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Autore: Spensieratezza    26/03/2018    5 recensioni
Sequel della storia "L'ultima riga delle favole." e quarta storia collegata al ciclo delle fiabe.
Questa storia racconta il dolcissimo legame tra Jared e suo fratello Dean. Una storia romantica e struggente, piena di sentimento.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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 “Eravamo un team. Io, mio fratello e il gruppo di scienziati di cui facevamo parte. Riuscimmo a mantenere questo progetto top secret – che era una mia idea – e riuscimmo anche ad agire alle spalle del Governo. Non ce l’avrebbero mai permesso altrimenti. Provammo a fare domanda, ma…respinsero l’idea, così facemmo di testa nostra.”

“Dio mio, avete avvelenato un’intera popolazione?” chiese Jensen.

“No. Non è come pensi. Ovviamente testammo la soluzione su uno di noi, che si offrì come volontario. Non volevamo rischiare di fare un genocidio. La soluzione non solo era innocua, ma agiva come un toccasana per il cervello. Era meglio dei tranquillanti e degli antidepressivi, meglio della camomilla! Allontanava i pensieri negativi, le idee suicide, le idee di morte e di distruzione e restava solo la gioia.”

“Se è così meraviglioso, perché tutti dicono che hai portato il mondo allo scatafascio?” chiese Jensen, allibito.

“Il fatto è che…ci fu un effetto collaterale, ma non come puoi pensare, sugli altri. Ma su di me!! “

“Su di te??” chiese Jensen allibito.
 


Jared sospirò e andò in cucina per bere un po’ di succo d’arancia.

“Il mondo aveva delle regole. È stato sempre così e le regole dell’Universo sembrano aver deciso ormai da tempo che nel mondo deve  esistere orrore, violenza e distruzione.

Un semplice umano, come me, è stato tanto arrogante da pretendere di stravolgere l’Ordine delle cose.

Venni punito per questo. Dagli spiriti che regolano il nostro mondo…e forse anche da Dio, chissà.”

“In che modo venisti punito?” chiese Jensen sempre più sconvolto da quelle rivelazioni.
 
“Tutta la negatività che io avevo cercato di distruggere, tornò da noi. Letteralmente tornò da noi.Era troppa da sopportare. Uccise tutti i miei compagni, trasformandoli prima in mostri, sembravano zombie viventi e poi quella negatività li uccise.

Uccise anche mio fratello. Non riuscìì a salvarlo.” Disse Jared, mentre delle lacrime scivolarono dalle sue guance.

“Io mi salvai, però. Da tempo era in fase di sperimentazione un siero che mi avrebbe permesso di non sentire più nulla. Io e mio fratello Dean lo avevamo progettato insieme, se avessi da subito preso quel siero, nessuno ci avrebbe rimesso, ma mio fratello decise che lo avrei usato solo come ultima spiaggia, perché non voleva rischiare la mia vita se non avesse funzionato. Mi convinse che l’idea della soluzione gettata giù per gli acquedotti era molto meglio. Avrebbe cambiato il mondo.”

“Ti voleva molto bene” disse Jensen.

“Se avessi preso subito il siero..sarebbe ancora vivo…è tutta colpa mia.”

 




 “Jensen, perché stiamo rivivendo il ricordo di quando ero una bestia e ti raccontai queste cose?” chiese Jared attonito da quell’insolita svolta degli eventi.

“Perché le cose non andarono in quel modo, Jared..” disse Jensen.
Cosa??”

Jared, è ora per tutti e due, di ricordare!

E dicendo così, i due scomparvero di nuovo in una bolla d’oro, che li avvolse, sollevandoli in aria e facendoli scomparire.
 
 
 
 
 
Jared era ormai diventato uno scienziato e insieme ai suoi colleghi e a Dean, potevano lavorare e fare i loro esperimenti. Purtroppo però, il composto che Jared era riuscito ad ottenere per l’imbottigiiamento del male, venne deriso dal Governo, rifiutato da tutte le case farmaceutiche. Nessuno accettava di finanziarlo, provarlo, sperimentarlo, brevettarlo. Venne rifiutato categoricamente, con la minaccia che se avesse continuato con questo progetto, sarebbe passato attraverso guai grossi.
 
La Cia e pezzi forti del governo, tra cui un certo Richard, venne un giorno a trovare Jared al laboratorio e lo prese da parte, dicendogli cose sconvolgenti.
 
