l’insegnante!» replicò Caroline che stava entrando nel convitto «Era terrorizzata… e pensa che nelle prime ore è nella classe dei più piccoli, che farà dopo la ricreazione con quelli più grandi?»

Oliver spiegò alla direttrice come aveva pensato di costruire il palcoscenico.

«La posizione è obbligata, Oliver…. c’è poco da decidere, per quanto riguarda le misure invece…» Care spiegò al neo vampiro come si era immaginata il palco, facendo un disegno sui fogli che l’uomo aveva in mano, comunicando misure e proporzioni con il suo consueto piglio decisionale.

«Devi lasciarmi almeno un paio di metri tra lo sfondo e la parete» stava dicendo la direttrice «useremo il salottino tv per i cambi d’abito, ma mi serve abbastanza spazio per gestire l’entrata e l’uscita dei nostri giovani talenti» spiegò con un radioso sorriso.

Caroline continuò ad impartire ordini per più di un quarto d’ora «Qui ci voglio questo… li ci voglio quest’altro… in questa posizione dovete prevedere questa cosa…»

Eric la guardava imbambolato a bocca aperta, Damon osservava la sua reazione e sghignazzava divertito.

Oliver al contrario era tranquillo, ascoltava la direttrice annotando diligentemente tutte le sue richieste.

«Per il momento direi che ci siamo, abbiamo un’ idea di massima su come deve venire… vai con Jeremy a comprare il legname?» domandò Care a Oliver che annuiva. 

«Viene anche Kol…» la informò l’uomo.

«Perfetto… se vi servo sono nel mio ufficio! Buona giornata e buon lavoro ragazzi» salutò amabile con un sorriso gentile.

Damon tossicchiò «Quando si è diplomata il comitato studentesco ha dato una festa!» raccontò ad Eric che stava seguendo con lo sguardo Caroline che si dirigeva verso la porta a vetri «Era lei che organizzava ogni singolo evento, ogni ballo… ogni raccolta fondi ed era un inferno per tutti!»

«Invece è un piacere lavorare con lei!» affermò Oliver «Ha le idee precise ed è organizzata… oltre ad avere buongusto e creatività, preferisci forse una che non sa cosa vuole, cambia idea continuamente e ti rifà fare il lavoro cento volte?»

Damon scoppiò a ridere «E’ questa la grande forza di Caroline» spiegò al licantropo «Non si limita a comandarti a bacchetta! Ma ti convince che il suo… è il modo più opportuno di fare qualcosa!»

 

«Mi stai evitando?»

Felicity alzò gli occhi per guardare Damien.

«Perchè dovrebbe evitarti?» chiese Hope «Che le hai fatto?» domandò minacciosa.

«Niente…» rispose il ragazzo «ma devo… parlare con lei, potresti cercare di distrarre Laurel, Zoe e Wade?»

«E come dovrei fare?» domandò la streghetta «Uso un incantesimo?» chiese speranzosa.

«Niente magia!» l’ammonì Felicity.

Damien si girò a guardare i suoi amici che erano seduti su una panchina sotto un albero, sorrise guardando Hope, fece un leggero movimento con le mani e un fastidioso venticello si alzò… scuotendo i rami dell’albero.

Hope sghignazzando ripeté lo stesso movimento del ragazzo, ora anche le foglie che erano a terra si alzarono.

Felicity li guardava a bocca aperta «Finitela!» sibilò.

La streghetta e lo stregone ruotarono leggermente i polsi e le foglie cominciarono a vorticare intorno a Zoe e Laurel, le due ragazze stavano mangiando ed infastidite si alzarono per mettersi in un punto più riparato del cortile, seguite da Wade.

«Grazie dell’aiuto peldicarota!» esclamò Damien.

«Non mi chiamare così!» 

Damien prese Felicity per mano, guardandosi attorno per vedere se qualche loro compagno li stava osservando, la sospinse leggermente verso uno degli angoli del cortile.

«Cosa c’è?» chiese la ragazza «Sai che non possiamo farlo! Anche se non ci vede Laurel… ci sono tutti gli altri che glielo andranno a riferire!»

Il giovane stregone continuava a camminare, serrava la sua mano e la trascinava con sé.

«Damien!» bisbigliò la vampira «Mi stai ascoltando?»

Erano arrivati alla fine del porticato, quando avevano fatto i lavori di ristrutturazione per tramutare l’edificio in una scuola, a quel punto era stato eretto un muro per delimitare il cortile interno, in precedenza quelle logge percorrevano tutto il perimetro della villa.

Damien bloccò Felicity nella rientranza tra l’ultima colonna del portico e il muro, poi si avventò sulla sua bocca.

E’ impossibile per una vampira isolarsi da tutto, non sentire il vociare dei compagni o il rumore della natura che la circondava, ma in quel momento tutto era sparito, esisteva solo Damien, le sue labbra morbide… la sua lingua che giocava con la sua, a tratti leggera… e improvvisamente più decisa, più audace.

Percepiva le sue braccia che la stringevano forte, la teneva così vicina che poteva sentire distintamente il suo battito cardiaco risuonare accelerato.

