Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: SPNlifestyle    23/02/2018    4 recensioni
Un giorno di 'pausa' dalla routine di ricerche sull'Oscurità può portare a un finale inaspettato?
Ambientato nell' 11 stagione.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dean con una calma inimmaginabile apre la porta che li separa dal garage, posto in cui è custodita Baby e moltre altre macchine e moto appartenute anni prima ai Men of Letters.
Saliti i pochi gradini davanti a loro, ecco che finalmente la vedono, lucidata alla perfezione in tutta la sua bellezza nera, parcheggiata esattamente dove solitamente il maggiore la lasciava al bunker.
“Wow… la mia Baby é sempre bella.. che sia vera o solo una proiezione nella mia mente” dice subito incantato, non riuscendo a distogliere gli occhi da quella che da tempo era diventata la loro compagna fidata; è così preso a fissarla che non si accorge che nel frattempo Sam ha iniziato a parlare.
“... qualcosa di strano..”
“Cosa?” chiede subito, accorgendosi solo in quel momento di essersi completamente estraniato dal mondo, o sogno.. insomma, qualunque cosa fosse.
“Dicevo.. guardati intorno… c’è qualcosa di strano…”
“Che intendi?”
“Appena entrati nella tua stanza, è apparsa una nuvola grigia al cui interno si materializzavano i ricordi riguardanti la mamma.. ma qui… qui non c’è niente” gli risponde Sam, continuando a guardare in giro.
“Forse la tua teoria è errata e semplicemente abbiamo sbagliato stanza.. forse non sei così intelligente come credi, mio caro fratellino” gli dice ridendo, provocando il minore.
“Ah - ah … sicuro più di te... “ e quando vede Dean avvicinarsi nuovamente a Baby ed aprire lo sportello dalla parte del guidatore, gli urla “Ehi! Ma che stai facendo”, raggiungendolo un attimo dopo.
“Dean.. mi spieghi perchè ci siamo seduti dentro l’Impala?” domanda quando entrambi si ritrovano all’interno dell’abitacolo; passa qualche secondo, ma da parte del maggiore nessuna risposta.
“Dean? Ehi mi stai-” ma quando si gira, nota solo in quel momento lo sguardo fisso del fratello davanti a loro, l’espressione indecifrabile, immobile come una statua.
“Dean! Ehi, non scherzare!” ma dal maggiore nessuna risposta… qualche secondo dopo lo sente pronunciare le prime parole “Papà, non sono troppo piccolo per guidare?” e solo in quel momento comprende che stavolta Dean non sta solo vedendo i suoi ricordi... no... li sta rivivendo in prima persona! 
Non sapendo esattamente cosa fare, decide di aspettare, pregando con tutto se stesso che stavolta il recupero totale dei ricordi non finisse come con la madre.
Nel frattempo, lo stesso Dean stava rivivendo la scena di quando, ancora molto piccolo, il padre gli stava insegnando a guidare ed aggiustare la macchina.

Dean aveva appena compiuto 13 anni quando suo papà, convinto più che mai, decise che era arrivata l’ora per il più grande di imparare a guidare e soprattutto a riparare l’Impala.. il motivo? Non glielo avrebbe detto mai… ma Dean lo capì solo anni dopo, quando il padre, ormai convinto delle capacità del figlio, decise che era giunto il tempo per il maggiore de fratelli di iniziare a cacciare da solo.
“Papà.. come mai proprio ora? Insomma.. non sono ancora troppo piccolo per guidare?” chiese un Dean ancora tredicenne.. un conto era imparare a sparare e cacciare, ma guidare? Cosa avrebbero fatto se beccati dalla polizia? Che ne sarebbe stato di Sam?.
“Dean, non fare il bambino. Sei grande abbastanza… e poi ora ti sto insegnando solo come si fa.. non guiderai in strada almeno fino a quando avrai 16 anni” e in quel momento un sorriso comparve sul volto di Dean.. forse era una cosa che tutti i padri facevano con i propri figli! Ma il suo entusiasmo venne smorzato all’istante quando il padre aggiunse “E poi, se in una caccia mi ferisco, mi servi pronto”... Eccolo.. eccolo il vero motivo… solo e sempre la caccia… ma nonostante tutto Dean era felice perchè finalmente aveva la possibilità di mettere le mani sulla macchina che da sempre adorava.

