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Autore: Walt96    18/03/2018    3 recensioni
La Fantasia è il motore che muove il mondo.
Nella città natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricità.
È giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarà imbrigliato tra Luce e Oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 15
 
The Defence of Athom
 
 
 
 
 
Il boato fu udito da tutti i cittadini di Athom, chi stava preparando la cena nelle proprie case, chi passeggiava per le vie del centro, chi aveva ammirato il tramonto dalla passeggiata sopraelevata e anche da quelli studenti che, zelanti, si stavano ancora allenando.
Anche le vibrazioni furono un duro colpo per tutti, svegliarono chi si era appisolato prima della cena, fecero vibrare i pavimenti delle case e l’acqua nei bicchieri; causarono lo stato di allarme negli animi di ognuno di loro.
Non tutti, però, potevano osservare ciò che stava accadendo al Santuario: una nube nera lo avvolgeva e l’Oscurità prendeva possesso del terreno circostante l’entrata trasformandolo in un profondo abisso oscuro.
All’interno dell’edificio sacro, non vi era più un vero pavimento ma solo Oscurità che tentava di impadronirsi anche del contenuto della sala stessa.
La Luce proveniente dalle reliquie presenti però la respingeva evitando il collasso, attualmente la sala inversa a quella dei maestri sembrava surreale: con i sette troni e le relative reliquie emergenti da un baratro nero.
Dal terreno al di fuori emergevano numerosi Heartless: creature nate dall’Oscurità più pura che agivano d’istinto con la voglia di distruggere la Luce che proveniva dalla città e creare altra Oscurità.
Walter apparve in un lampo bianco davanti al gabbiotto di Lilly.
«Lilly!» la prese alla sprovvista facendola sobbalzare, ma gliene importò poco «SIAMO SOTTO ATTACCO! Le forze dell’Oscurità raggiungeranno presto la città! Dirama l’allarme!» disse battendo l’indice sul vetro «Attiva tutti i sistemi di sicurezza, i civili devono entrare nell’Accademia il prima possibile! Evacua le strade! Fai utilizzare i passaggi sotterranei! L’Accademia rimarrà invalicabile anche durante la battaglia, io sto radunando i maestri. Chi vuole combattere è libero di farlo. Voglio la passeggiata sopraelevata evacuata, subito!» concluse lui poi, senza aspettare alcun minima risposta si voltò verso l’interno del salone d’ingresso, compì qualche passo in corsa e svanì in un nuovo lampo.
Mentre Walter dettava ogni istruzione Lilly aveva iniziato a sudare freddo e perdere colorito, non realizzava la gravità della situazione.
Quando Walter svanì lei corse fuori dal gabbiotto sperando di riuscire a fargli l’unica domanda che gli era venuta in mente durate tutto ciò: “chi ci sta attaccando?” ma riuscì solo a vederlo svanire: «… Maestro...?».
Rimase lì in piedi, incredula per un paio di secondi poi, asciugandosi una lacrima che le era spontaneamente sgorgata, rientrò nel suo ufficio.
«Questo non era compreso nel contratto da stagista…» riuscì a commentare mentre voltava le spalle al vetro del gabbiotto per rivolgersi alla parte del suo ufficio che non aveva mai utilizzato: quella con tutti i meccanismi di allarme della città.
Prese una chiave appesa alla parete e la infilò in una serratura che diede accensione a tutto il quadro di controllo degli allarmi, illuminandone i tasti e le varie funzioni.
Spostò una leva su “CODICE NERO” e attivò tutte le funzioni allegate a quello stato di allarme.
In città tutto si mise in funzione per affrontare una dinamica come quella in corso.
Una penetrante sirena da guerra iniziò a risuonare in tutti gli angoli, ritmicamente e a intervalli regolari. Le strade si desertificarono in poco tempo.
Normalmente veniva fatta una simulazione di evacuazione ogni due anni, perciò gli abitanti, sia dotati di Fantasia e non, sapevano ciò che quella sirena stava a significare e si mossero di conseguenza raggiungendo i loro cari nelle case e preparandosi ad abbandonarle per un tempo indefinito.
