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Autore: Florafairy7    01/03/2018    2 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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NOTIZIE

"Andrà tutto bene." Disse Flora, cercando di tranquillizzarlo, mentre era stretta a lui.

"Deve per forza, non sopporterei un'altra delusione da parte sua." Replicò il soldato. La strinse più forte, facendole capire che non era ancora pronto a lasciarla andare. Fu però Chatta ad obbligarli ad allontanarsi apparendo in mezzo a loro, Flora le rivolse uno sguardo di disappunto e tutto quello che disse la fatina fu:
"Allora, novità?"

"Sì." Rispose Brandon, e lei si voltò verso di lui, fluttuandogli di fronte.

"Sei riuscita a starmi ancora più antipatica, e direi che è un record." Chatta gli rivolse una smorfia, poi lo scudiero la prese per il vestitino per spostarla e rivolgersi a Flora. "Credo che dovremmo avvisare gli altri, ed anche andare ad Alfea per parlarne con Faragonda. Per l'altra cosa, direi che mi hai convinto... mi convinci sempre... andrò su Linphea, voglio capire cosa succede per poi dedicarmi a questa cosa di Logan. Va bene?"

"Va bene, sappi che sono molto fiera di te." Rispose Flora con un sorriso.
Chatta si schiarì la voce e la sua fata si limitò ad alzare gli occhi al cielo. "Io ora però devo tornare su Sakoma."

Brandon strinse le labbra e annuì, dunque la keimerina si rivolse a sua sorella e alla sua fatina facendo loro capire che era tempo di andare.
Quella sera stessa i ragazzi si connessero in una videochiamata interplanetaria e Brandon comunicò loro della decisione presa da Faragonda. Le loro reazioni furono non troppo entusiaste, ma almeno leggermente sollevate: avevano qualcuno che avrebbe potuto utilizzare la magia oscura, e non era uno di loro, quindi loro non correvano rischi; nessuno lo disse, per non dar prova del proprio intimo egoismo, ma una parte di Brandon gli diceva che suo fratello sarebbe stato il capro espiatorio di tutta quella storia. Quando terminò la chiamata, Brandon stava per andare ma Sky lo fermò.

"Posso chiederti come stai?" Chiese il principe mentre il suo amico era alla porta; ci era arrivato in un attimo, quasi come se volesse scappare dalla stanza del suo migliore amico.

Abbozzò un sorriso e scosse la testa.
"Sto bene, come vuoi che stia? Abbiamo finalmente qualcuno che può aiutarci, è una buona notizia."

"Questo lo so." Replicò Sky, assottigliando gli occhi, Brandon rimase alla porta. "Ma mi chiedevo che effetto ti facesse dover lavorare con tuo fratello, doverlo rivedere..."

"Io... cercherò di non farmi toccare dalla cosa più di tanto... non si è comportato troppo bene con noi."

"Con te." Lo corresse Sky, con espressione seria, cercando di capire cosa ci fosse sotto il sorriso del suo amico. "Non si è comportato bene con te. Né nell'ultima occasione, né ancora prima, sbaglio?" Brandon tentennò, poi disse:" No, certo, ma... credo che ora sia meglio che vada, domattina devo andare su Linphea, pare che la melissa voglia parlarmi. Buonanotte." E così lasciò la stanza senza dare a Sky il tempo di dire altro.

Il giorno dopo, su ognuno dei pianeti su cui si trovava un membro della squadra, il cielo rimase squarciato in due, basso, coperto, e rossastro. I sovrani tennero dei discorsi e cercarono di spiegare al loro popolo che non c'era niente di cui preoccuparsi e che presto tutto si sarebbe risolto. Alcuni pianeti la presero meglio di altri, come Solaria, che si fidava ciecamente della corona e osannava i sovrani; altri peggio, come Eraklyon, dove sorsero confusioni e dove gli alti borghesi contestarono il principe Sky a più riprese durante il suo discorso.
Brandon arrivò al palazzo di Linphea poco dopo che Crystal e i suoi genitori avessero terminato il loro discorso. Notò il nervosismo appena entrò a palazzo: tutti sembravano estremamente affaccendati. Quando gli chiesero cosa ci facesse lì, chi fosse e cosa volesse, Brandon rispose che doveva vedere la melissa perché la sua pixie lo aveva informato che volevano vederlo. Le guardie capirono di cosa si trattasse, a quanto pareva il palazzo di Linphea era più una sorta di friendly environment, come lo avrebbe chiamato Timmy, dove tutti erano amici e si scambiavano braccialetti dell'amicizia custodendo l'uno i segreti dell'altro. Brandon non parlò, ma la sua espressione diceva tutto ciò che stava pensando. Fu condotto dalla melissa in quella che sembrò una marcia, salirono sulla torre del palazzo, dove viveva Martha. Le scale divennero sempre più strette e alte fino a quando non raggiunsero una porta di legno ricoperta da rampicanti. Una delle guardie bussò alla porta con quattro tocchi e la porta si aprì per magia. O forse no, perché una volta aperta si poté vedere l'artefice: Daisy.

