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Autore: artemisia reight    17/02/2018    1 recensioni
una relazione complicata e una differenza di età esorbitante. tutto sembra a loro sfavore ma l'amore si dimostra spesso più forte di tutto il resto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Venerdì pomeriggio, Elettra torna a casa dopo essere stata in redazione quasi l’intera giornata.
Si dirige subito in camera sua e cerca qualcosa di comodo da mettersi.
Sarah, per l’ennesima volta, l’aveva resa furiosa.
Aveva consegnato l’articolo sui funghi e, se doveva essere sincera, non le dispiaceva come era venuto.
Probabilmente quella era la sua più grande abilità, perché era riuscita a rendere interessante anche un argomento del genere.
Era riuscita a focalizzarsi sul lato divertente della faccenda ed aveva mixato ironia e fatti in un connubio decisamente di successo.
Sarah, però, aveva negato le sue capacità per l’ennesima volta e l’aveva avvisata che il suo duro lavoro sarebbe finito a pagina ventidue, tra altre storie altrettanto noiose.
Lei sapeva che replicare non sarebbe servito a niente, per cui aveva semplicemente annuito e aveva aiutato i suoi amici ad impaginare il giornale.
Si era divertita con loro, come sempre, e la sua rabbia si era raffreddata un poco.
Quello che aveva notato, in realtà, era che non era arrabbiata come al solito.
Si sentiva nervosa, ma non in modo esagerato.
Era abbastanza tranquilla e, nonostante tutto, rilassata.
Sapeva il perché di quella situazione: John.
Da quando aveva ritrovato alcuni atteggiamenti di suo padre in lui, era come se la sua vita fosse più luminosa.
Forse non si era resa conto fino in fondo di quanto le mancasse qualcosa.
Il giorno prima si era sentita completa, sollevata, come non si sentiva da tre anni. Precisamente da quando Kevin, suo padre, se ne era andato.
La cosa più strana di tutto ciò, però, era che non ritrovava una figura paterna in John.
Sì, si vedeva che teneva a lei e che voleva che lei avesse successo, ma non riusciva proprio a vederlo come un genitore o qualcosa di simile.
Nonostante fosse molto più grande di lei, le sembrava fosse semplicemente un suo amico stretto.
Era una situazione singolare, ma non le importava. Era felice di aver trovato qualcuno con cui aveva così tanto in comune, e che di più fosse il padre del suo ragazzo.
Estrae dall’armadio una tuta grigia e si cambia.
Finalmente un po’ di comodità!
Si lega i capelli e va in bagno.
Non le era mai piaciuto truccarsi, ma adorava la cura della pelle.
Anni prima aveva sofferto di acne e questo le aveva permesso di scoprire prodotti per il viso miracolosi.
L’acne se ne era andata in meno di un anno grazie alla sua dedizione e al suo impegno in quelle cure, ma lei aveva continuato ad usarle.
Un po’ per evitare che l’acne potesse tornare, ma soprattutto perché amava il modo in cui la pelle appariva fresca e perfetta dopo ogni trattamento.
Prende quindi dall’armadietto a specchio una maschera idratante.
Apre il barattolo e lo trova mezzo vuoto.
Eva ha usato di nuovo le sue cose.
Deve ricordarsi di dirglielo, per l’ennesima volta …
Applica la crema rimanente sul viso.
È rosa e molto pastosa. Adora quel contatto così rilassante.
Si massaggia le guance e avvia il timer.
Scende poi le scale e va in salotto.
Si siede sul divano e accende la televisione.
Fa zapping pigramente.
Trova un programma televisivo a premi e tenta di rispondere correttamente alle domande poste ai concorrente.
Il più delle volte ci riesce.
Dopo una decina di minuti si alza di nuovo e si dirige verso il frigo.
È quasi ora di cena, ma non le importa.
È stanca e ha davvero bisogno di zuccheri per non crollare a dormire sul divano.
Opta per i biscotti al cioccolato che sua madre aveva comprato per lei al supermercato il giorno prima e torna in salotto con la scatola trasparente in mano.
Il programma è finito, quindi cambia canale.
Si blocca su un film che le piace.
È iniziato da un bel po’, in realtà sta finendo, ma non le importa.
Adora i film.
Li guarderebbe in continuazione.
In poco tempo si perde nella storia, come le capita spesso.
All’improvviso il suo telefono emette un suono breve ed acuto.
Lo estrae dalla tasca: un messaggio da sua sorella.
 
