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Autore: Oxis    15/03/2018    1 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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28. Bentornato... fratellino

 

Ciao a tutti!

Ecco il nuovo capitolo… waaaaaaaa sono troppo impaziente di farvi leggere il resto, non vedo l'ora che mi diciate cosa ne pensate.

Un grazie con tutto il cuore alla mia fidata e amata sostenitrice paige95, yes, la profezia è proprio quella che tutti conosciamo. Il principe Artù è destinato a far riportare la magia a Camelot… ma le cose non andranno esattamente così…

e a Rosilvale, non ti preoccupare… non farei mai un finale come quello nella serie… ancora rabbrividisco :D

e a Always_Merthur, eeeeeh, il coming out di Artù dovrà aspettare ancora un po'… :)

 

Fate un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono editor: Merlin * •Italian Page•*, l’unica ufficiale di Merlin Italia. :)

Grazie mille a tutti,

Oxis

 

 

MERLIN P.O.V.

 

Gayus rimase sulla porta immobile, spostando lo sguardo da Merlino ad Artù con la bocca semi aperta.

– Sire? Ma che dite?

Artù gli aveva spiegato tutto.

– So che ti sto chiedendo di tradire mio padre, ma vi prego Gayus… siete la nostra sola speranza.

Gayus fissò Merlino che scosse la testa impercettibilmente sollevando le spalle, in un tentativo di dirgli "non so che fare".

Probabilmente il medico lo capì, perché si voltò lentamente, chiuse la porta a chiave dietro di lui e si avvicinò.

– Artù, quello che mi chiedete non si può fare.

– Ve ne prego, Gayus. – implorò Artù. – Mio padre non lo saprà mai.

Respirò profondamente, poi guardò Merlino.

– Diglielo, Merlino. – incalzò di nuovo Artù.

Merlino temporeggiò, cercando qualcosa da dire. Tutta quella situazione gli sembrava assurda, ma a questo punto era meglio se avesse continuato a mantenere il segreto.

– Gayus, Kendra è in pericolo. Sappiamo che facevate uso di magia e lo so che è grande l'impegno che vi chiediamo…

– Si tratta solo di una localizzazione magica. – disse Artù.

Gayus strabuzzò gli occhi.

– E voi come sapete cos'è una localizzazione magica? – chiese.

– Non abbiamo tempo, vi prego!

Guardò Merlino, strinse le labbra ed esito un attimo.

– D'accordo. Merlino, saresti così gentile da… – Gayus tentennò, indeciso su cosa dire.

Per fortuna il mago capì subito.

– Da prendere il vostro libro di magia? È quello nello scaffale di cui vi ho chiesto ieri mentre stavo spolverando, vero?

Diversivo un po' deboluccio, pensò Merlino mentre Gayus annuiva, assecondandolo. Ma Gauys non sapeva dove fosse il suo libro di magia e non poteva certo chiederlo a lui di fronte ad Artù. Il medico di corte non possedeva libri di magia da decenni.

Merlino andò in camera sua ed estrasse da sotto l'asse del pavimento il volume che tante volte gli era stato d'aiuto.

Ritornò nella stanza e lo appoggiò sulla tavola.

– È questo, vero? – chiese mantenendo un tono noncurante.

– Esattamente – dice Gayus.

Lo aprì. Merlino e Gayus si scambiarono un'occhiata.

– Ci serve una mappa della città – disse Gayus – Merlino, ce ne dev'essere una vicino a quella pila di pergamene.

Per fortuna non aveva dimenticato i suoi giorni di stregone. Merlino si affrettò a prendere la mappa e a dispiegarla sul tavolo.

– Siete sicuro, Artù? – chiese di nuovo.

– Se vostro padre dovesse venire a saperlo… – mormorò Gayus.

Artù prese un braccio del vecchio e cercò il suo sguardo.

– Voi non sapete nulla di questa storia e io non farò mai il vostro nome.

Merlino gli credette e con uno strano calore nel cuore, sentì che stava per arrivare il momento in cui poteva finalmente uscire allo scoperto con il suo migliore amico.

Gayus intanto sfogliava le pagine. Ricordava come fare l'incantesimo di localizzazione e lo pronunciò a bassa voce, aiutandosi con il libro.