"Benvenuto." Sorrise la pixie dai capelli dorati, le due guardie li lasciarono e Brandon, dopo aver preso un respiro, entrò. 
Il soldato si guardò intorno: la torre era un disastro, il posto più disordinato che avesse mai visto fino a quel momento (perché prima di quel momento il posto più disordinato che avesse mai visto era la sua camera da letto). C'erano libri ovunque, sul tavolo accanto alla finestra, sugli scaffali e sul pavimento di legno. Da quella stessa finestra spuntava un grosso ramo con tanto di foglie. Sugli scaffali c'erano ampolle di ogni forma e dimensione mentre sul tavolo c'erano delle mappe astrali e dei talismani, ciotole e erbe.
"Daisy, dove abbiamo messo la passiflora?!" Brandon si voltò seguendo quella voce stizzita che veniva da dietro la libreria, poi lei arrivò, con i capelli in disordine, con dentro qualche foglia tra l'altro, e una matita, e un'espressione stanca dipinta sul viso, e quando vide Brandon rimase per un secondo interdetta. Brandon la guardò, senza sapere cosa dire.

"Tu." Fu tutto quello che riuscì a dire Martha dopo alcuni istanti a bocca aperta.

"Io...?" Chiese Brandon, alzando un sopracciglio e quasi prendendosi gioco della melissa tanto stupefatta. Martha si avvicinò a lui e, senza dire nulla, gli poggiò una mano sul petto e chiuse gli occhi. Brandon stava per dire qualcosa ma Daisy lo fermò. Dopo qualche secondo Martha aprì gli occhi e lo guardò. Gli poggiò una mano sul viso, meravigliata.

"Non ci posso credere. La sento, Lei è dentro di te."

"Oh, grazie per avermelo detto!" Esclamò il soldato con un sospiro, facendo un passo indietro per scostarsi. "Non riuscivo a capire cosa ci fosse di strano dentro di me, non capivo chi stesse vivendo le mie emozioni al posto mio rendendomi la vita un inferno, ma per fortuna me l'hai rivelato." Disse con sarcasmo e sorrise guardandola.

"Mi stai prendendo in giro?" Chiese la melissa, accigliandosi confusa.

"Direi sì." Rispose Brandon, increspando le labbra. "Ora se possiamo gentilmente passare alle cose serie: cosa ci faccio qui? Cosa diavolo volete da me? Io non cerco guai. E la cosa peggiore per me è che ho appena pronunciato questa frase perché vuol dire che sto diventando vecchio. Quindi, forza, che succede?" Martha e Daisy si guardarono, intendendosi perfettamente, e Brandon se ne accorse; aveva visto quello scambio di sguardi mille volte tra le ragazze e le loro pixie.

"Vuoi sederti?" Chiese Martha, un po' intimidita. Brandon sospirò e prese posto, Martha di fronte a lui e Daisy sulla sua spalla. "Posso offrirti una tisana?"

"No, grazie." Rispose il soldato, con espressione seria. Poi sospirò e disse: "Non sono una brutta persona, ma come puoi immaginare tu stessa da quell'enorme squarcio nel cielo le cose sono complicate ed è tutto incredibilmente difficile... e io davvero non posso pensare anche a Vymarna. Non posso e basta. Perché tutti i giorni cerco di dimenticare che ci sia ma Lei non me lo permette."

"Io sono una melissa, sono in stretto contatto con Vymarna eppure non sento ciò che senti tu, posso soltanto immaginarlo. Per questo motivo, mi dispiace, ma ho bisogno di te. È come se la Natura si rifiutasse di parlarmi. Cerco di mettermi in contatto con Lei ma non mi risponde, mi rifiuta, non si esprime. Io ho bisogno di capire, i sovrani ne hanno bisogno, Linphea ne ha bisogno."

Brandon la guardò negli occhi ambra, e lui davvero non era una brutta persona. Lasciò andare un respiro dopo aver ponderato la sua decisione e allora disse: "E va bene. Cosa devo fare?"

Su Sakoma Flora fu convocata nelle stanze del suo fidanzato quella mattina, lei lasciò Miele in biblioteca in compagnia di Chatta e lo raggiunse. Bussò e la voce di Jackson le concesse di entrare. Il principe era alla finestra, come l'ultima volta in cui si erano visti. E pioveva ancora; in realtà su Sakoma non smetteva di piovere da giorni.

"Jackson, che succede?" Chiese Flora preoccupata, incrociando le braccia. Se il principe l'aveva richiesta aveva qualcosa da rimproverarle o qualcosa di grave era successo. Non ce l'aveva con lui, ma non nutriva alcun sentimento per il principe e questo rendeva la situazione un po' più leggera. Sebbene fosse dispiaciuta per la situazione del suo fidanzato, però, spesso il suo atteggiamento di autorità le faceva rabbia, soprattutto ora che Flora si stava riappropriando della propria sicurezza.

"Mio padre ha intenzione di coprire Sakoma." Rispose Jackson, Flora sgranò gli occhi e poiché il principe non si mosse lo raggiunse alla finestra.

"Non può farlo davvero." Disse Flora, sconvolta.

"Io non sono d'accordo, lui sostiene che è per il bene del nostro pianeta."

"Ma..."

"Flora, Sakoma è rinata da pochi mesi e questa cosa nel cielo è davvero pericolosa; sappiamo entrambi che non si risolverà in maniera facile e Sakoma non può affrontarlo. Il nostro esercito è forte ma... ma il popolo non può sopportare anche questo. I nobili sono contro ogni tipo di scontro armato o un qualsiasi impegno da parte di Sakoma, e se devo dirla tutta, sebbene vorrei essere tra i primi a combattere questa cosa, hanno ragione. Non possiamo chiedere tanto al nostro popolo."

"Jackson, lo capisco, ma..."

"... è per questo che devo chiedere anche a te di rimanerne fuori."

Flora non poté credere alle proprie orecchie; il suo sguardo fulminò il principe e lei replicò: "Non se ne parla."

