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Autore: smile_tears    11/02/2018    1 recensioni
Raccolta di one shot collegate a "An irritating little girl" e "Bon voyage"
Dal primo capitolo:
Era confuso, tremendamente. Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo. Aveva sempre detto che non gli serviva l’amore […]
Eppure adesso non era più così convinto.
Dal secondo capitolo:
«Pensandoci- cominciò Jungkook- Adesso i media avranno altre bizzarre storie da inventare su voi due. Data la vostra somiglianza potrebbero dire che siete fratelli e accusarvi di inces-»
Il maknae venne interrotto dalla voce brusca di Yoongi, che era scattato in piedi come una furia. «Adesso basta! Avete sempre detto che sono egocentrico, no? Bene, allora mettiamola così, mi piaccio così tanto da essermi innamorato della versione femminile di me stesso. Ora, se avete finito di sparare cazzate, noi ce ne andiamo.»
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Confusion
 

Quel giorno i Bangtan si trovavano in Italia, a casa della maknae. Quest’ultima stava partecipando come concorrente in un programma televisivo per raccogliere fondi per un’associazione per la ricerca contro il cancro. Tutti loro si erano riuniti lì per supportarla, mancava solo il padre di lei, ma forse per il bene di Taehyung e Jimin era meglio così. I due erano seduti uno accanto all’altro sul divano, mano nella mano, accanto a loro i fratelli di lei e a seguire Jungkook, Namjoon e Hoseok. La padrona di casa e Seokjin invece erano in piedi, un grembiule legato in vita e un mescolo ciascuno nella mano destra; per seguire la fine del programma avevano smesso momentaneamente di cucinare, aggregandosi al resto della comitiva.
Mancava solo l’ultima domanda, se avesse risposto correttamente ce l’avrebbe fatta. Erano tutti in trepidazione, Namjoon era persino scattato in piedi urlando, sostenendo che la loro ragazzina sapesse la risposta perché avevano discusso di quell’argomento la sera prima, suscitando l’entusiasmo generale.
L’unico che sembrava stonare il quell’ambiente era Yoongi. Era in piedi, alle spalle degli altri seduti sul divano e aveva un’espressione quasi indifferente. Non perché non gli interessasse quello che stava succedendo, ma perché credeva in lei ed era più che sicuro che ce l’avrebbe fatta. E poi era da un po’ che aveva la testa da un’altra parte a causa di alcuni pensieri che non volevano lasciarlo in pace.
La già precaria quiete della casa fu del tutto spazzata via dalle urla di gioia della combriccola. Yoongi portò lo sguardo sulla televisione e vide il volto sorridente della sua fidanzata e non poté che sorridere di rimando, sapeva di aver fatto bene a fidarsi di lei.
Approfittando della confusione generale si allontanò e dopo aver preso le chiavi uscì chiudendo il portone dietro di sé. Camminò lungo la terrazza che costeggiava il giardino e giunto ad un angolo meno illuminato si sedette ad ammirare il cielo, mentre un sospiro rassegnato lasciò le sue labbra fini.
Era confuso, tremendamente. Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo. Aveva sempre detto che non gli serviva l’amore, che se anche l’avesse trovato non si sarebbe comportato come quelle coppiette sdolcinate che non fanno che abbracciarsi e baciarsi in pubblico e che si ripetono continuamente ti amo e altre frasi sdolcinate.
Eppure adesso non era più così convinto. No, non avrebbe preso a fare tutto quello in pubblico, ma si sentiva in colpa perché la maggior parte di quelle cose non le faceva neanche in privato. Sì la abbracciava, la prendeva per mano ogni tanto quando erano in giro e non c’era molta gente e la baciava, anche se erano sempre baci molto brevi e casti, eppure sentiva che così non andava. Stavano insieme da quasi dieci mesi ed erano ancora in quelle condizioni, in aggiunta non le aveva mai detto di amarla. Cavolo, era sicuro di essere innamorato di lei, tuttavia non riusciva a dirglielo.
C’era stato un periodo, quando stavano insieme da poco, in cui si era forzato di apparire più dolce. I media e i fan avevano incominciato a sospettare che la loro relazione fosse fasulla,  che volessero solo creare un po’ di scalpore, e anche se non lo dava a vedere sapeva che lei c’era rimasta male. Allora si impegnò a cercarla di più in pubblico,  a starle sempre più vicino, però lei capì tutto. Lo prese in disparte e con quella solita dolcezza che la contraddistingueva gli disse che non aveva bisogno di sforzarsi, che a lei andava bene così e che gli altri potevano dire quello che volevano, a lei non importava. Allora tornò tutto alla normalità e sembrava che tutto andasse bene.
Ma Yoongi sapeva che le cose dovevano cambiare, una relazione del genere non poteva durare ancora a lungo e poi non poteva continuare a trattarla così. Sapeva che lei soffrisse, lo aveva sempre saputo e nel corso dei mesi ne era diventato sempre più consapevole ad ogni “ti amo” che stava per rivolgergli e che si trasformava puntualmente in un “ti voglio bene”. Lo aveva capito che si tratteneva per non mettergli pressione, però non era giusto.
Aveva capito che era ora di cambiare le cose e di parlarle perché tutto stava per precipitare un paio di giorni prima, giorno in cui quel groviglio di pensieri gli aveva assediato la mente.
 
