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Autore: Spensieratezza    25/03/2018    4 recensioni
Sequel della storia "L'ultima riga delle favole." e quarta storia collegata al ciclo delle fiabe.
Questa storia racconta il dolcissimo legame tra Jared e suo fratello Dean. Una storia romantica e struggente, piena di sentimento.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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“Quindi tu vedi i fantasmi?” gli chiese Dean, sorridendo, incuriosito.

“Sì…ma..è più di questo..io non so come spiegarlo..” disse Jared, stropicciandosi i capelli.

“Provaci.” Disse Dean dolcemente. Non sembrava aver l’aria di volerlo prendere in giro. Sembrava solo curioso e pronto ad ascoltare. Jared allora ci provò.
 
“Parlare di fantasmi..sarebbe riduttivo.. io credo. Io vedo…la dimensione invisibile. Tutto ciò che finora ci è stato nascosto, o che forse non riuscivamo a vedere noi, perché non siamo in grado di vedere l’invisibile e che per questo pensiamo che non esiste. E sai una cosa, Dean? C’è un mondo là fuori..ed è meraviglioso! Io vedo..le sfere di luce, luminose, veleggiare a volte sopra la testa di un indivuduo…vedo sagome di donne o uomini, interamente in blu, fissarci o fissare le altre persone..vedo creature simili a elfi o gnomi..”

“E cosa ti dicono?” chiese Dean curioso.

“Niente..loro sono fuori dai concetti che abbiamo noi qui, del dover dare spiegazioni  a chiunque e per ogni cosa. Loro non sono neanche abituati al fatto che qualcuno possa vederli..perciò già il fatto di essere guardati con occhi pieni di meraviglia, da uno come me, è tantissimo…ma sapessi, Dean, a volte con uno gnomo..ci ho quasi parlato..

“E com’è parlare con uno gnomo?”

“Strano. Non ha i concetti di alto e basso e grande e piccolo come noi. Ho cercato di confrontarmi con lui e mi disse che la grandezza è relativa in base alla persona e a come si guardava il mondo. Loro vedendo sé stessi, erano normali, eravamo noi quelli giganti e disse che ogni essere vivente è grande a suo modo..”

“Riesci a parlarci? Voglio dire..parlano la nostra lingua?”

“No..io riesco però a capirli..perchè da quando ho il terzo occhio aperto..io..parlo la lingua universale, in cui loro mi sentono parlare con la loro lingua, e io li sento con la mia. Quando raggiungi un tale livello di comprensione e di vicinanza con l’individuo, non hai bisogno di imparare di fatto una nuova lingua..”

“Credi che sia stato il tizio misterioso che comparve quel giorno all’ospedale, ad averti dato questo dono?” chiese Dean.

“Sì..ne sono convinto. Non so perché lo fece, né se fosse consapevole di farlo..ma lui mi ha lasciato questo..ricordino, quando mi ha..guarito. Non so neanche come fece, né come faccio a saperlo, ma lo so. Perché io mi SENTO GUARITO, Dean, non sento più la rabbia e la tristezza che mi faceva sentire un uomo completamente inutile. Tutto scomparso.” Disse Jared, guardandosi le mani.

“A quanto pare, però, con me non ha funzionato.” Disse Dean triste. Ovviamente i due ragazzi non sapevano di conoscere qull’uomo, Misha, quindi non potevano sapere che quello che fece a Dean, era diverso da quello che aveva fatto a Jared. Se a Jared infatti lo guarì, a Dean cancellò solo i ricordi del fatto che lo conosceva, ma Dean non sapeva questo e non riuscì a darsi spiegazioni di cosa lo avesse fatto svenire in quel modo.
 
“Dean, io credo che quell’uomo fosse…un angelo. E credo che mi abbia guarito proprio con questo scopo! Perché il mio destino è cambiare la vita di altre persone come…”

“Come me?” chiese Dean.

“Come noi. Chi sono io, perché io merito di essere salvato e gli altri no? Me lo sono chiesto a lungo, ora la risposta mi è chiara come il sole. Sono stato guarito per uno scopo. Fratellino, io voglio che tu possa provare la stessa pace che ora sento io.”

“Se l’uomo che tu credi un angelo, avesse voluto che anche io la sentissi, l’avrebbe fatto anche con me.” disse Dean.

“Forse non poteva. Forse era valida solo per una persona. Hai visto cosa gli è successo. Fratellino, io ho in mente GRANDI COSE, per il destino, per il futuro di tutti noi, ma soprattutto PER TE! Voglio che tu viva in un mondo in cui non debba più soffrire.” Disse Jared, abbracciando suo fratello minore.
 