 
 
“ Sarò franco con lei. Mi hanno mandato pezzi grossi, contatti molto in alto in politica e nel governo, per convincervi a desistere, mi hanno dato soldi, molti soldi. per lei, per convincere lei. E per lei, per convincerla a lasciar perdere.”

Jared stava già per ribattere qualcosa di sgradevole, ma Richard lo interruppe.

 “Lei è una bella persona, signor Padalecki, il che non equivale a dire che è una brava persona. In tanti siamo capaci a essere brave persone, ma è essere delle belle persone, è questo che differenzia la gente comune, dalla gente straordinaria.”

“Questa sviolinata è per indorare la pillola per il mio progetto rifiutato, signore?”
 
Richard scoppiò a ridere.
 
“Lei vuole molto bene a suo fratello, non è vero?”

“Ecco, qui stiamo camminando su un terreno minato. Mi dispiace, ma le posso permettere di scherzare su tutto, ma non su questo, signor...”

 “Speight. Richard Speight. Sento semplicemente il bisogno di confidarmi con lei, signor Padalecki. Sento il bisogno di dirle qualcosa. Di farle una rivelazione:

Sa perché sono qui? Perché lei è qui e mi sta ascoltando? Perché intuisci qualcosa che non sai spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando. Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Beh, è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.”

“E quale sarebbe la verità?” chiese Jared.

"Che lei è uno schiavo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descriverla agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è.   È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre.”
 


Jared lo fissò intensamente negli occhi, poi disse:
“Beh, sto aspettando.”
“Aspettando cosa?”

“Le pilloline. Devo fare la mia scelta no? Pillola rossa o pillola blu.” Disse e a quel punto Richard scoppiò a ridere.

“ Anche lei è fan del  film Matrix, signor Padalecki?”

“Sì. Mi ha sempre provocato una sottile angoscia, però, per quanto l’abbia trovato fenomenale, devo dire.”

“E..l’ha fatto guardare anche a suo fratello?” chiese Richard, con una strana luce negli occhi.
 
Jared ebbe un brivido a notare quello sguardo e anche a sentirsi porre quella strana domanda. Non capiva dove quello strano tizio voleva andare a parare.



“No, non l’ha maia visto e io non ho mai desiderato farglielo vedere, signore. Mio fratello ha…ereditato  dal suo disgraziato fratello, che sarei io, una forma molto persistente di insofferenza verso questo mondo. Volevo evitare che potesse sentirsi troppo vicino a quel film, per alimentare in lui false speranze che..vivere in un altro mondo fosse possibile.”
 
“Come sospettavo..” disse Richard sorridendo. “Vede, anche io ho guardato Matrix..e anche io ho un fratello, che non l’ha visto. Maggiore, però. E anche io farei tutto per lui.”

“è giusto. Tutti noi facciamo il possibile per la nostra famiglia..ma continuo a non capire dove vuole arrivare con questo discorso, signor..”

“Speich, Richard Speight. Io voglio arrivare al fatto che noi siamo anime affini, signor Padalecki. Anche io come lei, mi sento..imprigionato. Anche io, come lei, considero mio fratello, la metà che mi tiene ancora intero, la mia ancora a questo mondo, in tutti i sensi.”
“Perché mi sta raccontando queste cose?” chiese Jared.



“Forse perché credo che lei possa capirmi. Capire la mia anima sofferente. Non badi al mio vestito tutto impettoso, io sono molto più del vestito che indosso. NOI siamo molto di più del vestito che indossiamo.”

“In effetti non sembra molto a suo agio nel ruolo dell’agente segreto.” Disse Jared.

“RUOLO, Mi è sempre piaciuto giocare un ruolo!”
 
“Senta, per quel che mi riguarda, questa conversazione delirante è andata anche fin troppo per le lunghe. Se non c’è altro..”

“Aspetti..” disse Richard, trattenendolo per un braccio. “LORO non vogliono finanziare il tuo progetto, perché hanno paura.

“Paura di COSA?” chiese Jared stranito.
 
“Paura di essere annientati!”

“Cos…io non voglio uccidere nessuno! Io voglio fare del BENE!”

“Non è esatto. Lei ha dichiarato di voler uccidere il MALE. Ma il fatto è che..non si pensa mai che il MALE possa essersi fuso così troppo a lungo e così profondamente nelle nostre vite, da averci ormai trasformati nel male stesso.”
“Io..non capisco..”