Passarono le successive ore con John che spiegava al maggiore dei figli come funzionava ogni parte all’interno del cofano e come ripararlo in caso di guasti… i giorni successivi furono un alternanza di guide e caccia ma, dopo una settimana, Dean era perfettamente in grado di maneggiare tutto quello che riguardava Baby… già, è così che iniziò a soprannominarla, perché mai aveva visto cosa più bella e in cuor suo, sapeva che quella bellezza non lo avrebbe lasciato molto presto.
Il padre non gli disse mai quanto fosse fiero di lui per aver imparato così in fretta tutto.. no.. ma alla fine a Dean non importava; uno dei suoi sogni più grandi, quello di guidare la magnifica macchina del padre, era stato realizzato e niente al mondo lo avrebbe reso più felice.

Immerso ancora nel sogno, Dean non si rende conto di aver pensato inconsciamente a cosa potesse essere successo al padre e, come era capitato con la madre, ecco che il ricordo cambia e lui si ritrova a rivivere quell’orribile giorno in ospedale, dove la vita dell’uomo che lo ha cresciuto è terminata.

Si era appena risvegliato da quella che ai medici sembrava una cura miracolosa, senza spiegazione logica; qualche minuto prima stava parlando con Sam di quello che era successo durante il suo coma e soprattutto delle cose che non ricordava, quando il padre, dopo aver fatto la sua entrata e essersi accertato della salute del maggiore, aveva interrotto sul nascere una discussione con il minore che, sorpreso quanto Dean per quella strana reazione e per le parole pronunciate subito dopo, aveva deciso di seguire per una volta le richieste del padre e di andare a prendere del caffè.
Dean ricorderà bene nei mesi a seguire l’ultima conversazione con il padre e il peso che dovrà portare, da solo, per una semplice frase pronunciata all’orecchio dall’uomo che fin da sempre li aveva protetti e cresciuti… e soprattutto ricorderà bene quei pochi istanti, sulla soglia della porta di una stanza come un altra di un ospedale, ad assistere impotente alla morte di una persona importantissima per lui.

Nel frattempo, all’interno dell’abitacolo, Sam è ancora concentrato sul viso del fratello, cercando qualsiasi cambiamento che potesse fargli capire cosa stesse succedendo; passano solo pochi istanti prima che una lacrima solitaria si faccia strada sul volto impassibile del maggiore, ed è in quell’esatto momento che il minore capisce cosa sta per succedere, memore di quel che è accaduto con la madre.
Ma come disse un grosso leone in un film ‘Le cose non accadono mai due volte allo stesso modo’: infatti, qualche secondo dopo, Dean chiude lentamente le palpebre e, sopraffatto dai mille ricordi condivisi con il padre, si lascia andare, cadendo a peso morto sul fratello che, prontamente, lo accoglie tra le sue braccia.
Nonostante i riflessi pronti, il minore, preoccupato per quel che è successo all’altro, inizia leggermente a scuoterlo, chiamandolo anche a voce e ogni tanto schiaffeggiarlo sulla guancia in modo da farlo riprendere il prima possibile.
Quando ormai l’ansia di Sam è alle stelle per la sorte del fratello e ogni suo muscolo è in tensione per l’agitazione, ecco che come se nulla fosse, Dean riapre gli occhi, tirandosi su a sedere, guardandosi poi in giro con aria pensierosa.
“Sammy… che è successo?” domanda all’altro mentre è ancora intento a cercare di venir a capo di tutto; non fa neanche in tempo a voltarsi verso il minore che questo, di slancio, lo abbraccia, dicendogli all’orecchio “Oh Dean! Stai bene!! Meno male!! Mi sono preoccupato!!! Non farmi mai più una cosa simile!!”.
“Wooo wooo Samantha! Te l’ho già detto! Piano con le effusioni… ora mi dici di cosa diavolo stai parlando?” chiede, ancora confuso per quell’assurda situazione e sopratutto per la reazione del fratello.
“Di cosa sto parlando?  Dean… sei svenuto tra le mie braccia!”.
“Aspetta. Due cose Sam… primo: io non svengo.. cado a terra velocemente per sorprendere il nemico; e secondo… anche se fosse vero, posso svenire nel mio sogno o qualunque cosa sia questa?”. 
“Non lo so.. ma direi di sì a questo punto… penso che alla fine noi siamo solo proiezioni nella tua testa… “ inizia a pensare a voce alta, quando lo interrompe Dean dicendo “Non ne hai idea neanche tu, ammettilo!”.
Sam, prima ci pensa un attimo, mostrando al fratello un sorriso strafottente, per poi cambiare espressione in un attimo e dire “No.. non ne ho idea”.
“Comunque, mio caro fratellino, finiamo al più presto questa cosa! E’ peggio di Inception!”.
“Tu e i tuoi film… ma prima di continuare, mi spieghi cosa diavolo è successo?! Era diverso stavolta o sbaglio?” domanda, curioso di saper cosa fosse accaduto , ma tralasciando di proposito la storia della lacrima.
“Non lo so Sam.. in un certo senso è stato diverso.. stavolta ho rivissuto un ricordo con papà e, prima che me lo chiedi, è quello in cui lui mi ha insegnato a riparare e guidare Baby.. ma come è successo con la mamma, tutto è cambiato appena ho pensato, credo inconsciamente, a cosa gli fosse successo...e bhe… lì il ricordo è mutato ed ho rivissuto in prima persona il giorno all’ospedale…”.
“Capisco… mi spiace Dean di non esserti stato d’aiuto questa volta… non sapevo cosa fare e tu eri come in trance!”
“Tranquillo Sammy. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene… quindi per favore evitiamo altre smancerie e andiamo diretti alla prossima persona da ricordare” dice convinto il maggiore, mostrando al fratello un sorriso che di nuovo lo tranquillizza.
“Ok.. come vuoi tu. Ho già in mente chi potrebbe essere il prossimo.. e forse so anche dove lo troveremo..” e detto ciò, i ragazzi scendono contemporaneamente dalla macchina, per poi chiudere nello stesso istante le portiere alle loro spalle, e con Sam in testa, si dirigono nuovamente all’interno del bunker, verso la successiva meta.