Se vedi mamma, dille che sto tornando. Non vedo l’ora di farti conoscere Christian!
 
Elettra alza gli occhi al cielo.
 
Smettila di usare le mie cose!
 
Le risponde.
Il film è giunto al momento clou.
A protagonista sta per prendere il volo che la separerà per sempre dal suo ex, che l’ha tradita.
All’ultimo momento l’uomo in questione la chiama, proprio mentre sta per imbarcarsi.
‘Era tutto falso!’ le dice ‘non ti ho tradito! Non lo farei mai!’.
Lei corre ad abbracciarlo e le persone intorno a loro applaudono.
Un po’ scontato, pensa Elettra. Ma in fondo adora i finali sdolcinati.
Un altro messaggio da sua sorella.
 
Non so di cosa parli … ti voglio bene!
 

È sempre la solita.
Non c’è modo di farle ammettere le cose, nega sempre anche l’evidenza.
Però Elettra è felice che con Christian vada tutto bene.
Non lo conosce, quindi non si fida totalmente, ma di solito Eva scopre sempre che gli uomini con cui esce sono sposati dopo un paio di giorni.
Questa volta, invece, è passata quasi una settimana e tutto sembra procedere serenamente.
Purtroppo sua sorella ha un debole per gli uomini più grandi di lei, intorno ai trentacinque anni, e con un bel lavoro.
La maggior parte degli individui con queste caratteristiche sono però solo in cerca di avventure passeggere.
Lei ci rimane sempre male e ad Elettra dispiace vederla soffrire.
Non le importa cosa dice sua madre, lei spera che Christian non la deluda e la renda felice.
Proprio mentre pensa a sua madre, quest’ultima apre la porta di casa.
Si stupisce di vederla sul divano.
“Pensavo volessi riposarti” le dice appena entrata.
“Lo sto facendo” lei indica la sua maschera di bellezza e la larga tuta.
“Intendevo dormendo” precisa sua madre.
“Lo sai che non mi piace dormire il pomeriggio” le ricorda lei.
“El” sua madre sbuffa “devi riposare un po’. A che ora sei tornata?”.
“No so” Elettra  scrolla le spalle, tentando si pensare ad un orario accettabile ma anche credibile “un paio di ore fa?”.
“Davvero?” sua madre inarca un sopracciglio, incerta se crederle o no.
“Mhmh” lei annuisce vigorosamente.
Loren apre il frigorifero.
“Cosa vuoi per cena?” le domanda a voce alta.
“Quali sono le opzioni?” si informa Elettra, che ha appena trovato un documentario interessante.
“Vediamo …” la mamma ispeziona minuziosamente il frigo in cerca di qualche idea, poi si arrende e lo chiude “cinese?”.
“Chiamo” annuisce Elettra, già con il telefono pronto.
Dopo aver ordinato,la ragazza va velocemente a lavare via dal viso la sua maschera idratante.
Dopo di che aspettano entrambe il fattorino davanti alla tv.
“Wow, non lo sapevo” commenta la ragazza, dopo aver ascoltato un aneddoto sulla cultura etrusca.
Il presentatore parla di popoli antichi continuando a camminare avanti e indietro in mezzo a grandi foto tridimensionali.
“Io sì” si vanta sua madre, poi le fa la linguaccia.
Elettra ride, seguita a ruota da Loren.
Se c’è una cosa che le piace di sua madre, è che con lei può parlare di argomenti interessanti e la troverà sempre preparata.
Le piace parlare di argomenti di cultura generale e sua madre è sempre disponibile per quel genere di cose.
È stato suo padre, in realtà, a trasmettergli la passione per i documentari.
Erano soliti guardarli insieme, dopo cena, con dei popcorn o un paio di cioccolate calde.
A volte Loren si univa a loro, ma non capitava poi così spesso.
