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Autore: Spensieratezza    22/02/2018    6 recensioni
sequel della storia "Ritorno a un'altra fiaba" e terza storia collegata al ciclo delle fiabe! Jared e Jensen hanno lasciato il mondo di Aladdin e Jasmine. Che cosa li aspetta a questo punto? Saranno riusciti a ritornare a casa?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Jared e Jensen erano entrati dentro il libro insieme. Erano ancora insieme, non erano stati divisi come le altre volte, ma a differenza delle altre volte, non si erano ritrovati nel buio profondo o dentro una stanza o all’interno di un sontuoso palazzo. No, stavolta, stavano scendendo lungo un lunghissimo e larghissimo scivolo, come quelli che ti ritrovavi a scendere nei lunapark, solo che questo scivolo era gigantesco e sembrava non finire mai e sembrava sospeso nel vuoto o comunque nel buio assoluto, che non era lo spazio, ma di certo non si sapeva dove portava. Quel poco che riuscivano a intravedere erano cumuli di rocce o di montagne, come se fossero dentro un’oscura caverna.

E continuavano a scivolare, a scivolare, a scivolare!

La cosa brutta era ovviamente dover vedere il proprio compagno, Jensen, precipitare sotto di lui e non aver nessuna certezza che l’atterraggio fosse stato discretamente morbido o anche solo non troppo traumatico, o almeno che sopravvivessero a questo.
 


“Ouch!!” dopo quello che sembrò tantissimo tempo, finalmente atterrarono sul pavimento, che comunque era in pietra, ma stranamente non si erano feriti.

“C’è un tappeto..un tappeto che ricopre tutto, Jared.” disse Jensen.

“Sì, l’ho notato. Ecco il vero significato della frase: stendere un tappeto rosso per noi.”

“Non scherziamo, Jar..credi che siamo..all’inferno?” chiese Jensen tremando appena.

“Beh, se l’inferno fosse così, ci metterei la firma per andarci. “

Jensen lo guardò stupito.



“Andiamo, non sembra così male, no? Ricorda quello che si dice sempre: l’inferno è una stanza bianca senza pareti. Almeno qui POSSIAMO MUOVERCI, non siamo in una stanza e nessuno ci tortura, cosa non trascurabile.”

“Sono un po’ stufo di tutte queste citazioni, Jar. Sembriamo vivere dentro una STORIA da tempo immemore.”

“Il che probabilmente non è molto lontano dalla verità..ma almeno siamo insieme no? Credevo che non ce l’avremmo più fatta a riunirci. Stavo diventando pazzo.” Disse Jared, andando vicino alle rocce e esaminandole con le mani.
 
Jensen sorrise dolcemente guardando il compagno.

“Esattamente quello che stavo pensando anch’io. Aspetta, che ne dici se ci raccontiamo a vicenda quello che abbiamo visto?”

Jared lo guardò come se fosse impazzito.

“Jensen, ti sembra il momento?”

“Ascolta, qualsiasi cosa sia successa, qualsiasi interferenza ci sia stata quando Nostradamus ha aperto quel varco, mi sembra naturale che non abbia funzionato e ci abbia portato da tutt’altra parte invece che nella nostra realtà, no? Quindi che ragione migliore di questa potrebbe esserci di raccontarci tutto come delle teenagers al loro primo ballo studentesco, che non quello di..capire esattamente perché ci troviamo qui?”

Jared ci pensò e capì che Jensen aveva ragione, quindi decisero a turno e contemporaneamente, di raccontarsi cosa avevano visto e quali personaggi avevano aiutato.
 
 

Quando ebbero finito con i racconti, fu Jensen a parlare per primo.

“Lo scopo di questa specie di viaggetto onirico è cambiato, non trovi?”

“Mmm..perchè, questa specie di trip allucinogeno, ha forse anche uno scopo?” chiese Jared incredulo.

“Ma sì! Prova a pensarci, noi abbiamo aiutato il topolino della filastrocca a liberarsi, giusto? Questa è una cosa che abbiamo fatto INSIEME, dopodiché ci hanno diviso.”

“Hanno?”

“Ma sì, chiunque sia! Ad ogni modo, poi, entrambi, abbiamo aiutato Cenerentola e il principe a ritrovarsi, sembra quasi come una prova.”

