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Autore: vanessie    16/02/2018    2 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 98

“Riabbracciarsi”

 

 

POV Evelyn

Mi svegliai presto per l’emozione. Quel giorno Kevin tornava a Dublino ed io ero su di giri all’idea di rivederlo. Mi vestii, feci una veloce colazione perché avevo lo stomaco in subbuglio e presi l’auto diretta all’aeroporto. Le strade cittadine erano abbastanza libere dal traffico, era il primo agosto e molte persone erano partite per le vacanze estive. Dublino era certamente meno affollata del solito, sebbene ci fossero anche molti turisti stranieri venuti a visitare l’Irlanda. Raggiunto l’aeroporto, parcheggiai l’auto e andai al gate degli arrivi internazionali. Controllai il monitor, per il momento non erano segnalati ritardi. Mi sistemai su una sedia in attesa e controllai di essere carina dal mio specchietto messo in borsa. Osservavo continuamente l’orologio da polso, tanto spesso da vedere spostare la lancetta di 5 minuti in 5 minuti. Quando sul monitor apparve la scritta atterrato, accanto al volo di Kevin, mi sentii pervadere da una sensazione d’impazienza. Sapevo che doveva prima riprendere le valigie e solo successivamente uscire dalla porta scorrevole, ma ugualmente mi alzai in piedi e mi avvicinai alla porta. I minuti passavano, alcuni passeggeri di non so che volo iniziarono ad uscire, la zona divenne presto affollata. Quando lo vidi, lasciai perdere ogni buonsenso, gli corsi incontro e gli saltai addosso. Lui mi prese, sollevandomi da terra.

 

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Ci abbracciammo forte, ora sì che ero felice, ora che potevo nuovamente respirare quel suo profumo inebriante e favoloso che riusciva a procurarmi eccitazione, gioia, serenità, sicurezza…in una parola: amore. “Non posso credere che tu sia qui” affermai “So che tra poco aprirò gli occhi e mi ritroverò in camera mia, rendendomi conto che ho solo sognato” continuai a dire. Lui sorrise e poggiò le labbra sulle mie, facendosi strada per trovare la mia lingua. Quei baci mi erano mancati, volevo che tutto il resto intorno a noi sparisse per poter continuare a tenere unite le nostre labbra. Le nostre lingue non smettevano di ricercarsi, eravamo in luogo pubblico e affollato ma…al diavolo! A nessuno dei due importava! Un mese di distacco era stato insopportabile e adesso mi interessava solo godermi quelle emozioni meravigliose derivate dall’esserci ritrovati. Ci staccammo e ci incamminammo alla mia auto.

 

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Durante il tragitto parlammo “Il viaggio è andato bene?” domandai “Sì, è stato bello riabbracciare la mia famiglia e i miei amici” “Lo immagino” “La prossima volta però devi promettermi che verrai con me!” esclamò “Beh…non so, mi sei mancato amore, ma forse stare da solo con la tua famiglia e dedicare loro del tempo è la soluzione migliore” risposi. Lui mi accarezzò i capelli mentre guidavo “No, la mia soluzione perfetta è andare a fargli visita con te, vogliono conoscerti sai?” “Mi piacerebbe incontrarli, è ovvio” “Vedi Evelyn io…quando sono a Dublino sento la loro nostalgia, ma mi basta guardarli al computer, parlargli al telefono e tutto passa. Quando ero a La Push, invece, il livello di nostalgia che provavo per te non era…nemmeno lontanamente paragonabile. Non mi bastava parlarti al telefono, avevo bisogno di guardarti, di toccarti, di baciarti…” disse. Mi voltai velocemente a guardarlo tutta sorridente, incrociando il suo sguardo. Feci fatica a tornare con gli occhi sulla strada, per evitare incidenti. Parcheggiai l’auto nel vialetto della seconda casa dei miei genitori, che era il nostro rifugio d’amore. “C’è Fox che ti aspetta” lo informai prima di varcare il portone d’ingresso. Appena entrammo il cane saltò addosso a Kevin per fargli le feste, scodinzolava senza sosta, lui si abbassò per accarezzarlo e Fox lo leccò un po’ ovunque. Lo portai verso il tavolo della cucina dove avevo sistemato un vaso con l’acqua, in cui avevo immerso un mazzo di rose rosse che gli avevo regalato.

 