I suoi genitori erano entrambi estremamente intelligenti, e questo l’aveva sempre spronata a diventarlo a sua volta.
Era così fiera della sua famiglia perfetta, tempo fa.
La stessa Eva, con il suo spirito da ribelle, stava bene in quel quadretto perfetto.
Quando c’era suo padre, i disastri di Eva venivano discussi insieme.
Si cercava una soluzione.
Di solito Kevin andava in camera di sua sorella e le parlava.
Iniziava sempre seriamente, facendole capire dove aveva sbagliato e perché quello che aveva non andava bene, ma finivano sempre a ridere e scherzare alla fine.
Tutto era sereno quando c’era lui.
Ora le sembrava tutto forzato.
Sì, sta bene lì sul divano a commentare i documentari con sua madre, ma sente che qualcosa manca e questo non le permette di godersi quel momento.
“Hai consegnato l’articolo?” le domanda Loren.
Elettra annuisce.
“Di cosa trattava?” si informa la donna.
“Funghi” mormora Elettra, un po’ imbarazzata.
“Funghi?” ripete lei “Incredibile! La scrittrice migliore della città e le fanno scrivere queste stupidaggini”.
“Mamma, sai come funziona” le ricorda la ragazza, sconsolata.
“Non mi importa” esclama sua madre “un giorno di questi andrò da Sarah e gliene dirò quattro. Sono stufa di sentire che ti trattano così. Non lo meriti affatto!”.
Elettra le sorride.
Le fa piacere sapere che la considera capace. Non è il tipo che lusinga le figlie se non se lo meritano.
Inutile dire che non ha mai gratificato Eva in tutta la sua vita, e anche lei non si sente fare spesso complimenti.
“Grazie, mamma” le dice “ma preferirei non lo facessi. Peggiorerebbe solo la situazione”.
“Hai più visto Miles?” domanda improvvisamente Loren.
Lo aveva conosciuto un anno fa, quando era andato alla sua università per un orientamento.
Si era accorta subito che era molto intelligente e se lo era immediatamente immaginato al fianco di Elettra.
Lei le aveva fatto notare che era un ragazzo estremamente presuntuoso, ma l’idea di Loren era rimasta abbastanza positiva.
“Forse un paio di volte” risponde la ragazza, vaga.
“Sa che ti sei fidanzata?”.
“Ma cosa vuoi che gliene importi!” non ha detto alla madre che Miles è innamorato di lei.
Se lo sapesse, organizzerebbe direttamente il loro matrimonio.
“Piuttosto” continua la ragazza “posso uscire sabato?”.
“Perché me lo chiedi?” si stupisce Loren.
In realtà non lo sa neanche lei.
Il fatto è che non ha ancora deciso se uscire con Edward o andare al lavoro con John e vorrebbe qualche aiuto per scegliere.
“Non so” si stringe nelle spalle “volevo sapere se potevo stare fuori la mattina o no. Magari hai bisogno di me per qualcosa”.
“La mattina?” sua madre inarca un sopracciglio “esci con Edward la mattina?”.
“No, no” lei scuote la testa “dovrei andare al lavoro con suo padre. Per l’articolo, ricordi?”.
“Anche di sabato?” insiste Loren.
“Devo scrivere un buon articolo” le ricorda la figlia “non posso finire di nuovo tra le ultime pagine”.
“Come vuoi tu, tesoro” sua madre solleva i palmi delle mani.
Come vuole lei.
Ma cosa vuole lei?
Non ne è sicura.
Le è sempre piaciuto il sabato, perché è l’unico giorno in cui di solito si rilassa e non ha niente di importante da fare.
Le piace uscire con Edward e non fare nulla di serio per l’intera giornata.
Ma le piace anche lavorare ai suoi articoli.
A quello specialmente.
Sente di star imparando così tanto in quegli uffici e,  soprattutto, da John.
Vuole sfruttare fino in fondo quell’opportunità.
