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Autore: deborahdonato4    12/03/2018    1 recensioni
Hermione Granger è alle prese con il quarto anno nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Come sappiamo, il quarto anno è l'anno del Torneo Tremaghi, di Viktor Krum, del ritorno di Lord Voldemort.
Ma se le cose fossero andate un pochino diversamente da quelle che ci sono state raccontate? E se anche Draco Malfoy avesse chiesto ad Hermione di andare al Ballo? E se Hermione e Draco si fossero innamorati?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Silente ha affidato delle missioni al professor Piton, ad Hagrid e alla signora Weasley, missioni che non ho ben capito. Mi chiedo cosa dovranno fare, ma sono sicura che, a tempo debito, lo scopriremo.

Harry viene dimesso dall'infermeria dopo tre giorni dalla fine della Terza Prova. Non ha molta voglia di tornare alla Torre dei Grifondoro, e non lo biasimo. Ora tutti gli faranno delle domande riguardo la morte di Cedric, cercheranno di estorcergli delle informazioni... sarà terribile, per lui, se nessuno crederà al ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

«Vieni in Sala Comune, Hermione?»

La voce di Ron mi distrae dai miei pensieri. Lo guardo. Mi chiedo quanto ora cambierà nel nostro rapporto, in quello con Harry, con gli altri Grifondoro. Ci crederanno?

«Devo fare una cosa.» rispondo, e Harry si affianca al nostro amico. Come al solito, i suoi capelli sono arruffati, ma sembra comunque diverso. Nei suoi occhi c'è qualcosa di nuovo, la consapevolezza, forse, che tutto quanto sta per cambiare.

Sono contenta di essere schierata dalla parte giusta.

«Non metterci troppo.» dice Harry, sforzandosi di sorridere, ma non riesce. Non posso dargliene una colpa. Mi avvicino a lui e lo abbraccio brevemente. Non riesco nemmeno ad immaginare quanto possa essere difficile per lui. Ha visto morire Cedric, poi ha visto i fantasmi dei suoi genitori...

Harry mi accarezza la testa senza dire una parola, e lo lascio. Lui e Ron escono dall'infermeria, e li seguo con lo sguardo. Sono tentata di seguirli, di rimandare ancora quello che avrei già dovuto fare da un po', ma non lo faccio. Ho una persona da incontrare, una decisione da chiarire.

Esco dal castello, e torno all'albero in cui io e Draco ci siamo incontrati l'ultima volta. Guardo il Campo da Quidditch, il Labirinto protetto da incantesimi per non far entrare nessuno. Penso non ci sia entrato più nessuno dal giorno della Terza Prova. Solo la Coppa Tremaghi è stata rimossa.

Nel pomeriggio, ci sarà una veglia per Cedric Diggory. Già temo questo momento, per Harry. Un conto sarà affrontare i nostri compagni Grifondoro, un altro i Tassorosso, i Corvonero e, soprattutto, i Serpeverde, che non avranno pace di lui.

Chiudo gli occhi, pensando al suo futuro incontro con Cho Chang...

«Hermione.»

La voce mi fa voltare, e guardo Draco Malfoy. Noto subito le occhiaie sotto i suoi occhi d'argento, il suo volto ancora più pallido del solito.

«Malfoy.» rispondo, con tono più freddo di quanto pensassi.

Il Serpeverde trasalisce, e vedo le sue pupille dilatarsi. «Lo sapevo.» mormora tra sé. «Mi odi.»

Nel guardare i suoi occhi, mi sento così dispiaciuta per lui. Gli errori dei padri non dovrebbero ricadere sui figli... ma è così difficile pensare di poter stare con lui, ignorando quello che ha fatto suo padre al mio migliore amico.

«Ha cercato di uccidere Harry.» rispondo, e noto dal suo sguardo che non è affatto stupito dalle mie parole. «Io... non...»

«Non incolparmi per una cosa che ha fatto lui. Di' qualcos'altro, ma non questo...»

Scuoto la testa e faccio un passo indietro. «Non sei tuo padre, ma ora che Tu-Sai-Chi è tornato, le cose cambieranno. Per me che sono amica di Harry, per te che sei... figlio di tuo padre.»

«Non farei mai quello che ha fatto lui. Non sono un Mangiamorte, e non intendo diventarlo.»

«Draco, voglio chiudere questa cosa tra di noi prima che possa farci veramente male.»

«Per me fa già molto male, Hermione.»

Sposto lo sguardo, e penso a Rita Skeeter chiusa in un barattolo nella mia stanza. Si sarebbe di certo divertita a scrivere la sua versione di questa conversazione.

«Non vediamoci più, da soli.» dico, sollevando lo sguardo per incrociare i suoi occhi grigi. Noto sorpresa nel vederglieli lucidi, e resto senza fiato.

«Io ti amo, Hermione Granger.» dice, facendo un passo verso di me, sfiorandomi il viso con la punta delle sue lunghe dita pallide. «Non posso smettere di provare questi sentimenti per te. Vorrei davvero poterlo fare, poter decidere cosa provare a comando, ma non posso. Ti prego, Hermione, ti prego. Non troncare tutto quello che potrebbe esserci tra noi solamente per mio padre...»

Lo guardo negli occhi, il cuore che mi fa male per quelle parole pronunciate con tanta sincerità. E ci provo veramente ad immaginare un futuro tra noi. Ma nella mia mente non passa nessun immagine possibile.

«Mi dispiace.» mormoro, e mi allontano nuovamente, facendo un passo indietro. Le sue mani gli ricadono lungo i fianchi, immobili. «Non potrà mai funzionare tra di noi, neanche se sfidassi tuo padre o qualcosa di simile. Perché le cose per gli altri non dovranno cambiare, vero? Continuerai ad insultare me e i miei amici nei corridoi. E, perché no?, proverai a fatturare Harry nei corridoi colpendo invece me. E io non posso pensare di poter provare le stesse cose per te...»

Il suo sguardo si indurisce, e resta puntato sul mio viso. Ricambio il suo sguardo, trattenendo per me le lacrime e la verità. Che già lo amo anch'io.

«Allora mi sa che non c'è altro da dire.» dice, e annuisco.

«Addio, Draco.» mormoro.

Lui mi guarda un'ultima volta, senza rispondere, e si volta, dandomi le spalle. Lo guardo rientrare nel castello e mi appoggio all'albero, respirando bene per la prima volta da quando ci siamo incontrati. Prendo la foto che tenevo nel mantello e la guardo. Pensavo di dargliela come addio ma, a quanto pare, non è servita.

Strappo a metà la foto del nostro ballo insieme, e guardò le due metà cadere nell'erba. Non era destino.

Ma allora perché ci resto così male?

   
 
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