Quando il ragazzo si staccò, la ragazza avvertì una sensazione di stordimento… chiuse gli occhi smarrita, poi si concentrò sul ritmo del cuore del giovane stregone che sentiva ancora galoppare impazzito, prendendo coraggio cercò il suo sguardo.

Damien la stava osservando cercando di riprendere fiato, era consapevole di aver fatto una cosa pericolosissima, avvertiva la presenza dei loro compagni a pochi metri da loro, era cosciente che potevano essere scoperti, ma lui non vedeva nient’altro che gli occhi della ragazza che aveva davanti e si perse in quei due laghi blu… che lo stavano fissando.

Il giovane stregone appoggiò la fronte su quella della giovane vampira, facendole scorrere le mani lungo le braccia.

«Scusami… ma non resistevo più» mormorò roco «Era da stanotte che volevo baciarti!… Ho sempre voglia di baciarti!
Ma ieri sera… non puoi venire in camera mia vestita con quel… cosetto minuscolo!
Non puoi stringermi a te… se sei mezza nuda!» continuò a sussurrare a occhi chiusi
«Non puoi… far spuntare le tue zanne» sospirò prima di chinarsi ancora sulle sue labbra «Fammi sentire i tuoi canini… chérie» bisbigliò.

«Mio… Dio…» ansimò avvertendo la consistenza delle zanne della vampira.

 

«Salve ragazzi… non so se lo avete saputo, ma la vostra insegnate di biologia è malata, oggi la sostituisco io…» Elena sorrise cercando di farsi coraggio «Miss Grey mi ha spiegato che state studiando l’apparato riproduttivo e che avete fatto una verifica che non è andata molto bene…»

I ragazzi annuirono sconsolati.

«Mi ha anche detto» continuò l’ex vampira « di avervi lasciato i compiti corretti affinché potevate rendervi conto dei vostri errori e prepararvi delle domanda da farle per eventualmente approfondire e rivedere i concetti che non vi erano chiari…» proseguì Elena «iniziamo con te, Felicity… portami la tua verifica e correggiamola insieme…»

La vampira si alzò un po' imbarazzata.

Wade scoppiò a ridere «Ha scelto la persona sbagliata Miss Gilbert… Felicity avrà sicuramente preso una “A“, non avrà fatto neanche un errore!»

La giovane vampira arrossì, mentre Elena controllava i fogli che la ragazza le aveva consegnato.

«Hai ragione Wade, Fel è stata molto brava e ha preso una A… in ogni caso Miss Grey ha evidenziato una risposta, annotando che pur essendo esatta, risulta un po' approssimativa e incompleta, la numero 5… quella che riguarda le salpingi… o "tube di Falloppio”… qualcun altro ha poco chiaro l’argomento?»

Tutti alzarono la mano.

«Bene… allora cominciamo da lì…» annuì Elena.

La donna cominciò la lezione… in fin dei conti era quasi un medico! Con il passare dei minuti prese più sicurezza, la sua esposizione era chiara ed efficace e gli studenti sembravano seguirla senza particolari difficoltà.

Quando avevano terminato di correggere le verifiche, il discorso si era spostato da argomenti teorici a questioni più reali… i ragazzi in un primo momento imbarazzati, poi sempre più disinvolti, cominciarono a porre delle domande più pratiche e personali.

Felicity e Damien non stavano intervenendo, rimanevano in silenzio ed evitavano il più possibile di intercettare lo sguardo della loro insegnante… era pur sempre Elena! Ed era imbarazzante sentirla parlare di certe cose!

«Come funziona la pillola anticoncezionale?» chiese Zoe.

Elena rispose spiegando in maniera semplice e comprensibile come tecnicamente impedisse l’ovulazione.

«E’ vero che può servire come terapia per disturbi e mestruazioni dolorose?» chiese Laurel.

Alla risposta affermativa della sua insegnante, la streghetta sorrise compiaciuta «Una mia amica ha convinto i suoi a farsela prescrivere, giustificandosi con il fatto che le serviva a scopo curativo! Così non gli ha dovuto dire che aveva un ragazzo e le serviva per non rimanere incinta!»

«La pillola anticoncezionale nella quasi totalità dei casi impedisce una gravidanza indesiderata» cominciò a spiegarle Elena «ma quello non è il solo rischio che si corre, quando si decide di fare sesso con qualcuno.»
«Non voglio fare della morale o sembrare una bacchettona…» continuò la donna mettendosi seduta sulla cattedra «tutti siamo stati dei giovani uomini e delle giovane donne, e tutti, ad un certo punto, abbiamo cominciato a provare il desiderio di condividere dei momenti intimi con qualcuno.
Non sto qui a parlare di grande amore e convincervi che dovete aspettare di incontrare la persona con la quale starete per tutta la vita… tantomeno farvi una lezione di anatomia per spiegarvi cosa accade al vostro corpo quando avvertite del desiderio fisico… sarebbe estremizzare, in tutte e due i casi…» Elena guardò i ragazzi che attenti la stavano ascoltando.