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“Sono per te!” esclamai indicandogliele “Per me? Wow, nessuno mi aveva mai regalato dei fiori!” rispose sorridendo. “Volevo dirti che ti amo” precisai “Grazie, è un regalo…stupendo. Ricevere delle rose per un uomo è davvero lusinghiero” affermò. Mi diede un bacio, restando incollato alla mia lingua a lungo. “Ti preparo qualcosa per pranzo!” proposi “No, lo facciamo dopo” rispose mettendo le mani sui miei fianchi e avvicinandosi pericolosamente alla mia bocca. Ci baciammo a fior di labbra, immersi i miei occhi nei suoi e gli sorrisi, accarezzandogli i capelli. “I tuoi genitori sono consapevoli del fatto che ti rivedranno solo domattina?” mi chiese “Credo di sì” sussurrai, abbandonandomi alle sensazioni scaturite dal contatto tra la sua bocca e il mio collo. “Il profumo della tua pelle mi mancava” bisbigliò, prima che gli tappassi la bocca baciandolo. Mi sollevò tra le sue braccia, avvolsi le gambe sui suoi fianchi e mi lasciai trasportare sul letto, dove mi adagiò con la schiena sul lenzuolo. Rimase a guardarmi semisdraiato sopra di me e con la mano destra mi accarezzò delicatamente la spalla. Scese sul braccio, passò sulla vita, sui fianchi, sulla gamba. Riprendemmo a baciarci e rapidamente anche a spogliarci a vicenda. Oh Dio Santo, non ricordavo neppure quanto fosse bello, quanto la sua pelle abbronzata mi surriscaldasse, quanto fosse perfettamente levigato il suo torace e quanto i suoi addominali scolpiti mi incantassero. Si sistemò sopra di me, lasciai che le mie cosce gli cingessero i fianchi e che la sua bocca mi procurasse i brividi poggiandosi nelle più svariate zone del mio corpo nudo. Intrecciai le dita delle nostre mani e ricercai la sua bocca, giocando con la sua lingua.

 

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Lasciai che entrasse dentro di me, sussurrandogli che lo amavo mentre lo faceva. Iniziò a muoversi regolarmente, facendomi già affaticare il respiro, quel modo di amarci mi era mancato. Mi rilassai, accogliendo ogni movimento più profondo e dischiudendo la bocca. Quel ritmo sempre più incalzante mi fece sospirare, lui si sostenne sui polsi, facendo sparire ogni distanza fisica e mentale tra noi. Poggiai le mani sui suoi bicipiti e chiusi gli occhi, avvertendo stupende scosse di piacevolezza ad ogni spinta. Ci baciammo, i suoi sospiri erano del tutto simili ai miei, forse mugugnai il suo nome, sentendomi persa sempre più, fino a farci travolgere dal fiume della nostra passione.

Andai in bagno per prima e lo aspettai a letto quando poi ci andò lui. Ero distesa su un fianco, con la testa sul suo cuscino e la mente svagata. Sentivo il suo profumo sulla mia pelle ed ero così felice come poche altre volte. Eramo ancora insieme, niente era cambiato in quel mese, ci amavamo esattamente come prima, la consapevolezza di averlo di nuovo lì con me mi rendeva immensamente serena. Mi accoccolai sul suo petto quando si distese e gli accarezzai il torace. “Non potrò mai e poi mai abituarmi all’effetto che mi fa averti accanto” sussurrò “Nemmeno io Kevin. Mi sei mancato da impazzire” “Sì capisco perfettamente la sensazione perché l’ho provata sulla mia pelle” affermò.  “Insomma…mi sei rimasto fedele?” domandai per ridere “Certo e tu?” “Sì anch’io e lo sai” risposi, sollevando la testa per baciarlo. “Qualcuna ci ha provato con te a Forks?” chiesi “Beh sì, qualcuna…non è vero, ti sto prendendo in giro” “Uhm, lo spero” affermai. Sorridemmo insieme per la completezza che si era creata tra noi da quando ci eravamo riabbracciati all’aeroporto e restammo a scrutarci a vicenda, come se i nostri occhi avessero la necessità di catturare ogni nostra singola sfumatura, che dopo il distacco era diventata ancor più magnifica. “Non mi ricordavo che dal vivo fossi tanto…attraente” sussurrai “Io invece non ricordavo che i tuoi occhi fossero così profondi e intensi” rispose. Accarezzai il suo petto nudo con la punta delle dita, disegnandovi linee curve astratte. Respirare il profumo della sua pelle direttamente dal suo torace e ascoltare il battito del suo cuore era fantastico. Volevo solo restare con Kevin per un tempo indefinito, dimenticando tutto ciò che c’era al di fuori di quella casa. Volevo trascorrere il mese d’agosto interamente appiccicata a lui. A settembre mi aspettava l’inizio della sessione d’esame, poi avrei iniziato il mio quarto anno di college. Kevin aveva finito di sostenere tutti gli esami del suo corso di laurea, avrebbe dovuto completare il lavoro di scrittura della tesi e poi lo aspettava la laurea. Ma in quell’istante non volevo pensarci…c’era lui, c’ero io, avevamo fatto l’amore e il mio unico pensiero era quello di addormentarmi tra le sue braccia e risvegliarmi la mattina successiva in quella stessa posizione, coperta solo dal lenzuolo e dai suoi baci del buongiorno. Sorrisi a quel mio ultimo pensiero, in effetti un risveglio a base di baci, carezze e colazione al bar noi due da soli era ciò che serviva! “Sei silenziosa” affermò “Stavo pensando alla voglia che ho di andare a fare colazione al bar con te domani mattina” confessai “Uhm sì…va parecchio anche a me” rispose. Restammo a sussurrarci tante altre cose dolci e sciocche, fino a quando non ci addormentammo avvinghiati.  

 

NOTE:

Ciao a tutte, Kevin torna a Dublino e Evelyn, impaziente, lo va a prendere all'aeroporto. Il resto della giornata la passano appiccicati, impegnati solo a recuperare il tempo perso e ad azzerare la lontananza che c'è stata tra loro. In questo preciso istante, infatti, l'unico loro desiderio è quello di condividere tutto ciò che si sono persi l'uno dell'altra.

Vi aspetto settimana prossima,

Vanessie

   
 
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