“Tutte le persone malvagie del mondo, o che lontanamente pensano di esserlo, tutte quelle che hanno fatto soffrire qualcuno, per dolore, per vendetta, per debolezza, per capriccio, per IGNORANZA, per immaturità, sarebbero contro di lei. Perché avranno il terrore che la sua medicina, agisca come un’implacabile bomba atomica che riconoscendoli come malvagi, li possa annientare, distruggere, massacrare, uccidere.”

“Io..non farei mai una cosa simile…non..”

“E poi ci sono ovviamente tutti quelli che per interessi di politica e potere, non hanno interesse a veder finire le GUERRE e la lotta per le conquiste dei territori, quindi non possono assolutamente permettere che lei trasformi il mondo in un posto in cui la pace REGNI SOVRANA.”
 
“No..tutto questo è assurdo..lei sta cercando di convincermi che è tutto un complotto..che mi credono ma vogliono impedirmi di..non riuscirà a spaventarmi. Io andrò avanti e la gente sarà dalla mia parte! Mi crederanno e sarò per loro un eroe, mi ameranno e io e mio fratello..”

Amarla?? Lei NON Capisce. Le persone sono avide, crudeli, rigide, bloccate nei loro schemi mentali troppo stretti! Non la ameranno mai! Non esistono angeli qui, né in cielo né qui sulla Terra!” disse Richard, tenendogli stretto il braccio.
 
Quella frase colpì così tanto Jared, che spalancò la bocca e sgranò gli occhi.



“Tu..conosci Castiel!” disse sbalordito.

“Non so di cosa parli. Non conosco nessun Castiel!”

“Menti!! Lo conosci..o..o c’è altro. Quella tua frase ha scatenato in me qualcosa ma…non..non so cosa..per favore, lasciami.” Disse Jared, provando a divincolarsi.



“è importante che mi ascolti..” disse Richard senza dargli retta. Sembrava più allucinato di lui.

Mi lasci, ho detto! Non mi convincerà a rinunciare al progetto!!”

Ma ancora una volta Richard lo sorprese.

“Io non ho intenzione di convincerla a rinunciare al suo progetto, io voglio che lei vada fino in fondo, messier.”
 
“C-che cosa?” chiese Jensen completamente sconvolto e spiazzato da quell’uscita.


“Faccia passare il suo composto attraverso l’acquedotto, negli impianti fognari e nelle tubature. Lasci che bevano tutti quanti il suo composto!”

“Che cosa sta cercando di ottenere? È forse psicologia al contrario? Crede che non ne avrei il coraggio, forse??”

“Mi auguro che lei ce l’abbia, altrimenti saremmo tutti perduti.” Disse Richard, guardandolo con occhi fiammeggianti.

Jared lo guardò più spaventato che mai.
“Ma di che cosa sta parlando?”

“Sto parlando di Matrix, mio caro. Di un altro tipo di Matrix. Di una donna che muove i fili di tutto questo. La grande Burattinaia. Colei che ci ha intrappolati.”

“Tu..la conosci? Sai dirmi chi è??”

“Certo che la conosco. E la conosci anche tu!”

“Io?? Non..non è vero..”

“Ora devo andare. Ho detto già fin troppo. Faccia quel che deve, la prego, Jared. Sconfigga quella lurida puttana.” Disse, lasciando il laboratorio.
 
 
 
 
 



*

Erano tornati di nuovo al presente. Jared aveva rivissuto di nuovo quel ricordo da attore principale e aveva la testa in fiamme, da quei ricordi inaspettati. Quanta altra gente ancora sarebbe comparsa, dichiarando di volerli aiutare e che si sarebbe scoperto poi invece che li avevano abbandonati a loro stessi?

Ignaro che la sua dolce metà aveva invece assistito a tutto quel ricordo, da spettatore, si girò verso di lui e lo vide concentrato in un punto invisibile davanti a lui.
 
 


“Ascoltami!” dichiarò al nulla.

“Ma cosa??” si domandò Jared grattandosi la testa.
 
“Ascoltami, io lo so che non è un granchè come lo sarebbe se ti guardassi dritto negli occhi o ti parlassi di persona, ma è il meglio che posso fare, per come sono adesso..ma si può dire che tu non mi hai lasciato altra scelta..” disse Jensen ad alta voce.