«Ma posso dirvi di fare attenzione, di non prendere la cosa alla leggera, fare l’amore… o fare del sesso, chiamatelo come preferite… è in ogni caso una cosa molto intima e importante, non bisogna prenderla alla leggera… non esiste una pillola che vi guarisca, nel caso aveste preso una decisione affrettata e lo aveste fatto con la persona sbagliata…»

«E come si capisce che è la persona giusta?» domandò Wade.

«Mi dispiace…» scosse la testa Elena «Non esistono libri o manuali che possano darvi una risposta, nessuno con teorie scientificamente verificate ovviamente! E diffidate di chi vi dice il contrario, fidatevi del vostro istinto… perchè ognuno di noi lo capisce al primo istante…»

«Quando ha incontrato Mr Salvatore… ha capito subito che era la persona giusta?» domandò Zoe arrossendo un po’.

Elena sorrise un po' imbarazzata.

«Quanti anni aveva quando lo ha conosciuto?» chiese un’altra ragazza che la guardava con uno sguardo sognante.

«Avevo diciassette anni…» rispose l’ex vampira «E si… ho capito subito che era una persona speciale, ma mi ci è voluto un po' per ammetterlo…»

«Era molto giovane…» si stupì Zoe «poco più grande di noi…»

Elena annuì «Sono stata una ragazza molto fortunata…»

«Mai quanto Mr Salvatore…» commentò Wade, facendo sorridere l’insegnante.

 

«Che bella storia d’amore…» sospirò Zoe mentre uscivano dall’aula alla fine delle lezioni.

Laurel si guardò un po' intorno circospetta «raccontata così… potrebbe sembrare» commentò sfrontata.

I suoi amici la guardarono interrogativi.

«Che vorresti dire?» chiese Wade.

«Nello studio di mio padre ho trovato dei documenti…» cominciò a raccontare la streghetta «ha fatto indagare su chi gestisce la scuola… è un maniaco del controllo» sbuffò la ragazza.

Zoe e Wade la guardarono curiosi, Damien e Felicity si lanciarono un’occhiata, poi la vampira con la coda dell’occhio vide Caroline che li stava osservando da lontano.

«Miss Gilbert… era fidanzata con il fratello del suo attuale fidanzato! Stefan Salvatore… che poi ha sposato la nostra direttrice!» continuò sempre più supponente «E hanno il coraggio di farci la morale!»

Laurel scosse la testa innervosita.

«Loro sono le prime a non essere delle sante!» continuò indignata «Mrs Forbes che sposa l’ex fidanzato della sua amica e poi lo caccia… per stare con l’amante! Ve lo ricordate? E’ stato qui per un periodo… e poi è arrivato il papà di Hope!»

Zoe e Wade ascoltavano attenti lo sfogo della loro amica, che sembrava un fiume in piena.

«Mi spiegate il perchè usa il suo cognome da nubile se ha un marito?» chiese con sdegno la ragazza «Ma a quanto pare cambiarsi il nome è una cosa di uso comune in questa scuola! Nei fascicoli di mio padre, Mr Marshall aveva un altro cognome, anche Hope… tutta la loro famiglia…» sussurrò con fare cospiratorio «Non lo trovate strano?»

Felicity lanciò un fugace sguardo nella direzione di Caroline, la loro direttrice era a braccia conserte e le fece un cenno di assenso.

«Si può avere la necessità di cambiarsi il cognome per tantissime ragioni… » commentò Damien «Non deve essere per forza un sordido motivo! In America poi è semplicissimo…»

«Io non capisco come abbia fatto mio padre a decidere di iscrivermi, nonostante quei dossier!» scosse la testa infastidita Laurel.

«Ora non esagerare!» la rimbeccò Wade «Non ha mica scoperto chissà quali scheletri nell’armadio! Capirai… una ragazza che si innamora del fratello del fidanzato! Succede…»

«Nel dossier di Miss Gilbert c’era scritto dell’altro…» sussurrò la streghetta avvicinandosi «Una strana parola… dopplequalcosa… e poi c’era scritto che era una vampira! Anche Damon Salvatore lo era!»

Wade e Zoe sgranarono gli occhi «Come è possibile? Sono umani!»

«Infatti è impossibile…» scosse la testa Felicity.

«Lo so perfettamente» rispose piccata Laurel «Non farti illusioni! Non esiste un incantesimo che vi possa far tornare… normali…»

«Laurel!» la riprese Damien.

«Smettila di difenderla!» sbottò la strega «E’ una vampira! E’ un morto che cammina! E per farlo ha bisogno di nutrirsi di sangue! Anche del tuo… potrebbe ucciderti! Te ne rendi conto? Non dovrebbe frequentare le lezioni con noi! Non dovrebbe neanche stare in mezzo a noi! Quelli come lei, dovrebbero stare solo tra di loro… e lasciare in pace noi umani!»

Felicity era rimasta paralizzata.

«Lo so cosa speri…» continuò furibonda Laurel «Che l’amicizia che è nata tra te e Damien possa un giorno crescere e diventare qualcos’altro… non potrà mai accadere! Perchè tu sei una bambina e lo resterai per sempre, invece lui diventerà un uomo… e si innamorerà di una donna! Adulta… con la quale crearsi una famiglia! Un umano non potrà mai innamorarsi di una come te!»