Dean ricambiò l’abbraccio, ma poi si fece preoccupato in volto.

“Fratello, io non credo sia cosa buona che tu veda presenze ultraterrene, oltre alle altre cose. Qualcuna di queste potrebbe farti del male.” disse.

Jared lo fissò, sorridendogli dolcemente.

“Vedo anche le anime trapassate, è vero, ma questo non mi fa  star male. Non c’è niente da temere dai morti, Dean..vorrei averlo capito prima..vorrei che tutti lo sapessero. Molte anime tra quelle che ho incontrato, sono gentili. Incontrarle mi ha fatto realizzare che la morte è molto di più di quello che sembra, che non è la fine di tutto.”

“Non…non mi piace sentire questi discorsi.” Disse Dean, districandosi dall’abbraccio e lasciando il laboratorio.

“Dean..adesso non riesci a comprendere, ma capirai! Te lo prometto! Non c’è niente di cui aver paura, da loro!!” disse Jared.
 
 
 
 
*

Diverso tempo dopo, Jared, ormai scienziato vero e proprio, aiutato anche dai cosiddetti spiriti, riuscì ad ottenere finalmente quello cui anelava da tempo.

Imbottigliare la negatività.

Ormai non avevano più un unico laboratorio a casa. Avevano un laboratorio vero e proprio in una base un po’ segreta. Jared lavorava con un altro team di scienziati, molto fidati. Dean era il suo assistente.

“Guarda, Dean, queste particelle di antimaterie, insieme ad altre sostanze che ho miscelato, se ingerite, possono addirittura purificare  un organismo vivente.”

“Come sei riuscito ad ottenere un simile risultato?” chiese Dean scioccato.

“Ho lasciato che le particelle di antimateria, si fondessero dentro un buco nero.”

“Un..un buco nero?

“Nessuno sa mai cosa ci sia dentro un buco nero. Alcuni pensano la vita. Altri la MORTE. Ma potrebbe essere entrambe le cose. Un buco nero è tutto quello che vogliamo che sia, è la risposta alle domande, è il mistero dell’universo, è la fiaccola che regge la vita, ma potrebbe anche essere la VITA STESSA. È come un embrione, che può diventare qualsiasi cosa, ma che ha bisogno del carburante per funzionare.”

“Il carburante in questo caso, sarebbe l’antimateria.”

“Quasi. È come una macchina e un motore, a cui manca la benzina. In questo caso la benzina è.. un tessuto di dna che non appartiene a questo mondo, che mischiato a queste sostanze, è in grado di far nascere la VITA.”

“Okay, adesso mi sono perso..” disse Dean con la testa che gli girava.
 
Jared lo guardò con un sorriso a quarantadue denti, era eccitato ed emozionato fino all’inverosimile.

Uno degli spiriti con cui sono in contatto, mi ha donato parte del suo tessuto organico come contributo, come BENZINA, per far funzionare l’automobile.”
“NOO.”

“Sì, invece. L’ha fatto perché ha sentito che ero spinto da motivazioni NOBILI. Mi è bastata una piccolissima parte che combinata con le altre due, ha formato una fiammella e…”

“Aspetta! Stai dicendo che..hai ricostruito la VITA in vitro??” chiese Dean scioccato.

“è molto meglio di questo, mio caro fratello. Io non ho costruito la VITA, ma l’ACQUA DELLA VITA. Un liquido, una miscela, talmente potente e forte, da poter debellare qualsiasi forma maligna, di origine cellulare, qualsiasi malattia del corpo e della mente, qualsiasi ferita fisica o immaginaria. La mia miscela è come un CANCRO all’incontrario che uccide tutto il male che trova sulla sua strada!” disse Jared.

“Jared..ma è..ma è fantastico!” disse Dean con le lacrime agli occhi.
“E tutto per merito tuo!! Sei tu, la mia più grande ispirazione! Sei tu la mia musa, Dean!” disse Jared, abbracciandolo forte.























Note dell'autrice:

scusatemi per il capitolo corto, ma è più forte di me, non riesco a scrivere più di una situazione per capitolo. Il mio cervello si inceppa xd volevo parlare ora di quello che capitava dopo, ma mi sono soffermata su sta cosa e non riesco ad andare avanti per oggi..è molto più frustrante per me che per voi, credetemi xd per fortuna ci stiamo avvicinando al grande casino. Anzi, nel prossimo capitolo ne parlerò sicuramente, dal momento che ho la scaletta fissa in testa. Alla prossima!  
   
 
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