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Autore: Cecilia    18/03/2018    1 recensioni
Nascere con il peso di un cognome appartenente alle sacre 28 del mondo magico era una responsabilità enorme. Essere un purosangue voleva dire dedicare tutta la propria vita a mantenere quello status quo e seguire precisi dettami come appartenere alla Casata dei Serpeverde, diventare un Mangiamorte e disprezzare qualsiasi persona che non fosse purosangue. In poche parole una prigione dalle barre dorate.
Ma Celine era diversa, desiderava altro, aspirava altro. Una storia raccontata da una Serpeverde diversa dal solito: complessa, maliziosa ed a tratti lunatica.
“Professore R.J. Lupin… interessante…” sussurrò quando con lo sguardo basso era incappata nella valigetta lisa che teneva in mano. Era tenuta insieme da una grande quantità di spago legato con cura ed il nome era stampato su un angolo a lettere un po’ sbucciate.
“Osservatrice attenta Miss…”
“Celine”
Si affrettò a dire lei. Le era venuto spontaneo, di chi non aveva la minima intenzione di pronunciare il proprio cognome, non che lui non lo avrebbe scoperto, ma in quel momento non aveva proprio voglia di rivedere l’ennesimo sguardo terrorizzato scrutarla.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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¡Hola Wit¢hy!

La mia ultima fan fiction risale a maggio dell’anno scorso . Sì è stato un mese particolare quello in cui ho scritto anche alcun shot dopo ben 6 anni che avevo completamente abbandonato il mondo delle fan fiction.

La verità è che quando diventi una blogger ed inizi a vivere di articoli ed a questo si aggiunge che scrivi e pubblichi libri, non è facile oggettivamente trovare del tempo per una scrittura creativa che rimane però solo un hobby. Tuttavia mi mancava, come mi mancava Harry Potter (il fandom di cui ho scritto più fan fiction) ed ecco dunque che torno a scriverne una quando la mia ultima risale ad ottobre 2007 con “Gothika”. Da allora sono cambiata moltissimo, il mio modo di scrivere è cambiato ed anche di raccontare, spero dunque per chi avrà voglia di seguirmi di immergersi in questa storia e condividerne con me le opinioni. Un modo diverso di leggere questa saga, senza mai smettere di amarla…

                                                                                                                   

Soy

 

Nascere con il peso di un cognome appartenente alle sacre 28 del mondo magico era una responsabilità enorme. Essere un purosangue voleva dire dedicare tutta la propria vita a mantenere uno status quo che durava da secoli come: appartenere alla Casata dei Serpeverde, diventare un Mangiamorte e disprezzare qualsiasi persona che non fosse purosangue. In poche parole una prigione dalle barre dorate.

Era così che si sentiva Celine Lestrange quando pensava alla sua vita. Una che era sempre stata maledetta fin dal giorno della sua nascita. Figlia di Rabastan Lestrange e Drusilla Rosier era nata da una scappatella dei due quando lei era già sposata con il grande e potente Cygnus Greengrass.

Non fu una gravidanza facile per sua madre che a fatica fu costretta a nasconderla al violento marito. Avrebbe voluto tenere quel fagottino con lei, ma come avrebbe potuto spiegarlo? Non aveva modo per far passare quella bambina come figlia di Cygnus e Rabastan era ancora rinchiuso ad Azkaban. Il loro era stato un amore tormentato e confuso, oscuro e passionale che mai aveva potuto vedere la luce e quella gravidanza era stata figlia dell’ultima visita che gli aveva fatto in prigione, quella per dirgli addio per sempre.

Celine finì così in mano ai Malfoy. Drusilla non aveva nessun altro a cui rivolgersi se non a Narcissa, grande amica dai tempi di Hogwarts che decise di aiutarla. La donna aveva un grande ascendente sul marito che seppur riluttante all’idea accettò di accogliere quella neonata solo perché nelle sue vene scorreva il sangue di purosangue come i Rosier ed i Lestrange. Draco non era ancora nato e negli anni la coppia si affezionò sinceramente a lei, tanto che la sentirono come figlia loro. Anche Celine crebbe convinta che quella fosse la sua famiglia, almeno fin quando non ricevette la sua prima lettera per Hogwarts. Quel giorno tutto cambiò. La verità venne svelata e la ragazza si sentì il mondo crollarle sulle spalle, costretta a portare un cognome che sentiva alieno.