“Mmm..credi che sia una prova D’AMORE? Mi sento male se penso che dobbiamo dimostrare a chissà chi, di amarci davvero, o che il nostro sia vero amore, paragonandoci a dei personaggi delle fiabe.”

“Infatti non credo sia questo il test.” Disse Jensen e poi continuò. “Una vota aiutati loro, siamo passati a un’altra cosa ancora. Prova a pensarci. È tutto diverso, prima il topolino, simbolo dell’infanzia e starebbe forse a simboleggiare come perfino un simbolo dell’infanzia più innocente, può essere crudele, come a dire che innocenza e crudeltà si fondono insieme, fino a diventare indistinguibili.” Disse Jensen.

“Mmm..e Cenerentola e il Principe cosa simboleggerebbero? Forse l’amore che non riesce a incontrarsi, l’amore che si perde? Cenerentola scappa via a mezzanotte e il principe teme di non riuscire a ritrovarla, così come tante coppie si perdono, tutti i giorni e in ogni modo.” Disse Jared.

“E il TEMPO. Cenerentola perde il principe a causa dell’orologio che scocca la mezzanotte, il tempo è il loro nemico, proprio come accadde nella vita di tutti i giorni e che nuoce alle relazioni.” Disse Jensen.
 
Jared guardò Jensen e d’un tratto era esaltato dalla sua intelligenza. Gli scoccò un bacio a stampo.

“Grazie a te, ora le mie rotelle girano un sacco. Dunque Peter Pan e Wendy sarebbero..l’amore che ritorna?”

“Mmm..no..non credo.”

“Mmm..allora..l’amore adolescenziale che ritorna?”

“Potrebbe avere anche quel significato, ma non credo sia quello il punto focale!”

“Okay, mi arrendo!” disse Jared.

I sogni, Jared, i sogni!”
 
Jared lo fissò attento e poi sgranò gli occhi, come se avesse capito in quell’istante.



“L’isola che non c’è. Il sogno di tutti i bambini.”

“Esatto, ma non solo. Il sogno di tutti i bambini, prima che diventino adulti.” Disse Jensen.

 “Io ti ho chiamato sempre, ma tu non potevi più sentirmi. Eri cresciuta, Wendy. Non eri più in grado di vedere le ombre camminare sui muri.” Snocciolò Jared, a memoria, ricordando le parole di Peter.

“Esatto.” Disse Jensen, con gli occhi che gli brillavano. “E consiste nel sogno che in realtà ritorna. Tu hai permesso questo, Jared. Hai fatto ricordare a Wendy, la bambina che era.”

“Anche la chiromante con cui subito dopo abbiamo avuto a che fare, la ricordava, ma per lei non c’è stato un esito felice.” Disse Jared.
 
Questa volta su Jensen comparve un’espressione triste.

“Ho compreso da subito, senza sapere come, qual era il mio ruolo. Quello di ricordare a lei chi era stata un tempo, ma nessun esito felice per lei. Credo che in quell’occasione abbiamo sperimentato il rimpianto e la nostalgia per i sogni che erano stati e che non sarebbero più tornati. Non so se sia stato così perché lei ha cercato di approfittarsi di una cosa che non le apparteneva più e su cui pretendeva di lucrare sulla gente, ma mi è dispiaciuto molto per lei.”

“Anche a me.” convenne Jared. “Ma adesso dobbiamo concentrarci, Jensen, dobbiamo andare avanti. Siamo arrivati ai sogni che possono tornare e ai sogni che non torneranno più, ora cosa ci resta, prima di riuscire a uscire da questo loop temporale?”

“Non ci rimane che scoprirlo.” Disse Jensen indicando una porta in una parete.

“Cos..e quella quando diavolo è comparsa?” chiese Jared.
 






















Note dell'autrice: 

ragazzi il prossimo è davvero l'ultimo capitolo (di questo ciclo almeno) questo non era previsto, è venuto più lungo di quanto i aspettavo ma confesso di esser contenta perchè mi sembra di aver dato una sorta di spessore a questa storia, spiegando queste cose..ci tenevo davvero tanto a questo ciclo e spero di non aver annoiato nessuno ^^

se ci riesco, pubblco un altro capitolo entro oggi!
   
 
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