_______________________________

Durante tutto il tragitto che li separa dalla prossima destinazione, nessuno dei due ragazzi pronuncia parola, riempiendo l’aria solo con il rumore dei loro passi, entrambi troppo assorti nei loro pensieri… più i metri tra loro e la successiva tappa diminuiscono, più il cuore di Sam batte all’impazzata, lo stomaco che si contorce poco alla volta dalla preoccupazione: se con i ricordi del padre Dean era svenuto, cosa sarebbe successo con quelli della seguente persona? E cosa avrebbe fatto lui per aiutarlo? L’ultima volta era stato del tutto impotente di fronte al susseguirsi degli avvenimenti, stavolta sarebbe riuscito a sostenerlo così come aveva promesso?.
Mentre questi e mille altri più pensieri invadono la mente di Sam, ecco che i ragazzi arrivano a destinazione, intuibile da una sonora affermazione di Dean “Dude! Perchè siamo tornati all’entrata?! Non dovevamo dirigerci verso i prossimi ricordi?”.
Sammy, ripresosi dallo stato di profonda riflessione in cui era caduto, si guarda intorno, accorgendosi solo in quell’istante del luogo che lo circonda e, una volta fatto mente locale del perchè si trovavano lì si gira verso l’altro e gli dice “Dean.. penso che questo sia il posto più adatto per riacquistare i ricordi della prossima persona..”.
Il maggiore, ancora all’oscuro dei pensieri del fratello, guarda per un istante la libreria piena di libri davanti a loro, per poi rivolgersi ancora all’altro, gli chiede, dopo una doverosa alzata di sopracciglio,  “E chi dovrei ricordare?”.
“Bobby… qui ricorderai Bobby.. coraggio… iniziamo a cercare”.

Con l’entusiasmo di Dean quando deve bere l’acqua, i ragazzi iniziano a dare un’occhiata in giro, sperando di trovare al più presto quell’oggetto o quel qualcosa che potesse dare il via al processo di recupero dei ricordi.
Dopo aver vagato per tutta la stanza, i fratelli scambiandosi un'occhiata incredula che agli occhi di qualcuno esterno sarebbe sembrata un ‘Seriamente?!’, nello stesso istante prendono il primo libro in mano e iniziano a sfogliare le pagine; qualche minuto dopo un sonoro sbuffo da parte di Sam fa alzare lo sguardo di Dean, impegnato nella lettura di pagine completamente bianche di un manoscritto che dalla copertina sembrava avere almeno 100 anni.
“Coraggio Sammy! Prima troviamo qualunque cosa sia, prima torniamo a casa.. questa versione del bunker ha iniziato un pò a-”
“Ehi Dean? Cosa stavi dicendo?” chiede subito il minore quando non sente la conclusione della frase.
“Sam..SAM! Guarda!” gli dice, camminando velocemente nella sua direzione; una volta di fronte a quel gigante del fratello, gli si affianca mostrando stupefatto il libro ancora nelle sue mani.
“Ma che diavolo…” esclama subito il minore, osservando le pagine, bianche fino a un attimo prima, piene di disegni e scritte.
“Ora ricordo Sammy.. questo è uno dei miei ricordi di bambino con Bobby..” dice l’altro, avvicinandosi al tavolo e sedendosi al primo posto trovato, subito seguito da Sam, il libro nel mezzo, in modo da poter essere visto da entrambi.
I ragazzi, ancora increduli della magia appena accaduta sotto i loro occhi, tornano a fissare le pagine piene di disegni e scritte, molto simili ai fumetti, e in cui viene raccontato l’episodio di un Dean ancora bambini al parco con Bobby.