 

Caroline vide Felicity voltarsi senza proferire parola e scappare via a velocità vampiresca.

«Non devo diventare un uomo… per evitare di frequentare le ragazzine immature» ringhiò Damien a Laurel «Ci sono persone che neanche da vecchie diventeranno delle adulte!»

Il giovane stregone si allontanò di corsa nella direzione che aveva preso Felicity.

Wade e Zoe erano rimasti esterrefatti a fissare la loro amica «Questa volta hai proprio esagerato…» mormorò la ragazza.

Caroline con un sospiro rientrò nell’edificio.

Damien era fuori di sé quando salì le scale che dallo scantinato portavano nel soggiorno del cottage.

«Io ho chiuso con quella vipera!» sbraitò.

«Che cosa è successo?» domandò Cristina andandogli incontro.

«L’ha insultata…»

Il ragazzo evitò di riportare le parole che Laurel aveva detto a Felicity.

«Avete visto in che direzione è andata?» chiese.

Emma stava guardando e riguardando attentamente alcuni video.

«E’ rientrata nella scuola… e poi è uscita dalla portafinestra della cucina» affermò.

«Dobbiamo andarla a cercare!» esclamò Damien sempre più nervoso.

Caroline entrò in quel momento, dopo qualche istante arrivò anche Klaus.

«Basta così!» gli urlò andandogli incontro il giovane stregone «Io non voglio più avere a che fare con Laurel! Ha insultato Felicity! Le ha detto delle cose bruttissime e ora lei è scappata via!»

«D’accordo» rispose calmo l’Ibrido.

Damien rimase a fissarlo a pochi centimetri da lui, tremando…

Nel cottage era calato il silenzio, le tre donne presenti osservarono l’uomo e il ragazzo che si stavano fronteggiando, poi l’Originale annuì… 

Il giovane stregone non aveva paura di lui, era semplicemente furioso…

«Oliver è ancora in città?» chiese Klaus continuando a fissare Damien negli occhi.

«Ancora non sono tornati» rispose Cristina.

«Avete chiamato Rebekah?» continuò a domandare l’Ibrido avvicinandosi ai monitor.

Emma prese il telefono e fece partire una chiamata.

Caroline cominciò a raccontare cosa fosse successo. «Sa che Marshall non è il vostro vero nome, che Elena e Damon erano dei vampiri ed è a conoscenza dei nostri gradi di parentela, ma tutte queste informazioni non le dicono niente… ha solo trovato dei fascicoli nello studio di suo padre… l’hanno usata come esca senza darle nessuna spiegazione… non sa nulla di quello che stanno tramando, dopo questa sua sfuriata ne possiamo essere abbastanza sicuri… 

Quello che ha detto a Felicity non ha nulla a che fare con tutta la situazione, era solo lo sfogo di una ragazza che si sente minacciata, pura e semplice gelosia…»

Care guardò Damien con tenerezza.

«L’ha attaccata nel modo che sapeva potesse farle più male, per il suo essere una vampira…» si limitò a riferire.

 

 

«Damon…» mormorò Bonnie avvicinandosi.

Eric aveva avvertito la sua presenza nel momento che aveva varcato la porta a vetri e si era avvicinata silenziosamente. Rimase chino a continuare il lavoro che stava facendo, aveva cercato di evitarla per tutta la mattina e non riusciva a spiegarsi il perché… ma era furioso.

«E’ successa una cosa… un po' spiacevole, Laurel ha avuto una reazione ai fatti di questa notte e innervosita ha insultato Felicity che è fuggita… credo che Damien abbia bisogno di qualcuno con cui parlare…»

Bonnie si era rivolta solo al suo amico, evitando di incrociare lo sguardo di Eric, ma il licantropo aveva smesso di lavorare appena lei aveva iniziato a parlare e le era andato incontro non appena aveva nominato il nipote.

 

Kol e Jeremy stavano finendo si assicurare il carico di legname sul pick-up, Oliver parlava con il fornitore, per un disguido non avevano consegnato dei materiali al cantiere e di conseguenza c’era stato un rallentamento dei lavori per il centro sportivo.

«Si è fatto troppo tardi» commentò Jeremy mettendosi alla guida.

«Si… dobbiamo rinunciare all’aperitivo al Mystic Grill…» commentò l’Originale guardando il suo orologio «Orari prestabiliti, una vita tranquilla… ma che mi è successo?» sbottò a ridere, salendo in auto.

«Sesso con la stessa donna due volte si seguito…» aggiunse Oliver accomodandosi sul sedile posteriore e richiudendo la portiera.

«Tre volte…» precisò Kol.

I tre uomini stavano ridendo e scherzando quando l’Originale si fece per un attimo serio.

«Sai che vi dico? Scusatemi con gli altri, ma non ho nessuna voglia di mangiare alla mensa oggi… ho bisogno di farmi una passeggiata!» esclamò girandosi verso Jeremy che rallentò e poi fermò l’auto.

«Non fare danni!» gli intimò Oliver.

Kol scoppiò a ridere «Tranquillo cognatino!»

 

«Dobbiamo trovarla!» affermò Lucy che era appena tornata con Donna.