"Flora, non discutiamo. Te l'ho chiesto in modo garbato e vorrei davvero che la tua reazione fosse positiva."

"Sai che non puoi chiedermelo." Disse Flora, scuotendo accigliata la testa.

"E invece tu sai che posso: sei la mia fidanzata e futura regina di Sakoma, farai quello che è giusto per il tuo pianeta."

"Sakoma non è il mio pianeta!" Sbottò Flora, ma se ne pentì subito. Jackson rimase interdetto, e in silenzio per qualche secondo. "Apprezzo ciò che questo pianeta ha fatto per me, ma non chiedermi di sentirmi appartenente ad esso, e soprattutto non chiedermelo perché ne dovrò essere regina. Sono prima di tutto una fata e non puoi chiedermi di star fuori da questa storia."

"Flora..." Provò a dire Jackson, decisamente innervosito.

"... e ora che sono qui ti comunico che i prossimi giorni per me saranno piuttosto impegnati: dovrò andare ad Alfea, e probabilmente sulla Terra..."

"... O su Eraklyon." Aggiunse Jackson, indispettito. Flora lo guardò, acidamente meravigliata.

"Ora mi fai anche seguire."

"Solo se esci di nascosto. Lo scudiero del principe Sky?" Disse il principe, con un sorrisetto di scherno e una nota derisoria nella voce.

"Non credevo potessi arrivare a tanto. Per che cosa, poi?! Tra me e te non c'è niente!" Esclamò Flora, a braccia incrociate.

"C'è un fidanzamento!" Sbottò Jackson, con rabbia. Le prese la mano e le mostrò l'anello che lei stessa portava al dito. "Lo vedi questo?! Eh?! Questo vuol dire che sei impegnata! Con me! E secondo questo dannato anello la gente crede che mi ami e io non passerò per l'ingenuo o per lo stupido perché tu ti sei presa una cotta per un soldato!" Esclamò il principe urlandole contro. Flora si sciolse dalla sua presa e gli tirò uno schiaffo.

"Non ti concedo di parlarmi così." Disse Flora, guardandolo negli occhi. Poi si avviò alla porta dicendo: "Non credo che domani ci sarò, sarà una giornata impegnata, non aspettarmi." Abbassò la maniglia della porta ma, prima di andare, restando di spalle pronta ad uscire, aggiunse: "E non è mica una cotta, la mia."

Su Andros, o meglio nelle profondità del mare di Andros, Aisha era con i suoi zii, Nettuno e Ligea, accompagnata dal suo amico Roy, discutendo sul da farsi. A quanto pareva, il cielo scuoteva non soltanto la terra ma anche i mari, e il regno di Nettuno era in grave pericolo.

"Zio, abbiamo bisogno di voi." Disse Aisha mentre era con gli altri nella sala del trono. Sul tavolo al centro della sala, anzi, su quel corallo intrecciato che somigliava a ciò che in superficie era chiamato "tavolo", vi era una mappa del regno di Nettuno. Lì il sovrano aveva segnato tutti i punti in cui c'era stato un maremoto.

"Anch'io ho bisogno di voi, Aisha. Questa lotta va combattuta insieme come un solo regno. Il mio esercito non si tirerà indietro, ma abbiamo una qualche tipo di soluzione?" Aisha raccontò a suo zio della faccenda del Sigillo, dopodiché sua zia disse:

"Non potrai essere tu quella ad usarlo."

"Zia, so che mi volete bene ma..."

Provò a dire Aisha, ma Ligea la interruppe scuotendo la testa:

"Sei l'unica erede di Andros, non puoi permettertelo."

"A cosa stai pensando?" Chiese Roy, una volta tornati in superficie mentre tornavano a palazzo.

"Alle parole di mia zia." Rispose la principessa girandosi verso di lui.

"Aisha, questa faccenda è delicata, non possiamo sapere ora cosa succederà. Dovremo aspettare per decidere." Replicò Roy. 
Un secondo prima di rispondere Aisha rifletté sulle parole del suo amico, e su come stava includendo se stesso tra le possibili vittime di quella storia.

"Sono una fata, e più in particolare io sono tra quelle sei fate che la Dimensione Magica ha indirettamente scelto per proteggerla e per sacrificarsi per il suo bene, ed è ciò che ho intenzione di fare se è necessario... o almeno ciò che credevo avessi intenzione di fare. Sono anche la principessa di Andros, unica erede, se io non ci fossi più si scatenerebbe una guerra civile."

"Tra coloro che vogliono Nettuno a governare sull'intero regno o tuo padre." Rifletté Roy mentre la brezza salata gli scompigliava i capelli.

"Esattamente. E io non posso fare questo al mio pianeta." Alzò lo sguardo verso Roy, fermandosi, con una lotta interiore tale che le inumidì gli occhi. Un attimo dopo era fra le braccia del suo amico, e in quel momento si rese conto che aveva un favore da chiedere alla sua migliore amica.

"Tecna, cosa ti aspetti che faccia?!" Sbraitò Stella, in preda ad un esaurimento nervoso, contro la sua amica in videochiamata con lei.
"Che metta tutti i soldati che hai intorno alla Gemma, o fare un incantesimo, non lo so! Stella, se i nostri calcoli sono esatti Solaria è il loro prossimo obiettivo."

"Non sono esatti, non può essere! Helia! Che ci fa Helia lì con voi?! Non è neanche uno scienziato, è ovvio che avete sbagliato qualcosa!"

"Si sta rendendo molto utile, a differenza tua al momento!" La rimbeccò Tecna.