Come ci si aspettava da lei venne smistata tra i Serpeverde, ma la sua non fu una convivenza facile con i propri compagni di casata, soprattutto quando divenuta più grande giunse a scuola anche la sua sorellastra Astoria che si occupò di renderle la vita impossibile. Era più piccola di lei, ma aveva un’ascendente potente. Celine già si era guadagnata il nome di sgualdrina, solo per il modo in cui era nata e lei non faceva nulla per smentire quelle voci ben contenta di usarle per costruirsi la sua personale solitudine. Anche con i compagni delle altre casate non andò meglio. Nessuno dopotutto aveva intenzione di  aver a che fare con una Lestrange, un cognome che era una garanzia di terrore e distruzione.

E così Celine era arrivata al suo ultimo anno completamente sola ad eccezione dell’unico inaspettato amico che si era fatta: Dedalus Kowalski.

Dedalus era suo  coetaneo, oltre che mezzosangue e Tassorosso. La sua famiglia era strettamente legata agli Scamander e come questi era una persona leale, vera e sincera.

“Allora? Che scusa hai inventato per venire nella mia carrozza?”

La voce di Celine era sprezzante, quando con le gambe accavallate e la gonna più corta di quanto avrebbe dovuto essere osservò l’amico entrare nel suo scompartimento.

“Ho solo detto la verità. Dopo sette anni ancora non hai capito che non mi interessa quello che pensano gli altri? Sei la mia migliore amica ed a prescindere di quello che pensano tutti, ne sono orgoglioso!”

La ragazza sorrise ed allungando una mano aspettò che lui la prese e si sedette al suo fianco prima di stringerlo forte.

Nessuno vedeva di buon occhio il loro legame. Perché lei era una Serpeverde e lui un Tassorosso. Perché lei era una purosangue e lui un mezzosangue. Perché lei era una Lestrange e lui un Kowalski. Tutti dicevano che erano come un leone ed una gazzella. Predatore e preda non potevano convivere senza che la loro natura avesse il sopravvento, ma loro avevano dimostrato che così non era.

Dedalus era un ragazzo grassottello, non una grande bellezza nonostante i capelli neri e gli occhi blu profondi. Aveva però sempre un gran sorriso sul viso e la carica positiva di chi credeva che tutto fosse possibile e che non esistessero barriere che non potevano essere superate. Non aveva mai giudicato Celine per il suo aspetto, forse anche perché il suo dono di Legilimens gli aveva permesso di scoprire quanto dentro fosse una brava e bellissima persona. Era facile cadere altrimenti in inganno, Celine era brava ad alimentare le voci che su di lei c’erano con un atteggiamento ed un abbigliamento provocatorio.

Portava la divisa in modo indisponente senza curarsi dell’apparire impudica e smaliziata. Il suo corpo poi alto e slanciato non aiutava poi a non renderla attraente. I fianchi sinuosi, il seno ben proporzionato e le labbra a cuore le davano una seduzione naturale resa ancora più accentuata dal taglio degli occhi come quelli del felino che era solita accompagnarla. Grigi e chiarissimi erano sempre risaltati da una buona dose di kajal ed un trucco smokey ben curato. A completare il quadro c’erano capelli biondissimi e lunghi fino a metà schiena che amava acconciare, mettere in piega o legare sempre in modo diverso.

Quel dì ad esempio aveva un alto ponytail che la rendevano più algida e snob del solito.

Rannicchiata contro la spalla di Dedalus gli sorrise sempre felice di averlo al suo fianco.

“Quest’anno tutto sarà finito, ti rendi conto?”