Stava raggiungendo Hoseok nella sua camera per parlargli, ma giunto fuori dalla porta sentì dei singhiozzi che lo fecero bloccare dalla sorpresa e poi la voce di lei gli giunse debole alle orecchie. «Cavolo, Hobi, non puoi capire come mi sento. È, è fottutamente snervante ricevere ogni giorno migliaia di messaggi che dicono tutti la stessa cosa. Dicono che sto facendo del male a Yoongi, che stare a contatto con me lo sta portando sulla cattiva strada e che non mi ama. Io so che tutto questo non è vero, lo so. Ma per quanto io mi dimostri forte non lo sono e anche se cerco di ignorare queste cattiverie non ci riesco. Io lo so che lui mi- che lui ci tiene a me, ma non ce la faccio più a sentirmi dire queste cose.»
Yoongi incassò il colpo e a testa bassa tornò in camera sua. La colpevolezza si abbatté su di lui e si odiò. Lei era ritornata sulle sue parole, stava per dire “lui mi ama” ma si era corretta, dicendo “lui ci tiene a me”. Nonostante lei sostenesse il contrario, era convinta che Yoongi non la amasse. Ma lui l’amava eccome, solo che era un cretino e non riusciva a dimostrarlo.
 
Si alzò da terra e dopo essersi dato una ripulita tornò al portone d’ingresso e lo aprì. A contrario di quando era uscito nel salotto regnava la tranquillità. Namjoon era seduto sul divano con un libro tra le mani, mentre la maknae line stava giocando ai videogiochi con i due piccoli di casa e Hoseok e Jin, che a quanto pare aveva finito di cucinare, si divertivano a deriderli.
Andò in cucina e trovò la padrona di casa ancora intenta a cucinare. Pensava non avesse notato la sua presenza, ma dovette ricredersi quando gli parlò. «Yoongi, hai bisogno di qualcosa?»
La gola gli divenne improvvisamente secca e non riusciva a trovare le parole per rispondere. «Io, uhm, volevo sapere se potevo andare io a prenderla all’aeroporto. Ormai la strada l’ho imparata e non c’è pericolo che mi perda.»
La giovane donna alzò lo sguardo per puntarlo nel suo e poi sorrise dolcemente. «Certo, Yoongi, non c’è problema. Ma fai attenzione per strada.»
Il ragazzo ricambiò il sorriso e dopo aver preso le chiavi fece per uscire, ma le parole della donna lo fecero bloccare. «Sono felice che la mia bambina abbia trovato una persona come te, si vede lontano un miglio che ci tieni a lei.»
Sul viso di Yoongi si dipinse un espressione triste, quasi colpevole. Per fortuna era voltato di spalle. La amo, ma non riesco a dimostrarglielo. «Sono io quello fortunato signora, mi creda.»
E così dicendo uscì di casa per dirigersi in aeroporto.
 