Non può sprecarla per uscire con il suo ragazzo.
E poi ora ha quel rapporto così speciale con John!
Si sente così felice con lui e vorrebbe passare più tempo possibile al suo fianco.
Ma in qualche modo si sente di star facendo un torto ad Edward.
Forse perché preferisce la compagnia di suo padre alla sua.
Sa che è terribile da dire, ma probabilmente è così.
Non lo fa apposta, e con Edward si trova benissimo, ma c’è qualcosa in John … il loro è un rapporto speciale.
Eddie lo capirà?
Forse dovrebbe spiegargli quanto è simile a suo padre.
Forse in quel modo capirebbe.
E comunque, lo ama ma la sua carriera viene prima di tutto.
Si vedranno comunque domenica, al barbecue, quindi non dovrebbe prendersela poi tanto.
Ma sì, capirà sicuramente.
Sa quanto il suo lavoro è importante.
Decide di chiamarlo e dirglielo.
“Vado un attimo in camera mia” dice a sua madre, alzandosi dal divano.
Una volta lì, chiude la porta e si siede sul suo letto.
Compone il numero ed attende.
Edward risponde dopo un paio di squilli.
“Ciao Eddie” lo saluta.
“Buonasera” ricambia lui “tutto bene”.
“Sì, sì” conferma lei, che si sente già in colpa.
Decide di tergiversare un po’.
“Come è andata la giornata?” gli domanda quindi.
“Oh, tutto bene” risponde lui “sono uscito con Tom, abbiamo mangiato insieme. Siamo andati al negozio di fumetti, sai quanto gli piace, e ne ha comprati tipo venti!”.
Elettra ride.
Il suo migliore amico, Tom, è appassionato di supereroi ed ha una collezione di fumetti infinita.
Lei l’aveva vista solo in fotografia, anche perché aveva conosciuto Tom solo un mese prima, ma le era comunque sembrata una cosa incredibile.
Tom le è simpatico. Le fa piacere stare con lui, la fa ridere spesso.
Lui ed Eddie sono amici da quanto andavano alle elementari.
Elettra adora vederli insieme. Scherzano sempre, non litigano mai.
Secondo lei, potrebbero passare un mese intero chiusi in una stanza e non si stancherebbero comunque di stare insieme.
“Abbiamo mangiato ad un fast food” continua Ed “e abbiamo fatto a gara per chi riuscisse a mangiare più hamburger. Ho vinto io! Ne ho mangiati otto. Ho ancora lo stomaco che scoppia, ma ne è valsa la pena”.
“Eddie …” lo rimprovera la ragazza.
“Sto bene!” si difende lui “non ho fatto nulla di impossibile”.
“No, ma se continui a fare queste cose diventerai obeso!” le ricorda Elettra.
Edward ride. È molto magro e anche se mangia un pollo intero non ingrassa di un chilo.
“Dai, non lo faccio quasi mai” dice, sempre ridendo.
“Mh” Elettra sospira “avete fatto altro oltre a rovinarvi il fegato?”.
“Eccome” conferma Ed “abbiamo giocato con la Xbox a casa mia, con quel videogioco che ho comprato una settimana fa. Tom ha detto che gli piace e che probabilmente lo comprerà presto anche lui, così potremo giocarci insieme ognuno a casa propria”.
Elettra scuote la testa, queste cose proprio non le capisce.
Non le sono mai piaciuti i videogiochi. Anzi, teme che questo tipo i situazioni in cui i ragazzi possono utilizzarli insieme semplicemente parlandosi con delle cuffie e vedendo l’un l’altro i rispettivi alter ego nello schermo contribuiscano a far sì che i suoi coetanei non escano più e rimangano perennemente chiusi in casa con l’illusione di aver socializzato comunque.
Ed i racconti di Edward non fanno altro che confermare le sue paure.
“Cena con voi?” domanda allora la ragazza, riferendosi a Tom.