"Ti odio!" Sbraitò Stella, e riattaccò.

"Presto saremo tutti lì, tranquilla." Disse Tecna ma ormai era tardi. Si voltò verso i suoi amici con un'espressione del tipo la-solita-Stella e loro ridacchiarono.

La principessa invece camminava avanti e indietro per la sua stanza, esaurita e stanca, e gettò diversi monili contro la porta chiusa facendoli infrangere in mille pezzi. Bussarono alla porta e la principessa, continuando nella sua marcia nervosa, urlò: "CHI È?! ANDATE VIA!"

"Stellina, sono io." Stella si voltò per vedere sua madre che quasi impaurita entrò. Stella le andò incontro, quasi in lacrime, e disse:

"Mamma, abbiamo un grosso problema."

Sua madre la guardò dispiaciuta e replicò: "Mi dispiace dirti, Stellina, che ero venuta a dirti la stessa cosa. Stella e sua madre sedettero sul letto e fu la principessa la prima a parlare. Con sua madre, convennero che la cosa migliore da fare era raggiungere il Pozzo di Luce e lanciare un incantesimo per proteggere la Gemma, dopodiché farla proteggere dalla fanteria.

"Cosa eri venuta a dirmi?" Chiese poi Stella. Sua madre prese respiro e rispose:

"Fra due giorni arriveranno dei pretendenti, saranno alla festa di beneficenza. Non sono in veste ufficiale, hanno giustificato la loro visita dicendo che volevano discutere sul da farsi per quanto riguarda ciò che sta accadendo nel cielo, ma sono i rampolli delle famiglie più ricche di Solaria." Stella chiuse per un momento gli occhi per contenersi o sarebbe esplosa, prese un respiro e guardò sua madre. Le labbra le tremolarono mentre il cuore le batteva forte.
"Mamma, perché è così difficile?"

"Okay, è davvero necessario rendere l'atmosfera tanto sinistra? Non che mi spaventi, ma mi dà l'idea che sto per farmi male." Disse Brandon mentre era al centro del cerchio che Martha aveva disegnato a terra con della terra. La melissa aveva chiuso le finestre e le tende e stava accendendo delle candele.

"Effettivamente non sarà come fare una passeggiata tra i girasoli." Confessò Martha mentre stava unendo delle polveri in una ciotola.

"È una regola di voi linpheiani rendere tutto legato ai fiori?"

"Più o meno." Rispose Daisy, volandogli intorno. Brandon la seguì con lo sguardo e prese un respiro.

"Vieni un secondo." Chiese Martha, concentrata sul suo lavoro.

"Mi avevi detto di non muovermi." Le ricordò Brandon.

"Non abbiamo ancora cominciato. Su, vieni." Insisté la melissa, così Brandon le si avvicinò facendo scricchiolare il pavimento di legno. "Dammi la mano."

"Ti serve il mio sangue?" Chiese Brandon, porgendogliela.

"Sì." Rispose Martha prendendogli la mano e chiudendogliela intorno ad un pugnale che successivamente sfilò, Brandon strinse i denti, e Martha fece cadere delle gocce di sangue nella sua ciotolina. "Ora torna al tuo posto."

"Agli ordini..." Sospirò Brandon. Ci fu silenzio, rotto solo dal cantilenare di Martha che pronunciava parole di cui Brandon non conosceva affatto il significato.

"Ecco fatto." Annunciò Martha, prese la ciotola e andò a mettersi di fronte al soldato. "E poi non è tanto sinistra, io la definirei raccolta, quasi romantica." Precisò la melissa, fiera della sua torre.

"Perdonami, ma mi è davvero difficile pensare a qualcosa di anche lontanamente romantico ora che stai per entrarmi dolorosamente nella testa." Puntualizzò il soldato.

"E nel cuore." Aggiunse Martha. Soffiò sulle polveri e pronunciò delle parole che Brandon non capì. Il soldato deglutì. Ricordava l'ultima volta che su quel pianeta si era sottoposto ad un rito e non gli era piaciuto per niente. Martha allora intinse due dita nel composto e disegnò una V sul petto del giovane, dove aveva ancora il segno lasciatogli dalla Natura. "Ti farà male, ed io non potrò sentirti, non devi muoverti da qui per nessuna ragione."

"Non potrai sentirmi? Cosa? E cosa succederebbe se...?"

"Entrerò in una specie di trans, tu non muoverti o il tuo cervello diventerebbe poltiglia. Ora zitto." Martha chiuse gli occhi, chiudendo la discussione. Brandon, sconvolto e piuttosto infastidito, fu costretto a rimanere in silenzio. E allora Martha cominciò il suo incantesimo, tenendo ferma la mano sulla V da lei disegnata. Brandon rimase immobile, un brivido gli corse lungo la schiena e il cuore cominciò a battere più velocemente. Le finestre erano chiuse, così come la porta, ma si alzò un leggero vento. Sentì di avere il fiato corto e Martha continuava a cantilenare, la mente cominciava ad annebbiarsi, mettere insieme due pensieri gli costava fatica. Sentì un fastidio alle tempie, e all'alzarsi del vento e della voce di Martha quel fastidio divenne un leggero dolore. Gli avambracci gli bruciavano, proprio come quando Vymarna aveva compiuto il suo primo incantesimo. Brandon strinse i denti: non poteva indietreggiare, né allontanarsi da Martha. Sopportare in silenzio divenne impossibile quando la testa sembrò esplodergli, e lasciò andare dei gemiti di dolore. Il vento divenne tanto forte che le candele si spensero. E poi il cuore gli sembrò come spezzarsi in due. In un'impercettibile frazione di tempo sentì il suo cuore fermarsi, contorcersi, esplodere, rompersi. Non riusciva più a pensare, e per il dolore, e perché ormai nella sua mente non c'era solo lui: c'erano anche Vymarna e Martha, e gli sembrò d'impazzire.