Dopo una manciata di minuti, Lilly prese in mano un microfono molto particolare che avrebbe diramato la sua voce e le sue istruzioni a tutta la città.
 La ragazza prese tutto il suo coraggio per affrontare la verità, si schiarì la voce e iniziò a dare le informazioni in maniera chiara, diretta e incontrovertibile: «ATHOM È SOTTO ATTACCO, TUTTI GLI ABITANTI DEVONO DIRIGERSI IMMEDIATAMENTE AL SICURO ALL’INTERNO DELL’ACCADEMIA. SONO ATTUALMENTE DISPONIBILI I PASSAGGI SOTTERRANEI DIRETTI DALLA SCUOLA ELEMENTARE DI CALUDIO E DALLA PASTICCERIA DI EGIDIO. EVACUARE IMMEDIATAMENTE LA PASSEGGIATA SOPRAELEVATA! TUTTI COLORO CHE ABBIANO IL DESIDERIO DI COMBATTERE PER DIFENDERE LA CITTÀ SONO LIBERI DI FARLO. I MAESTRI SONO GIÀ IMPEGNATI AD ESEGUIRE LE DIFESE. ATHOM È IN PERICOLO, PROTEGGETECI, FATE IL VOSTRO DOVERE PER LA NOSTRA CITTÀ! …RIPETO…» e così a intervalli regolari la sua voce andava a coprire le sirene di allarme per ripetere le indicazioni ai cittadini di Athom, in particolar modo a chi non poteva combattere.
Mentre il messaggio veniva ripetuto una seconda funzione difensiva venne attivata: da tutti i tombini presenti in ogni parte della città, strade e piazze, si alzò una sottile colonnina d’acciaio sulla cui cima un piccolo schermetto faceva apparire una freccia che indicava la via più breve per raggiungere l’Accademia o uno dei passaggi sotterranei.
Contemporaneamente, le porte di spesso acciaio che sancivano i vari ingressi ad archi sotto le mura, si chiusero lentamente dividendo la città dall’esterno, definitivamente.
Doom
Un secondo boato proveniente dal Santuario investì la città, accompagnato da un’onda d’urto che sferzò l’aria destabilizzando l’equilibrio di chiunque fosse in piedi in quel momento.
Successivamente al secondo boato, Lilly azionò l’apertura totale delle porte e, con un lento cigolio di legno, si spalancarono permettendo ai primi cittadini di entrare.
«Dirigetevi verso la Sala delle Profezie!» disse indicando il luogo più profondo e apparentemente sicuro.
I rifugiati erano principalmente persone adulte e anziani, privi del potere della Fantasia e perciò indifesi. Erano trascorsi circa quindici minuti dalla diramazione dell’allarme generale e già tutta l’ampia piazza dell’Accademia era gremita di persone.
Lilly fu sollevata da ciò e fu soddisfatta del suo lavoro.
Arrivò Cindy e, appena si videro, si unirono in un abbraccio ricco di solidarietà femminile.
«Lilly, ma cosa sta succedendo?» chiese la nuova arrivata.
«Purtroppo non conosco i dettagli ma Walter è arrivato furibondo a dirmi di dare l’allarme, di sicuro non è un esercitazione» disse la portinaia.
«C’entra qualcosa il Santuario, sembra avvolto dall’Oscurità e ormai nessuno si trova più fuori dalle mura per andare a verificarlo… gira voce che anche le onde d’urto di prima provengano da lassù» disse lei con agitazione.
«Amica mia, hai intenzione di combattere?» chiese Lilly.
«…Io… credo di sì lo farò!» disse con la voce rotta da un singhiozzo «Ho accompagnato i miei genitori qui e stanno per entrare…» disse piangendo «sei sicura che l’Accademia sia un posto sicuro?» chiese in balia della disperazione.
«Walter ha detto che l’Accademia sarà impenetrabile anche durante la battaglia, quindi direi che non c’è un posto migliore di quello… ma se vuoi puoi restare dentro con loro…» la incoraggio Lilly tenendola per la spalla.
Cindy si asciugò le lacrime e tirò su con il naso riprendendosi: «No. Sono l’unica in famiglia ad avere la Fantasia, è mio compito fare del mio meglio per proteggere loro, la mia città e i miei amici. A proposito, sai dove sono gli altri?» chiese.
«Non lo so, sei la prima a passare di qui, immagino che anche loro vogliano combattere e si stiano distribuendo in tutta la città» ipotizzò Lilly.
«Va bene, vado» disse, mentre le sirene continuavano ad echeggiare per le vie della città.
 