Caroline scosse la testa «Aspettiamo un po’… magari non si è allontanata e ha solo bisogno di calmarsi, se le stiamo tutti addosso corriamo il rischio di peggiorare la situazione»

«Ha ragione…» esclamò Bonnie che stava arrivando insieme a Damon e Eric.

«E che avete intenzione di fare?» sbottò Damien «Andare a mangiare come se nulla fosse? Potrebbe essere in pericolo!»

«Calmati, tesoro» lo confortò Elena «Rebekah è andata a cercarla… e se c’è qualcuno che può riuscire a rassicurare Felicity… è lei»

Care aveva raccontato dettagliatamente alle sue amiche, quello che Laurel aveva detto a Felicity, e ora le tre donne guardavano il ragazzo cercando di dissimulare la loro preoccupazione.

Quando arrivò Oliver e dovettero raccontargli l’accaduto, l’uomo dette in escandescenza e vani furono i tentativi di calmarlo «E’ da sola chissà dove! C’è un’intera congrega di pazzi che ci vuole attaccare! Tom e Demelza potrebbero essere lì fuori a controllarci! Potrebbero catturarla! Farle del male… Potrebbero uccidermela…» sbraitò.

«Calmati, Mate… ora io e te l’andiamo a cercare…» affermò Klaus.

«Vengo con voi!» esclamò Damien.

L’Ibrido scosse la testa «Tu non ti muovi da qui!» rispose con un tono che non ammetteva repliche.

Il giovane stregone non si fece intimidire «E’ colpa mia se Laurel si è comportata così!»

«E quando riporteremo Felicity qui… potrai parlarci» asserì l’Originale con un tono meno autoritario «Vi potrete chiarire… ma al momento devi restartene tranquillo nella scuola e non aggravare la situazione, controllatelo…» intimò di nuovo perentorio agli altri nella stanza «a vista! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è dover andare a cercare anche lui!»

Damon si avvicinò al ragazzo annuendo, poi mettendogli un braccio intorno alle spalle, guardò Klaus e Oliver che uscivano dal soggiorno.

«Sei sicuro che non si è rifugiata dove vi incontrate di nascosto?» sussurrò all’orecchio di Damien.

«Si…» mormorò lo stregone.

Care sorrise, facendo finta di non aver sentito… anche le Angels si scambiarono uno sguardo divertito.

«E’ l’ultima cosa che avrei voluto chiederti…» sibilò Bonnie avvicinandosi a Eric «Ma… perchè fai così?»

Il licantropo sostenne il suo sguardo «Non era quello che volevi?» chiese gelido «Non volevi divertirti senza nessuna complicazione?»

La strega lo guardò a bocca aperta.

«Scusami, ma mi devo occupare di Damien… lui ancora pensa che provare dei sentimenti abbia un senso» continuò Eric asciutto.

Bonnie rimase a fissarlo mentre seguiva Damon e Damien che stavano scendendo le scale.

Caroline le si affiancò inarcando un sopracciglio.

«Hai visto come mi ha trattato? E’ un pazzo…» sussurrò la strega «Hai sentito che mi ha detto… certo che hai sentito! Figuriamoci…» aggiunse irritata.

«Oh si… ho sentito…» annuì compiaciuta Care.

«Lo trovi divertente?» bisbigliò a denti stretti l’amica, sempre più nervosa.

«Se mi fai questa domanda, mi chiedo se… TU hai ascoltato bene quello che ti ha detto! O meglio… se lo hai capito! Eppure è stato molto chiaro… cri-stal-li-no!» sillabò divertita.

 

Il vampiro seguiva la ragazza a qualche metro di distanza, sentiva distintamente i singhiozzi che la vampira cercava inutilmente di reprimere.

«Ho pensato anch’io che fosse la giornata adatta per una passeggiata in città, stellina…»

Felicity sussultò.

«Ma non dovresti farlo tutta sola… è pericoloso…»

«Che ci fai qui?»

«Dovrei essere io a chiederlo a te…»

Felicity scosse la testa.

«Posso almeno chiederti se tuo fratello e gli altri sanno che sei qui?»

La ragazza negò di nuovo.

«Lo supponevo.... » Kol aggrottò le sopracciglia «Il tuo faccino mi dice che ti è capitato qualcosa che ti ha sconvolto...»

L’Originale sorrise vedendo la vampira che si passava il palmo delle mani sugli occhi per asciugarsi le lacrime.

Camminarono in silenzio per qualche minuto, uno di fianco all’altra.

«Ho un’idea…» esclamò Kol ad un certo punto.

L’uomo si avvicinò ad un ragazzo che stava sistemando il suo casco nel sellino del suo scooter, ci parlò per qualche attimo e poi il suo interlocutore gli diede le chiavi con un sorriso.

«Che fai?» chiese Felicity.

«Ho convinto quel simpatico giovanotto… a prestarci il suo bolide!» rise Kol.

«Ma non si fa!»

«Tranquilla… mi sono fatto dire dove abita, glielo riporteremo più tardi! Mettiti questo…» aggiunse prendendo un secondo casco dal sellino «A noi non serve… ma non vorrei che un galoppino dello sceriffo Donovan ci fermasse!» spiegò con una smorfia.