Su Eraklyon, Tecna, Timmy ed Helia erano in laboratorio; a quanto pareva Helia era davvero in grado di rendersi utile e fu un prezioso aiuto per tutti: erano tutti dei grandi scienziati e ognuno aveva compiti importanti da sbrigare, avere Helia che si muoveva in mezzo a loro a compiere quei lavori che di solito compiva Judy fu importante. Fu a quest'ultima che si affiancò particolarmente, anche perché Tecna preferì che Timmy lavorasse al suo fianco e Timmy non fece il prezioso. Dopo una giornata di lavoro senza sosta, i tre amici si presero una pausa e andarono a fare una passeggiata nei giardini per riflettere.

"Dobbiamo avvertire gli altri e andare su Solaria." Disse Tecna, camminando in mezzo ai due giovani e sorseggiando un caffè.

"Non sappiamo ancora come fermare le ombre. Abbiamo i materializzatori, certo, ma non vogliamo che si ripeta ciò che è successo sulla Terra." Affermò Timmy.

"Brandon ha detto che sarebbe andato da Faragonda per sapere di Logan." Aggiunse Helia. Tecna e Timmy sospirarono nello stesso momento, leggermente contrariati. "Sentite," Esordì Helia. "quel tipo non piace affatto neanche a me, ma conosce la magia oscura e, cosa più importante, può usare la magia oscura. Abbiamo bisogno di lui, che ci piaccia oppure no."

Nella biblioteca del palazzo di Sakoma, Flora, Miele e Chatta si stavano dando il loro da fare per cercare degli incantesimi che avrebbero potuto aiutarli. Sfogliavano pagine su pagine, divenendo sempre più incredule nello scoprire che Sakoma custodiva tanta conoscenza di magia nera. Miele notò l'espressione di sua sorella, che si era fermata su una pagina e leggeva con attenzione.
"Cos'hai trovato?"

"Cosa?" Chiese Flora, uscendo dal suo mondo. "Ah, no, niente che possa servirci..." Rispose poi. "Anzi, credo che questo non porti da nessuna parte, lo rimetto a posto." Detto ciò richiuse il libro, tenendo l'indice fra le pagine, e si alzò tornando agli scaffali. Lontana dagli occhi della sua sorellina, riaprì il libro e strappò quella pagina. Alfea era lontana, ed anche i tempi in cui le cose erano semplici. Non voleva dire che lo avrebbero usato, ma se fosse stato necessario allora avrebbe fatto ciò che doveva.

"Come ti senti?" Chiese Martha. Brandon era seduto di fronte a lei; avevano riaperto le finestre e le tendine ed ora la torre era più illuminata mentre l'aria era più fresca, l'odore forte delle erbe e degli aromi si stava dissolvendo.

"Sto bene, credo... ma voglio sapere se sei riuscita a parlare con Vymarna." Rispose il soldato, guardandola. 
L'espressione di Martha s'incupì e quello bastò come risposta. Brandon sospirò. "Beh, cosa ti ha detto di tanto terribile?"

Martha rispose mentre Daisy, seduta sulla sua spalla, le intrecciava una ciocca di capelli: "Vymarna è estremamente spaventata, sente il dolore dell'universo che si sta squarciando, Lei è il pianeta naturale, è una di quelli che mantengono l'equilibrio. Sa che la Gemma è in pericolo, è Lei a custodirla e sente le vibrazioni che emana. La nostra Gemma, come immaginerai, è dotata di una forza vitale a differenza delle altre tre."

"Ma c'è dell'altro, non è vero?" Chiese Brandon, preoccupato. Martha annuì:

"Sono riuscita a parlare con Lei, a sentire le sue sensazioni... ed anche le tue." La melissa lo guardò, Brandon corrugò la fronte. Il soldato stava per dire qualcosa ma Martha fu più veloce: "Non potrai sostenerla. Guarda," Fece un cenno alla finestra aperta. "lo vedi o no il cielo? Vymarna a stento riesce a sopportarlo, come pretendi di farlo tu?"

"Senti, grazie per l'interessamento ma..." Provò Brandon scuotendo la testa ma Martha disse:

"Se lo farai riammetterà la keimerina."

"Che cosa?" Domandò Brandon, con un'espressione seria disegnata sul viso. Martha quasi si sentì a disagio sentendo quello sguardo pieno di aspettative su di sé, ma rispose comunque con confidenza:

"Ha deciso di riammettere la keimerina, crede che lei potrà difenderLa. Linphea la teme, non c'è dubbio, lei ha il potere di mettere fine a questo pianeta, ma Vymarna crede che allo stesso tempo lei sia l'unica abbastanza potente da proteggerla. È un'arma a doppio taglio, ma la keimerina è una fata della natura, sarebbe l'unica che potrebbe davvero tenere Linphea al sicuro."

"Okay, ferma un attimo..." Disse Brandon mettendo le mani avanti. Si alzò, inquieto, e si rivolse alla melissa: "Vymarna vuole riammettere Flora su questo pianeta perché ha più paura di Zvonimir che di lei, e ci sta, mi sta bene. Ma c'è qualcosa che non mi torna: a Lei non importa di me, io sono solo una pedina nel Grande Cerchio della Vita, perché farmi legare a Flora per salvarmi la vita?"