“No, se ne è appena andato in realtà” le risponde il suo ragazzo “la mamma gli aveva preparato il polpettone che adora. Mi ha chiesto se volevo cenare io con loro, ma …”.
“Ma cosa?” chiede Elettra, poi capisce: non vuole lasciare i suoi genitori da soli a litigare fra loro.
Le sembra di rivedere lei tre anni prima.
Quanto le dispiace. Non vuole che lui sia costretto a parlarne, ma ormai gli ha già posto la domanda.
“Beh, sai come sono i miei” mormora Ed “non gli piace che esca la sera. Soprattutto durante la settimana”.
“Mhmh” Elettra finge di crederci.
Non se la sente di parlarne, lo capisce.
Deve essere difficile aprirsi sui problemi dei genitori, anche con lei.
Ma in fondo lei è la sua ragazza.
In questi mesi pensava di aver raggiunto con Edward un livello di intimità tale da poter parlare di questo genere di cose.
Invece a quanto pare non è così.
Forse il loro rapporto non va poi così bene come credeva.
Si sente un po’ innervosita, ma non ne capisce fino in fondo il motivo.
Le dispiace che lui abbia dovuto rifilarle delle scuse come se non si fidasse di lei.
Dovrebbe capire cosa significa non voler affrontare quel genere di argomenti, ma l’unica cosa a cui riesce a pensare è che le ha mentito spudoratamente quando lei pensava di potersi fidare ciecamente di lui.
E se le mentisse anche su altre cose?
A questo punto non può essere certa del contrario …
“Tutto bene?” chiede Edward, sentendola incerta.
“Sì, sì, tutto bene” finge lei, in realtà ancora nervosa.
“Allora, programmi per domani?” Ed cambia discorso.
“A proposito di domani” approfitta la ragazza, che in quel momento non si sente neanche molto in colpa “non possiamo uscire, scusa”.
“Come mai?” si allarma subito lui “è successo qualcosa?”.
“Ma no, tranquillo” lo rassicura lei “è solo che tuo padre mi ha proposto di andare al lavoro con lui anche di sabato e io penso sia una buona idea. Ho bisogno di più tempo possibile per carpire informazioni. Tanto ci vedremo al barbecue domenica, no?”.
“Ah” Edward le sembra deluso “va bene. Se pensi sia così necessario …”.
“Lo è” risponde Elettra, offesa dal suo tono quasi accusatorio “ti pare che altrimenti avrei deciso così?”.
“Certo che no” Ed cambia subito atteggiamento, sentendola stizzita “non intendevo quello”.
“Allora cosa intendevi?” insiste lei, ormai davvero infastidita.
“Ma niente, El” il ragazzo tenta di smorzare la conversazione “mi sono espresso male”.
Non vuole litigare con lei.
In cinque mesi non avevano mai litigato e non voleva di certo iniziare in quel momento.
Non l’ha mai vista arrabbiata, forse un po’ solo nei confronti di Sarah, ma mai troppo seriamente e di certo mai con lui.
È sempre così dolce e tenera.
Se ora la sente così seccata è sicuramente perché ha esagerato.
Si odia per averla fatta irritare.
“Allora, pronta per questo barbecue?” tenta di nuovo di cambiare argomento e raffreddare la situazione.
Spera sia la volta buona.
“Abbastanza” risponde lei, ora più tranquilla “sono solo un po’ in ansia perché non conosco nessuno …”.
“Non preoccuparti” la interrompe Edward “ti faremo un elenco dettagliato degli invitati prima di arrivare, te lo giuro”.
“Va bene” sorride la ragazza.
All’improvviso sente bussare alla porta.
“El, è arrivato il fattorino!” la avvisa sua madre dall’esterno della stanza.
“Arrivo!” le risponde lei “devo andare a mangiare” avvisa poi Edward.
“Lo immaginavo” risponde lui “che mangiate?”.
“Cinese” ridacchia Elettra.