Ecco lo sapevo..è impazzito..ormai da i numeri.. pensò Jared, impressionato.
 
“Forse è questo che si prova a parlare con la donna invisibile..” disse Jensen ridacchiando perfino. “Perdonami per la battuta, ma ci sta, no? In fondo so che tu sei..una DONNA..ma io di fatto non ti ho mai vista..” tossì per riprendere il filo del discorso. “Arriviamo al punto, io volevo..chiederti scusa.

Eh??

“Chiederti scusa per tutto.  È chiaro ormai che se hai agito come hai fatto, è stato perché avevi le tue buone ragioni, i tuoi motivi. Se ti ho fatto soffrire e ormai credo sia così..io ti chiedo scusa. Ti chiedo perdono sincero, ma ti prego, ti prego, lasciaci andare. Se davvero mi ami, ti scongiuro, lascia che io viva la mia vita con la persona di cui sono innamorato. Se tu mi hai amato davvero, devi sapere cosa si prova. È un sentimento che ti lascia senza respiro, che ti fa male, ma che ti fa stare anche bene. Jared non c’entra in tutto questo. Se proprio devi punire qualcuno, punisci me. Non lui. Lui non ha alcuna colpa. Ha già sofferto abbastanza. Ti prego. Lasciaci andare.”
 
Jared attese che Jensen dicesse altro, ma lui sembrava aver esaurito le parole.



Bel discorso.” Disse alla fine Jared, non potendo evitare a sé stesso di suonare sarcastico.

Jensen si accorse di essere con le mani ancora giunte come in preghiera e si sbrigò a scioglierle.
 
“Accidenti a te, Jar..stavo per addolcirla.”

“Addolcirla? Lo senti questo silenzio, è perché dopo questo discorso è andata ad aggiornare e moltiplicare i secoli di punizione.”

“Non è divertente..facevo quello che avrei dovuto forse fare dall’inizio.. chiedere pietà, o almeno una riappacificazione..”

“Con quel discorso ridicolo? Con te con le mani giunte come in preghiera verso Dio? Stavo per vom..”
 
BOOOOOOOOM
 
I ragazzi caddero a terra mentre la stanza cominciò a tremare pericolosamente.
 


“Co..cos’è stato? Il terremoto?” chiese Jensen  a terra.

“Terremoto? Credevo ci avessero bombardati dal 1945.” Disse Jared.
Jensen lo guardò male.

“Che c’è? Sei tu che hai insistito per farmi guardare Captain America.” Disse Jared scrollando le spalle.

“Credo tu l’abbia fatta arrabbiare, Jar..”

“Ma dai. Da dove l’hai presa questa brillante idea!”


"Cerca di ricordare quello che ti dissi quel giorno, Jared!!!" disse una voce a quel punto, arrivata ad interrompere quella diattriba.

"Jared, chi cavolo ha parlato??" chiese Jensen.

"Credo sia Richard, Jensen."

"Il tizio della CIA, vestito come un agente immobiliare??" chiese Jensen.

Jared lo guardò. Entrambi si guardarono con aria buffa e con la stessa aria, Jared rispose:

"Proprio lui!"

"Cerca di ricordare quello che ti ho detto e piantatela di fare i babbei!!" disse la voce furiosa.

"Non accetto lezioni da morale dall'uomo invisibile! Se proprio hai qualcosa da dire, diccela in faccia!" disse Jared tutto impettoso.

"Non posso!! C'è una ragione se non posso raggiungervi e non sprecate tempo a chiedermi qual è. Dovete tornare a quel ricordo. E cercate di far funzionare il cervello, una volta tanto!!" disse la voce di Richard.


Jensen prese la mano di Jared, incoraggiandolo. Entrambi annuirono e la bolla di luce arrivò istantanea.

"Tutta questa storia mi ricorda Harry Potter e i ricordi nel Pensatoio." fece in tempo a dire Jensen. 








I ragazzi tornarono a quel punto, ma stavolta, prima del saluto di Richard, quest'ultimo disse altre cose.

“Tu..la conosci? Sai dirmi chi è??”

“Certo che la conosco. E la conosci anche tu!”

“Io?? Non..non è vero..”

"Ascoltami, Jared, ti prego, niente di tutto questo è importante adesso." disse Richard, tornando all'uso del TU. "Io percepisco che una parte di te vuole fidarsi di me, non sai neanche tu perchè vuoi farlo, ma senti che puoi..dico male?"