"Infatti non c'entri tu." Confermò Martha.

"Ecco, mi sembrava strano!" Sbottò Brandon.

"Lei ha esiliato la keimerina, così facendo ha ripudiato il suo legame al pianeta. Quando un ramo si spezza o viene tagliato non puoi riattaccarlo... se ti legherai alla keimerina lei sarà di nuovo legata al pianeta in quanto tu sei legato a Vymarna." Brandon la guardò per un attimo in silenzio, poi lasciò andare un sospiro scuotendo la testa.

"Io... senti, ne riparliamo." Concluse il soldato, fece per andare ma la melissa lo fermò:

"Cosa?! Te ne vai? Così?"

"Scusami se ho bisogno di riflettere un attimo su come la mia vita mi stia sfuggendo completamente di mano!" Rispose Brandon, alterato. Martha, intimidita in un primo momento, si accigliò e disse:

"Non puoi andartene così, Vymarna..."

"Non m'importa ciò che dice Vymarna! È la mia vita e io non ci sto capendo niente!" Replicò Brandon, urlandole in faccia. Martha non si mosse e Brandon capì che aveva esagerato, così, cercando di calmarsi, disse: "Mi dispiace, io..."

"C'è ancora dell'altro." Lo interruppe Martha, in maniera calma.

"Bene, sentiamo." Annuì il soldato stancamente, ormai al limite.

"C'è qualcosa su Whisperia, non so esattamente cosa ma Vymarna sente delle vibrazioni..."

"Whisperia? Ma è un pianeta così lontano e... ma certo." Concluse, collegando tutti i punti. "Bene, grazie per l'informazione, almeno quella dannata quercia serve a qualcosa." Aggiunse, si avviò alla porta ma poi si fermò prima di aprirla. "Come ti ho detto, non sono una brutta persona, e poiché c'è lei di mezzo io non potrò rifiutarmi: tornare su Linphea è ciò che desidera più al mondo. Ma dammi solo... solo un po' di tempo, devo ancora occuparmi di certi affari di famiglia e... tornerò. Presto. Sta' tranquilla." Detto ciò il soldato andò via mentre Daisy si strinse alla sua fata che, dopo essere restata per un attimo ferma a riflettere su ciò che era appena successo, ritornò al tavolo e ai suoi incantesimi.

"Dove sei?" Chiese Brandon mentre lasciava il palazzo di Linphea.

"Sono..."

"Domanda idiota, so che non ti muovi di lì. E, appunto, non muoverti da lì, sto venendo a prenderti."

"Delle spiegazioni sono concesse?"

"Andiamo da Faragonda, e poi credo di doverti parlare di una cosa." Lei sospirò e poi replicò:

"Va bene, ti aspetto."

"Dammi una mezz'oretta, prima mi fermo in un posto."

"Brandon, va tutto bene?"

"Non lo so. A tra poco." E riattaccò.
Prima si fermò su Eraklyon: doveva parlarle. 
"Io... non ci sto capendo più niente!" Esclamò, in piedi di fronte a lei. "Mamma, per favore, spiegami: è così che deve andare? È così che mi devo sentire? Perché io non riesco più a capire cosa sento. Non so se sia rabbia, tristezza, io... non lo so, sento solo che le cose non vanno come vorrei. Sappiamo tutti che alla fine accetterò le condizioni di Vymarna, non posso impedirle di tornare su Linphea, ma legarmi a lei significherebbe qualcosa per me e io... mi fa male sapere che saremmo uniti ma che lei non provi niente per me. Perché, lo vedi? Io ho bisogno di lei. E Logan... accidenti, lui... non voglio fidarmi di lui, non stavolta, e vedi ora come ti parlo? Sembro tanto convinto e forte... e invece già so che quando lo vedrò mi si spezzerà il cuore. Anche per questo ho bisogno di lei. Ma tutto è complicato. È complicato perché io ho bisogno di lei ma lei non ha bisogno di me, ed io ho Sky, e ho i miei amici, ma tutto sta diventando difficile ed io mi sento così dannatamente solo!" Prese un respiro per trattenere le lacrime. "Almeno ora pare che siamo amici... così mi sentirò più forte. Ma devo dirle di Linphea, è suo diritto sapere che Vymarna la vuole lì, no?" Rimase un secondo in silenzio. "Grazie, mamma, tu tiri fuori il meglio di me, proprio come fa lei." Sorrise, e poi andò via.

"Andiamo ad Alfea?" Chiese Flora prima d'infilarsi il casco.

"Sì. Voi avete trovato qualcosa d'interessante?" Chiese lui, agitato.

"Sì, abbiamo trovato un paio d'incantesimi che potrebbero esserci utili, e con Logan forse riusciremo davvero ad avere la meglio su quelle ombre."

"Bene, allora andiamo."

"Brandon." Lo fermò la keimerina. "Hai detto che dovevi parlarmi di una cosa."

"Sì, ma dopo, ora non riesco neanche a pensarci." Rispose serio, ma poi ruppe quell'atmosfera con un sorriso. Flora strinse le labbra e non disse altro.

"Il tuo fidanzato?" Chiese Brandon, mentre raggiungevano l'ufficio della preside Faragonda.

"Sa che sono qui, ora mi fa seguire..."

"Terribilmente di cattivo gusto." Commentò il soldato, facendo schioccare la lingua.

"Terribilmente. Ma ora io qui ad Alfea sono l'ultimo dei suoi problemi: il re vuole coprire Sakoma."