Era un giorno caldo d’estate quando John, in fretta e furia, decise di lasciare i suoi figli ancora piccoli da Bobby, in modo da seguire le tracce di un possibile caso che lo avrebbe avvicinato di più a scoprire l’identità della creatura che aveva ucciso Mary.
Ovviamente Bobby era più che contento di ospitare i due bambini che nel tempo aveva imparato a conoscere e che ormai vedeva come suoi figli: Dean, di soli 8 anni, aveva deciso di portarsi tutto il peso della sua famiglia sulle spalle, occupandosi del piccolo fratellino e la maggior parte delle volte anche del padre; Sam, invece, aveva solo 4 anni e già gli piaceva passare il tempo a sfogliare libri, nonostante non fosse in grado di leggere, e già da lì Bobby aveva capito che quel bambino sarebbe stato sicuramente un grande studioso.
Dopo qualche giorno bloccati in casa per un temporale che infuriava in tutta la zona, finalmente ecco che una mattina i bambini si svegliarono e, al di fuori di quelle vecchie persiane, videro il sole splendere in mezzo a un cielo limpido come l’acqua.
“Che ne dite di andare al parco?” chiede Bobby ai due ragazzini, intenti a mangiare la loro abbondante colazione preparata da Dean.
“Io vorrei vedere i tuoi libri! Sono così tanti e molti hanno su dei simboli così particolari! Posso rimanere a casa?”.
“Va bene Sam. Dean?”.
“Io dovrei allenarmi a sparare.. ho promesso a papà che l’avrei fatto anche senza di lui” e, nonostante la sua bravura nel capire le cose, non riuscì mai a comprendere quello sguardo che gli rivolse Bobby, carico di tristezza e allo stesso tempo rabbia, ovviamente rivolta a qualcun altro.
“Se vuoi lo faremo più tardi Dean.. oggi andiamo insieme al parco e ti insegno qualcosa di nuovo, va bene?” gli chiese dolcemente, mostrando al bambino un bellissimo sorriso.
“Va bene. Ci prepariamo e poi possiamo andare”.

Dopo aver fatto il discorsetto a Sammy sulle solite precauzioni, Dean e Bobby si diressero in macchina verso il parco pubblico più vicino, nonostante un'iniziale resistenza da parte del maggiore, preoccupato di lasciare a casa da solo il suo fratellino; ma un “Dean, non ti preoccupare! Starà benissimo! Stai certo che neanche si accorgerà della nostra assenza da quanto sarà preso a sfogliare i libri”  bastò per tranquillizzare il maggiore.
Arrivati a destinazione e parcheggiato, Bobby estrasse dal baule un guantone e una palla da baseball sotto lo sguardo confuso di Dean…. a vedere quella reazione l’uomo iniziò a ridere.
Passato qualche secondo, Bobby con un gesto della mano invitò il maggiore a seguirlo all'interno e, arrivati in un punto dove c’era poca gente, decise di spiegargli velocemente come funzionava la cosa, in questo caso lanciare la palla e prenderla al volo con il guantone.
Iniziarono subito e si stavano pure divertendo da matti, soprattutto Dean, gioiva nel prendersi gioco dell’ altro lanciando troppo lontano la palla e sentire il vecchio brontolone lamentarsi e borbottare qualcosa di incomprensibile; però purtroppo l'entusiasmo del maggiore si azzerò all’istante quando, ripensando alle parole del padre sul fatto di allenarsi, gli vennero in mente le conseguenze di quel mancato ordine… Bobby, accortosi del cambiamento d’umore del più piccolo, gli si avvicinò e domandò preoccupato  “Che succede?”.
“Bobby… non dovrei allenarmi a sparare ? Se papà viene a sapere che non ho eseguito quello che mi ha detto…” ma non ci fu bisogno neanche di concludere la frase perchè l’uomo di fronte a lui sapeva benissimo a cosa si riferisse.
“Dean.. se la cosa ti preoccupa tanto appena arriviamo a casa facciamo qualche tiro… ma ricordati che sei sempre un bambino di 8 anni ed è giusto che giochi e ti diverti anche te.. quindi che ne dici se restiamo qua ancora un pò?” e Bobby neanche si rende conto che con quelle parole ha reso quel giorno il migliore di sempre per Dean, perchè per una volta poteva togliere quel tremendo peso sulle spalle e comportarsi come qualunque bambino della sua età.