"N-no...io credo..voglio..m-ma..."

"Okay, io non so se tutto questo sarà sufficiente. Vorrei che lo fosse, perchè tu vada fino in fondo, ma non posso rischiare e devo fare una cosa.."

"C-che cosa vuoi fare?" chiese Jared, cercando di districarsi.

Richard dovette suo malgrado, rafforzare la presa sul braccio del ragazzo.

"Non ho mai avuto la possibilità di chiederti scusa. Ancora peggio, non ho avuto il coraggio di abbattere la mia vigliaccheria che da sempre mi contraddistingue, per chiederti scusa, come un vero uomo avrebbe fatto."

"Cosa.." disse Jared, cercando invano di dare un altro strattone in quella presa ferrea.

"E forse non avrò un'altra occasione, per fare quello che non ho fatto allora, Jared, quindi ti chiedo scusa adesso. Ti chiedo scusa per averti fatto soffrire e anche se so bene che non puoi comprendere queste parole, so che parte della tua coscienza potrà farlo." 


Qualcosa si mosse e si spezzò dentro il cuore di Jared, raggiungendo la sua anima. Stava piangendo. 



"Che cosa mi stai facendo??" disse Jared, toccandosi una guancia, sconvolto. "Smettila subito!"

Richard però, era estasiato.

"Sì, è strabiliante, l'ho sempre detto che le anime sono qualcosa di meraviglioso. Possono raggiungere qualsiasi cosa. Lui si è sempre sbagliato."

"LUI?"

"Stai fermo. Ti prego. E perdonami di nuovo, se puoi. Adesso proverai molto dolore, ma è necessario."

Jared aveva ripreso a divincolarsi con più forza che mai.

"Ti prego, no! Se mi fai del male..se mi uccidi..mio fratello..senza di me può morire." suonò strana anche a lui stesso quella frase, e non aveva idea di come poteva suonare a quello strano individuo.

"Non ti farò del male. Non fisicamente, sta tranquillo. Ho bisogno però che tu veda una cosa. È una specie di ipnosi molto speciale, vedila così."

"Ipnosi?" chiese Jared. Lo shock per quell'affermazione era riuscito a farlo stare di nuovo fermo.


"Ti spiego. Tu potrai avere dei ripensamenti, in seguito a tutto questo e potresti non fare quello che invece va fatto..per questo ho deciso di fare un esperimento. Ti farò rivivere il mio peggior ricordo. Insieme ad esso tu acquisirai temporaneamente la conoscenza reale di chi sei davvero, naturalmente questo ricordo lo rimuoverai dalla mente cosciente non appena lo avrai visto, ma ti rimarrà nell'inconscio.."

"E a cosa potrebbe mai aiutarmi un ricordo che non posso ricordare??" chiese Jared sempre più stranito.

"Insieme a quel ricordo, ti rimarrà attaccata la sensazione viscerale che puoi fidarti di me. Anche se non saprai perchè, tu andrai avanti fino in fondo, perchè te l'ho detto io, a causa di quello che hai visto."

"Richard..io non sono sicuro che.."

"ORA." disse Richard.


E cominciò.








 Quello che provava Jared, era difficile da descrivere a parole. Come riuscire a descrivere infatti, il dolore puro di qualcun altro, peggio ancora, provare il dolore puro di qualcun altro? Jared provava esattamente quello che provava Richard in quel momento. Capì come doveva sentirsi un cuore spezzato. Tradito da chi non avrebbe mai dovuto tradirlo. Comprese tutto. Ogni cosa. Su lui. Su Jensen. E poi dimenticò.



"Perdonami, Jared, per averti fatto soffrire. Ora, come allora." disse lui infine, dandogli un bacio sulla fronte, mentre Jared sotto shock, sembrava in stato di trance e si era accasciato al suolo. Si stava però, lentamente riprendendo, alchè Richard, da attore consumato quale fosse, disse:

“Ora devo andare. Ho detto già fin troppo. Faccia quel che deve, la prego, Jared. Sconfigga quella lurida puttana.” Disse, lasciando il laboratorio. Detto questo, se ne andò
























Note dell'autrice: "è impazzito, ormai da i numeri" cit di Iago verso Jafar xd 

ragaaaa secondo voi cosa ha fatto vedere Richard al povero Jared e perchè voleva chiedergli scusa? xd
   
 
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