"Caspita, il grande pianeta del gelo che si tira indietro di fronte a una guerra universale!" Esclamò Brandon con sarcasmo. Flora scosse la testa:

"Non è la decisione che avremmo preso noi, ma noi sono anni che combattiamo... Sakoma è appena rinata e una guerra non coinvolge soltanto gli eserciti ma l'intera popolazione, e Sakoma non può farcela. Ci sarebbero delle insurrezioni."

"Come su Eraklyon." Flora si voltò verso di lui e Brandon continuò, dato che sembrava che la ragazza fosse curiosa. "Sì, su Eraklyon l'alta borghesia vorrebbe spodestare i sovrani e anche se non lo fanno esplicitamente, fanno di tutto per sabotarli. Perché credi che mi sia fatto passare per Sky quando avevamo sedici anni? Con il Delfino lontano da Eraklyon avrebbero potuto attentare facilmente alla sua vita, e senza erede ci sarebbe stata una guerra di successione, e la famiglia reale di Eraklyon è... beh, non sarebbe stato bello, e loro, i borghesi, avrebbero potuto prendere il controllo. Per non parlare poi dell'altra parte del fiume, quella parte di Eraklyon è davvero terribile: si pratica magia nera, contrabbando vario, un po' di violenza, cose così insomma..."

"Caspita, non credevo che su Eraklyon ci fosse tutto questo."

"Perché Eraklyon non lo dice e non vuole farlo sapere. Quelli dal lato giusto si girano dall'altra parte, quelli dal lato sbagliato... o chiudi gli occhi o te ne vai facendo finta che non esista."

Arrivarono davanti alla porta della preside Faragonda non appena ebbe finito di pronunciare quelle parole. Brandon prese un respiro.

"È la cosa giusta, stiamo andando nella giusta direzione." Disse Flora, col suo solito tono dolce.

"Lo dici solo perché è quello che voglio sentirmi dire." Replicò il soldato.

"È vero, ma non vedo perché debba essere una cosa brutta." Disse lei con un sorriso. Fu Flora che bussò alla porta e quando la preside diede loro il permesso entrarono. La preside li accolse con un sorriso ma anche piuttosto sorpresa, e alla sua domanda sul dove fossero tutti gli altri Brandon rispose:

"La squadra non è tenuta a condividere i miei drammi familiari, preferisco risparmiarglielo."

"Ma certo, caro... dunque," Disse allora Faragonda risedendosi, Brandon e Flora presero posto di fronte a lei. "ho parlato con il Consiglio Magico, come vi ho già detto, e pare che qualunque minaccia sia diventata insignificante rispetto a questo Zvonimir. Questo terrestre è capace di terribili cose, credo di non vedere il cielo in questo stato dai tempi della prima battaglia contro Valtor, quando aveva il pieno potere delle antenate dalla sua parte... quindi sì, se c'è bisogno di magia nera usata senza alcuna minaccia il Consiglio ha accettato di concedere una grazia a Logan cosicché potrà aiutarvi."

"Non è stato difficile." Commentò Brandon, stupito.

"In effetti non troppo: mi sono appellata al fatto che è tuo fratello e il tuo nome non è nuovo al Consiglio Magico, né quello dei tuoi amici. Avete salvato la Dimensione Magica moltissime volte, lottato contro i peggiori anche quando le vostre risorse erano nettamente inferiori: avete dato prova di grande coraggio, ve lo meritate." Disse la preside, accennando un sorriso.

"Grazie, preside Faragonda." Replicò Flora, Brandon era rimasto in silenzio. "Quindi come funzionerà?"

"Avrà soltanto poche ore, gli hanno concesso del tempo non l'hanno liberato. A Roccaluce vi spiegheranno tutto. Per il resto potete darmi delle informazioni utili?"

"Cercano le Gemme, pare che Zvonimir voglia sottomettere la Dimensione Magica sotto ogni punto di vista." Rispose Flora.

"E cercano la magia oscura." Aggiunse Brandon, Flora si voltò verso di lui, sorpresa. "Pare che si stiano dirigendo su Whisperia. Hanno cercato di rubare il Codex di Torrenuvola, questo doveva metterci in guardia ma l'abbiamo ignorato. Dobbiamo proteggere le Gemme e andare su Whisperia per capire cosa cercano lì esattamente."

"Whisperia? Quel pianeta non è un posto per fate." Precisò la preside, scuotendo la testa.

"Vorrà dire che le fate ne resteranno fuori." Concluse Brandon, col viso scuro. Seguirono degli attimi di silenzio, rotti in alcuni istanti dai tuoni che rimbombavano nel cielo squarciato.

"Beh, grazie di tutto, preside Faragonda." Disse Brandon, alzandosi. Flora lo imitò.

"È stato un piacere. Tenetemi aggiornata, per favore."

"Ma certo, preside Faragonda." Annuì Flora con gentilezza.

"Cos'è questa storia di Whisperia?!" Chiese Flora, preoccupata, una volta fuori dall'ufficio di Faragonda.

"Ho fatto come mi hai detto e sono stato su Linphea: ho visto la melissa." Rispose Brandon, si fermò e Flora con lui. Brandon si appoggiò con le spalle alla parete e continuò: "Sembra che Vymarna si rifiuti di parlarle e così l'ha contattata attraverso di me."

"E allora, cos'ha detto?" Chiese Flora, di fronte a lui a braccia incrociate, impaziente di sapere.

"Che Lei non riesce a sostenere questa guerra col cielo. E ha anche rivelato che sente le vibrazioni nell'universo e che le ombre si stanno dirigendo su Whisperia."