 
 
 
Walter sapeva che una volta diramato l’allarme tutti i maestri si sarebbero riuniti nel luogo prefissato nel caso di un attacco.
Raggiunse la base della passeggiata sopraelevata in movimento dinamico e poi si librò in volo lentamente verso il centro della struttura.
Kudo, Avis, Eugeo, Erika e Dave lo stavano aspettando, uno di fianco all’altro, osservando ciò che stava accadendo al Santuario e le orde di Heartless che ne fuoriuscivano, diretti verso la città.
Walter li raggiunse e rimase in aria dietro di loro.
Doom
Un nuovo boato si propagò nell’aria.
Lo accompagnava da un onda d’urto ancora più forte, che quando raggiunse Athom scheggiò i palazzi, rovinò le strade e ruppe i vetri delle finestre.
Le vesti dei sei maestri sferzarono all’indietro ma nessuno di loro si mosse di un millimetro, nemmeno Walter che era sospeso a mezz’aria.
Dopo quell’onda d’urto, una mastodontica massa nera si stava gonfiando sempre di più, prendendo le sembianze di un mezzo busto femminile.
Era priva di arti inferiori e si trascinava con le enormi braccia verso la città, aveva lunghissimi capelli che si muovevano sinuosi simili a letali tentacoli, due occhi gialli e inespressivi e una grossa pancia grassa su cui si poggiava. Era alta più di cento metri.
Insieme a lei, fuoriuscivano Heartless di ogni forma e dimensione: Shadow, Neoshadow, Darkball, Invisibili e gli enormi Darkside; alcuni volavano altri rimanevano a contatto col terreno, scivolandoci sopra come delle ombre.
«Hanno spezzato le catene, vero?» chiese Dave che conosceva già la risposta a quella domanda.
«Sì…» rispose Walter.
«Noto con piacere che la maggior parte degli studenti abbia deciso di combattere» disse Eugeo.
«Spero che ne siano all’altezza e che non vadano ad alimentare inutilmente l’Oscurità» commentò Kudo.
«Walter… l’hai imprigionata una volta, puoi farlo di nuovo…?» chiese speranzosa Erika.
«Lei è rimasta vincolata per diecimila anni, mentre noi… siamo invecchiati» gli disse lui con tono comprensivo.
«Tutti i civili sono al sicuro?» chiese Avis.
«Gli ultimi rimasti si stanno dirigendo all’Accademia, Lilly ha fatto un ottimo lavoro» rispose Walter e proseguì «Avis, Dave, voi siete i più veloci dopo di me. Date una mano agli studenti, combattete al loro fianco, proteggeteli. Eugeo, tu Erika e Kudo occupatevi di quella mostruosità gigante, e fate saltare questa meraviglia al momento giusto. Ad Antonella ci penso io» disse Walter serio, poi riprese il suo volo verso il cielo e si posizionò nel punto più centrale e alto della città.
Avis e Dave svanirono in movimento dinamico andando a occupare i punti più strategici e dando istruzioni agli studenti.
Kudo, Erika e Eugeo rimasero sulla passeggiata sopraelevata, pronti a farla cadere al momento opportuno.
 
 
 
 
Forse qualche grido, ma sicuramente una sirena. Walt aveva l’udito confuso e annebbiato, non sapeva quali suoni avesse veramente sentito o quali si fosse immaginato.
Piano piano aprì gli occhi e scoprì di avere anche la vista annebbiata oltre all’udito ovattato e gli ci volle qualche secondo per riprendere completamente i sensi.
Era sdraiato, con le forze che man mano stavano tornando, non ricordava nulla dopo essere affondato nell’Oscurità.
Mentre i pensieri si sovrapponevano, vide che la bolla di Spazio era svanita e con essa anche i suoi prigionieri.
«Ma cosa!?» disse e si alzò di scatto e quell’azione repentina gli fece venire delle forte vertigini.
«Devi stare calmo ancora qualche minuto» sentì e vide che Andy era accucciato affianco a lui con le mani appoggiate sul suo addome «Sei stato colpito in un punto vitale, ho bisogno di qualche momento ancora» disse.
Walt tirò su il capo giusto un pochino per osservare la scena: Andy, con il potere dell’Erba lo stava guarendo, una leggera luce verde proveniente dalle sue mani gli stava riscaldando il corpo e man mano lo rinvigoriva.
Sul terreno adiacente a loro erano nate diverse campanule bianche, forse una conseguenza involontaria della guarigione.
«Cosa è successo? Devo andare immediatamente al Santuario!» disse Walt agitandosi.
«Non ho idea di cosa sia accaduto, quello devi dirmelo te, ma ti posso assicurare che ormai è troppo tardi. Siamo sotto attacco, è stato dato l’allarme. Ora o si combatte o si ci si rifugia dentro l’Accademia» disse Andy.
«Lucas… lui David e Jacob volevano fare qualcosa al Santuario… qualcosa di Oscuro».
«…Temo che ci siano riusciti» disse e lo aiutò ad alzarsi.
Doom
Un nuovo boato e relativa onda d’urto li investì in pieno costringendoli a puntare i piedi a terra per non cadere.
Walt iniziò a provare una vera e propria disperazione e istintivamente voltò lo sguardo al cielo.
Vide immediatamente Walter in centro alla città
Sopra di lui si erano formate densissime nubi temporalesche che ogni tanto venivano illuminate da un piccolo fulmine.
Il maestro volteggiava lentamente a braccia aperte e da sopra la sua testa iniziò a formarsi la cima di una spessa cupola trasparente.
Walt fu colpito da un senso di colpa micidiale che gli portò le lacrime agli occhi: «Sono una delusione, è tutta colpa mia!» disse coprendosi il volto con le mani.
Si sfogò piangendo e inginocchiandosi in preda alla disperazione, lui in fondo non voleva fare nulla di male.
«Non è colpa tua e tu lo sai» gli disse Andy che non si era distratto dall’osservare la creazione di quella magnifica opera difensiva da parte del maestro.
Walt lo guardò.
«Adesso non ci resta che combattere, per i nostri parenti, per i nostri amici, per il nostro futuro, per Athom» disse Andy poi lo prese e gli asciugò le lacrime dal volto, «Dove sono Erik e Matt?» gli chiese lui.
«Non lo so…» rispose Walt, non li vedeva da quando si erano separati in archivio.
«Sei lo studente con il più veloce movimento dinamico di tutta Athom, trovali. In combattimento diamo il meglio di noi se siamo con i nostri compagni, anche io andrò a cercare Al e Lezia, hanno bisogno di me» gli disse risistemandogli il vestito.
«Hai ragione… grazie Andy» gli disse Walt.
In quel momento la grossa cupola li superò, andandosi a chiudere oltre il campo di addestramento e oltre le mura esterne.
Videro proprio lo spesso strato di energia elettrica di Walter abbassarsi e bloccare anche il vento che proveniva dall’esterno.
«È impressionante, non è vero?» chiese Andy.
«Sì, immagino che finalmente oggi saremo costretti a vederlo combattere» disse e poi, contemporaneamente al compagno, entrò in movimento dinamico.
 