Felicity non poté fare a meno di sorridere.

«Ma prima mi devi permettere di fare una cosa»

Kol prese il suo telefonino, digitò per qualche secondo sulla tastiera e poi mostrò lo schermo alla ragazza.

-Felicity sta bene ed è con me… -

La ragazza annuì.

Kol inviò il messaggio e si mise il telefonino in tasca, poi aiutò la giovane vampira a salire sullo scooter.

 

Rebekah entrò in sala mensa, si avvicinò a Caroline e le fece vedere il suo telefono.

Damien era seduto tra Damon e Eric, si era tenuto a debita distanza dai suoi amici, ma continuava a fulminare Laurel con lo sguardo.

Becca si avvicinò al giovane stregone «Sta bene… l’hai trovata Kol» gli mormorò all’orecchio.

Damien si girò di scatto «E dove sono?»

«Non ne ho idea…» gli rispose la sua insegnante.

«Ma presumo che dovremmo stare tranquilli» affermò prima di baciarla Oliver che stava rientrando con Klaus.

L’Ibrido sorrise vedendo l’espressione scettica di Damien.

 

Felicity uscì dal camerino indossando un jeans e una maglia aderente.

«Metti questo» esclamò Kol aiutandola ad indossare un giubbotto in pelle rossa.

La ragazza si guardò allo specchio «Sembro Emma Swan…»

«E chi è?» chiese l’Originale.

La giovane vampira lo guardò con biasimo «E’ la protagonista di Once Upon a Time!»

«Ne so quanto prima… ma sei uno splendore, stellina!»

«Sei proprio un vecchietto!»

Al contrario di quanto asseriva Felicity, chiunque li incrociasse al centro commerciale, avrebbe potuto giurare di avere di fronte due normali adolescenti, la ragazza lo era davvero e l’Originale ne aveva tutto l’aspetto.

«Ti devi togliere quella divisa!» le aveva detto l’uomo qualche minuto prima, spingendola dentro il negozio. «Per due motivi… primo, non voglio che qualche agente di sicurezza ci pedini pensando che sono un ragazzaccio che ha convinto la sua fidanzatina a marinare la scuola!
Secondo, non puoi risalire sullo scooter con quella gonnellina, hai rischiato di fare ammazzare più di un automobilista mentre venivamo qui!»

Felicity arrossì come un peperone, facendo scoppiare a ridere Kol.

 

«Dove è Felicity?» Gli chiese Wade quando avevano finito di pranzare.

«E’ andata a fare una passeggiata con Kol»

L’amico sgranò gli occhi.

«E bisogna ringraziare quella strega di Laurel per questo» aggiunse Damien irritato.

«Ha davvero esagerato…»

«Lo puoi dir forte!»

«E’ gelosa… puoi continuare a ripeterlo all’infinito che siete solo amici, ma quello che provi per Felicity ti si legge in faccia!»

«Anche se fosse, Laurel non ha nessun diritto di trattarla in quella maniera»

«E allora dovevi evitare tutte le smancerie che le hai dedicato negli ultimi giorni!» Lo rimproverò Wade «Se ti comporti in un certo modo, poi è normale che una ragazza crede di interessarti!»

Il ragazzo prese un profondo respiro, poi senza replicare si girò per dirigersi verso la porta a vetri, Klaus che aveva sentito tutto il dialogo tra i due stregoni, gli si parò davanti.

«Ho bisogno di restare un po' da solo… fammi passare!» sibilò Damien «Non andrò da nessuna parte! Non ho proprio nessun posto dove andare a cercarla!» sbottò infastidito «Chissà dove l’ha portata tuo fratello! Stando ai suoi modi di fare… potrebbe anche aver affittato un elicottero ed aver organizzato una cena romantica a New York!»

L’Ibrido, davanti alla disarmante sincerità del ragazzo, non poté far a meno di guardarlo con affetto «Kol non farebbe mai una cosa del genere, stai tranquillo… ma nel caso che gli avesse dato di volta il cervello, ti prometto che te lo levo di torno per il prossimo secolo!»

«Con il pugnale intinto nella quercia bianca?» bisbigliò Damien.

«Esatto… mi servirà solo qualche ora per farmi portare la sua bara da New Orleans!»

«Perfetto…» annuì il giovane stregone aprendo la porta che portava al corpo centrale della villa.

 

Mentre si sedeva sulla dormeuse dorata davanti all’enorme finestra, fece partire l’ennesima telefonata…

Niente… il cellulare di Felicity continuava a risultare spento e il suo ultimo ingresso su whatsapp, era della sera prima quando lo aveva rassicurato che tra lei e Wade non era successo niente.

Damien si prese il viso tra le mani… i suoi occhi si inumidirono e delle fastidiose lacrime cominciarono a scendergli lungo le guance nonostante avesse fatto del tutto per trattenerle.

 

«Sembra che non mangi da una vita!» scosse la testa Felicity guardando Kol che addentava un cheeseburger.

La ragazza stava spiluccando il suo, non aveva proprio fame…

«Allora… ti confidi o no con il tuo zietto figo?»