Era arrivato da una decina di minuti e stava aspettando che la sua ragazza lo raggiungesse. Non riusciva a capire che fine avesse fatto, dato che il suo aereo era già atterrato da un po’. Prese a guardarsi intorno e finalmente la vide, bella come sempre avvolta in un paio di skinny jeans neri e un maglione color panna, rubato probabilmente dall’armadio di Jimin. Le si avvicinò piano e una volta arrivatole vicino la richiamò e le prese il bagaglio a mano. Lei si voltò spaventata, temendo di essere stata riconosciuta, ma quando lo riconobbe si aprì in un grande sorriso, visibile anche da sotto la mascherina che indossava. «Cosa ci fai tu qui? Non doveva venire a prendermi mia madre?»
Yoongi le afferrò il polso con la mano libera e si incamminò verso la macchina, per paura che qualcuno li riconoscesse e cominciasse ad infastidirli. «Dato che tua madre era impegnata ho chiesto di poter venire io.»
La conversazione finì lì e raggiunsero la macchina in silenzio. Una volta arrivati lei salì subito, cominciando a sbarazzarsi della mascherina e del cappello che aveva usato per non farsi riconoscere e che iniziavano ad infastidirla, mentre lui posò il bagaglio a mano nei sedili posteriori per poi accomodarsi al posto del guidatore.
Erano in viaggio da una decina di minuti e i due ancora non si erano parlati, il silenzio era rotto solo dalla radio e dal loro leggero canticchiare. Yoongi si schiarì la voce e prese a parlare. «Stasera casa tua si è trasformata in uno stadio, avresti dovuto sentire le urla dei ragazzi.»
Lei scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con entrambe le mani. «Davvero? Vi ringrazio per il sostegno, sono felice di non avervi delusi.»
«Non ci avresti delusi in ogni caso. Comunque sei stata bravissima, non avevo dubbi che ce l’avresti fatta.»
A quelle parole lei non poté che sorridere e sentendosi arrossire voltò il viso verso il finestrino, sperando che l’altro ragazzo non se ne accorgesse.
Yoongi intanto stava ancora rimuginando sulla loro situazione e preso da un’improvvisa intraprendenza accese la freccia e accostò, sorprendendo la sua compagna di viaggio, che si voltò stranita verso di lui.
Non le diede il tempo di dire niente che con delicatezza mise le mani ai lati delle sue guance e le si avvicinò, posando dolcemente le labbra sulle sue. Sentì le braccia di lei intrecciarsi intorno al suo collo e solo allora prese a muovere piano le labbra , concentrandosi prima a baciare il labbro superiore e poi quello inferiore, poi con la lingua tracciò il contorno di quest’ultimo e lei in risposta schiuse le labbra, rendendo quel bacio ancora più intenso. Era la prima volta che si baciavano in quel modo e cavolo se gli piaceva, era una sensazione meravigliosa sentirla così vicina. Si separarono poco dopo solo perché non avevano più fiato a disposizione. Rimasero comunque vicinissimi, al punto di sentire il respiro dell’altro sulle proprie labbra, e Yoongi con dita tremanti le accarezzò delicatamente le guance e le labbra. «Ti amo.»
Fu un sussurro appena udibile, pronunciato con voce tremante, ma riecheggiò prepotentemente nell’aria, sconvolgendoli entrambi, al punto che ambedue avevano gli occhi lucidi di lacrime. Yoongi ce l’aveva fatta, non credeva che pronunciare due semplici parole lo avrebbe reso così libero, così felice. Portò lo sguardo sulla sua ragazzina e la vide sussurrare un “Ti amo anch’io”, mentre le lacrime scivolavano lungo le sue guance, infrangendosi sul sorriso che aveva preso possesso delle sue labbra. Sorrise anche lui e si avvicinò riprendendo a baciarla dolcemente, incurante del tempo che passava e del cellulare che vibrava senza sosta nella tasca dei suoi pantaloni.





Hola!
Buonasera a tutti!
Per vostra (s)fortuna sono tornata ad intasare la sezione con le mie storie.
Vi avviso sin da subito che questa raccolta sarà un po’ un disastro. Per prima cosa la raccolta è collegata alle mie due one shot “An irritating little girl” e “Bon voyage” e di conseguenza sono collegate alla famosa storia che è ancora nella mia testa. Le one shot sono momenti che mi sono piaciuti particolarmente in questa storia e per questo non seguiranno un ordine cronologico probabilmente e sempre per questo potreste non capire tutto. In caso di bisogno però potete sempre scrivermi e sarò sempre disposta a rispondervi (e poi chi lo sa che per chiarire i vostri dubbi non mi vengano in mente altre one shot da aggiungere).
Poi che altro dire, mentre questa one shot è un po’ più lunga le altre potrebbero essere più corte e mentre questa parla di un argomento più o meno importante e/o intelligente, ce ne saranno altre un po’ più “demenziali”, scritte per cercare di strapparvi un piccolo sorriso.
Credo di aver esaurito le cose da dire, spero di non aver dimenticato niente.
Come sempre spero che la raccolta vi piaccia, che i personaggi non vi risultino OOC (se così fosse, per favore, segnalatemelo) e grazie a chiunque leggerà e mi supporterà in questa avventura ♥
E un grazie alla mia Minnie per aver letto e corretto la one shot ♥
Ah, dato che molti non leggono sempre le note finali, se volete rimanere aggiornati sulle storie, se volete scrivermi o qualunque altra cosa, vi lascio qui il link della mia pagina su facebook: https://www.facebook.com/smiletears10/
Ora vado davvero, spero di tornare presto.
Miky.

 
  
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