 
 
 
Numerosissimi Heartless erano ormai usciti dal buco nero che fuoriusciva dal Santuario e, mentre l’enorme mostro oscuro con le sembianze di Antonella si avvicinava alla città alcuni Heartless avevano già raggiunto la cupola.
I Darkside erano molto grossi e colpivano la cupola con sfere di oscurità e raggi di energia.
Gli Invisibili utilizzavano la loro spada e, potendo volare, riuscivano a colpire la cupola in ogni suo punto, insieme alle Darkball.
Shadow e Neoshadow invece rimanevano a terra e colpivano la base della barriera scalfendola.
Ormai la collina su cui si ergeva il Santuario era divenuta una distesa di Oscurità, un baratro senza ritorno.
La situazione, invece, era al quanto calma all’interno del Santuario in quanto, anche se ormai i sette troni sembravano emergere dall’Oscurità più intensa, erano comunque intatti così come le sette reliquie al suo interno.
Avis e Dave viaggiavano per le strade spiegando agli studenti come affrontare nemici così imprevedibili come gli Heartless, schierando e posizionando i gruppi di studenti nei luoghi migliori per affrontare la battaglia.
Le persone si abbracciavano, si incoraggiavano per affrontare la guerra contro l’Oscurità, genitori e figli, amici e amici, fidanzati… tutti erano pronti.
I colpi degli Heartless iniziavano a scalfire e crepare la cupola così Walter si avvicinò alla parte anteriore, dove stava arrivando l’enorme Heartless di Antonella.
Dove fosse quella vera? Lui era sicuro si trovasse già in città, nascosta. Pronta a uscire allo scoperto una volta che il suo esercito fosse penetrato nelle difese.
Doom
Un’ultima, definitiva e inaspettata onda d’urto molto più forte delle precedenti fuoriuscì dal Santuario e sferzò l’aria fino a raggiungere la cupola e ampliando le crepe che gli Heartless avevano iniziato.
L’enorme nemico era ormai arrivato a contatto con la barriera, a distanza di circa duecento metri dalle mura della città.
Lentamente chiuse la mano formando un pugno grosso come un palazzo, tirò indietro il braccio e sferrò un pugno contro la cupola, che Walter accolse a braccia aperte.
La cupola svanì e il corpo di Walter accusò interamente il colpo, come se avesse fatto da catalizzatore e, trasformandosi in Luce, si schiantò al suolo distruggendo un palazzo e affondando nelle fondamenta.
Eugeo colpì a terra con il bastone e le colonne portanti della passeggiata sopraelevata si spezzarono facendola cadere interamente sopra le mura, costituendo in un secondo una seconda cinta muraria sopra la prima. L’ex passeggiata sopraelevata mostrò solo in quel momento la sua reale funzione.
Kudo, Eugeo ed Erika erano pronti ad affrontare il mostro.
La battaglia era iniziata.
   
 
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