Chiese Celine impaziente che il treno partisse e li riportasse a quella che nonostante l’incubo che potesse sembrare per lei, sentiva ormai essere la sua casa.

“Lo dici perché non vedi l’ora che arrivi quest’estate vero?”

Chiese lui con un sorriso sul volto quando voltandosi verso di lei, la vide alzare il suo visetto e sorridergli. C’era confidenza tra loro ed un’intimità che tutti scambiavano per altro. Prendevano in giro Dedalus dicendo che le era amico solo perché lei ogni tanto gliela dava e lei come sempre figurava come quella che non se ne lasciava scappare nemmeno uno… perfino i mezzosangue.

“Ovvio. Andremo a New York dai tuoi nonni e… spero davvero sarà l’occasione per poter iniziare una nuova vita lontano da qui… Insomma vuoi forse dirmi che non sei emozionato quanto me dello stage che ad Ilvermorny avremo?”

Chiese Celine mordendosi il labbro inferiore, mentre lui si trovò ad assentire prima di scoppiare a ridere insieme a lei e mostrarsi eccitato in egual modo.

“Il nostro sogno diventerà realtà! Wow mi sembra incredibilmente che Silente abbia davvero presentato il nostro progetto al Preside Ilvermorny e che lui ci voglia lì per presentarglielo!  Ho già pensato ad alcune idee che ti piaceranno! Vuoi sentirle?”

“Ok ok se da qui fino ad Hogwarts dovremo parlare d’affari collega, meglio fare rifornimenti!”

Lo beffeggiò lei con un simpatico buffetto, prima di recuperare dalla sua borsa qualche galeone e così congedarsi il tempo necessario per raggiungere la signora del carello dei dolci e così comprare qualcosa da smangiucchiare per il lungo viaggio.

Celine era appena uscita dallo scompartimento, con ancora il capo basso per contare i galeoni quando senza rendersene conto si scontrò con qualcuno verso il quale porse le sue scuse sbrigative. Era inutile mostrarsi gentile ed apprensiva quando ormai chiunque su quel treno aveva dei pregiudizi che non avrebbe mai cambiato. Tuttavia quando alzò il volto la giovane non poté non essere sorpresa. Da quanto sapeva l’Espresso per Hogwarts di solito era riservato agli studenti e non aveva mai visto un adulto a bordo, a parte la strega da cui era diretta.

Lo sconosciuto indossava un completo da mago molto consunto, rammendato in più punti. Aveva l’aria stanca e malata. Benché fosse piuttosto giovane, i suoi capelli castano chiaro erano striati di grigio.

“Ehm scusi ancora…” ripeté dunque più convinta Celine pensando che quanto meno con uno sconosciuto poteva sforzarsi di essere un poco meno scontrosa del solito.

“Oh no scusami tu, ero distratto… stavo cercando uno scompartimento vuoto per schiacciare un pisolino”

Gli rivelò quello con una semplicità disarmante che fece quasi scoppiare a ridere la giovane che non riuscì a non placare la sua curiosità.

“Professore R.J. Lupin… interessante…” sussurrò quando abbassando lo sguardo era incappata nella valigetta lisa che teneva in mano. Era tenuta insieme da una grande quantità di spago legato con cura ed il nome era stampato su un angolo a lettere un po’ sbucciate.

“Osservatrice attenta Miss…”

“Celine”

Si affrettò a dire lei. Le era venuto spontaneo. Era così abituata ad evitare di pronunciare il suo cognome che… due secondi più tardi lo trovò estremamente stupido. Tanto comunque vada se quell’uomo sarebbe divenuto il suo professore lo avrebbe scoperto.

Dal canto suo Remus si trovò ad aprirsi in un sorriso un po’ sghembo dettato anche da un imbarazzo che andò a crearsi senza un vero perché. Probabilmente il tutto era dovuto a quella studentessa dal carattere deciso e strafottente che alta quanto lui lo guardava senza alcuna traccia di disagio. Nonostante la giovane età ella possedeva una sicurezza che a lui era sempre mancata.