“Strano!” scherza Ed, che è ormai abituato al fatto che la madre della sua ragazza non cucina quasi mai.
Julia, al contrario, prepara ogni sera qualcosa di diverso.
A volte preferirebbe che anche sua madre facesse come Loren.
Ma capisce che quest’ultima spesso, se non sempre, torna a casa sfinita da una giornata di lavoro e giustamente non ha voglia di cucinare, e quello a sua madre di certo non succede …
“Allora ci vediamo domenica” la saluta.
“Ciao Ed” saluta anche Elettra, poi allontana il telefono dall’orecchio.
Apre la porta e scende velocemente le scale, attirata dall’invitante profumo di cucina orientale.
“Hai ordinato anche per Eva?” si informa Loren mentre la ragazza la raggiunge in cucina.
“Sì” conferma quest’ultima “mi ha detto che sta arrivando”.
“Dobbiamo aspettarla?” si lamenta sua madre “il cibo si raffredda!”.
Elettra si stringe nelle spalle.
Quando sua sorella le dice che sta arrivando non è mai sicura di cosa intenda.
A volte arriva dopo cinque minuti dal messaggio, altre dopo un’ora e mezza.
Di certo non vincerebbe un premio per la sua affidabilità …
Fortunatamente, proprio mentre entrambe ragionano sul da farsi, la porta d’ingresso si apre ed entra in casa un’Eva raggiante.
“Sono a casa, gente!” annuncia, con un sorriso a trentadue denti.
“Uh, cinese!” commenta deliziata, saltellando in cucina.
“Bentornata, signorina” la saluta sua madre.
Eva saluta lei e la sorella con un bacetto sulla guancia.
“Che mi avete preso?” domanda, sempre con quell’aria estasiata.
“Gli involtini” risponde Elettra, con meno entusiasmo.
“Perfetti!” la sorella le sorride e le fa l’occhiolino.
“Come va?” le chiede Loren, vedendola così felice.
“Benissimo” replica subito “a proposito, Christian può venire a cena lunedì?”.
Elettra e la madre si guardano interdette.
Di solito Eva non porta mai dei ragazzi a casa.
Racconta qualcosa alla sorella quando la vede o le scrive, ma fa di tutto per informare la madre il meno possibile.
Elettra sorride, questa volta deve per forza essere una cosa seria.
“Christian?” ripete Loren, che appunto non ha mai sentito nominare quel nome.
“Sì, il mio ragazzo” quasi canticchia la figlia.
Il suo ragazzo? Anche Elettra rimane shockata.
Eva si riferiva sempre ai ragazzi come persone con cui si frequentava, usciva o si sentiva.
Non aveva mai definito nessuno ‘il suo ragazzo’.
“Visto che viene anche Edward, ho pensato potesse essere una buona idea” prosegue Eva, visto che le sue due interlocutrici stanno ancora digerendo quelle informazioni e nessuna delle due proferisce parola.
“Ma certo” risponde alla fine la mamma “può venire quando vuole”.
Iniziano quindi a mangiare, tutte e tre in silenzio.
Eva fischietta tra un boccone e l’altro, mentre Elettra e Loren continuano a pensare a quanto appena successo e si lanciano di tanto in tanto occhiate interdette.
La diciassettenne si ricorda poi di dover avvisare John che domani andrà al lavoro con lui.
Probabilmente gliel’ha già detto Edward, ma se così non fosse?
E comunque è stato lui a darle il suo numero e a dirle di avvisarlo.
Sarebbe scortese non farlo.
Tira quindi fuori il telefono dalla tasca mentre infilza un pezzo di pollo al limone con una bacchetta.
Di solito la madre non vuole che usino il telefono a tavola, ma ha idea che in quel momento Loren non si accorgerebbe di lei nemmeno se si trasformasse in un lupo mannaro davanti ai suoi occhi.
 