“Dean…” sussurra Sam quando, girandosi, vede sul volto del maggiore un sorriso nostalgico per quel ricordo così lontano nel tempo.
“Va tutto bene Sammy… è solo che … sono preoccupato…”.
“Perchè?” .
“Perchè ora capiterà esattamente come è successo con mamma e papà.. perchè appena terminato di leggere mi sono domandato come.. “ e neanche finisce la frase che le immagini all’interno del libro cambiano nuovamente, mostrando ai ragazzi quell’orribile giorno di tanti anni prima, in ospedale.

Il furgoncino sfrecciava veloce tra le vie della cittadina, allontanandosi sempre di più dall’azienda di Dick Roman… Dean al volante con i nervi a fior di pelle, cercava in tutti i modi di concentrarsi solo sul percorso davanti a lui ed evitare di lanciare sguardi al dietro del veicolo dove Sam, da qualche minuto, premeva sulla ferita alla testa di Bobby cercando in qualche modo di poter ridurre l'emorragia.
Le ore successive furono un susseguirsi di paura, per quella che sarebbe stata la sorte di Bobby, la vita sul filo di un rasoio, e rabbia, per quel maledetto consulente che dava già per spacciato quello che agli occhi dei ragazzi era diventato come un padre, e per Roman, presentatosi davanti all’ospedale nella sua luccicante macchina, godendosi con un ghigno strafottente sulla faccia la scena da lontano.
I medici ormai erano scettici sulla possibile ripresa di Bobby, colpito alla testa da un proiettile sparato proprio da quel maledetto leviatano, e Sam e Dean cercavano in tutti i modi di non pensare anche a solo la minima possibilità di perdere un altro componente della loro famiglia.
Qualche ora dopo, ecco che una speranza si riaccese nei cuori dei due ragazzi quando le condizioni dell’uomo sembrano migliorare, abbastanza da far sperare in un operazione per estrarre il proiettile… ma purtroppo niente è come sembra e, in un attimo di gioia in cui l’uomo riesce a riprendersi e a scrivere un numero sulla mano di Sam, ecco che perde nuovamente i sensi, non prima di averli salutati con il nomignolo preferito...ed è così che i due ragazzi assistono anche stavolta impotenti alla morte di un’altra persona a loro cara, un’uomo che si è sempre presa cura di loro.

Sam, con le lacrime agli occhi, osserva senza proferire parola l’ultima immagine di quel racconto per lui ancora così doloroso; ma un movimento al suo fianco attira la sua attenzione, facendolo girare giusto in tempo per accorgersi che, come accaduto con il padre, Dean ha perso i sensi.. per fortuna il minore riesce ad afferrare  in tempo il corpo dell maggiore, evitando così alla faccia dell’altro un incontro ravvicinato con la superficie più che dura del grande tavolo.
“Dean..DEAN! Coraggio! Non farmi spaventare” continua a chiamarlo senza sosta, non ottenendo nessuna reazione da parte dell’altro… passano i minuti e Sam è sempre più preoccupato, soprattutto da quando sul volto del fratello si è creata un espressione sofferente.
Quando ormai niente sembra funzionare e Dean non sembra volersi svegliare, al minore non resta che chiedere aiuto, non avendo idea di quel che sta succedendo “Aeils! AEILS! Abbiamo bisogno di te… Ho bisogno di te!”. 



Hello everybody! 
Chiedo scusa per il ritardo ma Febbraio è stato un mese folle tra esami e lavoro! Spero di riuscire a scrivere un pò di più ora che la situazione si è un pò calmata... comunque per quanto riguarda la storia, ormai manca poco alla fine quindi preparatevi per il finale! Un grazie a tutti quelli che stanno leggendo la mia storia.. GRAZIE!
Al prossimo capitolo! 
-Eli-

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: SPNlifestyle