La vampira lo guardò perplessa.

«Sei la sorellina del mio cognatino!»

La ragazza scoppiò a ridere scuotendo la testa.

«E’ successo qualcosa con Damien?» domandò Kol.

«No…»

L’uomo continuò a fissarla in silenzio fino a che Felicity non cominciò a parlare e a raccontargli cosa fosse accaduto.

«Ok…» soppesò l’Originale «Sei una ragazza intelligente e quindi non insulterò il tuo intelletto dicendoti che Laurel è semplicemente gelosa marcia… lo sai anche tu!»

Fel abbassò lo sguardo.

«E tantomeno ti dirò che non devi preoccuparti… perchè Damien è cotto a puntino e la streghetta bionda neanche la vede… sai anche questo»

Felicity non poté evitare di sorridere.

«Il problema è ovviamente cosa ti ha detto alla fine… ti sei appena trasformata ed è perfettamente normale che sei vulnerabile, mi spiace doverti avvertire che non sarà l’ultima volta che qualcuno ti dirà quelle cose, con il tempo imparerai ad accusare il colpo… ma non smetterà mai di fare male.»

Felicity rialzò lo sguardo con un sospiro.

«Gli umani si dividono in due grandi categorie» continuò Kol «chi ci teme… e chi ci invidia e tu le devi evitare entrambe…»

Fel sgranò gli occhi.

«Solo all’inizio ovviamente… » aggiunse l’uomo sorridendo «quando un umano viene a sapere cosa sei, il suo primo istinto sarà quello di incasellarsi in una delle due categorie.
Fatti scivolare addosso tutto quello che dice, quello che fa… non giudicarlo, dargli tempo, ha bisogno di capire… fai restare nella tua vita solo chi arriva a comprendere quanto siamo pericolosi… chi è consapevole dei nostri poteri ma che è abbastanza intelligente da non lasciarsi influenzare…

Non ne incontrerai molti così… ma questo vale per tutti, non solo per noi vampiri! 
Gli affetti veri e sinceri sono pochi.
Tutte le altre persone fanno da contorno e non sono essenziali… e quello che dicono o pensano, non ha nessuna importanza.»

Felicity fece un mesto sorriso. «Rimarrò una bambina per sempre…» sospirò.

Kol scoppiò a ridere «Mi sono arrivate delle voci su come eri vestita quando ti sei fiondata in camera di Damien stanotte… sei in errore, stellina…»

La giovane vampira avvampò e si nascose il viso tra le mani.

«Gli anni passeranno, farai esperienze» continuò l’Originale con una inflessione dolce nella voce «imparai cose, diventerai un’adulta in uno splendido giovane corpo, che farà girare la testa a tutti gli uomini che incontrerai sul tuo cammino… tutti, senza nessuna classificazione, umani… vampiri, stregoni, licantropi…
Quando mia madre mi ha trasformato, non avevo neanche diciassette anni e Rebekah era la mia sorellina minore…»

Felicity sgranò gli occhi.

Kol annuì «E anche se molti ti diranno che mentalmente sono rimasto un diciassettenne, non è così… stellina.
Io e Rebekah siamo solo rimasti bellissimi» spiegò con un’alzata di spalle che fece ridere Felicity.

«Ho amato…» continuò l’uomo tornando serio «e sono stato amato… profondamente…

E succederà anche a te»

«Ho tanta paura…» sospirò la ragazza.

«Come diceva Lao Tzu, un filosofo cinese, più vecchio e più saggio di me» citò Kol «”Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti, amare profondamente ci rende coraggiosi.”
Buttati stellina… non importa che tu sia un’umana o una vampira, vivere è l’unico modo che hai per crescere…»

«E se lui… mi spezza il cuore?» chiese la vampira.

«Lo uccido…» replicò l’Originale.

«KOL!» lo riprese Felicity.

«Sempre che non lo faccia prima Oliver… o Klaus!» rifletté sghignazzando l’uomo.

«Fai il serio…» sospirò la ragazza «Io voglio trovare un uomo che mi guardi come mio fratello guarda Becca…»

«Si quei due sono fastidiosamente felici» considerò il vampiro «Non te lo posso garantire, stellina… è raro trovare una cosa del genere»

L’uomo abbassò lo sguardo.

«A te è capitato?» domandò Felicity.

«Si tesoro…» rispose Kol «per questo ti consiglio di essere coraggiosa, se non ti butti… rischi di farti scappare la tua occasione e non importa se soffrirai… se poi lo perderai, ne varrà sempre la pena…»

 

«Dove è andato Damien?» chiese Eric sedendosi sulle assi di legno che avevano appena portato nella sala comune del convitto.

«Da qualche parte nel piano privato…» rispose Damon, accomodandosi al suo fianco «Credo che lui e Felicity si siano trovati un posticino segreto» spiegò poi sorridendo.

«Un po' li invidio… sai?» rifletté il licantropo «I primi batticuore…»

L’ex vampiro annuì.

«Più che altro gli invidio la maniera con la quale li vivono» continuò Eric «senza sovrastrutture… in maniera istintiva, incosciente… oggi Damien non si è preoccupato di nascondere quel che provava…»

«No… è stato molto spontaneo… » sghignazzò Damon «Mi ricorda tanto qualcuno…»

«Tuo fratello?»