Con un groppo in gola, Merlino sentì le lacrime premere sotto gli occhi, immaginando quando avrebbe fatto lui quell'incantesimo e sarebbe stato lui a ricevere quello sguardo ansioso e di gratitudine che ora Artù rivolgeva a Gayus.

Incrociò per un attimo lo sguardo del principe. Il momento sarebbe arrivato anche per lui, non poteva essere lontano quel giorno.

 

 

KENDRA P.O.V.

 

– Quale è la profezia sul principe Artù? – chiese Kendra senza fiato.

Dreda si spostò alla luce del sole e Kendra rivide i capelli biondi di Artù per la seconda volta. Le balenò in testa un pensiero assurdo. Ma non poteva essere la madre del principe, era morta. Questo lo sapeva, era una storia che tutti raccontavano quando era piccola. Eppure quella Dreda aveva qualcosa di familiare che le sfuggiva.

– La profezia dice che Artù è destinato a far tornare la magia nel regno in cui governerà – disse Dreda.

Il cuore di Kendra perse qualche battito. Non lo sapeva e non aveva mai sentito parlare di questa profezia.

– Come so che è vero?

– Qualunque druido te lo potrà confermare. La profezia da decenni è conosciuta fra gli esseri magici – replicò la donna.

– Tutte le leggi sull'abolizione della magia verranno cancellate – confermò Alysian. – Noi vogliamo arrivare a quel punto. Il destino non si compie da solo.

Kendra rifletté.

– Cosa volete che io faccia? – chiese infine.

– Se sei con noi e hai scelto di darci la tua fiducia, devi darci la Corona Nera e congiungere il tuo potere al nostro.

Kendra respirò a fondo e si portò una mano sugli occhi. La Corona Nera era la fonte del suo potere di Dama del Lago che amplificava la sua magia. Quando aveva ricevuto la magia, aveva ricevuto anche la Corona e aveva deciso di seppellirla in un posto nella foresta vicino a casa. Aveva vissuto tutti quegli anni senza più pensarci, decisa a trovare il modo di rinunciare ai poteri, ma il giorno dopo che era arrivata a Camelot ne aveva sentito il potere. Quella tempesta sopra la città che virava verso di loro… era sicura che c'entrasse qualcosa, aveva quella sensazione. Ma la Corona ormai non l'aveva più lei.

– Non ce l'ho più. L'ho seppellita anni fa – disse Kendra.

Alysian gettò un'occhiata a Dreda che parve riflettere.

– Sei sicura che sia nel posto in cui l'hai seppellita? – chiese.

– Sì. A nord del mio paese, il secondo albero della foresta accanto al fiume. Non potrei mai dimenticarmi quel giorno – mormorò a denti stretti.

– Va bene. Se sei d'accordo, manderemo qualcuno a prenderla. – disse – Sono sicura che non sarà difficile.

– Ma ho fatto il rituale che mi ha spiegato Alysian… non ho più magia dentro di me… a meno che… – le si illuminò il volto – a meno che tu non mi abbia mentito e che quel rituale non sia servito a nulla.

Alysian scosse la testa.

– No. Il rituale ha funzionato. Non sei più una strega, ma con la Corona Nera potrai tornare a esserlo.

Tutto ciò che Kendra non voleva ottenere. Sbuffò e si sentì fra l'incudine e il martello. E comunque doveva ancora accertarsi che quella profezia di cui parlavano fosse vera.

Doveva tornare strega se voleva dare un'altra possibilità alla magia. I suoi pensieri andarono a Merlino. Lui non avrebbe dovuto più nascondersi. 

– Non so controllare quella magia. Ha fatto solo danni. – rispose – Ma… vi aiuterò. Sono con voi. Forse esiste un'altra magia che può davvero solo fare del bene – aggiunse, pensando a Merlino.

Dreda sorrise e Alysian annuì.

In quel momento, una voce metallica proruppe dal nulla e la fece sobbalzare.

– Eccovi tutti qui. Finalmente possiamo regolare i conti.

Un cavaliere stava sulla porta della torre. L'elmo dell'armatura gli copriva il volto, ma Kendra si sentì mancare il respiro.

Aveva un medaglione appeso al collo.