Ciao John, sono Elettra! Ti confermo che domani posso venire con te! Ci vediamo ;)
 
Scrive quindi.
Si sente un po’ in imbarazzo con se stessa.
Le sembra un messaggio forzato. Come se si fosse sforzata di essere simpatica.
Ma che le succede?
Probabilmente è in imbarazzo perché non sa come scambiarsi correttamente messaggi con il padre del suo ragazzo.
Non le era capitato prima.
Continua a ragionare in silenzio.
Spera solo che John non la consideri fuori di testa.
Dopo meno di un minuto le vibra il telefono.
 
Me lo ha detto Eddie! Passo a prenderti alle 7 ;)
 
Sorride raggiante. Non sa perché quel messaggio la renda così felice, ma è così.
Percepisce un’intimità in quei messaggi che adora.
Subito dopo, il suo cellulare vibra di nuovo.
 
Comunque ho letto gli articoli …

 
Il suo cuore salta un battito.
Perché le ha scritto solo quello?
Perché non le ha scritto i suoi pareri?
E poi quei puntini di sospensione! Che significavano?
 
E …?
 
Digita velocemente.
Attende invano che il telefono vibri di nuovo.
Lo stomaco le si è chiuso.
Tiene sempre molto in conto i giudizi degli altri sui suoi lavori, e questa volta in particolare.
John è intelligente, quindi il suo parere è molto importante.
Inoltre, sta cominciando a realizzare che c’è un altro motivo per cui è così in ansia.
Suo padre se ne è andato prima che lei cominciasse a scrivere articoli seri, quindi non ha mai avuto l’occasione di farglieli leggere.
La mamma le impedisce di spedirglieli e lei si era praticamente arresa all’idea che non avrebbe mai potuto sapere l’opinione di suo padre al riguardo.
Ma John la pensava così simile a lui su così tanti argomenti!
Molto probabilmente, una volta saputo il suo giudizio avrebbe saputo automaticamente anche quello del padre.
Ora che si è permessa di ragionarci, capisce che è proprio così.
Finalmente le arriva un nuovo messaggio.
 
Sono senza parole.
 
Solo questo?
Che vuol dire?
Queste cose le mettono ansia.
Non sopporta quando non riesce ad interpretare una risposta.
Il suo giudizio è fondamentale e non riesce neanche a decifrarlo!
Essere senza parole è qualcosa di positivo, giusto?
Non può essere un commento negativo.
Dovrebbe scrivergli di nuovo e chiedergli di essere più preciso?
Non vuole essere pressante.
Ma sa che non ci dormirebbe quella notte.
Ha bisogno di esserne sicura.
Decide di chiedergli delucidazioni.
Non le interessa se risulterà fastidiosa.
In quel momento l’unica cosa che le interessa è saperne di più.
Prende il telefono per scrivere il messaggio, ma nota che ce n’è uno che non ha letto.
Lo apre, impaziente.
 
Ero certo fossi brava, ma non pesavo fino a questo punto!
 
Ride, sollevata.
“Che succede?” chiede sua madre.
“Niente” risponde sbrigativa, nascondendo subito il telefono nella tasca “ho finito di mangiare, vado in camera”.
Si affretta a salire al piano di sopra e si chiude la porta della sua stanza alle spalle.
È al settimo cielo per la risposta di John.
Vuole rispondergli in modo sagace.
In realtà potrebbe anche scrivergli semplicemente grazie, ma non vuole farlo.
Inspiegabilmente, ha voglia di prolungare il più possibile quella conversazione scritta.
Opta infine per un messaggio semplice ma che costringerà John a risponderle.
 
Non hai ancora visto niente. Aspetta di leggere quello sulla finanza!
 
Il cellulare emette subito una breve vibrazione.
 
Non vedo l’ora … Buonanotte.
 
Il cuore le batte all’impazzata. Ma che sta facendo?
Le sembra quasi stiano flirtando. È strano.
Basta con i messaggi per oggi, decide.
Posa il telefono sul comodino, ma sa già che penserà ai messaggi di John tutta la sera.

  
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