«No… me… prima che mi trasformassi»

I due uomini si lanciarono un’occhiata.

«Però non so se vorrei tornare adolescente» rifletté Damon inarcando un sopracciglio «E non lo dico perchè io sedici anni li ho avuti nel 1800 ed era un miracolo se potevamo parlarci con una ragazza!» continuò sghignazzando.

Eric scoppiò a ridere.

«L’ormone impazzito…» proseguì l’ex vampiro «e non poterti sfogare… se penso a quanto ci ho messo prima di riuscire ad averla» aggiunse scuotendo la testa guardando Elena.

«Beh… forse all’inizio di un rapporto è meglio così» asserì il licantropo «Il sesso confonde…» sussurrò.

Damon lo sguardo di sbieco «Ho paura a farti questa domanda, visto che parliamo della mia migliore amica… ma tu e Bonnie… »

Eric annuì senza guardarlo «Io e Bonnie…» sussurrò.

L’amico prese un profondo respiro «Ok… e questa faccia da funerale? Mi è sembrato di capire che era quello che volevi!»

«Già… era quello che volevo da quando l’ho incontrata… ma poi l’ho conosciuta»

Damon sgranò gli occhi, poi sorrise.

«Non mi guardare così!» sbottò il licantropo.

«Tu mi piaci…» asserì Damon annuendo.

«Mi fa piacere…» rispose ironico Eric.

«Enzo era il mio più vecchio e caro amico…»

Il licantropo lo guardò interrogativo.

«Il grande amore di BonBon… la storia è lunga, ma il riassunto è che mio fratello Stefan lo ha ucciso… per errore, mentre stavamo combattendo con il diavolo in persona e Bonnie… non l’ha ancora superata»

«Quando è successo?»

«Qualche anno fa…» rispose Damon «Per trovare la forza di perdonarci e cercare di andare avanti con la sua vita, Bonnie è partita per un lungo viaggio, poi è tornata da noi… ma quello che avevano lei ed Enzo era speciale e non è facile voltare pagina…»

Il licantropo annuì.

«Ha tenuto la sua casa in città» continuò l’ex vampiro «lei pensa che non lo sappiamo… e noi le facciamo credere di non aver capito che è lì che… approfondisce la conoscenza con gli uomini che incontra occasionalmente, compreso Kol…»

«Capisco…» sussurrò Eric.

«No, non hai capito…» affermò Damon «Da quando sei qui… hai avuto modo di visitare la nostra stupenda cittadina?» gli chiese inarcando un sopracciglio.

Il licantropo lo guardava perplesso.

«BonBon è la prima volta che… approfondisce la conoscenza … con qualcuno in questa casa…» gli mormorò l’ex vampiro prima di allontanarsi.

 

Damien era sdraiato sul divanetto, aveva gli auricolari alle orecchie e ascoltava musica, ogni volta che il volume si abbassava e il cellulare emetteva il bip di una notifica, gli arrivava il cuore in gola, ma erano sempre suo zio o Damon che gli chiedevano se stava bene, aveva risposto a tutti i messaggi per non farli preoccupare.

Dall’enorme finestra si vedeva il cancello e il vialetto d’entrata, non aveva nessuna intenzione di muoversi da lì fino a che non l’avrebbe vista rientrare.

Nel portico del cottage delle vigilanti poteva vedere Lucy che si stava occupando dei vasi di fiori e Donna che stava leggendo un libro seduta sui scalini, non si erano mosse da lì per tutto il pomeriggio, evidentemente erano preoccupate quanto lui “Non si fidano neanche loro di Kol!“ rifletté il ragazzo sorridendo.

Era buio quando vide un faro avvicinarsi e oltrepassare il cancello, si alzò in piedi per vedere meglio.

Una ragazza con dei jeans e un giubbotto rosso scese dallo scooter che si era fermato davanti al portone d’ingresso, poi si era tolta il casco e aveva scosso i suoi lunghi capelli neri.

Istintivamente Felicity si era girata e aveva alzato lo sguardo verso la soffitta.

Damien era appoggiato al vetro e quando la ragazza si era voltata i loro occhi si erano incrociati e si erano sorrisi, fu solo per un attimo…

Oliver e Rebekah erano usciti per andarle incontro, poi arrivarono anche Hope e le gemelle.

Felicity consegnò il casco a Kol che rimise in moto lo scooter e facendo un’inversione uscì dal cancello, sollevò di nuovo lo sguardo verso la soffitta ma Damien non c’era più.

Il ragazzo era sulla porta e la fissava titubante.

Rebekah guardò Oliver che con un sospiro annuì… 

Hope prese per mano Josie e Lizzie e le convinse a rientrare.

Damien si avvicinò lentamente «Non fare mai più una cosa del genere» mormorò abbracciandola.

Felicity annuì.

Damien si guardò un po' intorno e a malincuore la lasciò andare, poi l’osservò divertito.

«Con questo giubbotto di pelle… sembri Emma Swan!»

La giovane vampira gli fece un radioso sorriso.




 
   
 
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