Una pietra rosso violacea.

– Sir… Sir Convington – esalò senza fiato.

Come era possibile che fosse ancora vivo? L'assassino di sua madre e suo fratello era in piedi davanti a lei, a poche decine di metri, davanti ai Maledetti che, intorno a loro, non si stavano accorgendo di nulla.

Kendra estrasse la spada e si mise istintivamente davanti a Dreda e Alysian. L'aveva ucciso, ne era sicura. L'aveva visto cadere con i suoi occhi.

– Come puoi essere ancora vivo? – ringhiò.

– Ci sono tante cose che ancora non sai di me, Kendra.

Tolse l'elmo. Nulla del suo aspetto faceva presupporre che avesse mai preso una spada nella schiena in quel torneo.

– Ti ho ucciso nell'arena – disse Kendra – Come puoi…

Sir Convington rise di una risata bassa e cattiva che colpì Kendra come un pugno nello stomaco. Aveva creduto che il suo incubo era finito, aveva pensato di essere finalmente riuscita a vendicare sua madre e suo fratello una volta per tutte.

– Chi sei e perché sei venuto qui? – chiese Alysian avvicinandosi minaccioso.

– Non mi interessa della vostra congrega. – rispose Sir Covington – sono qui per regolare i conti con lei.

All'improvviso Kendra sentì un dolore bruciante alle tempie e la sua vista si oscurò. La spada le cadde dalle mani.

Quando smise di urlare, vide solo una macchia confusa di forme. Sir Convigton la stringeva con un braccio intorno alla gola.

– Perché? – urlò tentando di divincolarsi dalla stretta – Perché li hai uccisi e perché ora vuoi uccidere anche me?

Il dolore riapparve più forte di prima. Sir Covington la voltò in modo che il suo viso fosse vicino al proprio. Non l'aveva mai visto da così vicino. Solo in quel momento si rese conto che i suoi occhi erano di un colore singolare, scuro con qualcosa di azzurro. Conosceva quel colore. Era impossibile da fraintendere.

Aprì la bocca per dire qualcosa ma lui rise e la sua voce la colpì al cuore.

– Prova a immaginarlo… sorellina.

Il dolore tornò come una stilettata e lei svenne.

 

 

ARTHUR P.O.V.

 

– Ok, dobbiamo andare – disse Merlino.

L'incantesimo aveva dato i suoi frutti. Avrebbero dovuto solo portare la mappa con loro e seguire il percorso che era apparso dal nulla sulla pergamena. Non potevano perdersi con quella.

Gayus era sicuro che avrebbe funzionato. Artù si sentiva male al pensiero di avere appena infranto tutte le maggiori leggi che aveva istituito suo padre. Cercò di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere se l'avesse scoperto.

Lo faceva per Kendra.

Erano già usciti dalla porta della casa di Merlino, quando vide una ragazza corrergli incontro e si fermò. Era Lady Oleynn.

– Cosa ci fate qui? – chiese sbalordito.

– Siete voi Merlino? – domandò lei con la sua voce soave, rivolto al ragazzo.

Lui annuì.

– Vostra altezza…

– È un piacere conoscervi – mormorò. Artù arrossì per quel "voi" dato al suo servitore. Le sorrise.

– Io sto… – mormorò Artù cercando una giustificazione.

– Non dovete darmi spiegazioni. Volevo solo essere certa che stavate bene… siete uscito così di fretta – disse lei – e dirvi anche che stasera… ci sarebbe una cena per le nostre famiglie, se… se avrete piacere a esserci.

Artù ci provava davvero a cercare un motivo per non essere infastidito dalla sua presenza, ma anche ora il pensiero che Kendra fosse in pericolo era slittato inspiegabilmente in secondo piano davanti a quella presenza femminile rassicurante che lo guardava con timidezza.

– Io… certo. – rispose – Ci sarò.

– Dobbiamo andare, Sire – tentò Merlino.

– Sì, scusatemi… io – Oleynn lo fissò negli occhi e annuì sorridendo – torno al castello.

Fece un piccolo inchino e scomparve.

Artù prese Merlino per un braccio e lo trascinò via prima che il suo servitore potesse chiedergli il motivo della sua espressione confusa.

   
 
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