Mentre il silenzio tra i due diveniva palpabile l’Espresso di Hogwarts puntava dritto a nord ed il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio, mentre le nuvole nel cielo s’infittivano.

“Spero solamente che sarà all’altezza del ruolo Professore, se i miei conti non sbagliano sarà l’ennesimo insegnate di Difesa Contro Le Arti Oscuro… o dico male?”

Celine aveva piegato il viso da un lato in un’espressione altezzosa ed indagatrice, come se godesse della sua innata capacità di mettere a disagio gli altri.

 “Lo dico solo perché pare avere l’aspetto di uno che basta una bella fattura a sistemarlo…”

Inferì lei portando il professore a fare un passo nella sua direzione, lo sguardo alto e severo.

“Non credo che sarebbe un buon modo per Serpeverde di iniziare l’anno se già fossi costretto a togliere dei punti che ancora non avete…”

Touchè. Celine si considerò soddisfatta di vederlo reagire in quel modo inaspettato, lei che già si era fatta un’idea su di lui come un professore che sarebbe stato facile manipolare. Era lieta di essere stata smentita, era stato sempre fin troppo facile per lei riuscirci.

Lo sguardo glaciale della studentesse fu catturato da tre figure lontane alle spalle dell’uomo di, le stesse che la costrinsero a mettere fine a quel divertente tété-à-tété.

“Giusto, ma l’avverto dovrà abituarsi, non sono solita rispettare le regole… non amo particolarmente le convenzioni…” lo avvertì lei posandogli una mano sul braccio per superarlo.

“Ah… buona pennichella allora… ci si vede a scuola…”

Concluse con un sorriso furbo, prima di voltarsi e continuare la sua camminata per il corridoio con un gran sorriso sul volto. Che avesse trovato la distrazione perfetta per far passare velocemente quel suo ultimo anno?

Ci stava ancora pensando quando le tre figure intraviste poco prima le si fermarono di fronte: Draco e i suoi fedeli accompagnatori Tiger e Goyle. Due energumeni grossi e muscolosi di cui uno alto, con un taglio di capelli a scodella ed il collo taurino e l’altro con ispidi capelli corti e lunghe braccia scimmiesche.

“Bene bene, guarda chi c’è” disse Malfoy con il suo solito tono mellifluo, prima di lasciar spazio ad un sorriso sincero che non riservava mai a nessuno se non a quella sorella inaspettata con la quale aveva un’amicizia che considerava vera non come le altre che erano solo per convenienza.

Draco aveva quattro anni e mezzo meno di Celine e nonostante la sua pessima reputazione ed il fatto che non condividesse la metà delle sue scelte, era l’unica persona con la quale si dava il lusso di essere sé stesso. L’unica che tra pochi mesi se ne sarebbe andata dalla loro casa, all’oscuro dei loro genitori, pur di cambiare il destino che per lei era stato scritto. Celine aveva un coraggio che Draco dubitava sarebbe mai riuscito ad avere e questo se possibile gliela faceva ammirare ancor di più.

“Hai proprio un debole per i perdenti sorellona…” la prese in giro lui, prima che questa gli scompigliasse i capelli. Odiava quando lo faceva, ma seppur fingeva sempre di arrabbiarsi era qualcosa che nel profondo in realtà gli faceva piacere. Perché era un gesto d’affetto come da nemmeno i suoi genitori aveva mai avuto.

“Che ne dici di ronzare intorno a Potterino e Lenticchia e a me lasciarmi in pace?”

Draco alzò le mani in un finto segno di resa e poi ridendo scontrò il pugno contro quello di Celine in un saluto che era solo loro.

“Ci vediamo a scuola scorbutica”

“Ci vediamo a scuola pulce”

Come vi è sembrato? Sono molto curiosa di conoscere opinioni e pareri ed anche testare un po’ l’effettivo grado di interesse prima di proseguirla.

Bacetti stregati,

#theblackwitch 🖤

 

   
 
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