"E noi adesso cosa facciamo? Quello è il pianeta più pericoloso della Dimensione Magica!" Esclamò la fata, tormentandosi le labbra con le dita.

"A-andremo su Whisperia." Rispose Brandon, incerto. "È un pianeta di streghe, non sappiamo cosa stia succedendo laggiù e bisogna andare a vedere."

Flora prese un respiro e si coprì il viso con le mani, poi lo guardò, come in attesa che dicesse qualcosa. Brandon le prese il viso fra le mani e la costrinse a guardarlo. "Ascoltami bene: possiamo farcela. Le cose sembrano andare bene: abbiamo degli incantesimi, abbiamo chi li praticherà per noi, abbiamo quasi il Sigillo..."
"... già, il Sigillo..." Borbottò Flora, alzando gli occhi al cielo.
"Sì! Sì, abbiamo un'arma, Flo, abbiamo un'arma contro di lui e possiamo farcela!"

"Spero che tu abbia ragione..."

"Certo che ho ragione!" Annuì, "Io ho sempre ragione." Aggiunse guardandola in attesa di un sorriso, che arrivò.

"Io... è che a volte ce la faccio ed altre... a volte una singola goccia mi fa traboccare e Whisperia è un pianeta orribile e sarebbe davvero, davvero pericoloso metterci piede." Si giustificò lei.

"Va tutto bene." La rassicurò con un sorriso, facendole capire che non doveva sentirsi in colpa. Poi però divenne serio e disse: "Ascolta... c'è dell'altro."

"Beh, dimmi, sono impaziente, mi hai tenuta sulle spine per tutto il pomeriggio."

"Lo so e..." Brandon sospirò e poi posò lo sguardo su quegli occhi verdi. "... Vymarna ti rivuole su Linphea."

Flora non disse nulla, non riuscì subito. Rimase a bocca aperta e gli occhi sganati, poi alla fine accennò un sorriso incredulo. "C-come? È... è davvero...? Io non..."

"Ha paura dell'Inverno, ma ha paura anche di Zvonimir. Lui è una minaccia reale, tu sei una potenziale minaccia e... e tu sei davvero potente. Ha bisogno di te."

"Tornerò su Linphea!" Esclamò infine Flora, al colmo della felicità, abbracciandolo. Brandon la strinse e sorrise, ma col viso scuro. Quando Flora si allontanò da lui e lo guardò disse ridendo: "Credo di aver avuto un déja-vu!" Poi però si accorse che qualcosa non andava e allora calmò la sua gioia e aggiunse: "Tu però non mi sembri contento quanto l'ultima volta... Brandon, cosa c'è che non va?"

"Ricordi quella faccenda del rito mistico? Quello di cui mi avevi parlato?" Flora annuì. "Pare che tu debba legarti a me per legarti di nuovo a Vymarna." Flora dovette dire a se stessa di chiudere la bocca, fece un passo indietro, scuotendo la testa.

"Non posso chiederti questo."

"Cosa? No, ehi, va bene, ci guadagniamo entrambi."

"No, non va bene. A te non sta bene e io non posso chiedertelo. Avevi ragione, coinvolgerebbe anche i nostri sentimenti e non è la cosa giusta da fare."

"Non posso impedirti di tornare su Linphea." Replicò Brandon, accigliato.

"Io... proteggerò Linphea in un altro modo. Sono la guardiana e lo farò, ma non posso coinvolgerti... e ci sarà certamente un modo per sollevare anche te dal peso di Vymarna."

"Sai che non c'è."

"Lo troverò." Replicò lei convinta. Brandon scosse la testa.

"Lascia perdere."  Flora stava per dire qualcosa ma lui la fermò, poggiandole le mani sulle spalle, la baciò sulla fronte e la strinse a sé. "Sai che riuscirò a farti cambiare idea, prima o poi." Sussurrò. Flora chiuse gli occhi per rinchiudersi dentro sé: sapeva che lui aveva ragione, e lo sapeva anche perché ogni parte di lei desiderava accettare quell'offerta.

Ehilààà miei dolci, adorati e meraviglioso germogli di lullabea! Come state? Avete visto quanta neve?! Pare che gli effetti della battaglia contro Yana su Sakoma stiano arrivando soltanto ora sulla Terra!!
Ma va be', innanzitutto, ben ritrovati e grazie per aver letto anche quest'altro capitolo! Cosa dire? Le cose si fanno complicate: Logan rientra in scena e sembra sarà importante per l'intera squadra, poi conosciamo meglio la melissa di Linphea, Marta, e la sua pixie, Daisy. Vi stanno simpatiche? A me sì, un sacco! Sarà che Linphea ha sempre questo fascino un po' mistico... *-*  e poi Vymarna, e Whisperia, e il rito, e le ombre... insomma, c'è tanto che bolle in pentola e tanto ne bollirà! Sebbene per ora come avevamo detto a livello romantico siamo un po' in pausa, c'è una piccola gioia per il TeamBrandon. Ma, TeamHelia, so che siete ancora lì da qualche parte e sappiate che non mi sono dimenticata di lui. Come ho già detto Helia mi piace, sebbene lo faccia soffrire tanto, e vi anticipo che la sua vità avrà alti e bassi e sconvolgimenti che forse non vi aspettate... 
Ancora grazie per come mi seguite e state sopportando queste interminabili atteste, grazie per esserci, vi voglio bene, anzi,
Vi strAmo,
xoxo Florafairy7

 
   
 
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